Beni culturali, via al progetto sull’archeologia subacquea con i pazienti del “Di Cristina” di Palermo

«Un percorso – dice l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato – che, grazie a un team di figure professionali, contribuisce al miglioramento delle condizioni di vita dei piccoli degenti nel difficile processo di superamento del disagio dell’ospedalizzazione e che offre la possibilità di creare, in prospettiva della guarigione, le premesse per un ritorno sereno alla vita di tutti i giorni, arricchita dalla conoscenza dell’ambiente marino attraverso attività interdisciplinar

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Palermo,

I  piccoli pazienti del “Di Cristina” di Palermo alla scoperta dell’archeologia subacquea e dei tanti tesori custoditi nei fondali dei nostri mari. È stato possibile, nell’unità di Oncoematologia pediatrica della struttura sanitaria, nel corso del primo incontro del progetto “Verde come le alghe, blu come il mare, bianco come le vele”, ideato dalle insegnanti della Scuola in Ospedale “Lombardo Radice” di Palermo e realizzato in collaborazione con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e l’associazione Marevivo Sicilia.

«Un percorso – dice l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato – che, grazie a un team di figure professionali, contribuisce al miglioramento delle condizioni di vita dei piccoli degenti nel difficile processo di superamento del disagio dell’ospedalizzazione e che offre la possibilità di creare, in prospettiva della guarigione, le premesse per un ritorno sereno alla vita di tutti i giorni, arricchita dalla conoscenza dell’ambiente marino attraverso attività interdisciplinari».

Il tema conduttore del progetto è il mare, che diventa lo spazio concreto da cui partire per poter attivare, in ospedale, un’esperienza “altra” che possa accompagnare il bambino durante il periodo del ricovero. 

Nel primo incontro di ieri, i subacquei della soprintendenza Salvo Emma e Giovanni Puccio hanno portato all’interno del reparto le attrezzature utilizzate per le ricerche e gli scavi subacquei, dando ai bambini l’opportunità di vedere da vicino le strumentazioni utilizzate sott’acqua: maschere, pinne, mute, bombole, erogatori, macchine fotografiche subacquee e metal detector subacquei. I piccoli pazienti hanno avuto inoltre la possibilità di indossare delle mini attrezzature da immersione a loro dedicate, per provare un primo approccio con il mondo sottomarino. Infine, grande riscontro hanno avuto, anche tra i genitori presenti, i filmati appositamente realizzati per gli alunni della scuola dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado.

Prevista per sabato 22 marzo la seconda fase, nella sede di Marevivo al Circolo Velico di Sferracavallo, dove i bambini effettueranno attività esperienziali e conoscitive della flora e della fauna del nostro mare con gli esperti dell’associazione. 

Quella di quest’anno è la terza edizione del progetto, realizzato per la prima volta nel 2014, sempre con la partecipazione della Soprintendenza del Mare e in collaborazione con il  primario del reparto di Oncoematologia pediatrica del “Di Cristina” Paolo D’Angelo, le insegnanti della Scuola in Ospedale “Lombardo Radice” Gisella Musumeci e Aurora Valenti, la delegazione di Marevivo Sicilia, il Circolo Velico Sferracavallo e le associazioni di volontariato Aslti e Spya di Palermo.

Lavoro: controllati a Palermo 37 cantieri edili, tutti irregolari

 

 

Lavoro nero: sanzioni pecuniarie e sospensione dell'attività imprenditoriale

 

 

 Palermo,
Un lavoratore su otto in nero o irregolare, non sottoposto a visita medica per l’idoneità allo svolgimento delle sue mansioni e non formato in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Questa l’evidenza di quanto emerso nel corso dei controlli effettuati dai militari del Gruppo Tutela Lavoro di Palermo, col supporto delle Stazioni Carabinieri, ad alcuni cantieri edili operanti nella provincia, compresa l’isola di Ustica. In tali luoghi di lavoro i militari dell’Arma hanno infatti verificato la posizione di numerosi dipendenti, constatando che circa il 15% di essi stava svolgendo attività privi di un regolare contratto di lavoro e delle basilari garanzie previste dalla normativa vigente per la tutela della loro incolumità o in carenza di formazione specifica.
Una sorta di “roulette russa” messa in atto da alcuni datori di lavoro negligenti sulla pelle degli operai edili, esposti a rischi notevoli perché non ben formati per le mansioni da svolgere e sul rispetto delle procedure di sicurezza, che assicurano l’integrità psico-fisica ed il “benessere” dei lavoratori.
I militari, nel corso dei controlli, hanno contestato ai datori di lavoro svariate violazioni al testo unico in materia di sicurezza: si va dall’omessa formazione e informazione del personale dipendente in questa delicata materia alla mancata sottoposizione del medesimo alle visite mediche che certificano l’idoneità allo svolgimento delle mansioni lavorative, dalla mancata consegna di dispositivi di protezione individuale quali scarpe antinfortunistiche, guanti e caschetti, al montaggio errato di ponteggi con conseguenti rischi di cadute dall’alto, dall’assenza di addetti al servizio antincendio e al primo soccorso alla presenza di quadri elettrici non a norma. Le attività ispettive peraltro raccontano lo sforzo profuso dai militari dell’Arma nei controlli: 71 le imprese edili controllate, 18 delle quali colpite da un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per motivi di sicurezza e per lavoro nero; 153 i lavoratori controllati, 23 dei quali irregolari; 340.000 euro circa l’importo complessivo delle sanzioni amministrative e delle ammende contestate.
Le imprese edili sanzionate, dopo aver ottemperato al pagamento della sanzione e aver formalmente assunto i lavoratori privi di contratto, sono state messe nelle condizioni di continuare ad esercitare le proprie attività. I controlli effettuati fanno parte del programma che ha lo scopo di avviare un attivo coinvolgimento dei lavoratori nel processo di crescita progressiva del livello di sicurezza.
Lo sforzo quotidiano dei Carabinieri è peraltro quello di promuovere e sviluppare con efficacia e continuità la cultura della sicurezza, in particolare nel settore dell’edilizia, attraverso una capillare attività di informazione e assistenza nei confronti di tutte le parti interessate (committenti, imprese, professionisti, rappresentanti dei lavoratori della sicurezza e funzionari della Pubblica Amministrazione), con il fine di contenere le violazioni e favorire lo sviluppo economico. Solo attraverso la conoscenza delle norme e la loro relativa attuazione si può infatti scongiurare il verificarsi di incidenti sul lavoro talvolta mortali.
La sicurezza sui luoghi di lavoro è sempre più al centro dell’attenzione delle istituzioni, che vedono quotidianamente impegnati sul territorio del capoluogo e della provincia i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Palermo e del Nucleo Operativo del Gruppo Tutela Lavoro nella verifica degli aspetti del rapporto lavorativo, volta alla tutela della sicurezza, della salute e della dignità dei lavoratori ed al contrasto del fenomeno del lavoro sommerso ed irregolare.

Pubblicizzavano sui social abbigliamento e accessori contraffatti e poi li vendevano nei negozi Palermo – Denunciati 3 commercianti di Palermo, sequestrati oltre 7.000 prodotti

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

Palermo,

Nei giorni scorsi i Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego di Palermo, nell’ambito dell’intensificazione del controllo economico del territorio disposto dal Comando Provinciale di Palermo a tutela del commercio dei beni e dei servizi, hanno sequestrato più di 7.000 prodotti contraffatti, tre soggetti sono stati denunciati.

Le Fiamme Gialle, in considerazione dell’attuale periodo storico, nel quale sono sempre più le persone che tramite l’utilizzo dei social network pubblicizzano le proprie attività commerciali e la vendita dei relativi prodotti, hanno avviato un costante monitoraggio delle numerose piattaforme social, in particolare Facebook, Instagram e TikTok. Grazie a tale attività è stato possibile individuare alcuni soggetti titolari di attività commerciali, che, tramite i propri profili, promuovevano la vendita di orologi, giocattoli, capi di abbigliamento nonché pelletteria, verosimilmente contraffatti.

Il successivo accesso effettuato dai baschi verdi in uno di tali esercizi commerciali, ubicato in zona Montepellegrino, ha permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro capi d’abbigliamento, pelletteria e scarpe di note griffe e marchi quali Louis Vuitton, Gucci, Fendi, Balmain, Armani, Adidas e Nike.

E’ stato poi individuato un secondo profilo Facebook tramite il quale un commerciante, con foto e video, promuoveva la vendita di vari prodotti di alta gamma. Anche in questo caso, una volta individuato il negozio situato nel quartiere Noce, grazie all’analisi dei video, venivano scoperti e sequestrati oltre 2.000 prodotti contraffatti di lusso, in particolare diversi orologi Rolex, borse e portafogli Chanel, Louis Vuitton e Gucci, nonché profumi dei migliori brand in commercio, quali Bulgari, Dior, Chanel.

Tutti i prodotti erano esposti sui banconi e gli scaffali del negozio, che appariva a tutti gli effetti come una vera e propria boutique di prodotti di lusso.

Infine, sempre grazie al monitoraggio dei social, è stato individuato un soggetto che, dall’interno del magazzino della sua attività commerciale, pubblicava video su TikTok, nei quali reclamizzava la vendita a prezzi stracciati di vari articoli tra cui giocattoli e biancheria riportanti il noto marchio Disney.

Nel corso dell’accesso, anche in questo caso, le Fiamme Gialle hanno sequestrato più di 5.000 prodotti per bambini potenzialmente rischiosi per la sicurezza e la salute degli stessi.

Le operazioni descritte testimoniano l’impegno della Guardia di Finanza a contrasto della contraffazione e del commercio di prodotti non genuini e insicuri che danneggiano il mercato, sottraendo opportunità di lavoro alle imprese che rispettano le regole. Si tratta di un fenomeno illegale che colpisce in modo trasversale tutti i settori produttivi. Nel tempo anche tali forme di attività illegali si sono evolute con l’uso di nuovi veicoli divulgativi rendendo necessari rinnovati presidi a tutela della legalità.

I controlli delle Fiamme Gialle continueranno in tutta la provincia palermitana al fine di contrastare ogni forma di illegalità economica.

I finanzieri informano pure che in attesa del giudizio definitivo sussiste la presunzione di innocenza.

Mafia, scattano 6 arresti in provincia di Palermo, la famiglia mafiosa di Camporeale mantiene il controllo del gruppo e affari illegali

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 

Indebolita ulteriormente la famiglia mafiosa di Camporeale 

 

Blitz contro la mafia di provincia. Sei gli arresti eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Monreale, sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Palermo su  richiesta della Direzione distrettuale antimafia, per associazione per delinquere di tipo mafioso.

Sotto i riflettori la famiglia mafiosa di Camporeale il cui vertice, pur essendo già in carcere, sarebbe riuscito a mantenere saldamente il controllo del gruppo e la gestione degli affari illegali, grazie alla collaborazione di affiliati e familiari.

L’influenza mafiosa si sarebbe manifestata anche nella compravendita, a un prezzo imposto, di bovini e ovini destinati al macello. Inoltre, l’indagine ha permesso ai carabinieri di ricostruire casi nei quali anche semplici cittadini si sarebbero rivolti al clan per ottenere l’autorizzazione preventiva all’acquisto di fondi agricoli, al recupero di crediti da debitori insolventi e ancora per dirimere controversie sorte tra privati.

Un potere di controllo anche nella gestione dei fondi agricoli nell’area camporealese, autorizzando o negando l’utilizzo di terreni per il pascolo. Un dipendente comunale, infine, avrebbe attestato falsamente il puntuale assolvimento da parte di due appartenenti alla locale famiglia mafiosa, degli obblighi derivanti dalla «messa alla prova».

Emergenza idrica, Regione siciliana più acqua ai comuni dalla diga Ancipa

 

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Palermo,

Aumentano i prelievi di acqua dalla diga Ancipa e di conseguenza le erogazioni nelle decine comuni serviti da questo invaso, quasi tutti quelli della provincia di Enna e gran parte del Nisseno, capoluoghi compresi. Si tratta di circa 250 mila abitanti e migliaia di attività produttive. Lo ha stabilito la Cabina di regia contro l’emergenza idrica, coordinata dal dirigente generale della Protezione civile, Salvo Cocina, che si è riunita con i rappresentanti dei sindaci delle Ati di Caltanissetta ed Enna, con i gestori del servizio idrico Acquaenna e Caltacqua e con quelli dell’invaso, Sicilacque ed Enel.

Il via libera è arrivato dopo un’attenta valutazione della risorse idriche disponibili, comprese quelle dei nuovi pozzi attivati e da attivare a cura dei gestori a seguito degli ultimi finanziamenti di dicembre. A beneficiarne saranno tutti i comuni della provincia di Enna, ad eccezione di Centuripe Catenuova e Regalbuto serviti dall’acquedotto dell’Etna, oltre a Caltanissetta, San Cataldo, Serradifalco, Gela, Niscemi e Licata. I pozzi attivati durante l’emergenza erogano acqua gli altri comuni, integrando la dotazione proveniente dall’Ancipa.

«Con questo aumento – dice Cocina – i prelievi da Ancipa raggiungeranno i 450 litri al secondo, meno, comunque, dell’anno scorso quando, con poca prudenza si prelevavano fino a 700 litri al secondo a favore dei comuni. In questo modo preserveremo l’acqua invasata, ciò anche grazie alla possibilità di integrare le risorse con quelle provenienti dai pozzi attivati con gli interventi della Cabina di regia e finanziati dal dipartimento della Protezione civile regionale. Inoltre, le perdite dell’acquedotto Ancipa, grazie alle riparazioni effettuate, sono state ridotte a circa il 15 per cento. In questo modo – sottolinea- si potranno garantire gli approvvigionamenti per tutto l’anno e per il prossimo e, come verificato dalle Ati, per l’erogazione giornaliera. In ogni caso, la Cabina di regia e l’Autorità di bacino faranno un monitoraggio costante e continueremo a riunire Ati e gestori per verificare le scadenza dei nuovi interventi che miglioreranno le condizioni attuali. L’invaso alimenta i due rami del grande acquedotto di Ancipa che arriva fino a Gela e Licata ed è interconnesso a una rete di altre infrastrutture idriche. Si prevede anche – conclude il dirigente – di ristabilire l’ordinario funzionamento dell’acquedotto Blufi che veicolava l’acqua dei nuovi pozzi di Butera verso nord su Caltanissetta e ora, invece, ritorna con i nuovi pozzi e con parte di acqua di Ancipa ad alimentare Niscemi, Gela e Licata. L’obiettivo della Regione è di mantenere in equilibrio l’intero complesso sistema». 

Enel, intanto, potrà riprendere a produrre energia con l’acqua che arriva dalla traversa del fiume Cutò, recentemente ripulita dalla stessa società elettrica. Inoltre, un minimo di 20 litri al secondo, sarà usato per il cantiere del raddoppio ferroviario della Palermo-Catania nel tratto Catenanuova-Enna.

 

Maxi blitz antimafia a Palermo: oltre 180 arresti Stavano per riorganizzare i vertici-Video- Come avvengono le riunioni di Mafia- Chi sono i reggenti

 

 

 

 

 

Palermo,

Maxi blitz antimafia oggi a Palermo. Eseguiti 163 provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale,gioco d’azzardo,  reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d’azzardo, e altro. L’inchiesta ha svelato come i capimafia si stavano preparando per riorganizzare i vertici di Cosa Nostra.

Ordinanza di misura cautelare per un noto artista palermitano, sconosciuto al Fisco . Ha percepito 850 mila euro in sei anni di attività

Video – G DI  FINANZA

Palermo,

I militari del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare reale emessa dal Tribunale di Palermo con la quale è stato disposto il sequestro di beni fino alla concorrenza di oltre 220 mila euro nei confronti di un artista, noto cantante neomelodico palermitano, risultato sconosciuto al Fisco e facente parte di un nucleo familiare percettore di reddito di cittadinanza.

L’attività di polizia giudiziaria è l’esito di una complessa verifica fiscale eseguita dai finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano del Gruppo di Palermo con la quale sono stati ricostruiti i redditi conseguiti dall’artista tra il 2016 e il 2022.

Il cantante, che nel corso degli anni era stato destinatario di misure di prevenzione personali di cui all’art. 3 del D.Lgs 159/2001 (divieti del Questore: divieto di accompagnarsi a soggetti socialmente pericolosi), e al quale in diverse occasioni era stato proibito di esibirsi dal vivo, pubblicizzava attraverso i propri profili social centinaia di concerti e feste private con le sue performance, palesando una professionalità e abitudinarietà nelle prestazioni senza tuttavia aver mai aperto una partita iva.

Era inoltre molto attivo su siti ed App di settore ove nel tempo aveva caricato diversi album e video musicali.

Proprio i profili social sono stati utili alle fiamme gialle per la ricostruzione dei compensi percepiti quantificati in quasi 850 mila euro in 6 anni di attività. Inoltre per le annualità 2018, 2019 e 2021, stante l’entità del giro di affari realizzato, l’artista si sarebbe reso responsabile del reato di omessa dichiarazione dei redditi e per questo è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Palermo che ha proposto al Tribunale l’applicazione della misura ablativa del sequestro per equivalente in relazione alle imposte mai versate.

Infine, collateralmente alle attività fiscali, i finanzieri hanno approfondito la posizione del nucleo familiare del professionista, constatando che il padre aveva percepito il reddito di cittadinanza dal 2019 al 2022 beneficiando di sussidi per quasi 40 mila euro. Infatti il predetto aveva inserito in sede di domanda di accesso al beneficio anche il figlio indicandolo quale “disoccupato”. Per questa circostanza anch’egli è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria palermitana, la quale ha disposto anche nei suoi confronti il sequestro per equivalente dei sussidi illecitamente percepiti.

Nel corso delle perquisizioni locali e personali, eseguite tra le province di Palermo e Napoli, sono stati sequestrati Rolex, preziosi e denaro contante.

L’operazione svolta rientra tra i compiti istituzionali propri della Guardia di Finanza quale polizia economico – finanziaria costantemente impegnata nella lotta all’evasione fiscale, nella tutela della spesa pubblica nazionale e volta all’individuazione ed al contrasto delle condotte illecite contraddistinte da un forte disvalore sociale.

Il provvedimento in parola – avverte il Comando della Guardia di Finanza – è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare. Pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.

Brividi in Sicilia per una scossa di terremoto di magnitudo 4.8 e 5.3 che ha interessato principalmente Messina

 

 

La Madonnina del porto, faro della città di Messina vista dall'alto - Ipa

 

 

Messina,

Brividi in Sicilia , a Messina in particolare per una forte scossa di terremoto registrata con epicentro nella città peloritana.

. La scossa di magnitudo “tra 4.8 e 5.3” è stata registrata alle ore 16.19 del 7 febbraio – dicono i tecnici – con epicentro nella zona di Messina, ma il sisma è stato avvertito anche dalla popolazione di Palermo, lungo la costa tirrenica. 

Si apprende che l’epicentro si trova nel mar Tirreno, nella zona delle isole Eolie, con una profondità stimata di 19  chilometri.

In misura minore il sisma è stato avvertito  anche a Catania e in diverse aree della Calabria. Nelle Eolie, soprattutto ad Alicudi e Filicudi, le persone sono uscite per strada alla ricerca di aree scoperte.  Al momento non sono stati segnalati danni alla Protezione civile e alle  centrali operative dei Vigili del fuoco.

Palermo, Carabinieri arrestano palermitano, 44 enne,con l’accusa di sparare contro una casa

 

 

fianco sinistro della pistola lock g48 - Armi Magazine

Archivi-Sud Libertà

 Palermo – Carini (PA),
La sicurezza dei cittadini e il contrasto alla criminalità rappresentano da sempre uno degli obiettivi primari dell’Arma dei Carabinieri, impegnata quotidianamente nella prevenzione e repressione di ogni forma di reato. In quest’ottica, i Carabinieri della Stazione di Monreale, supportati dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Carini, hanno arrestato un palermitano, 44enne, già noto alle forze dell’ordine con l’accusa di detenzione e porto illegale di arma da fuoco e munizioni, nonché minaccia aggravata.
In particolare, il 44enne, a bordo di un’autovettura guidata da una persona non ancora identificata, si è recato a Carini, presso l’abitazione della sorella e, una volta arrivato innanzi allo stabile di quest’ultima ha richiamato l’attenzione della donna, che è uscita dall’appartamento insieme ai due figli di 18 e 3 anni. Dopo aver chiesto di poter parlare con il marito della sorella, in quel momento assente in casa, l’indagato ha quindi estratto una pistola a tamburo e ha esploso 5 colpi, 2 dei quali ad altezza uomo, che hanno colpito la finestra del bagno al piano terra e la facciata anteriore della casa. Subito dopo, l’uomo si è allontanato in tutta fretta risalendo a bordo della vettura.
I Carabinieri della Compagnia di Carini, sono intervenuti immediatamente ed hanno effettuato i primi rilievi, recuperando le due ogive che avevano colpito l’abitazione. L’attività d’indagine ha coinvolto anche i militari della Stazione di Monreale, ai quali sono state fornite indicazioni utili per l’identificazione e la ricerca del sospettato, che verosimilmente si era allontanato in direzione di Monreale. Grazie a questa tempestiva collaborazione tra le Stazioni di Carini, Monreale, Villagrazia di Carini e il N.O.R.M. della Compagnia di Carini, si è attivata un’intensa attività info-investigativa che ha permesso di rintracciare il 44enne all’interno di un’attività di ristorazione di street food a Monreale
La perquisizione personale e veicolare ha portato al rinvenimento dell’arma con matricola abrasa utilizzata per la sparatoria ed occultata sotto il sedile lato guidatore, nonché di circa 4100 euro in contanti. Successivamente, i militari della Stazione di Monreale, insieme al Nucleo Cinofili di Palermo-Villagrazia, hanno esteso l’attività di ricerca all’appartamento dell’uomo dove, grazie al fiuto del cane Vera, addestrato alla ricerca di armi e munizioni, sono state rinvenute cartucce di vario calibro, illegalmente detenute e occultate nella camera da letto dell’indagato. L’arrestato è stato tradotto presso la Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo, in attesa dell’udienza di convalida, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
È obbligo rilevare- informano gli investigatori – che l’odierno indagato è, allo stato, solamente indiziato di delitto, seppur gravemente, e che la sua posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza
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Lavoro, a Palermo i recruiting day organizzati da Regione e Gnv in Sicilia

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Palermo,

Sono circa 200 le persone che hanno partecipato oggi, a Palermo, alla prima delle tre giornate siciliane di recruiting organizzate dalla Regione in collaborazione con la compagnia di navigazione Gnv e Sviluppo Lavoro Italia. Questa mattina i candidati, dopo l’esame dei curricula da parte del Centro per l’impiego, si sono presentati nella sede di via Praga per i colloqui.
Dopo quelli nel capoluogo, gli altri incontri si svolgeranno a Catania e Trapani. In totale saranno 580 le persone chiamate per sostenere le selezioni. «Questi appuntamenti – dice l’assessore al Lavoro e alle politiche sociali, Nuccia Albano – rappresentano importanti occasioni di incontro tra aziende e candidati. Vogliamo continuare a intensificare i recruiting day organizzati dai Centri per l’impiego perché si stanno rivelando una buona occasione per rafforzare il sistema dell’incrocio tra domanda e offerta, dando ai nostri cittadini la possibilità di presentarsi direttamente alle aziende, di partecipare a colloqui e di scoprire le opportunità professionali del nostro territorio».
Il secondo appuntamento è fissato per domani, giovedì 30 gennaio, a Trapani dalle 9,30 alle 16,30 nel piazzale Falcone e Borsellino 26, con 200 candidati preselezionati dal Cpi della provincia. Infine venerdì 31, dalle 9,30 alle 15, ultima data siciliana, a Catania, in via Nicola Coviello 6: saranno 180 persone che parteciperanno ai colloqui. Gli appuntamenti sono rivolti ai soggetti già preselezionati dai Cpi dopo l’esame dei curricula. I candidati dovranno presentarsi al colloquio con una copia del documento d’identità valido, il curriculum aggiornato e, qualora avessero esperienze a bordo, il libretto di navigazione e la documentazione relativa ai corsi Stcw.