La Polizia ha trovato corpi di un uomo e di una donna , oggi, venerdì 21 marzo, in un appartamento di Napoli. Secondo i primi accertamenti della polizia partenopea l’identificazione condurrebbe ad una coppia di origini ucraine, residente nella zona.
Le indagini sono in corso, ma al momento gli investigatori ipotizzano un omicidio-suicidio.
I poliziotti del commissariato di Frattamaggiore (Napoli) e quelli della Squadra mobile della Questura partenopea hanno arrestato 14 persone per associazione di tipo mafioso diretta ad agevolare il clan camorristico “Pezzella”, attivo nei territori napoletani di Frattamaggiore e Crispano e nelle zone limitrofe degli stessi. Inoltre, le persone finite in carcere, sono accusate di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti e di estorsione tentata e consumata, detenzione e porto di armi da fuoco anche clandestine e detenzione di droga ai fini di spaccio. Nella stessa operazione, altre tre persone sono state arrestate dai carabinieri della compagnia di Casoria (Napoli).
Gli investigatori, attraverso le indagini, hanno ricostruito una serie di estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti locali e hanno scoperto un arsenale di armi necessarie ad affermare la propria egemonia sul territorio, soprattutto contro il clan rivale “Cristiano Mormile”. Nelle zone campane di Frattamaggiore e Frattaminore invece, venivano vendute illecitamente cocaina, hashish, marijuana e crack.
Un uomo di 43 anni è stato arrestato su disposizione della Procura dalla polizia di Catania con le accuse di maltrattamenti, atti persecutori aggravati e violazione d domicilio nei confronti dell’ex convivente. Gli agenti della squadra mobile hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip che dispone per l’indagato i domiciliari con braccialetto elettronico.
la vittima , a dire degli inquirenti,avrebbe subito «umiliazioni e maltrattamenti» e sarebbe sottoposta a «sofferenze fisiche e morali». Durante la convivenza e la relazione sentimentale iniziata alla fine del 2020 l’uomo «non di rado in seguito all’assunzione di sostanze alcoliche», in più occasioni avrebbe ingiuriato e malmenato la donna facendola anche cadere dalle scale“: ma di più avrebbe anche controllato il telefono cellulare, imponendole un «regime vessatorio e umiliante caratterizzato dalla denigrazione della sua persona e dal timore per la sua incolumità».
L’uomo l’avrebbe minacciata anche dopo la fine della convivenza e della relazione sentimentale. In una occasione ubriaco sarebbe entrato in casa della donna dal balcone, l’avrebbe trascinata in strada e l’avrebbe schiaffeggiata stringendola per il braccio sinistro tanto da provocarle un livido. Noncurante di aver subito una diffida /ammonimento dal Questore, avrebbe ancora minacciato la vittima dicendole che le avrebbe reso la vita impossibile tanto da crearle ansia e paura e un fondato timore per l’incolumità sua e dei suoi familiari.
Uno lo teneva bloccato da dietro mentre l’altro lo accoltellava con almeno quattro fendenti al termine di un litigio iniziato verbalmente per futili motivi, legati a screzi tra parenti per questioni ereditarie.
Per questo due uomini sono stati arrestati dai poliziotti della Squadra mobile di Catania al termine dell’indagine delegata dalla Procura distrettuale della Repubblica subito dopo la segnalazione dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale Cannizzaro.
Era il 12 ottobre 2021 e la segnalazione era stata effettuata perché un uomo, che si era presentato con ferite di arma da taglio all’addome e a una gamba, era ricoverato in pericolo di vita.
Nonostante la reticenza dei presenti ai fatti, avvenuti all’interno dell’abitazione della vittima, nel rione Picanello, gli investigatori sono riusciti a ricostruire la dinamica dei fatti, anche con l’aiuto degli specialisti del Gabinetto regionale di Polizia scientifica Sicilia orientale, e le effettive cause.
In considerazione degli elementi raccolti con l’indagine, il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico ministero, ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere e quella degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nei confronti dei due indagati.
Sequestrate 350 dosi di fentanyl, conosciuta come la “droga degli zombie”, nel corso di una vasta operazione di controlli straordinari alla stazione Termini di Roma e nelle zone limitrofe, due persone sono state arrestate. L’operazione è stata portata a termine dai poliziotti della questura di Roma, da quelli del Reparto prevenzione crimine Lazio e della sez Polizia ferroviari di Roma.
Il fentanyl è una droga sintetica a cui è attribuita una potenzialità superiore 50 volte alla cocaina, è conosciuta anche come la “droga degli zombie”.
L’attività di prevenzione è in linea con le recenti direttive del ministero dell’Interno e, aggiungendosi a quella che quotidianamente viene svolta nella nell’area vicino alla stazione ferroviaria, ha come obiettivo principale l’innalzamento della percezione di sicurezza per le migliaia di turisti e cittadini che ogni giorno transitano da lì.
I poliziotti hanno posto l’attenzione in particolare sul controllo di eventuali persone irregolari sul territorio nazionale, contrasto al commercio abusivo, ispezione di esercizi commerciali e strutture ricettive, fino alla prevenzione e repressione dei reati predatori e quelli legati allo spaccio di stupefacenti.
Nel corso dell’attività, inoltre, sono state identificate in totale 524 persone, controllati 108 veicoli e rilevate 5 violazioni del Codice della strada. Tra i sei esercizi commerciali controllati, uno è stato sanzionato per aver venduto alcolici oltre le 22.00, violando l’ordinanza comunale. (Comunicato Stampa)..
Conferenza stampa oggi alle ore 11. Operazione “Lua Mater “Una vasta operazione antimafia condotta dalla polizia di Stato, denominata infatti “Lua Mater», è ancora in corso nella provincia di Enna con l’esecuzione di due distinte ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 13 persone. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, favoreggiamento personale aggravato, detenzione e porto abusivo di armi comuni, armi clandestine e da guerra. Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti di esponenti delle famiglie mafiose di Pietraperzia e Regalbuto.
L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della procura di Caltanissetta, ha condotto alla luce due imponenti arsenali nella disponibilità di Cosa nostra. Le indagini, coordinate dal Servizio centrale operativo, la sezione investigativa di Caltanissetta del Sisco, la squadra mobile di Enna e il commissariato di di Leonforte hanno consentito di rinvenire e sequestrare una quantità di armi notevole, 8 fucili, 3 mitragliatori e 9 pistole, nonché il relativo munizionamento.
All’operazione, che si è svolta in collaborazione con il personale delle squadre mobili e degli uffici di polizia di diverse città, hanno partecipato 180 operatori della polizia di Stato che hanno eseguito le misure cautelari ed effettuato numerose perquisizioni.
Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa convocata dal procuratore della Repubblica, alla presenza dei vertici della polizia di Stato che si svolgerà alle 11 presso l’aula magna del Palazzo di Giustizia di Caltanissetta.
L’abbandono di un animale è un atto crudele e illegale, punito da una rigorosa normativa del codice penale che prevede pene e ammende molto pesanti.
La Polizia di Stato, anche quest’anno, attraverso la campagna antiabbandono #SeNonTiPortoNonParto, richiama l’attenzione dei cittadini sul fenomeno dell’abbandono degli animali che, soprattutto durante la stagione estiva, complici le vacanze e le partenze, registra un aumento esponenziale.
Obiettivo della campagna è educare i proprietari di animali a un “possesso responsabile” perché un animale vagante, oltre a essere condannato a una morte certa, può essere pericoloso e provocare gravi incidenti stradali.
Ma basta un semplice e doveroso gesto d’amore per evitare tutto ciò: non abbandonarli e portarli con sé oppure cercando soluzioni possibili per lasciarli in sicurezza.
Per chi decide di partire con il proprio amico a 4 zampe è utile conoscere le indicazioni della Polizia stradale sul trasporto degli animali: per una guida sicura gli animali domestici devono viaggiare in apposita gabbia o contenitore oppure nel vano posteriore sempre con una barriera divisoria che li separi dalla parte anteriore dell’abitacolo.
Le strutture turistiche che accolgono noi e i nostri migliori amici sono sempre più numerose sia in Italia che all’estero mentre chi è impossibilitato a viaggiare in compagnia, può decidere di lasciarli nelle tante pensioni per animali pronte ad ospitarli su tutto il territorio nazionale.
Se durante i vostri viaggi vi capitasse di vedere un cane abbandonato o qualcuno mentre lo sta abbandonando, non esitate a chiamare i numeri di emergenza delle Forze dell’ordine o della Polizia locale.
Trascorrete vacanze felici con i vostri amici a quattro zampe e ricordate #senontiportononparto
Terrore in spiaggia a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, dove killer armati hanno sparato tra i bagnanti. L’episodio si è verificato ieri pomeriggio, nessuno è rimasto ferito. La sparatoria è avvenuta all’interno dello stabilimento balneare Lido Azzurro. Sul caso indagano gli agenti del commissariato di polizia di Torre Annunziata, che stanno cercando di ricostruire l’accaduto e risalire ai responsabili del raid che, solo per puro caso, non ha causato feriti.
Spesso le armi sono usate a scopo intimidatorio, altre volte per uccidere, come è accaduto lo scorso 8 febbraio, quando a corso Umberto I è stato ucciso un 24enne della vicina Castellammare di Stabia. Ancora ricorderemo le immagini di un raid di due anni fa in una pizzeria nel quartiere di Pianura a Napoli dove i banditi fecero irruzione armati nel locale dove c’era anche un bambino e spararono colpi di pistola a scopo intimidatorio.
Si apprende, secondo una prima ricostruzione, che due uomini armati e con casco integrale hanno fatto irruzione in spiaggia e poi esploso alcuni colpi in aria nei pressi del bar del lido. Possibile che si tratti di un agguato di camorra fallito. Indagini in corso..
La Polizia ha arrestato questa mattina I. S., 32 anni, cittadino del Tagikistan colpito da mandato di arresto internazionale a fini estradizionali “per essersi arruolato nelle fila dello stato islamico ed essere andato in Siria a combattere nel 2014”.
Secondo le ricerche della Polizia il 32enne risulta essere membro attivo dell’organizzazione terroristica Isis. Il latitante, caratterizzato da numerosi alias con nazionalità e date di nascita diverse, in particolare degli stati Uzbekistan, Kirghizistan e Ucraina, è atterrato all’aeroporto di Fiumicino con volo proveniente da Eindhoven (Paesi Bassi) alle ore 11.4
L’operazione, svolta dalla Digos capitolina con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e il contributo della Polizia di Frontiera di Fiumicino, si inquadra in un più ampio scenario di attività preventive a largo raggio condotte dalla Polizia e dalla Digos di Roma, in considerazione della estrema delicatezza dell’attuale scenario internazionale.
“L’arresto di un cittadino del Tagikistan avvenuto oggi grazie all’attività della Polizia di Stato rappresenta un risultato molto importante, il frutto dell’efficace attività di prevenzione svolta dai nostri apparati sul territorio nazionale per contrastare la minaccia terroristica”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha aggiunto: “Questo arresto conferma la proficua cooperazione con le Forze di polizia di altri Paesi. Con i nostri partner internazionali, infatti, esiste una costante condivisione sia del patrimonio informativo sia delle strategie operative per fronteggiare efficacemente i profili di rischio”.
Una lite tra padre e figlio ha causato l’uccisione del padre a coltellate per poi scappare e convincersi poi di rientrare ad Enna in Questura.
La Polizia del luogo ha posto M.M.,in stato di fermo,quale presunto responsabile dell’omicidio del genitore convivente. Il delitto si sarebbe consumato all’interno dell’abitazione di famiglia, dove la vittima sarebbe stata colpita da numerosi fendenti inferti con un’arma da taglio, presumibilmente un coltello da cucina, ritrovato sui luoghi. Il presunto autore, in seguito, si è allontanato facendo perdere le sue tracce.
Sono scattate le ricerche dei poliziotti della squadra mobile e dislocate numerose pattuglie su tutto il territorio ennese alla ricerca del sospettato, alcune delle quali si sono estese anche nelle province limitrofe dove, per un certo tempo, era stata localizzata l’utenza in uso dal presunto assassino. Il tempestivo intervento delle forze di Polizia ed il contestuale avvio delle indagini condotte dalla Procura di Enna hanno consentito agli agenti di agganciare telefonicamente il presunto autore del reato, che con estenuanti attività di convincimento è stato invitato a far rientro ad Enna. Nonostante ciò, nel frattempo, lo stesso è stato intercettato nei pressi degli uffici della Questura.
Dai primi accertamenti sarebbero emersi accesi e forti contrasti tra padre e figlio, accresciuti nel tempo, per motivi verosimilmente di carattere economico e, comunque, in fase di ulteriore indagine . Il Pubblico Ministero di turno, dopo aver proceduto all’immediato interrogatorio dell’arrestato, durante il quale lo stesso ha parzialmente ammesso il tragico gesto, ne ha disposto il trasferimento in carcere, in attesa dell’udienza di convalida da parte del Gip.
Il Questore di Enna ha espresso massima soddisfazione per l’attività d’indagine svolta dal personale della Squadra Mobile di Enna
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