Sicilia, Belmonte Mezzagno, in gara i lavori di messa in sicurezza da parte della Regione siciliana del costone roccioso

 

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Pubblicato il bando di gara per i lavori sul costone che sovrasta un tratto della Sp 37, che collega la città di Palermo all’abitato di Gibilrossa e a Belmonte Mezzagno, interrotto da quasi tre anni. «Si tratta – dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, al vertice della Struttura per il contrasto al dissesto idrogeologico – di un primo intervento di messa in sicurezza, indispensabile per il ripristino della viabilità dopo l’episodio della caduta massi del novembre 2021. Diamo così avvio al recupero di un intero versante, ponendo le basi per le opere successive che restituiranno alla pubblica fruizione un collegamento strategico per tutta l’area».

«Desidero sottolineare – aggiunge il governatore – il grande lavoro della Struttura commissariale che, fin dal giorno della frana sulla galleria, ha profuso un grande impegno, individuando le risorse e le soluzioni tecniche da mettere in campo per raggiungere un primo importante obiettivo».

La gara ha un importo di 5,8 milioni di euro, le domande di partecipazione potranno essere inviate entro il prossimo 30 settembre. Può quindi partire il count-down, ma l’inversione di rotta è tracciata e i tempi sono quelli previsti dalle procedure.

L’area di progetto è caratterizzata da un costone roccioso dell’altezza media di 110 metri che incombe direttamente sulla Sp 37, per un tratto lungo circa 370 metri. Proprio qui la strada, per 300 metri, corre all’interno di una galleria costituita da una soletta in cemento armato sorretta, sul lato di monte, da un muro e, su quello di valle, da pilastri a sezione circolare. Il versante, secondo i parametri del Piano per l’assetto idrogeologico della Regione Siciliana, si contraddistingue per i suoi alti parametri di pericolosità e di rischio. Un quadro generale di riferimento confermato dagli eventi del primo novembre 2021.

Le soluzioni progettuali consistono nell’applicazione di pannelli in funi di acciaio ad alta resistenza e ancoraggi posti ai vertici di ciascun pannello, del tipo a bulbo iniettato con armature in barre di acciaio zincate. Si procederà quindi alla stabilizzazione dei macigni in equilibrio precario, individuati mediante ispezione diretta del fronte roccioso. Gli interventi saranno eseguiti con tecniche di progressione su corda, a cura di rocciatori specializzati e che procederanno da monte verso valle.