Messina:al Palacultura la mostra “La nuova Messina: un’idea di città da ricostruire”

 

Inaugurata al Palacultura “Antonello da Messina” dal Sindaco Cateno De Luca, la Mostra “La nuova Messina: un’idea di città da ricostruire (ieri, oggi, domani). Itinerario retrospettivo sulla rinascita e sviluppo della città dopo il 1908”. La mirabile esposizione, costituita da preziosi carteggi e documenti appartenenti all’Archivio Storico Comunale “Nitto Scaglione”, allestiti in maniera originale e funzionale, è stata coordinata dall’Assessore alla Cultura Enzo Caruso e curata dall’arch. Carmelo Celona, cui hanno collaborato gli architetti Gisella Schirò e Marco Bombaci.

La rassegna, inserita nel programma della Mostra diffusa “Come l’Araba Fenice. Messina e il Laboratorio della Rinascita” è stata introdotta dagli interventi dell’Assessore ai Beni Culturali e Ambientali Salvatore Mondello, e degli architetti Celona e Schirò che hanno illustrato i progetti realizzati dall’Amministrazione comunale per la “Messina del domani”.
La mostra è visitabile da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 13; martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17; e sabato e domenica in concomitanza con lo svolgimento dei concerti nell’Auditorium.

“Come l’Araba Fenice: Messina e il Laboratorio della Rinascita”: inizia oggi la Mostra diffusa sul territorio nel periodo natalizio

 

Parte oggi, lunedì 13,fra poco, la Mostra diffusa dal tema “Come l’Araba Fenice: Messina e il Laboratorio della Rinascita” – Opere, Immagini, Carteggi e Progetti di Messina tra passato, presente e futuro, organizzata dall’Assessore alla Cultura Enzo Caruso con il contributo di Enti, Associazioni e soggetti privati. Di seguito il primo appuntamento.

SOPRINTENDENZA BB. CC. AA. – Ex Cappella Buon Pastore
Oggi – lunedì 13 ore 17 – Inaugurazione della Mostra
“Uno sguardo sul patrimonio di immagini e documenti della Soprintendenza dei Beni culturali di Messina”
Interventi musicali a cura di Daniele Testa violino, Gianluca Sturniolo pianoforte digitale
Orari di visita: Lunedì – Venerdì ore 10-12,30 ; Lunedì-Mercoledì ore 15-17,30.
Aperture straordinarie: Sabato 18 dicembre e Sabato 8 gennaio ore 17.30 – 22.30.

Mostra a Pozzallo venerdì 6 Agosto: “DAL SEGNO ALLA REALTA’. Storie e relazioni fra arte e design”

Venerdì 6 agosto alle ore 19, negli spazi della Galleria SACCA a Pozzallo, verrà inaugurato un nuovo progetto espositivo intitolato “Dal segno alla realtà. Storie e relazioni fra arte e design”. La mostra, curata da Giovanni Scucces, proporrà una contaminazione fra arte contemporanea e design, con opere di artisti e designer quali Alessio Barchitta, Desideria Burgio, Gabriele D’Angelo, Alessandra Grasso, Manuele Mirabella, Stella Orlandino, Mario Trimarchi e del sodalizio fra Mimma Occhino e Margherita Alioto.

Dal segno alla realtà è una mostra in cui viene a crearsi un cortocircuito fra il design e l’arte contemporanea, fra l’utile e il superfluo, fra il disegno con funzione progettuale e/o decorativa e il disegno contemplativo e riflessivo più legato all’idea di opera d’arte.
Una serie di disegni e di bozzetti, corredati da brevi pannelli esplicativi, si faranno portavoce di storie, ci condurranno alla scoperta del processo creativo che sta dietro alle varie opere. I lavori in mostra sono realizzati con diverse tipologie di materiali (legno, marmo, acciaio, gommapiuma, vetro, ecc.). Alcuni nascono per essere funzionali a qualcosa, altri no.
A fare da trait d’union fra tutti c’è il tratto, quel gesto primordiale che fissa i pensieri su carta (o su altri supporti) e che poi, in alcuni casi, vedranno la luce trasformandosi in qualcosa con una propria consistenza materica, tangibile, scultorea. Cosicché quel pensiero, partendo dal segno e attraverso di esso, diventa realtà.

Un progetto voluto per convogliare all’interno di un’unica mostra le due principali anime di SACCA, in modo da mettere in luce il confine fra le due materie, provare a interrogarsi su dove finisca l’una e inizi l’altra, quali siano i punti d’incontro e le differenze. Consci del fatto che non ci siano regole assolute e che basta poco per valicare i confini fra le due cose.

La mostra potrà essere visitata fino al 20 settembre, dal martedì al sabato. Nel mese di agosto la galleria sarà aperta dalle ore 18 alle 21. Da settembre gli orari sono soggetti a variazioni, si consiglia pertanto di consultare il sito web o i canali social di SACCA.

SACCA gallery espone “Dal segno alla realtà. Storie e relazioni fra arte e design

 

 

Venerdì 6 agosto alle ore 19, negli spazi della Galleria SACCA a Pozzallo, verrà inaugurato un nuovo progetto espositivo intitolato “Dal segno alla realtà. Storie e relazioni fra arte e design”. La mostra, curata da Giovanni Scucces, proporrà una contaminazione fra arte contemporanea e design, con opere di artisti e designer quali Alessio Barchitta, Desideria Burgio, Gabriele D’Angelo, Alessandra Grasso, Manuele Mirabella, Stella Orlandino, Mario Trimarchi e del sodalizio fra Mimma Occhino e Margherita Alioto.

Dal segno alla realtà è una mostra in cui viene a crearsi un cortocircuito fra il design e l’arte contemporanea, fra l’utile e il superfluo, fra il disegno con funzione progettuale e/o decorativa e il disegno contemplativo e riflessivo più legato all’idea di opera d’arte. Una serie di disegni e di bozzetti, corredati da brevi pannelli esplicativi, si faranno portavoce di storie, ci condurranno alla scoperta del processo creativo che sta dietro alle varie opere. I lavori in mostra sono realizzati con diverse tipologie di materiali (legno, marmo, acciaio, gommapiuma, vetro, ecc.). Alcuni nascono per essere funzionali a qualcosa, altri no. A fare da trait d’union fra tutti c’è il tratto, quel gesto primordiale che fissa i pensieri su carta (o su altri supporti) e che poi, in alcuni casi, vedranno la luce trasformandosi in qualcosa con una propria consistenza materica, tangibile, scultorea. Cosicché quel pensiero, partendo dal segno e attraverso di esso, diventa realtà.

Un progetto voluto per convogliare all’interno di un’unica mostra le due principali anime di SACCA, in modo da mettere in luce il confine fra le due materie, provare a interrogarsi su dove finisca l’una e inizi l’altra, quali siano i punti d’incontro e le differenze. Consci del fatto che non ci siano regole assolute e che basta poco per valicare i confini fra le due cose.

La mostra potrà essere visitata fino al 20 settembre, dal martedì al sabato. Nel mese di agosto la galleria sarà aperta dalle ore 18 alle 21.

Originale esposizione d’arte a Messina su alcuni stili di combattimento

 

Esposta da oggi a Messina – Palazzo Zanca- la “Via della Verità”

Alla presenza dell’Assessore alla Cultura Enzo Caruso, dell’Esperto comunale di Arte Contemporanea Alex Caminiti e del Direttore Tecnico e Presidente nazionale dell’A.I.K.K. (Associazione Italiana Karate Kyokushinkai) Shihan Tsutomu Wakluchi, è esposta da oggi nel Transatlantico di Palazzo Zanca “Via della Verità”, nuova creazione del gruppo Gas collettivo d’arte indipendente con il contributo di una nuova artista, la messinese Aurora Previti.

Questa mostra – sottolinea l’Assessore Caruso – è un segnale di ripresa, di apertura e di riconquista di uno spazio ed, insieme a ciò che oggi offre Palazzo Zanca, speriamo presto di poter affiancare altri spazi presenti al PalaCultura e a Santa Maria Alemanna. Luoghi non soltanto di aggregazione, ma per vivere e respirare cultura, potendosi confrontare con artisti che oggi più che mai hanno desiderio di ritrovare luoghi e spazi”. L’esposizione, aperta al pubblico secondo le norme anti Covid 19, si basa sulle forme animali che hanno contraddistinto alcuni stili di combattimento. Ogni atleta del Kyokushinkai infatti ha una struttura sia fisica che mentale e gli viene conferito un alter ego animale; si gioca su dieci immagini fantastiche che rappresentano in maniera pop lo stile del Kyokushin Karate  (“Via della verità” o “Verità assoluta” – Kyokushinkai significa letteralmente “Associazione per l’estrema verità”). 

Si tratta di uno stile di karate fondato dal maestro Masutatsu Ōyama ufficialmente nel 1961 in occasione dell’apertura di un dojo a Los Angeles, sebbene Oyama fosse noto anche fuori dei confini del Giappone, e in particolare negli Stati Uniti, già dagli anni cinquanta. Ispirato al Confucianesimo e alla filosofia Zen, questo stile di Karate rappresenta la sintesi delle esperienze del maestro Oyama, che sin da giovanissimo si è dedicato alle arti marziali praticando il Judo e il pugilato. Determinante per la sua formazione la frequentazione del dojo di Gichin Funakoshi, futuro fondatore del Karate Shotokan, presso l’Università Takushoku, dove inizia a studiare con dedizione il Karate di Okinawa.

Tra le esperienze del fondatore del Kyokushinkai il biennio nella Butokukai, l’accademia formativa dell’Arma Imperiale Giapponese specializzata in guerriglia, spionaggio e combattimento a mani nude. Lo stile Kyokushin si basa su una severa disciplina e un allenamento particolarmente rigoroso anche perché in gara si prevede il contatto pieno e nessuna protezione, pur essendo vietati i pugni al volto. I gradi di abilità sono distinti con vari colori delle cinture che gli allievi indossando su una divisa, rigorosamente bianca, e sono nell’ordine bianco, arancione, blu, giallo, verde, marrone e nero.

L’Associazione IKO (IKO1) “International Karate Organization” ha sede a Tokyo; al vertice dell’organizzazione Kancho Shokei Matsui, che ha sostituito Sosai Mas Oyama dopo la sua morte. L’organizzazione risulta comunque divisa perché altri illustri allievi ritengono di essere i veri eredi dello stile di Oyama. Al Presidente nazionale dell’A.I.K.K. (Associazione Italiana Karate Kyokushinkai) Shihan Tsutomu Wakluchi è stato consegnato dall’Assessore Caruso il crest della città di Messina. L’esposizione è visitabile sino a settembre 2021.

Sabato 17 aprile inaugurazione a Pozzallo della mostra “Dikotomica”

Sabato 17 aprile alla galleria SACCA di Pozzallo verrà inaugurata la mostra Dikotomica”, bipersonale degli artisti Simone Stuto e Giuseppe Vassallocurata da Giovanni Scucces e Mariateresa Zagone e accompagnata da un testo critico di quest’ultima (in allegato).

L’opening sarà spalmato nel corso di tutta la giornata, dalle ore 10 alle 20 (con una pausa fra le 13 e le 15). In ogni caso la galleria d’arte dispone anche di un ampio spazio esterno in cui poter sostare. Eventuali cambiamenti verranno comunicati nei giorni a ridosso dell’apertura.

 

Dikotomica è un progetto che ha i suoi cardini nella ricerca figurativa e nella condizione esistenziale dell’uomo. I due artisti in dialogo affrontano il tema della relazione con l’alterità, cioè con il mondo esterno e con l’estraneità, attraverso due modalità contrapposte nel rapporto fra soggetto e oggetto. Da un lato l’introspezione e lo scavo psichico rivelatori delle profondità dell’io, dall’altro la melanconia estatica ed estetica che scaturisce dall’incontro/scontro col reale. A rendere manifeste queste polarità concorrono due linguaggi differenti: da una parte la distorsione di un disegno nervoso e spezzato come quello di Stuto, dall’altra la sequenza di frames dalla controllata struttura formale che si dipanano in un’incredibile varietà di grigi in Vassallo.

Espressionistico, grafico e pittorico il primo, impressionistico foto-grafico e cinemato-grafico il secondo, entrambi però procedono seguendo un moto bidirezionale che va dall’interno all’esterno e dall’io al mondo.

Al cospetto di queste opere, scrive la Zagone, sono rintracciabili dei richiami alla tradizione visiva e alla Storia dell’Arte, da Bosh ad Hammershøi, da Bacon ad Hopper, da Pontormo a Casorati.

 

Simone Stuto (Caltanissetta, 1991) vive e lavora tra Biella (BI) e Racalmuto (AG). Termina gli studi nel 2016 dopo una laurea in Pittura e una specializzazione in Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Ha all’attivo già diverse collaborazioni e mostre in gallerie e spazi pubblici in Italia.

Giuseppe Vassallo (Palermo, 1990), dopo una laurea in Progettazione Allestimenti presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, termina gli studi nel 2018 specializzandosi in Grafica d’Arte presso la stessa istituzione. Collabora con diverse gallerie e partecipa a varie mostre in Italia e all’estero. È stato selezionato dalla giura presieduta da Philippe Daverio per la mostra finale del “Premio Mestre di Pittura 2020”. Nel 2018 ottiene una residenza d’artista, con mostra personale finale, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.

Sarà possibile visitare la mostra fino al 29 maggio secondo i consueti orari di apertura della galleria o su appuntamento.

Allestita a Palazzo Zanca (Messina) la mostra “Il filo dell’Anima”

MESSINA

La mostra fotografica “Il filo dell’anima” inaugurata, l’otto marzo scorso, a Palazzo dei Leoni è stata trasferita a Palazzo Zanca (Messina)e allestita lungo la scalinata, dove rimarrà in esposizione sino al 10 aprile. L’iniziativa, condivisa dal Vicesindaco Carlotta Previti e dall’Assessore alle Pari Opportunità Laura Tringali per sensibilizzare la necessità di affidarsi alla prevenzione come scelta primaria per proteggere la salute dei singoli, è stata realizzata da Ursula Costa in collaborazione con l’Associazione Salus “Carmelo Antonio D’Agostino” che ha sede legale e operativa presso il reparto di oncologia medica dell’Ospedale San Vincenzo di Taormina.

Il progetto artistico ha come protagoniste alcune donne, accomunate dal difficile percorso della malattia e da una forza straordinaria che trasforma ogni foto in un emozionante inno alla vita. L’intreccio infinito delle storie vissute sarebbe rimasto nell’ambito, limitato delle vicende personali, se non fosse scattata quella scintilla di genio e follia che ha portato la fotografa Costa a mettere la sua arte in contatto con l’associazione Salus e con alcune donne malate di tumore. Ben lontana dall’essere una semplice ricerca della bellezza, la mostra condensa, in dieci splendidi scatti, una narrazione complessa che inizia da una idea semplice, un laboratorio fotografico, e si sviluppa in quella fucina di aiuti e di calore umano che è l’associazione Salus.

Nata nel dicembre 2010, grazie all’azione della professoressa Grazia Paino, per rivolgere un’attenzione in più alle persone in trattamento chemioterapico, la onlus è dedicata alla memoria del dott. Carmelo Antonio D’Agostino, medico chirurgo che ha prestato la sua opera all’Ospedale San Vincenzo di Taormina, venuto a mancare nel 2007 a seguito di una malattia oncologica.

Alla mostra fotografica seguirà a breve – come annunciato dalla presidente Paino – un progetto di alternanza scuola-lavoro che coinvolgerà sul tema oncologico gli studenti dei licei messinesi di indirizzo biomedico orientato a sensibilizzare su una realtà che non è circoscritta ad un ospedale o alla malattia che “capita a qualcuno”, ma riguarda tutti anche coloro che, se pur giovani, stanno già costruendo il percorso della propria vita.

“Dikotomica”,bipersonale di Simone Stuto e Giuseppe Vassallo

 

Fervono i preparativi per la prossima mostra targata SACCA. Appuntamento a Pozzallo fissato per sabato 17 aprile 2021 con “Dikotomica”bipersonale degli artisti Simone Stuto e Giuseppe VassalloCurata da Giovanni Scucces e Mariateresa Zagone, sarà accompagnata da un testo critico di quest’ultima.

Per permettere una visita in tutta calma e sicurezza è stato pensato un opening spalmato nel corso di tutta la giornata, dalle ore 10 alle 20 (con una pausa fra le 13 e le 15). In ogni caso la galleria dispone anche di un ampio spazio esterno in cui poter sostare.

Dikotomica è un progetto che ha i suoi cardini nella ricerca figurativa e nella condizione esistenziale dell’uomo. I due artisti in dialogo affrontano il tema della relazione con l’alterità, cioè con il mondo esterno e con l’estraneità, attraverso due modalità contrapposte nel rapporto fra soggetto e oggetto. Da un lato l’introspezione e lo scavo psichico rivelatori delle profondità dell’io, dall’altro la melanconia estatica ed estetica che scaturisce dall’incontro/scontro col reale. A rendere manifeste queste polarità concorrono due linguaggi differenti: da una parte la distorsione di un disegno nervoso e spezzato come quello di Stuto, dall’altra la sequenza di frames dalla controllata struttura formale che si dipanano in un’incredibile varietà di grigi in Vassallo. Espressionistico, grafico e pittorico il primo, impressionistico foto-grafico e cinemato-grafico il secondo, entrambi però procedono seguendo un moto bidirezionale che va dall’interno all’esterno e dall’io al mondo. Al cospetto di queste opere, scrive la Zagone, sono rintracciabili dei richiami alla tradizione visiva e alla Storia dell’Arte, da Bosh ad Hammershøi, da Bacon ad Hopper, da Pontormo a Casorati.

Simone Stuto (Caltanissetta, 1991) vive e lavora tra Biella (BI) e Racalmuto (AG). Termina gli studi nel 2016 dopo una laurea in Pittura e una specializzazione in Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Ha all’attivo già diverse collaborazioni e mostre in gallerie e spazi pubblici in Italia.

Giuseppe Vassallo (Palermo, 1990), dopo una laurea in Progettazione Allestimenti presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, termina gli studi nel 2018 specializzandosi in Grafica d’Arte presso la stessa istituzione. Collabora con diverse gallerie e partecipa a varie mostre in Italia e all’estero. È stato selezionato dalla giura presieduta da Philippe Daverio per la mostra finale del “Premio Mestre di Pittura 2020”. Nel 2018 ottiene una residenza d’artista, con mostra personale finale, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.

Sarà possibile visitare la mostra fino al 29 maggio secondo i consueti orari di apertura della galleria o su appuntamento.

 

“Supersacca”,progetto espositivo in galleria a Pozzallo

Sabato 5 dicembre alla galleria SACCA Contenitore di sicilianità a Pozzallo, parte la mostra “Supersacca”, curata da Giovanni Scucces.

La consueta inaugurazione verrà sostituita da una serie di contenuti fotografici e video dell’allestimento e dei lavori esposti che saranno pubblicati nel sito e nei canali social della galleria .

Super può essere sia aggettivo che prefisso. Può esprimere un qualcosa al disopra dell’ordinario, quindi di eccezionale, ma anche un eccesso. Questo progetto, infatti, può essere ritenuto eccezionale perché non capita tutti i giorni-afferma l’organizzazione dell’evento – presentare una mostra con diversi artisti (di rilievo e giovani talenti) all’interno di una galleria, per giunta in un periodo particolare come quello attuale. Può essere anche un “eccesso”, in senso lato, inteso più come sovrabbondanza. Infatti SACCA, con questo progetto, oltre a presentare il lavoro di alcuni artisti con cui collabora abitualmente, accoglie anche diversi nomi che si distinguono nella scena artistica contemporanea per qualità e talento, a vari livelli, sia in Italia che all’estero.

 

 

Gli artisti coinvolti sono: Sabrina Annaloro, Alessio Barchitta, Ilde Barone, Giovanni Blanco, Giuseppe Bombaci, Sandro Bracchitta, Desideria Burgio, Rosario Calabrese, Daniele Cascone, Rita Casdia, Claudio Cavallaro, Giuseppe Colombo, Giuseppe Costa, Federica Culotta, Francesco Cuttitta, Emilia Faro, Franco Fratantonio, Loredana Grasso, Marilina Marchica, Giuseppe Mendolia Calella, Manuele Mirabella, Dario Nanì, Carmelo Nicotra, Ettore Pinelli, Maurizio Pometti, Cetty Previtera, Francesco Rinzivillo, Salvo Rivolo, Gabriele Salvo Buzzanca, Ignazio Schifano, Federico Severino, Linda Sofia Randazzo, Carla Sutera Sardo, Samantha Torrisi, Giuseppe Vassallo, Sara Vattano, Giovanni Viola, Vlady (Vladyart).

Un progetto voluto per fare rete, unire le energie, coinvolgere e promuovere un considerevole numero di artisti al di là di progetti strutturati, al momento difficilmente realizzabili.

La mostra potrà essere visitata fino al 23 gennaio, dal martedì al sabato, secondo i consueti orari d’apertura della galleria (con ingressi scaglionati in caso di più di 2 persone) o su appuntamento. In considerazione dell’attuale periodo si consiglia di consultare preventivamente eventuali cambiamenti attraverso il nostro sito web e i canali social. Inoltre, all’interno del sito verrà creata una sezione in cui saranno caricate tutte le opere in esposizione e tanti altri contenuti a supporto, per poter ammirare e scegliere ovunque ci si trovi i lavori in mostra.

 

 

ARCHEOLOGIA SUBACQUEA: UNA MOSTRA INEDITA A PALAZZO REALE DI PALERMO APERTA OGGI FINO AL 31 GENNAIO 2021

 

 La mostra, promossa dalla Fondazione Federico II,  apre oggi 16 settembre a Palazzo Reale di Palermo nelle Sale Duca di Montalto, dove resterà visitabile  fino al 31 gennaio 2021.   Le comunicazioni che riceviamo in redazione -Sud Libertà- sono, comprese immagini e foto, della Fondazione Federico II  che vuol dare l’idea di lettura dell’antichità

Ricostruire la storia del Mediterraneo – lungo un percorso articolato in 8 sezioni, dalla geologia ai giorni nostri, passando per il commercio, le guerre, le navigazioni e l’archeologia subacquea – assume un significato che è solo marginalmente “espositivo”. Il tentativo, certamente ardito e sicuramente apprezzabile della Fondazione Federico II e del Comitato Scientifico multidisciplinare con la collaborazione di decine di prestigiose istituzioni museali, è di raccontare e trasferire al visitatore “un” concetto di Mediterraneo per dargli accesso alla sua “anima”, pur nelle diverse sfaccettature e opinioni messe in evidenza nel tempo da autori come Braudel, Abulafia e Broodbank. L’obiettivo è dichiarato: donare al visitatore una chiave di lettura dell’antichità per rituffarlo improvvisamente nel presente e fargli percepire cosa era il Mediterraneo ieri e cosa è diventato oggi. Ecco perché l’ultima sezione è intitolata “Il Mediterraneo. Oggi”, un reportage crudo e senza filtri, opera della fotografa Lucia Casamassima e del giornalista Carlo Vulpio, che avverte: “non ci troviamo di fronte ad un melting pot e nemmeno di fronte a diversità da tenere assieme, bensì a tante identità e culture profonde. E’ il più grande condominio del mondo, all’interno della quale ognuno considera gelosamente nostrum la fetta di mare da cui è bagnato”.

Anfora greco-italica dalle Egadi

UN RACCONTO ATTRAVERSO OLTRE 300 REPERTI – E allora pronti a incunearsi letteralmente in Terracqueo, nelle Sale Duca di Montalto del Palazzo Reale di Palermo, dentro un racconto scandito da 324 reperti, ognuno con un significato legato alla narrazione, costruita grazie a lavoro corale coordinato dalla Federico II col Comitato scientifico, in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali e il Centro Regionale per il Restauro, con numerosi musei regionali e civici, soprintendenze, con la prestigiosa collaborazione di musei nazionali come il Museo Archeologico Nazionale di Napoli “Mann”, i Musei Capitolini e il Museo Etrusco di Volterra. Un prezioso e proficuo supporto, poi, giunge dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Palermo e dal Museo “G.G. Gemmellaro” e le tre Fondazioni (Fondazione Sicilia, Fondazione Mandralisca e Fondazione Whitaker). Determinante il contributo concreto di importanti studiosi tra i quali Luigi Fozzati, Stefano Medas, Marco Anzidei, Nino Buttitta, Massimiliano Marazzi, Caterina Greco, Carlo Beltrame, Carla Aleo Nero, Babette Bechtold, Giulia Boetto e Marilena Maffei.

Otto “step” narrativi attendono il visitatore, che diventa viaggiatore sia nel tempo, attraversando millenni, che nello spazio sia esso marino, sopra e sott’acqua o nella terraferma : “Un mare di storia”, “Un mare di migrazioni”, “Un mare di commerci”, “Un mare di guerra”, “Un mare da navigare”, “Un mare di risorse”, “Archeologia subacquea: passato e presente”, “Il Mediterraneo. Oggi”.

IL PERCORSO ESPOSITIVO –  12 rostri, 19 elmi, 65 monete, 20 ancore, 24 anfore. Sono solo alcuni dei 324 reperti esposti. L’oggetto diventa il tassello di una storia antropologica. Il percorso espositivo inizia con un reperto di richiamo internazionale: l’Atlante Farnese, realizzato nel II secolo d. C. prendendo spunto da una più antica scultura di fase ellenistica.  “È stato volutamente collocato all’inizio del percorso”, spiegano i curatori,  “perché incarna la visione della mostra. E’ il simbolo della ricerca di una rotta oggi troppo spesso smarrita. Oltre al valore estetico suscita un interesse di natura scientifica: Atlante sorregge il globo celeste sul quale stesso vengono correttamente raffigurate le costellazioni, la precessione degli equinozi e alcuni meridiani e paralleli, di fatto una sbalorditiva sintesi tra arte e astronomia, già attestata in tempi antichi”.

Atlante Farnese

Tra i reperti c’è anche la Nereide su Pistrice databile ai primi decenni del I secolo d. C., venne ritrovata nella villa che Publio Vedio Pollione fece costruire sulla collina un tempo chiamata Pausilypon oggi Posillipo. La particolarità della Nereide di Posillipo è che non rientra in schemi confrontabili, esclusa la possibilità che possa derivare da un modello ellenico del IV-III secolo a. C. di derivazione scopadea.

Un altro spaccato di vita è rilevato dal Louterion ritrovato nel relitto di Panarea III: ci conferma infatti la presenza a bordo di altari destinati a riti propiziatori connessi alla navigazione, riconducendo alla natura umana che da sempre nei percorsi rivolti verso l’ignoto si affida alla preghiera.

Il Cratere del Venditore di tonno, databile alla prima metà del IV secolo a.C. in un’area che si è inclini a localizzare in Sicilia, svela una scena di grande attualità, ricorrente anche nei mercati rionali odierni e testimonia la perpetuazione delle antiche tradizioni fino ai nostri giorni: un venditore di pesce sta affettando un tonno su un ceppo e il compratore per concludere l’acquisto è provvisto di una moneta.

Cratere del venditore di tonno

ALLESTIMENTO MULTIMEDIALE – La Fondazione Federico II ha integrato la narrazione con un allestimento multimediale così da rendere l’esperienza più reale. Chi entra darà sin dal corridoio di ingresso un’esperienza immersiva, “nuotando” virtualmente nei fondali marini grazie all’installazione curata da Sinergie Group. Si avrà modo, inoltre, di comprendere come tutto ebbe inizio grazie ad un “solido interattivo” realizzato da TEICHOS in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, ENEA e INGV. A partire dal Giurassico la collisione di due grandi placche tettoniche originò il Mediterraneo, ex Mar della Tetide.

Anche l’ultima sezione, “Il Mediterraneo. Oggi”, che può considerarsi una mostra nella mostra ha un taglio immersivo-multimediale. Un viaggio lungo otto mesi in 17 Paesi ha dato vita al reportage firmato dal giornalista Carlo Vulpio e dalla fotografa Lucia Casamassima, che nell’allestimento di Terracqueo ingloba il visitatore in mezzo a due pareti fotografiche, animate dall’video animation creator Luca Daretti. Sarà come ripiombare nel presente: non solo attraverso i suoi 46 mila chilometri di litorale, quello è solo l’affaccio sul mare, ma anche nel suo “spazio dilatato” (come lo chiama Maurice Aymard), cioè in quelle aree interne e distanti dalle rive mediterranee – in Africa e in Asia, ma anche nell’Europa balcanica – che vivono in diretta relazione con tutto ciò che avviene in questo luogo unico.

Una delle installazioni multimediali

Un’altra installazione riguarda le immagini raffigurate nel Cratere del naufragio (VIII sec. a. C., Ischia – Pithecause). È stata voluta all’interno di Terracqueo dalla Fondazione Federico II poiché simboleggia il naufragio, tema di grande attualità oggi come allora. Il Cratere fu ritrovato ad Ischia all’interno di una tomba nella necropoli di San Montano, risale all’VIII secolo a.C. . L’installazione video è stata curata da Teichos (Servizi e Tecnologie per l’archeologia), Salvatore Agizza e Federico Baciocchi.

I rostri nel suggestivo allestimento

Emergono elementi di una memoria indelebile sulla natura dell’uomo e il suo rapporto col Mediterraneo, narrando emozioni che riconducono al mare con il suo significato dicotomico, come luogo di speranza per approdare in una nuova terra, dove costruire un futuro migliore, o abisso in cui si consumano drammatici naufragi”….