Bufera su Mons. Viganò: “taglia” parte di una lettera di Papa Ratzinger- Dimissioni dall’incarico del Vaticano

 

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Può un prete, esperto in Comunicazione, tagliare parte di una lettera del Papa?    Lo ha fatto  mons. Dario Edoardo Viganò, nella foto sopra, prefetto della Segreteria per la Comunicazione e la circostanza gli è costata cara. Lo fa sapere una nota del Vaticano, spiegando che fino alla nomina del nuovo Prefetto, la Segreteria per le Comunicazioni sarà guidata dal segretario del medesimo dicastero, mons. Lucio Adrian Ruiz.

Viganò avrebbe dovuto diffondere la versione  integrale dello scritto del Papa emerito Joseph Ratzinger “Solo successivamente si è provveduto alla pubblicazione integrale della lettera “per dissipare ogni dubbio”, come spiegava la Segreteria per la Comunicazione del Vaticano.

Viganò,  comunica adesso con nota scritta a Papa Francesco  la sua decisione di dimettersi. “In questi ultimi giorni – si legge nel testo – si sono sollevate molte polemiche circa il mio operato che, al di là delle intenzioni, destabilizza il complesso e grande lavoro di riforma che Lei mi ha affidato nel giugno del 2015 e che vede ora, grazie al contributo di moltissime persone a partire dal personale, compiere il tratto finale”.

“La ringrazio – continua – per l’accompagnamento paterno e saldo che mi ha offerto con generosità in questo tempo e per la rinnovata stima che ha voluto manifestarmi anche nel nostro ultimo incontro. Nel rispetto delle persone, però, che con me hanno lavorato in questi anni e per evitare che la mia persona possa in qualche modo ritardare, danneggiare o addirittura bloccare quanto già stabilito dal Motu Proprio del 27 giugno 2015, e soprattutto, per l’amore alla Chiesa e a Lei Santo Padre, Le chiedo di accogliere il mio desiderio di farmi in disparte rendendomi, se Lei lo desidera, disponibile a collaborare in altre modalità“.

” Dio”Credo – scrive Viganò nella missiva al Papa – che il ‘farmi in disparte’ sia per me occasione feconda di rinnovamento o, ricordando l’incontro di Gesù con Nicodemo, il tempo nel quale imparare a ‘rinascere dall’alto’. Del resto non è la Chiesa dei ruoli che Lei ci ha insegnato ad amare e a vivere, ma quella del servizio, stile che da sempre ho cercato di vivere. Padre Santo, La ringrazio se vorrà accogliere questo mio ‘farmi in disparte’ perché la Chiesa e il suo cammino possa riprendere con decisione guidata allo Spirito di Dio.

Della lettera, riservata – scriveva Viganò  – è stato letto quanto ritenuto opportuno e relativo alla sola iniziativa, e in particolare quanto il papa emerito afferma circa la formazione filosofica e teologica dell’attuale Pontefice e l’interiore unione tra i due pontificati, tralasciando alcune annotazioni relative a contributori della collana. La scelta è stata motivata dalla riservatezza e non da alcun intento di censura“.

Accettando le dimissioni del prefetto della Segreteria per la Comunicazione, il Papa ha chiesto a Viganò in una lettera di rimanere in forze al dicastero delle comunicazioni come “assessore“. “A seguito dei nostri ultimi incontri e – si legge nel testo – dopo aver a lungo riflettuto e attentamente ponderate le motivazioni della sua richiesta a compiere ‘un passo indietro’ nella responsabilità diretta del dicastero per le comunicazioni, rispetto la sua decisione e accolgo, non senza qualche fatica, le dimissioni da prefetto”.

Papa Francesco: E’ un criminale la persona che fa “l’amore” con le prostitute- La disoccupazione è un grave peccato sociale

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  • Papa Francesco si sofferma su una problematica che è una piaga sociale:.la prostituzione è una vergogna, un  problema grave: vorrei che i giovani lottassero contro questa pratica. Per favore: chi ha questa abitudine, la tagli esorta i giovani a dire un fermo “no” alla prostituzione, durante il colloquio con loro nella riunione pre-Sinodo al pontificio collegio internazionale ‘Maria Mater Ecclesiae’ di Roma.

Chi va con le prostitute è un criminale afferma il Pontefice – Questo non è fare l’amore, questo è torturare una donna: non confondiamo i due termini“, ammonisce Bergoglio.

Bergoglio rincara la dose e si rivolge ai giovani per non alimentare il triste fenomeno della prostituzione: “Uno schifo! La tratta e la prostituzione sono crimini contro l’umanità, delitti che nascono da una mentalità malata secondo cui la donna va sfruttata”.

“Non c’è femminismo che sia riuscito a togliere questa mentalità dalla coscienza maschile, dall’immaginario collettivo. Questa malattia, questo modo di pensare sociale è un crimine contro l’umanità”.

“I giovani sono spesso emarginati dalla vita pubblica”, rimarca, e costretti a “mendicare occupazioni che non garantiscono un domani”.

“Troppo spesso siete lasciati soli”, lamenta il Pontefice ricordando che “in Italia il tasso di disoccupazione giovani è al 35% e in alcuni Paesi vicini supera anche il 50%”. E “la disoccupazione crea dipendenze e può portare fino al suicidio. Questo è un peccato sociale: la società è responsabile di questo!”, scandisce Francesco.

Papa Francesco come Padre Pio stupisce il mondo: Se non c’è amore nel Paese e si litiga sempre, non si cresce…

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Il  Pontefice, proveniente dal Vaticano, viene in elicottero ed è atterrato nel piazzale adiacente l’Aula Liturgica di Piana Romana. Al suo arrivo il Papa è stato accolto dall’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, e dal sindaco di Pietrelcina, Domenico Masone.
Migliaia i fedeli che attendevano l’arrivo di Francesco e che hanno partecipato nella notte alla veglia di preghiera iniziata già da ieri sera.
Francesco si è diretto a piedi, tra la folla che lo acclama, verso la Cappella San Francesco, dove ha sostato brevemente in preghiera davanti all'”olmo delle stimmate”. Quindi, sul piazzale antistante l’Aula Liturgica, ha incontrato i fedeli.

 – Padre Pio “amava la Chiesa, con tutti i suoi problemi, i suoi peccati. Tutti noi siamo peccatori, ci vergogniamo, ma lo Spirito di Dio ci ha consegnato questa Chiesa che è santa. E San Pio amava questa Chiesa, questo era San Pio”. Papa Francesco lo ha detto nel suo discorso a Pietrelcina, aggiungendo passi ‘a braccio’ al testo scritto. Padre Pio, ha detto ancora “mai rinnegò il suo paese, mai rinnegò le sue origini, mai rinnegò la sua famiglia”. 

Padre Pio ha stupito il mondo: ‘Esempio di amore ai deboli’ – “Cari fratelli e sorelle di Pietrelcina e della diocesi di Benevento, voi annoverate san Pio tra le figure più belle e luminose del vostro popolo”. Così papa Francesco si è rivolto ai fedeli durante la sua visita a Pietrelcina. “e”Questo umile frate cappuccino – ha detto nel suo discorso nel piazzale antistante l’Aula Liturgica di Piana Romana – ha stupito il mondo con la sua vita tutta dedita alla preghiera e all’ascolto paziente dei fratelli, sulle cui sofferenze riversava come balsamo la carità di Cristo”. “Imitando il suo eroico esempio e le sue virtù, possiate diventare voi pure strumenti dell’amore di Gesù verso i più deboli – ha aggiunto il Pontefice -. Al tempo stesso, considerando la sua incondizionata fedeltà alla Chiesa, darete testimonianza di comunione, perché solo la comunione, cioè essere sempre uniti in pace tra noi, la comunione tra noi, edifica e costruisce.

Un Paese che litiga tutti in giorni spaventa la gente, è un Paese malato e triste“. Lo ammonisce papa Francesco,  parlando alla popolazione.

Se un Paese litiga sempre non cresce perchè tutte le forze litigano. Per favore, pace tra voi, comunione tra voi e se a qualcuno di voi viene voglia di chiacchierare di un altro, si morda la lingua: farà bene all’aUn Paese dove tutti si vogliono più o meno bene e non si augurano del male, cresce, si allarga e diventa forte. Per favore, – ammonisce il Pontefice a braccio – non spendete tempo a litigare tra voi. Questo non fa crescere, non fa camminare. Pensiamo ad un bambino che piange piange e non vuole muoversi dalla sua culla, quando la mamma lo porta sul pavimento perché comincia a gattonare rimane sempre lì e piange. Vi chiedo: quel bimbo sarà capace di camminare? No, se un paese litiga, litiga, non sarà capace di crescere…….

Il Pontefice pensa anche ai giovani, costretti ad abbandonare la loro terra perchè non trovano lavoro: “Auspico che questo territorio possa trarre nuova linfa dagli insegnamenti di vita di Padre Pio in un momento non facile come quello presente, mentre la popolazione decresce progressivamente e invecchia perché molti giovani sono costretti a recarsi altrove per cercare lavoro. La migrazione interna dei giovani è un problema, pregate perchè i giovani trovino lavoro qui tra voi e non siano costretti ad andarsene altrove”.

I killers della Chiesa

ACCUSE DI 62 SACERDOTI A PAPA FRANCESCO . E’ così difficile – osserviamo – capire la spontaneità del Papa Francesco?

Non c’è pace per il nostro grande Papa. Vogliono screditarlo per tramutare la straordinaria semplicità di Papa Francesco in uomo che cambia le regole divine… è eretico”. Lo sostengono 62 sacerdoti e studiosi cattolici che, con una lettera di 25 pagine, accusano il Pontefice di aver pronunciato ben 7 eresie. Ad essere presi di mira sono soprattutto alcuni passaggi di Amoris laetitia, l’esortazione apostolica sulla famiglia, con la quale il Pontefice ha sostanzialmente aperto ai divorziati, concedendo ai risposati di accedere ai sacramenti. Quali sono,quindi, le 7 presunte false affermazioni di cui è accusato Papa Francesco? Il testo della lettera le contiene enunciate anche in latino.

1) “Una persona giustificata non ha la forza con la grazia di Dio di adempiere i comandamenti oggettivi della legge divina, come se alcuni dei comandamenti fossero impossibili da osservare per colui che è giustificato; o come se la grazia di Dio, producendo la giustificazione in un individuo, non producesse invariabilmente e di sua natura la conversione da ogni peccato grave, o che non fosse sufficiente alla conversione da ogni peccato grave”.

2) “I cristiani che hanno ottenuto il divorzio civile dal coniuge con il quale erano validamente sposati e hanno contratto un matrimonio civile con un’altra persona (mentre il coniuge era in vita); i quali vivono more uxorio con il loro partner civile e hanno scelto di rimanere in questo stato con piena consapevolezza della natura della loro azione e con il pieno consenso della volontà di rimanere in questo stato, non sono necessariamente nello stato di peccato mortale, possono ricevere la grazia santificante e crescere nella carità”.

3) “Un cristiano può avere la piena conoscenza di una legge divina e volontariamente può scegliere di violarla in una materia grave, ma non essere in stato di peccato mortale come risultato di quell’azione”.

4) “Una persona, mentre obbedisce alla legge divina, può peccare contro Dio in virtù di quella stessa obbedienza”.

5) “La coscienza può giudicare veramente e correttamente che talvolta gli atti sessuali tra persone che hanno contratto tra loro matrimonio civile, quantunque uno dei due o entrambi siano sacramentalmente sposati con un’altra persona, sono moralmente buoni, richiesti o comandati da Dio”.

6) “I principi morali e le verità morali contenute nella Divina Rivelazione e nella legge naturale non includono proibizioni negative che vietano assolutamente particolari generi di azioni che per il loro oggetto sono sempre gravemente illecite”.

7) “Nostro Signore Gesù Cristo vuole che la Chiesa abbandoni la sua perenne disciplina di rifiutare l’Eucaristia ai divorziati risposati e di rifiutare l’assoluzione ai divorziati risposati che non manifestano la contrizione per il loro stato di vita e un fermo proposito di emendarsi”.

“Tutte queste proposizioni – concludono i firmatari – contraddicono verità divinamente rivelate che i cattolici devono credere con assenso di fede divina. Esse sono state già identificate come eresie nella petizione riguardante Amoris laetitia che fu inviata da 45 studiosi cattolici ai Cardinali e ai Patriarchi delle Chiese Orientali. È necessario per il bene delle anime che esse siano ancora una volta condannate dall’autorità della Chiesa”. Mediante “parole, atti e omissioni” Papa Francesco avrebbe dunque “causato grande e imminente pericolo per le anime”.

(Agenzia)

Vaticano: Libero Milone, revisore conti, è venuto meno al patto di riservatezza…”

Libero Milone racconta e quel che dice non piace al Vaticano che ritiene il Milone, responsabile di un incaricato illegale ad una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede”. Per il Vaticano Libero Milone è venuto meno all’accordo di riservatezza.

IL 9 MAGGIO – L’incarico arrivato il 9 maggio 2015 riguardava l’analisi dei bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate. Lo scorso 19 giugno Milone ha presentato le dimissioni al Pontefice che le ha accettate. E ora rivela di non essersi dimesso volontariamente. “Parlo solo ora perché volevo vedere cosa sarebbe successo dopo le mie dimissioni” afferma, sottolineando che visto che “in questi tre mesi dal Vaticano sono filtrate notizie offensive per la mia reputazione e la mia professionalità” non “lo potevo più permettere”.

“Mi spiace molto per il Papa – precisa -. Con lui ho avuto un rapporto splendido, indescrivibile, ma nell’ultimo anno e mezzo mi hanno impedito di vederlo. Evidentemente non volevano che gli riferissi alcune cose che avevo visto. Volevo fare del bene alla Chiesa, riformarla come mi era stato chiesto. Non me l’hanno consentito”.

IL 19 GIUGNO – Milone ricostruisce così le tappe della vicenda e non esclude, dice alla fine, che possa arrivare alla denuncia. Il 19 giugno “fui ricevuto dal sostituto alla segreteria di Stato, monsignor Becciu, per parlargli del contratto dei miei dipendenti. E invece mi sentii dire che il rapporto di fiducia col Papa si era incrinato: il Santo Padre chiedeva le mie dimissioni. Ne domandai i motivi e me ne fornì alcuni che mi parvero incredibili. Risposi che le accuse erano false e costruite per ingannare sia lui che Francesco; e che comunque ne avrei parlato col Papa. Ma la risposta fu che non era possibile. Becciu mi disse invece di andare alla Gendarmeria”.

In Gendarmeria, spiega Milone, “notai subito un comportamento aggressivo. Ricordo che a un certo punto il comandante Giandomenico Giani mi urlò in faccia che dovevo ammettere tutto, confessare. Ma confessare che cosa? Non avevo fatto nulla”. E aggiunge: “Scoprii che indagavano da oltre 7 mesi su di me. Hanno sequestrato documenti ufficiali protocollati e coperti dal segreto di Stato”. “Impedirlo? Non potevo fare niente. Ero intimidito”.

LA REPLICA DEL VATICANO – “La Santa Sede prende atto con sorpresa e rammarico delle dichiarazioni rilasciate da Libero Milone, già Revisore Generale. In questo modo egli è venuto meno all’accordo di tenere riservati i motivi delle sue dimissioni dall’Ufficio. Si ricorda che, in base agli Statuti, il compito del Revisore Generale è quello di analizzare i bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate. Risulta purtroppo che l’Ufficio diretto da Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede”. E’ quanto afferma la Sala stampa vaticana dopo le dichiarazioni dell’ex primo Revisore generale dei conti vaticani.

“Questo, oltre a costituire un reato – riferisce la nota -, ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta nel Dott. Milone, il quale, messo davanti alle sue responsabilità, ha accettato liberamente di rassegnare le dimissioni. Si assicura, infine, che le indagini sono state condotte con ogni scrupolo e nel rispetto della persona”.
(Agenzia)

Papa Francesco sbatte il volto sulla Papamobile sulle strade della Colombia

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Cartagena (Colombia) – Piccolo incidente in Colombia per Papa Bergoglio. Mentre era sulla papamobile, attraversando le strade di Cartagena, ha sbattuto il volto sulla sbarra di metallo alla quale era aggrappato, perdendo l’equilibrio. Colpa di una frenata improvvisa della vettura. L’urto ha causato al Papa un gonfiore evidente sullo zigomo sinistro e una ferita al sopracciglio che ha iniziato a sanguinare, sporcando un po’ la talare bianca. Lo spiacevole fuori programma non ha minimamente interrotto il corteo.

 Il Papa è stato immediatamente soccorso. La folla impressionante che si sviluppava per chilometri e chilometri non si è accorta di nulla. il medico gli ha messo del ghiaccio sulla ferita e due cerotti bianchi. Il portavoce vaticano ha minimizzato l’accaduto. «Va tutto bene».
(Agenzia)