Regione Sicilia: nominati i vertici delle ASP, intesa da raggiungere per i Policlinici- Lanza guiderà l’Asp di Catania

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PALERMO

–  La  Giunta regionale presieduta dal governatore Nello Musumeci  convocata d’urgenza ha deliberato la ratifica delle  nomine dei nuovi direttori sanitari a guida  delle Asp e degli ospedali dell’isola, . L’assessore regionale alla Sanità , Ruggero Razza, comunica che la lista è in fase di completamento per l’integrazione con i nuovi manager scelti      Riportiamo di seguito la lista della Regione siciliana:

 

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AZIENDE SANITARIE

Asp di Palermo: Daniela Faraoni.

Asp di Catania: Maurizio Lanza. 

Aspe di Messina: Paolo La Paglia.

Asp di Agrigento: Giorgio Santonocito.

Asp di Caltanissetta: Alessandro Caltagirone

Asp di Enna: Francesco Iudica.

Asp di Siracusa: Lucio Salvatore Ficarra.

Asp di Ragusa: Angelo Aliquò.

Asp di Trapani: Fabio Damiani.

OSPEDALI

Arnas Civico di Palermo: Roberto Colletti

Villa Sofia-Cervello di Palermo: Walter Messina

Cannizzaro di Catania: Salvatore Giuffrida

Garibaldi di Catania: Fabio De Nicola

Papardo di Messina: Mario Paino

Irccs Bonino Pulejo di Messina: Vincenzo Barone

Non si è raggiunta ancora alcuna intesa sulle nomine dei manager  dei Policlinici di Palermo, Catania e Messina.  La designazione relativa ai vertici dei tre Policlinici universitari è stata differita alla conclusione del dibattito di comuni intenti  con i Rettori degli atenei siciliani

 

L’Asp di Catania  sarà guidata da  Maurizio Lanza. attuale direttore amministrativo dell’Asp di Enna, ma con un forte esperienza quale direttore generale del Comune di Catania durante i cinque anni di sindacatura Stancanelli.  Tra i catanesi nominati c’è anche Daniela Faraoni, nominata all’Asp di Palermo dopo essere stata fino a ieri direttore amministrativo dell’Asp di Caltanisseta e prima ancora direttore sempre amministrativo all’azienda sanitaria provinciale di Catania.

Singolare “protesta” degli Ordini degli Architetti ed Ingegneri di Catania contro la Regione Sicilia

 

No degli Ordini di Catania all’Ufficio speciale per la progettazione regionale

LAVORI PUBBLICI IN SICILIA.

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CATANIA – «

Singolare questa sorta di protesta contro la Regione siciliana rea di aver creato un Ufficio speciale di progettazione,. Ancor più singolare diventa il comunicato degli Ordini i cui presidenti svolgono attività dipendente della Regione subordinata al Genio civile (di Catania), l’Ufficio cioè dove è avvenuta la “scoperta” di un dirigente lumaca alla guida dell’ente.    Sostanzialmente il Genio civile viene sostituito da questo Ufficio nuovo nella progettazione regionale delle opere più sensibili.   Ciò che il Genio civile di Catania – checchè ne dicano le parti interessati – non ha svolto nel momento cruciale della richiesta urgente del Presidente della Regione Musumeci….

r.l.

Pubblichiamo il Comunicato pervenutoci

L’unico sistema sostenibile che può rilanciare lo sviluppo infrastrutturale della Sicilia, accelerando la costruzione delle opere pubbliche, consentendo un investimento trasparente delle risorse, e risollevando in generale le sorti economiche e sociali dell’Isola, è l’affidamento distinto delle competenze: la realizzazione dei progetti è prerogativa dei professionisti, mentre la pianificazione e il controllo sono compiti che spettano esclusivamente agli uffici amministrativi. Invertire questi ruoli o creare situazioni ibride fra controllori e controllati, come spesso è successo e succede, ha causato soltanto un ingolfamento cronico, sia della macchina burocratica che di quella giudiziaria, con la conseguente e desolante mancanza delle grandi opere necessarie per l’ammodernamento della nostra regione».

Gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri di Catania,  esprimono il proprio disappunto sull’istituzione dell’«Ufficio speciale per la progettazione regionale», avvenuta con la Delibera di Giunta della Regione Siciliana n. 426 del 4 novembre 2018. Si tratta di un organismo per gestire in modo centralizzato tutti i servizi di architettura e ingegneria a favore di Comuni, Città Metropolitane e Liberi Consorzi di Comuni.

«I nostri organismi sovraordinati si sono già fatti avanti su questo fronte – aggiungono i presidenti – gli Ordini etnei desiderano ribadire questa posizione, palesata anche in occasione delle recenti calamità idrogeologiche e sismiche che in Sicilia hanno causato vittime e danni. Conosciamo la disponibilità che i rappresentanti del governo regionale, a partire dal presidente, hanno finora sempre manifestato nei confronti delle nostre professioni, per tale motivo riteniamo che questo sia un campo fondamentale su cui stringere una sinergia operativa».

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ESONDAZIONE FIUME A MAZARA DEL VALLO-MUSUMECI: PIU’ FACILE VINCERE LA MAFIA CHE LOTTARE CONTRO CERTA BUROCRAZIA”

 

MAZARA DEL VALLO –

 

(Video Vigili del fuoco)

Ancora allerta in Sicilia: dopo il Mazaro anche il fiume Delia è a rischio esondazione

L’allarme lanciato dal sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi: “Coloro che abitano o lavorano nei pressi del fiume prestino attenzione ed evitino di recarsi in questi luoghi”

Ormai il cataclisma mette in ginocchio tutte le parti della Sicilia. E siamo impreparati a fronteggiare tali evenienze perchè si scopre- come ha riferito il Presidente della Regione siciliana Musumeci – che le pratiche sono seppellite nei Geni civili dell’isola da anni e anni. E’ allerta oggi per il fiume Delia a Mazara del Vallo dopo lo straripamento del fiume Mazaro.Nove persone di due nuclei familiari e un cane, Ettore, salvati; pescatori in lacrime per la perdita delle loro barche, tre auto parcheggiate inghiottite dalle acque, strade e scantinati allagati e tonnellate di detriti finiti nel porto nuovo che per alcune ore, in via precauzionale, è stato chiuso ai pescherecci. L’ente gestore della diga Trinità di Delia, sul territorio di Castelvetrano, infatti, dopo le abbondanti piogge delle ultime ore sta aprendo alcune saracinesche per fare defluire l’acqua in eccesso che viene immessa nel fiume Delia la cui foce e’ nella costa mazarese. Il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi,  avverte: “Coloro che abitano o lavorano nei pressi del fiume prestino attenzione ed evitino di recarsi in questi luoghi. La situazione e’ sotto controllo: la Protezione civile regionale, comunale e i vigili urbani vigilano sui luoghi“.

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IL  PRESIDENTE DELLA REGIONE: “PIU’ FACILE VINCERE LA MAFIA CHE LOTTARE CONTRO CERTA BUROCRAZIA” (Riferimento ai Geni civili-lumaca-e”mafiosetti” dell’Isola)

Il fiume non viene dragato da una quarantina d’anni e da 8 anni, come ha più volte denunciato il sindaco Nicola Cristaldi, la città attende che «la Regione autorizzi i lavori per il suo assetto idrogeologico». 
Musumeci  si scaglia contro la burocrazia della Regione : ««Questa vicenda del fiume Mazaro ha dell’incredibile. Ho appena saputo che la pratica per i lavori al porto canale si trascina da anni, fra mille lacci e lacciuoli. A volte penso che sia più facile in Sicilia sconfiggere la mafia che certa burocrazia.(Genio civile n.d.r.) Ho chiesto di avere entro lunedì dettagliate relazioni dall’Ufficio del Genio civile e dal Dipartimento regionale Territorio e ambiente e capire se emergono responsabilità a carico di qualcuno.In tali ipotesi altre teste dopo quelle di Palermo e Catania con l’ex dirigente Gabriele Ragusa che bloccava tutto, cadranno. In ogni caso, i lavori vanno avviati nel più breve tempo possibile».

Al PRESIDENTE MUSUMECI NEGATO L’IMPEGNO MORALE DI ENTRARE AL POLICLINICO DOVE CI SONO I MORTI DI CASTELDACCIA

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ROMA – «Gravissimo strappo istituzionale in un momento di tragedia e lutto dove tutte le forze devono mostrarsi unite». Così il deputato Vittorio Sgarbi commenta la vicenda che ha coinvolto Conte e Musumeci.

«Il dandy presidente del consiglio è circondato, come un cantante pop, di bodyguard di Stato che impediscono al presidente della Regione, che gli è superiore in senso gerarchico e che è il responsabile di una regione autonoma, di andare al policlinico dove ci sono morti e feriti per lasciare la scena a Conte, vice di se stesso. Non è un fatto formale né di protocollo, ma una totale mancanza di coscienza delle istituzioni come se l’impegno di assistenza e di soccorso non toccasse in prima istanza al presidente della Regione», aggiunge. «Questo episodio mostra una gravissima inadeguatezza dello pseudo presidente del Consiglio e induce a sollecitarne le dimissioni perché chi sbaglia sulle forme non può non sbagliare sulla sostanza».

Fin qui la dichiarazione pubblica di Sgarbi. Un passo indietro e ricorderemo quel che ha detto Musumeci sulla vicenda.

«Ho appreso dalla viva voce del prefetto di Palermo e dai funzionari della Digos che il cerimoniale del presidente Conte non mi avrebbe consentito di accedere al Policlinico, dove avrei voluto accogliere il premier e, assieme a lui, rendere l’omaggio alle vittime di questa notte e portare ai familiari il cordoglio della comunità siciliana. Il profondo rispetto per i morti di questa sciagura mi ha indotto ad assumere una condotta improntata al senso di responsabilità: ho preferito, senza plateali polemiche, fare rientro alla Presidenza della Regione per presiedere la seduta dalla Giunta e decidere quali ulteriori misure debbano essere adottate a partire da domani, dopo quelle deliberate e realizzate nei giorni scorsi».

«Sia chiaro – ha aggiunto il governatore siciliano – questa inaudita vicenda, che non ha precedenti nella storia della Regione Siciliana, allarma e suscita indignazione – denuncia- Non cerco il rispetto per la mia persona, ma lo pretendo per l’Istituzione che rappresento e per il popolo siciliano. E questo vale per tutte le istituzioni, anche per il presidente del Consiglio“.

Conte ha telefonato al governatore Musumeci spiegando che è successo perchè ha deciso di venire in Sicilia all’improvviso, non appena è stato informato della tragedia e senza neppure dare ai suoi uffici il tempo di preavvertire il Governatore e le altre Autorità locali. Conte ha prospettato al Governatore Musumeci che potevano incontrarsi in Prefettura, mentre non era opportuno farlo al Policlinico anche al fine di rispettare le richieste di riserbo dei familiari delle vittime. L’ha invitato comunque a Palazzo Chigi: il presidente del Consiglio è sempre disponibile a incontrare i Rappresentanti delle Istituzioni. E’ quanto si apprende da Palazzo Chigi. 

Il prefetto di Palermo deve andare via afferma Musumeci : «Se il premier Conte dice di non avere dato disposizione in questo senso come mi ha detto al telefono, se il capo del cerimoniale dice alla mia struttura di non averne dato disposizione, allora la condotta del capo della Prefettura mi sembra inadeguata al ruolo. Sono portato a pensare che il capo del governo non stia mentendo, quindi o mente il capo del cerimoniale o il Prefetto di Palermo, e allora se così è spero che il prefetto venga allontanato». «Per due volte il presidente del Consiglio è venuto in Sicilia e il presidente della Regione lo ha appreso col massimo ritardo. Pretendo rispetto non per quello che sono ma per quello che rappresento. Qualcuno lo deve dire a Roma che in Sicilia bisogna venire col cappello in mano». .

Era ora finalmente: dopo Catania, con la rimozione del dirigente Ragusa, cade il dirigente del Genio civile di Palermo: Munafò

Genio Civile Palermo, Manlio Munafò, Palermo, Cronaca

 

di    Raffaele Lanza

Anche l’ingegnere Manlio Munafò,(nella foto) capo dell’Ufficio del Genio civile di Palermo, ha seguito la stessa sorte   del suo collega catanese Gabriele Ragusa.. Incapacità e ritardo di esecuzione direttive della Regione siciliana.   E’ la prima volta che succede ma diamine un pò di pulizia -a parte il colore politico dei protagonisti – occorreva farla almeno un decennio prima .La decisione è maturata dopo l’accertamento ispettivo operato, nei giorni scorsi, dal presidente della Regione Siciliana On. Nello Musumeci, per sapere sia a Catania che a Palermo cosa avesse fatto il Ragusa capo del Genio etneo e il dirigente Munafò del Genio palermitano  come  interventi di somma urgenza sui fiumi della provincia catanese da un lato e  palermitana dall’altro.  Nulla di nulla.

Ecco dunque le sostituzioni e le dimissioni dei due burocrati..

Le funzioni di capo Ufficio sono state assunte intanto  dall’architetto Salvatore Lizzio, dirigente generale del dipartimento Tecnico della Regione.   Sull’ex dirigente del Genio civile di Catania Gabriele Ragusa si sollevano perplessità e rilievi di natura penale in ordine alla lunga permanenza- oltre dieci anni e duplicità di incarico, un vero assurdo -sulla poltrona di capoufficio per il contrasto con le norme Anticorruzione ed Antimafia che dispongono la mobilità del personale dirigenziale e la limitazione comunque ad un massimo di cinque anni di reggenza di un Ufficio regionale.    Crediamo che il Presidente della Regione Musumeci debba inviare una nota informativa alla Procura competente di richiesta indagine giudiziaria su questa anomalia/violazione alla legge Anticorruzione , sull’omessa vigilanza pure e conoscenza del “referente politico” che ha consolidato il Ragusa,che è una topica dell’ ex gestione della Regione siciliana

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“II danni da maltempo sono, almeno in parte, addebitabili -ha affermato il Musumeci – a cattiva gestione delle strutture e mancato intervento immediato”.

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Il dirigente Gabriele Ragusa, rimosso dall’incarico pure di Commissario del Parco dell’Etna

 

La Regione approva il Defr, condanna il peso burocratico degli Uffici e riconosce con Musumeci che la Sicilia è ‘ senza futuro”

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MUSUMECI : “E’ IN CORSO UNA STRAGE GENERAZIONALE, I GIOVANI ABBANDONANO LA SICILIA RITENENDOLA SENZA FUTURO..

 

Approvato l’aggiornamento del Defr, il Documento di Economia e Finanza regionale  per le previsioni di entrate della Regione e dunque per la predisposizione del nuovo bilancio del prossimo anno e della Legge di stabilità . Il def regionale parte dalle previsioni nazionali e conclude con riflessioni di condanna del peso burocratico ereditato dalle passate gestioni. 

Il pensiero dell’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao :“Sulla base del dato previsionale che emerge dall’aggiornamento del documento di economia e finanza dello Stato appena approvato dalle Camere, ne scaturisce un quadro pro grammatico di crescita del Pil reale corrispondente a 1,7% nel 2018, 1,5% nel 2019, 1,5% nel 2020 e 1,2% nel 2021, tendenza che si fonda sull’attivazione della spesa di sviluppo (fondi regionali, europei e statali), secondo il profilo temporale e gli importi previsti nei programmi di investimento del governo regionale e di quelli operati dalle imprese: solo per Enel e Terna gli investimenti programmati nel triennio dovrebbero superare il miliardo di euro” 

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“E cosi superati i 90 miliardi di euro nel 2021 si potranno raggiungere i 100 miliardi di valore nominale del Pil – Il 2021, da qui una flessione delle previsioni di crescita, sarà anche l’anno di avvio della nuova programmazione per la quale dovrà essere evitata la stasi iniziale di investimenti registrata nel periodo 2014-2020, sopratutto concentrando la spesa di fondi extra-regionale di fonte statale”. Nel quadriennio, rispetto alla ricchezza perduta nel periodo della crisi 2008-14 (quando il Pil regionale é sceso del 15,3%) “si recupererà così il 5,9%, circa il 40%, che si aggiunge al meno robusto 20% recuperato nel periodo 2015-17 (2,4%)”.

  “Come per l’approvazione del Defr a giugno scorso anche questa volta i tempi sono stati rispettati in linea con gli impegni assunti dal governo Musumeci – afferma l’assessore – Il Documento potrà adesso entrare in Parlamento per le valutazioni di rito, dopo l’approvazione del rendiconto generale, dell’assestamento, dei debiti fuori bilancio già calendarizzati”.

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Il presidente Musumeci esprime un assunto : “E’ in corso una ‘strage generazionale’: decine di migliaia di giovani abbandonano annualmente la Sicilia ritendola una terra senza futuro. Diplomati e laureati, il meglio delle nuove generazioni alle quali dovremmo affidare le possibilità di sviluppo, dopo esser stati educati e formati in Sicilia, con grandi sacrifici per le famiglie, affidano le speranze di lavoro all’emigrazione senza ritorno”.

Di più : “sembra ormai prevalere un’irrimediabile percezione della decrescita che tracima in una vera e propria frattura del sistema del diritti di cittadinanza che si misura nel livello dei servizi pubblici i quali, nonostante la pur lievissima ripresa del Pil e occupazione, rimane drammaticamente più basso del centro-nord ed analoghe tendenze hanno riguardato vivibilità, ambiente, dotazione infrastrutturale, standard di istruzione, università e ricerca, efficienza dei trasporti locali, ed in particolare qualità dei servizi sanitari e cura per adulti ed infanzia”.

Nel Mezzogiorno la pressione della burocrazia comprime le possibilità di crescita con un’intensità doppia, pari al 48,2% in più, rispetto al Centro Nord”, prosegue il documento della Giunta Musumeci.

E “così tempi della giustizia civile e tributaria, tempi di pagamento della Pa, lunghezza delle code negli uffici pubblici, pratiche on line gestite dai comuni, durata delle opere pubbliche, corruzione, qualità di governo, assenteismo per malattia dei dipendenti pubblici e creazione di valore delle società partecipate dagli enti territoriali, sono tutti elementi che militano in senso negativo sulla competitività del Sud e della Sicilia e che occorre urgentemente riformare, ed in questo si esplica l’impegno del governo regionale, si vedrà di seguito, per consentire una ripresa economica”.

Musumeci rincara la dose nel suo aggiornamento: “In questo contesto costo del credito, carenza di misure di incentivazione fiscale, arretratezza e costi di trasporto, concorrenza sleale da parte del sommerso e inerzia burocratica – scrive il governo nella nota di aggiornamento del Defr – costituiscono gli ostacoli allo sviluppo che il governo intende aggredire con una decisa politica di riforme strutturali unita all’aumento della capacità di tempestivo impiego delle risorse finanziarie extraregionali. Un rilievo peculiare va riconosciuto alla riforma delle generali procedure amministrative da accompagnare con riforme di settore (urbanistica ed edilizia, appalti, contributi, controlli, organizzazione). E’ infatti proprio la Sicilia – sottolinea il documento – che una recente ricerca rileva avere il più alto tasso di peso burocratico con effetto oppressivo per cittadini ed imprese e disincentivo per gli investimenti”.

LAVORO.    “Il complesso quadro macroeconomico impone alla Regione, senza che tuttavia questa possa sostituire le troppo timide misure di perequazione infrastrutturale e di compensazione della condizione di insularità, uno straordinario sforzo legislativo ed amministrativo. Sul primo il governo può contribuire attraverso una serrata attività propositiva di iniziative legislative di riforma, che sono state declinate nel programma illustrato al Parlamento”.

Con riguardo alle riforme legislative, oltre ad alcune prime misure inserite nella legge di stabilità del 2018 e nella legge ad essa collegato sono state intraprese molteplici iniziative nei settori ritenuti strategici, alcune delle quali già avviate. In taluni casi – prosegue il documento – in materie particolarmente complesse ed articolate, si è fatto ricorso con successo alla delegificazione attraverso una demoltiplicazione regolativa tra legge e regolamento”. Per il governo “questa tecnica normativa pur lasciando impregiudicato il ruolo del Parlamento, consente mediante l’utilizzo della fonte regolamentare la compiuta disciplina della fattispecie”. “Ed in tal senso –sono cadute nel vuoto le perplessità di chi riteneva incostituzionale tale forma innovativa di regolazione che troverà ampia applicazione in futuro”.

Il documento del governo è ben studiato, tocca importanti tematiche sociali come il lavoro,vedremo adesso le valutazioni dei partiti politici siciliani

 

FINE DI UNA GESTIONE ANOMALA E LUMACA DEL GENIO CIVILE DI CATANIA- SILURATO DAL PRESIDENTE MUSUMECI IL DIRIGENTE RAGUSA PER INCAPACITA’ E RITARDI

Il    presidente della Regione siciliana Musumeci scopre le magagne del Genio civile di Catania

 Il  capoufficio Gabriele Ragusa “LUMACA” eccellente della REGIONE SICILIANA  mandato “a casa” dalla Regione

Ricorderemo le denunce del SIAD sulle “Invenzioni” del dirigente a danno dell’utenza che doveva interpellare l’Autorità Giudiziaria   con compiti di supplenza del capoufficio Ragusa e dei funzionari che non ottemperavano tempestivamente ai compiti pubblici”

  
In coro al Genio civile dicono sottovoce dall’ex governatore Raffaele Lombardo
Ingegnere Capo : Salvatore Gabriele Ragusa

La sede del Genio civile di Catania (nella foto d’archivio I.)) dove il Ragusa era ” consolidato”da oltre dieci anni in violazione delle Norme Antimafia

 Le dimissioni arrivano dopo l’indagine interna avviata ieri dal presidente  Musumeci, per accertare omissioni dei vertici di quell’Ufficio negli interventi di somma urgenza sui fiumi della provincia etnea.

Lo stesso governatore ha inoltre disposto l’immediata sostituzione di Ragusa dalla carica di commissario del Parco dell’etna, a seguito della vicenda,per la ritardata autorizzazione alla Vodafone di registrare uno spot pubblicitario proprio del vulcano.

Non si sa la sorte  del capo Ufficio del Genio civile di Palermo e dello stesso direttore generale del dipartimento Tecnico della Regione.

Il Presidente della Regione ha esclamato:. “Nella gestione dell’Ufficio del Genio civile di Catania emergono ipotesi di grave negligenza e di mala amministrazione, soprattutto in relazione alle omesse azioni preventive per la sicurezza degli alvei dei corsi d’acqua. Ho disposto un’immediata attività ispettiva affinché entro le prossime 24 ore vengano accertate le responsabilità”.

Analoga indagine – aggiunge il governatore- ho disposto a carico dei vertici del Genio civile di Palermo, per le medesime circostanze, mentre voglio verificare la corretta attività di vigilanza esperita dal dirigente generale del Dipartimento regionale tecnico. Non è più tollerabile che, per dolo o per colpa di chi ricopre ruoli di alta responsabilità, debbano pagare sempre e solo i cittadini. Da adesso, alla Regione chi sbaglia paga!”.

Fenomeno che produceva un’immagine deleteria di una struttura regionale come il Genio civile oltre che del decoro personale e dell’erario pubblico

 

Intervento della Regione siciliana per i Comuni alluvionati

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La pioggia anche questa volta, era già successo due giorni fa, si presenta abbondante nei  territori di Palagonia, Ramacca e Mineo. A Catania inoltre si sono verificati disagi in provincia dove è mancata e manca tuttora l’energia elettrica, a Nicolosi in contrada Ragala e Via Ragalidda che  collega Pedara ,con grave disagio dei residenti nelle villette turistiche, ed  anche all’interno dell’Aeroporto di Catania dove è saltata la luce e sono stati dirottati due voli: il Roma-Catania Alitalia Az 01751 delle 19:15 che è atterrato a Comiso, e il Ryanair da Bologna delle 19.40 che ha fatto rotta per Palermo

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A Palazzo d’Orleans il presidente della Regione Nello Musumeci ha convocato d’urgenza un vertice che si è concluso con la decisione di stanziare sei milioni di euro a favore delle Province e dei Comuni che hanno subito pesanti danni dall’alluvione di questi ultimi giorni. «La situazione – sottolinea il governatore – è davvero difficile e drammatica, migliaia di aziende, soprattutto agricole, sono in ginocchio. Bisogna subito dare un segnale concreto, ai sindaci ed alla gente colpita, affinché non si sentano soli».

Sono sei milioni così distribuiti, un milione di bilancio,  destinato agli Enti locali colpiti dalla calamità da utilizzare in lavori di somma urgenza per rimuovere le macerie e ripristinare la viabilità nelle strade di particolare interesse provinciale e comunale. Altri cinque milioni di euro serviranno per il ripristino delle infrastrutture danneggiate. Queste ultime risorse sono prelevate dal Fondo di sviluppo e coesione, attraverso la Struttura contro il dissesto idrogeologico guidata dallo stesso presidente della Regione. Gli interventi saranno coordinati dal dipartimento regionale della Protezione civile.

«Alle Province e ai Comuni alluvionati saranno assegnati sessanta giorni di tempo per presentare i progetti esecutivi, altrimenti perdono il finanziamento – sottolinea il presidente Musumeci – le esperienze passate ci dicono che i tempi di certa burocrazia spesso non sono compatibili con le urgenze dettate dalle necessità della gente e del territorio. Un muro crollato, una strada dissestata non debbono rimanere per anni in quelle condizioni. Servono tempi certi. Peraltro, se gli enti locali non dovessero avere sufficiente personale tecnico in organico, potranno benissimo procedere con l’affidamento di incarichi esterni.
«Nelle scorse ore – aggiunge il governatore – ho parlato con i sindaci dei Comuni colpiti ed ho assicurato la vicinanza della Regione. Ma dobbiamo pensare anche alle aziende danneggiate. E qui serve l’intervento urgente del governo di Roma. Per questo, abbiamo proclamato oggi stesso lo stato di calamità e chiesto al governo centrale di dichiarare l’emergenza. Se ai nostri provvedimenti aggiungiamo quelli che dovrebbero arrivare dalla Capitale, credo che avremo la possibilità di ridare un minino di serenità ai territori devastati. Certo – sottolinea Musumeci – quanto accaduto deve farci riflettere sulla attenzione che nel passato hanno avuto le istituzioni per la tutela del territorio. Una condotta irresponsabile! Per questo tre mesi fa abbiamo istituito l’Autorità di bacino, attesa da tanti anni: servirà a programmare e gestire gli interventi nel complesso sistema fluviale dell’Isola, del quale nessuno sembra essersi mai occupato. Nel frattempo – conclude il governatore – ho disposto delle indagini per possibili recenti omissioni da parte di alcuni funzionari e dirigenti dell’amministrazione regionale. Ma di questo non mi sento di parlare. Almeno per ora».

 

“Burocrazia Anas” lumaca: il governatore accusa lentezza ed incapacità dell’Ente

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Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci punta il dito contro l’Anas per i tempi lenti nel monitoraggio di autostrade, ponti e viadotti dell’Isola.

Facendo seguito alla riunione tenutasi lo scorso 24 agosto a Palazzo d’Orleans – e relativa all’urgente ricognizione dello stato di conservazione e manutenzione delle infrastrutture viarie siciliane – il governatore ha sollecitato, ai vertici dell’Ente nazionale per le strade, una relazione sulle attività di verifica effettuate e sulle iniziative già intraprese in merito. Musumeci ha chiesto anche la copia della certificazione attestante il collaudo statico delle autostrade. 

 Questa la comunicazione della Presidenza:

“Se l’Anas non è nelle condizioni di assicurare il monitoraggio in tempi brevi – afferma il governatore – ce lo dica con chiarezza. Troveremo un’altra soluzione”.

Le verifiche su ponti e viadotti siciliani hanno avuto un forte impulso dal disastro di Genova in poi e l’attenzione, che già il governo aveva posto alle infrastrutture. è aumentata anche su pressione dell’opinione pubblica. Una prima analisi aveva dato preoccupanti risultati anche se ancora generici.

Sono programmati per la Sicilia solo 1 miliardo e 100 milioni, per la manutenzione si calcola un fabbisogno di circa dieci miliardi. Ma la burocrazia registra passi da lumaca che non consentono alcuna programmazione.

 

Il Presidente Musumeci è un fiume in piena: “Il teatro siciliano non dev’essere arrogante come certa politica. Ma umile..”

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                   IL     TEATRO    DEL  POTERE

Se continua così il Presidente della Regione riceverà certamente una proposta del M5 S a passare dall’altra sponda. Musumeci contesta oggi il Teatro del potere, quello che riceve finanziamenti pubblici ed è nominato nei vertici dalla politica ma sa bene che la Sicilia difficilmente spezza quel modus vivendi che ha caratterizzato l’isola per oltre mezzo secolo . Il teatro del potere non può certo essere l’elite culturale della Regione sicilia. Ma vediamo quel che ha detto il governatore.

“Ci sono i vertici di alcuni teatri stabili siciliani, come quello di Catania e di Palermo, che sono convinti di potere fare a meno della Regione – –  Mi sarei aspettato un pò di umiltà da parte dei vertici che, una volta nominati, avrebbero avvertito la sensibilità, il garbo istituzionale, di presentarsi al governatore per dire ‘Presidente, che tipo di teatro pensa possiamo fare?”. Perché sono io stanco di questo mondo dell’arte”. E’ lo sfogo del Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci nel corso dell’incontro sui teatri privati a Palermo. “Conosco questo mondo, anche perché ne fa parte il sangue del mio sangue, mio figlio che fa l’attore – dice Musumeci – ma il teatro non deve essere arrogante, come certa politica. Altrimenti, si determina un corto circuito. Niente supponenza da parte di chi governa, ma neppure da parte di chi pensa di essere elite culturale, questo è condizione essenziale altrimenti il mondo dello spettacolo può venire a manifestare sotto il mio balcone ma non troverà mai interlocuzione, non accetto atteggiamento improntati solo alla presunzione che la politica non debba occuparsi del teatro”.

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