Anche Ignazio La Russa e Matteo Renzi tra gli spiati dagli hacker Probabilmente notizie riservate come strumento di “ricatto” –

 

Report sui La Russa e Renzi, tirata in ballo anche la Lega: “Vendiamogli la piattaforma”

 

di    R.Lanza

Notizie giudiziarie riservate in possesso anche degli  hacker più spregiudicati.  Questo tipo di inchiesta, a dir la verità, non è nuova,, in Sicilia la Procura di Catania aveva scoperto alcuni anni addietro  una “banda” di infiltrati che passavano e/o vendevano informazioni agli imprenditori della zona.  Erano ufficiali di polizia giudiziaria, ( ricordate  l’ispettore forestale catanese Luca Ferlito che operava nella zona turistica di Nicolosi e Trecastagni, Pedara,  che aveva accesso al sistema informatico giudiziario di Catania?  Si scoprì che passava le notizie giudiziarie ad un imprenditore etneo in “cambio di favori e altro” Ebbene, anche se poi le procedure e difese legali  “assolvono”, i fatti negativi rimangono.   

Quel forestale perse credibilità ed operò in  un altro territorio della provincia etnea.  E certamente in un Tribunale un impiegato qualsiasi difficilmente potrà rubare notizie riservate e riconducibili ai potenti, o ai politici.  Può farlo direttamenye chi è abilitato a rivestire appunto  la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria eccetera.

Fatto questo preambolo il vizietto prosegue nel resto d’Italia. e  il dossieraggio – sistema Montante , ricordate pure ?  sotto processo ,è alquanto sgradito ai  politici di spicco perchè strumento di ricatto.

La notizia.Anche Ignazio La Russa, di Paternò (Ct), il figlio Geronimo e l’ex premier Matteo Renzi  di Firenze nel mirino del dossieraggio con i dati rubati alle banche dati.

Enrico Pazzali, presidente di Fiera Milano, indagato nell’inchiesta della presunta associazione a delinquere che mirava a fornire o creare dossieraggi illegali su imprese e volti noti, il 19 maggio del 2023 chiede di realizzare un report sul presidente del Senato. All’interlocutore il presidente di Fiera Milano dice: “fammene un’altra…Ignazio La Russa!”.

Intercettato, in via Pattari sede della società Equalize di cui è socio di maggioranza, Pazzali aggiunge: “E metti anche un altro se c’è … eh … come si chiama l’altro figlio? come si chiama? Eh … Geronimo come si chiama Geronimo La Russa? ma non si chiama Geronimo…come si chiama? Antonino? Metti Antonino La Russa… stavo pensando sia Antonino che Ignazio”. Il passaggio è riportato tra gli atti dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Milano.

Quanto a Renzi, il socio minoritario dell’Equalize, l’ex super poliziotto Carmine Gallo (ai domiciliari) “è scioccato – si  rileva  negli atti della procura – delle ricerche di Pazzali: ‘Minchia, quello va a fare Matteo Renzi cazzo però!’ e Nunzio Samuele Calamucci (presunto hacker ai domiciliari, ndr) spiega il rischio di essere scoperti e di una  possibile reazione del politico: “Ci incula…ci manda qua la finanza, i servizi, i contro servizi!”.

 

LA PALUDE DELL'”ANTICRISTO”

Prescrizione, Italia Viva vota ancora col centrodestra. Pd: “Difficile andare avanti così, Renzi dica se vuole favorire ritorno Salvini”

di  Raffaele  Lanza

La politica italiana è una palude dove tutti gli opportunisti  affondano nella melma.  Nella palude è affondato ora  Matteo Renzi che minaccia, paralizza, sconfessa il governo dove ha suoi ministri.  . Lui, il premier più giovane della storia italiana che voleva abbattere i totem consacrati del comunismo radicale, avversario ,a parole, dei fatti e misfatti della  Prima Repubblica, il rottamatore , è lui l’uomo che con un piccolo plotone di esecuzione -il 3 per cento – vuol  risalire a Palazzo Chigi per riprendersi il ruolo di protagonista assoluto.        E’ lui che recita il ruolo  del dittatore   -Sì, una specie di AntiCristo in terra politica. “Se vogliono i nostri voti – ha sottolineato ieri – si prendano anche le nostre idee”.

 

Non basta. Con Forza Italia Renzi scrive anche l’Italicum. Roberto Speranza è contrario  e la  Corte Costituzionale gli da ragione cancellando la riforma.

Roberto Speranza parla di “identità a rischio”,poi  il referendum , quello che vede  Renzi sconfitto  convinto poi di avere ancora il 40 per cento con sé,      Ancora oggi risuonano i cori unanimi e vibrati del popolo comunista: “Fuori fuori”.

Non prova più vergogna neppure con la  sconfitta al referendum costituzionale     Avrebbe dovuto lasciare la carica di segretario, come aveva promesso, prima della campagna referendaria, e poi lasciare la poltrona di premier.  Ma questa cose le fanno solo i veri signori della politica. Non certo un uomo che mescola le carte per far uscire l’asso vincente sotto il tavolino dove gioca con alleati ed avversari. Oggi Renzi lancia proclami, ha i suoi sostenitori presso la Rai, riesce a prenotare una intervista con Bruno Vespa nella rubrica politica di “Porta a porta”.  E’ questo adesso il suo palcoscenico perchè è diventato il re delle minoranze.  Anche le reti Mediaset sostengono il suo progetto. Quale?   Di far togliere Conte dalla poltrona di premier … Poi  il centro destra , con Salvini e Berlusconi, forti della comunicazione pubblica e delle reti del Cavaliere, proporranno la loro candidatura quella più accreditata numericamente rispetto ad Italia viva dove stanno per nascere dissidenti.

L’ultimo proclama di Renzi: “Conte verifichi se il suo governo va avanti, noi pronti a sfiduciare Bonafede, via reddito di cittadinanza ed elezione diretta del premier”.      Dal canto suo  Conte vuol confrontarsi con Renzi a livello istituzionale  fuori dai salotti tv e anche delle trattative al chiuso di Palazzo Chigi: «Farò delle comunicazioni al Parlamento, preannuncerò le misure che riteniamo servano al Paese», spiega il premier che assicura di non essere in cerca di nuove maggioranze. Con ogni probabilità non chiederà, spiegano fonti di maggioranza, un voto di fiducia al governo. Ma un voto su una risoluzione che recepisca il programma 2020-2023.

Altro spunto. Perchè Renzi vuol togliere il Reddito di cittadinanza, così anche Berlusconi e Salvini…?    Il reddito di cittadinanza è il progetto politico più moderno e giusto per sostenere i giovani in cerca di occupazione.   Non si deve boicottare nelle regioni, e nei comuni.  Renzi e bande affini sanno bene che il reddito è un caposaldo di consensi del partito della maggioranza . Abolendo questo i c onsensi calerebbero a vista d’occhio e si tornerebbe ai fatti e misfatti della Prima Repubblica con i personaggi che girano oggi attorno a Conte e pentastellati.   Un comune italiano ne ha favorito l’attuazione, è il Comune di Cattolica, amministrato dal sindaco Mariano Gennari , è il primo in provincia di Rimini e tra i primi in tutta Italia ad aver individuato i PUC (i Progetti utili alla Collettività) per rendere “attivo” chi percepisce il Reddito di Cittadinanza.

Durante la recente seduta, -apprendiamo -la Giunta Comunale di Cattolica ha approvato un atto di indirizzo per individuare i primi 12 progetti nei quali sarà possibile prestare la propria opera per la comunità. Si tratta della nuova fase attraverso la quale chi riceve il sussidio è chiamato a prestare la propria opera per la comunità in accordo con Palazzo Mancini.

Un contributo fattivo, in ausilio degli uffici comunali, mettendo in atto azioni positive per Cattolica che incideranno sulla qualità del vivere quotidiano. La realizzazione di questi progetti – ha commentato il Sindaco Mariano Gennari – può produrre, già da subito, benefici e vantaggi per la collettività. D’altra parte mi pare la migliore maniera per dare la possibilità di sentirsi integrati ed utili, protagonisti, all’interno dei processi della nostra comunità. ….”

Tali azioni avranno una diversa durata temporale, prenderanno avvio durante il corso del 2020 e potranno essere implementati in futuro. A breve i progetti saranno inseriti nel catalogo della piattaforma GEPI, l’applicazione per la gestione dei Patti per l’Inclusione sociale. Se anche altri enti comunali e regionali seguissero questo esempio la disoccupazione non sarebbe più la cancrena dell’ultimo quarto di secolo e tantissimi giovani non sarebbero spinti dallo stimolo di studiare e ricercare un posto all’estero.

I RISCHI DEL POTERE

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di Raffaele Lanza

 

Il pubblico finora è stato  troppo tenero con la politica e con alcuni suoi leader, mentre invece esclusivamente da essa dipendono le scelte su dove e come effettuare i tagli e su quali riforme portare avanti e quali bloccare. Oggi  in Italia i rapporti di forza si sono ormai rovesciati e  nessuna vera riforma è possibile se la politica non è in grado di  far capire i benefici e il benessere al popolo.   Abbiamo ascoltatoprogrammi politici che non sappiano siano realizzabili e quali coperture finanziarie abbiano davvero.

I governi che finora hanno cercato di cambiare il Paese e la pubblica amministrazione, indipendentemente dal loro colore politico, lo hanno  fatto con la triade “più leggi, più Stato, più regole e repressione”.    Molti i dubbi degli osservatori politici
Ricordiamo l’opposizione della burocrazia con le proposte riformatrici  di Matteo Renzi con l’esito del referendum che ha portato alla caduta del suo governo. Già da sindaco di Firenze, Renzi aveva capito la minaccia che una burocrazia forte può rappresentare per la politica e, arrivato a Palazzo Chigi, individuò i primi nemici da combattere proprio nei magistrati del Tar e del Consiglio di Stato alla guida di gabinetti ministeriali e uffici legislativi.    Sappiamo com’è finita:  a ridosso della consultazione referendaria, la giustizia amministrativa gli ha presentato il conto smontandogli prima la riforma Madia sulla pubblica amministrazione e poi quella, attesa da anni, che imponeva alle banche popolari di trasformarsi in società per azioni.

 

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Matteo Renzi, “Il Lancillotto” delle banche

Già perchè Matteo Renzi-è noto a tutti – è sempre stato il paladino -Lancilotto delle banche italiane Oggi l’ex  fonda il nuovo partito “Italia viva” perchè  nel Pd non aveva trovato i posti e le prerogative che cercava.

  Salvini insegna: solo che il leader del Carroccio è davvero libero nei suoi movimenti, nelle sue azioni, non deve neppure organizzare riunioni interne per mandare avanti le sue idee,libero anche di fare errori non consigliato dai vertici. Matteo Renzi nel Pd doveva fare le  capriole per avere i consensi della maggioranza di quelli che contano. Ma le critiche erano 

sempre presenti.

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Ipotesi di dare la carica di Capogruppo alla Camera a Maria Elena Boschi

Il risultato è che oggi nessuno più pensa all’ideologia, alla storia , alle tradizioni di una comunità partitica. Si cercano solo poltrone, meglio se governative, incarichi importanti, distribuzione di  poltrone anche per enti di sottosottogoverno e periferici purchè mantengano vivo e vibrante il protagonismo e l’esistenza politica.   La scelta di Renzi fa riflettere, è la scelta del potere, una scorciatoia altro che la sottomissione al segretario Zingaretti.   

Perché Matteo Renzi aveva  perso la battaglia politica? Innanzitutto perché ne ha sottovalutato il potere: non si può varare una nuova norma contro il Consiglio di Stato ed evidentemente contro la Corte costituzionale. E se si cerca di farlo,  si finisce sotto graticola..
Renzi si porta un bel drappello, afferma di fare l’antiSalvini,in realtà la stoffa è identica. Corsa al potere assoluto..Sono ndividui e istituzioni che fanno i loro interessi e, quando si sceglie di fondare un partito autonomo si sceglie il più delle volte la difesa  a ogni costo dei  privilegi della casta. Finoggi se ne contano 41.

Sono questi i rischi del potere. Non parliamo più di coerenza, di programmi per il popolo, oggi è di moda la scissione, levati tu dalla poltrona che mi siedo io. Ciò spiega perchè vediamo parlamentari di destra correre e cambiare subito casacca nel neonato movimento di sinistra. Gli incarichi fanno gola e sono sempre più appetibili.
Detto questo, bisogna quindi fare attenzione perchè in tempi in cui ci si illude di poter risolvere i mali dell’Italia mettendosi in proprio, non ci si rende conto di quali rischi si corrano. Esiste infatti un potere frammentario, quello dei singoli,che brucia le idee della giustizia e del benessere ed è alla ricerca dei privilegi .  Non trascuriamo poi che la nascita di nuovi partiti o movimenti determinerà l’erogazione per legge di finanziamenti pubblici in un momento in cui i tribunali, in particolare il Collegio di giudici milanese, ha inchiodato parlamentari ancora con la “mani sporche” dei contributi ai partiti.   L’erogazione pubblica delle risorse avrà come intestatari i capi dei nuovi partiti. E i controlli si rivelano assai difficili per non dire improbabili.  Nuovi partiti, ma questa-Signori – è la nostra Italia.  “Viva” l’Italia . Ma …povera Italia.

 

 

MA CHI COMANDA NEL PD: RENZI ,”L’AVVOLTOIO”, O ZINGARETTI ,IL “SEGRETARIO”?

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di  R.Lanza

Il Senato dice no alla sfiducia del governo Conte.  Il Pd sostiene il governo e forma la maggioranza con il M5S.  Nel partito democratico avvengono cose strane in questo periodo.     Esce fuori con comizi e conferenze Renzi che lancia la sua proposta di un  “governo no tax” per gestire questa delicata fase politica. Afferma: “la maggioranza c’è e non con Salvini”. “Siamo di fronte a un fatto clamoroso, nella veste di ex presidente del Consiglio trovo sia un passaggio che non va sottovalutato, tecnicamente clamoroso” osserva Renzi .

Vediamo cosa dice Renzi, “l’avvoltoio” per Grillo: “Il mio appello è serio e non si impicca alle formule – puntualizza – io l’ho chiamato governo istituzionale, qualcuno dice di legislatura o di scopo. Io lo chiamo governo no tax perché deve mettere mano all’Iva e a mille questioni aperte – spiega l’ex premier – Le forze politiche responsabili, nella mia testa tutte, devono bloccare l’aumento dell’Iva. Bisogna avere il coraggio di dare vita a un governo”.

Il ministro dell’interno”Salvini si deve dimettere,- tuona Renzi, ex capopopolo Pd, è una truffa vivente,  altro che ritirare la delegazione, si dimetta oggi si scriva una nuova pagina per l’Italia”. “Il tabellone di oggi al Senato ci dice che la maggioranza c’è e non con Salvini” scandisce. E illustrando la sua proposta di governo di scopo, rileva che “la riduzione del numero di parlamentari è terreno di incontro“.

Centinaia di senatori sono tornati a Roma, dopo che Salvini aveva usato una certa espressione per dire di ‘alzare le terga’, salvo poi scoprire che non ha la maggioranza in Parlamento” rincara il senatore Pd. A stretto giro la replica di Salvini :parola agli Italiani, lasciateli votare!”.

Non comprendiamo tuttavia a che titolo oggi Renzi rilasci dichiarazioni ed interviste alla stampa sui comportamenti da adottare del Pd.Abbiamo l’impressione che Renzi sia uscito dal suo perimetro possibile nel partito dove milita e Zingaretti sia costretto ad ingoiare il rospo anche se dichiara che  la decisione comportamentale spetta al  segretario del partito, cioè a lui. E allora, queste uscite di Renzi?  Servono a dire agli italiani:io esisto ancora e se il Pd non mi accetta, riunisco i comitati e fondo un altro partito”    Ormai nessuno è corretto in questa politica italiana, chi è più furbo si faccia avanti.

Quando l’ex presidente del Consiglio dice che non darà vita a una sua corrente  bisogna leggere la frase al contrario, cioè sta avvisando Zingaretti che lui ha una corrente. Lancia il segnale che  l’ex segretario continua a mantenere saldamente in pugno i gruppi parlamentari. Quando si è trattato di decidere chi mettere in lista alle elezioni, Renzi ha scelto con cura e così adesso, dei 166 onorevoli su cui il Pd può contare in Parlamento, almeno 103 rispondono a lui, non al governatore del Lazio.

 Renzi sognava un leader debole, costretto sin dal principio a mercanteggiare con lui istituzioni, poltrone, e nomine, governare insomma per interposte persone. Ma il successo del governatore lo ha messo in ginocchio e la sua prima mossa rimuovere il tesoriere, cioè Francesco Bonifazi, significò togliere la cassa dalle mani del Giglio magico.

L’ex presidente del Consiglio, dopo essere stato costretto alle dimissioni a causa della sconfitta al referendum, aveva circondato Paolo Gentiloni di suoi colonnelli, tenendolo praticamente in ostaggio. E questo Renzi , sostenitore delle banche, avrebbe voluto fare anche con Zingaretti, ripetendo lo schema di successo applicato prima. Solo che Zingaretti, fratello di “Montalbano” intuì dove voleva arrivare  e mise degli argini idonei per fermarlo. Diciamolo francamente: il vero nemico del Pd , di Zingaretti, non è Salvini, oggi ormai sul palo della crocefissione anche in Germania dove un Tribunale tedesco lo condanna sul problema immigrazione, ma Matteo Renzi, specialista in intrighi e comunicazione ” al narcotico”

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Renzi a Palazzo Madama dal canto suo, usa un pò di “diplomazia” ,non vuole apparire rivoluzionario e “rompiscatole” e ricorda anche, con imbarazzo, che “Zingaretti ha avanzato due richieste, unità e che la segreteria gestisca questo passaggio. Sono richieste comprensibili, da accogliere – evidenzia – è giusto ci sia l’unità massima da parte delle forze politiche” e “il segretario del Pd ha tutti i diritti e i doveri di gestire questa fase con i capigruppo, non c’è una valutazione sulla forza di Zingaretti”.

Se questa è la politica italiana,-osserviamo noi di SUD LIBERTA’ – il disgusto per questi personaggi diventa sempre più forte