Il superboss era a Napoli in un’abitazione di Chiaiano, in via Emilio Scaglione 424, a pochi chilometri dalla sua roccaforte di Secondigliano. E’ finita la latitanza di Marco Di Lauro, inserito nella lista dei ricercati più temuti -al 2 posto dopo Matteo Messina Denaro- del ministero dell’Interno al secondo posto subito dopo Matteo Messina Denaro e catturato da circa 200 delle forze dell’ordine che hanno stretto d’assedio il quartiere La notizia adesso sta girando in tutte le agenzie giornalistiche del mondo. Il giovane boss era classificato al secondo posto d’onore nella classifica dei Mafiosi d’eccellenza
Oggi ha 38 anni ma era solo un ragazzo quando fece perdere le sue tracce, 14 anni fa nel corso della «notte delle manette» quando mille uomini dello Stato invasero i quartieri Scampia e Secondigliano coadiuvati dagli elicotteri ed eseguirono 53 ordinanze. Ricercato anche in campo internazionale, secondo gli inquirenti, Marco Di Lauro avrebbe intrapreso la ricostruzione del clan guidato dal padre Paolo Di Lauro detto Ciruzzo ‘o Milionario.
È stato catturato nella casa in affitto dove viveva con la compagna: stava mangiando pastasciutta e pistacchi, mentre la donna faceva le faccende di casa. Il boss non ha opposto resistenza e si è mostrato preoccupato innanzitutto per la sorte dei suoi gatti.
Nell’appartamento, ha spiegato il questore, sono stati «trovati soldi, ma non molti, una cifra giusta» e niente armi contrariamente a quel che pensa la gente….
Di Lauro non era armato e non ha opposto resistenza»,non vi erano guardie del corpo nè vedette e gli accessi non erano controllati ha detto il questore di Napoli, Antonio De Iesu, sceso dai suoi uffici per accogliere i suoi uomini che, insieme all’Arma dei carabinieri e alla Guardia di Finanza, hanno condotto l’operazione nel pomeriggio. Soddisfatto anche il comandante provinciale dei carabinieri di Napoli, colonnello Ubaldo Del Monaco, che ha espresso soddisfazione affermando che l’azione si è svolta sotto il coordinamento della Dda di Napoli guidata dal procuratore Melillo. «Siamo contenti», ha aggiunto Del Monaco.