«UN TESTAMENTO SOLIDALE NON PENALIZZA GLI EREDI»

 

Iniziativa di sensibilizzazione di Consiglio Notarile di Catania e Caltagirone e Aism

 

 

A Piedimonte Etneo l’incontro con i cittadini e l’associazione Orchidea

PIEDIMONTE ETNEO (CT) –

Occorre superare un pregiudizio, quello secondo cui lasciare l’eredità in beneficenza toglierebbe ai propri familiari ciò che spetta legittimamente a loro. Così non è, ed è importante ribadirlo, perché oggi in Italia il tema del testamento solidale è minato da non poche barriere culturali. Si pensa ancora che sia un gesto da ricchi, che richieda cifre considerevoli, che sia sempre troppo presto per parlarne. In realtà il lascito a favore di cause umanitarie è alla portata di tutti, perché “basta poco per fare molto”.

Ecco perché il Consiglio Nazionale del Notariato, insieme a onlus come l’Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), porta avanti una capillare attività di informazione in tutte le regioni italiane. Nel territorio etneo il Consiglio Notarile di Catania e Caltagirone è impegnato da anni con diverse iniziative, e per l’edizione 2020 della “Settimana Nazionale dei Lasciti” il suo percorso di sensibilizzazione ha fatto tappa – ieri pomeriggio (22 gennaio) – a Piedimonte Etneo, grazie alla sinergia con la sezione Aism di Catania e l’associazione culturale ricreativa Orchidea.

«In Italia il numero di cittadini che predispone un testamento solidale, o si dichiara orientato a farlo, cresce di anno in anno, ma è possibile fare di più per non rimanere all’ultimo posto nella classifica dei Paesi europei. Motivo per cui teniamo molto a iniziative come questa, e ribadiamo che i notai di Catania e Caltagirone sono sempre disponibili a fornire informazioni anche nei propri studi professionali», ha affermato il presidente del Consiglio Notarile Andrea Grasso durante l’incontro che si è svolto nell’Aula consiliare del Comune di Piedimonte Etneo, alla presenza del vicesindaco Enrichetta Pollicina. Ha introdotto l’evento Alessandra Laiacona, presidente della sezione catanese di Aism, affiancata da Vera Tripoli, che guida l’associazione Orchidea.

Momento principale dell’incontro le relazioni dei notai Donata Galeardi e Maristella Portelli, componenti del Consiglio Notarile, che hanno spiegato l’importanza culturale e sociale del lascito solidale, cosa è necessario fare per predisporlo, cosa è possibile donare e quali sono i tipi di testamento.

«Le statistiche riportano dati interessanti: la media dei lasciti solidali si attesta sui 5mila euro, la maggior parte dei donatori appartiene a un ceto medio, e il 65% di essi è donna» ha illustrato il notaio Galeardi, mentre il notaio Portelli ha spiegato che «il diritto successorio prevede una ripartizione dell’eredità che mira a tutelare i legittimari riservando agli stessi una parte del patrimonio e lasciando a disposizione del testatore una quota della quale disporre secondo le proprie scelte personali». Entrambi hanno sottolineato che la figura del Notaio, in quanto pubblico ufficiale, supporta il cittadino nel percorso testamentario, ma soprattutto ne garantisce la sua realizzazione in piena legalità e sicurezza.

Mediazione civile: una media annuale di 1400 casi che richiedono l’intervento notarile

Catania, confronto tra Consiglio Notarile e Ordine forense sui diritti reali

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MEDIAZIONE CIVILE, «MAGGIORE COORDINAMENTO TRA NOTAI E AVVOCATI PER SUPERARE LE CRITICITÀ»

       Migliorare l’efficacia degli accordi per la trascrizione nei registri immobiliari

 

CATANIA –

Atti di divisioni ereditarie e usucapione: questi i casi più frequenti di mediazione civile per i quali è richiesto l’intervento del notaio, chiamato a controllare la legalità sostanziale dell’accordo e soprattutto a trascriverlo nei registri immobiliari. Un passaggio fondamentale senza il quale la conciliazione raggiunta tra le parti sarebbe nulla, e su cui il Consiglio Notarile di Catania e Caltagirone e l’Ordine etneo degli Avvocati hanno voluto confrontarsi in un incontro dedicato, al fine di affrontare insieme le soluzioni alle criticità che emergono nella pratica quotidiana.

«Dopo aver maturato esperienza nell’istituto della mediazione, a dieci anni dalla sua entrata in vigore, noi professionisti sentiamo l’esigenza di fare il punto della situazione su alcuni aspetti operativi, confrontando i differenti punti di vista e ponendo al centro la figura del mediatore. Oggi vogliamo avviare un percorso virtuoso di collaborazione, per poter raggiungere nei procedimenti gli standard qualitativi ottimali, e dunque perseguire l’obiettivo cardine della semplificazione processuale», ha sottolineato il presidente del Consiglio Notarile Andrea Grasso in occasione dell’incontro che si è svolto ieri pomeriggio (15 novembre) e che ha visto un’ampia partecipazione delle due categorie professionali etnee. Presente anche il presidente dell’Ordine degli Avvocati, Rosario Pizzino, il quale ha sottolineato come l’approccio della classe forense all’istituto della mediazione si sia evoluto da un iniziale scetticismo a una fattiva organizzazione culminata con la costituzione dell’Organismo di Conciliazione del Foro di Catania.

 

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Ha introdotto e coordinato i lavori il presidente dello stesso Organismo Riccardo Liotta. La media annuale dei casi di mediazione civile si attesta sui 1400, di cui la metà rientra tra le fattispecie che prevedono il trasferimento di diritti reali, cioè quei diritti soggettivi che attribuiscono al titolare un potere immediato e assoluto sulla cosa. Si tratta dei procedimenti che a conclusione richiedono l’intervento del notaio. Succede tuttavia che alcuni accordi non raggiungono la trascrizione notarile perché presentano vizi di forma, come sottolineato dai tre relatori dell’incontro: l’avvocato Santi Pierpaolo Giacona, e i notai Maristella Portelli e Donata Galeardi.

«Lo scopo del confronto di oggi ha una valenza altamente pratica e costruttiva: approfondire gli interventi legislativi in materia per migliorare il coordinamento tra chi deve redigere il verbale di accordo e chi deve trascriverlo nei registri immobiliari» ha sottolineato il notaio Portelli; «D’altronde le nostre due categorie professionali sono mosse da un comune spirito giuridico – ha aggiunto il notaio Galeardi – lo stesso che ci motiva a non concludere qui il dibattito, piuttosto ci spinge a continuarlo con nuovi incontri futuri».