Annuncio ufficiale; tregua tra Israele e Libano Ma Netanyaku, accende il fuoco, presto avremo armi sofisticate

 

Stragi del 7 ottobre causate dall'arroganza di Netanyahu, ha rafforzato  Hamas»: l'indagine conclusa dai familiari delle vittime - Open

 

Finalmente si muovono i passi decisivi per una pace duratura   Oggi si chiama tregua  .L’annuncio ufficiale, prima del sì del governo, era giunto da Benjamin Netanyahu con un messaggio tv. Il premier israeliano aveva così spiegato le “tre ragioni” della tregua in Libano, prima tra tutte quella di potersi “concentrare contro la minaccia iraniana”.

Nel suo discorso, Netanyahu ha poi parlato della necessità di permettere a Israele di “rinnovare” e “riarmare” le proprie truppe, ammettendo che – “non è un segreto”, ha detto – vi sono stati “grandi ritardi” nelle forniture di armi.

“Presto – ha quindi aggiunto – ci armeremo con armi sofisticate che ci aiuteranno a proteggere le nostre truppe e ci daranno ancora maggiore forza per completare la nostra missione”. Terza ragione, quella di isolare Hamas: “Hamas contava su Hezbollah per combattere insieme ed una volta che Hezbollah è eliminato, Hamas è lasciato da solo – ha detto -, la nostra pressione su Hamas crescerà e questo ci aiuterà a portare a casa gli ostaggi”.

Nel suo discorso, che è suonato come un appello ai suoi stessi ministri ad approvare il cessate il fuoco, il premier israeliano ha sottolineato che anche con la tregua Israele “manterrà la completa libertà di azione militare”, “in pieno coordinamento con gli Stati Uniti”. Israele controllerà il rispetto del cessate il fuoco e “risponderà con forza ad ogni violazione” di Hezbollah.

Il gabinetto politico di sicurezza ha poi approvato nella serata di ieri la proposta di pace avanzata dagli Stati Uniti “con la maggioranza di 10 ministri e l’opposizione di uno. Israele apprezza il contributo degli Stati Uniti nel processo e mantiene il diritto di agire contro ogni minaccia alla sua sicurezza”, quanto dichiarato dall’ufficio del premier, rendendo noto che il Netanyahu ha parlato con Joe Biden per “ringraziarlo del coinvolgimento degli Usa per ottenere i cessate il fuoco in Libano e per il fatto di aver capito che Israele manterrà la sua libertà di azione”. Il voto contrario all’accordo di tregua è stato quello di Itmar Ben-Gvir, l’estremista di destra che è ministro della Sicurezza Nazionale.

 Biden più battagliero adesso

Biden sembra diventato più battagliero.   Se Netanyahu non ha fornito nessun dettaglio sull’accordo nel suo discorso, né ha chiarito l’entrata in vigore del cessate il fuoco, a farlo ci ha pensato il presidente Biden nel suo intervento alla Casa Bianca dopo il via libera.

 

Dal Libano 320 razzi contro Israele. Il premier israeliano:”La storia non finisce qui”

 

 

Israeli army operation in Deir Al Balah, central Gaza © ANSA/EPAIsraeli army operation in Deir Al Balah, central Gaza © ANSA/EPA

Ag.Ansa/E.

 

Altissima tensione e fibrillazione tra Israele ed Hezbollah   nel  Medio Oriente. L’attacco preventivo in Libano, come lo ha definito lo Stato ebraico, e i 300 razzi lanciati dal movimento sciita hanno segnato una giornata di guerra continua  , dimenticando forse i negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi ancora trattenuti da Hamas.

Negoziati al Cairo

I negoziati al Cairo ”stanno procedendo nella giusta direzione”, nonostante un alto funzionario di Hamas abbia detto che non verranno accettate le nuove condizioni poste da Israele, ha reso noto l’emittente israeliana Channel 12 citando funzionari a condizione di anonimato e spiegando che il leader di Hamas Yahya Sinwar è sottoposto a forti pressioni affinché accetti l’accordo.

Israele ha posto nuove condizioni per accettare l’accordo e ha fatto marcia indietro su quanto concordato in precedenza. La delegazione ha informato i mediatori della nostra posizione: non accetteremo ritiri da quanto concordato il 2 luglio o nuove richieste”, ha dichiarato l’alto funzionario di Hamas Osama Hamdan al canale Al-Aqsa.

I negoziatori israeliani ieri sera sono tornati in Israele dal Cairo e discuteranno i prossimi passi con il primo ministro Benjamin Netanyahu.

Netanyahu: “la storia non finisce qui”

Sul fronte libanese, il primo ministro israeliano ha spiegato che l’attacco preventivo di Israele contro centinaia di lanciarazzi in Libano non è che ‘il primo passo per cambiare la situazione nel nord”” dello Stato ebraico e per permettere ”il ritorno dei nostri residenti in sicurezza nella loro case” al confine con il territorio libanese. Il messaggio di Netanyahu era rivolto a “Nasrallah a Beirut e Khamenei a Teheran, lo devono sapere”.

La storia non è ancora finita”, ha avvertito Netanyahu. “Hezbollah ha cercato di attaccare lo Stato di Israele con razzi e droni. Abbiamo ordinato alle Idf di effettuare un potente attacco preventivo per eliminare la minaccia”, ha affermato il primo ministro israeliano.

”Le Idf hanno distrutto migliaia di razzi a corto raggio e tutti erano mirati a danneggiare i nostri cittadini e le nostre forze in Galilea – ha aggiunto – Inoltre le Idf hanno intercettato tutti i droni che Hezbollah ha lanciato contro obiettivi strategici nel centro del Paese”.

Nasrallah: “Israele ha superato tutte le linee rosse”

Israele ha superato tutte le linee rosse” attaccando Dahyieh e uccidendo vari civili libanesi, ha dichiarato il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, sottolineando che ”fin dall’inizio abbiamo deciso di non colpire obiettivi civili nonostante Israele prenda di mira civili in Libano. Noi vogliamo proteggere i civili in Libano ed è per questo che non prendiamo di mira civili in Israele”.

 

Altissima tensione tra il Libano ed Israele. Come in un “gioco” a scacchi Netanyahu minaccia una risposta “dura” per l’attacco che ha ucciso 12 bambini

 

Libano in stato di massima allerta. Hezbollah minaccia di rispondere a qualsiasi “aggressione” israeliana dopo che il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha minacciato una “risposta dura” puntando il dito contro gli Hezbollah per l’attacco missilistico di sabato scorso a Majdal Shams, sulle Alture del Golan, che ha ucciso 12 tra bambini e adolescenti. Sedici giovani feriti sono ancora ricoverati in ospedale, sette di loro versano in gravi condizioni.

Vittime attacco missilistico sulle Alture del Golan  - (Afp)
 “Risponderemo a qualsiasi attacco”

“La leadership della resistenza deciderà la forma e l’entità della risposta a qualsiasi possibile aggressione”, hanno detto ad al-Jazeera esponenti del gruppo in quella che è la prima reazione alle affermazioni arrivate da parte israeliana. “Gli emissari stranieri hanno suggerito di non rispondere ad alcun attacco in modo da non ampliare il conflitto – ha detto una delle fonti – ma noi risponderemo”.

“Non ci aspettiamo un’invasione di terra, ma se lo faranno siamo pronti. Se decideranno di entrare in Libano, metteremo piede in Galilea”, ha avvertito. Hezbollah ha negato ogni responsabilità per quanto avvenuto a Majdal Shams.

Missili che partono dal Libano

Un trentenne è morto per le ferite riportate in un attacco con missili contro il nord di Israele. . In precedenza i media israeliani avevano riferito di un attacco con razzi contro il Kibbutz di HaGoshrim.

Secondo le Idf, 10 razzi sono stati lanciati dal Libano contro il nord di Israele, la maggior parte dei quali intercettati dallo scudo di difesa aerea Iron Dome, mentre uno ha colpito il kibbutz di HaGoshrim, uccidendo l’uomo, raggiunto da una scheggia. Le forze di difesa israeliane hanno risposto con l’artiglieria, mentre i caccia hanno colpito un sito nel sud del Libano.

Nella notte almeno cinque razzi sono stati lanciati dal Libano, ma non hanno raggiunto il territorio israeliano. A riferirlo è il sito Walla citato dal Times of Israel. In nottata una sirena di allarme anti-razzo è scattata nel Kibbutz Hanita, vicino al confine con il Libano, nella Galilea occidentale. Nessuna dichiarazione in merito è arrivata dall’esercito israeliano né ci sono state rivendicazioni di un attacco da parte di Hezbollah.

Gb a cittadini britannici: “Abbandonare il Libano”

Intanto anche il Regno Unito si aggiunge alla lista dei Paesi che sollecitano i cittadini a lasciare il Libano. “Se attualmente vi trovate in Libano, vi esortiamo a partire fin quando sono disponibili opzioni commerciali” per lasciare il Paese, recita l’aggiornamento sul sito web dell’ambasciata britannica a Beirut.

Nelle scorse ore il ministro degli Esteri David Lammy ha sottolineato via X come la situazione nella regione sia in “rapida evoluzione” e ha precisato che il personale diplomatico “lavora 24 ore su 24” per “aiutare a garantire la sicurezza dei cittadini britannici”. Sconsigliati “tutti i viaggi in Libano” a causa dei “rischi associati al conflitto in corso tra Israele, Hezbollah e altri attori non statali in Libano”. “La tensione è forte e gli eventi potrebbero avere un’escalation con poco preavviso -………..”

Ong: attacchi israeliani su basi militari in Siria

Siti militari nella provincia di Daraa, nel sud della Siria, sarebbero finiti nella notte nel mirino di attacchi missilistici attribuiti alle forze israeliane. Sinora non ci sono notizie di vittime o danni. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo, sarebbero finiti nel mirino siti a Tal Jayba e Tal Umm Houran.

Nella notte il sito di notizie israeliano Ynet ha rilanciato notizie di media locali che riferivano di operazioni attribuite a Israele nella zona di Daraa. Notizie che però non vengono riportate dall’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana. La provincia di Daraa confina con le Alture del Golan, teatro della strage di sabato scorso.

Soccorritori Gaza: recuperati finora 300 corpi in decomposizione a Khan Yunis

Sono circa 300 i corpi recuperati finora dai soccorritori palestinesi a Khan Yunis, la seconda città più grande della Striscia di Gaza teatro dal 22 luglio di un’offensiva su larga scala dell’esercito israeliano. Lo ha indicato la Protezione civile di Gaza su Telegram, secondo quanto riferito da Al Jazeera. Stando al post, un gran numero dei corpi recuperati era in stato di decomposizione. “Le nostre squadre stanno ancora cercando persone scomparse”, ha aggiunto la Protezione civile.

 

Israele “non può consentire che l’attacco dell’Iran con missili balistici e droni “a sciame”sia lasciata senza risposta” Appelli alla moderazione

 

 

Benyamin Netanyahu il premier israeliano ha affermato: “L’Iran dovrà aspettare “nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare a Israele”

Dal canto suo il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian replica : “Se Israele dovesse reagire al raid di sabato scorso, la risposta dell’ Iran sarà “immediata, più forte e più ampia”. Non solo. Il Comitato per la Sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, ha dichiarato che Teheran è “pronto a usare un’arma che non abbiamo mai usato”.

I Paesi vicini all’Iran sono stati avvertiti 72 ore prima rivela il video qui ripubblicato e trasmesso dai colleghi giornalisti inviati.  L’Iran sapeva che i droni sarebbero stati intercettati ma ha i mezzi per colpire Israele Ascoltiamo il video.

Gli Stati Uniti ritengono dal canto loro che la risposta di Israele sarà saggia e probabilmente limitata  su obiettivi chiave al di fuori dell’Iran.  Israele potrebbe colpire i rappresentanti dell’Iran, come le sue milizie in Siria o il gruppo terroristico Hezbollah in Libano.

Gli appelli alla moderazione

Gli appelli alla moderazione si sono moltiplicati dopo l’attacco senza precedenti dell’Iran a Israele, nel timore che il confronto possa infiammare ulteriormente le tensioni in Medio Oriente e portare i due nemici giurati sull’orlo della guerra. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz – durante una visita in Cina – ha chiesto a Israele di contribuire a smorzare la situazione e di non gettare via il successo ottenuto intercettando quasi tutti i droni e missili lanciati sul Paese.

Nell’ambito dell’intesa che Israele ha con gli Usa, i vertici israeliani- si apprende – hanno assicurato di informare gli Stati Uniti prima di  un contrattacco, per dare alle truppe statunitensi nella regione il tempo di prepararsi a un’eventuale rappresaglia iraniana. Domenica il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva esortato Netanyahu a “pensare attentamente e strategicamente ai rischi di escalation“, secondo un alto funzionario del governo statunitense.

Ma Israele non ci sta, ha già deciso che colpirà, ha affermato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant in un colloquio telefonico con il segretario della Difesa americano Lloyd Austin, Israele, ha detto Gallant, non può consentire che missili balistici siano lanciati sul suo territorio senza risposta. E non può consentire l’equazione per cui l’Iran risponde con un attacco diretto ogni volta che Israele colpisce obiettivi in Siria. Austin ha quindi espresso quanto già Joe Biden aveva detto a Netanyahu, sulla necessità di fare il possibile per evitare ulteriore escalation.

Netanyahu: “Cessate il fuoco? Richieste Hamas irrealistiche” Intanto altre 20 persone uccise e 155 ferite “dai bombardamenti israeliani”

(AP Photo/Ohad Zwigenberg, File)

Archivi -Sud Libertà

Tante e tante vittime ancora sulla Striscia di Gaza Il ministero della Sanità di Gaza afferma che almeno 20 persone sono state uccise e 155 ferite dai bombardamenti israeliani mentre ieri erano in attesa degli aiuti. L’esercito israeliano ha negato il suo intervento militare  e ha detto che sta indagando sull’incidente. Il bilancio delle vittime è destinato a aumentare poiché le vittime vengono ancora trasferite in ospedale, secondo Mohammad Ghrab, un medico del pronto soccorso dell’ospedale Al Shifa.

Secondo il ministero della Sanità la strage è “il risultato del fatto che le forze di occupazione israeliane hanno preso di mira un gruppo di cittadini in attesa di aiuti umanitari alla rotatoria ‘Kuwait’ a Gaza. Le squadre mediche non sono in grado di gestire il volume e il tipo di feriti che raggiungono gli ospedali nel nord di Gaza a causa delle deboli capacità mediche e di personale”, ha aggiunto il ministero.

La rotatoria del Kuwait a Gaza City è l’area in cui i camion degli aiuti distribuiscono cibo, attirando folle di persone alla disperata ricerca di aiuto per sopravvivere.   Si apprende che le  forze di difesa israeliane hanno negato di essere responsabili dell’attacco, “Le notizie secondo cui l’Idf ha attaccato decine di abitanti di Gaza in un punto di distribuzione degli aiuti sono false”.

Secondo alcuni testimoni  l’area è stata colpita da quello che secondo loro sembrava un fuoco di carri armati o di artiglieria. Il portavoce della difesa civile di Gaza, Mahmoud Basal, ieri ha accusato Israele di essere dietro l’attacco in una dichiarazione. “Le forze di occupazione israeliane stanno ancora praticando la politica di uccidere cittadini innocenti in attesa di aiuti umanitari a causa della carestia che si sta verificando nel nord della Striscia di Gaza”,

Netanyahu: “Cessate il fuoco? Richieste Hamas irrealistiche”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Hamas “continua a proporre richieste irrealistiche” per una tregua tra Israele e Hamas durante il mese sacro islamico del Ramadan.

Israele ha accettato un cessate il fuoco di sei settimane in cambio del rilascio di alcuni dei suoi prigionieri detenuti da Hamas a Gaza. Ma l’organizzazione islamista ha insistito che sarà necessario solo un accordo che preveda un “cessate il fuoco permanente” e il ritiro completo delle truppe israeliane.

Nuove sanzioni del Dipartimento americano contro  coloni in Cisgiordania

Intanto il Dipartimento di Stato americano ha annunciato nuove sanzioni contro tre coloni israeliani e due fattorie nella Cisgiordania occupata, poiché l’amministrazione prende di mira le minacce alla pace e alla sicurezza nell’area.

Le ultime sanzioni riflettono un ordine esecutivo firmato il mese scorso dal presidente Joe Biden volto a prendere di mira i coloni israeliani violenti in Cisgiordania che, secondo lui, minano la stabilità nell’area.

Il portavoce del Dipartimento di Stato Matt Miller ha affermato che “dai terribili attacchi terroristici contro Israele del 7 ottobre, la violenza in Cisgiordania è aumentata notevolmente”.

Netanyahu: ” Riconoscere lo Stato della Palestina significherebbe premiare i terroristi e impedire ogni accordo di pace”

 

-     RIPRODUZIONE RISERVATA

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo un nuovo colloquio sulla guerra a Gaza con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha affermato che Israele respinge senza riserve i diktat internazionali” sul riconoscimento di uno Stato palestinese e ritiene che tale accordo possa essere “raggiunto solo attraverso negoziati diretti tra le parti, senza precondizioni”.

Israele continuerà ad opporsi al riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese – ha aggiunto Netanyahu -. Tale riconoscimento all’indomani degli attacchi del 7 ottobre rappresenterebbe tuttavia  un premio enorme per il terrorismo, come non ne abbiamo mai visti, e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace”.

Biden: “No ad operazioni militari nel sud di Gaza se il piano di sicurezza dei civili non  è credibile”

Nel nuovo colloquio tra il presidente Usa e il primo ministro israeliano, riporta la Casa Bianca, Biden ha parlato della situazione a Rafah e ha ribadito che un’operazione militare non dovrebbe procedere senza un piano credibile ed eseguibile per garantire la sicurezza ai civili della città nel sud della Striscia di Gaza.

Si apprende pure che il  presidente e Netanyahu hanno discusso anche dei negoziati sugli ostaggi in corso. Biden ha ribadito il suo impegno a lavorare “instancabilmente” per ottenere il rilascio di tutti gli ostaggi il prima possibile  visto che 132 giorni di prigionia portano allo sfinimento . Il presidente ed il primo ministro hanno discusso anche della situazione a Gaza e dell’urgenza di garantire che gli aiuti umanitari arrivino ai civili palestinesi che ne hanno disperato bisogno.

No al cessate il fuoco. Prima dell’accordo di pace il leader Netanyahu “vuol neutralizzare la rete dei tunnel “

 

Hamas ha liberato altri due ostaggi - Internazionale

 

 

Niente da fare  Ognuna delle due parti dice no al cessate il fuoco.  Da un lato Hamas rivela di non essere interessato all’accordo proposto in Francia a Parigi.  Compresa la liberazione degli ostaggi, ogni giorno reclamata dai parenti e familiari. Le posizioni rimangono distanti. Hamas,     chiede il ritiro di Israele da Gaza con garanzie sulla fine della guerra e, inoltre, punta a ottenere la liberazione di un maggior numero di detenuti palestinesi rispetto a quanto prospettato. 

Le due parti rimangono lontane e la mediazione continua a rimanere difficile e complessa. Il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, non si sposta dalla posizione già nota_ intende chiedere solide garanzie per la fine della guerra ed il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia.    La fine della guerra verrebbe vista da altri come punto di partenza per avanzare richieste politiche

Da Tel Aviv, nessuna apertura nelle dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu: “L’obiettivo fondamentale è prima di tutto l’eliminazione di Hamas“. Per questo, riguardo al possibile accordo per il rilascio degli ostaggi, il premier israeliano ribadisce che “non accetteremo ogni accordo, a ogni costo”.  Netanyahu ribadisce le tre condizioni per arrivare all’eliminazione di Hamas: la distruzione di tutti i suoi 24 battaglioni, 17 dei quali sono stati già annientati, completare le operazioni mirate nel nord e nel centro della Striscia e la neutralizzazione della rete dei tunnel, operazione “che richiede più tempo”.

Incontro Blinken- Netanyahu, le richieste del segretario di Stato Usa

 

FT: Impacto de guerra entre Israel e Hamas chega a ...

Blinken –si apprende oggi -incontrerà  il premier israeliano Benjamin Netanyahu al quale chiederà di annunciare la fine della ”fase militare” della guerra nella Striscia di Gaza e di passare a ”raid mirati”

Dopo aver visitato la Turchia, la Grecia, la Giordania e il Qatar, Blinken incontrerà oggi le autorità locali negli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita nel tentativo di convincerli a usare la loro influenza per evitare una escalation del conflitto.   Ha affermato il segretario americano: ”Questo è un conflitto che facilmente può avere un rischio di metastasi con più insicurezza e ancora più insofferenza”

Ministero Sanità di Gaza: comunicati  73 morti in 24 ore, 22.800 decessi da inizio guerra

Sono 73 i palestinesi che hanno perso la vita e 99 quelli che sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza a causa dei raid aerei israeliani. Lo rende noto il ministero della Sanità di Gaza aggiornando a 22.800 il bilancio dei morti nell’enclave palestinese dallo scorso 7 ottobre, mentre oltre 58mila persone sono rimaste ferite.

Israele prosegue l’assedio, “non ci sarà il cessate il fuoco senza il ritorno a casa degli ostaggi”

 

Contestatissimo governo: se oggi si votasse in Israele, Netanyahu non  avrebbe la maggioranza

 

 

 Gaza City è sotto assedio d’Israele che non  si fermerà fino alla distruzione di Hamas. Gli Stati Uniti avvisano il premier Benjamin Netanyahu  esprimendo contrarietà alla rioccupazione della Striscia di Gaza.

Netanyahu : “Mi rivolgo ai cittadini di Gaza, per favore spostatevi a sud. Lo so che lo state già facendo, continuate, perché Israele non si fermerà. “Non ci saranno ingressi di lavoratori, non ci sarà cessate il fuoco senza il ritorno a casa degli ostaggi”

Rincara il premier israeliano: “A sud, la guerra procede con una forza che Hamas non ha mai visto. Gaza City è circondata, stiamo operando all’interno. Stiamo aumentando la pressione su Hamas di ora in ora”affermando che tantissimi tunnel e bunker dell’organizzazione sono stati distrutti. “Arriviamo in punti che Hamas riteneva irraggiungibili”, aggiunge. A nord, al confine con il Libano, Israele risponderà ad ogni eventuale azione di Hezbollah: “Risponderemo con forza a ogni attacco. Se Hezbollah entra in guerra, commette il più grande errore della propria vita”.

 Biden nel corso di una telefonata recentissima ha invitato Netanyahu ad una pausa di tre giorni nei combattimenti a Gaza. Stati Uniti, Israele e Qatar stanno discutendo una proposta in base alla quale “Hamas rilascerebbe 10-15 ostaggi e utilizzerebbe la pausa di tre giorni per verificare l’identità di tutti gli ostaggi e fornire un elenco dei nomi degli ostaggi”, . Due funzionari statunitensi e israeliani hanno inoltre affermato che “Netanyahu ha detto a Biden di non fidarsi delle intenzioni di Hamas e di non credere che siano pronti ad accettare un accordo sugli ostaggi”.

Gaza è circondata da più direzioni. “E’ il culmine della battaglia” afferma il vertice israeliano

 

 

Israele dichiara lo stato di guerra: più di 1.100 morti e migliaia i feriti | Euronews

Archivi -Sud Libertà

 

L’esercito israeliano è all’interno di Gaza City e la città è circondata da più direzioni. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu afferma:Siamo al culmine della battaglia. Abbiamo ottenuto successi impressionanti e abbiamo superato la periferia di Gaza City. Stiamo avanzando”..

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno subito ”perdite dolorose avvicinandosi alla periferia di Gaza City”, ma sono intenzionate ad ”andare avanti fino alla vittoria”, ha dichiarato ancora, sottolineando che “nulla ci fermerà” perché “siamo determinati a raggiungere gli obiettivi di questa guerra”.

Il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano, Herzi Halevi, aveva precisato che si è entrati “in un’altra fase significativa della guerra”, con le forze dello Stato ebraico che “sono nel cuore del nord di Gaza, operano a Gaza City e la circondano”. “Le forze stanno combattendo in un’area urbana molto popolata e complessa, che richiede un combattimento professionale e coraggio”, ha affermato Halevi, secondo cui le truppe israeliane sono impegnate in combattimenti ravvicinati e la loro azione risulta “molto efficace” grazie all’aiuto dell’intelligence e della copertura aerea e dal mare.

Questa guerra- ha affermato Halevi – avrà “un prezzo doloroso e difficile”, con 18 soldati uccisi dall’inizio dell’operazione di terra, ma ha ricordato che l’esercito ha l'”obbligo” di riportare a casa tutti gli ostaggi tenuti da Hamas e da altri gruppi terroristici nella Striscia di Gaza.