Addio a Gigi Riva, l’uomo che ha fatto sognare tutti gli italiani sportivi Cordoglio e dolore di Sergio Mattarella

Gigi Riva (Afp)

 

Addio a Gigi Riva . Il cuore del giocatore simbolo del Cagliari. Rombo di Tuono, il più prolifico attaccante della storia della nazionale italiana, aveva 79 anni.L’uomo che ha fatto sognare gli italiani sportivi. L’uomo che era coerente con le sue idee, sempre rispettoso degli altri e seppe dire di no a ciò che non rappresentava il suo ideale.

Da ieri era ricoverato in cardiologia all’ospedale Brotzu di Cagliari per un malore.

Verrà osservato un minuto di raccoglimento per disposizione della Fgc ,prima delle gare di tutti i campionati in programma da domani a tutto il fine settimana, così come un minuto di silenzio all’inizio del secondo tempo stasera della Supercoppa.
Il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, ha disposto il lutto regionale fino al giorno delle esequie.

Questo il commento del Presidente Sergio Mattarella:”Tanti italiani, e io tra questi, apprendono l’improvvisa notizia della morte di Gigi Riva con autentico dolore. I suoi successi sportivi, il suo carattere di grande serietà, la dignità del suo comportamento in ogni circostanza gli hanno procurato l’affetto di milioni di italiani anche tra coloro che non seguivano il calcio. Esprimo ai familiari il mio cordoglio e un sentimento di sincera vicinanza”,

QUANDO IL DESTINO AVVERSO UCCIDE -PER IL GELO ARTICO, LA NEBBIA, IL FORTE VENTO- ANCHE UN TECNICO SPECIALISTA DEL SOCCORSO ALPINO

Tragedia durante operazione sull'Etna, muore il soccorritore Salvatore  Laudani - Diretta Sicilia

LA TRAGEDIA SULL’ETNA –

NICOLOSI

 Un intervento di salvataggio sull’Etna è finito tragicamente ieri sera per un componente del Soccorso alpino e speleologico siciliano (Sass). Lo ha reso Un comunicato stampa chiarisce la circostanza: «E’ venuto a mancare Salvatore Laudani, amico, collega», aggiungendo che «tutto il Soccorso alpino e speleologico siciliano si unisce al dolore della famiglia». 
 

 

Sicilia, tragedia sull'Etna: soccorritore muore durante intervento di  salvataggio - Cronaca

Salvatore Laudani, di 47 anni, tecnico del Soccorso alpino e speleologico siciliano (Sass), è deceduto per un malore che lo ha colpito mentre, procedendo nella completa oscurità nella bufera che si era scatenata sull’Etna, stava rientrando con altri colleghi. E’ questa la ricostruzione del Sass sul decesso.

Laudani ha accusato un malore che gli ha impedito di proseguire. E’ stato portato sulla strada provinciale 92, dove c’erano le ambulanza in attesa, su una barella da dei colleghi e poi da un fuoristrada. Ma non c’era niente da fare..

Il Sas stato attivato con il Soccorso alpino della guardia di finanza. La prima squadra, composta da tecnici del Sass e militari del Sagf, ha raggiunto l’area di intervento dopo una faticosa risalita a piedi, orientandosi con difficoltà nella nebbia e nella bufera. Raggiunto con difficoltà il malcapitato, dopo aver prestato le prime cure e averlo caricato su una barella a spalla, i soccorritori hanno risalito un ripido dislivello di circa 150 metri per riportarlo sulla cresta ed hanno intrapreso le procedure per il trasporto a valle.

ALtre squadre del Soccorso alpino,sono intervenute – si apprende –  per aiutare nelle operazioni di trasporto per tentare di raggiungere la Sp 92, che scende dal Rifugio Sapienza. Le condizioni meteo o drasticamente peggiorate, con un incremento della velocità del vento, della nebbia e del turbinio della neve, mista a grandine e pioggia.

I soccorritori ponevano la loro attenzione al Laudani trasportato in barella, mentre altri prestavano aiuto ai compagni, alcuni dei quali in progressiva difficoltà per i gravi sforzi e per la situazione meteo estrema. Alcune squadre del Sass e del Sagf – i tecnici che avevano effettuato la prima parte del recupero, fortemente provati dagli sforzi – stavano ancora tentando, a quell’ora, di raggiungere il luogo di rientro, procedendo nella bufera, nella completa oscurità. 

 

Regno Unito: scompare il principe Filippo, va via un’epoca di uniformi e cerimonie

La Regina Elisabetta e il principe Filippo: le foto del loro amore

 

Spicca il comunicato di Buckingham Palace: “Si è spento  il principe Filippo, aveva 99 anni. “E’ con profondo dolore che Sua Maestà la Regina annuncia la morte del suo amato marito, Sua Altezza Reale, il Principe Filippo, Duca di Edimburgo. Sua Altezza Reale si è spento in pace questa mattina al Castello di Windsor”

La Regina Elisabetta e il principe Filippo: le foto del loro amore

Filippo,aveva quasi cent’anni perchè avrebbe compiuto 100 anni il 10 giugno prossimo, era comparso in pubblico l’ultima volta lo scorso 16 marzo, mentre lasciava il King Edward VII Hspital di Londra, dove era stato ricoverato per riprendersi dall’intervento al cuore al quale si era sottoposto nel St Bartholomew’s Hospital. Il Duca di Edimburgo era stato ricoverato al King Edward VII Hospital il 16 febbraio per un periodo di “riposo e osservazione”, dopo avere sofferto un malore.

Ma la degenza era stata prolungata tanto che un comunicato ufficiale riferiva che Filippo era in cura per un’infezione. Dopo 13 notti, era stato trasferito all’unità cardiaca del St   per un trattamento specialistico. Il Palazzo aveva riferito che il 3 marzo Filippo si era sottoposto “con successo a una procedura per una condizione cardiaca pre-esistente”.

Il principe Filippo disse che rinascendo "sarebbe voluto essere un virus  letale"

 

All’uscita dal King Edward VII Hospital di Londra, Filippo era stato fotografato su una sedia a rotelle, prima di salire sull’auto che lo avrebbe portato al Castello di Windsor, per riunirsi alla regina Elisabetta, dopo aver trascorso 28 notti in ospedale, la sua degenza più lunga.

Prima aveva partecipato alla cerimonia del passaggio di consegne del suo ruolo di colonnello in capo del reggimento dei Rifles, dopo 67 anni di servizio.

 

Elisabetta II e Filippo, scatti da un matrimonio da record

Lo stesso mese, era anche stato fotografato al matrimonio della principessa Beatrice, mentre a giugno era stato fotografato al fianco della regina per il suo 99esimo compleanno. Lo scorso novembre era stata diffusa la sua ultima foto ufficiale, che lo ritraeva accanto alla regina al Castello di Windsor, mentre insieme ammiravano una cartolina fatta dai loro pronipoti, i principi George e Louis e la principessa Charlotte, per il loro 73esimo anniversario di matrimonio.

Dallo scorso marzo, Filippo aveva trascorso gran parte del suo tempo in isolamento al Castello di Windsor, come precauzione contro il Covid-19.

I 70 anni insieme da quando , il 20 novembre del 1947, nell’Abbazia di Westminster a Londra, il principe si unì in (sontuoso) matrimonio. Un’unione perfetta, quella tra Elisabetta di Windsor, allora 21enne, e Filippo Mountbatten, alto e biondo 26enne che della sovrana è un lontano cugino. Per sposare Elisabetta, Filippo ha rinunciato al proprio cognome, si è convertito alla religione anglicana ed è diventato cittadino britannico. Solo così esce dalla linea di successione al trono di Grecia e Danimarca, perchè era l’unico figlio maschio di un fratello del re Costantino.

Per il Regno Unito, ancora stravolto dalle battaglie  della seconda guerra mondiale-la lotta alla Germania Nazista di Hitler e dallo sfaldamento dell’Impero, il matrimonio tra Elisabetta e Filippo rappresentò una ripresa, un messaggio di fiducia e ottimismo verso il futuro. La morte prematura del padre di Elisabetta, nel 1952, la rende regina, Capo della chiesa anglicana e Capo del Commonwealth, mentre a Filippo è riservato il ruolo  di principe consorte

Elisabetta II e Filippo, scatti da un matrimonio da record

 Bandiere a mezz’asta sventolano oggi sul palazzo, decretati 8 giorni di lutto in tutto il Regno Unito.

Se ne va un’epoca di uniformi e cerimonie, parenti ,pettegolezzi, rotocalchi e rumours, riti che ricordano epoche passate.. Un uomo che non ha mai lasciato parlare di sè, niente critiche mai comportamenti inusitati.

Elisabetta II e Filippo, scatti da un matrimonio da record

Elisabetta II e Filippo, scatti da un matrimonio da record

Ricordiamo il duca per il suo continuo sostegno alla sovrana, non solo come regina, ma come marito“. E’ un passaggio della dichiarazione fatta dal premier Boris Johnson, dopo avere appreso la notizia della scomparsa del principe Filippo. “E’ a sua maestà e alla sua famiglia che i nostri pensieri si ricolgono oggi – ha detto ancora Johnson parlando a Downing Street – oggi piangiamo con sua maestà e le nostre condoglianze vanno a lei e alla sua famiglia, che ringraziamo come nazione e regno

Elisabetta II e Filippo, scatti da un matrimonio da record

Addio al leggendario campione Felice Gimondi: un atleta e un signore nello Sport e nella vita

 

Addio al grande,leggendario campione di ciclismo Felice Gimondi,77 anni.  Un arresto cardiaco l’ha stroncato nelle acque siciliane.A Giardini Naxos, vicino Taormina, dove era in vacanza per Ferragosto.    E’ stato soccorso ma non c’era più niente da fare…..Un pezzo di storia italiana, di sport ad elevati livelli, era andato via via per sempre.

E' morto Felice Gimondi

“Addio Felice, grande campione e signore nello sport e nella vita”. La Federazione Ciclistica Italiana rende omaggio a Gimondi : “l‘improvvisa scomparsa di Gimondi scuote e commuove il mondo del ciclismo”. Il presidente federale Renato Di Rocco annuncia: “Tutte le nazionali azzurre impegnate in Italia e all’estero porteranno il lutto e sarà osservato un minuto di silenzio in tutte le gare in calendario“.

 

Il suo ultimo Giro d’Italia lo corse nel 1978, l’ultimo vinto fu quello del 1976 ma in carriera i suoi successi hanno superato il centinaio: 118 per la precisione le vittorie da professionista nonostante l’ingeneroso soprannome di ‘eterno secondo’, affibbiatogli negli anni dello strapotere del ‘cannibale’, Eddy Merckx. Gimondi, bergamasco roccioso di Sedrina, all’imbocco della Val Brembana, classe 1942, ha amato la strada e praticato la pista per chiudere come dirigente sportivo una carriera aperta nel 1959 da allievo: prima vittoria l’1 maggio 1960 alla Bergamo-Celana, passando dilettante nel 1962 e arrivando a rappresentare l’Italia ai Giochi olimpici di Tokyo, 33esimo nella prova su strada vinta dal connazionale Mario Zanin.

Professionista dal 1965 al 1979, Gimondi può vantare, con pochi altri colleghi, la vittoria di tutte le tre grandi gare ciclistiche: il Giro d’Italia, nel 1967, 1969 e 1976, il Tour de France nel 1965 e la Vuelta a España nel 1968. Incassò inoltre il campionato del mondo su strada del 1973, una Parigi-Roubaix, una Milano-Sanremo e due Giri di Lombardia.

Il confronto diretto con Merckx ha contraddistinto gran parte della carriera di Gimondi e nel loro eterno duello il bergamasco ha battuto il belga in termini di maggiore longevità sportiva: prima vittoria ai massimi livelli al Tour del 1965 e ultima al Giro del 1976.

Due le squadre che hanno consentito a Gimondi di crescere e affermarsi e che lui ha ricambiato contribuendo a farle grandi: del 1965 al 1972 corse per i colori della Salvarani e dal 1973 al 1979 per quelli della Bianchi. Dopo il ritiro prese la direzione sportiva della Gewiss-Bianchi nel 1988 e nel 2000 la presidenza della Mercatone Uno-Albacom, la squadra di Marco Pantani. Dal 1996 in suo onore si tiene, in provincia di Bergamo, la Granfondo internazionale Felice Gimondi, patrocinata dalla Bianchi.

La perdita di Gimondi significa anche  per tutti quelli che appartengono alla sua generazione perdere anche un pò della propria giovinezza…

ADDIO A FRANCESCO DURANTE, GIORNALISTA E GIGANTE DELLA CULTURA

     UN MALORE IMPROVVISO

Addio a Francesco Durante, giornalista, scrittore, editore, operatore culturale, editorialista de «Il Mattino» e un gigante della Cultura italiana. Si è spento a 66 anni a Capri, dov’era nato, per un malore improvviso. 

Nato ad Anacapri nel 1952 ha vissuto infanzia e adolescenza in Friuli e si è laureato in letteratura italiana all’Università di Padova.

La sua carriera di scrittore inizia da lontano, ovvero nel 1974 quando viene assunto come giornalista dal quotidiano «Messaggero Veneto» di Udine, proseguendo nelle redazioni dei quotidiani «Il Piccolo» di Trieste e «Il Mattino» dove ha lavorato prima come cronista, poi come inviato e articolista.   Si affermò pian piano come giornalista.

Negli anni ’80 diventa redattore capo di tre periodici femminili: «Grazia», «D-La Repubblica delle Donne» e «Marie Claire». Tra il 2001 e il 2012 è stato a capo della redazione di Napoli del quotidiano «Corriere del Mezzogiorno».

Tra il 1988 e il 1992 ha ricoperto anche il ruolo di direttore editoriale della Casa Editrice Leonardo di Leonardo Mondadori.

Tra i suoi meriti più grandi, dal punto di vista letterario, è aver fatto conoscere in Italia autori americani come John Fante e Don De Lillo. 

Ha insegnato Cultura e Letteratura degli Italiani d’America all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e in precedenza aveva insegnato Letteratura Comparata all’Università di Salerno. Faceva inoltre parte del comitato scientifico della rivista «Altreitalie» e «Joseph G. Astman distinguished conference scholar» di Hofstra University.

Nel 2013 gli viene affidato l’incarico di direttore artistico del Festival Salerno Letteratura ed era presidente della giuria del Premio Letterario «John Fante» annesso al Festival «Il dio di mio padre» di Torricella Peligna.

Apprezzato anche come traduttore dall’inglese sono sue le versioni italiane di sette libri di John Fante, dei primi due romanzi di Bret Easton Ellis, delle poesie di Raymond Carver, di scritti vari di William Somerset Maugham, William Dean Howells, Bayard Taylor, George Arnold, Dan Fante.

Nel 2001 e 2005 pubblicò con Mondadori i due volumi della prima storia e antologia completa della letteratura italoamericana dal titolo «Italoamericana. Storia e letteratura degli italiani negli Stati Uniti».  L’Italia perde un autentico protagonista della Cultura…

Suicidi e depressione: ad Aosta un’infermiera uccide i suoi figli e si suicida per “le avversità della vita”

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Tempo di depressione e di suicidi. Con un’iniezione una infermiera ha tolto la vita ai figli, poi si è uccisa. Anni 48 , Marisa Charrère,forse assalita da depressione o disturbi mentali ha ucciso – in base ai primi rilievi della polizia – i piccoli di 7 e 9 anni e poi si è tolta la vita. È accaduto nella notte in un’abitazione nel centro di Aymavilles, paese a pochi chilometri da Aosta: il marito, della Forestale, non era in casa ma appena  ha trovato i corpi. ha avuto un malore  ed è stato ricoverato in ospedale . 
Non v’è dubbio che queste famiglie debbono essere avvicinate dalle Istituzioni e dal calore dei sacerdoti 

Secondo una prima ricostruzione della polizia la donna, infermiera all’ospedale di Aosta, ha praticato ai due bambini una iniezione con farmaci presi in reparto. 

Nissen, 7 anni, e Vivien, 9 sono stati prima sedati e poi uccisi con un’iniezione di potassio, la sostanza che viene utilizzata anche per le esecuzioni capitali negli Stati Uniti. Sono stati trovati vestiti, non con il pigiama. I due corpi erano vicini, adagiati su un divano letto, all’interno dello studio della casa, posizionato sul retro del soggiorno, al piano inferiore. Il corpo della madre era invece riverso a terra, in soggiorno.

Prima di uccidere i bimbi e togliersi la vita, la donna ha scritto due lettere nelle quali racconta del «peso insopportabile delle avversità della vita».  Un altro esempio di sconforto e di depressione molto grave.

Improvviso malore dell’assessore regionale all’Energia e ai Rifiuti Alberto Pierobon

  

L’assessore regionale  all’Energia e ai Rifiuti della Sicilia, Alberto Pierobon, e è stato  ricoverato  d’urgenza  all’ospedale Cervello di Palermo. “Auguro pronta guarigione all’assessore Pierobon, da parte di tutto il parlamento siciliano”, ha detto oggi il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, a inizio  seduta,  chiarendo che, per motivi di forza maggiore l’assessore veneto che doveva  intervenire per dare delle risposte su determinate problematiche  in aula, è ricoverato per un improvviso malore. Pierobon è stato  ricoverato in terapia intensiva e sono in corso ulteriori accertamenti 

Giletti ricoverato all’ospedale: malore durante la trasmissione “Non è l’Arena”

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Malore in diretta per il famoso giornalista e conduttore televisivo Massimo Giletti.i. Durante ‘Non è l’Arena’ il presentatore, visibilmente pallido e sofferente, si è seduto su uno sgabello e ha spiegato: “Scusate, non è una giornata che siamo al top”. Poi ha cercato faticosamente di portare avanti la trasmissione ma, a un certo punto,consapevole che le sue forze erano ormai andate via e visto l’impegno che il genere di trasmissioni di Giletti induce a fare,  rivolgendosi al pubblico e agli ospiti presenti, ha detto: “Non riesco ad andare avanti ragazzi“. La trasmissione è stata allora interrotta dall’emittente “La 7”.

La produzione del programma ha spiegato che Giletti era andato in onda con la febbre e l’influenza. Il conduttore è stato portato all’ospedale Umberto I di Roma.