Spartizione del territorio della Mafia: Cosa Nostra vuole 15 Mandamenti, la Procura inginocchia i Capi

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Palazzo del Tribunale di Palermo

PALERMO

La Mafia siciliana è organizzata in mandamenti . Questi non tutti hanno ancora un capo.   Nell’ordinanza di fermo dell’operazione Cosa nostra 2.0 è scritto che «il riferimento ai mandamenti di San Giuseppe Jato e Corleone, correlato a quello dei vecchi di paese che erano presenti alla riunione lascia ritenere che verosimilmente tutte e 15 le articolazioni mandamentali di Cosa nostra palermitana fossero rappresentate nel corso della riunione».

Ma nell’incontro non era stato deciso il capomafia di Bagheria, in candidatura  ci sarebbero Gioacchino Mineo e Giuseppe Scaduto, e ..”neanche il mandamento della Noce, quartiere caro a Totò Riina, per il quale vi era un ballottaggio tra Francesco Picone e un altro mafioso non identificato”

Una “nuova cupola”, dunque, con il “capo” e tre vice che gestiscono i rapporti fra boss e gregari delle cosche, ma anche gli “affari” e la spartizione del territorio suddiviso in quartieri

. La necessità di riassestare gli equilibri ha un’accelerazione dopo la morte del Capo dei capi  Totò Riina, morto a novembre del 2017, almeno simbolicamente. L’operazione dei carabinieri, coordinata della Dda di Palermo e denominata appunto CUPOLA 2.0  che ieri ha portato all’arresto di 46 persone tra presunti boss e gregari di Cosa nostra, sta a significare che la Mafia vuole consolidare gli incarichi di comando delle zone palermitane. Una commissione mafiosa della quale, secondo gli inquirenti, non farebbe parte tuttavia il superlatitante, boss Matteo Messina Denaro.

CUPOLA SCHIACCIATA DAGLI INVESTIGATORI. ADESSO I COMMERCIANTI NON HANNO PIU’ PAURA:DENUNCIANO SUBITO…

Mafia, il capo Mineo e tre vice: ecco chi comanda la nuova cupola di Palermo

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Sono ben 27 gli episodi estorsivi documentati dai carabinieri nell’operazione “Cupola 2.0” che ieri ha portato a 46 fermi.I delinquenti si informano e riferiscono ai capi :come il caso della ” panineria ai lavori per realizzare l’Acquapark di Misilmeri, dall’officina ai lavori di ristrutturazione, persino la bancarella per la vendita di oggetti natalizi….tutto deve passare con il beneplacito dei capi…

Casi segnalati dagli inquirenti e già diffusi:   quella del bar “Al Capriccio”, a due passi dal Teatro Massimo: il titolare ha prima negato le richieste di pizzo, anche di fronte alle foto che ritraevano il presunto esattore, Giovanni Salerno, nel suo locale. Ma poi si è aperto: “Nonostante il mio timore a dirvi tutto per paura di ritorsioni nei confronti della mia famiglia – mette a verbale – non posso fare altro che raccontarvi la verità”.

Il boss Settimo Mineo

Max blitz antimafia a Palermo, 46 persone fermate, arrestato il superboss Settimo Mineo

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46 persone sono state arrestate stamattina dai Carabinieri del Comando provinciale di Palermo nel corso di un maxblitz antimafia coordinato dalla Direzione distrettuale di Palermo..    I reati contestati vanno dall’associazione  per delinquere di tipo mafioso, estorsioni consumate e tentate, con l’aggravante di avere favorito l’associazione mafiosa, fittizia intestazione di beni aggravata, porto abusivo di armi comuni da sparo, danneggiamento a mezzo incendio, concorso esterno in associazione mafiosa.

Altra novità: arrestato il “nuovo  capo della Commissione provinciale, Settimo Mineo, capo del mandamento di Pagliarelli”.     Altri sviluppi successivamente nel corso della giornata o domani.

La Conferenza per la Libia una “pietra miliare” per la stabilizzazione e un futuro di pace

Libia, Haftar diserta il summit di Palermo e la Turchia va via

Un vertice distensivo indubbiamente positivo quello sulla Libia  organizzato dalla Presidenza del Consiglio. Anche se alla sessione plenaria della Conferenza, infatti, non ha partecipato il generale Haftar e la delegazione turca si è ritirata, tuttavia ,significativa però la lunga stretta di mano che è andata in scena a Villa Igiea tra i leader ‘rivali’, Haftar e il presidente del Consiglio Presidenziale della Libia Fāyez al-Sarraj, suggellata dal premier Giuseppe Conte. Certo il cammino è lungo ma importante era riunire i pezzi da novanta per migliorare la qualità di vita della Libia e i rapporti con i Paesi vicini Dobbiamo dare atto a Conte di esserci riuscito.

 – “Abbiamo voluto farci promotori di questa iniziativa nel pieno rispetto della ownership libica del processo. Le soluzioni non possono essere imposte dall’esterno” ha detto Conte. “Il contributo della comunità internazionale deve rispettare vivamente la sovranità libica evitando indebite interferenze – ha sottolineato – Spetta al popolo libico e ai suoi rappresentanti scegliere i tempi e le modalità con cui prendere le decisioni fondamentali per il futuro del Paese”. Il sostegno può favorire questa accelerazione del processo di stabilizzazione che può essere rimesso interamente agli attori libici”. 

 – Per l’inviato delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salamé, la conferenza di Palermo è stata “un successo e una pietra miliare” nel percorso verso la stabilizzazione del Paese e “nello sforzo comune per aiutare i nostri amici libici a tracciare un futuro che porti via da questa situazione”. “

 Non si può pensare di risolvere la crisi in Libia coinvolgendo le persone che l’hanno causata ed escludendo la Turchia”, ha detto il vicepresidente turco, Fuat Oktay, abbandonando i lavori. “Il meeting informale di stamattina è stato presentato come un incontro tra i protagonisti del Mediterraneo: ma questa è un’immagine fuorviante che noi condanniamo. Per questo lasciamo questo incontro profondamente delusi”, aggiunge il vice- presidente di Ankara. “Qualcuno all’ultimo minuto ha abusato dell’ospitalità italiana”, ha aggiunto il braccio destro di Erdogan senza mai nominare il generale Khalifa Haftar. “Sfortunatamente la comunità internazionale non è stata capace di restare unita”.

La verità è che per organizzare almeno un incontro allargato con il generale Haftar (e non soltanto dei bilaterali), la presidenza italiana ha accettato di escludere dalla riunione del mattino Turchia e Qatar, ovvero i due avversari dichiarati del generale. C’erano i capi di governo e di Stato “del Mediterraneo” (il presidente egiziano Sisi, il tunisino Essebsi, il premier russo Medvedev e altri) assieme ad Haftar e al presidente libico Fayez Serraj.

Nella foto della stretta di mano tra Haftar e Sarraj, si vedono i leader politici sorridenti con Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, e Sarraj che si danno la mano e con il presidente del Consiglio che tiene le sue mani su quelle dei due libici. “Non è utile cambiare il cavallo mentre si attraversa ancora il fiume…” la metafora con cui Haftar si è rivolto, come si apprende da fonti diplomatiche, a Sarraj. Una metafora per spiegare al presidente del Consiglio Presidenziale che “non c’è bisogno di cambiare l’attuale presidente prima delle prossime elezioni”.

 Dopo l’incontro, Haftar è ripartito da Palermo: “Non parteciperemo alla conferenza neanche se durasse cento anni. Non ho nulla a fare con questo” evento, ha spiegato il generale in un’intervista rilasciata lunedì sera al suo arrivo a Palermo alla tv ‘al-Hadath’. “Tutta la mia partecipazione è con i ministri europei e dopo questi miei incontri con loro, partirò immediatamente”,

Lunedì a Palermo Summit sulla Libia: assenti i big europei e gli Stati Uniti,l’ONU vuole ridistribuire le ricchezze petrolifere

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Una conferenza senza leader internazionali, ma con i principali attori libici. Il comunicato stampa di Conte- e diplomatici pure- precisano che non si tratta di un vertice europeo ma sulla Libia .Il summit di Palermo, viste queste premesse, non porterà ad un accordo globale e complessivo per stabilizzare il paese nordafricano, ma potrà costituire un passo avanti, se le parti troveranno un’intesa almeno su alcuni punti della road map dell’Onu.

Che l’Italia «sostiene con convinzione», ha sottolineato il premier Giuseppe Conte, che appunto parla di Palermo come un «episodio non isolato, ma una tappa fondamentale di un percorso». Solo la Francia manderà in Sicilia un esponente di peso, il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian. 

Vi saranno tecnici come gli emissari per il Medio Oriente di Usa e Russia, David Hale e Mikhail Bogdanov, anche se fonti diplomatiche italiane riferiscono che resta confermata la partecipazione del premier russo Dmitri Medvedev. Mentre a nome l’Ue parlerà l’Alto rappresentante Federica Mogherini.
Delusione per le defezioni dei big europei ma anche degli Stati Uniti, principale sponsor dell’Italia sulla Libia, e che tuttavia non manderà a Palermo nemmeno il segretario di Stato Mike Pompeo.

«For Lybia With Lybia», è il messaggio che si vuole lanciare, ha spiegato Conte. Inoltre, la partecipazione dei leader di attori regionali come Tunisia, Ciad, Algeria e Niger, ma anche di Grecia e Malta (sono attesi verosimilmente Alexis Tsipras e Joseph Muscat) potrebbe essere utile per far il punto anche sul tema migranti.

Il faro del summit è il piano di azione dell’Onu, aggiornato dall’inviato Ghassam Salamé tenendo conto del persistente stallo
politico e dell’instabilità sul terreno, a Tripoli e nella nevralgica “Mezzaluna petrolifera”. . Sul fronte economico, l’Onu vuole sostenere la redistribuzione delle ricchezze nazionali, soprattutto quelle petrolifere, anche con incentivi per contrastare il contrabbando di carburante.

La svolta vera, però, potrebbe arrivare con un’intesa sul percorso istituzionale. A partire dalla convocazione di una conferenza nazionale aperta a tutti, tribù del sud incluse, all’inizio del 2019, per arrivare a elezioni parlamentari in primavera – così come auspica il piano Onu – e costituire un nuovo organo legislativo unico che superi il dualismo Tripoli-Tobruk.  Su questi temi si confronteranno i quattro protagonisti libici invitati a Palermo: il premier Fayez al Sarraj, il generale Khalifa Haftar, Aguila Saleh, presidente del Parlamento di Tobruk, e Khalid Al-Mishri, capo del Consiglio di Stato. E anche il vicepremier Maitig, in rappresentanza delle potenti milizie di Misurata, che vogliono una contropartita per il loro contributo decisivo alla sconfitta dell’Isis, potendo contare sul sostegno dei francesi, che li hanno incontrati ieri. 

Le diffidenze tra le parti sono tante. In più diverse altre fazioni sono in agitazione perché sostengono di non essere state invitate a Palermo.  Due giorni  ancora e si vedrà se la conferenza internazionale sulla Libia abbia prodotto risultati concreti ed utili alla popolazione europea

(Ag.)

Chiesa siciliana: “Educare al bene comune e lottare le varie Mafie …”

STATO E CHIESA INSIEME CONTRO MAFIA

“Il 1993 è un anno fondamentale. E’ l’anno in cui la mafia, qui a Palermo, decide di esprimere dei segni di potere sia nei confronti dello Stato che della Chiesa. Forse, anche perchè il 9 maggio Papa Giovanni Paolo II gridò la sua condanna alla mafia lì ad Agrigento, nella valle dei templi. Si trovava davanti al Tempio della Concordia e poco prima aveva incontrato i parenti del giudice Livatino, ucciso da cosa nostra”. A parlare è il vescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, intervenendo all’auditorium dell’Istituto Gonzaga, nel capoluogo siciliano, al seminario sul tema “Convertitevi! Un peculiare discorso ecclesiale sulle mafie”, organizzato dall’Universita’ di Palermo e dal Comando regionale Sicilia della Guardia di Finanza. 

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Il prof.Angelo Cuva :“Con la presentazione della lettera dei vescovi di Sicilia, che si intitola ‘Convertitevi’, concludiamo la seconda edizione del corso promosso dall’Ateneo di Palermo insieme alla Guardia di Finanza. “.

“Criminalità organizzata e corruzione sono fenomeni complessi. Le ricette semplicistiche non bastano e i soggetti partner devono collaborare”, ha dichiarato il generale Ignazio Gibilaro, comandante regionale Sicilia della Guardia di Finanza, che ha aggiunto: “Forze di polizia specializzata, magistratura, mondo della scuola, dell’etica e della religione oggi si incontrano in modo sinergico per dare un messaggio forte: togliere qualsiasi tipo di alibi, anche di tipo morale, a chi vive di illegalità e, insieme, concludere una battaglia che si sta vincendo. Ma per portare a conclusione la guerra – ha puntualizzato il Generale – bisogna coinvolgere tutte le componenti sane e vive della nostra società”.

Presente, all’incontro, oltre all’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che ha ricordato la figura di padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia venticinque anni fa, a Brancaccio, anche monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale: “Bisogna convertirsi a una cultura della legalità e alla lotta delle varie mafie. Convertirsi a una cultura del bene comune. L’educazione alla legalità – ha aggiunto il prelato – si coniuga anche con la solidarietà e con l’educazione del bene comune. A questi valori bisogna improntare le nuove generazioni”.

 

 

Era ora finalmente: dopo Catania, con la rimozione del dirigente Ragusa, cade il dirigente del Genio civile di Palermo: Munafò

Genio Civile Palermo, Manlio Munafò, Palermo, Cronaca

 

di    Raffaele Lanza

Anche l’ingegnere Manlio Munafò,(nella foto) capo dell’Ufficio del Genio civile di Palermo, ha seguito la stessa sorte   del suo collega catanese Gabriele Ragusa.. Incapacità e ritardo di esecuzione direttive della Regione siciliana.   E’ la prima volta che succede ma diamine un pò di pulizia -a parte il colore politico dei protagonisti – occorreva farla almeno un decennio prima .La decisione è maturata dopo l’accertamento ispettivo operato, nei giorni scorsi, dal presidente della Regione Siciliana On. Nello Musumeci, per sapere sia a Catania che a Palermo cosa avesse fatto il Ragusa capo del Genio etneo e il dirigente Munafò del Genio palermitano  come  interventi di somma urgenza sui fiumi della provincia catanese da un lato e  palermitana dall’altro.  Nulla di nulla.

Ecco dunque le sostituzioni e le dimissioni dei due burocrati..

Le funzioni di capo Ufficio sono state assunte intanto  dall’architetto Salvatore Lizzio, dirigente generale del dipartimento Tecnico della Regione.   Sull’ex dirigente del Genio civile di Catania Gabriele Ragusa si sollevano perplessità e rilievi di natura penale in ordine alla lunga permanenza- oltre dieci anni e duplicità di incarico, un vero assurdo -sulla poltrona di capoufficio per il contrasto con le norme Anticorruzione ed Antimafia che dispongono la mobilità del personale dirigenziale e la limitazione comunque ad un massimo di cinque anni di reggenza di un Ufficio regionale.    Crediamo che il Presidente della Regione Musumeci debba inviare una nota informativa alla Procura competente di richiesta indagine giudiziaria su questa anomalia/violazione alla legge Anticorruzione , sull’omessa vigilanza pure e conoscenza del “referente politico” che ha consolidato il Ragusa,che è una topica dell’ ex gestione della Regione siciliana

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“II danni da maltempo sono, almeno in parte, addebitabili -ha affermato il Musumeci – a cattiva gestione delle strutture e mancato intervento immediato”.

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Il dirigente Gabriele Ragusa, rimosso dall’incarico pure di Commissario del Parco dell’Etna

 

GESAP AEROPORTI: SI VUOL VOLARE PIU’ IN ALTO, IL CONSIGLIO NOMINA TULLIO GIUFFRE'(EX ASSESSORE DI ORLANDO)

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Il nuovo board della Gesap, società di gestione dell’aeroporto di Palermo, è realtà. Dopo cinque anni Fabio Giambrone ha deciso di lasciare la presidenza dell’azienda: al suo posto subentra Tullio Giuffrè, ex assessore alle infrastrutture della giunta Orlando del Comune di Palermo e docente universitario. Quindi un pupillo dell’attuale sindaco del capoluogo e molto chiara l’influenza politica….

 La Gesap, societa’ di gestione dell’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo, detiene il 20% di Gh Palermo,  gestisce i servizi di handling dello scalo. .  GH Spa fa parte della galassia di GH Italia, è la società del Gruppo Alisud, offre i servizi di assistenza a terra ad aeromobili, passeggeri

Si sa  che la società governa gli scali di Napoli, Venezia, Palermo, Catania, Bologna, Ciampino, Cagliari, Bari, Brindisi, Londra Heathrow e Roma Fiumicino, attraverso le sue società operative (GH Napoli S.p.A., GH Venezia S.p.A., GH Palermo S.p.A., Katane Handling srl, Marconi Handling srl, Azzurra ltd e GHACS S.p.A.).

«Lascio dopo anni di lavoro nella nostra società, crescita importante di passeggeri e di rotte che collegano oggi Palermo con il resto del mondo – ha detto Giambrone – lascio in ottime mani, nella persona di Tullio Giuffrè, che saprà sicuramente traghettare tutto quello che di buono abbiamo fatto in questi anni. Un patrimonio che non appartiene solo al vecchio Consiglio d’amministrazione ma appartiene a un territorio, appartiene alla Gesap e per questo vorrei ringraziare tutti i lavoratori della società».

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«La nomina è stata una sorpresa che è derivata dalla sensibilità del presidente Giambrone di evitare che ci fossero speculazioni politiche su un’azienda che ha necessità di continuare a volare alto e di una gestione molto forte – ha commentato Tullio Giuffrè – le prossime sfide sono quelle di garantire la continua crescita dell’aeroporto, le cui statistiche sono di grandissimo rilievo in ambito nazionale e non solo. Certamente ci sono anche sfide speciali che l’anno prossimo ci consentiranno di avviare il cantiere per l’adeguamento sismico e per l’ampliamento del terminal».

 

 

Maurizio Zamparini, accusato di riciclaggio e vari reati, parla che “fino alla pronuncia della Cassazione è un uomo libero”

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Il patron del Palermo Maurizio Zamparini,(nella foto ) in una nota, parla della decisione del tribunale del Riesame di Palermo, di accogliere la richiesta della Procura della Repubblica di Palermo degli arresti domiciliari per l’imprenditore friulano che e’ indagato per riciclaggio e autoriciclaggio, appropriazione indebita, falso in bilancio e per una serie di violazioni fiscali. Un provvedimento che non e’ esecutivo fino alla pronuncia della Cassazione, come ribadisce lo stesso Zamparini  .Pertanto lo stesso è persona libera ed è stufo delle notizie -dichiara- che lo ritraggono come persona scorretta..”.

“Il Tribunale del Riesame- si apprende dal comunicato stampa(It) -ha concesso i domiciliari su richiesta della Procura, sapendo che sono non esecutivi per via del nostro ricorso che faremo in Cassazione, in cui verra’ dimostrata da prove lampanti l’inconsistenza di tutte le accuse indiziarie” afferma il patron rosanero.

“Ho incaricato i miei legali di Londra di portare il mio caso, per quanto sta accadendo con la Procura di Palermo, davanti al Tribunale Internazionale dei Diritti dell’Uomo” annuncia. “Non richiedero’ danni ma la tutela della mia immagine di uomo profondamente onesto e lontano mille miglia dai reati che vengono ipotizzati” conclude Maurizio Zamparini. 

RAID DELL’ETNA: AI NASTRI DI PARTENZA DOMANI SI ACCENDONO I MOTORI

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Da domenica 23 a sabato 29 settembre – Partenza da Palermo

VIA DOMANI LA XXI EDIZIONE DELLE   MERAVIGLIE STORICHE 

Primo round del giro della Sicilia per auto storiche in occasione della Giornata Nazionale del veicolo d’epoca: si parte con Palermo, Monreale, Partinico e Mazara del Vallo

CATANIA – Il rombo dei bolidi d’epoca del Raid dell’Etna, giunto alla sua ventunesima edizione, iniziano a farsi sentire: le auto guidate da 80 equipaggi provenienti da ogni parte del mondo, sono pronte a sfoggiare lungo le strade siciliane, ruggenti cavalli e cromature dal fascino senza tempo. Quest’anno la manifestazione, ideata e organizzata da Giovanni Spina e Stefano Consoli, prenderà il via domani domenica 23 settembre in occasione della “Giornata nazionale del veicolo d’epoca” e sarà on stage per sette giorni per regalare al pubblico degli appassionati uno spettacolo indimenticabile.

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La carovana d’epoca percorrerà 1.000 km di tragitto, toccando i luoghi simbolo dell’Isola: si parte dalla città di Palermo dove, dopo l’arrivo delle auto in gara provenienti da Genova a bordo di un vettore della flotta GNV – sponsor dell’iniziativa – i raiders si raduneranno in viale della Libertà in attesa dell’inizio ufficiale della manifestazione, inaugurato con la prima prova cronometrata.

Il giorno dopo si entra nel vivo con la prima tappa che toccherà la città di Monreale con visita guidata alla Cattedrale, poi Partinico Mazara del Vallo.

Martedì 26 si proseguirà alla scoperta di EricePaceco e Trapani, dove i gentlemen driver disputeranno una gara di regolarità a Mozia. Il terzo giorno le auto faranno tappa a Selinunte alla scoperta del parco archeologico e, dopo una sosta a Marsala presso il Museo archeologico “Baglio Anselmi”, faranno poi ritorno in serata a Mazara del Vallo. Dalla costa occidentale alla costa orientale siciliana: il percorso proseguirà verso l’autodromo di Pergusa, luogo di un’importante prova cronometrata per i partecipanti per poi giungere nella serata di giovedì 27 nel cuore della città di Catania, in Piazza Università per la gara “Coppa delle Dame – Trofeo Eberhard & Co.”

Venerdì 28 sarà il turno del vulcano Etna, dove l’abilità dei piloti e la conoscenza delle proprie auto saranno messe a dura prova; giro di boa per gli equipaggi con la premiazione della “Coppa delle Dame – Trofeo Eberhard & Co.”, del “Condorelli Fidelity”, del “Gentlemen Driver Perofil”e del “Lady Driver Oroblù”.

Il Raid dell’Etna si chiuderà sabato 29 settembre con la premiazione del “Trofeo Eberhard”, della “Coppa delle Dame – Eberhard”, del “Porsche Tribute” e del “Classic Michelin”.