Il Papa ai petrolieri: occorre una transizione energetica radicale
“Le future generazioni sono in procinto di ereditare un mondo molto rovinato. I nostri figli e nipoti non dovrebbero dover pagare il costo dell’irresponsabilità della nostra generazione”. “La transizione energetica e la tutela della casa comune”, promosso in Vaticano dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. Rivolgendosi, tra gli altri, ai vertici delle Compagnie petrolifere mondiali, il Pontefice esprime soddisfazione per questo secondo appuntamento a Roma: un segno positivo del “costante impegno a lavorare insieme in uno spirito di solidarietà al fine di promuovere passi concreti per la tutela del nostro pianeta”.
La famiglia umana è in pericolo
“L’odierna crisi ecologica, specialmente il cambiamento climatico”, riconosce, “minaccia il futuro stesso della famiglia umana”: e non si tratta di “un’esagerazione”. Per troppo tempo, infatti, sono state ignorate le analisi scientifiche, guardando “con disprezzo e ironia” le relative “previsioni catastrofiche”. Papa Bergoglio fa riferimento anche al Rapporto speciale sull’impatto del riscaldamento globale di 1.5ºC sui livelli pre-industriali del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, che mette “chiaramente in guardia” sulle conseguenze del mancato raggiungimento degli accordi di Parigi.
Il Rapporto avverte, inoltre, che manca solo poco più di una decade per raggiungere questa barriera del riscaldamento globale. Di fronte a un’emergenza climatica, dobbiamo prendere opportuni provvedimenti, per poter evitare di commettere una grave ingiustizia nei confronti dei poveri e delle future generazioni. Dobbiamo agire responsabilmente ben considerando l’impatto delle nostre azioni nel breve e nel lungo termine.
L’irresponsabilità delle passate e presenti generazioni non può danneggiare il futuro della famiglia umana, soprattutto dei suoi membri più vulnerabili. Sono i poveri, infatti, che “soffrono il peggior impatto della crisi climatica”: sono loro a essere “più vulnerabili agli uragani, alla siccità, alle inondazioni e agli altri eventi climatici estremi”.
Perciò si richiede sicuramente coraggio per rispondere “al grido sempre più disperato della terra e dei suoi poveri”. Nello stesso tempo, le future generazioni sono in procinto di ereditare un mondo molto rovinato. I nostri figli e nipoti non dovrebbero dover pagare il costo dell’irresponsabilità della nostra generazione. Mi scuso ma vorrei sottolineare questo: loro, i nostri figli, i nostri nipoti non dovranno pagare, non è giusto che loro paghino il costo della nostra irresponsabilità. Infatti, come sta diventando sempre più evidente, i giovani esigono un cambiamento. “Il futuro è nostro”, gridano i giovani oggi, e hanno ragione!
Papa Francesco analizza poi i punti messi a fuoco nel corso dell’Incontro: “una corretta transizione”; “il prezzo del carbone” e la “trasparenza nel riportare i rischi climatici”. Occorre, infatti, gestire bene “l’impatto sociale e occupazionale del passaggio a una società a basso consumo di carbone”; e, allo stesso tempo, adottare un’adeguata “politica del prezzo del carbone”, “essenziale” per “usare con saggezza le risorse del creato”.
La mancata gestione delle emissioni di carbonio ha prodotto un enorme debito che ora dovrà essere ripagato con gli interessi da coloro che verranno dopo di noi. Il nostro utilizzo delle risorse ambientali comuni può essere considerato etico solo quando i costi sociali ed economici del loro uso sono riconosciuti in maniera trasparente e sono pienamente sostenuti da coloro che ne usufruiscono, piuttosto che da altre popolazioni o dalle generazioni future.
Infine, “la trasparenza nel riportare i rischi climatici”. “Una comunicazione aperta, trasparente, scientificamente fondata e regolata”, insiste il Pontefice, “è nell’interesse di tutti, rendendo possibile lo spostamento di capitali finanziari in quelle aree che offrono le più ampie possibilità all’intelligenza umana per creare e innovare, mentre protegge l’ambiente e crea più opportunità di lavoro”.
Papa Bergoglio ricorda poi che “la civiltà richiede energia, ma l’uso dell’energia non deve distruggere la civiltà” e che “è necessaria una transizione energetica radicale per salvare la nostra casa comune”.
Cari amici, il tempo stringe! Le riflessioni devono andare oltre le mere esplorazioni di che cosa possa essere fatto, e concentrarsi su che cosa occorre che venga fatto. Non possiamo permetterci il lusso di aspettare che altri si facciano avanti, o di dare la priorità a vantaggi economici a breve termine. La crisi climatica richiede da noi un’azione determinata, qui e ora e la Chiesa è pienamente impegnata a fare la sua parte.