Ricercato si cala da una finestra per fuggire ai Carabinieri ma viene raggiunto ed arrestato

Banksy, il detenuto evade dal carcere con una macchina da scrivere è la sua  ultima opera - Il Fatto Quotidiano

Archivi-Sud Libertà

Noto protagonista ancora dell’azione investigativa dei Carabinieri che dopo aver arrestato, negli ultimi giorni, 2 persone all’interno della popolosa comunità dei Caminanti, hanno ora rintracciato nello stesso ambito ed assicurato alla giustizia un uomo ricercato da oltre due anni per reati che vanno dall’estorsione alla truffa al furto aggravato commessi tra il 2010 e il 2013 a Lecce, Trieste e Pordenone.
Gli uomini del Nucleo Operativo della Compagnia, all’esito di prolungate ricerche, sono riusciti ad individuare una villetta, sita nel così detto quartiere dei Caminanti, all’interno della quale poteva nascondersi il soggetto da arrestare. Quando i Carabinieri si sono presentati all’ingresso del palazzo per verificare la presenza del ricercato, l’uomo si è rapidamente calato da una finestra laterale ed ha cercato di fuggire correndo tra i tetti delle abitazioni vicine.

I militari però lo hanno inseguito e sono riusciti a raggiungerlo ed a trarlo in arresto. Dopo gli adempimenti burocratici, il soggetto è stato tradotto presso la casa circondariale di Siracusa – Cavadonna, dove dovrà scontare due anni e tre mesi di reclusione. 

Sibeg, conversione elettrica della flotta Coca Cola nel più elegante barocco della Sicilia

Foto Press: da sx Paolo Tringali, Corrado Bonfanti, Luca Busi

Mezzo elettrico di ultima generazione per il distributore di riferimento dell’azienda che produce e sviluppa i prodotti a Marchio The Coca-Cola Company per la Sicilia

NOTO –

Le buone pratiche portate avanti in ambito territoriale stimolano conseguenze positive su tutto l’ecosistema economico, ambientale e sociale. In questa direzione ha sempre operato Sibeg – azienda che imbottiglia Coca-Cola per la Sicilia – che ha puntato sulla conversione elettrica della sua flotta già sei anni fa, avviando nell’Isola quella rivoluzione “green” che ha visto importanti investimenti a favore della comunità, anche attraverso l’installazione di un’imponente rete infrastrutturale di punti di ricarica, dislocati oggi su tutto il territorio regionale.

«Siamo stati pionieri in questa direzione e non ci siamo mai fermati – sottolinea l’Ad di Sibeg Luca Busi – guidare lo sviluppo della mobilità sostenibile in Sicilia vuol dire continuare a investire seguendo l’evoluzione di un mercato, quello dell’e-mobility, in continuo movimento. Ecco perché nei giorni scorsi abbiamo deciso di dotare il nostro distributore partner di riferimento D&T di Dogali&Tringali di Noto, di un mezzo elettrico di ultima generazione che, con una media di 15mila km l’anno, consentirà di evitare l’immissione in atmosfera di 2,085 tonnellate di CO2, pari alla quantità assorbita da 138 alberi. Una bella notizia per un luogo incredibile – scrigno del Barocco siciliano e patrimonio Unesco – che oggi più che mai va preservato e valorizzato, spingendo proprio sul fronte della sostenibilità».

«Un’iniziativa che rientra in pieno nelle attività di risparmio energetico, mobilità sostenibile e rispetto dell’ambiente che, come Amministrazione comunale, portiamo avanti da dieci anni con risultati importanti, che ci auguriamo possano essere sempre migliori – spiega il sindaco di Noto Corrado Bonfanti – A questo si aggiunge la possibilità di veicolare le immagini della nostra Cattedrale, dando l’idea di una città green, che punta allo sviluppo sostenibile per contribuire a raggiungere gli standard europei sul risparmio energetico per il 2030. Un ringraziamento particolare all’amministratore delegato Luca Busi e al distributore locale Dogali&Tringali, protagonisti insieme con noi di questa bellissima rivoluzione green».

 

 

Foto Press: da sx Corrado Bonfanti, Cristina Busi Ferruzzi, Paolo Tringali

Il furgone “ecologico”, già tra le vie del centro storico per le consegne veloci su tutti i punti vendita, si aggiungerà all’ecosistema elettrico di Sibeg che, in Sicilia, conta ben 110 veicoli 100% elettriche, utilizzati dai Sales Executive: «La politica ambientale è da sempre uno dei nostri asset aziendali – conclude Busi – grazie alla sinergia instaurata con il sindaco Bonfanti, che voglio personalmente ringraziare per la passione che mette ogni giorno nel suo lavoro, potremo ulteriormente spingere sull’acceleratore, mettendo in campo nuovi progetti volti a migliorare il nostro presente».

Corse clandestine: i Carabinieri di Noto li vedono sui social, li rintracciano e li denunciano all’Autorità giudiziaria per competizione non autorizzata ed altro

Corse di cavalli clandestine nelle strade deserte di Pasqua: 4 denunciati  nel Lazio - La Stampa

Foto di Corse clandestine (Google)

Non sfugge nulla ai Carabinieri, specialisti anche degli illeciti sui social. Vediamo la storia, cos’è successo.All’alba del 9 Novembre, lungo la S.S. 124, nel tratto compreso tra i comuni di Noto e Palazzolo Acreide (SR), si è disputata una corsa clandestina tra due cavalli di due distinte scuderie.
Organizzatori e partecipanti hanno invaso, con decine di motoveicoli, l’intero asse viario, per agevolare la gara e consentire ai due calessi di correre lungo la carreggiata.
Durante le concitate fasi della gara si è registrato anche un sinistro stradale, quando uno scooter con a bordo 3 persone ha impattato con un altro scooter provocando lesioni a due uomini.
L’eccitazione è stata tanta che tutta la gara è stata postata su Facebook da parte di alcuni dei partecipanti: gli autori di reato sempre più spesso pubblicano le loro “gesta” sui social networks, prevalentemente Facebook, Twitter ed Instagram, per ottenere qualche like in più. 
In questo caso però oltre ai like hanno guadagnato una denuncia da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Noto, che hanno visto il loro lavoro agevolato ed attraverso il video hanno identificato con certezza 8 soggetti, denunciandoli all’Autorità Giudiziaria per maltrattamenti di animali e competizione non autorizzata. 
I Carabinieri della Stazione di Rosolini, Comune dal quale proviene la maggior parte degli indagati, stanno raccogliendo, insieme ai colleghi delle stazioni CC di Avola e Noto, altre fonti di prova a carico degli attuali indagati e di altri soggetti in fase di identificazione, che verranno anche sanzionati amministrativamente per aver violato gli obblighi derivanti dalla normativa in materia di contrasto alla diffusione del Covid-19 vigente al momento della gara. 

Nel corso delle indagini i Carabinieri sono inoltre riusciti a risalire ad entrambe le scuderie a cui appartengono i due cavalli che sono stato impegnati nella corsa. Anche se al momento solo uno dei due animali è stato rintracciato e sequestrato, insieme al calesse con cui aveva corso, fantini e proprietari degli animali sono stati denunciato per maltrattamenti di animali e competizione non autorizzata.

Quello delle corse clandestine di cavalli è un fenomeno tristemente diffuso nella provincia. Le gare, organizzate in totale riservatezza attraverso messaggi in gruppi privati WhatsApp o Telegram, vengono organizzate alle prime luci dell’alba in strade poco trafficate e si svolgono nell’arco di pochi minuti, in totale disprezzo delle norme del codice della strada e del codice penale, finché i partecipanti si dileguano velocemente, anche attraverso i campi, per sfuggire all’intervento delle forze dell’ordine. I partecipanti scommettono tra loro cifre considerevoli, che arrivano anche a 10.000 euro, e per vincere spesso i cavalli vengono dopati e maltrattati. Dalle prime indagini sembra che anche la gara in questione rientrasse nella tipologia appena descritta e che dietro ad essa ci fossero importanti scommesse: i carabinieri stanno ora verificando questa ipotesi.
Le investigazioni dei Carabinieri di Noto (SR) non si fermano infatti qui. Accertamenti sono in corso sulle scuderie che insistono nel territorio della Compagnia di Noto (SR) al fine di verificare, unitamente a personale della locale ASP, lo stato di salute degli animali con particolare attenzione all’eventuale rinvenimento nel sangue degli animali di sostanze dopanti, chiaro indizio del loro utilizzo nelle gare clandestine

Noto: sequestrati bar, chioschi e ristoranti per oltre 4 milioni di euro

 

Beni  sequestrati dalla Guardia di Finanza di Catania

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 Noto

I finanzieri del comando provinciale etneo, con la collaborazione dei colleghi del comando provinciale di Siracusa, hanno eseguito un provvedimento di sequestro di beni, emesso dal Tribunale catanese, Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di attività commerciali, immobili, autovetture, motoveicoli e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro, appartenenti ad Domenico Albergo Waldker, 57 anni, detto “Rino”, considerato esponente di riferimento del clan siracusano dei Trigila facente capo al boss Antonino Trigilia, noto come “Pinuccio Pinnintula”.

Risultati immagini per immagine di noto centro storico

Rino Albergo Waldker, indicato come reggente del clan nei periodi di detenzione di “Pinuccio”, informano gli inquirenti, è già stato condannato per associazione mafiosa nonché per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, illecita concorrenza oltre che per plurime violazioni alla normativa di prevenzione antimafia.

Albergo Walker – forte della sua indiscussa, storica caratura criminale e della capacità intimidatoria derivante dall’appartenenza al cartello mafioso “Nardo-Aparo-Trigila” a partire dagli anni Duemila ha acquisito attività di ristorazione e bar nel centro di Noto (Siracusa), la “capitale del Barocco” meta ogni anno di migliaia di turisti.

La prima condanna per associazione mafiosa di Albergo Waldker, per fatti commessi sino al 1991, risale al 1994 e si deve a una sentenza della Corte d’Appello di Catania che lo ha accusato di aver «diretto e organizzato l’associazione mafiosa dei Trigila». Ulteriori due pronunce definitive (tra le quali il processo “Nemesi”), per fatti commessi nel 1993 e nel 2006, vedevano l’imprenditore imputato e condannato per la sua appartenenza all’associazione mafiosa (art.416 bis C.P.). L’uomo, tra misure restrittive e ordini di carcerazone ha maturato una detenzione quasi continuativa tra il 1991 e il 2016. Ma nei brevi periodi di libertà, secondo gli inquirenti frequentava altri mafiosi e narcotrafficanti.

Dal novembre del 2017, “Rino” Albergo Walker è sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata, provvedimento recentemente rinnovato dal Tribunale di Sorveglianza che ha sottolineato la continuazione del vincolo associativo mafioso che lega l’imprenditore al clan mafioso aretuseo.

Le modalità d’ingresso nel tessuto economico netino della famiglia Albergo, secondo gli investigatori, sono emblematiche della pericolosità sociale di “Rino”. In assenza di fonti reddituali, anche per il mero sostentamento familiare, tra il 2000 e il 2003, la consorte di “Rino”, Giuseppina Ferla, acquisisce la società commerciale “MO.AC. s.a.s.”, avente quale oggetto sociale la somministrazione di alimenti e bevande; successivamente, a proprietà interamente rilevata (a fronte di un esborso ufficiale complessivo di oltre 20 mila euro), la stessa confluiva nella ditta individuale intestata sempre alla moglie di Albergo. Nel 2011, tale ditta veniva donata ai figli Corrado, Concetta e Salvatore che costituivano la società commerciale “Quelli del chiosco Srl” che, con il provvedimento odierno, è stata sottoposta a sequestro.

 Nell’ambito di un procedimento penale che vedeva Albergo accusato di estorsione ma poi assolto per contraddittorietà del quadro probatorio, sono emersi comunque dati obbiettivi in merito alle fasi di acquisizioni dell’immobile in Piazza Municipio a Noto (sede del chiosco-bar) e del Bar Pinguino. Nello specifico, come desunto da intercettazioni telefoniche e ambientali, il venditore dell’immobile di Piazza Municipio era vittima di ripetuti atti vessatori e intimidatori (minacce dirette, piccoli e continui furti nonché danneggiamenti nell’abitazione privata) finalizzati a costringerlo a cedere l’immobile.

In quel periodo (2010-2011), Rino Alberto Waldker, preoccupato per l’imminente rientro in carcere, voleva, ad ogni costo, creare per i propri figli una realtà commerciale solida che avrebbe dato loro la possibilità di mettere stabilmente a frutto i capitali illeciti accumulati con la sua attività criminale. Nell’ottobre del 2011, si realizzava infatti la vendita dell’immobile sede del chiosco a favore dei figli di Albergo al prezzo indicato di 150.000 euro pagabili in 10 rate. Le investigazioni e le dichiarazioni testimoniali in fase di dibattimento consentivano di rilevare invece che l’effettivo esborso per l’acquisto del chiosco era stato il doppio, ovvero 300.000 euro dei quali 150 mila euro versati in contanti all’atto dell’acquisto. Identiche le modalità di acquisizione del Bar Pinguino, nell’aprile del 2012, a favore della figlia di Albergo: compravendita fissata ufficialmente a 60.000 euro, somma corrisposta in un’unica soluzione a mezzo assegno bancario; il reale prezzo di vendita veniva fissato a 120.000 euro mediante la corresponsione della metà in denaro contante. P

La significativa, immediata disponibilità di denaro contante (oltre 200.000 euro) non tracciata dai tradizionali canali finanziari, esprimeva l’effettiva capacità economica di Albergo di infiltrarsi nel settore turistico netino acquisendo, a proprio piacimento, le attività di ristorazione più remunerative e più in vista.”

 

Atti persecutori contro l’ex compagna: arrestato l’uomo dai Carabinieri di Noto

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Un uomo  P.G rosolinese di 55 anni è stato fermato e tratto in arresto dai Carabinieri di Noto per atti persecutori contro l’ex compagna L’arrestato, gia’ colpito dal divieto di avvicinamento alla casa familiare, non accettando la fine della loro relazione, si sarebbe recato presso l’abitazione della sua ex compagna ed avrebbe iniziato ad inveire contro di lei prendendo a calci e pugni la porta dell’appartamento della donna.

La donna si trovava dentro l’appartamento  assieme alle tre figlie. Si apprende che  l’uomo avrebbe cercato di forare i pneumatici delle autovetture della donna      I Carabinieri intervenuti hanno posto fine a questa violenta  persecuzione contro l’ex compagna e      posto l’uomo agli arresti domiciliari..