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Oltre all’imprenditore Francesco Augusto Russo Morosoli, di 41 anni, e al dirigente dell’area tecnica del Comune di Linguaglossa, Francesco Barone, di 65 anni, indagati per turbata libertà degli incanti e corruzione, ci sono, fra i 26 indagati, un commissario capo del Corpo forestale, Luca Ferlito, indagato nell’inchiesta della Procura di Catania sull’affidamento della gara per escursioni sull’Etna all’imprenditore Francesco Augusto Russo Morosoli.
Il primo è accusato di favoreggiamento e danneggiamento di beni destinati a un servizio pubblico, il secondo -Luca Ferlito (nella foto) per rivelazioni del segreto d’ufficio.
Ferlito, il forestale,attuale Commissario del Parco dei Nebrodi,scelto dal governatore Musumeci, è accusato dalla Procura e dal Pubblico Ministero di avere fornito notizie segrete su controlli da effettuare su una ditta ‘rivale’ dell’imprenditore Morosoli. Il Gip, ha rigettato una richiesta cautelare nei suoi confronti, ha ritenuto “insussistenti i gravi indizi per il reato di corruzione” in concorso con Morosoli. Ma l’accusa resta e la finalità del comportamento del commissario della forestale Ferlito risulta sospetta quantomeno perchè sussiste una violazione di segreti d’ufficio. Gli inquirenti svolgono indagini sul Ferlito per sapere il suo ruolo esatto e l’ambito della corruzione che avvolgerebbe il forestale.
Turbativa della gara d’incanto è il reato contestato al sindaco di Linguaglossa, Salvatore Puglisi, per il quale il Gip ha rigettato una richiesta cautelare avanzata dalla Procura “non essendo ritenuti i gravi indizi per il reato” contestato. Indagato anche un ‘rivale’ del gruppo Morosoli, Carmelo Cavallaro, che sarebbe stato escluso da una gara e che ai Pm ha negato di avere subito minacce e intimidazioni per non partecipare: la Procura gli contesta il reato di false informazioni al Pubblico Ministero.
Angelo Pulvirenti,nella foto a sinistra,sindaco di Nicolosi eletto nel 2017 ,come Puglisi, è invece indagato per aver accettato ingenti sponsorizzazioni – 150mila euro – per eventi comunali fra l’anno scorso e il 2018 dall’impero imprenditoriale di Russo Morosoli. Denaro che in realtà, per il Pubblico Ministero sarebbe il corrispettivo per il compimento da parte del sindaco di atti contrari ai doveri d’ufficio. Nel mirino di Russo Morosoli, infatti, ci sarebbero state le procedure varate dalla precedente amministrazione del sindaco Nino Borzì – «denigrato» quest’ultimo,in virtù” dell’uso improprio e spregiudicato» della tv privata dell’imprenditore, Ultima Tv. Borzì sarebbe stato l’amministratore sindaco infatti, a favorire il riscatto della funivia di Etna sud e a creare i presupposti i per un bando di concessione dell’esercizio della funivia di Etna sud, in scadenza nel 2022. In mezzo a questa rete e complesso sistema di rapporti con la politica locale e le Autorità locali, secondom l’accusa, ci sono i “favoritismi” di un forestale,Ferlito…..
I nomi delle persone indagate e rinviate a giudizio:
Francesco Augusto Russo Morosoli
Salvatore Di Franco
Francesco Barone
Biagio Ragonese
Orazio Distefano
Simone Agatino Lo Grasso
Antonio Natale Rizzo
Salvatore Puglisi (sindaco di Linguaglossa)
Concetto Bellia
Stefania Russotti
Angelo Pulvirenti (Sindaco di Nicolosi)
Graziano Calanna (Sindaco di Bronte)
Alessandro Galante
Gianluca Ferlito ( Commissario della “Forestale” di Nicolosi e Commissario del Parco dei Nebrodi)
Antonino De Marco
Alberto Puglisi
Sebastiano Musmeci
Mario Taller
Gianni Trepin
Alberto Felicetti
Stefano Felice Branca
Angelo Nicotra
Orazio Consoli
Giuseppe Dentici
Carmelo Cavallaro
Russo Morosoli con Salvatore Di Franco e Simone Agatino Lo Grasso, che “agivano in sinergia fra loro anche in ragione della comunità d’attività di impresa”, avevano in Francesco Barone, dirigente del Comune di Linguaglossa, il loro ‘asse di mazze’, come è definito in un’intercettazione ascoltata dalla guardia di finanza. Lo rileva il Gip Giuliana Sammartino nel disporre per loro gli arresti domiciliari e motivando il provvedimento con il loro “inserimento in una fitta rete di relazioni all’interno delle amministrazioni locali” e con la “spregiudicatezza dimostrata negli anni nel perpetrare e organizzare condotte criminose, consumate fino a data recente”.
Oltre al rischio reiterazione del reato il Gip sottolinea anche il “pericolo di inquinamento delle prove” rilevando che gli indagati “risultavano a conoscenza da tempo delle indagini del presente procedimento grazie alle capillari infiltrazioni all’interno degli uffici giudiziari”. Il Gip definisce “allarmante un accesso abusivo al sistema informatico della Procura” di Catania per “captare aggiornamenti sul fascicolo e sugli indagati”.
Un comportamento che per la Procura di Catania era inserito all’interno di un’associazione per delinquere per commettere reati contro la Pubblica amministrazione, ipotesi che il Gip ha rigettato in sede di esigenze cautelari.
Secondo i Pm, Russo Morosoli quale rappresentante “della Star srl e della Funivia dell’Etna e di Ultima Tv srl” ne “era il promotore” e usava i suoi “mezzi finanziari e le relazioni consolidate con soggetti pubblici” per “mantenere e consolidare il monopolio delle sue aziende sul settore turistico sui versanti dell’Etna”. Lo avrebbe fatto anche, sostiene la Procura, “mantenendo rapporti con esponenti del mondo politico e istituzionale e utilizzando l’emittente Ultima Tv per denigrare potenziali concorrenti”. Staremo a vedere eventuali ulteriori sviluppi di indagine sulla” Corruzione del sistema Morosoli” per coltivare rapporti con insospettabili uomini delle forze dell’Ordine e della Forestale e agire indisturbato nelle proprie “illecite attività…”