Le nuove norme sul lavoro: sgravio contributivo del 100% per un massimo di due anni nel limite di 650 euro per i datori di lavoro fino a 15 dipendenti-Autoimpiego

 

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Gli incentivi per le assunzioni di giovani e donne, il bonus Zes al Sud, le misure per le grandi imprese in crisi a patto di avere disco verde dall’ Ue.      Cambia un pò  il mercato del lavoro previsto dal decreto Coesione approvato già in Consiglio dei ministri.

Il bonus da 100 euro del dlgs fiscale per problemi di coperture si vedrà a Gennaio con la  Befana se si avranno i requisiti per averlo”(vdi articolo)

Ancora attesa per la maxi deduzione al 120% (maggiorata al 130% per giovani, le donne ed ex Rdc) sulle assunzioni delle imprese, indipendentemente dalla forma societaria, e di lavoratori autonomi. Per l’attuazione della misura, prevista dai decreti fiscali già approvati, manca ancora il decreto ministeriale del Mef e del ministero del Lavoro.

Queste alcune delle principali misure approvate dal governo tra decreto Coesione e dlgs fiscale di revisione dei redditi Irpef e Ires.

Dl Coesione, bonus assunzioni giovani e donne – Dal primo luglio 2024 al 31 dicembre 2025 per le assunzioni di giovani under 35 a tempo indeterminato è previsto l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro entro il limite di 500 euro mensili per un massimo di 24 mesi. Per le lavoratrici svantaggiate, di tutte le età, invece l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali arriva al nel limite massimo di 650 euro mensili.

Bonus zes – La norma sostiene lo sviluppo occupazione nella Zes unica nel Mezzogiorno con uno sgravio contributivo del 100% per un massimo di due anni nel limite di 650 euro per ciascun lavoratore assunto per i datori di lavoro di aziende fino a 15 dipendenti.

Autoimpiego – Per spingere l’autoimpiego il governo ha introdotto un voucher fino a 30mila euro per l’acquisto di beni per l’avvio d’attività (40mila se beni digitali o per risparmio energetico). Approvata anche una misura per contributi a fondo perduto al 65% per una spesa fino a 120mila euro, del 60% fino a 200mila euro. Per il Centro Sud il voucher sale fino a 40mila euro e il contributo a fondo perduto al 75% per spesa fino a 120mila euro, al 70% per spesa fino a 200mila euro.

Incentivi imprese giovani in digitale e green – Decontribuzioni totali per un triennio per un massimo di 800 euro mensili, per le imprese di under 35 nei settori del digitale e della transizione green tra il primo luglio 2024 al 31 dicembre 2025.

Decreto fiscale, bonus 100 euro a gennaio – Il tredicesimo decreto fiscale prevede un bonus da 100 euro nel 2025 per i genitori con reddito da lavoro dipendente complessivo riferito al 2024 entro i 28mila euro con un figlio a carico, anche non sposati.

Aggregazioni studi professionisti – Via libera nel dlgs sui redditi Irpef e Ires alla norma per la neutralità fiscale che incentiva le aggregazione tra studi di professionisti.

Stop contributi per 2 anni per chi assume giovani, disoccupati e donne

Chi assumerà giovani, donne e disoccupati da più di 24 mesi non pagherà i contributi. Nel comunicato di Palazzo Chigi si spiega che l’esonero dal 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per i giovani, con età inferiore a 35 anni, avrà un limite massimo di 500 euro mensili per 2 anni, nelle regioni della Zona economica speciale unica del Mezzogiorno, anche degli over 35 disoccupati da almeno ventiquattro mesi.

 

Sulla manovra molte ombre e nessuna luce per i disoccupati e i più poveri

 

Governo, Conte: "Basta provocazioni o mi dimetto. Regole Ue vanno  rispettate" - la Repubblica

Conte: “Il Reddito di cittadinanza è misura efficace e giusta anche per gli occupabili”

Roma,

La manovra Governo Meloni  demolisce una delle misure più  efficaci per combattere la povertà e dare lavoro ai giovani: il reddito di cittadinanza.    Previsto infatti  il periodo transitorio verso l’abolizione del reddito di cittadinanza. Dal 1 gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili.

E’ inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, decade il beneficio del reddito. Si decade anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua. Il reddito sarà abrogato il 1 gennaio 24 e sarà sostituito da una nuova riforma. Previsto un risparmio- afferma lo Staff della Meloni – di 734 milioni per il 2023.   

Afferma Giuseppe Conte, leader deo Cin que stelle: “E’ disumano tagliare il reddito di cittadinanza anche solo alle persone occupabili. Si tratta di una platea di 660mila persone, molte delle quali hanno già compiuto 50-60 anni, hanno grosse difficoltà a ricollocarsi sul mercato del lavoro e non hanno di che mangiare. Ecco perché – ribadisce Conte – il M5S è pronto a tutto, a contrastare questo proposito disumano del governo scendendo anche nelle piazze, non solo nelle sedi istituzionali”.

A chi gli chiedono se si stia ricostituendo un asse col Pd nella battaglia a difesa del reddito di cittadinanza replica: “Spero che tutte le forze che hanno a cuore le persone in difficoltà in questo momento di crisi per il nostro Paese, si uniscano in questa battaglia“.

CONFPROFESSIONI: UN POSTO AL TAVOLO TECNICO DELL’ARS

 

Incontro tra la Confederazione e il dipartimento Attività Produttive della Regione Siciliana per sostegno ai liberi professionisti e titolari di Partite Iva

 

 

Nella foto (Press) Daniele Virgillito

Virgillito: «Dati allarmanti: occorre intervenire con ristori ad hoc e prestiti agevolati»

CATANIA –

Apertura da parte dell’assessorato e del dipartimento Attività Produttive della Regione Siciliana nei Confronti di Confprofessioni Sicilia: dopo aver bussato alla porta delle istituzioni, la Confederazione farà parte del tavolo tecnico permanente per avanzare proposte a tutela del comparto dei lavoratori autonomi.

«Con quest’apertura da parte della Regione Siciliana e dell’assessore alle Attività Produttive Girolamo Turano, che ringrazio – spiega il rappresentante di Confprofessioni Sicilia Daniele Virgillito – la nostra Confederazione si propone di offrire il massimo sostegno per l’elaborazione di misure che si muovano nell’interesse dell’intero sistema economico, favorendo e incentivando strumenti a supporto e tutela dei liberi professionisti».

All’incontro erano presenti il presidente della III Commissione (Attività Produttive) dell’Ars Orazio Ragusa, il segretario Giovanni CafeoSalvo Burrafato dell’Associazione Nazionale Commercialisti, Valentina Crescimanno di Federnotai e Nicolay Catania degli Psicologi Liberi Professionisti. Un’audizione nata dalla necessità di un cambiamento, per l’attuazione di interventi concreti a supporto delle categorie rappresentate da Confprofessioni, nata nel 1966, riconosciuta parte sociale nel 2001 e facente parte del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro da oltre dieci anni. Una presa di posizione necessaria a tutela delle 21 sigle associative che ne fanno parte, operanti in diversi settori: economia e lavoro, diritto e giustizia, ambiente e territorio, sanità e salute, professionisti appartenenti alla V area. «In epoca di pandemia – ha spiegato Virgillito – abbiamo assistito a un andamento drammatico che ha visto il tracollo del comparto delle libere professioni, di cui fanno parte 1 milione 430mila unità, ovvero il 6% degli occupati in Italia e il 27% del complesso del lavoro indipendente. I liberi professionisti sono anche datori di lavoro con circa 480mila dipendenti, con un giro di affari di oltre 211 miliardi di euro e un Pil di 1,7 miliardi di euro».

Un ruolo importante per il Paese, che «non può passare inosservato, soprattutto in un periodo di emergenza – ha aggiunto il rappresentante regionale di Confprofessioni – il perdurare della pandemia rischia di aggravare ulteriormente la situazione, escludendo dal mercato del lavoro, nei prossimi mesi, altri 400mila lavoratori “indipendenti”. Questi numeri, contenuti nel V Rapporto Confprofessioni 2020 – ha proseguito – sono frutto anche di alcune decisioni politiche inique, tra le quali spicca la vicenda legata all’equo compenso e l’aver negato l’accesso ai contributi a fondo perduto alle professioni ordinistiche. Senza dimenticare che nell’Isola queste ultime sono state escluse dal “Bonus Sicilia”, riservato solo alle imprese: il tutto a dispetto di quanto sancisce la Raccomandazione della Commissione Europea. Sulla linea di quanto fatto da alcune regioni come Lombardia, Valle D’Aosta, Campania, Toscana, Piemonte, Puglia e Calabria, che hanno introdotto per gli autonomi contributi a fondo perduto che arrivano sino a 7mila euro, confidiamo che anche il Governo siciliano si mostri sensibile su questi temi – conclude Virgillito – ci auguriamo e daremo il nostro contributo per mettere in atto azioni politiche regionali con misure specifiche per il nostro comparto. Desideriamo sostenere un approccio per la concessione degli aiuti fondato sul “merito”, animato da criteri pensati non per premiare il dito più veloce (click day) ma per ristorare le partite iva colpite dalla pandemia economica».