Oggi la celebrazione dei cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale- Mattarella: “L’amor di Patria non coincide con l’estremismo nazionalista”

 

4 novembre 2018 centenario

 

4 novembre 2018 è una data destinata a rimanere nella storia dell’Italia, che ricorda e celebra i cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale (o Grande Guerra)

Nonostante oggi il 4 novembre sia diventato un normale giorno lavorativo si continuano a mantenere le tradizioni relative alla celebrazione di questo avvenimento: anche nelle singole città ci si raduna di fronte ai monumenti dei caduti italiani della guerre mondiali.

Dall’età repubblicana è nata la pratica di organizzare nelle piazze italiane concerti tenuti da bande militari ai quali, per una collaborazione tra il Ministero della Difesa e quello dell’Istruzione, partecipavano soprattutto le scuole.

“Simboli” della celebrazione sono anche il Sacrario militare di Redipuglia, uno dei più grandi sacrari al mondo dove sono custodite le anime di 100.000 caduti nella guerra del ’15-’18 e la località di Vittorio Veneto, dove si svolse, fra il 24 ottobre e il 3 novembre 1918, l’ultimo atto della guerra fra l’Esercito Italiano e l’esercito austro-ungarico

4 novembre: la festa delle forze armate Il 4 novembre è diventata la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. A partire dal 1919 lo stato italiano ha deciso di commemorare la vittoria nella Grande Guerra proprio il 4 novembre, giorno dell’entrata in vigore dell’armistizio con la resa ufficiale dell’Impero austro-ungarico.

 Come di rito  il capo dello Stato si è recato all’Altare della Patria per rendere omaggio al Milite Ignoto, ossia a tutti i militari senza nome e senza identità che sono morti nel corso dei conflitti.

 

Sergio Mattarella

 

Mattarella si è recato all’Altare della Patria accompagnato dal premier Giuseppe Conte e dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta, oltre che da Maria Elisabetta Alberti Caselatti e Roberto Fico. Presente anche il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano. Mattarella era accompagnato dal premier, Giuseppe Conte, dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, dai presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano. Mattarella sarà poi al sacrario Redipuglia prima di trasferirsi a Trieste per la conclusione delle celebrazioni . 4 novembre 1918, Mattarella sul centenario ha così esclamato in modo lapidario : “Nessuno Stato, da solo, può affrontare la nuova dimensione sempre più globale. Ne uscirebbe emarginato e perdente. Soprattutto i giovani lo hanno compreso[…]. Le democrazie hanno bisogno di un ordine internazionale che assicuri cooperazione e pace, altrimenti la forza dei loro stessi presupposti etici, a partire dall’ inviolabilità dei diritti umani, rischia di diventare fragile di fronte all’esaltazione del potere statuale sulla persona e sulle comunità […]. Oggi possiamo dirlo con ancora maggior forza: l’amor di Patria non coincide con l’estremismo nazionalista“. ,

Sergio Mattarella si recherà a Trieste per concludere ufficialmente le cerimonie per la celebrazione del centenario della Grande Guerra. Nella città si rivivranno momenti della storia come l’ingresso delle truppe italiane in città. Un aereo d’epoca attraverserà i cieli di Trieste e una squadra di paracadutisti darà sventolare il Tricolore. 

Il governo non cambia linea e richiede un dialogo con l’esecutivo Ue

 

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Bruxelles concede all’Italia tre settimane per un nuovo documento finanziario. Una bocciatura attesa, quella della Commissione europea, ma nessuna nuova bozza del documento- si apprende – verrà inviata da Roma a Bruxelles: “Siamo sulla strada giusta e non arretriamo di un centimetro”.

E Conte lo ribadisce: “Il 2,4 al momento non si tocca, certo” ha detto il premier da Mosca. “Visto l’approccio dialogante mio e del governo, non avrò difficoltà a parlare con i singoli leader per offrire le più ampie spiegazioni sull’indirizzo specifico di politica economica che facciamo con questa manovra”. 

Il governo “resta impegnato in un dialogo costruttivo con l’esecutivo Ue” e “si prepara a rispondere entro tempi previsti”. Per questo, la tabella di marcia parlamentare della legge di Bilancio non subirà modifiche e, a giorni, approderà alle Camere per iniziare il suo iter.

 

 “Per la prima volta – ha detto il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis – siamo costretti a richiedere a un Paese dell’Eurozona di rivedere il suo documento programmatico di bilancio. Non vediamo alternative al richiedere al governo di farlo: abbiamo adottato un’opinione che dà all’Italia un massimo di tre settimane per presentare un documento programmatico di bilancio rivisto per il 2019“. 

 – “Purtroppo – ha aggiunto – i chiarimenti ricevuti non sono stati convincenti abbastanza da farci cambiare la conclusione cui eravamo arrivati in precedenza, che sussista un’inosservanza particolarmente seria della raccomandazione fatta all’Italia dal Consiglio il 13 luglio scorso”. Il governo italiano, ha tuonato così Dombrovskis, “sta andando apertamente e consapevolmente contro gli impegni che aveva preso nei confronti di se stesso e degli altri Stati membri dell’Eurozona”.

il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha espresso la sua opinione nel corso dell’assemblea dell’Anci:. “La logica dell’equilibrio di bilancio non è quella di un astratto rigore: ci deve sempre guidare uno sguardo più lungo sullo sviluppo, la sua equità e la sua sostenibilità e, al contempo, occorre procedere garantendo sicurezza alla comunità, scongiurando che il disordine di Enti pubblici e della pubblica finanza produca contraccolpi pesanti anzitutto per le fasce più deboli, per le famiglie che risparmiano pensando ai loro figli, per le imprese che creano lavoro”.

Intanto l’Italia intera manifesta preoccupazioni sul nuovo corso politico contestato vibratamente dall’Europa.

Mattarella: “Il potere può fare inebriare, occorre il senso del limite, e io sono il garante imparziale”

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(Immag.concessione)

Sergio Mattarella, saggio ed arbitro imparziale,  mette i panni del vecchio nonno che spiega ai nipoti i significati della vita :”La storia insegna che l’esercizio del potere può provocare il rischio di fare inebriare” e di fronte a questo pericolo occorre far ricorso agli “antidoti” previsti dalla Costituzione, come ad esempio il “senso del limite” e la presenza di “autorità indipendenti dagli organi politici”, che “dovendo governare aspetti tecnici” prescindono dalle “scelte politiche”. Il riferimento    è alla vicenda della manovra politica, al diniego governativo di una retromarcia di fronte al rialzo dello spread e , insomma la battuta c’è, è elegante e chi vuol intendere intenda.

L’occasione è l’incontro al Quirinale con alcuni studenti delle scuole secondarie di secondo grado e la risposta alla domanda di uno di loro che gli chiede: “In qualità di garante della Costituzione, quanto ritiene sia difficile il suo lavoro?” “La nostra Costituzione – risponde il Capo dello Stato – consente di superare difficoltà e di garantire l’unità della società anche perché ha creato un sistema in cui nessuno, da solo, può avere troppo potere. C’è un sistema che si articola nella divisione dei poteri, nella previsione di autorità indipendenti, autorità che non sono dipendenti dagli organi politici ma che, dovendo governare aspetti tecnici, li governano prescindendo dalle scelte politiche, a garanzia di tutti”.

“C’è un sistema complesso di pesi e contrappesi, come insegna la nostra Costituzione – spiega Mattarella – perché la storia insegna che l’esercizio del potere può provocare il rischio di fare inebriare, di perderne il senso del servizio e di fare invece acquisire il senso del dominio nell’esercizio del potere”.

“Ci sono, rispetto a questo pericolo, due antidoti. Il primo è personale: una capacità di autodisciplina, di senso del limite, del proprio limite come persona e come ruolo che si esercita, un senso di autocontrollo – e, ragazzi, anche, perché no – di autoironia che è sempre molto utile a tutti. C’è poi un altro antidoto che è quello di meccanismi di equilibri che distribuiscono le funzioni e i compiti del potere tra più soggetti, in maniera che nessuno, da solo, ne abbia troppo”.

“La nostra Costituzione conta molto sul primo aspetto, quello dell’autodisciplina e dell’autocontrollo, ma ha messo in campo una serie di meccanismi di articolazione del potere che garantiscono quell’obiettivo. Questo – conclude Mattarella – consente anche al Capo dello Stato, al Presidente della Repubblica, di svolgere la funzione di garante del buon funzionamento del sistema in maniera adeguata, ma il merito è della Costituzione”.

Insomma Mattarella fa capire che la sua pazienza ha un limite.  Se le cose continuano a peggiorare in Europa, non esclude in un modo o nell’altro, un diretto intervento presidenziale. E siamo certi che finirà proprio così…

SORPRESA MATTARELLA: CARO CONTE, FIRMO SI’ IL DECRETO,MA ATTENTO AGLI OBBLIGHI DELLA COSTITUZIONE…”

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Disco verde del  Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al decreto legge governativo sui migranti e sulla sicurezza. Ma c’è una sorpresa. Oltre la firma  il capo dello Stato ha inviato una  nota al presidente del Consiglio, prof. avv. Giuseppe Conte, nella quale ricorda che “restano ‘fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato’, pur se non espressamente richiamati nel testo normativo, e, in particolare, quanto direttamente disposto dall’articolo 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali assunti dall’Italia”.

Signor presidente – scrive Mattarella a Conte – in data odierna ho emanato il decreto legge recante ‘Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica nonché misure per la funzionalità del ministero dell’Interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata’.

Insomma la nota è una sorta di avvertimento/condizioni a non uscire fuori dal recinto segnato notoriamente  dal Presidente Mattarella.  Diversamente il governo potrà avere “altre sorprese”dal Capo dello Stato.

Sergio Mattarella oggi a Siracusa per commemorare il prof. Bassiouni produttore di pace e giustizia

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Oggi a Siracusa è stata celebrata la memoria del padre fondatore del Siracusa International Institute, il prof. Cherif Bassiouni, a quasi un anno dalla sua scomparsa. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,che conosceva il prof. Cherif, ha voluto ricordarlo nel capoluogo aretuseo.

Oltre al presidente erano presenti Rosario Aitala, giudice della Corte penale Internazionale, Giovanni Maria Flick, Presidente onorario dell’Istituto e già Ministro della Giustizia, Paola Severino, vice presidente dell’Istituto e anche lei già Ministro della Giustizia, il sen. Emma Bonino, già Ministro degli Affari Esteri e John Vervaele, Presidente dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale. Assente il presidente della Regione, Nello Musumeci. A rappresentare il governo siciliano l’assessore Roberto Lagalla.
Prima dei loro interventi, il saluto del presidente dell’Istituto, Jean-Francois Thony: “L’Istituto ha perso la sua guida – ha detto ma conosce la strada da seguire per essere nel mondo produttori di pace e giustizia”.

Poi l’intervento del sindaco di Siracusa, Francesco Italia: “Bassiouni – ha detto il sindaco – è considerato come uno dei padri nobili del Diritto penale internazionale. Riuscire a far incontrare oltre 160 Paesi anche molto distanti per storie, principi e culture giuridiche fu uno sforzo enorme e mi rende orgoglioso il pensiero che una parte considerevole di quel lavoro fu fatto proprio a Siracusa attraverso le conferenze e gli incontri internazionali organizzati proprio all’Isisc”.
Coro unanime quello di ” investire politicamente sulla giustizia penale internazionale senza tollerare più i crimini orrendi per garantire a tutti il rispetto dei diritti fondamentali, del diritto alla pace e alla sicurezza”.

Mattarella: “La libertà di stampa non può essere oggetto di insidie volte a ridurre il ruolo del giornalismo…….”

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Libertà di stampa.Tanti sono i giornalisti e coloro che svolgono un ruolo importante di comunicazione nelle Istituzioni che sono minacciati da dirigenti, politici, manager, persone servili che si prestano a querele di intimidazione per fermare la verità o non rendere credibile con le sentenze il lavoro giornalistico o pubblicistico. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esprime il suo pensiero in una nota  inviata all’amministratore delegato della Società Editrice Sud Spa, Pasquale Morgante e così afferma:-.

L’incondizionata libertà di stampa costituisce elemento portante e fondamentale della democrazia e non può essere oggetto di insidie volte a fiaccarne la piena autonomia e a ridurre il ruolo del giornalismo”. 

“Una stampa credibile, sgombra da condizionamenti di poteri pubblici e privati, società editrici capaci di sostenere lo sforzo dell’innovazione e dell’allargamento della fruizione dei contenuti giornalistici attraverso i nuovi mezzi, sono strumenti importanti – sottolinea – a tutela della democrazia. Questa consapevolezza deve saper guidare l’azione delle istituzioni”.

Mattarella: Vicini ai familiari e rigore nell’accertamento delle responsabilità

VIDEO DEI FUNERALI DELLE VITTIME –   PRESENTE IL PRESIDENTE MATTARELLA

Mattarella è visibilmente scosso Afferma: “Questi sono momenti di dolore condiviso da tutta l’Italia, che è unita a questo stato d’animo. Le parole vanno spese in questa direzione. Perché il Paese unito rende anche più forte ed efficace la severità per l’accertamento delle responsabilità, che vanno perseguite con rigore”.        Tutta Italia  è stata colpita. Tutti i genovesi e tutti coloro che si sono recati a Genova in questi anni sono passati su quel ponte, anche io l’ho percorso tante volte, anche di recente. E’ una tragedia che ha coinvolto tanti, tutto il nostro Paese. E’ una tragedia inaccettabile”.     

 

 “ RIGORE NELL’ACCERTAMENTO DELLE RESPONSABILITA'”

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“Vi sono tre impegni che vanno adesso onorati. Quello di vicinanza ai familiari di chi ha perso la vita, ai feriti, alle famiglie che hanno dovuto lasciare la abitazioni perché in pericolo; l’impegno di un accertamento rigoroso e sollecito delle responsabilità; il dovere di assicurare al nostro Paese la sicurezza delle strade e dei trasporti. Sono impegni dell’Italia intorno a Genova e per l’intero nostro Paese”.

Difesa della Liberta’ : Messaggio di Mattarella a ricordo dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema (560 morti)

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A difesa della Libertà, Sergio Mattarella, in una nota diffusa dal Quirinale, ricorda l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema commesso dai nazifasciti il 12 agosto del 1944 e costato la vita a 560 persone di cui 130 bambini.

Sant’Anna di Stazzema è nel cuore degli Italiani –  – Lo spaventoso eccidio nazifascista, compiuto il 12 agosto di settantaquattro anni fa, costituisce uno dei vertici di più sconvolgente disumanità che la guerra seppe toccare, destando orrore tra gli orrori. Al tempo stesso la fermezza e la dignità mostrate dalla popolazione di Sant’Anna nel ricostruire la comunità dopo l’immane tragedia e nel trasmettere ai giovani il ricordo e i valori fondamentali della vita hanno consentito di accumulare tesori preziosi per il Paese intero, il suo tessuto democratico, la sua cultura di pace”.

“In questo giorno di ricorrenza, desidero esprimere il rinnovato dolore per le tante vite innocenti così crudelmente martoriate, e insieme i sentimenti di vicinanza ai familiari delle vittime, ai discendenti, a tutti coloro che oggi partecipano alle celebrazioni di Sant’Anna di Stazzema. Il commosso saluto della Repubblica si unisce a quello di tutti gli italiani e di tutti gli europei che considerano irrinunciabile quel patrimonio di libertà, di diritti, di solidarietà che, dopo la Liberazione, i nostri popoli sono riusciti a costruire e che siamo sempre chiamati a difendere da ogni minaccia“.

“Una spietata ferocia – prosegue Mattarella – si accanì allora su bambini, donne, anziani inermi, spezzando sentimenti e speranze, oltraggiando i loro corpi, occultando ogni segno di umanità negli stessi aguzzini. A tanto può giungere la violenza, l’odio, la smania di dominio: questa memoria consegna alle nostre coscienze un monito che mai può essere cancellato”. “Sta ora al nostro impegno e alle nostre responsabilità, personali e collettive, rafforzare nei tempi nuovi la cultura della vita, la pace tra uomini e popoli liberi, la solidarietà necessaria per dar vita a uno sviluppo davvero condiviso e sostenibile”……

SUD LIBERTA’ VALUTERA’ L’OPERATO DEI GOVERNANTI M5 e LEGA : TUTTI AL LAVORO ADESSO…

 

 

Dopo il giuramento dei 18 ministri Conte si è messo al lavoro per dare la priorità alle problematiche più scottanti. Nel suo ringraziamento a Mattarella c’era un velato senso di “scuse” per tutto quello che era stato detto e sollevato contro il Presidente della Repubblica . SUD LIBERTA’ CONTROLLERA’ ADESSO IL LAVORO DEI GOVERNANTI E FARA’ LE SUE VALUTAZIONI Conte ha riferito pubblicamente così:Lavoreremo intensamente per realizzare gli obiettivi politici anticipati nel contratto di governo, lavoreremo con determinazione per migliorare la qualità della vita di tutti gli italiani” le prime parole del neo premier Conte, che oggi ha tenuto il primo Consiglio dei Ministri, durato circa una ventina di minuti.Il Presidente Conte ha aperto il Consiglio dei ministri con un sentito ringraziamento al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella” si legge nella nota del primo Cdm del governo guidato da Giuseppe Conte. “Il Presidente -si spiega- ha quindi rivolto gli auguri di buon lavoro ai Ministri e ha formulato la proposta di nomina a Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dell’onorevole Giancarlo Giorgetti, con le funzioni di Segretario del Consiglio medesimo. Il Consiglio ha condiviso la proposta del Presidente e il Sottosegretario Giorgetti ha quindi prestato giuramento e assunto le proprie funzioni”.

Raffaele Lanza