Catania :tunisino rapina e palpeggia una ragazza, subito arrestato

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Guai giudiziari per Malek Kacem, tunisino di 23 anni,arrestato dalla Polizia a Catania per violenza sessuale e tentata rapina. Domenica mattina alle 6.40, infatti, il ragazzo ha fermato  una passante mentre percorreva a piedi Via Marchese di Casalotto nei pressi della stazione centrale di Catania. Con la scusa di chiedere una informazione stradale ,il tunisino ha fermato per un braccio la ragazza  palpeggiandola ripetutamente nelle parti intime e tentato di rapinarle la borsa che portava a tracolla. Alcuni passanti l’hanno inseguito e bloccato. Arrestato, e’ stato rinchiuso nel carcere di piazza Lanza su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

La Polizia di Stato ha espresso in un comunicato “un vivo plauso ai cittadini, che con sprezzo del pericolo e senza esitare si sono posti all’inseguimento dell’aggressore consegnandolo all’autorità preposta per il decorso della legge”.

Neanche i morti hanno pace. Scoperto un arsenale al Cimitero. Occorre rafforzare la videosorveglianza ed indagini sul personale in servizio

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(Foto d’archivio)

Arsenale nel cimitero di Catania

Un Kalashnikov e altre armi,  dentro un sacco nascosto accanto ad una tomba

Arsenale nascosto accanto ad una tomba nel cimitero di Catania: sequestrato

CATANIA

Un arsenale, compresi un kalashnikov e migliaia di munizioni, è stato scoperto affianco una tomba e  sequestrato dalla polizia di Catania  Presumibilmente adeguato quantitativamente per armare un intero Clan malavitoso.

Parte delle armi  sequestrate dalla squadra mobile della Questura, nel cimitero della città: erano in un sacco nascosto in un incavo posto lateralmente ad un tomba, assicurato da un lucchetto. Conteneva una mitraglietta Kalashnikov con due caricatori vuoti, due pistole, una cal.7,65 e una cal.38, e centinaia di cartucce. Sono in corso indagini per comprendere le ragioni che hanno spinto i criminali a scegliere il Cimitero come nascondiglio ideale  e se vi siano collegamenti con personale in servizio.

Il Cimitero di Catania – osserva SUD LIBERTA’ – deve essere ulteriormente -segnaliamo al Sindaco Pogliese- potenziato nel sistema della Videosorveglianza.

Catania: Audaci rapinatrici, sorelle ma ingenue: fermate dalla Polizia

Rapinatrici ma non molto abili.Le pregiudicate catanesi Valentina Giuffrida (1986) e Agata Giuffrida (classe 1974) sono state tratte in arresto perchè ritenute responsabili, in concorso tra loro, del reato di rapina impropria ai danni di un negozio di ottica del centro cittadino. Il fatto che ha posto fine alla “breve” carriera delle due sorelle malavitose.
La Polizia diramava nota radio di furto consumato all’interno di un negozio di ottica del rione Picanello, per mano di due donne che, dopo essersi impossessate della refurtiva, fuggivano a bordo della loro autovettura, lasciata in sosta poco distante; inoltre, forniva le descrizioni fisiche delle due donne ed anche il numero di targa del veicolo con a bordo le autrici del reato.
Le pattuglie della Squadra Mobile, Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, riuscivano ad intercettare, a poca distanza dall’esercizio commerciale, il veicolo segnalato e a fermare le due donne, le quali – poste davanti all’evidenza dei fatti – ammettevano subito le loro responsabilità, consegnando la refurtiva successivamente restituita al negoziante.
i.

NAPOLI. ALLA VISTA DEI POLIZIOTTI GIOVANE SCAPPA, SALE SUL TERRAZZO MA CADE AL SUOLO SULLA STRADA

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Napoli.   Un ‘uomo, A. N., 31enne pregiudicato  e sottoposto agli arresti domiciliari per reati contro il patrimonio, era stato notato da una volante del Commissariato San Giovanni impegnata nei servizi di controllo del territorio 

Alla vista degli agenti – si è dato alla fuga scavalcando un’inferriata e introducendosi in un parco in via Taverna del Ferro, nel quartiere San Giovanni a Teduccio  ha sfondato il portone di uno stabile raggiungendo il terrazzo. Gli agenti all’esterno dello stabile, in attesa dei rinforzi, hanno visto l’uomo cadere al suolo sulla strada    Questa ricostruzione è stata fornita dalla Polizia.
I sanitari del 118 giunti sul posto hanno trasportato il 31enne all’ospedale Cardarelli, dove è morto poco dopo. Da una prima ricostruzione il 31enne – si apprende anche – avrebbe tentato di utilizzare  alcuni cavi antenna per scendere ma in condizioni vetuste questi si sarebbero spezzati. 

Gli investigatori informano pure che, nel tentativo di fuga l’uomo ,proprio all’esterno dello stabile sotto un’auto, avrebbe probabilmente gettato la pistola non regolarizzata con matricola  abrasa pronto all’uso, attualmente al vaglio della Polizia scientifica.  Un altro episodio che lascia riflettere sulla vita – e spesso la fine – infelice dei giovani malavitosi di Napoli.

 

Fiume di sangue sull’asfalto siciliano

Incidenti stradali: ora cambia tutto, ecco le nuove regole sul risarcimento danni
Si accresce il numero dei morti, sulle strade siciliane quattro le vittime di oggi, ben nove nell’ultima settimana in Sicilia. Nelle scorse ore incidente sulla strada statale 185 “di Sella Mandrazzi” nel territorio di Motta Camastra, nel Messinese. Due persone sono morte e altre due sono rimaste ferite. Le vittime sono due fratelli, originari di Francavilla: Luciano e Francesco Siracusa, rispettivamente di 28 e 17 anni. I due viaggiavano a bordo di un’Alfa 147, con altre due persone rimaste ferite, che si è scontrata con una Peugeot 307. Il punto dello scontro è avvenuto in località San Cataldo (km 56,300). 
La comunicazione proviene dall’’Anas, che informa gli automobilisti che sul tratto in cui è avvenuto l’incidente è stato istituito il senso unico alternato. Il tratto è rimasto chiuso per alcuni minuti per consentire l’intervento dei soccorsi. . Ieri, in uno scontro avvenuto sulla statale 115 tra Sciacca e Ribera, a perdere la vita una mamma di quattro figli, Vita Gatto, 31 anni di Sciacca. L’impatto, avvenuto tra un Suv e una Lancia Libra SW, è stato violentissimo tanto che la giovane donna è morta sul colpo.
 Nell’incidente  sono rimaste ferite anche tre persone, per estrarle dalle lamiere è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. L’elenco non finisce qui. E’ un taccuino di comunicati di guerra.   Una famiglia, un padre e due figli sono rimasti vittime di uno scontro fatale con un camion all’imbocco della statale 626 Caltanissetta-Gela, alle porte del capoluogo nisseno. Morti nell’impatto Salvatore Barba, 75 anni, e i due figli Enzo e Flavia, di 44 e 27 anni, di Mussomeli, conosciuti nella cittadina nissena perchè qui erano proprietari di una cartoleria. Secondo la prima ricostruzione l’auto, una Fiat 500 X, avrebbe effettuato un sorpasso scontrandosi violentemente con il mezzo pesante. Il camion è andato fuori strada rovinandosi su una scarpata.  La Procura di Caltanissetta intanto ha aperto un’indagine per omicidio colposo
. Non ce l’ha fatta neanche Sofia Tedesco, la ragazza di 16 anni investita da un’auto pirata l’11 agosto scorso nella strada che collega Agrigento e Favara. È deceduta , dopo 11 giorni di agonia, all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, dove era ricoverata. La giovane Sofia viaggiava su uno scooter condotto da un diciassettenne (rimasto illeso), quando un’auto li ha travolti facendogli fare un volo di parecchi metri.Qui anche un fatto molto grave sul piano umano: l’omissione di soccorso:il conducente non si è fermato a prestare soccorso ed è fuggito. La famiglia Tedesco ha poi deciso la donazione degli organi della ragazza. 

Sferracavallo(Palermo) : un litigio, una sparatoria, un omicidio. Ricercato l’assassino

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Sferracavallo: Un uomo è stato ucciso dopo una lite ed è fuggito. Sul posto sono occorsi le Forze dell’ordine, vigili del fuoco, e l’ambulanza del 118.

 

 

 

Tragedie sull’asfalto siciliano

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Agosto segnato da incidenti/tragedia. Ne segnaliamo alcuni comunicatici  adesso: Lungo la A19 tra gli svincoli di Gerbini Sferro e Catenanuova, nei pressi di Centuripe, in provincia di Enna in un incidente hanno perso la vita due persone e tre sono rimaste ferite. I veicoli coinvolti sono tre ma la dinamica dell’incidente e’ ancora da accertare dalla polizia. Si apprende che due  dei feriti sono stati trasportati all’ospedale Cannizzaro e l’altro al Vittorio Emanuele di Catania.

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Altro incidente ha interessato il  tratto dell’autostrada A19 tra gli svincoli di Gerbini Sferro e Catenanuova che è provvisoriamente chiuso al traffico in direzione Palermo a causa di un sinistro tra due veicoli nei pressi di Centuripe, in provincia di Enna. Indagini sono in corso per la ricostruzione dell’incidente e segnalare i rischi all’Anas.

Si scagliavano pesanti dischi di ghisa sugli arti per truffare le assicurazioni

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Palermo

La  Polizia di Stato di Palermo – si apprende da un comunicato stampa – ha scoperto una truffa alle assicurazioni che lascia increduli chiunque.      Pur di intascare il risarcimento gli autori della truffa non esitavano a mutilarsi parti del proprio corpo.    La Polizia ha trasmesso la denuncia alla Procura di Palermo che sta già disponendo   diversi arresti    .Le ‘vittime’ avrebbero ottenuto anche risarcimenti che superano i centomila euro, come comunicato dal dirigente della squadra mobile palermitana.

Sono undici finora gli arresti  eseguiti dalla  polizia di Palermo che ha sgominato “due pericolosissime organizzazioni criminali dedite alle rodi assicurative realizzate attraverso le mutilazioni di arti di vittime compiacenti”. Coinvolto anche un collaboratore professionale infermieristico dell’ospedale Civico di Palermo. “Le due associazioni criminali disarticolate dalla polizia di Stato hanno evidenziato la particolare cruenza degli adepti delle due organizzazioni, che scagliavano pesanti dischi di ghisa come quelli utilizzati nelle palestre sugli arti delle vittime, in modo da procurare delle fratture che spesso menomavano le parti coinvolte costringendole anche per lunghi periodi all’uso di stampelle e a volte alla sedia a rotelle”,affermano gli investigatori….

 

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Foto di Archivio

Un tunisino sarebbe morto per le mutilazioni subite. Sembrava che l’uomo fosse deceduto in seguito ad un incidente stradale avvenuto lo scorso anno  . In realtà        la polizia ha scoperto che i fatti si sono svolti diversamente e che il tunisino, era rimasto vittima delle mutilazioni subite per ottenere il risarcimento. Gli organizzatori della truffa gli avrebbero fratturato consapevolmente le ossa ma il destino non ha consentito al tunisino di proseguire nella truffa mortale..

Barcellona Pozzo di Gotto: uccide la moglie (che lo aveva denunciato) e si impicca

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Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina,teatro di una tragedia familiare:  un uomo, di mestiere pasticciere, ha ucciso la moglie e si e’ poi tolto la vita. Identificato come Nicola Siracusa,di 56 anni, non si conoscono ancora i motivi che hanno spinto l’uomo ad uccidere Maria Carmela Isgrò, impiegata comunale di 48 anni.

L’uomo si è suicidato impiccandosi. I due, separati e con una figlia di 10 anni, abitavano in due appartamento  di via Modica      Vi erano precedenti visto che  la donna aveva denunciato l’ex per violenze.   Proseguono le indagini degli investigatori per scoprire le motivazioni alla base della tragedia familiare

Reggio Calabria: vita dura per i boss- Catturato Giuseppe Pelle capo strategico della ‘ndrangheta”

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Vita dura per i boss. E Giuseppe Pelle era un pezzo da novanta nella malavita di Reggio Calabria. Nel corso di una vasta operazione di polizia, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di Reggio Calabria, durante la notte, gli investigatori della squadra mobile di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, hanno catturato il boss di San Luca (Reggio Calabria). Classe 1960, Pelle è ritenuto capo strategico e membro della ‘provincia’ della ‘ndrangheta calabrese.

Il boss, ricercato dal 2016, aveva trovato rifugio all’interno di un’abitazione in una delle contrade più impervie dell’entroterra di Condofuri (Reggio Calabria), pressoché irraggiungibile in quanto priva di strade percorribili ed isolata dal greto accidentato di una fiumara aspromontana che ne rende difficoltoso l’accesso.

 Pelle era ricercato per associazione mafiosa ed estorsione. Il boss appartiene alla potente famiglia dei Gambazza di San Luca, un tempo guidata dal padre Antonio Pelle, classe 1932, elemento ai vertici della ‘ndrangheta fino alla sua morte, avvenuta nel 2009.

Pelle inoltre è legato anche alla potente famiglia Barbaro di Plati (Reggio Calabria), facente capo al boss ergastolano Francesco Barbaro, classe 1927 detto ‘u castanu’, per averne sposato la figlia Marianna. Il ricercato deve scontare una pena residua definitiva di due anni, 5 mesi e 20 giorni di reclusione per associazione mafiosa e tentata estorsione.