Mattarella: I nuovi “Alfieri della Repubblica”

 

Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di consegna degli Attestati d’Onore agli Alfieri della Repubblica conferiti negli anni 2019, 2020 e 2021

 

C o m u n i c a t o

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito 29 Attestati d’onore di “Alfiere della Repubblica”. Solidarietà per l’ambiente e per la cultura è il tema prevalente che ha ispirato nel 2023 la scelta dei giovani Alfieri. Le alluvioni che nel 2023 hanno colpito il nostro territorio, in particolare la Romagna e la Toscana, hanno portato alla luce ancora una volta l’altruismo, la generosità e il senso di comunità di tanti giovani. Gli Attestati valorizzano le azioni di volontariato, gli esempi di cittadinanza attiva, così come le storie di ragazzi che hanno saputo trasformare la passione per la scrittura o per le scienze in un “ponte” per ridurre le disuguaglianze. I casi scelti non costituiscono tuttavia esempi di azioni rare, ma sono rappresentativi di comportamenti diffusi, di solidarietà spontanea: azioni e sentimenti da incoraggiare per diffondere tra i giovani quei valori che possono consentire loro di farsi costruttori di un futuro sostenibile, adulti consapevoli dell’importanza della solidarietà in un mondo attraversato da conflitti, cambiamenti climatici, crisi ambientali. Ai riconoscimenti orientati al tema annuale, si affiancano Attestati d’onore relativi ad atti compiuti con particolare coraggio e a gesti di amicizia emblematici.

Il Presidente Mattarella ha inoltre assegnato tre targhe per azioni collettive di giovani e giovanissimi che hanno espresso con grande forza i valori della solidarietà.

Ecco l’elenco e le motivazioni dei nuovi insigniti dal Capo dello Stato

Alfieri della Repubblica

Emanuele Nicola AFFATICATI, 5/7/2008, residente a Fiorenzuola D’Arda (PC). Per aver sventato, con coraggio, il piano di un uomo intenzionato ad uccidere la sua ex compagna. E’ stato grazie alla prontezza e al senso civico dimostrati che si è potuto scongiurare un epilogo potenzialmente drammatico.

Di ritorno dalla scuola su un treno regionale, Emanuele ha involontariamente udito la telefonata di un altro passeggero che, in lingua rumena, continuava a ripetere con fare nervoso di essere diretto dalla sua ex fidanzata per ucciderla. Conoscendo la lingua e avendo compreso il contenuto della chiamata, Emanuele si è reso conto della gravità della situazione e, senza esitazione, ha avvisato le forze dell’ordine.  Queste, in virtù della coraggiosa segnalazione, hanno identificato e tratto in arresto l’uomo impedendogli di dare attuazione ai suoi propositi violenti.

Giulia ANDREASI BASSI, 25/6/2005, residente a Roma. Perché ha saputo trasformare la sua passione per la tecnologia e le scienze in progetti di utilità sociale. In particolare, ha ideato una soluzione per ottimizzare la gestione dei rifiuti pericolosi in una prospettiva di sviluppo sostenibile.

Giulia ha una grande passione per la ricerca scientifica e tecnologica, e ha deciso di impegnarsi per mettere le proprie conoscenze e la propria creatività a servizio della comunità, cercando di accelerare i progressi sul piano della sostenibilità ambientale. In particolare, ha ideato un programma – presentato anche in consessi internazionali – che utilizza i social media e l’intelligenza artificiale per ottimizzare la gestione e lo smaltimento di rifiuti pericolosi. Inoltre, le sue ricerche sulla turbolenza atmosferica dell’immagine solare, svolte anche fuori dai confini nazionali, le hanno consentito di vincere un prestigioso riconoscimento.

Selim AYACH, 7/12/2007, residente a Gatteo (FC). Per avere, senza esitazione, praticato manovre di rianimazione su una persona in arresto cardiaco salvandole così la vita. Per la generosità e la dedizione con cui partecipa da volontario alla vita della comunità, come fatto, da ultimo, durante l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna.

Una anziana signora, appena scesa da un autobus, si è accasciata a terra in preda a un malore. Per sua fortuna Selim stava passando da lì in quel momento e, avendo assistito alla scena, si è subito precipitato verso la donna attivando i primi soccorsi e praticando il massaggio cardiaco fino all’arrivo dei sanitari. La consapevolezza di essere riuscito a salvare una vita e il desiderio di poter aiutare altre persone lo hanno spinto a intraprendere il percorso per diventare un volontario della Croce Rossa mettendo il suo tempo a servizio della comunità, come fatto, con grande generosità, anche di recente, nei giorni dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna.

Abderrahim BEN RHOUMA, 22/9/2010, residente a Cesena (FC). Per la solidarietà e l’impegno profuso a seguito dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna. Per l’esemplare senso civico con cui ha prestato soccorso alla sua comunità, alla terra e alle persone che lo hanno accolto quando è arrivato in Italia dalla Tunisia con la sua famiglia.

Sin dai primissimi giorni dopo l’alluvione che ha devastato il territorio romagnolo, Abderrahim si è messo a disposizione del centro volontari allestito presso la palestra della scuola per fare la sua parte, dando prova di grande senso civico, altruismo e solidarietà nei confronti di quella comunità che, con altrettanta generosità, aveva accolto la sua famiglia e lui quando sono arrivati dalla Tunisia.

Guido BETTI, 31/10/2005, residente a Ravenna. Per l’energia e la visione innovativa con cui ha contribuito alla realizzazione di una piattaforma informatica, che ha consentito di organizzare più di 6 mila volontari nelle operazioni di soccorso alla popolazione colpita dall’alluvione in Emilia Romagna.

Con grande energia, competenza e visione innovativa Guido ha fornito un importante contributo allo sviluppo e gestione della piattaforma informatica CommunitySos, ideata per consentire la mappatura dei bisogni del territorio e una gestione ottimale dei volontari durante eventi di crisi ed emergenza. Nel corso della recente alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, in particolare, grazie a CommunitySos è stato possibile gestire 6 mila volontari divisi in 1100 squadre, raggiungendo tutte le aree critiche della provincia di Ravenna.

Marta CAMERLO, 21/4/2009, residente a Rivarolo Canavese (TO). Per la tenacia con cui ha affrontato la malattia che l’ha colpita da bambina e da cui è uscita rafforzata. La sua attività di volontaria nei confronti dei più bisognosi è la testimonianza di come la sofferenza possa trasformarsi in accoglienza e impegno verso la vita. 

Al termine della prima media, Marta ha scoperto di avere una grave patologia che ha comportato un intervento e delle terapie molto pesanti, durante le quali non si è mai lasciata abbattere da quanto le stava accadendo. Una volta guarita, ha deciso di trasformare la sua sofferenza in accoglienza e impegno verso la vita, e lo ha fatto con rinnovata energia dedicandosi alle attività di volontariato in oratorio e all’Arsenale della Pace di Torino, dove si occupa del doposcuola per i bambini di Porta Palazzo, dello smistamento di generi di prima necessità per aiutare le persone più povere, della pulizia degli spazi comuni e del servizio nell’orto.

Francesco COLASANTI, 4/6/2005, residente a Pofi (FR). Per l’impegno volontario di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale ed archeologico locale. La passione per la tecnologia, insieme alla sua spiccata sensibilità, gli hanno consentito di ideare delle riproduzioni in 3D per persone ipovedenti utilizzando materiali a basso impatto ambientale.

Francesco è un ragazzo spinto da un profondo interesse per la storia del territorio in cui vive. Con questo spirito si impegna come volontario in un museo locale. Le sue competenze tecnologiche, unitamente a una spiccata sensibilità, gli hanno permesso di realizzare delle riproduzioni in 3D di reperti archeologici per rendere il museo accessibile anche alle persone ipovedenti, utilizzando materiali innovativi a basso impatto ambientale come l’amido di mais rigenerato.

Caterina CONTENTO, 20/12/2005, residente a Montevecchia (LC). Per la determinazione e la forza trainante con cui si impegna come volontaria in numerose attività a tutela dell’ambiente. Le sue ricerche sull’impatto ecologico della cementificazione sono state determinanti per sensibilizzare tanti coetanei sui temi dello sviluppo sostenibile.

Caterina è una giovane volontaria della Croce Rossa Italiana che si impegna con grande energia in numerose attività a tutela dell’ambiente ed è riuscita, nonostante la giovane età, a diventare un modello di riferimento per tanti nella sua comunità. Per promuovere una maggiore consapevolezza dell’impatto ecologico, che la cementificazione ha sulla qualità dell’aria e dell’acqua, ha effettuato numerose ricerche relative al cambiamento del paesaggio fluviale nella sua regione e alla progressiva trasformazione del suolo. I risultati delle ricerche e degli studi sono stati condivisi in una serie di incontri da lei organizzati con altri giovani volontari.

Giulia DI CAIRANO, 5/1/2006, residente a Calitri (AV). Per la maturità e la competenza con cui ha messo la sua passione per la scrittura a servizio di grandi temi sociali. L’amore incondizionato per la sua terra si riflette nella scelta di recensire testi di autori irpini, racconti e testimonianze di difficoltà e bellezza della vita nelle aree interne. 

Giulia è una ragazza che attraverso l’amore per la scrittura, in particolare per la poesia, cerca di sensibilizzare su temi importanti quali il valore della democrazia, della tutela ambientale, della parità di genere, del Mezzogiorno. Ha partecipato, fin da bambina, a molti concorsi letterari ottenendo numerosi riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale. Collabora come volontaria a un importante periodico curando una rubrica di recensioni su libri legati ai territori delle aree interne e scrive per numerose testate e blog.

Valeria FRASCA, 20/10/2006, residente a Forlì. Per la solidarietà e l’impegno dimostrati nelle fasi immediatamente successive alla disastrosa alluvione che ha colpito la sua città: Forlì.

Dal giorno immediatamente successivo alla tragica alluvione che ha colpito la città di Forlì e la Romagna, Valeria si è presentata al punto di raccolta dei volontari allestito dal Comitato di quartiere e ha prestato servizio per tanti giorni successivi, aiutando gli alluvionati e coordinando l’attività dei giovani provenienti da ogni parte d’Italia. Fino alla riapertura delle scuole è rimasta a disposizione senza risparmiarsi e dimostrando grande spirito di solidarietà e senso civico.

Letizia GALLETTI, 25/7/2004, residente a Lugo (RA). Per aver portato sollievo con la sua musica a tante persone costrette ad abbandonare la propria abitazione a seguito della recente alluvione in Emilia Romagna.

Durante i giorni successivi allo straripamento dei fiumi, al Palabanca di Lugo di Romagna hanno trovato rifugio numerose persone che non potevano rientrare nelle proprie abitazioni. Qui tante ragazze e ragazzi hanno cercato di dare conforto e assistenza a quanti erano stati maggiormente colpiti. Letizia era tra questi giovani, che facevano compagnia ai più anziani e che giocavano con i bambini. Letizia ha organizzato anche momenti di canto serale e con le sue canzoni ha contribuito a diffondere un clima di solidarietà e uno spirito di ripartenza. Alcuni anziani hanno persino espresso il desiderio di non rientrare subito a casa per poter continuare a vivere in quel contesto così familiare.

Sofia GENTILE, 12/3/2005, residente a Vittoria (RG). Per aver saputo veicolare attraverso la musica l’importanza della cultura della legalità. Il canto all’unisono delle voci del suo coro è diventato strumento di coesione sociale.  

Sofia ha contribuito in modo determinante alla realizzazione di un progetto di legalità chiamato “Noi posso”. Con questo progetto si cerca, attraverso la musica, di superare tutti quei comportamenti di sopraffazione che mettono in discussione la convivenza civile e le sue regole. Cuore del progetto è un coro composto da bambini provenienti da realtà socio-economiche difficili e da bambini che frequentano l’oratorio di quartiere, ai quali Sofia cerca di trasmettere l’importanza dell’armonia. Se una voce sopraffà le altre, il gruppo stona. La sua energia ha contagiato, in poco tempo, tanti volontari, ora impegnati, attraverso il linguaggio universale della musica, a parlare di legalità, sentimenti e sostenibilità.

Sebastiano GUAZZERONI, 31/1/2015, residente a Paciano (PG). Per il coraggio dimostrato, nonostante la giovanissima età, di fronte al malore accusato dal padre. Grazie alla prontezza con cui ha affrontato l’emergenza, è riuscito ad evitare che una passeggiata nei boschi si concludesse in tragedia.

Sebastiano camminava nei boschi dell’Umbria insieme al padre. Una delle tante escursioni che erano soliti compiere insieme. All’improvviso, nel mezzo della camminata, il papà di Sebastiano ha accusato un malore ed è svenuto. Il bambino, spaventato ma lucido, ha pensato bene di tornare indietro lungo il sentiero che aveva percorso e, dopo una corsa di quasi due chilometri, ha finalmente incontrato delle persone che lo hanno aiutato ad attivare i soccorsi. E’ grazie alla sua azione che gli aiuti sono arrivati in tempo utile e che suo padre ha potuto evitare gravi conseguenze.

Irene MARABINI, 29/11/2014, residente a Loreto (AN). Per lo spirito di accoglienza e la spontaneità dei gesti con cui ha aiutato un coetaneo ucraino in fuga dalla guerra ad ambientarsi nel nostro Paese.

Irene è una bambina che ha accolto con grande amicizia e generosità un nuovo compagno di classe ucraino, fuggito dalla guerra e ospite, insieme alla mamma, presso una struttura di Loreto. La bambina fin dal primo giorno si è attivata in modo spontaneo per far sentire la sua vicinanza al nuovo arrivato, il quale era spesso colto da momenti di tristezza e smarrimento. Irene ha cercato di aiutarlo, di proteggerlo quando ne ha avvertito la necessità, ha condiviso la sua merenda con il bambino, lo ha coinvolto nella socialità e nella ricreazione, invitandolo anche a casa sua per giocare e realizzando per lui biglietti di incoraggiamento in lingua ucraina.

Nicole MINARDI, 26/10/2010, residente a Parma. Per la tenacia con cui affronta la sindrome Pan-Pandas, ancora poco nota. Dalle sue difficoltà e dalle sue sofferenze ha tratto anche la forza per dedicarsi con energia a diffondere la conoscenza della patologia e a promuoverne il riconoscimento tra le malattie rare.

Nicole è una coraggiosa ragazza affetta dalla sindrome Pan-Pandas, patologia purtroppo ancora poco conosciuta che le è stata diagnosticata dopo anni di incertezze e problemi. La sua esperienza ha spinto Nicole a dedicarsi con ogni energia alla diffusione delle conoscenze sulla sua sindrome per ottenerne il riconoscimento da parte delle istituzioni, l’inserimento tra le malattie rare e la definizione di protocolli per la diagnosi e la cura.

Ginevra MINETTI, 27/8/2007, residente a Montemurlo (PO). Per l’entusiasmo e la generosità con cui presta la sua opera di volontaria. Durante la recente alluvione di Prato ha preso parte alla ricerca di alcune persone disperse e si è dedicata senza sosta all’accoglienza dei tanti sfollati ai quali non ha mai fatto mancare un sorriso rassicurante.

Ginevra è una giovane volontaria della Misericordia di Prato che, durante l’emergenza provocata dall’alluvione che ha colpito la città di Prato e i comuni della provincia, si è immediatamente messa a disposizione e ha partecipato con grande impegno alle ricerche di due anziani dispersi ritrovati, purtroppo, senza vita. Ha lavorato instancabilmente in quei giorni difficili, fornendo supporto alle persone alluvionate, spalando il fango quando occorreva, distribuendo beni di prima necessità alla popolazione, senza far mancare mai a nessuno un sorriso e una parola di conforto.

Filippo MUTTA, 22/4/2006, residente a Marano Vicentino (VI). Per aver saputo coniugare passione per la scienza e alto senso civico, realizzando un sistema operativo che offre maggiore difesa da attacchi informatici e ponendolo gratuitamente a disposizione della collettività.

Benché molto giovane, Filippo si è già distinto nella ricerca tecnologica. Ha realizzato infatti un nuovo sistema operativo, denominato MicroKosm, con cui è riuscito a portare l’Italia sul podio in un contest europeo. Si tratta di un software che funziona su vari dispositivi, dai cellulari ai computer, garantendo maggiore sicurezza in presenza di attacchi informatici. Filippo ha deciso di condividere gratuitamente la propria realizzazione, affinché privati e aziende possano utilizzare i loro dispositivi in maniera più efficiente.

Elisa PALOMBO, 11/2/2010, residente a Torchiarolo (BR).  Per aver ridato voce, attraverso la sua penna, a una giovane vittima di mafia: una giovane uccisa per aver avuto il coraggio di allontanarsi da ambienti criminali, rompendo la logica di omertà e di intimidazione.

Elisa è una ragazza impegnata come catechista ed educatrice di Azione Cattolica. Grazie alla collaborazione tra l’associazione Libera, la scuola e la parrocchia, ha scoperto la figura di Marcella Di Levrano, giovane donna uccisa dalla Sacra corona unita il 5 aprile 1990 perché aveva deciso di collaborare con le forze dell’ordine per riscattarsi da una esistenza difficile, segnata dalla vicinanza ad ambienti malavitosi. Attraverso la sua scrittura Elisa ha ridato voce a Marcella, facendo conoscere la storia di questa giovane e indicandola come testimone di un riscatto sempre possibile, tanto per le persone che per le comunità.

Giovanni PRESTINICE, 29/8/2010, residente a Crotone. Per la determinazione con cui si impegna come volontario per la difesa dei diritti dei migranti. Dopo il tragico naufragio di Cutro si è prodigato per far conoscere la storia delle vittime, restituendo loro dignità e contrastando l’indifferenza di tanti.

Giovanni, volontario di Save the Children, è impegnato sul tema delle migrazioni ed è stato molto attivo nei giorni drammatici che hanno seguito il tragico naufragio sulle coste di Cutro, nel febbraio 2023. Giovanni è diventato un testimone di solidarietà, di chi non vuole restare fermo a guardare ma si batte per sensibilizzare la propria comunità ed evitare il ripetersi di simili tragedie. Per onorare la memoria dei tanti dispersi in mare, ha approfondito e condiviso le storie di chi è morto alla ricerca di una vita migliore. Con la sua partecipazione a eventi pubblici ha cercato, attraverso il dialogo e il confronto, di vincere l’indifferenza e di restituire dignità alle vittime, ai loro familiari e ai superstiti della strage.

Adele RICCI, 27/7/2011, residente ad Ameglia (SP). Per la gentilezza e la spontaneità con cui si dedica a un compagno in difficoltà. Il suo impegno costituisce un esempio: il traguardo di una società più inclusiva può essere raggiunto anche attraverso la semplicità di piccoli gesti silenziosi.

Adele è una giovane scout che, con grande spontaneità, ha fatto propri i valori alla base della sua associazione e con generoso impegno e amicizia incondizionata ha affiancato un suo compagno con disabilità aiutandolo nella quotidianità. I gesti di Adele sono semplici ma rassicuranti. L’amicizia vera non ti fa sentire solo o diverso.

Matteo RIDOLFI, 17/2/2010, residente a Colognola ai Colli (VR). Per la prontezza con cui ha praticato il massaggio cardiaco a un uomo, colto da malore, salvandogli così la vita. Un’azione coraggiosa, che si fonda su un valore di solidarietà, sull’importanza cioè di non voltarsi dall’altra parte quando qualcuno è in difficoltà.

Matteo, mentre andava in bicicletta verso il campo da calcio, si è imbattuto in una scena di disperazione: un uomo, un pensionato di 65 anni, era caduto in terra a causa di un infarto. La moglie, al suo fianco e in preda al panico, attendeva l’arrivo dell’ambulanza. Matteo, con grande risolutezza e ricordando una scena vista in una nota serie televisiva, ha deciso di intervenire. Nel praticare il massaggio cardiaco, che ha salvato la vita all’uomo, è stato aiutato da un operatore al telefono. Ma il più grande merito di Matteo è aver ricordato a tutti l’importanza di aiutare chi si trova in condizione di bisogno.

Fatima SADKAOUI, 16/3/2009, residente a Torrebelvicino (VI). Per il supporto fornito con generosità a un compagno di classe proveniente dal Senegal. La sua attività di mediatrice culturale ha favorito l’integrazione del ragazzo all’interno della classe.

Fatima è una ragazza di origini tunisine, nata in Italia, da sempre particolarmente sensibile alle difficoltà di integrazione che incontrano altri ragazzi di famiglie emigrate. La sua esperienza personale l’ha spinta ad aiutare un compagno arrivato lo scorso anno dal Senegal, condividendo con lui i testi utilizzati per imparare la lingua italiana e traducendo in francese, lingua veicolare del compagno, quanto richiesto dagli insegnanti. La sua spontanea attività di mediatrice culturale ha favorito la progressiva integrazione del compagno all’interno della classe.

Lorenzo SASSARO, 1/12/2006, residente a Valdagno (VI). Per l’impegno e il rigore metodologico utilizzato nella ricerca astronomica, che gli ha consentito di scoprire una nuova stella. Il suo esempio può aiutare altri giovani studenti a coltivare la passione per la scienza e la ricerca. 

La grande passione per le scienze astronomiche ha portato Lorenzo a scoprire, a soli 16 anni, una stella variabile, cioè una stella che, per cause fisiche, varia la sua luminosità nel tempo. La scoperta, eccezionale in considerazione della giovane età del ragazzo, è avvenuta nell’ambito di un progetto dell’Osservatorio astronomico di Marana di Crespadoro. Dopo mesi di osservazione e studio della Nebulosa Carena e dei dati recuperati da telescopi survey posizionati sulla Terra e sui satelliti, l’impegno di Lorenzo è stato ripagato dalla scoperta di questa nuova stella che, dopo essere stata approvata, riconosciuta e censita dall’ente internazionale per le stelle variabili dell’American Association of  Variable Star Observer, ora porta anche il suo nome.

Alfonso STIGLIANI, 29/7/2005, residente a Matera. Per la maturità e la profondità con cui si è raccontato in un libro autobiografico. Essere capaci di chiedere aiuto quando si è in difficoltà è un grande tema generazionale: discuterne può servire anche a tanti coetanei che vivono momenti di disagio.

Alfonso è un ragazzo che ha saputo reagire ai problemi familiari e al disagio scolastico che coinvolge tanti giovani, impegnandosi nella stesura di un libro, che è stato presentato al Salone internazionale del libro di Torino nel 2023. In queste pagine ha deciso di raccontare il periodo del Covid e di come questo gli sia servito per affrontare i suoi problemi di adolescente e per recuperare il difficile rapporto che aveva con il padre. Una vicenda struggente da cui emerge in tutta la sua potenza il valore dei rapporti familiari e l’importanza di chiedere aiuto quando si è in difficoltà.

Emanuela TESSITORE, 12/9/2005, residente a Succivo (CE). Per l’impegno e la generosità con cui si è messa a disposizione della comunità scolastica nei mesi più difficili della pandemia. Il carattere con cui ha supportato i compagni di classe più bisognosi l’ha resa fonte di ispirazione per tanti coetanei.

Emanuela è una ragazza sempre disponibile, che contagia con il suo altruismo tutti coloro che le stanno vicino. Le sue doti caratteriali le hanno permesso di diventare in breve tempo un esempio e un punto di riferimento, non solo per la classe ma per l’intera comunità scolastica. Di grande valore è stato il supporto morale e materiale offerto da Emanuela ai suoi compagni durante il periodo della didattica a distanza. Dimostrando una profonda sensibilità non ha mai fatto mancare il suo aiuto a una compagna con disabilità. Con impegno e senso di responsabilità si è offerta di dare ripetizioni in tutte le discipline ad altri studenti in difficoltà motivandoli e cercando di infondere loro fiducia nelle proprie capacità.

Damiano TONIOLO, 19/6/2008, residente a Villa del Conte (PD)Per la passione genuina con cui accudisce le sue galline, da cui ha tratto l’ispirazione per scrivere un libro, il cui ricavato è stato devoluto interamente in beneficienza.

Damiano, costretto dalla pandemia a rimanere a casa durante il lungo periodo di isolamento, ha impiegato il suo tempo per scrivere un libro autobiografico in cui racconta la sua immensa passione per le galline, dalla prima gallina vinta a una pesca paesana alla realizzazione della sua piccola fattoria. Con generosità ha poi deciso di devolvere tutto il ricavato della vendita del libro nell’acquisto di quattro automobili elettriche, che sono state donate alle pediatrie degli ospedali di Cittadella e di Camposampiero, in provincia di Padova. Le macchine vengono guidate dai piccoli pazienti pediatrici per spostarsi lungo le corsie e andare in altri reparti per fare esami particolari, così da rendere meno triste il ricovero in ospedale.

Michele VIGILANTE, 14/7/2006, residente a San Marco in Lamis (FG). Per l’impegno nella promozione del valore sociale della lettura. Da volontario si spende non soltanto tra i coetanei, ma anche tra le persone anziane, offrendo loro momenti di serenità, di condivisione, di riflessione.

Michele è un ragazzo che crede fermamente nell’importanza della cultura come strumento di incontro tra le persone.  Umile e generoso, sempre pronto ad aiutare gli altri senza aspettarsi nulla in cambio, è per i suoi compagni un punto di riferimento. Michele ha una grande passione per la lettura, che cerca di promuovere tra i coetanei e tra le persone anziane. Proprio grazie alle letture riesce a regalare momenti di serenità agli anziani a cui fa visita.

Matteo VIOLANI, 27/4/2006, residente a Faenza (RA). Per il servizio di volontariato prestato in occasione dell’alluvione che ha colpito la sua città. Il suo impegno costituisce un esempio di cittadinanza attiva e simboleggia la resilienza di una intera comunità.

Matteo è uno dei tanti giovani volontari romagnoli, che si è messo a disposizione della comunità dopo la violenta alluvione che ha devastato la sua città e la sua regione. L’impegno e la dedizione da lui dimostrata in quei giorni difficili sono stati un esempio di cittadinanza attiva. Costituiscono una testimonianza, per fortuna tra tante, di chi ha deciso di non lasciarsi abbattere dallo sconforto ma di reagire rimboccandosi le maniche per fare la propria parte nella fase emergenziale. Nonostante la giovane età, la grinta di Matteo è stata motivante per altri giovani e con il suo lavoro è divenuto un punto fermo per i volontari di ogni età e provenienza.

Matteo ZAGO, 28/9/2015, residente a Bolzano. Per la prontezza con cui, a soli otto anni, è riuscito a fermare un veicolo in movimento che rischiava di schiantarsi a causa del malore che ha colpito il padre mentre era alla guida.

Matteo si trovava da solo in macchina con suo padre che, all’improvviso, ha perso i sensi a causa di un malore. Senza farsi paralizzare dalla paura, il bambino, nonostante la giovanissima età, si è slacciato la cintura, ha spostato la gamba del papà dall’acceleratore, ha premuto il pedale del freno ed è riuscito a fermare l’auto. Quindi, resosi conto della gravità delle condizioni del padre, ha preso il cellulare e ha attivato i soccorsi che, intervenuti poco dopo, hanno salvato la vita all’uomo.

 

Targhe

 

Classe 5A scuola primaria – Istituto comprensivo Trasacco (AQ)

Per la forza della loro amicizia

Erano in visita scolastica a Roma i giovanissimi studenti dell’istituto comprensivo di Trasacco (provincia de L’Aquila), quando hanno deciso di interrompere la gita nella Capitale per solidarietà con un loro compagno di classe. A causa di un guasto alla pedana del pullman, adibita a consentire la discesa di chi si muove sulla sedia a rotelle, il loro compagno infatti non avrebbe potuto partecipare alla visita programmata in città. Dopo diversi tentativi di riparazione falliti, ai ragazzi, di nove anni, era stato chiesto d’incamminarsi comunque per le vie del centro, come previsto. Ma la solidarietà e l’amicizia hanno prevalso su tutto il resto: i bambini si sono rifiutati di scendere senza il loro amico.

Classi 5AS, 5BS, 5AC – Liceo scientifico e classico Antonio Segni, Ozieri (SS)

Per la testimonianza di solidarietà

Durante le feste di Natale hanno prestato servizio di volontariato alla mensa della Caritas di Sassari e presso la Croce Ottagona di Ozieri. Sono gli studenti delle classi 5AS e 5BS del Liceo Scientifico e della classe 5AC del Liceo Classico dell’Istituto di Istruzione Superiore “Antonio Segni” di Ozieri, i quali hanno tramutato le loro discussioni sulla necessaria solidarietà civile in un impegno concreto a favore di coloro che vivono situazioni di disagio economico, psicologico, sociale. Questa loro testimonianza di servizio è diventata poi un volano: altri coetanei si sono sentiti coinvolti e hanno offerto la loro disponibilità come volontari, facendosi portavoce dell’importanza della solidarietà come motore di crescita sociale.

Classe 2C Scuola “F. Matteucci” – Istituto comprensivo Montalcini, Campi Bisenzio (FI)

Per l’impegno civile nell’emergenza

Hanno ripulito con dedizione e impegno i locali della scuola, invasi dall’acqua e dal fango. Quando l’alluvione ha duramente colpito il loro territorio in Toscana, gli studenti della classe 2C della scuola secondaria di primo grado “F. Matteucci” non hanno esitato, come tanti altri ragazzi, a fare la loro parte per rianimare la loro comunità e i luoghi della vita quotidiana. In quella circostanza i ragazzi hanno lavorato con grande senso di responsabilità e di solidarietà. Nella difficoltà si sono sostenuti a vicenda, e non soltanto nei locali della scuola: molti infatti hanno ospitato a casa compagni di classe costretti ad abbandonare le proprie abitazioni perché allagate.

 

 

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia in occasione del 79° anniversario della Liberazione

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accolto dal Ministro della Difesa Guido Crosetto in occasione del 79° anniversario di LiberazioneIl Presidente Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79* anniversario di Liberazione

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Ministro della Difesa Guido Crosetto in occasione del 79° anniversario di LiberazioneIl Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79° anniversario di Liberazione

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79° anniversario di LiberazioneIl Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79° anniversario di Liberazione

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79° anniversario di LiberazioneIl Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Ottavia Piccolo a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79° anniversario di Liberazione

 

Il Presidente Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79* anniversario di LiberazioneIl Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia commemorativa del 79° anniversario di Liberazione

 

Il Presidente Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79* anniversario di Liberazione

Il Presidente Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79* anniversario di Liberazione saluta la Sig.ra Ida Balò, Presidente dell’Associazione “Civitella ricorda”

Il Presidente Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79* anniversario di Liberazione

 

Il Presidente Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79* anniversario di Liberazione

 

Il Presidente Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana al termine delle celebrazioni per il 79* anniversario di Liberazione

 

QUEI RAGAZZI CHE RIPOSANO SOTTO LE LAPIDI BIANCHE DEI CIMITERI CHE COSTELLANO LA NOSTRA PENISOLA, LI SENTIAMO COME NOSTRI FIGLI!!

 Civitella in Val di Chiana, 

Rivolgo un saluto a tutti i presenti, alla Vicepresidente del Senato, al Ministro  della difesa, al Presidente della Regione, al Sindaco, alle Autorità e, con affetto particolare, a tutti i cittadini di Civitella e ai Sindaci presenti.

Siamo qui, a Civitella in Val di Chiana, riuniti per celebrare il 25 aprile – l’anniversario della Liberazione -, a ottanta anni dalla terribile e disumana strage nazifascista perpetrata, in questo territorio, sulla inerme popolazione.

Come abbiamo ascoltato, poc’anzi, dalle parole del Sindaco, della Professoressa Ponzani, dalle letture –  e ringrazio Ottavia Piccolo per averci coinvolti, con commozione, nei drammatici ricordi che ci ha illustrato – e dalla testimonianza straordinaria di Ida Balò, gli eccidi avvennero, oltre che a Civitella, a Cornia, dove la crudeltà dei soldati della famigerata divisione Goering si sfogò in maniera particolarmente brutale, con stupri e uccisioni di bambini.

Nella stessa giornata si compiva, non lontano da qui, a San Pancrazio, un altro eccidio, dove furono sterminate oltre settanta persone.

Come è attestato dai documenti processuali, gli eccidi furono pianificati a freddo, molti giorni prima, e furono portati a termine con l’inganno e con il tradimento della parola. Si attese, cinicamente, la festa dei Santi Pietro e Paolo per essere certi di poter effettuare un rastrellamento più numeroso di popolazione civile.

La tragica contabilità di quel 29 giugno del ’44, in queste terre, ci racconta di circa duecentocinquanta persone assassinate. Tra queste, donne, anziani, sacerdoti e oltre dieci ragazzi e bambini. Il più piccolo, Gloriano Polletti, aveva soltanto un anno. Maria Luisa Lammioni due.

Il parroco di Civitella, Don Alcide Lazzeri, e quello di San Pancrazio, Don Giuseppe Torelli, provarono a offrire la loro vita per salvare quella del loro popolo, ma inutilmente. Furono uccisi anch’essi – come abbiamo sentito poc’anzi – insieme agli altri.  Alcuni ostaggi, destinati alla morte, rimasero feriti o riuscirono a fuggire. Nei loro occhi, sbigottiti e impauriti, rimarrà per sempre impresso il ricordo di quel giorno di morte e di orrore.

Sono venuto qui, oggi, a Civitella – uno dei luoghi simbolo della barbarie nazifascista – per fare memoria di tutte le vittime dei crimini di guerra, trucidate, in quel 1944, sul nostro territorio nazionale e anche all’estero.

Non c’è alcuna parte del suolo italiano –  con la sola eccezione della Sardegna – che non abbia patito la violenza nazifascista contro i civili e che non abbia pianto sulle spoglie dei propri concittadini brutalmente assassinati.

La Regione che ci ospita – la Toscana – è tra quelle che hanno pagato il più alto tributo di sangue innocente, insieme al Piemonte e all’Emilia Romagna.

La magistratura militare e gli storici, dopo un difficile lavoro di ricerca, durato decenni, hanno, finora, documentato sul nostro territorio italiano cinquemila crudeli e infami episodi di eccidi, rappresaglie, esecuzioni sommarie.

Con queste barbare uccisioni, nella loro strategia di morte, i nazifascisti cercavano di fare terra bruciata attorno ai partigiani per proteggere la ritirata tedesca; cercavano di instaurare un regime di terrore nei confronti dei civili perché non si unissero ai partigiani; cercavano di operare vendette nei confronti di un popolo considerato inferiore da alleato e, dopo l’armistizio, traditore.

Si trattò di gravissimi crimini di guerra, contrari a qualunque regola internazionale,  contrari all’onore militare e, ancor di più, ai principi di umanità.

Nessuna ragione, militare o di qualunque altro genere, può infatti essere invocata l’uccisione di ostaggi e di prigionieri inermi.

I nazifascisti ne erano ben consapevoli: i corpi dei partigiani combattenti, catturati, torturati, uccisi, dovevano rimanere esposti per giorni, come sinistro monito per la popolazione. Ma le stragi dei civili cercavano di tenerle nascoste e occultate, le vittime sepolte o bruciate. Non si sa se per un senso intimo di vergogna e disonore, o per evitare d’incorrere nei rigori di una futura giustizia, oppure, ancora, per non destare ulteriori sentimenti di rivolta tra gli italiani.

All’infamia, ad esempio, della strage di Marzabotto – la più grande compiuta in Italia – seguì un corollario altrettanto indegno: la propaganda fascista, sui giornali sottoposti a controlli e censure, negava l’innegabile, provando a smentire l’accaduto, cercando di definire false le notizie dell’eccidio e irridendo i testimoni.

Occorre – oggi e in futuro – far memoria di quelle stragi e di quelle vittime, e sono preziose le iniziative nazionali e regionali che la sorreggono. Senza memoria, non c’è futuro.

Una lunga scia di sangue ha accompagnato il cammino dell’Italia verso la Liberazione. Il sangue dei martiri che hanno pagato con la loro vita le conseguenze terribili di una guerra ingiusta e sciagurata, combattuta a fianco di Hitler nella convinzione che la grandezza e l’influenza dell’Italia si sarebbero dispiegate su un nuovo ordine mondiale. Un ordine fondato sul dominio della razza, sulla sopraffazione o, addirittura, sullo sterminio di altri popoli. Un’aspirazione bruta, ignobile, ma anche vana.

Totalmente sottomessa alla Germania imperialista di Hitler, l’Italia fascista, entrata nel conflitto senza alcun rispetto per i soldati mandati a morire cinicamente, non avrebbe comunque avuto scampo.  Ebbe a notare, con precisione, Luigi Salvatorelli: «Con la sconfitta essa avrebbe perduto molto, con la vittoria tutto…»

Generazioni di giovani italiani, educati, fin da bambini, al culto infausto della guerra e dell’obbedienza cieca e assoluta, erano stati mandati, in nome di una pretesa superiorità nazionale, ad aggredire con le armi nazioni vicine: le «patrie degli altri» come le chiamava don Lorenzo Milani.

Nella disastrosa ritirata di Russia, sui campi di El Alamein, nelle brutali repressioni compiute in Grecia, nei Balcani, in Etiopia, nelle deportazioni di ebrei verso i campi di sterminio, nel sostegno ai nazisti nella repressione della popolazione civile, si consumò la rottura tra il popolo italiano e il fascismo.

Si verificò – scrisse ancora Salvatorelli – «una crisi morale profonda, una disaffezione completa rispetto al regime, un crollo disastroso dell’idolo Mussolini.»

Il fascismo aveva in realtà, da tempo, scoperto il suo volto, svelando i suoi veri tratti brutali e disumani. Come ci ricorda il prossimo centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti.

L’8 settembre, con i vertici del Regno in fuga, fece precipitare il Paese nello sconforto e nel caos assoluto. Ma molti italiani non si piegarono al disonore. Scelsero la via del riscatto. Un riscatto morale, prima ancora che politico, che recuperava i valori occultati e calpestati dalla dittatura. La libertà, al posto dell’imposizione. La fraternità, al posto dell’odio razzista. La democrazia, al posto della sopraffazione. L’umanità, al posto della brutalità. La giustizia, al posto dell’arbitrio. La speranza, al posto della paura.

Nasceva la Resistenza, un movimento che, nella sua pluralità di persone, motivazioni, provenienze e spinte ideali, trovò la sua unità nella necessità di porre termine al dominio nazifascista sul nostro territorio, per instaurare una convivenza nuova, fondata sul diritto e sulla pace.

Scrisse Padre Davide Maria Turoldo: «Tra i morti della Resistenza vi erano seguaci di tutte le fedi. Ognuno aveva il suo Dio, ognuno aveva il suo credo, e parlavano lingue diverse, e avevano pelle di colore diverso, eppure nella libertà e nella umana dignità si sentivano fratelli».

Fu così che reduci dalla guerra e giovani appassionati, contadini e intellettuali, monarchici e repubblicani, si unirono per lottare, con le armi, contro l’oppressore e l’invasore. Tra di loro uomini, donne, ragazzi, di ogni provenienza, di ogni età. Combatterono a viso aperto, con coraggio, contro un nemico feroce e soverchiante per numero, per armi e per addestramento.

Vi fu l’eroica Resistenza dei circa seicentomila militari italiani che, dopo l’8 settembre, rifiutarono di servire la Repubblica di Salò, quel regime fantoccio instaurato da Mussolini sotto il totale controllo di Hitler.  Furono passati per le armi, come a Cefalonia e a Corfù, o deportati nei lager tedeschi. Furono definiti “internati militari”, per negare loro in questo modo persino lo status di prigionieri di guerra. Ben cinquantamila di loro morirono nei campi di detenzione in Germania, a causa degli stenti e delle violenze.

Vi fu la Resistenza della popolazione,ribellatasi spontaneamente di fronte a episodi di brutalità e alle violenze, scrivendo pagine di eroismo splendido di natura civile. Vi furono le coraggiose lotte operaie, culminate nei grandi scioperi nelle industrie delle città settentrionali.

In tutta la Penisola, nelle montagne e nelle zone di mare, si attivò spontaneamente, in quegli anni drammatici, la rete clandestina della solidarietà, del risveglio delle coscienze e dell’umanità ritrovata.

A migliaia, uomini, donne, religiosi, funzionari dello Stato, operai, borghesi, rischiando la propria vita e quella dei loro familiari, si opposero alla dittatura e alle violenze sistematiche, nascondendo soldati alleati, sostenendo la lotta partigiana, falsificando documenti per salvare ebrei dalla deportazione, stampando e diffondendo volantini di propaganda.

Fu la Resistenza civile, la Resistenza senza armi, un movimento largo e diffuso, che vide anche la rinascita del protagonismo delle donne, sottratte finalmente al ruolo subalterno cui le destinava l’ideologia fascista.

Scrive, riguardo a questo impegno, Claudio Pavone: «Essere pietosi verso altri esseri umani era di per sé una manifestazione di antifascismo e di resistenza, quale che ne fosse l’ispirazione, laica o religiosa. Il fascismo aveva insita l’ideologia della violenza, la pietà non era prevista…»

La Resistenza, nelle sue forme così diverse, contribuì, in misura notevole, all’avanzata degli Alleati e alla sconfitta del nazifascismo.

Ai circa trecentocinquantamila soldati, venuti da Paesi lontani, morti per liberare l’Italia e il mondo dall’incubo del nazifascismo, l’Italia si inchina doverosamente, con commozione e con riconoscenza.

Quei ragazzi, che riposano sotto le lapidi bianche dei cimiteri alleati che costellano la nostra Penisola, li sentiamo come nostri caduti, come nostri figli.

Liberazione, dunque, dall’occupante nazista, liberazione da una terribile guerra, ma anche da una dittatura spietata che, lungo l’arco di un ventennio, aveva soffocato i diritti politici e civili, calpestato le libertà fondamentali, perseguitato gli ebrei e le minoranze, educato i giovani alla sacrilega religione della violenza e del sopruso. L’entrata in guerra, accanto a Hitler, fu la diretta e inevitabile conseguenza di questo clima di fanatica esaltazione.

Il 25 aprile è, per l’Italia, una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata, e del ritorno nel novero delle nazioni democratiche. Quella pace e quella libertà, che – trovando radici nella resistenza di un popolo contro la barbarie nazifascista – hanno prodotto la Costituzione repubblicana, in cui tutti possono riconoscersi, e che rappresenta garanzia di democrazia e di giustizia, di saldo diniego di ogni forma o principio di autoritarismo o di totalitarismo.

Aggiungo – utilizzando parole pronunciate da Aldo Moro nel 1975 – che “intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico”.

A differenza dei loro nemici, imbevuti del culto macabro della morte e della guerra, i patrioti della Resistenza fecero uso delle armi perché un giorno queste tacessero e il mondo fosse finalmente contrassegnato dalla pace, dalla libertà, dalla giustizia.

Oggi, in un tempo di grande preoccupazione, segnato, in Europa e ai suoi confini, da aggressioni, guerre e violenze, confidiamo, costantemente e convintamente, in quella speranza.

E per questo va ripetuto:

Viva la Liberazione, viva la libertà, viva la Repubblica!  

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana in occasione del 79° anniversario di Liberazione

Cordoglio del Presidente Mattarella per la morte del Maresciallo Francesco Pastore e del Carabiniere Francesco Ferraro

Il Presidente Mattarella

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi, il seguente messaggio:

«Ho appreso con profonda tristezza la notizia del grave incidente stradale verificatosi in provincia di Salerno in cui, durante lo svolgimento di attività di servizio, hanno perso la vita il Maresciallo Francesco Pastore e il Carabiniere Francesco Ferraro, ed è rimasto ferito un altro militare dell’Arma, nonché le persone a bordo degli altri veicoli coinvolti.
In questa dolorosa circostanza desidero esprimere a lei, Signor Comandante Generale, e all’Arma dei Carabinieri la mia solidale vicinanza.
La prego di far pervenire ai familiari le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio e al Carabiniere rimasto ferito gli auguri di pronta guarigione».

Dichiarazione del Presidente Mattarella nel 15° anniversario del terremoto de L’Aquila

 

Il Presidente Mattarella alla scrivania

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Il terremoto di quindici anni or sono, nella notte tra il 5 il 6 aprile, sconvolse L’Aquila e il territorio circostante, strappando alla vita più di 300 persone. La distruzione si abbatté sul centro storico, sulla periferia, sui borghi vicini, lasciando tutta la Comunità nazionale attonita e sconvolta.
Il Paese seppe reagire, mobilitando tutte le proprie energie, mentre gli abitanti dell’area colpita dal sisma trovarono la forza per iniziare a ricostruire le case, i luoghi di lavoro, le scuole, per recuperare – per quanto possibile – le bellezze artistiche. Il percorso di rinascita di quella terra è divenuto un traguardo e un patrimonio civico comune.
La piena ricostruzione della Città e dei borghi è un dovere e un impegno da proseguire. Per ogni componente sociale, anzitutto per le Istituzioni. Così come tale è l’opera di riconnessione del tessuto sociale.
È una sfida che riguarda l’Abruzzo, le sue aree interne e, allo stesso tempo, costituisce un passaggio per innovare e offrire alle nuove generazioni la possibilità di realizzare i loro progetti nella sicurezza di un ambiente che sappia fare dei territori feriti, o a rischio per l’imprevedibilità della natura, luoghi di nuove opportunità.
La memoria di eventi così tragici deve dunque diventare per tutto il Paese ammonimento e impegno, per non trascurare mai il valore della vita umana e l’integrità delle Comunità».

Messaggio del Presidente Mattarella per il trentesimo anniversario di fondazione dell’Associazione per la Riduzione del Debito Pubblico

 

File:Sergio Mattarella Presidente della Repubblica Italiana.jpg

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Presidente Onorario dell’Associazione per la Riduzione del Debito Pubblico, Luciano Corradini, il seguente messaggio:
«Il trentesimo anniversario di fondazione dell’Associazione per la Riduzione del Debito Pubblico costituisce utile occasione per esprimere apprezzamento per le attività promosse dal Sodalizio in merito alla divulgazione e sensibilizzazione sulle problematiche economiche del nostro Paese, avanzando, mediante analisi di settore, utili proposte per un utilizzo sempre più consapevole e solidale delle risorse a disposizione del soddisfacimento dei bisogni della comunità, raccolte a mezzo del sistema tributario.
Lo sviluppo e la crescita economica sono risultati che, per essere raggiunti, sollecitano l’impegno sinergico di Istituzioni, associazioni e società civile: ogni soggetto è chiamato a contribuire per incrementare il benessere collettivo, come sancito dall’art. 4 della Costituzione.
Con l’auspicio che l’Associazione continuerà a profondere il medesimo impegno nel realizzare ulteriori proficue iniziative, rivolgo il più sentito augurio per il prosieguo della sua attività».

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione del 150° anniversario della nascita di Luigi Einaudi

Il Presidente Mattarella alla scrivania

Mattarella ricorda la figura di Luigi Einaudi

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Nel 150esimo anniversario della nascita, la Repubblica ricorda Luigi Einaudi, primo Capo dello Stato eletto con le regole della Costituzione del ’48, costruttore tra i più importanti della nostra democrazia, figura di elevato prestigio internazionale che aiutò l’Italia nel dopoguerra a riconquistare la dignità perduta con il fascismo.
Grande è il debito che la comunità nazionale ha verso questo padre della Patria e ricco il patrimonio di pensiero, di azione politica, di equilibrio istituzionale, di coerenza personale, che ci ha lasciato.
Economista di vasta cultura, sensibile ai temi dell’equità sociale, democratico autentico che non ebbe timore a firmare nel 1925 il Manifesto degli intellettuali non fascisti di Benedetto Croce, Luigi Einaudi si dedicò con intelligenza e passione alla ricostruzione del Paese e poi, da Presidente della Repubblica, spiegò il suo impegno a tessere la tela della nuova democrazia italiana.
Costituente, Ministro e Vice Presidente del Consiglio, Governatore della Banca d’Italia, Einaudi ha impresso la propria impronta con sobrietà e misura, grande determinazione e fede nella libertà, contribuendo a far crescere il consenso su quei valori che hanno consentito all’Italia di risalire dalle macerie della guerra e della dittatura.
Il convinto europeismo di Einaudi risalta come un’altra chiara testimonianza della sua capacità di visione del futuro.
Tutto questo rende prezioso e vitale il suo insegnamento».

 

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie

 

Giornata delle vittime di mafia, Mattarella a Casal di Principe sulle orme di don Diana: la prima volta di un presidente nella roccaforte dei casalesi

Archivi -Sud Libertà

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Nata nella società civile, cresciuta grazie ai valori di cui è portatrice, la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” è ricorrenza significativa per la comunità nazionale.

Un giorno che sottolinea l’impegno per liberare le popolazioni e i territori dalle mafie, per vincere l’indifferenza e la rassegnazione che giovano sempre ai gruppi criminali.

Quando difendiamo la dignità di essere cittadini liberi, quando ci ribelliamo alle violenze e alle ingiustizie, quando davanti ai soprusi non ci voltiamo dall’altra parte, contribuiamo alla lotta contro le mafie.

Videomessaggio del Presidente Sergio Mattarella agli ...

La lettura dei nomi delle innocenti vittime delle mafie è atto che ci ricongiunge a quanti hanno pagato con la vita la disumanità mafiosa e segno di vicinanza alle loro famiglie e, al contempo, espressione forte, collettiva, di quel desiderio di giustizia che costituisce l’energia vitale di una democrazia.

Le Istituzioni sono chiamate a fare il loro dovere per contrastare, su ogni piano, le organizzazioni del crimine e l’azione dei cittadini e delle forze sociali è coessenziale per costruire e diffondere la cultura della legalità e della libertà.

Le mafie sono una pesante zavorra per l’Italia, insinuate come sono in ogni attività illegale dei traffici criminali.

La Giornata ci rammenta che la lotta alle mafie è compito e dovere di tutti coloro che amano la Repubblica e intendono renderne migliore il futuro».

 

Celebrazione del “Giorno del Ricordo”

 

 

Il Presidente Sergio Mattarella con Ignazio La Russa, Presidente del Senato della Repubblica,Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri,e con Augusto Antonio Barbera, Presidente della Corte costituzionale in occasione della celebrazione del “Giorno del Ricordo”

l Presidente Sergio Mattarella con Ignazio La Russa, Presidente del Senato della Repubblica,Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri,e con Augusto Antonio Barbera, Presidente della Corte costituzionale in occasione della celebrazione del “Giorno del Ricordo”

Il Presidente Sergio Mattarella saluta  Egea Haffner, bambina ritratta nella foto simbolo 
dell’esodo in occasione della celebrazione del “Giorno del Ricordo”

Il Presidente Sergio Mattarella saluta Egea Haffner, bambina ritratta nella foto simbolo dell’esodo in occasione della celebrazione del “Giorno del Ricordo”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del “Giorno del Ricordo”

Intervista ad Alessandra Rivaroli, protagonista del docufilm “Kevina Jama – La Foiba Grande”

Intervista ad Alessandra Rivaroli, protagonista del docufilm “Kevina Jama – La Foiba Grande”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Sig.ra Laura in occasione della celebrazione del “Giorno del Ricordo”

L'intervento di  Davide Rossi, Professore di Storia e Tecnica delle costituzioni europee presso Università degli Studi di Trieste

L’intervento di Davide Rossi, Professore di Storia e Tecnica delle costituzioni europee presso Università degli Studi di Trieste

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del merito,in occasione della celebrazione del “Giorno del Ricordo”

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del merito

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna i premi ai vincitori del concorso nazionale promosso dal Ministero dell'Istruzione e del merito, dal titolo “10 febbraio" -“Un mondo e un passato”.Storie dai luoghi di origine degli esuli giuliano-fiumano-dalmati

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna i premi ai vincitori del concorso nazionale promosso dal Ministero dell’Istruzione e del merito, dal titolo “10 febbraio” -“Un mondo e un passato”.Storie dai luoghi di origine degli esuli giuliano-fiumano-dalmati

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella osserva ilavori realizzati dagli studnti vincitori del concorso nazionale promosso dal Ministero dell'Istruzione e del merito, dal titolo “10 febbraio" -“Un mondo e un passato”.Storie dai luoghi di origine degli esuli giuliano-fiumano-dalmati

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella osserva ilavori realizzati dagli studnti vincitori del concorso nazionale promosso dal Ministero dell’Istruzione e del merito, dal titolo “10 febbraio” -“Un mondo e un passato”.Storie dai luoghi di origine degli esuli giuliano-fiumano-dalmati

C o m u n i c a t o

Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la celebrazione del “Giorno del Ricordo”.

La cerimonia, condotta dall’attrice Viola Graziosi, è stata aperta dalla proiezione del docufilm dal titolo “Kevina Jama – La Foiba Grande”, cui ha fatto seguito l’intervista alla protagonista Alessandra Rivaroli.

Sono intervenuti il professor Giuseppe de Vergottini, Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, lo storico Davide Rossi, professore di Storia e Tecnica delle costituzioni europee presso l’Università degli Studi di Trieste e il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani.

Viola Graziosi ha, quindi, letto un brano tratto dal libro “Chi ha paura dell’uomo nero” di Graziella Fiorentin e due estratti tratti dal libro “Bora. Istria, il vento dell’esilio” di Anna Maria Mori e Nelida Milani.
La Sig.ra Egea Haffner, la bambina ritratta nella foto simbolo dell’esodo, ha portato la sua testimonianza.

L’orchestra di archi del Conservatorio G. Tartini di Trieste ha eseguito l’Adagio dal Quartetto in Re maggiore op. 8 n. 1 di Luigi Boccherini e le arie “Italiana” e “Siciliana” dalla Suite n.3 “Antiche danze e arie” di Ottorino Respighi

La cerimonia si è conclusa con il discorso del Presidente della Repubblica.

Erano presenti alla cerimonia il Presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, il Presidente della Corte Costituzionale, Augusto Barbera, il Vice Presidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli, esponenti del Governo, del Parlamento, autorità civili e appartenenti alle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati.

In precedenza nella Sala degli Specchi, dopo l’indirizzo di saluto del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il Presidente Sergio Mattarella, coadiuvato dal Ministro e dal Presidente della FederEsuli, ha premiato le Scuole vincitrici del Concorso “10 febbraio – Un mondo e un passato. Storie dai luoghi di origine degli esuli giuliano-fiumano-dalmati”.

 

Messaggio del Presidente Mattarella in occasione del 25° anniversario dell’ascesa al trono di Sua Maestá Abdullah II, Re di Giordania

 

Il messaggio di fine anno 2021 di Sergio Mattarella | il ...

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Re di Giordania, Sua Maestà Abdullah II, il seguente messaggio:

“In questa giornata così significativa per la Giordania, unita nel celebrare la fausta ricorrenza del venticinquesimo anniversario dellascesa al trono di Vostra Maestà, è con sincero piacere che Le porgo i più fervidi auguri della Repubblica Italiana e le mie personali congratulazioni.

Nel corso di un lungo regno Vostra Maestà ha sempre operato con costante dedizione al servizio del popolo giordano e ha contribuito con determinazione all’intensificazione dei rapporti di proficua collaborazione tra Amman e Roma. Confido che negli anni a venire Giordania e Italia continueranno a collaborare per promuovere la pace e la stabilità dell’area euro-mediterranea.

In spirito di sincera amicizia desidero quindi far pervenire a Vostra Maestà, alla famiglia reale e al popolo giordano i più cordiali rallegramenti per questo significativo anniversario, unitamente a sinceri auguri di ogni benessere e prosperità”.

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo

 

discorso

 

Roma,

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«La Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, voluta all’unanimità nel 2017 dal Parlamento, unisce la comunità nel conservarne la memoria, con l’intento di promuovere, secondo i principi sanciti dall’articolo 11 della Costituzione, la cultura della pace e del ripudio della guerra.

Il flagello della guerra, come affermato dallo Statuto delle Nazioni Unite, porta indicibili afflizioni all’umanità.  

Colpisce le fasce più vulnerabili della popolazione: bambini, famiglie, persone che non prendono parte alle ostilità, tutti coloro che, secondo i principi stabiliti dalle Convenzioni di Ginevra, devono essere protetti e trattati con umanità in ogni circostanza.

Assistiamo ad un costante incremento delle vittime civili nelle aree che sono teatro di guerra. Dai conflitti in Medioriente alla guerra in Ucraina, il bilancio delle vittime è in allarmante crescita.

Sono fatti inaccettabili, che offendono i valori umanitari e di solidarietà su cui si basa la cooperazione tra popoli e nazioni e violano i principi del Diritto Internazionale Umanitario da applicare negli scontri armati.

Promuovere la cultura della pace, ottenere il rispetto della popolazione civile nei conflitti, sono elementi imprescindibili per scuotere le coscienze ed evitare gli orrori che derivano da ogni forma di uso indiscriminato della forza nelle relazioni tra i popoli.

In questa Giornata, la Repubblica commemora tutte le vittime civili delle guerre e dei conflitti ed esprime vicinanza ai loro familiari».