BATTAGLIA NELLE PROCURE SICILIANE: INDAGATI DUE EX PM TRA CUI IL PROCURATORE PETRALIA PER DEPISTAGGIO SULLA STRAGE DI VIA D’AMELIO

Nella foto il Procuratore Carmelo Petralia

 A distanza di 27 anni dall’attentato in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta, la Procura di Messina ha iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di calunnia aggravata, almeno due magistrati che indagarono sulle stragi del 1992. I loro nomi sono Annamaria Palma, Avvocato generale dello Stato, e Carmelo Petralia, Procuratore aggiunto di Catania.

I  magistrati coinvolti secondo la Procura di Messina e Maurizio De Lucia che coordina le clamorose indagini, , in concorso con i tre poliziotti sotto processo a Caltanissetta, Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, “avrebbero depistato le indagini sulla strage di via D’Amelio. Un depistaggio che i giudici della sentenza del processo Borsellino quater definirono “clamoroso”. Ai magistrati è stato notificato dalla Procura di Messina, che indaga per il coinvolgimento di un noto magistrato in servizio a Catania,”che si occupa di mafia”,  un avviso di accertamenti tecnici irripetibili notificato anche alle parti lese, cioè Giuseppe La Mattina , Gaetano Murana, Cosimo Vernengo, Gaetano Scotto, Giuseppe Urso, Natale Gambino, ingiustamente accusati nei primi processi.

Nello scorso novembre la Procura di Caltanissetta, che ha istruito il processo per il depistaggio delle indagini sull’attentato, aveva trasmesso un fascicolo scottante alla Procura di Messina per l’accertamento delle responsabilità dei magistrati. Così la Procura di Messina ha aperto in un primo tempo un fascicolo di atti relativi, una sorta di attività pre-investigativa sfociata adesso in una inchiesta per calunnia aggravata in concorso per due magistrati, che si afferma nell’ambiente giudiziario, il cui numero comunque potrebbe salire

Nel documento inviato dai pm di Caltanissetta a Messina si parla della  sentenza del processo Borsellino quater. Nelle motivazioni della sentenza i giudici della Corte d’assise parlavano di depistaggio delle indagini sull’attentato al magistrato. Depistaggio su cui i pm di Caltanissetta hanno indagato e poi incriminato tre poliziotti del pool che indagò sull’eccidio, Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei. Ma nella sentenza si denunciavano anche gravi omissioni nel coordinamento dell’indagine, costata la condanna all’ergastolo di otto innocenti, coordinamento che spettava ai pm dell’epoca.uno dei quali Carmelo Petralia salito alla carica ora di Procuratore della Repubblica aggiunto.

Preferisco non parlare di indagini ancora in corso…” ha detto pubblicamente alla stampa  Fiammetta Borsellino, figlia minore del giudice Paolo Borsellino. La donna, che ha partecipato a numerose udienze del processo sul depistaggio sulle indagini sulla strage del 19 luglio 1992, dove si è costituita parte civile, più volte ha lamentato il comportamento dei magistrati che indagarono sull’attentato. “Mio padre è stato lasciato solo, sia da vivo che da morto. C’è stata una responsabilità collettiva da parte di magistrati che nei primi anni dopo la strage – ha sempre ripetuto Fiammetta – hanno sbagliato a Caltanissetta con comportamenti contra legem e che ad oggi non sono mai stati perseguiti né da un punto di vista giudiziario né disciplinare”.

Gli accertamenti tecnici irripetibili disposti dalla Procura di Messina che indaga sul depistaggio dell’indagine sulla strage di via D’Amelio e che ha iscritto nel registro degli indagati gli ex pm Palma e Petralia, vertono sulle “ le cassette con le intercettazioni delle conversazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino registrate durante il periodo in cui quest’ultimo era sottoposto al programma di protezione. Secondo l’accusa il pentito, che proprio nelle scorse udienza, è stato ascoltato nel processo a carico dei tre poliziotti, sarebbe stato indotto, dal pool di poliziotti che indagava sull’attentato a mentire sulla strage incolpando persone innocenti “.

Si tratta di 19 microcassette, cioè supporti magnetici contenenti registrazioni prodotte con vecchie strumentazioni dell’epoca contenenti le parole di Scarantino. Proprio per questo motivo si farà il prossimo 19 giugno un “accertamento tecnico non ripetibile” al Racis di Roma.

Fino a ieri il Procuratore aggiunto Carmelo Petralia aveva aperto un procedimento penale sulla trasmissione “Realiti” per le espressioni giudicate “offensive” sui giudici Falcone e Borsellino. Un modo per distrarre l’opinione pubblica? O una tecnica per consacrarsi pubblicamente giudice “antimafia”.    Sarebbe interessante sentire anche il magistrato catanese. Nelle prossime ore vedremo.

Irriconoscibile un cadavere ritrovato nel mare di Timpazzi (Messina)

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MESSINA – Il cadavere di una donna è stato trovato nel tratto di mare di contrada Timpazzi, vicino Tono, sul litorale tirrenico del Comune di Messina.       I carabinieri non hanno potuto identificare la persona perchè i tratti umani erano irriconoscibili.

Le indagini lasciano trasparire tuttavia che possa trattarsi di una persona ricercata e scomparsa da tre giorni cioè Lella Grespan, la 72enne di Rodì Milici che- si apprende- si era allontanata per fare un bagno a Tonnarella.

I Caranbinieri informano che sarà disposta dal Tribunale l’autopsia ed eseguiti tutti gli accertamenti per una identifica certa del cadavere.

MESSINA. DE LUCA UFFICIALIZZA LE DIMISSIONI “A FAR DATA DALL’8 OTTOBRE MA NON SONO IRREVOCABILI”

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Il sindaco di Messina, De Luca -si apprende – ha  inviato una lettera ufficiale al segretario comunale, in cui “rassegna le proprie dimissioni da sindaco di Messina a far data dall’8 ottobre 2018. La relazione di inizio mandato – informa  Cateno De Luca – sarà consegnata al settore comunale  protocollo generale lunedi 1 ottobre”.

Messina: domani rientra a Roma il Colonnello Mannucci

 

Carabinieri: col. Mannucci lascia Messina a torna al Comando generale

Il col. Mannucci

 Messina. Mobilità in Sicilia  per gli alti vertici dei Carabinieri .   Domani il Colonnello Iacopo Mannucci Benincasa rientra , dopo tre anni, a Roma,per  assumere l’ incarico di Capo Ufficio Personale Marescialli del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.    L’alto ufficiale ha voluto salutare Messina e gli uomini e le donne del Comando Provinciale Carabinieri, ringraziandoli “per gli straordinari risultati ottenuti nell’affermare la legalità e la tutela della sicurezza della popolazione ma, soprattutto, per il loro oscuro eroismo e la loro rettitudine, per la vicinanza e la solidarietà verso il prossimo che li porta ad essere in tutti i quei luoghi ove spesso sono i primi testimoni della vicinanza dello Stato ai cittadini”.

Cosa Nostra di Messina: la Procura demolisce il “Terzo livello” ed esponenti politici che cercavano illecitamente appoggi elettorali

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Il Tribunale di Messina ha emesso stamane, nei confronti di esponenti di spicco della politica cittadina e della criminalità peloritananonché imprenditori e faccendieri di origine messinese 13 ordinanze cautelari.      Le indagini della Dia del capoluogo siciliano hanno coinvolto diverse città siciliane,Catania, Caltanisetta, Agrigento oltre Reggio Calabria, Bari, Roma dove le infiltrazioni mafiose erano estese.   Sequestrate diverse società ed imprese per un ingente valore di milioni di euro.         Negli affari illeciti coinvolta pure l’ex Presidente del Consiglio comunale di Messina, candidata sindaco alle recenti amministrative, Emilia Barrile. Secondo l’accusa, “Barrile, che è ai domiciliari, con l’aiuto di imprenditori avrebbe messo su un sistema d’affari “per avere appoggio elettorale”. Sarebbero state create cooperative fatte “ad arte” con l’assunzione di giovani per svolgere dei lavori per la Pubblica amministrazione, “il tutto – dicono gli investigatori -per avere consensi”. “Attraverso i patronati – spiegano ancora – si agevolavano i giovani per poi avere la disoccupazione”. Emilia Barrile è accusata di diversi reati, pesanti come associazione a delinquere, abuso d’ufficio, atti contrari a doveri d’ufficio.

Si apprende che l’indagine è stata denominata “Terzo livello”  coordinata dalla Procura della Repubblica-DDA di Messina, diretta dal Procuratore Capo Maurizio De Lucia ed ha “evidenziato, secondo un comunicato pervenutoci, una rete di rapporti clientelari/affaristici nella gestione della cosa pubblica“.   Vedremo altri sviluppi quanto prima..e soprattutto cosa ne pensano- e come si difendono – i diretti interessati…

Stop della Procura di Messina ai metodi mafiosi- anche politici comunali- di Mistretta

 

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Una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo peloritana, guidata dal Procuratore della Repubblica dott. Maurizio De Lucia, è  stata notificata a quattordici persone  (3 dei quali verranno ristretti in carcere, 11 sottoposti all’obbligo di presentazione alla p.g.), ritenuti responsabili – a vario titolo – di “tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso e trasferimento fraudolento di valori” (art. 12 quinquies D.L. 306/92).

 

Il provvedimento scaturisce da una complessa indagine  coordinata dai Sostituti Procuratori della Repubblica di Messina, Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio –con l’aiuto prezioso del Comando dei Carabinieri di Messina sulla Mafia attiva di Mistretta (ME), parte più occidentale della provincia peloritana, che ha svelato  un tentativo di estorsione –”posto in essere da una consigliere comunale di Mistretta, Enzo Tamburello, in concorso con altri soggetti” di cui uno già destinatario di un provvedimento di sequestro dei beni, per appartenenza a Clan mafioso (mandamento di San Mauro Castelverde) – ai danni di 2 imprenditori edili, aggiudicatari dell’appalto, del valore di circa un milione di euro, bandito  dal  Comune peloritano e finanziato dall’Unione Europea per la riqualificazione dei 12 siti ove sono installate le opere d’arte contemporanea che costituiscono il  percorso culturale ”.Fiumara d’Arte”

Le investigazioni, che avevano già consentito di trarre in arresto, il 6 ottobre 2017, una coppia di imprenditori edili per trasferimento fraudolento di valori,hanno scoperto una gran quantità di beni immobiliari e di automobili con intestazioni fittizie

Le indagini avviate attraverso servizi di osservazione, intercettazioni telefoniche e acquisizioni documentali permettevano di riscontrare le prime dichiarazioni rese informalmente dall’imprenditore ampliandole ed identificando i complici di Tamburello e ricostruendo i rapporti tra loro.

La donna citata come la “signorina” è stata identificata proprio in Maria Rampulla, deceduta nel maggio del 2016, sorella di Pietro (condannato per essere l’artificiere della strage di Capaci ed all’epoca dei fatti detenuto) e di Sebastiano, storico capo della “famiglia di Mistretta” deceduto nel 2010.

Gli ulteriori due complici sono stati identificati in Giuseppe Lo Re detto Pino, personaggio ritenuto dai Carabinieri molto addentrato nel Clan mafioso e colpito da una misura di prevenzione personale e patrimoniale nel 2015 e dalla zia di questi, una maga o cartomante di Acquedolci, Isabella Di Bella

L’attività investigativa ha consentito altresì di accertare che il Lo Re disponeva dei conti correnti bancari delle società ancorché formalmente intestati ai fittizi titolari nonché come lo stesso gestisse quotidianamente i suoi night club occupandosi personalmente del reclutamento e del pagamento delle ragazze impiegate.

Sui beni è intervenuto il provvedimento di sequestro preventivo che ha colpito tutti i compendi aziendali….

 

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