La Sicilia brucia, alcuni roghi sono dolosi -L’impegno dei Vigili del fuoco

 

Una rovente Catania brucia per il caldo afoso che ha superato picchi di 42-44 gr. e il soffocante vento africano e per le fiamme che alimentano diversi incendi. La zona maggiormente colpita è quella nel rione Fossa Creta dove diverse famiglie sono state costrette a lasciare le loro case. Nella zona un’intensa nube di fumo.

Chiuso al traffico l’asse dei servizi e bloccato l’accesso anche ad alcune strade. Un rogo ha distrutto lo stabilimento balneare Le Capannine del lungomare della Plaia. Sui diversi fronti sono impegnati numerosi Vigili del fuoco. Rinforzi stanno arrivando a Catania da altri comandi principali della Sicilia.

Catania: Caldo record e incendi in diverse zone della città e della provincia (Screen)
diverse zone della città e della provinci

Centocinquanta persone bloccate dagli incendi due zone marinare di Catania sono state salvate da mezzi navali e personale della Capitaneria di porto. Per fuggire alle fiamme sono si sono recate sulla spiaggia dove sono state soccorse dalla guardia costiera prima con dei gommoni e poi trasbordate su motovedette. Sul posto anche un rimorchiatore e una mezzo navale della Guardia di finanza. Le persone soccorse sono dei villaggi Primosole e Azzurro. Alcuni di loro hanno perso la casa e saranno ospitati nel Palazzetto dello sport di piazza Spedini messo a disposizione dal Comune. Gli interventi sono stati coordinati dalla prefettura. 

In serata, l’aeroporto di Catania è tornato operativo. Lo comunica la Sac. Le operazioni di volo in partenza e in arrivo erano state sospese a causa degli incendi scoppiati vicino lo scalo per permettere l’intervento dei mezzi elicotteri dei Vigili del fuoco. 

Sicilia in fiamme

Sicilia in fiamme con incendi e focolai in buona parte dell’Isola. Alimentati dalle alte temperature e dal vento caldo – senza escludere la mano dei piromani – sono diversi i roghi registrati anche tra Palermo e Messina.


Nel Palermitano, a Piana degli Albanesi, sono circa 800 gli ettari di bosco devastati. Canadair in azione e Vigili del fuoco sono stati impiegati a terra e con mezzi aerei. Le squadre antincendio hanno fatto evacuare, per precauzione, alcune famiglie che abitano in prossimità di Monte Pizzuta e di contrada Casalotto. Il sindaco di Piana degli Albanesi, Rosario Petta, ha parlato di azione criminale. Roghi anche ad Altofonte.

A Messina, elicotteri del Corpo forestale e Vigili del fuoco sono intervenuti sulle colline sopra la frazione di Camaro. Un vasto incendio, su almeno 4-5 fronti, ha interessato anche l’area di Catarratti e quella vicina al complesso Mito. E nella zona del Villaggio Bordonaro, a Sud-Ovest della città dello Stretto, distrutti ettari di campagna. La sala operativa ha ricevuto nelle ultime ore centinaia di telefonate dai residenti allarmati per i numerosi focolai e il fumo nero ben visibile anche a distanza.

Per le città di Catania, Messina e Palermo è stata diffusa dalla Protezione Civile regionale un’allerta “rossa” di livello 3 (massimo). In tutta la Sicilia, il Dipartimento regionale ha diramato il nuovo bollettino con lo stato di “preallerta” e di “attenzione” per il rischio incendi e ondate di calore, fino al 6 agosto. 

 

Coltivava nel proprio terreno( a Naso) 17 piante di Cannabis in fioritura ben occultate. Arrestato dai Carabinieri

 

Uso di cannabis e disturbi psichiatrici: quale legame?

Archivi-Sud Libertà      (Foto, Cannabis)
  Messina,
Ieri pomeriggio, i Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello (ME) hanno arrestato, in flagranza di reato, il 47enne C.G., residente a Naso (ME), già noto alle forze dell’ordine, ritenuto responsabile di produzione, coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel corso di specifico servizio finalizzato al contrasto del fenomeno dello spaccio di stupefacenti, i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Sant’Agata di Militello, hanno fermato un uomo che stava percorrendo il lungomare di Capo d’Orlando in bicicletta. Insospettiti dall’atteggiamento nervoso assunto dallo stesso, i militari dell’Arma lo hanno pertanto sottoposto a perquisizione personale, trovandolo in possesso di un involucro di cellophane contenente oltre 3 grammi di infiorescenze essiccate di cannabis indica. Ritenendo che all’interno dell’abitazione dell’uomo potesse essere detenuta altra sostanza stupefacente, i Carabinieri hanno pertanto effettuato una perquisizione presso l’abitazione di Naso che ha permesso di rinvenire ulteriori 15 grammi circa di sostanza stupefacente di tipo cannabis indica occultata all’interno di due contenitori in plastica, riposti su un tavolo sito all’ingresso. La perquisizione, estesa anche ad un attiguo appezzamento di terreno nella disponibilità dell’uomo, ha consentito di rinvenire anche 17 piante di cannabis indica in fioritura, coltivate ed abilmente occultate tra alcuni filari di piante di pomodori.
La sostanza stupefacente, che sarà inviata al Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche per le analisi di laboratorio, è stata sequestrata e C.G. è stato arrestato, in flagranza di reato, poiché ritenuto responsabile di produzione, coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Ultimate le formalità di rito, su disposizione del Sostituto Procuratore dott.ssa Federica Urban della Procura della Repubblica di Patti (ME), diretta dal Procuratore Capo dott. Angelo Vittorio Cavallo, l’arrestato è stato tradotto presso la propria abitazione, in regime di detenzione domiciliare, in attesa dell’udienza di convalida.

Messina, indagine “LOCK-DRUGS” – 13 misure cautelari per spaccio di marijuana e cocaina

Guida Sotto l'effetto di Sostanze Stupefacenti | Studio Legale Chiarini

Archivi Sud Libertà
Messina – Falcone (ME),
 Una Ordinanza di applicazione di misure cautelari è stata notificata dai Carabinieri di P.G. (Messina) nei confronti di tredici persone, ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di spaccio di sostanze stupefacenti di tipo marijuana e cocaina, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Patti (ME), su richiesta della Procura della Repubblica di Patti guidata dal Procuratore Capo.
Si tratta di tredici misure cautelari di cui: una degli arresti domiciliari, sei di obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza con prescrizioni per i destinatari di non allontanarsi dalle loro abitazioni dalle ore 21:00 alle ore 07:00 di tutti i giorni, e sei di obbligo di presentazioni alla Polizia Giudiziaria.
L’attività di indagine è nata da alcune segnalazioni, ricevute dai Carabinieri della Stazione di Falcone (ME), relative a possibili attività di spaccio di sostanze stupefacenti, specie tra giovanissimi, principalmente ad opera di due soggetti di Falcone già noti ai militari. I primi riscontri, operati per circostanziare quanto segnalato, hanno consentito di effettuare il rinvenimento di sostanze stupefacenti nonché l’acquisizione di messaggistica avvenuta tramite i moderni sistemi di comunicazione dei social network, ritenuta meno vulnerabile sotto il profilo del monitoraggio investigativo. In tale fase i Carabinieri hanno anche acquisito le denunce della madre di un consumatore di sostanze stupefacenti che si era appropriato di beni di famiglia per venderli ed impiegarne il ricavato nell’acquisto di droga.
I primi riscontri investigativi hanno consentito al sostituto Procuratore della Repubblica di Patti, di delegare ai Carabinieri della Stazione di Falcone ulteriori indagini anche attraverso lo sviluppo di attività tecniche di intercettazione di comunicazioni telefoniche e di videosorveglianza mediante l’istallazione di telecamere all’esterno dell’abitazione di uno degli indagati, assiduamente frequentata da consumatori di droghe. 
L’esito delle investigazioni condotte con l’impiego di intercettazioni telefoniche e con l’espletamento dei tradizionali servizi di Polizia Giudiziaria tra cui osservazioni, controlli e pedinamenti, ha portato all’emersione di una più vasta attività di spaccio di marijuana e cocaina che ha consentito di allargare l’ambito delle indagini, sia soggettivamente che geograficamente, portando alla luce l’operatività di altri soggetti attivi nell’ambito territoriale compreso tra Falcone e Barcellona P.G., passando per Terme Vigliatore e Mazzarrà S. Andrea.
I partecipanti al gruppo criminale investigato hanno palesato, benché alcuni di giovane età, grande esperienza nel settore dello spaccio delle droghe, adottando accorgimenti per eludere la Polizia Giudiziaria, quasi mai sbilanciandosi telefonicamente e comunicando sistematicamente mediante uso di linguaggio codificato e tramite canali social, in particolare WhatsApp e Instagram, indicando le droghe contrattate con nomi convenzionali del tipo “Ciccia”, “Bomba”, “Caffè”, “Basilico”, “Medicina”, “Schedina”, “Computer verde”, “Sigaretta”.
L’attività si spaccio di stupefacenti non si è interrotta neppure durante il periodo di lockdown imposto dall’emergenza epidemiologica della pandemia da covid-19, e l’attivismo nell’attività di vendita al dettaglio dello stupefacente anche in quel periodo di stringenti limitazioni ha dato lo spunto per il nome dell’operazione. Ma la pandemia, è stata anche un’opportunità di guadagno per gli spacciatori infatti le restrizioni hanno reso più difficoltosa la circolazione della droga sul mercato e l’effetto è stato quello di fare lievitare i prezzi al dettaglio della sostanza stupefacente, raddoppiando il costo di un grammo di marijuana, pagato anche 20,00 euro dai consumatori al grammo. 

Messina, maxi evasione fiscale internazionale nel settore delle scommesse online

 

Messina,

I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, all’esito di articolate indagini di polizia giudiziaria e tributaria, hanno eseguito, a Malta, un decreto di sequestro di beni del valore di 3,5 milioni di euro, nei confronti del legale rappresentante di una società maltese che aveva stabilito, a Messina, una stabile organizzazione che esercitava abusivamente l’attività di raccolta delle scommesse on line.

In particolare, nel quadro delle linee di azione strategica del Corpo, finalizzate all’individuazione delle più insidiose condotte evasive / elusive a carattere transnazionale, l’attività costituisce l’esito di complesse investigazioni dirette dalla Procura della Repubblica di Messina, nonché di una verifica fiscale, eseguite dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina, nei confronti di una società maltese, ritenuta, secondo ipotesi investigativa, una stabile organizzazione di società estera non dichiarata in Italia.

Nel merito, veniva approfondita l’operatività, in Italia, della nominata società estera che, mediante diversi portali web dedicati, riconducibili a plurimi marchi – già colpiti da specifici provvedimenti di inibizione da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – era risultata operare, sulla base di apposite concessioni rilasciate da Autorità estere e, pertanto, non valide in Italia, la raccolta di giochi pubblici a distanza e scommesse tramite rete fisica, avvalendosi di centri trasmissione dati (CTD) e punti vendita ricarica (PVR). In tale contesto, quindi, gli accertamenti di carattere tributario (consistiti anche in data mining, controlli incrociati e riscontri contabili), opportunamente integrati da mirate indagini di polizia giudiziaria, evidenziavano come i predetti centri trasmissione dati, formalmente costituiti quali società o ditte individuali giuridicamente autonome, operassero, in realtà, quali centri per la ricezione di proposte di scommessa, pubblicizzando nei confronti dei clienti scommettitori il palinsesto della società mandante maltese, contribuendo in tal modo alla raccolta delle scommesse sul territorio nazionale per conto della casa-madre estera.

L’esame di tutti gli elementi raccolti consentiva di ipotizzare, pertanto, una stabile organizzazione occulta, in Italia, della nominata società maltese, presupposto, questo, per proporre all’Agenzia delle Entrate il recupero a tassazione in Italia dei redditi ivi prodotti dalla società estera. A seguito di tale condotta, la filiale italiana della società maltese avrebbe dovuto dichiarate al fisco italiano oltre 85 milioni di euro di ricavi, per un totale di imposte dirette evase pari ad oltre 3,5 milioni di euro. A valle delle indagini svolte, condividendo l’impianto accusatorio elaborato dai Finanzieri e dalla Procura della Repubblica di Messina, il competente Giudice delle Indagini Preliminari del locale Tribunale disponeva il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, nei confronti del rappresentante legale della casa-madre maltese, del citato importo di 3,5 milioni di euro, corrispondente all’imposta evasa. Si evidenzia come, attesa la residenza estera del soggetto, per la materiale esecuzione del sequestro si sia reso necessario dare esecuzione a specifico European Investigation Order e Freezing order for execution, emessi dalla Procura della Repubblica di Messina, nell’ambito di mirata attività rogatoriale internazionale. A tal riguardo, con riferimento all’intervenuta cooperazione giudiziaria internazionale tra Italia e Malta, in perfetta sinergia tra l’Autorità Giudiziaria italiana e quella maltese, ci si è avvalsi delle possibilità offerte dal recentissimo Regolamento UE 2018/1805/UE del 14 novembre 2018, in forza del quale, a decorrere dal 19 dicembre 2020, sono applicabili negli Stati membri dell’Unione Europea le disposizioni sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca emessi da altro Stato membro.

L’operazione testimonia la costante attenzione dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza di Messina nel contrasto ai più articolati fenomeni di evasione fiscale internazionale, vieppiù attinenti al delicato settore della raccolta illegale di scommesse on line, fortemente esposto in termini di possibile inquinamento del mercato di riferimento e della correlata economia legale, in danno degli operatori economici e degli altri contribuenti onesti.

Raffica di misure cautelari (11) a Messina per spaccio di sostanze stupefacenti

 

Messina,

Vasta operazione antidroga stamane all’alba – denominata “DRUG EXPRESS”, portata a termine dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato nei confronti di un’associazione a delinquere dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con base in Milazzo ed operante nella fascia tirrenica della provincia di Messina, con propaggini su Roma.

Le indagini, eseguite dai poliziotti del Commissariato di Milazzo e dai finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Milazzo, sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina.

Quattro i soggetti attinti dalla misura della custodia cautelare in carcere, mentre ulteriori cinque partecipi del gruppo criminale investigato sono stati posti agli arresti domiciliari ed altri due colpiti dall’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Le complesse attività d’indagine, sviluppate attraverso attività tipiche di polizia giudiziaria e plurime investigazioni tecniche, hanno consentito di documentare tutte le fasi dell’illecito traffico: dai viaggi per gli approvvigionamenti, al pagamento dei fornitori sino alla consegna della droga venduta.

Nel dettaglio, in soli 6 mesi effettivi di indagine, si accertava come l’associazione criminosa oggi repressa, grazie ad un nutrito “portafoglio clienti”, oramai fidelizzato – tanto da avanzare richieste quasi quotidiane di droga, soprattutto cocaina e crack – potesse vantare una presenza capillare ed avesse escogitato plurimi diversivi per non incorrere in sequestri di narcotico, in particolare attraverso il sistema delle consegne cd. “porta a porta”, da qui il nome dell’operazione. In particolare, i componenti della banda passavano presso le abitazioni dei singoli assuntori, alcuni dei quali già sottoposti alla misura degli arresti domiciliari per altri reati, al fine di raccogliere le richieste e di conseguenza le somme necessarie per l’acquisto delle sostanze, per poi provvedere alla consegna a domicilio.

Ancora, parimenti, le indagini hanno documentato anche l’utilizzo di un linguaggio criptico convenzionale nelle conversazioni, quale il termine “pizza” per indicare le dosi di crack, nonché la frammentazione degli approvvigionamenti di droga in quantitativi minimi, così da minimizzare i rischi ed i costi in ipotesi di eventuali sequestri, ovvero l’utilizzo, quali corrieri, di soggetti giovanissimi ed incensurati.

A capo dell’associazione è stato individuato il tunisino M.K. cl. 84, residente a Torregrotta (ME), destinatario di misura cautelare in carcere, coadiuvato nelle illecite attività di trasporto e smercio dello stupefacente da un articolato gruppo di pusher italiani, tutti dimoranti nella fascia tirrenica della provincia di Messina: N.S. cl. 86 (carcere), M.G. cl. 93 (carcere), L.C.L. cl. 99 (carcere), L.C.G. cl. 01 (domiciliari), N.S. cl. 91 (domiciliari), G.R. cl. 74 e S.S. cl. 96 (entrambi destinatari di obbligo di dimora).

Sul fronte delle rotte del traffico di droga oggetto d’indagine, sono stati documentati plurimi acquisti sulla fiorente piazza messinese, da rodati gruppi criminali operanti nel capoluogo di provincia, rappresentati dai fornitori M.A. cl. 88 e A.S. cl. 90, oggi destinatari di custodia cautelare ai domiciliari.

Parimenti, emergeva come risultasse attivo anche un canale di approvvigionamento romano, facente capo al braccianese D’A.A.T. cl. 84 il quale trasferiva la droga ai messinesi attraverso il sistema delle spedizioni. In tale contesto, presso il deposito di Messina di un noto spedizioniere, veniva intercettato un pacco, dichiarato contenere un “termos” ma in realtà contenente 15 pasticche di anfetamine e gr. 38 di etilmorfina. Il medesimo è stato colpito da ordinanza di custodia agli arresti domiciliari.

Da ultimo, a conferma della caratura criminale dell’associazione indagata ed oggi repressa, basti dire come le indagini esperite, alla luce della serrata attività repressiva e di controllo svolta, abbiano anche documentato l’ambizioso progetto criminoso di porre in essere un attentato contro la Caserma della Guardia di Finanza di Milazzo e far saltare gli automezzi di servizio con la benzina, giungendo persino a ripromettersi di vendicarsi nei confronti di un Finanziere che li aveva controllati su strada.

L’operazione in parola ha visto il dispiegamento di una forza pari ad oltre 60 tra Poliziotti del Commissariato di Milazzo e Finanzieri della Compagnia mamertina, supportati dall’ausilio delle unità cinofile della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Messina.

Messina, arresti per smercio di sostanze stupefacenti e denunce alla Procura

 

Nel corso dell’ultimo week end, i Carabinieri della Compagnia Messina Centro, supportati dalle pattuglie del Nucleo Radiomobile, hanno intensificato i controlli lungo le fasce costiere del capoluogo, nonché dei comuni di Villafranca Tirrena e Saponara, in particolare sono stati predisposti controlli allo scopo di contrastare lo smercio di sostanze stupefacenti e dei reati predatori in generale.
Nel corso dei servizi, in attuazione di un provvedimento emesso dalla competente Autorità Giudiziaria, i Carabinieri della Stazione di Messina Camaro hanno arrestato il 46enne T.D., già noto alle forze dell’ordine, condannato alla pena residua di 3 anni, 9 mesi e 11 giorni di reclusione per il reato di associazione per delinquere in concorso e maltrattamento di animali. Il 46enne, al termine delle formalità di rito, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria è stato ristretto presso la casa circondariale di Messina Gazzi.

Nel prosieguo delle attività, i Carabinieri della Stazione di Castanea delle furie, hanno deferito, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Messina, un 31enne, già noto alle forze dell’ordine, per il reato di porto abusivo di oggetti atti ad offendere. L’uomo, nel corso di un controllo alla circolazione stradale sulla litoranea di Mortelle, è stato trovato in possesso di un bastone di 60 cm. di lunghezza, sottoposto a sequestro.
Nel corso dell’attività di controllo, i militari del Nucleo Radiomobile hanno altresì proceduto, segnalandoli alla Procura della Repubblica di Messina, nei confronti di un 24enne ed un 19enne per disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone, poiché alla guida dei propri veicoli diffondevano musica ad alto volume, tramite apparato stereofonico di elevata potenza

Infine, durante il servizio, che ha consentito di controllare più di 45 autovetture ed oltre 70 persone, cinque giovani sono stati segnalati alla locale Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti poiché trovati in possesso, complessivamente, di 20 grammi di marijuana ed hashish , detenuti per uso personale.

Messina, Aree demaniali e attività balneari: Ordinanza di De Luca a garanzia del decoro dei litorali cittadini

Foto Ufficio Stampa Comune Messina

Messina

 Un’ordinanza a firma del Sindaco di Messina Cateno De Luca si sofferma sulla  disciplina delle aree demaniali marittime e delle attività balneari per la stagione estiva 2021…   Essa dispone  la rimozione ed il successivo smaltimento di tutto ciò che, giacente sugli arenili, possa essere assimilato ad un rifiuto,  con particolare riferimento a imbarcazioni, strutture ricettive per attrezzi e/o persone, apparecchiature, o parti di esse, che versino in evidente stato di deterioramento, che ne precluda qualunque tipo di utilizzo, al fine di garantire il rispetto delle norme igienico-sanitarie e il decoro urbano lungo i litorali nord e sud della Città.

L’Ordinanza  invita altresì la cittadinanza, ad attenersi alle condizioni generali, già in vigore, di utilizzo delle aree demaniali marittime elencate all’art. 3 della ordinanza n. 143. In dettaglio, alare e varare unità da diporto di qualsiasi genere ad eccezione di quelle trainate a braccia; lasciare unità in sosta sulle aree demaniali marittime; lasciare incustoditi dalle ore 21 alle 9, sulle spiagge libere, ombrelloni, sedie a sdraio, tende e altre attrezzature; occupare con ombrelloni, sdraio, sedie, sgabelli, teli ed altre attrezzature balneari, nonché mezzi nautici, la fascia di ml. 5 dalla battigia, destinata esclusivamente al libero transito ed alla sicurezza della balneazione con divieto di permanenza esclusi i mezzi nautici di soccorso; campeggiare accendere fuochi e pernottare con qualsiasi tipo di attrezzatura; transitare e/o sostare con qualsiasi tipo di veicolo, motociclo e ciclomotore, compreso aeromobili, ad eccezione di quelli destinati alla pulizia delle spiagge, al soccorso, e dei mezzi motorizzati utilizzati da portatori di handicap atti a consentire autonomia nei loro spostamenti; praticare qualsiasi gioco od esercizio sportivo (calcio, tennis da spiaggia, pallavolo. basket, bocce, ecc.) se può derivarne danno o molestia alle persone, turbativa alla pubblica quiete nonché nocumento all’igiene dei luoghi; tenere il volume degli apparecchi a diffusione sonora ad un livello tale da costituire disturbo per la quiete pubblica; esercitare attività ed organizzare manifestazioni senza le autorizzazioni previste dalle normative vigenti in materia; consumare bevande, alcoliche e non alcoliche, in contenitori di vetro sulle aree demaniali, ivi comprese le spiagge e gli arenili; gettare in mare o lasciare nelle cabine o sugli arenili rifiuti di qualsiasi genere al di fuori degli appositi contenitori; distendere o tinteggiare reti; introdurre ed usare bombole di gas o altre sostanze infiammabili senza l’autorizzazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco; installare gazebo, anche se aperti, o strutture simili in sostituzione degli ombrelloni; ed infine, condurre animali nella fascia oraria 9-19 al di fuori delle aree specificatamente attrezzate e delle aree in concessione riservate alla balneazione.

Gli operatori economici oltre ad attenersi al rispetto delle suddette regole, ai sensi dell’art.4 per assicurare un adeguato servizio al pubblico, i titolari di concessioni demaniali marittime devono garantire l’apertura degli stabilimenti balneari e delle spiagge attrezzate in conformità al titolo concessorio di cui sono titolari e nel rispetto delle disposizioni regionali che decretano l’apertura e la durata della stagione balneare. Nei periodi di apertura il concessionario o gestore dovrà curare il decoro, l’estetica, l’igiene, la funzionalità e la sicurezza dello stabilimento e provvedere manutenzione e pulizia delle aree in concessione e dello specchio acqueo antistante.

Non costituiscono rifiuti urbani i materiali provenienti dal mare quali alghe, tronchi ecc. per i quali l’eventuale raccolta e smaltimento resta a carico del concessionario. Il concessionario è tenuto alla pulizia del bene demaniale oggetto della concessione demaniale marittima e della sua manutenzione e conservazione, con facoltà di accedervi, previa autorizzazione demaniale, anche con mezzi meccanici strettamente necessari alle operazioni predette; a garantire per tutto l’anno la pulizia degli spazi utilizzati e di quelli limitrofi non oggetto di altre concessioni, per una lunghezza pari al fronte mare demaniale marittimo ricevuto in concessione, da entrambi i lati e per tutta la profondità della fascia demaniale interessata. In caso di area interposta fra due concessionari gravati entrambi dall’obbligo della pulizia, ciascun concessionario garantisce la pulizia dell’area adiacente alla propria concessione per una quota-parte che rappresenta il 50% del totale dell’area interposta.

L’Ordinanza prosegue con l’ obbligo  di assicurare la manutenzione, l’igiene, la sicurezza e la pulizia dei manufatti ammessi in conformità alle norme edilizie ed urbanistiche, che dovranno essere realizzati e mantenuti oltre che nel rispetto del decoro, anche nel rispetto della normativa urbanistico ed edilizia vigente. Gli accessi alla spiaggia oggetto di concessione, i servizi e le altre attrezzature dedicate devono essere conformi alla normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche.

I servizi igienici degli stabilimenti balneari devono essere collegati alla rete fognaria comunale ovvero essere dotati di sistema di smaltimento riconosciuto idoneo dalla competente autorità. “Il rispetto delle suddette disposizioni è indispensabile per assicurare il decoro urbano nei tratti di spiaggia libera lungo le coste cittadine a nord, Capo Peloro e a sud Santa Margherita, necessario e fondamentale per la realizzazione del Progetto Pilota “Aspettando la Bandiera Blu”…

Messina: arrestato giovane che minaccia i titolari di un esercizio pubblico

L’INTERVENTO DEI CARABINIERI HA SCONGIURATO UN EPILOGO SANGUINOSO DELLA VICENDA

Si dimentica di dare la precedenza, automobilista si ritrova una pistola  puntata addosso

 MESSINA
Nelle prime ore della mattinata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno arrestato, in flagranza di reato, B.G., 29enne del luogo, già noto alle forze dell’ordine, poiché ritenuto responsabile del reato di porto d’arma clandestina in luogo pubblico.
I Carabinieri, a seguito di una segnalazione pervenuta al numero unico 112 della Centrale Operativa della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, sono intervenuti presso un esercizio pubblico in località Portorosa di Furnari (ME) dove era stata segnalata una lite. Giunti sul luogo, i militari dell’Arma hanno contattato i titolari dell’esercizio pubblico i quali riferivano ai militari che, poco prima, un giovane, che aveva trascorso la serata presso il loro locale, dopo una lite avvenuta per futili motivi si era allontano minacciandoli di morte proferendo nei loro riguardi frasi del tenore “ora torno a casa, prendo la pistola e vi ammazzo”.
Mentre effettuavano le opportune verifiche sul luogo, i Carabinieri hanno notato un giovane che, in atteggiamento nervoso, si dirigeva proprio verso l’esercizio pubblico, ma avvedutosi della presenza dei militari, tentava la fuga nelle vie limitrofe e dopo un breve inseguimento a piedi, veniva raggiunto e bloccato dai Carabinieri che lo hanno sottoposto a perquisizione personale, trovandolo in possesso di una pistola marca Beretta calibro 6,35 con la matricola abrasa, comprensiva del serbatoio inserito contenente cinque colpi al suo interno. Pertanto il 29enne B.G. è stato arrestato in flagranza di reato per porto d’arma clandestina in luogo pubblico. La pistola, detenuta illecitamente, ed il relativo munizionamento sono stati sequestrati e saranno inviati ai Carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina per gli accertamenti balistici al fine di verificare se l’arma sia stata utilizzata per eventuali azioni delittuose.
L’arrestato, al termine delle formalità di rito, come disposto dal Sostituto Procuratore di turno, della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Caltagirone (CT) a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Qui avrà modo di riflettere e di pensare al gesto che stava per compiere. Qui dovrà pure correggersi  altrimenti costituirà un pericolo per la società
L’immediato intervento dei Carabinieri con l’arresto del giovane, ha consentito di scongiurare un possibile epilogo drammatico della vicenda.

“Le Vie dei Tesori”- MESSINA – Edizione 2021: entro sabato 26 le adesioni al programma della manifestazione

 

L’Amministrazione comunale di Messina -comunica – che ,a seguito della richiesta di patrocinio e partenariato della Fondazione “Le Vie dei Tesori” collaborerà alla realizzazione del Festival “Le Vie dei Tesori” edizione 2021, in programma a Messina nei tre weekend (sabato e domenica) compresi tra sabato 11 e domenica 26 settembre 2021.

Al fine di costituire il calendario degli appuntamenti nei luoghi che, a seguito della partecipazione all’evento, potranno ricevere promozione e visibilità del nostro territorio, il Comune di Messina invita le istituzioni pubbliche, le Associazioni e i privati interessati a manifestare la loro adesione al Festival inviando una mail all’indirizzo regionale@leviedeitesori.it entro sabato 26 giugno, indicando la loro disponibilità, e il luogo/tour/esperienza che vogliono candidare per l’inserimento nel programma della manifestazione.
Messina è una città stupenda, con un’infinità di luoghi ancora da scoprire e valorizzare – dichiara l’Assessore alla Cultura Enzo Caruso. Ben vengano quindi iniziative come ‘Le Vie dei Tesori’ che hanno per obiettivo la cultura e la conoscenza più approfondita di quanto siamo abituati ad avere sotto gli occhi tutti i giorni. ‘Conoscere’ significa poi ‘raccontare’ e trasferire il proprio sapere agli altri, a beneficio di ciò che abbiamo ereditato e di cui siamo custodi e tutori”.
“Il Festival Le Vie dei Tesori – spiega il presidente della Fondazione Laura Anello – è una grande rete che aggrega luoghi, narrazioni, competenze, energie, costruendo un museo diffuso visitabile trasversalmente, senza steccati di titolarità. Una manifestazione di cittadinanza attiva che vuole disseminare conoscenza e lievito per il territorio. Ringrazio il Comune di Messina per la collaborazione, e ringrazio tutte le istituzioni, le associazioni, le scuole, i privati che ci sono state vicini negli scorsi anni. Sono sicura che quest’anno faremo un’edizione di rinascita collettiva all’altezza della grande storia di Messina”.

 

NOTE
Le Vie dei Tesori è il principale Festival in Sicilia e uno dei più̀ grandi Festival italiani dedicati alla scoperta del patrimonio delle città: da anni ha il patrocinio delle massime istituzioni dello Stato (Senato della Repubblica e Camera dei Deputati) e ha ricevuto per cinque anni consecutivi la medaglia di rappresentanza del presidente della Repubblica.

Nato a Palermo quindici anni fa, il Festival si è esteso progressivamente in tutta la Sicilia e, fuori dalla Sicilia, a Mantova. Tra settembre e ottobre centinaia di luoghi delle più diverse titolarità pubbliche e private vengono messi a rete, digitalizzati, promossi congiuntamente, raccontati e aperti al pubblico, con una moltiplicazione dei flussi di visitatori. Negli stessi giorni vengono proposti tour ed esperienze. L’edizione 2019 si è conclusa con una ricaduta turistica sulla Sicilia pari a 5 milioni e 300 mila euro, oltre 165 mila dei quali a Messina. Nel 2020 Le Vie dei Tesori è stato uno dei pochi Festival che è riuscito a svolgersi in presenza, con ingressi contingentati e un piano di sicurezza straordinario, con una ricaduta economica sul territorio di 2 milioni e 300 mila, dei quali 52 mila a Messina.

 

Operazione Red drug – Sgominata organizzazione criminale operante in Sicilia, Lazio ed Abruzzo

Operazione Red drug - Sgominata organizzazione criminale operante in Sicilia, Lazio ed Abruzzo

LA  GUARDIA DI FINANZA INGINOCCHIA COMPONENTI BLASONATI DEI  CLAN SPARTA’   (A MESSINA ) E SANTAPAOLA-ERCOLANO (CATANIA)

 

Messina e Catania: simbiosi criminale.Dalle prime luci dell’alba, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina, con la collaborazione ed il supporto di personale dello S.C.I.C.O. di Roma (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata), su disposizione della Procura della Repubblica di Messina, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 8 soggetti, indagati a vario titolo per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Nel dettaglio, l’attività investigativa, svolta dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Messina e dello S.C.I.C.O. di Roma, ha consentito di porre in luce e disarticolare una consorteria criminale operante nel capoluogo peloritano ed in quello etneo, con propaggini a Roma e a Pescara, dedita alla commercializzazione di elevati quantitativi di sostanze stupefacenti, nonché di sottoporre a sequestro, in due distinti interventi repressivi, oltre 65 Kg. di marijuana.

Nonostante le restrizioni previste dalle autorità di Governo durante il periodo del lockdown, quando a tutti era precluso qualsiasi spostamento per la “zona rossa”, da qui il nome dell’operazione, i soggetti indagati si muovevano indisturbati, trasportando e distribuendo importanti partite di sostanze stupefacenti. Al riguardo, per raggiungere l’illecito obiettivo, oltre a fare ricorso ai consueti metodi di mascheramento delle comunicazioni, sfruttavano cinicamente la fase emergenziale e la purtroppo frequente presenza, per quel periodo, di ambulanze che attraversavano le vie delle nostre città.

Promotori ed organizzatori della consorteria criminale sono risultati essere il pregiudicato messinese S.G. cl. 88, contiguo al clan mafioso messinese SPARTÀ, ed i pregiudicati catanesi S.C. cl. 77 e L.P. cl. 68, contigui alla famiglia “Nizza”, facente parte del clan mafioso catanese SANTAPAOLA-ERCOLANO. Sodali del gruppo i messinesi F.G. cl. 75 e M.F. cl. 81, oltre al brontese A. M. cl. 73 i quali, in qualità di corrieri di droga, curavano l’approvvigionamento e la distribuzione, in Abruzzo e Sicilia, delle partite di narcotico, principalmente del tipo marijuana, fornite da un pregiudicato di origini messinesi ma domiciliato a Roma, F.F. alias Gianpiero cl. 60.

Le indagini svolte, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e consistite in complesse intercettazioni telefoniche, ambientali e tipiche di polizia giudiziaria, rese ancora più difficoltose dal particolare momento storico connesso alla pandemia da COVID19, hanno tuttavia consentito di ricostruire tutte le fasi dell’illecito traffico: dalla pianificazione dell’approvvigionamento al trasferimento di ben tre carichi di sostanze stupefacenti, uno dei quali destinato a Pescara e due in Sicilia. Nel dettaglio, nel febbraio di quest’anno, le indagini permettevano alle Fiamme Gialle di ricostruire la consegna di un primo carico di circa 25 chilogrammi di sostanza stupefacente destinata a Pescara, a favore del pregiudicato S.M. cl. 72, elemento di spicco del noto clan pescarese SPINELLI di etnia rom.

La partita di droga veniva procacciata dai siciliani S.C. e S.G., trasportata dai corrieri F.G. e M. F. e fornita dal romano F F. alias Gianpiero. Un secondo carico, di circa 30 chilogrammi di sostanza stupefacente di tipo marijuana, questa volta da far recapitare a Messina, sempre su input dei narcotrafficanti siciliani S. G., S. C. e L.P., veniva nuovamente commissionato ai “corrieri” messinesi F.G. e M.F., a Roma, dal medesimo fornitore F.F. alias Gianpiero. In entrambe le occasioni, per il trasporto dei due carichi di droga – a Pescara e a Messina – per eludere i controlli di Polizia, intensificati dalle misure restrittive per l’epidemia da Covid 19, l’organizzazione indagata utilizzava un’autoambulanza, riferibile ad una onlus messinese.

Proprio in tale occasione, non avendo notizie del corriere ed ipotizzando come questi fosse fuggito con l’illecito carico, a riprova della caratura criminale degli odierni arrestati, i sodali in attesa manifestavano l’intenzione di adottare, nell’eventualità, un’azione sanguinaria nei confronti dei familiari del corriere: “ci ammazziamo la famiglia direttamente…saliamo la e lo scotoliamo”… “che gli sia passato per la testa che si poteva vendere quel coso e se ne scappa con i soldi….gli ammazziamo la mamma, la sorella, i figli, la moglie…che ha figli…moglie?…che ha?….gli sequestriamo la famiglia qua..”. Una quindicina di giorni dopo, quindi, nonostante l’intervento repressivo eseguito, i narcotrafficanti siciliani non demordevano, organizzando un terzo carico, di circa 35 chilogrammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana, sempre da recapitare in Sicilia e sottoposto a sequestro allo sbarco allo scalo commerciale di Tremestieri a Messina.

La sostanza stupefacente veniva recuperata dal medesimo fornitore romano F. F. (Gianpiero) e trasportata, fino al capoluogo peloritano, da due corrieri catanesi, A. M. cl. 73 e P. S. cl. 74 che, nell’occasione, si servivano questa volta di un autoarticolato per il trasporto di alimenti. Anche tale espediente, tuttavia, non gli consentiva di portare a compimento l’illecito disegno criminoso. In sintesi, le odierne indagini, oltre ad aver represso un lucroso traffico di droga sull’asse Roma-Pescara-Messina, hanno l’importante risvolto di aver documentato un consolidato e stabile collegamento criminale fra il noto clan pescarese SPINELLI di etnia rom (imparentato con i noti potenti clan romani di etnia rom dei Casamonica e degli Spada che, dagli anni 90 ad oggi, sono balzati agli onori della cronaca per i collegamenti con diverse organizzazioni criminali quali la ‘ndrangheta, la camorra, la sacra corona unita e la criminalità di stampo albanese, soprattutto per quanto attiene il traffico di sostanze stupefacenti) ed esponenti contigui ai noti e blasonati clan siciliani “SPARTÀ” di Messina e “SANTAPAOLA-ERCOLANO” di Catania.

Peraltro, gli stessi principali partecipi del gruppo criminale oggi represso, oltre alle segnalate contiguità con gruppi mafiosi, risultavano ampiamente noti alle cronache giudiziarie per gravi comportamenti di rilevanza penale: il pluripregiudicato catanese S.C., per essere risultato protagonista di numerosissime rapine in trasferta, nel nord Italia, così come il pescarese S.M., per plurimi coinvolgimenti in diverse vicende giudiziarie, attinenti importanti traffici di sostanze stupefacenti, ipotesi di riciclaggio, ricettazione etc. Le attività, che vedono l’impiego di circa 100 Finanzieri, sono in corso di esecuzione, ad opera delle unità specializzate antidroga del G.I.C.O. di Messina, nonché del personale dello S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza di Roma, con il supporto delle unità cinofile e dei Reparti territoriali del Corpo competenti per territorio e della Sezione Aerea del Reparto Operativo Aeronavale di Palermo, a Messina, Catania, Pescara e Roma. Con l’operazione odierna, il Tribunale, la Direzione Distrettuale Antimafia e la Guardia di Finanza di Messina, nonché lo S.C.I.C.O. di Roma, oltre ad assicurare alla giustizia soggetti dediti alle attività di narcotraffico, hanno recuperato un ampio spazio di legalità, restituendolo alla collettività onesta.

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