Archivi -Sud Libertà ma l’immagine è ricorrente ad es. verso le ore 13 di ogni giorno nella Piazza Carlo Alberto della “fiera”
di Catania
La Sicilia rimane in fondo alla classifica annuale stilata dal Sole24Ore.Per sei province su nove la qualità della vita è migliorata nell’ultimo anno… Sarà la burocrazia della P.amministrazione, i costi dei prodotti alimentari, l’assenza di strutture adeguate, le prenotazioni, i centralini pubblici che non rispondono, la discrezionalità degli uffici, la mentalità ancora mafiosa di alcuni strati della popolazione, insomma si vive nella schifezza.
Si va dall’85° posto di Ragusa, la prima tra le siciliane, alla 105/a posizione di Caltanissetta, la peggiore performance e terz’ultima in Italia.
Trapani è la provincia più “virtuosa”, migliorando di 12 posizioni: è 93/a. Cresce di 11 invece Catania (91). Messina e Siracusa, entrambe a +8, salgono in classifica: 89 e 90. Palermo cresce di sette punti, piazzandosi all’88° posto, Ragusa di appena 2 (85/a).
Peggiorano le altre. Enna perde 8 posizioni e si attesta al 100° posto in classifica, meno 2 per Agrigento (86) e Caltanissetta (105).
Papa Francesco richiama gli atteggiamenti di Gesù con le folle dell’odierno brano evangelico, dedicato al “prodigio della moltiplicazione dei pani”, ed esorta a seguire la logica di Dio, che porta a “farsi carico dell’altro”. L’invito è alla “fraternità”, accostandosi alla “mensa eucaristica” senza dimenticare i fratelli in difficoltà e usando proprio la “compassione” e la “tenerezza” di Gesù: Egli – per coloro che lo seguono e che, “pur di stare con Lui”, hanno dimenticato di fare provviste – non ha mostrato “sentimentalismo” bensì, spiega, la manifestazione “concreta” dell’amore che “si fa carico” delle necessità delle persone.
Al calar del sole, le folle sono ancora lì, e i discepoli, uomini pratici, invitano Gesù a congedarle perché possano andare a procurarsi da mangiare. Ma Lui risponde: «Voi stessi date loro da mangiare».
Gesù dà le porzioni di pane e pesci
Gesù prende i cinque pani e i due pesci “tra le sue mani”, “alza gli occhi al cielo, recita la benedizione e comincia a spezzare e a dare le porzioni ai discepoli da distribuire”: quei pani e quei pesci – ricorda Francesco – non finiscono, bastano e avanzano per migliaia di persone”.
Con questo gesto Gesù manifesta la sua potenza, non però in modo spettacolare, ma come segno della carità, della generosità di Dio Padre verso i suoi figli stanchi e bisognosi. Egli è immerso nella vita del suo popolo, ne comprende le stanchezze, ne comprende i limiti, ma non lascia che nessuno si perda o venga meno: nutre con la sua Parola e dona cibo abbondante per il sostentamento.
Il pane rappresenta la salvezza
Va notato come sia stretto il legame tra il pane eucaristico, nutrimento per la vita eterna, e il pane quotidiano, necessario per la vita terrena. Prima di offrire sé stesso al Padre come Pane di salvezza, Gesù si cura del cibo per coloro che lo seguono e che, pur di stare con Lui, hanno dimenticato di fare provviste. A volte si contrappone spirito e materia, ma in realtà lo spiritualismo, come il materialismo, è estraneo alla Bibbia. Non è un linguaggio della Bibbia.
L’amore di Dio
L’invito di Francesco è ancora una volta a prendere esempio da Gesù.
La compassione, la tenerezza che Gesù ha mostrato nei confronti delle folle non è sentimentalismo, ma la manifestazione concreta dell’amore che si fa carico delle necessità delle persone. E noi siamo chiamati ad accostarci alla mensa eucaristica con questi stessi atteggiamenti di Gesù: [anzitutto] compassione dei bisogni altrui.
Compassione non è un sentimento puramente materiale; la vera compassione è patire con, prendere su di noi i dolori altrui. Forse ci farà bene oggi domandarci: io ho compassione? Quando leggo le notizie delle guerre, della fame, delle pandemie, tante cose, ho compassione di quella gente? Io ho compassione della gente che è vicina a me? Sono capace di patire con loro, o guardo da un’altra parte o dico “che si arrangino”? Non dimenticare questa parola “compassione”, che è fiducia nell’amore provvidente del Padre e significa coraggiosa condivisione.
Aiutare i poveri e i malati
È il percorso della fraternità, che è essenziale per affrontare le povertà e le sofferenze di questo mondo, specialmente in questo momento grave, e che ci proietta oltre il mondo stesso, perché è un cammino che inizia da Dio e a Dio ritorna.
Oggi in una piazza ordinata, distante ognuno dall’altro, Papa Francesco si rivolge in un messaggio video a tutti coloro che condividono la preghiera globale promossa da Thy Kingdom Come (“Venga il tuo Regno”), un movimento iniziato nel 2016 dall’arcivescovo di Canterbury e primate anglicano, Justin Welby, assieme a quello di York e “un’occasione per i cristiani di unirsi in preghiera per l’evangelizzazione del mondo”, come sottolinea in un comunicato il Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani.
Rivolgiamoci allo Spirito Santo Consolatore
Il Papa si sofferma sul significato della Pentecoste, un evento col quale, osserva, “Dio ha contagiato di vita il mondo”, mentre oggi “stride tutto ciò con il contagio di morte che da mesi infesta la Terra”. Quel giorno, prosegue, “popoli che parlavano lingue diverse si incontrarono”, tutto l’opposto di quelle “misure giuste e necessarie per distanziarci” che da mesi si osservano in tutti i continenti. “C’è bisogno – afferma Francesco – di risollevare tanti cuori affranti” e lo Spirito Santo è il Consolatore per eccellenza, “ci dà la certezza di non essere soli, ma sostenuti da Dio” e dunque capaci di fare altrettanto.
“Vogliamo che qualcuno si prenda cura di noi? Prendiamoci cura di chi non ha nessuno. Ci serve speranza per il domani? Doniamo speranza oggi”
La strada è quella della regola d’oro, del fare agli altri ciò che si vuole per sé. “Desideriamo essere ascoltati? Ascoltiamo. Abbiamo bisogno di incoraggiamento? Incoraggiamo. Vogliamo che qualcuno si prenda cura di noi? Prendiamoci cura di chi non ha nessuno. Ci serve speranza per il domani? Doniamo speranza oggi”, insiste Francesco, che riconosce nel mondo attuale “una tragica carestia della speranza”. Per questo, il Papa invita i cristiani a farsi “più ancora e più insieme testimoni di misericordia per l’umanità duramente provata”.
Chiediamo allo Spirito, dice, “il dono dell’unità, perché diffonderemo fraternità solo se vivremo da fratelli tra noi. Non possiamo chiedere all’umanità di stare unita se noi andiamo per strade diverse. Allora preghiamo gli uni per gli altri, sentiamoci responsabili gli uni degli altri”.
“Bisogna investire sulla Salute, sul Lavoro, sulle disuguaglianze e sulla povertà”
E poi un pensiero concreto, perché la sofferenza per il Papa è sempre carne di Cristo da toccare. Poiché, ricorda, lo “Spirito Santo dona sapienza e consiglio”, in “questi giorni invochiamolo su quanti sono tenuti a prendere decisioni delicate e urgenti, perché proteggano la vita umana e la dignità del lavoro. Su questo si investa: sulla salute, sul lavoro, sull’eliminazione delle disuguaglianze e delle povertà”. Mai come ora, ripete, “ci serve uno sguardo ricco di umanità”, c’è “bisogno di tornare a camminare verso Dio e verso il prossimo: non separati, non anestetizzati di fronte al grido dei dimenticati e del pianeta ferito. Abbiamo bisogno di essere uniti per fronteggiare le pandemie che dilagano: quella del virus, ma anche la fame, le guerre, il disprezzo della vita, l’indifferenza. Solo camminando insieme andremo lontani”.
Il Circolo etneo lancia una campagna di crowdfunding a km0: «Voi date un piccolo contributo con una donazione online, noi portiamo la spesa ai più bisognosi con il supporto dei produttori dell’Etna»
CATANIA
«Vicini a chi ha più bisogno. Oggi più che mai. Senza lunghe catene, ma con piccoli gesti concreti, spingendo quel carrello fatto di collaborazione reciproca, solidarietà, calore, amore verso gli altri». Così Legambiente Catania lancia sulla piattaforma di crowdfunding www.laboriusa.it il progetto “100 Carrelli per Catania”, con l’obiettivo di contribuire al disagio che inizia a crescere a dismisura, moltiplicando i bisogni e le incertezze, lanciando grida di disperazione che rimbombano tra strade vuote, piazze deserte, vicoli di una città dove ogni attività rimane legata al filo invisibile del virus, e dove lo sconforto continua a farsi strada, contagiando la comunità.
«Dall’altra parte, oltre quella barricata fatta di paure e preoccupazioni che fanno alzare l’asticella dell’emergenza sociale – commenta la presidente di Legambiente Catania Viola Sorbello –c’è una città attiva, positiva, attenta, generosa, laboriusa, che si muove al ritmo del cuore, ritrovando le forze per reagire e soprattutto per sostenere i più fragili. In questo momento siamo tutti in difficoltà, ma chi ha un po’ di più è tenuto ad aiutare chi vacilla. Chi può riempire il carrello, spingendolo fino a casa, ha il dovere di aiutare coloro che realmente rischiano di patire la fame e la miseria, in questa condizione che per tutti è diventata straordinaria».
In uno scenario dove la forbice della povertà si allarga sempre di più, e dove oggi non conta nient’altro che sopravvivere, occorre legare a doppia mandata quello spirito solidale che unisce la popolazione in questa battaglia contro Covid-19 e contro ogni tensione che non farebbe altro che far saltare le misure di prevenzione anti-contagio, col rischio di prestare il fianco alla criminalità organizzata.
«Mentre il Governo assume importanti decisioni con politiche di welfare e misure che devono comunque superare le trafile burocratiche e distanze geografiche – continua Sorbello – ci sono piccoli gesti che possono nell’immediato offrire una boccata d’ossigeno. Un pacco di pasta, una scatola di legumi e una confezione di tonno, ma anche libri di narrativa o testi scolastici: ingredienti per restituire al presente quella dignità strappata dall’emergenza».
Legambiente Catania ha creato tempestivamente una rete con l’associazionismo del territorio, in primis la Comunità di Sant’Egidio, per adottare alcune famiglie maggiormente bisognose e consegnare nell’immediato beni di prima necessità acquistati dai produttori del territorio (Mercatino Terre dell’Etna). Saranno ben accette tutte quelle realtà economiche che vorranno farsi avanti e aderire al progetto del circolo etneo, per smistare le buste della spesa.
Un’azione a km0 e sostenibile che vedrà protagonista il nostro territorio, con i suoi prodotti freschi e genuini, in linea con i valori da sempre promossi da Legambiente. Donate e spingete il vostro cuore oltre la porta di casa. Quella stessa casa che oggi protegge tutte le nostre speranze.
Misure straordinarie ed urgenti della Regione per fronteggiare la povertà e la fame di questo triste periodo. «Si tratta di una prima necessaria risposta -comunica il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci che vogliamo dare per consentire a migliaia di famiglie siciliane, ormai esasperate, di far fronte almeno alle immediate esigenze alimentari. Speriamo che arrivino prestissimo anche gli interventi dello Stato, più volte sollecitati a Roma”
In queste settimane di paralisi – – sono cresciuti a dismisura nella nostra isola i nuclei familiari più fragili e maggiormente disagiati, quelli cioè che stanno soffrendo più di tutti la perdurante crisi dovuta all’emergenza Coronavirus. Famiglie che in parte si aggiungono alle altre 450 mila dichiarate povere in Sicilia, secondo i dati dell’Istat. Le risorse verranno assegnate, in più tranche, a tutti i comuni, che nella distribuzione – si legge nella delibera – dovranno prestare particolare riguardo alle nuove povertà determinate dalle famiglie che non percepiscono più alcun reddito, compreso quello di cittadinanza, e alcuna altra assistenza economica o sanitaria».
“A questa prima misura abbiamo potuto procedere – aggiunge il governatore siciliano – in via amministrativa ed è il frutto della condivisione di tutti i gruppi parlamentari all’Ars e delle organizzazioni sociali. Adesso bisogna lavorare a un Bilancio 2020 emergenziale, come abbiamo già concordato nel giro di incontri di mercoledì e giovedì scorsi. È questo lo spirito unitario, richiamato anche ieri, nel suo messaggio alla Nazione, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il quale dobbiamo lavorare”.
Pioggia di critiche sulla manovra. Resiste comunque il ministro Tria che respinge le osservazioni più agguerrite. Lo scenario tratteggiato dal vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, nell’audizione sulla Nota di aggiornamento al Def davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, riduce le aspettative del governo giallo-verde con le stime della Nota di aggiornamento al Def.
Le critiche : –L’aumento dei trasferimenti correnti” per reddito di cittadinanza e pensioni “così come gli sgravi fiscali, tendono ad avere effetti congiunturali modesti e graduali nel tempo; stimiamo che il moltiplicatore del reddito associato a questi interventi sia contenuto”, osserva Signorini. Anche lo stop all’Iva dovrebbe avere “un effetto limitato”, impatto che “potrebbe essere ancora inferiore o nullo se il mancato aumento dell’Iva fosse già stato incorporato nelle aspettative delle famiglie”, aggiunge. Indice puntato anche sulle coperture: evitando il ricorso ad “anticipi di entrate, coperture temporanee o clausole di incerta applicazione” per misure permanenti.
“La possibilità dell’insorgere anche improvviso di turbolenze finanziarie richiede che si dia chiarezza e certezza al percorso di rientro”, afferma Signorini, sottolineando che bisogna “piegare con decisione verso il basso l’incidenza del debito sul prodotto”. Sul fronte pensioni arriva la sollecitazione al governo a non modificare il sistema attuale.
Tria nel corso della sua audizione invita a “inquadrare” il documento “in un contesto europeo che ci vede in ritardo, un ritardo non più accettabile”, dice. Non solo sul fronte della crescita, le stime della Nadef “sono prudenziali”, “si basano su ipotesi caute se non pessimistiche” e “ritengo” che “possano essere ampiamente oltrepassate”, incalza il ministro.
Dal canto suo il presidente facente funzione dell’Istat, Maurizio Franzini, nel corso dell’audizione segnala la problematica della povertà in Italia: nel 2017 c’erano 5 milioni di persone in condizione di povertà assoluta, ai massimi dal 2005 sia in termini di famiglie (1,778 milioni, pari al 6,9% delle famiglie residenti) che in termini di singole persone (8,4% dell’intera popolazione). Una piaga che colpisce nel dettaglio il 6,2% dei cittadini italiani (3 milioni 349mila) e il 32,3% degli stranieri (pari a 1 milione e 609mila individui) e interessa il Sud, dove risiede quasi il 50% degli indigenti.
Le persone in difficoltà e deprivazione sono passate da 15 a 18,1 milioni. Lo rivela un’analisi realizzata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre.
Il livello medio europeo è invece salito solo di un punto, attestandosi al 23,1 per cento: 6,9 punti in meno rispetto alla nostra media. In Francia e in Germania, invece, in questi 10 anni il rischio povertà è addirittura diminuito e attualmente presenta un livello di oltre 10 punti in meno al dato medio Italia.
A livello regionale la situazione al Sud è pesantissima. Gli ultimi dati disponibili riferiti al 2016 segnalano che il rischio povertà o di esclusione sociale sul totale della popolazione ha raggiunto il 55,6% in Sicilia, il 49,9% in Campania e il 46,7% in Calabria.
In Italia la pressione tributaria (vale a dire il peso solo di imposte, tasse e tributi sul Pil) si attesta al 29,6% (anno 2016). Tra i nostri principali paesi competitori presenti in Ue nessun altro ha registrato una quota così elevata. La Francia, ad esempio, ha un carico del 29,1%, l’Austria del 27,4%, il Regno Unito del 27,2%, i Paesi Bassi del 23,6%, la Germania del 23,4% e la Spagna del 22,1%.
Al netto della spesa pensionistica, il costo della spesa sociale sul Pil (disoccupazione, invalidità, casa, maternità, sanità, assistenza, etc.) si è attestata all’11,9%. Tra i principali paesi Ue presi in esame in questa analisi, solo la Spagna ha registrato una quota inferiore alla nostra (11,3% del Pil), anche se la pressione tributaria nel paese iberico è 7,5 punti inferiore alla nostra.
Tutti gli altri, invece, presentano una spesa nettamente superiore alla nostra. Siamo i più tartassati d’Europa e con un welfare “striminzito” il disagio sociale e le difficoltà economiche sono aumentate a dismisura. Le famiglie siciliane non riescono più a pagare le bollette di luce ed acqua ed il disagio aumenta sempre più con il triste ricordo di un governante che ha protetto a dismisura le banche italiane
“Da un punto di vista sociale – il risultato ottenuto è stato drammatico: in Italia, ad esempio, la disoccupazione continua a rimanere sopra l’11 per cento, mentre prima delle crisi era al 6 per cento. Gli investimenti, inoltre, sono scesi di oltre 20 punti percentuali e il rischio povertà ed esclusione sociale ha toccato livelli allarmanti. In Sicilia, Campania e Calabria praticamente un cittadino su 2 si trova in una condizione di grave deprivazione. E nonostante i sacrifici richiesti alle famiglie e alle imprese, il nostro rapporto debito/Pil è aumentato di oltre 30 punti, attestandosi l’anno scorso al 131,6 per cento”.
In questi ultimi anni la crisi ha colpito indistintamente tutti i ceti sociali, anche se le famiglie del cosiddetto popolo delle partite Iva ha registrato, statisticamente, i risultati più preoccupanti. Il ceto medio produttivo, insomma, ha pagato più degli altri gli effetti negativi della crisi e ancora oggi fatica ad agganciare la ripresa. I pensionati vanno all’estero , in Paesi dove non si pagano le tasse e giovani laureati decidono coraggiosamente di partire per l’Europa alla ricerca della prima occupazione. La politica locale, regionale e quella nazionale si è dimenticata da tempo delle categorie più deboli.
Papa Francesco: nessuno al mondo può ritenersi inutile……..”
“Dio non è un controllore in cerca di biglietti non timbrati, è un Padre alla ricerca di figli, cui affidare i suoi beni e i suoi progetti. Ed è triste quando il Padre dell’amore non riceve una risposta generosa di amore dai figli, che si limitano a rispettare le regole, ad adempiere i comandamenti, come salariati nella casa del Padre”. Sono parole di Papa Francesco in un passaggio dell’omelia durante la messa a San Pietro per la Giornata mondiale dei poveri.
Sul tema della povertà, il Pontefice ha poi spiegato che ognuno di noi può fare la propria parte: “Prima di tutto riconosciamo questo: abbiamo dei talenti, siamo ‘talentuosi’ agli occhi di Dio. Perciò nessuno può ritenersi inutile, nessuno può dirsi così povero da non poter donare qualcosa agli altri”. “Siamo eletti e benedetti da Dio, che desidera colmarci dei suoi doni, più di quanto un papà e una mamma desiderino dare ai loro figli – spiega Francesco – E Dio, ai cui occhi nessun figlio può essere scartato, affida a ciascuno una missione”.
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