Lotta al crimine organizzato- La Finanza sequestra beni per un valore di oltre 290 milioni di euro

 

Sbarco di migranti a Messina, polizia e guardia di finanza arrestano un egiziano | Seguo News

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Napoli,

 Un provvedimento di sequestro emesso dalla Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli, su proposta della locale Procura della Repubblica, avente ad oggetto un patrimonio mobiliare e immobiliare del valore di oltre 290 milioni di euro è stato notificato ad un  imprenditore ritenuto contiguo alla criminalità organizzata campana, nel cui interesse egli avrebbe operato, nel corso di un lunghissimo arco temporale, a fini di riciclaggio e attraverso fittizie intestazioni di beni (condotta, quest’ultima, accertata con sentenza di condanna definitiva).

In particolare, il materiale probatorio acquisito nel corso delle indagini svolte dalle fiamme gialle felsinee e campane, corroborato dalle concordi dichiarazioni di cinque collaboratori di giustizia, ha consentito di appurare come il detto imprenditore abbia agito in sinergia economica con esponenti di spicco di diversi clan camorristici, fungendone da catalizzatore degli interessi criminali in vari settori commerciali, primo fra tutti quello degli investimenti immobiliari.

Le emergenze investigative hanno fatto emergere, inoltre, una sistematica attività di sottrazione all’imposizione tributaria di ingentissime somme di denaro, reinvestite in operazioni commerciali ed edilizie.

Le indagini economico-patrimoniali eseguite sul predetto imprenditore e sui componenti del suo nucleo familiare hanno acclarato, nel periodo 1993-2021, la totale assenza di redditi ovvero l’esistenza di redditi dichiarati del tutto irrilevanti e decisamente incongruenti rispetto alla cospicua disponibilità finanziaria, alla titolarità di numerose partecipazioni societarie e al vastissimo patrimonio immobiliare.

Su queste basi, in applicazione delle disposizioni del “Codice Antimafia”, sono stati sottoposti a sequestro 12 società, 16 autoveicoli, 37 rapporti finanziari e 639 immobili e terreni, ubicati nelle province di Napoli, Benevento, Caserta, Bologna, Ravenna, Latina e Sassari.

Blitz Carabinieri nel parco Verde e nel Bronx-Scoperto Bunker per latitanza

Droghe: cosa si vende in Piazza di Spaccio? - Focus.it
Napoli 

Bunker in costruzione come quelli dell’entroterra calabrese. Rifugi studiati per viverci settimane e sfuggire alle manette, per rimanere in città e continuare a controllare gli affari illeciti. Per nascondere armi, droga. Come dei depositi merce. Invisibili.

I Carabinieri della Compagnia di Caivano, insieme a quelli dello squadrone eliportato Cacciatori di Calabria hanno perquisito decine di caseggiati popolari nel rione parco verde e nel bronx. 4 i bunker scoperti. L’accesso era camuffato nelle cantine, nei seminterrati e nelle aree condominiali. Uno di questi ancora in costruzione, come in un cantiere.

L’ingresso da una botola blindata, nascosta in una parete di mattoni. Altrettanto ingegnoso il trucco utilizzato per nascondere droga e proiettili. Lungo un muretto di cinta di uno dei palazzoni era stato scavato un piccolo vano, esattamente della stessa dimensione del mattone che lo componeva. A coprirlo uno sportello sul quale era stato agganciato uno strato di tufo, muschio compreso, che si mimetizzava perfettamente con il resto della parete.

Nella cavità quasi un chilo di cocaina diviso in 5 panetti e 20 panetti di hashish per oltre 4 chili di sostanza. E ancora 50 proiettili calibro 7,65 e 57 calibro 9×21 millimetri. Durante il blitz è stato scoperto anche una sorta di laboratorio per il confezionamento della droga. E’ stato sequestrato. Continuano le indagini per identificare chi avesse commissionato quei nascondigli.

Approvato in consiglio il Progetto Napoli Est: il primo grande intervento di natura urbanistica sul territorio

 

Napoli Est, al via altri due cantieri: strade da rifare e ...

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Napoli,

Approvato in Consiglio comunale il progetto di rigenerazione urbana su Napoli est, al centro per mesi dei lavori della commissione consiliare Urbanistica, presieduta da Massimo Pepe.

Si tratta di una rivoluzione della mobilità cittadina e una profonda riqualificazione dell’area a ridosso della Stazione Centrale, ha spiegato la vicesindaco e assessora all’urbanistica Laura Lieto.

Il progetto prevede la costruzione di un nodo intermodale che porterà al rafforzamento delle infrastrutture cittadine, favorendone la mobilità attraverso il potenziamento dei binari della Circumvesuviana, con la creazione di un nuovo spazio dedicato all’interno della Stazione Garibaldi, e la creazione a Porta Nolana di un’area verde. Il programma propone anche un parcheggio di interscambio modale auto e terminal bus interrato, la dislocazione di sistemi tecnologici ferroviari attivi, un sistema di collegamenti meccanizzati di connessione tra i parcheggi e la stazione, una nuova stazione che ottimizza l’accessibilità tra la metro Linea 2 e la Linea 1 ed infine un asse di collegamento con l’autostrada A3 per l’ingresso diretto al terminal bus e al parcheggio interrato, che consentirà di alleggerire la viabilità ordinaria.

La delibera 452 approvata dal Consiglio comunale attraverso il voto nominale con 26 favorevoli e sei astenuti, dà mandato al dirigente Andrea Cedeuch di portare la posizione dell’Amministrazione in sede di Conferenza dei Servizi con la Regione Campania e il gruppo Ferrovie dello Stato per la realizzazione del progetto Napoli Porta Est.

Un progetto in cui sostanzialmente il ferro e la gomma si incontrano, ha sottolineato l’assessora all’Urbanistica Laura Lieto, che consente di rafforzare la funzione di porta di quell’area, creando uno spazio pubblico di qualità in una zona della città dove queste risorse mancano. Per la prima volta, poi, la città affronta la questione del nodo intermodale, un grande scambiatore della mobilità dell’area urbana. Ferrovie, ha continuato la Vicesindaco, sta proponendo un piano di trasformazione urbanistica presso tutti gli scali ferroviari italiani. La proposta progettuale iniziale prevedeva anche per Napoli un intervento, in linea con quanto realizzato in altre grandi città, per un’estensione di circa 126.800 metri quadrati, più del doppio della quota disponibile nelle previsioni del Piano Regolatore. Una richiesta giudicata eccessiva dall’amministrazione comunale, perché crea un carico urbanistico eccessivo per l’area.

Pertanto il progetto Porta Est è un intervento strategico, perché il nodo infrastrutturale di Napoli est è fondamentale per completare il progetto di piazza Garibaldi e superare l’intasamento insostenibile e l’inquinamento dell’area, un’esigenza che non è separata dal ruolo del Centro Direzionale. Qui occorre cambiare la destinazione d’uso, perché quella di servizi non è più adeguata ai tempi di oggi. Fondamentale per il futuro del Centro Direzionale, ha concluso, è affrontare il tema dell’accessibilità, dando ad esso l’accesso diretto con la stazione ferroviaria, così da essere il centro di tutti i servizi legati all’alta velocità. L’applicazione attuale, secondo il Piano regolatore, sulla superficie fondiaria determina una superficie lorda di pavimento pari a circa 57 mila metri quadrati, ha spiegato l’assessora all’Urbanistica, mentre la legge regionale prevede un incremento del 20 per cento delle cubature, che è stimato di 14mila e 800 mq circa. Quindi la proposta che l’amministrazione porterà in Conferenza dei Servizi è di aggiungere ai 68.896 mq di partenza, un incremento del 15 per cento da dedicare a beni, servizi e interventi di edilizia residenziale sociale e di mercato, per un totale di 81 mila mq.

È un’opportunità importante di rigenerazione sotto due profili essenziali, ha spiegato il presidente della commissione Urbanistica Massimo Pepe: il primo è la realizzazione del grande nodo infrastrutturale, che alleggerirà notevolmente il traffico veicolare della zona; allo stesso modo il progetto va analizzato anche dal punto di vista della riqualificazione urbana, alla luce della previsione di dedicare due polmoni verdi nella città, di circa 20.000 mq, che andranno a coprire l’uno gli ex binari della Circumvesuviana e l’altro un’area a Gianturco. Ha, infine, ricordato come il cambio di destinazione d’uso possa produrre un nuovo modello di sviluppo misto nell’area, nel quale si incontrano l’urbanistica pubblica con l’iniziativa privata per vivere gli spazi in maniera rinnovata. Antonio Bassolino (Misto) ha evidenziando la necessità di affrontare in maniera unitaria gli interventi di rigenerazione urbana intorno alla stazione centrale. Per Fulvio Fucito (Manfredi Sindaco) è importante scadenzare i tempi affinché la riqualificazione possa interessare tutta l’area ed essere correlata allo sviluppo del Centro Direzionale. Gennaro Acampora ( Partito Democratico) ha parlato di una delibera importante soprattutto per tre aspetti: l’accessibilità e la mobilità; l’ambiente e la rigenerazione urbana; le infrastrutture.

Dopo la verifica de numero legale chiesta dal consigliere Guangi, constatata in 25 presenti, il dibattito è proseguito con Gennaro Esposito (Manfredi Sindaco), il quale ha ricordato che l’area est come la ovest hanno subito dei veri e propri oltraggi. Ora questo progetto di riqualificazione consentirebbe di cambiare volto all’area tra Garibaldi e il Centro direzionale. Sergio D’Angelo ( Napoli Solidale Europa Verde) ha proposto di destinare la parte di aumento degli indici di fabbricabilità di competenza comunale all’edilizia residenziale sociale. Per Ciro Borriello (Movimento 5 Stelle) bisogna capire qual è l’obiettivo della città per quella zona. È vero che Grandi Stazioni ha un importante traguardo da raggiungere, ma non bisogna abbassare la guardia e avere sempre momenti di confronto successivo. Luigi Carbone ( Napoli Solidale Europa Verde) Ha evidenziato la necessità di intervenire con interventi di rigenerazione nella struttura della stazione Bayard. Salvatore Guangi (Forza Italia), guardando però a quanto accaduto a Bagnoli, auspica che questo progetto di Porta est possa arrivare a compimento, anche se vi sono perplessità. Gennaro Rispoli ( Napoli Libera) ha evidenziato che le operazioni di restyling della vecchia ‘via dei fossi’ nell’area est , tra la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, la stazione borbonica e Porta Nolana si offrono alla creazione di un’area dalla forte attrattiva turistica.

Napoli, Operazione contro il traffico di droga e riciclaggio

 

21,022 Foto Cocaina, Immagini e Vettoriali

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 Un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali -già emessa – informano i finanzieri-  dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia,è stata notificata nei giorni scorsi a carico di 28 persone, gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti e riciclaggio.

Le indagini hanno consentito di disvelare l’operatività di un sodalizio criminale, con base operativa in provincia di Napoli, facente capo a un noto narcotrafficante, dedito all’introduzione sul territorio nazionale (e all’esportazione verso altri paesi, tra cui l’Australia) di ingenti partite di cocaina.

Il narcotrafficante ha fatto sì che lo stupefacente proveniente dal Sud America, nascosto all’interno di container, raggiungesse via mare i principali scali marittimi commerciali europei grazie ad accordi, alleanze e joint ventures intrecciate, a partire da gennaio 2017, con narcotrafficanti sud americani ed europei di primissimo livello: sia colombiani delle famigerate formazioni paramilitari conosciute come Clan del Golfo, sia olandesi di origine marocchina che nel frattempo si affermavano sulla scena tra i principali gruppi criminali nel controllo del traffico di cocaina dal Sudamerica nei porti di Rotterdam (Paesi Bassi) e Anversa (Belgio), sia irlandesi.

Giunto sulla terra ferma, lo stupefacente veniva prelevato e trasportato su gomma da autotrasportatori compiacenti, per essere occultato all’interno di depositi, covi e nascondigli nella disponibilità dell’organizzazione, ubicati in Campania, Calabria, Emilia Romagna e Lazio.

Il narcotrafficante, già condannato in un precedente procedimento instaurato presso la Procura della Repubblica di Napoli mentre era in stato di latitanza a Dubai, è stato capace nel corso degli anni successivi di assurgere ad un ruolo assolutamente primario quale broker internazionale della droga.

L’associazione per delinquere, oltre ad avere articolazioni in Europa, Africa e Sud America, poteva contare anche su una fitta rete di sodalizi attivi in varie regioni italiane. La consorteria criminale ha infatti intrattenuto stabili rapporti con clan camorristici di tutto il napoletano nonché con organizzazioni di stampo mafioso operanti in Calabria che, oltre ad approvvigionarsi di cocaina dal gruppo indagato, hanno fornito supporto nel recupero di ingenti partite di stupefacente in arrivo presso lo scalo marittimo di Gioia Tauro, grazie ad operatori portuali infedeli.

Una parte dei referenti della rete di distribuzione italiana è stata compiutamente identificata e arrestata (a fine marzo 2021) in un’operazione congiunta della Squadra Mobile di Napoli e del GICO, con sequestro di ingenti quantitativi di cocaina, di hashish e di denaro.

Gli appartenenti all’organizzazione erano in costante contatto tra loro grazie a sistemi di comunicazione crittografati (tra i quali Encro-Chat e Sky-Ecc), oggetto di indagine da parte di una squadra investigativa comune franco-olandese-belga e acquisiti attraverso una proficua collaborazione internazionale con l’Agenzia Europol e con l’Autorità giudiziaria francese ed olandese, coordinata da Eurojust.

Queste acquisizioni sono state sottoposte ad opportuna ed approfondita verifica, risultando perfettamente congruenti ed intersecabili con le autonome investigazioni condotte nell’ambito del procedimento instaurato presso la D.D.A. di Napoli ed articolatesi in attività di intercettazione telefoniche ed ambientali, videoriprese e riscontri sul campo (perquisizioni, sequestri ed arresti in flagranza).

Tali attività hanno portato alla completa identificazione dei trafficanti, non solo in Italia, consentendo di identificare i soggetti che coordinavano la gestione del denaro, impartivano disposizioni ai “corrieri” dello stupefacente e gestivano gli automezzi utilizzati per il trasporto della droga e del contante e, in generale, la filiera logistica a supporto dell’organizzazione.

Nel complesso gli investigatori hanno ricostruito – da marzo 2020 a marzo 2021 – movimentazioni di cocaina per oltre 7 tonnellate, di cui 1,3 sottoposte a sequestro in Italia e all’estero.

L’organizzazione indagata ha fatto ricorso, inoltre, a sistematiche condotte di riciclaggio e reimpiego dei proventi illecitamente acquisiti con il traffico di stupefacenti.

In particolare, i proventi del narcotraffico sono stati in parte trasferiti all’estero (avvalendosi di sistemi di movimentazione monetaria alternativa, basata sull’opera di cambisti internazionali, c.d. Hawala) e, in parte, reinvestiti in attività speculative quali la compravendita di oro.

 

Napoli, violenza sessuale e/o attività sessuale “non consensuale” su 6 studentesse all’Università: custodia cautelare per un dipendente

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Violenza sessuale:un  tecnico di laboratorio in servizio presso l’Università Federico II di Napoli, Dipartimento di Biologia, è stato arrestato. I carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo, accusato del reato di violenza sessuale continuata, aggravata per essere stata commessa all’interno di un luogo di istruzione frequentato dalla vittima, ai danni di 6 studentesse.

Le indagini sono partite dalla denuncia-querela sporta ai carabinieri da una studentessa, che ha raccontato di essere stata costretta a subire atti sessuali da parte del tecnico di laboratorio nel mese di novembre 2021, consistiti in carezze e palpeggiamenti nelle parti intime, all’interno di locali dell’Università.   Un’attività sessuale, come affermano le studentesse, non consensuale.

Come riferiscono i carabinieri del comando provinciale di Napoli, dalle ulteriori attività investigative, che si sono giovate della collaborazione istituzionale degli organismi universitari (che, tra l’altro, avevano tempestivamente e cautelativamente disposto la sospensione del dipendente per 30 giorni e il successivo trasferimento ad altra sede, non a contatto con studenti), sono emerse altre “condotte perpetrate negli anni da parte del tecnico in danno di altre 5 giovani studentesse, secondo le stesse modalità”.  Adesso la difesa agli avvocati del dipendente arrestato

Napoli, attivati accordi quadro per più di un miliardo di investimenti.

 

Napoli, ecco la nuova piazza Municipio - la Repubblica

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Napoli

Il Comune di Napoli attiva gli ” Accordi Quadro corrispondenti a più di un miliardo di investimenti afferenti a più tipologie di finanziamento (Patto per Napoli, PNRR, FESR 2014-2020, CIS Centro Storico, Programma Periferie, ecc.) ed a più di 50 opere pubbliche già individuate. Il ricorso allo strumento dell’Accordo Quadro consente di disporre di un “contenitore” di aggiudicatari.

Nel corso della procedura di gara viene, infatti, fissata la disponibilità delle imprese e/o delle società di servizi tecnici a svolgere i lavori e/o i servizi tecnici individuati che verranno eseguiti in funzione di finanziamenti già disponibili e/o eventualmente attivabili con tempistiche stringenti. Ciò significa che più facilmente l’Amministrazione potrà rispettare i tempi. Non di secondaria importanza, lo strumento dell’accordo quadro consente di operare sui finanziamenti già assegnati e su quelli futuri.

L’Amministrazione utilizza e ha utilizzato spesso questo strumento, ma per la prima volta non sono i singoli uffici ad utilizzarlo, ma sono gli uffici tecnici insieme a ricorrere a tale strumento in maniera coordinata. Sono coinvolti tutti gli assessorati – Infrastrutture, Urbanistica, Patrimonio, Scuole, Welfare, Cultura, Sicurezza,Verde, Ambiente, Turismo, Sport, Politiche giovanili, Pari Opportunità – trattandosi, tra l’altro, di progetti fortemente integrati. Basti pensare alla riqualificazione del Quartiere Scampia o alla valorizzazione dell’Albergo dei Poveri, al tema della passeggiata lungo il Molo San Vincenzo o l’efficientamento energetico degli edifici istituzionali, per comprendere la forte integrazione tra temi e deleghe. Questo approccio metodologico è parte della riorganizzazione del lavoro in atto nella macchina comunale che si concluderà con l’immissione del nuovo personale all’esito del concorso in atto.

Gli Accordi Quadro attivati sono due, uno relativo ai lavori e uno alle verifiche, ma per garantire la più ampia partecipazione delle imprese alla procedura si è scelto di suddividerli in lotti, raggruppati per tipologie (Cluster). Nello specifico, l’Accordo Quadro Lavori è suddiviso in 23 Lotti su 4 Cluster: – nuova realizzazione e riqualificazione immobili ERP; – riqualificazione immobili istituzionali; – restauro e riqualificazione di immobili istituzionali e beni culturali;

– interventi infrastrutturali con sistemazione aree verdi. L’Accordo Quadro Verifiche è suddiviso in 13 Lotti, su 5 Cluster:

– infrastrutturazione e realizzazione linee metropolitana; – opere stradali e viabilità; – rigenerazione urbana, manutenzione e adeguamento di elementi del patrimonio edilizio costruito; – infrastrutture fognarie e protezione idraulica del territorio;

– riprogrammati le cui progettazioni sono ultimate o in fase di ultimazione e consentire che nuovi progetti finanziati o da finanziare vengano realizzati nel pieno rispetto delle stringenti tempistiche

Maltrattamenti su minori, nei guai una suora ad Ischia- Un video incastra l’Istituto religioso e le suore “violente”

 

Divieto di dimora per tre consorelle, tra cui la madre superiora

 Un’indagine dei carabinieri e della sezione “Fasce deboli” della Procura di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto dr. Raffaello Falcone,è  sfociata in un’ordinanza di arresto di una Madre superiore ed altre sottoposte al divieto di dimora in Campania

    Sotto i riflettori dell’Arma dei Carabinieri di Ischia  l’Istituto religioso Santa Maria della Provvidenza, a Casamicciola Terme, , che ospita minori in attesa di affidamento, adozione o in affido a seguito di provvedimenti giudiziari nonché minori ospiti esterni, a seguito di corrispettivo pagato privatamente dai genitori. 

Il giudice ha emesso la misura cautelare del carcere nei confronti di Marie Georgette Rahasimalala, 55enne nata in Madagascar, che si occupava del servizio mensa nell’istituto religioso Santa Maria della Provvidenza di Casamicciola.

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I divieti di dimora in Campania, invece, riguardano la madre superiora Angela De Bonis, 81 anni, Noeline Razanadraozy, 51 anni, anche lei del Madagascar e anche lei addetta alla mensa, e Alice Albaracin, quasi 48 anni, nata nelle Filippine, consorella addetta al servizio doposcuola.

Un video ha messo nei guai  la suora arrestate a a dare il via alle indagini (il video è stato girato da una ragazza minorenne ospite della struttura – in cui si vedeva Marie Georgette Rahasimalala cha schiaffeggiava e tirava più volte con forza i capelli a un bambino di 4 anni, disperato, alla presenza di altri bambini che la invitavano a fermarsi; la suora colpiva con uno schiaffo anche il fratello di 8 anni intervenuto per difenderlo, procurandogli una fuoriuscita di sangue dal naso.         Vedremmo appresso, nelle udienze, la difesa degli avvocati difensori

     

     

    ASL Calabria, truffa Sanità, 19 misure cautelari per medici e farmacisti

     

    Carabinieri - Foto e Immagini Stock - iStock
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    False ricette mediche con la prescrizione di costosi farmaci dei quali nessun paziente aveva bisogno, prodotte solo per incassare denaro dal Servizio sanitario nazionale. Ipotesi di associazione a delinquere finalizzata a truffa aggravata ai danni del Ssn che i Carabinieri del Nas di Cosenza e del gruppo Tutela salute di Napoli, con l’ausilio dei Carabinieri dei comandi provinciali di Cosenza e Crotone, hanno dato esecuzione questa mattina a 19 misure cautelari nei confronti di medici e farmacisti, emesse dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Castrovillari (Cosenza) su richiesta della Procura locale..
    L’indagine  ha scoperto false ricette mediche con la prescrizione di costosi farmaci dei quali nessun paziente aveva bisogno, prodotte solo per incassare denaro dal Servizio sanitario nazionale . Sono inoltre in corso numerose perquisizioni presso abitazioni, ambulatori medici e farmacie nelle province di Cosenza e Crotone, con il sequestro preventivo di beni, informano i Nas cosentini.
    Il provvedimento – comunicano gli inquirenti  – prevede l’applicazione di tre misure coercitive di custodia cautelare in carcere disposte nei confronti di due informatori farmaceutici e di un medico di medicina generale, e di una misura di arresti domiciliari nei confronti della moglie di quest’ultimo, mentre per gli altri 15 indagati, tra i quali alcuni farmacisti della fascia ionica cosentina, è stata applicata la misura interdittiva del divieto di esercizio della professione di titolare, gestore, collaboratore di farmacia.

    Le indagini, condotte dal Nas di Cosenza attraverso intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, nonché servizi di controllo e pedinamento, ipotizzano l’esistenza di “un’associazione per delinquere finalizzata a truffa aggravata ai danni del Ssn, compiuta mediante la redazione di false ricette mediche relative a costose specialità medicinali, non collegate ad alcuna necessità terapeutica di ignari pazienti –  a cui sarebbero state prescritte al solo scopo di percepire il relativo profitto grazie al totale rimborso delle spese da parte del servizio sanitario”.

    Trasformazione urbanistica a Napoli Est: “migliorare i servizi – spiega il Sindaco Manfredi- legati all’alta velocità”

    Monumenti a Napoli: i più belli ed imperdibili - Napoli Fans

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    Napoli,

    Il progetto su Napoli est – comunica l’Ente comunale – al centro dei lavori della commissione consiliare Urbanistica, presieduta da Massimo Pepe, a cui hanno partecipato il sindaco Gaetano Manfredi e gli assessori Laura Lieto e Edoardo Cosenza. Obiettivo dell’incontro è stato quello di definire la posizione del Comune di Napoli da portare in sede di conferenza dei servizi con il gruppo Ferrovie dello Stato per la realizzazione del progetto Napoli Porta Est. Ferrovie, ha spiegato il Sindaco, sta proponendo un piano di trasformazione urbanistica presso tutti gli scali ferroviari italiani.

    La proposta progettuale prevede anche per Napoli un intervento, in linea con quanto realizzato in altre grandi città, per un’estensione di circa 126.800 metri quadrati, più del doppio della quota disponibile nelle previsioni del Piano Regolatore. Una richiesta giudicata eccessiva dall’amministrazione comunale, perché crea un carico urbanistico eccessivo per l’area. Per il sindaco Gaetano Manfredi il progetto Porta Est è un intervento strategico perché il nodo infrastrutturale di Napoli est è fondamentale per completare il progetto di piazza Garibaldi e superare l’intasamento insostenibile e l’inquinamento dell’area, un’esigenza che non è separata dal ruolo del Centro Direzionale. Qui occorre cambiare la destinazione d’uso, perché quella di servizi non è più adeguata ai tempi di oggi. Fondamentale per il futuro del Centro Direzionale, ha aggiunto il Sindaco, è affrontare il tema dell’accessibilità, dando ad esso l’accesso diretto con la stazione ferroviaria, così da essere il centro di tutti i servizi legati all’alta velocità.

    L’applicazione attuale, secondo il Piano regolatore, sulla superficie fondiaria determina una superficie lorda di pavimento pari a circa 57 mila metri quadrati, ha spiegato Laura Lieto, assessora all’Urbanistica, mentre la legge regionale prevede un incremento del 20 per cento delle cubature, che è stimato di 14mila e 800 mq circa. Quindi la proposta che l’amministrazione porterà in conferenza dei servizi è di aggiungere ai 68.896 mq di partenza, un incremento del 15 per cento da dedicare a beni, servizi e interventi di edilizia residenziale sociale e di mercato, per un totale di 81 mila mq.

    Il presidente Massimo Pepe ha sintetizzato che va trovato un punto di equilibrio tra la richiesta di Ferrovie dello Stato e ciò che è possibile concedere tenendo conto che la Regione ha già previsto la possibilità di un incremento volumetrico del 20 per cento rispetto ai parametri del piano regolatore. Il giudizio positivo sul progetto, ha continuato il presidente, va integrato con le proposte avanzate dai consiglieri e deve tenere conto sia della riqualificazione del Centro Direzionale sia del recupero delle strutture sportive non utilizzate.

    Ordinanza di custodia cautelare in carcere per 25 componenti del clan napoletano “Sangermano”.

    Camorra, riciclaggio di denaro: 63 misure cautelari - La Stampa

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    Ordinanza di custodia cautelare in carcere per 25 persone appartenenti al clan “Sangermano”.
     Napoli – San Paolo Belsit

    Nell’ambito di un’indagine coordinata della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna e personale della Direzione Investigativa Antimafia, articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli, a carico di 25 soggetti, ritenuti appartenenti al Clan “Sangermano” con operatività nell’agro nolano, gravemente  indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza, usura, autoriciclaggio e porto e detenzione illegale di armi comuni da sparo, quest’ultimi reati aggravati dalle finalità e modalità mafiose.
    L’attività investigativa, svolta dal 2016 al 2019, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di  Napoli, ha consentito di evidenziare l’operatività del sodalizio criminale, con base a San Paolo Bel Sito (NA) e con interessi in gran parte nell’agro nolano ed in una parte della provincia di Avellino, tendente ad affermare il proprio controllo egemonico sul territorio di interesse, anche con la disponibilità di una importante quantità di armi comuni da sparo.
    Le indagini hanno fatto emergere plurime condotte estorsive poste in essere dal sodalizio attraverso l’imposizione di articoli caseari a numerosi esercizi commerciali della zona, nonché l’induzione degli imprenditori all’acquisto di provviste per l’edilizia da una sola rivendita di riferimento.
    Il sodalizio si assicurava importanti profitti economici anche attraverso l’attività di riciclaggio, l’illecito esercizio della professione creditizia e la concorrenza illecita esercitata grazie alla forza di intimidazione promanante dalla perdurante azione associativa sul territorio.
    A dimostrazione della pressante presenza del clan sul territorio, nel corso della processione della patrona del paese, l’effigie della Santa era stata fatta “inchinare” innanzi l’abitazione del capo clan.
    Nel corso delle attività, i carabinieri hanno dato esecuzione anche ad un decreto di sequestro preventivo, per un valore di circa 30 milioni di euro, su immobili (terreni e fabbricati), società, autovetture e rapporti finanziari.
    Il provvedimento eseguito è una misura disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari di essa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.