Papa Francesco:” Non abbiate vergogna di negoziare, si ritrovi quell’umanità per una pace giusta e duratura”

Non passa giorno in cui il Papa non faccia cenno della pace.Il Papa ora parla nuovamente della cessazione delle ostilità, la tregua raggiunta con il coraggio del negoziato. Suo auspicio è una soluzione diplomatica per una pace giusta e duratura”

Il Papa con le sue parole sull’Ucraina  chiede il cessate il fuoco e rilancia il coraggio del negoziato.  L’auspicio di Francesco per il Paese, da sempre definito “martoriato”, è tutto racchiuso nelle parole già espresse all’Angelus del 25 febbraio, all’indomani del drammatico doppio anniversario dello scoppio del conflitto, in cui ribadiva il suo “vivissimo affetto” alla popolazione. E cioè di “creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura”.

“Il Papa – – usa il termine bandiera bianca, e sulla guerra in Ucraina dice di  Il Papa sulla guerra in Ucraina: non abbiate vergogna di negoziare

Aggiunge pubblicamente Papa Francesco: ” Ma credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”.

Mentre rinnovo il mio vivissimo affetto al martoriato popolo ucraino e prego per tutti, in particolare per le numerosissime vittime innocenti, supplico che si ritrovi quel po’ di umanità che permetta di creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura’”.

Papa Francesco: ” Echeggiamo tutti il grido della pace perchè le guerre e i massacri sono inutili..”

 

10 anni di Papa Francesco in immagini

 

Tante guerre, tante sofferenze. La prima guerra mondiale doveva essere l’ultima e gli Stati si costituirono nella Società delle Nazioni, ‘primizià delle Nazioni Unite, pensando che ciò bastasse a preservare il dono della pace. Eppure da allora, quanti conflitti e massacri, sempre tragici e sempre inutili. Tante volte ho supplicato: ‘Basta!’. Echeggiamo tutti il grido della pace, perchè tocchi i cuori, anche quelli insensibili alla sofferenza dei poveri e degli umili. E soprattutto preghiamo”.

Così Papa Francesco ricevendo in udienza i membri del Sinodo dei vescovi della Chiesa Patriarcale di Cilicia degli Armeni. “Non dimentichiamo i popoli che soffrono a causa della guerra: Ucraina, Palestina, Israele e tanti altri. E preghiamo per le vittime dei recenti attacchi contro luoghi di culto in Burkina Faso; come pure per la popolazione di Haiti, dove continuano i crimini e i sequestri delle bande armate”, ha poi aggiunto il Santo Padre al termine dell’udienza generale.

L’Ispettorato vaticano- e il Capo della Polizia Pisani- in udienza da Papa Francesco

 

Il capo della Polizia ricevuto da Papa Francesco

DAL 2004 AVVIATO IL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE PER IL COMMISSARIO GIOVANNI PALATUCCI, DEPORTATO E UCCISO IN CAMPO DI CONCENTRAMENTO

 

Ieri mattina, nella sala Clementina in Vaticano, Papa Francesco ha ricevuto in udienza il capo della Polizia Vittorio Pisani assieme ai dirigenti ed il personale in servizio presso l’Ispettorato di Pubblica sicurezza “Vaticano”.

Le auto azzurre diventano spesso punto di riferimento anche per tanti altri bisogni meno istituzionali, ma non meno importanti a livello umano, di cui pure vi fate carico: dalla richiesta di informazioni, ai piccoli imprevisti, o a chi si rivolge a voi per manifestare un disagio, o perché, sentendosi emarginato, cerca un po’ di comprensione ed empatia. Sì, perché la gente sa che dove c’è la divisa, ci si può fidare. E questo è molto importante”. Con queste parole, Sua Santità ha rivolto il suo personale ringraziamento alle donne e agli uomini della Polizia di Stato, che quotidianamente garantiscono la sicurezza dei cittadini e si prendono cura delle persone più fragili.

Il Pontefice ha inoltre ringraziato i poliziotti dell’Ispettorato Vaticano “per il lavoro fedele e paziente con cui garantite, a tutti coloro che vengono in Vaticano, dall’Italia e dall’estero, la possibilità di vivere momenti di fede e di preghiera, come pellegrini, o semplicemente di svago, come turisti, in un clima sereno di ordine e di sicurezza”.

Al termine dell’udienza il Capo della Polizia ha consegnato a Papa Francesco un libro che ricorda la storia del commissario Giovanni Palatucci, poliziotto Giusto tra le Nazioni, deportato e ucciso nel campo di concentramento di Dachau il 10 febbraio 1945. Dal 2004, la Chiesa lo ha proclamato “Servo di Dio”, titolo attribuito alle persone per le quali è stato avviato il processo di beatificazione

Papa Francesco: ha ricevuto in udienza il Presidente della Repubblica della Guinea Bissau

Guinea-Bissau, il presidente Embalo: "Le violenze di giovedì ...

 

Ieri Papa Francesco- si apprende da una nota stampa vaticana- ha ricevuto in udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Presidente della Repubblica della Guinea Bissau, Umaro Sissoco Embaló, (nella foto sopra)che ha poi incontrato il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, accompagnato da m,ons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.

Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato sono state sottolineate le buone relazioni tra la Santa Sede e la Guinea Bissau, ci si è soffermati su alcuni aspetti della situazione sociale del Paese e si è rilevato il contributo della Chiesa in favore del bene comune, specialmente in campo educativo e sanitario”, 

Papa Francesco nel ricordo della ricorrenza dell’orribile sterminio

Voi siete miei amici» (Gv 15,14): il messaggio di papa ...

 

“Papa Francesco nella ricorrenza del Giorno del Ricordo  :  “Il ricordo e la condanna dell’orribile sterminio di milioni di persone ebree e di altre fedi, avvenuto nel secolo scorso, aiuti tutti a non dimenticare che la logica dell’odio e della violenza non si può mai giustificare, perchè nega la nostra stessa umanità”. 

Papa Francesco: “Il piacere sessuale è un dono di Dio ma attenti al vizio della lussuria.Dobbiamo difendere l’amore della mente

Papa Francesco: “Attenzione alle relazioni tossiche, lo documenta la cronaca quotidiana”

 

Papa Francesco - (Afp)
Papa Francesco – (Afp)

Parlando del vizio della lussuria, Bergoglio ha osservato: “Si badi bene: nel cristianesimo non c’è una condanna dell’istinto sessuale. Un libro della Bibbia, il Cantico dei Cantici, è uno stupendo poema d’amore tra due fidanzati. Tuttavia, questa dimensione così bella della nostra umanità non è esente da pericoli, tanto che già San Paolo deve affrontare la questione nella prima Lettera ai Corinzi. Scrive così: «Si sente da per tutto parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani” . Il rimprovero dell’Apostolo riguarda proprio una gestione malsana della sessualità da parte di alcuni cristiani”.

 

PAPA FRANCESCO BATTEZZA 16 BAMBINI. “la data della nascita è come un compleanno, la data nella quale ho ricevuto la grazia del Signore, sono diventato cristiano e cristiana. Insegnate ai bambini questo, per festeggiarla tutti gli anni”

 

Papa Francesco è entrato nella Cappella Sistina, dove stamane, nella solennità del Battesimo del Signore, presiede la messa in cui amministra il Battesimo a 16 bambini e bambine.

I piccoli, per lo più figli o parenti di dipendenti vaticani, sono accompagnati nella Sistina, oltre che dai genitori, dalle rispettive coppie di padrini e madrine.  Concelebrano la liturgia con il Papa il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski e il cardinale Fernando Vergez Alzaga, presidente del Governatorato vaticano. 

Papa Francesco nell’omelia pronunciata ‘a braccio’ durante la messa nella Cappella Sistina  : “Noi stiamo qui per battezzare, per dare proprio il dono della fede ai nostri bimbi. E loro sono i protagonisti in questa cerimonia: loro possono parlare, andare gridare, loro comandano, perché è la festa loro e loro riceveranno il dono più bello, il dono della fede, il dono del Signore“.  “Se piangono – per il momento sono silenziosi, ma è sufficiente che uno dia la nota che incomincia il concerto – lasciateli piangere”.
Se hanno fame allattateli, tranquille qui – ha affermato  il Pontefice- Se hanno caldo togliete le vesti, che alle volte il caldo gli fa male. Loro sono i protagonisti, perché loro oggi ci daranno anche a noi la testimonianza di come si riceve la fede, con innocenza, con apertura di cuore”.

“E a voi genitori e padrini – ha continuato Francesco – vi auguro che la vostra vita sia di aiuto per questi bambini, di aiuto per la crescita, e di accompagnarli nella crescita perché questo è un modo di aiutare a che anche la fede cresca in loro. Grazie tante per la vostra testimonianza di portarli qui a ricevere la fede. E adesso continuiamo col rito del Battesimo”.

“Prima di darvi la benedizione, vi ringrazio per aver incominciato questa vita dei vostri figli col Battesimo, e mi raccomando: che loro sappiano la data del Battesimo, perché è la data della nascita. Anche ognuno di noi, se io domando a voi qual è la data di questa nascita io non so se tutti potranno ricordarlo”.

“Pensate bene – ha proseguito-: la data della nascita è come un compleanno, la data nella quale ho ricevuto la grazia del Signore, sono diventato cristiano e cristiana. Insegnate ai bambini questo, per festeggiarla tutti gli anni”. 

 

Il Papa esce sorridente dal Gemelli di Roma ” in buona salute”

 

Il Santo Padre salutato dagli applausi dei presenti  che lo attendevano all’uscita del Policlinico. Il Pontefice è stato sottoposto a un intervento chirurgico di laparotomia e plastica della parete addominale il 7 giugno scorso

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Papa Francesco ha lasciato questa mattina il Gemelli di Roma dopo nove giorni di ricovero. Il Pontefice, sorridente e in buone condizioni, è stato salutato dagli applausi dei tanti presenti all’esterno del Policlinico.   Il Papa si recherà adesso – se la salute lo consentirà – alla Basilica di Santa Maria Maggiore per ringraziare la Salus Populi Romani.

Ricoverato mercoledì 7 giugno, Papa Francesco è stato sottoposto  a un intervento chirurgico di laparotomia a  causa  di un’occlusione intestinale che richiede come minimo sette giorni per un buon recupero fisico.

Sembra che  la risoluzione di un laparocele addominale, ovvero un’ernia che si forma su una cicatrice dopo un intervento, sia fra i rischi della chirurgia laparotomica, allorchè  il chirurgo esegue un’incisione sull’addome di alcuni centimetri.

 

Quella telefonata -un pò galeotta- a Papa Francesco ( a sua insaputa )del cardinale Becciu indagato nel processo Vaticano

Papa Francesco si recherà in Sud Sudan all'inizio del prossimo anno

 

Pubblichiamo l’audio integrale della conversazione con Papa Francesco registrata (all’insaputa del Pontefice) dal cardinale Angelo Becciu il 24 luglio 2021, solo pochi giorni dopo le dimissioni di Bergoglio dall’ospedale dove aveva subito una complessa operazione  L’audio è  registrato dalla Guardia di Finanza e ora diffuso ai media e agenzie stampa nazionali.  Non vi nulla di scandoloso-premettiamo subito- nei confronti di Papa Francesco – che non conosce ovviamente le procedure giuridiche ma si nota il tentativo. quasi disperato, per la ripetizione della sua richiesta al Papa e di cambiare “consigliere” , del cardinale Becciu che si vede -così pare – alle corde e chiede aiuto aiuto a Papa Francesco

Ecco le parole del Papa sofferente.  l’audio integrale della conversazione con Papa Francesco registrata (all’insaputa del pontefice) dal cardinale Angelo Becciu il 24 luglio 2021, solo pochi giorni dopo le dimissioni di Bergoglio dall’ospedale dove aveva subito una complessa operazione. Una telefonata rintracciata dalla Guardia di Finanza di Oristano su due telefoni e un tablet appartenenti a Maria Luisa Zambrano, amica di famiglia di Becciu, indagata nell’inchiesta della Procura di Sassari sulla Caritas di Ozieri. Una conversazione delicata, che, secondo gli investigatori, è stata fatta registrare a una terza persona (la Zambrano, appunto), pur avendo il cardinale ripetutamente invocato il Segreto di Stato durante le fasi di indagine e del processo.

    DOVE SONO FINITI I SOLDI- 575 MILA EURO- VERSATI DAL VATICANO PER LA LIBERAZIONE DELLA SUORA RAPITA?

Sono  cinque minuti e trentasette secondi di conversazione in cui si sente la voce affaticata del Papa rispondere alle sollecitazioni dell’ex Sostituto della Segreteria di Stato Vaticano, che gli chiede, tra l’altro, se ricorda di averlo autorizzato ad “avviare le operazioni per liberare la suora”. Il riferimento è al denaro versato a Cecilia Marogna (mai menzionata nella telefonata con Francesco), imputata nel processo vaticano in concorso con Becciu in relazione ai 575mila euro versati dalla segreteria di Stato alla società di lei per attività di intelligence tra cui, appunto, la liberazione della suora rapita in Mali dai jihadisti. Soldi che invece, secondo l’accusa, sarebbero stati spesi dall’ex collaboratrice del cardinale in beni di lusso.

Nella registrazione – un file generato alle 14.25.555 del 24/07/2021 da un dispositivo geolocalizzato in piazza del Sant’Uffizio – si sente, a parere della Gdf, anche la Zambrano, che, secondo i finanzieri, avrebbe svolto “un ruolo attivo nella realizzazione delle operazioni di registrazione”: sarebbe la sua la voce che si può ascoltare all’inizio della traccia subito prima della conversazione tra il Papa e Becciu, avvenuta verosimilmente, secondo gli investigatori, tra due telefoni di rete fissa. Nella registrazione a un certo punto si sente anche una voce maschile in sottofondo, che sembra affermare “Mi faccia sentire”. Non è chiaro a quale dei due interlocutori sia vicino il quarto partecipante.

Ecco la trascrizione integrale della registrazione.

Cardinale Becciu: Oh, sei pronta?

Zambrano: Pronta

(minuto 00.05) si sente un rumore verosimilmente corrispondente all’attivazione dell’apparato telefonico del chiamante.

Papa: Pronto?

Cardinale Becciu: Si pronto, Santo Padre.

Papa: Come sta?

Cardinale Becciu: Ehh cosi cosi, Lei come sta? Si sta riprendendo?

Papa: Ehh riprendendomi da poco eh.

Cardinale Becciu: Eh lo immagino, il cammino sarà lungo, un pochino, della ripresa eh.

Papa: Si si.

(minuto 00:26) si sente una voce maschile in sottofondo, che sembra affermare “Mi faccia sentire”. Non è chiaro a quale dei due interlocutori sia vicino il quarto partecipante.

Cardinale Becciu: Si, senta Santo Padre io Le sto telefonando come ehh con grande sofferenza …ehhh, cioè, io per me quasi non dovrei andare più a processo, perché, mi spiace, ma la lettera che mi ha inviato è una condanna… è una condanna… ehh perché …io Le volevo solo chiedere se alcuni dati…. Cioè, la cosa è questa, che io non posso chiamarLa in Tribunale come testimone, non mi permetterei mai, però ci deve essere una Sua dichiarazione. Eeh i due punti sono questi: cioè, mi ha dato o no l’autorizzazione ad avviare le operazioni per liberare la suora? Eh, io mi pare glielo chiesi guardi dovrei andare a Londra eeeh eeeh emmmh …contattare questa agenzia che si darebbe da fare, poi le dissi…ehhh che le spese che ci volevano erano 350 mila euro per le spese di questa agenzia, questi che si dovevano muovere, e poi per il riscatto avevamo fissato 500 mila, dicevamo non di più perché mi sembrava immorale dare più soldi alla… aaa… che andavano nelle tasche dei terroristi ….ecco io mi pare che l’avevo informato su tutto questo… si ricorda?

Papa: Quello si mi ricordo ehh vagamente ma ricordo si ce l’avevo si.

Cardinale Becciu: Eh…

Papa: Ma per essere preciso ….eh ho voluto…. eh… chiedere bene bene come erano le cose… eh ho scritto quello no?

Cardinale Becciu: Si, però mi ha scritto le accuse cioè … è la teoria degli accusatori dei magistrati, cioè loro mi accusano che ho imbrogliato Lei, che non era vero che io ero stato da Lei autorizzato a fare queste opere, e quindi Lei condivide le accuse di ques… dei magistrati ed io come posso difendermi lì se Lei già mi accusa così …eh …mi hanno scritto cioè la lettera è proprio giuridica in cui sono le stesse frasi, stesse idee che mi trovo nell’atto di giudizio che mi porta in processo e quindi Lei condivide quelle.. quelle accuse eh… Lei mi ha sempre detto che è al di sopra non vuole interferire…

Papa: lo sono al di sopra, facciamo una cosa…

Cardinale Becciu: Si…

Papa: Su questo perché non mi invia uno scritto perché io devo consultare prima di scrivere, no? Mi invia uno scritto, si narra tutto questo e facendo un’altra relazione, eh?

Cardinale Becciu: Si perché io gliele avevo mandate quella dichiarazioni, forse non sono piaciute, non lo so; perché a me basterebbe che mi annullasse questa lettera, poi, se mi vuol dare delle dichiarazioni, bene… cioè dire “ecco, io ho autorizzato monsignore Becciu quando era Sostituto a fare queste operazioni” a me basterebbe quello…

Papa: Mi scriva tutto questo mi fa il favore perché.

Cardinale Becciu: Eh…

Papa: lo non conosco tutte queste procedure.

Cardinale Becciu: Infatti infatti li hanno preso la mano perché si vede che non è scritto da Lei tutto giuridico.

Papa: No no questo è vero.

Cardinale Becciu: E vero è tutto è tutto diritto, ci conosciamo Santo Padre eh…

Papa: Sì sì.

Cardinale Becciu: Mancava il padre che mi scrive, li è tutto è tutto diritto, come anche sul segreto di Stato… basta che Lei dica “lo osserviamo? No, non lo osserviamo”, va bene, siamo liberi di parlare… “Lo osserviamo? Si” ma questa è una decisione Sua Santo Padre, io non La obbligo se non lo osserviamo il segreto di Stato…eeeeeh siamo liberi di dire tutto quello che dobbiamo dire, ecco poi…

Papa: Ho capito.

Cardinale Becciu: Ehh quindi..

Papa: Si, mi invii un po’ queste spiegazioni bene e cosa Lei vorrebbe che io scrivessi.

Cardinale Becciu: Va bene allora io gliele mando, eh?

Papa: E io vedo domani lo vedrò, eh?

 

Il viaggio penitenziale di Papa Francesco in Canada tra le popolazioni indigene “per chiedere perdono”

 

 

Papa Francesco posticipa il viaggio in Africa a causa del ginocchio -  ItaliaOggi.it

 

 Papa Francesco pronuncia il suo primo discorso del viaggio in Canada incontrando le popolazioni indigene First Nations, Métis e Inuit. Attendevo di giungere tra voi. E da qui, da questo luogo tristemente evocativo, che vorrei iniziare quanto ho nell’animo: un pellegrinaggio penitenziale”

Presenti anche il primo ministro Justin Trudeau, e la governatrice centrale del Canada, Mary Simons, prima governatrice indigena. “Giungo nelle vostre terre natie – dice il Pontefice parlando nella sua lingua, lo spagnolo – per dirvi di persona che sono addolorato, per implorare da Dio perdono, guarigione e riconciliazione, per manifestarvi la mia vicinanza, per pregare con voi e per voi”.

Bergoglio ripercorre gli incontri avuti quattro mesi fa con le popolazioni indigene in Vaticano, quando ascoltò le sofferenze patite, gli abusi, le violenze, gli orrori nelle scuole residenziali consentiti anche da tanti cattolici: “Allora mi erano state consegnate due paia di mocassini, segno della sofferenza patita dai bambini indigeni, in particolare da quanti purtroppo non fecero più ritorno a casa dalle scuole residenziali. Mi era stato chiesto di restituire i mocassini una volta arrivato in Canada; lo farò al termine di queste parole, per le quali vorrei prendere spunto proprio da questo simbolo, che ha ravvivato in me nei mesi passati il dolore, l’indignazione e la vergogna”.

“Il ricordo di quei bambini – dice il Pontefice – infonde afflizione ed esorta ad agire affinché ogni bambino sia trattato con amore, onore e rispetto. Ma quei mocassini ci parlano anche di un cammino, di un percorso che desideriamo fare insieme. Camminare insieme, pregare insieme, lavorare insieme, perché le sofferenze del passato lascino il posto a un futuro di giustizia, guarigione e riconciliazione. Ecco perché la prima tappa del mio pellegrinaggio in mezzo a voi si svolge in questa regione che vede, da tempo immemorabile, la presenza delle popolazioni indigene. E un territorio che ci parla, che permette di fare memoria”.

Bergoglio ritorna sugli abusi commessi nelle scuole residenziali. Secondo le stime, circa 150 mila bambini delle Prime Nazioni sono stati obbligati a frequentare una delle 139 scuole cattoliche nel Paese, rompendo legami con le loro famiglie, costretti ad imparare una nuova lingua, crescendo con i ’dettami’ del Cristianesimo. I bimbi, nell’arco di quel periodo, sono stati vittime di ogni tipo di abuso. E sempre in base alle stime, almeno 4 mila di questi sono morti nelle scuole cattoliche.

Il luogo in cui ci troviamo – dice Bergoglio- fa risuonare in me un grido di dolore, un urlo soffocato che mi ha accompagnato in questi mesi. Ripenso al dramma subito da tanti di voi, dalle vostre famiglie, dalle vostre comunità; a ciò che avete condiviso con me sulle sofferenze patite nelle scuole residenziali. Sono traumi che, in un certo modo, rivivono ogni volta che vengono rievocati e mi rendo conto che anche il nostro incontro odierno può risvegliare ricordi e ferite, e che molti di voi potrebbero trovarsi in difficoltà mentre parlo. Ma è giusto fare memoria, perché la dimenticanza porta all’indifferenza e, come è stato detto, ‘l’opposto dell’amore non è l’odio, è l’indifferenza… l’opposto della vita non è la morte, ma l’indifferenza alla vita o alla morte’”, dice il Papa citando Wiesel. Osserva dunque il Papa: “Fare memoria delle esperienze devastanti avvenute nelle scuole residenziali colpisce, indigna, addolora, ma è necessario”.

E’ necessario ricordare come le politiche di assimilazione e di affrancamento, che comprendevano anche il sistema delle scuole residenziali, siano state devastanti per la gente di queste terre. – denuncia -. Quando i coloni europei vi arrivarono per la prima volta, c’era la grande opportunità di sviluppare un fecondo incontro tra culture, tradizioni e spiritualità. Ma in gran parte ciò non è avvenuto. E mi tornano alla mente i vostri racconti: di come le politiche di assimilazione hanno finito per emarginare sistematicamente i popoli indigeni; di come, anche attraverso il sistema delle scuole residenziali, le vostre lingue e culture sono state denigrate e soppresse; di come i bambini hanno subito abusi fisici e verbali, psicologici e spirituali; di come sono stati portati via dalle loro case quando erano piccini e di come ciò abbia segnato in modo indelebile il rapporto tra i genitori e i figli, i nonni e i nipoti”.

“Oggi sono qui, in questa terra che, insieme a una memoria antica, custodisce le cicatrici di ferite ancora aperte. Sono qui perché il primo passo di questo pellegrinaggio penitenziale in mezzo a voi – dice Francesco- è quello di rinnovarvi la richiesta di perdono e di dirvi, di tutto cuore, che sono profondamente addolorato: chiedo perdono per i modi in cui, purtroppo, molti cristiani hanno sostenuto la mentalità colonizzatrice delle potenze che hanno oppresso i popoli indigeni. Sono addolorato. Chiedo perdono, in particolare, per i modi in cui molti membri della Chiesa e delle comunità religiose hanno cooperato, anche attraverso l’indifferenza, a quei progetti di distruzione culturale e assimilazione forzata dei governi dell’epoca, culminati nel sistema delle scuole residenziali”.

Bergoglio utilizza parole inequivocabili: “Le conseguenze complessive delle politiche legate alle scuole residenziali sono state catastrofiche. Quello che la fede cristiana ci dice è che si è trattato di un errore devastante, incompatibile con il Vangelo di Gesù Cristo. Addolora sapere che quel terreno compatto di valori, lingua e cultura, che ha conferito alle vostre popolazioni un genuino senso di identità, è stato eroso, e che voi continuiate a pagarne gli effetti. Di fronte a questo male che indigna, la Chiesa si inginocchia dinanzi a Dio e implora il perdono per i peccati dei suoi figli. Vorrei ribadirlo con vergogna e chiarezza: chiedo umilmente perdono per il male commesso da tanti cristiani contro le popolazioni indigene”.

Bergoglio dice con altrettanta chiarezza che le scuse ai nativi non sono che un primo passo: “Cari fratelli e sorelle, molti di voi e dei vostri rappresentanti hanno affermato che le scuse non sono un punto di arrivo. Concordo pienamente: costituiscono solo il primo passo, il punto di partenza. Una parte importante di questo processo è condurre una seria ricerca della verità sul passato e aiutare i sopravvissuti delle scuole residenziali a intraprendere percorsi di guarigione dai traumi subiti”.

Il Papa fa una promessa: “Da parte mia, continuerò a incoraggiare l’impegno di tutti i cattolici nei riguardi dei popoli indigeni. L’ho fatto in più occasioni e in vari luoghi, mediante incontri, appelli e anche attraverso un’Esortazione apostolica. So che tutto ciò richiede tempo e pazienza: si tratta di processi che devono entrare nei cuori, e la mia presenza qui e l’impegno dei Vescovi canadesi sono testimonianza della volontà di procedere in questo cammino”.

Bergoglio, nel suo “pellegrinaggio penitenziale” toccherà “luoghi tra loro distanti, tuttavia non mi permetterà di dare seguito a molti inviti e visitare centri come Kamloops, Winnipeg, vari siti nel Saskatchewan, nello Yukon e nei Territori del Nordovest. Anche se ciò non è possibile, sappiate che siete tutti nei miei pensieri e nella mia preghiera. Sappiate che conosco la sofferenza, i traumi e le sfide dei popoli indigeni in tutte le regioni di questo Paese. Le mie parole pronunciate lungo questo cammino penitenziale sono rivolte a tutte le comunità e le persone native, che abbraccio di cuore”.

 

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