Nel conflitto Israele -Libano tre giornalisti (emittente Al-Mayadeen) vengono uccisi in un raid aereo israeliano

 

Tra le vittime di guerra nel conflitto Israele-Libano è il turno oggi di tre i giornalisti uccisi in un raid aereo israeliano contro una guesthouse dove alloggiavano anche altri reporter nel Libano orientale, vicino al confine con la Siria. Tra le vittime, si contano un cameraman e un ingegnere che lavoravano per l’emittente filo-iraniana Al-Mayadeen e un cameraman che lavorava per la tv Al-Manar di Hezbollah. Altri reporter presenti sulla scena hanno affermato che il bungalow in cui dormivano i giornalisti  è stato preso di mira direttamente.

Guerra Israele-Hamas e Medio Oriente, le news di oggi 4 aprile - La Stampa
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Le Idf hanno intanto annunciato l’uccisione del capo delle forze di elite di Hezbollah, Radwan, per la regione di Aitaroun nel sud del Libano. Si tratta di Abbas Adnan Moslem, secondo i militari israeliani responsabile di numerosi attacchi missilistici contro truppe e città israeliane dalla zona di Aitaroun.

Israele colpisce scuola a Gaza credendo che vi fossero terroristi: “Almeno 17 morti e 42 feriti”

Altri appunti di guerra.    Secondo il ministero della Salute della Striscia, un attacco aereo israeliano avvenuto ieri contro una scuola nel centro di Gaza che ospitava palestinesi sfollati avrebbe ucciso almeno 17 persone e ne avrebbe ferite altre 42. L’esercito israeliano ha affermato  che stava prendendo di mira i “terroristi di Hamas” quando ha colpito la scuola.

Talebani, campioni del mondo da oltre trent’anni come “tagliagola” degli Americani e alleati, ora dicono a tutti di essere degli “Angeli”

 

Dodicenne taglia la gola a una "spia" afgana L'ultima frontiera talebana  dell'orrore - esteri - Repubblica.it

Nell’immagine d’Archivio un ragazzo talebano dodicenne ha tagliato la gola ad un “nemico”

Aeroporto di kabul come un vero inferno. Diciassette persone sono rimaste ferite nella calca che si è formata in corrispondenza di uno dei varchi dell’aeroporto…

 Proteste antitalebani in almeno due città, quelle di Jalalabad e Khost. Nella prima  i Talebani  hanno aperto il fuoco contro i manifestanti – “centinaia”,  scesi in strada con enormi bandiere afghane da contrapporre a quella dei Talebani – e picchiato dimostranti e reporter. Jalalabad, capoluogo della provincia orientale di Nangarhar, è da tre giorni in mano agli ‘eredi’ del movimento del mullah Omar. Al-Jazeera ha riferito di almeno due morti e dieci feriti.

Anche a Khost, capoluogo dell’omonima provincia, tante persone sono scese in strada, anche qui la protesta è degenerata e i Talebani hanno aperto il fuoco “in modo indiscriminato”. Giovani  si sono radunati nella provincia di Kunar e di video che arrivano dal capoluogo Asadabad dove la bandiera afghana è stata issata su un minareto. Sabato scorso i Talebani hanno rivendicato di avere il controllo della città.

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Nella provincia di Bamiyan è stata distrutta la statua di Abdul Ali Mazari, un leader sciita che combatté i Talebani durante la guerra civile negli anni Novanta. Mazari, esponente carismatico della minoranza hazara, venne assassinato dai Talebani nel 1996, quando il gruppo allora guidato dal mullah Omar prese il potere nel Paese. La provincia di Bamiyan è tristemente nota per aver ospitato anche le enormi statue dei Buddha distrutte con la dinamite dai Talebani poco prima dell’intervento militare americano nel 2001.

– A Kabul ci sarebbe stato un incontro tra l’ex presidente afghano Hamid Karzai, l’ex ‘chief executive’ e rappresentante per i negoziati di pace Abdullah Abdullah e Anas Haqqani.

 – Ashraf Ghani, che ha lasciato la presidenza afghana domenica con l’arrivo dei Talebani a Kabul, è negli Emirati Arabi Uniti.  Il dicastero precisa che “gli Emirati hanno accolto Ashraf Ghani e la sua famiglia nel Paese per motivi umanitari”.