COSA FARA’ L’ANTIMAFIA NAZIONALE? PARLA NICOLA MORRA PRESIDENTE NAZIONALE COMMISSIONE ANTIMAFIA

Riceviamo e pubblichiamo:

NICOLA MORRA: “I FENOMENI PRESENTI NEL SUD ITALIA POSSONO DIVENTARE PIAGA COMUNE A PIU’ POPOLI…...”

“Quella contro le mafie deve essere una battaglia condotta da tutti. Troppe volte è accaduto che minacce, intimidazioni e ricatti nei nostri territori abbiano prodotto il silenzio. In questo fitto velo di omertà certe trame sono risultate vincenti per far prevalere l’ingiustizia attraverso l’intimidazione mafiosa, strumento meschino di chi, non avendo idee e contenuti da proporre, si impone solo e soltanto con la violenza.

Per il Movimento 5 Stelle la lotta e il contrasto alla criminalità organizzata, alle mafie è sempre stata la priorità politica. Da Presidente continuerò questo impegno, un impegno super partes, che non potrà che essere condiviso da tutti i partiti perché o si lotta contro le mafie o si è complici.

Per questo la nostra comunità non può più consentire che la lotta alla mafia venga condotta da pochi, poiché il rischio che corriamo è che il sacrificio di veri e propri “eroi” non scongiuri la conseguente sconfitta del popolo.
È fondamentale che TUTTI ci si senta coinvolti in quest’azione di contrasto alle mafie: ne va della nostra DEMOCRAZIA!

Quando la forza dell’intimidazione comprime i diritti del singolo, del cittadino, della persona, annichilisce la struttura democratica dell’intero Paese.
In questa battaglia servirà soprattutto un’azione culturale volta a capire come sia un diritto/dovere l’intervento di tutti contro l’intimidazione mafiosa, anche da parte di chi oggi non si sente toccato, per sua fortuna, dal fenomeno mafioso.

Basti pensare alla recente sentenza del Processo Aemilia (1.225 anni di carcere per 125 condannati), esempio tanto recente quanto concreto di come sia folle per un territorio, rimandare l’azione di contrasto ignorando quasi totalmente un problema che nel tempo assumerà proporzioni enormi, ritrovandosi a distanza di anni con il primo comune dell’Emilia Romagna sciolto per infiltrazione mafiosa e con il più grande processo per mafia che si sia svolto nel Nord Italia.

C’è necessità di far comprendere, non solo a chi oggi in Italia sembra quasi disinteressato alla lotta alle mafie, ma anche a quei Paesi che spesso ignorano di avere in casa questo cancro, nonostante si stia diffondendo rapidamente quanto sia decisivo per la sopravvivenza delle Istituzioni democratiche combattere l’intimidazione, l’indifferenza, l’omertà.

Siamo nell’era in cui se i mercati di capitale hanno visto crollare i vincoli nazionali è opportuno comunque che belgi, moldavi, tedeschi o neozelandesi, insomma tutti, inizino ad assumere misure preventive – di cui ora sono del tutto privi – contro mafie da sempre libere di muoversi nello scenario internazionale, ammesso che la tragedia di Duisburg del 15 agosto del 2007 ci abbia insegnato qualcosa. Basti pensare al triste costume, tipicamente italiano, del voto di scambio politico-mafioso per capire quanto possiamo aiutare gli altri Paesi a combattere il rischio che certi fenomeni inizialmente ritenuti presenti solo nel Sud Italia possano diventare piaga comune a più popoli. Per non parlare dei reati economico-societari che consentono tante offese ai diritti di tutti ed in particolare dei più deboli.

L’azione della commissione Antimafia sarà sinergica con le cosiddette agenzie formative come le università e le scuole, senza omettere il ruolo fondamentale che rivestono anche l’informazione e la comunicazione. Lo Stato può combattere le mafie offrendo formazione ed adeguati messaggi educativi, armi vincenti che dimostrano la volontà di contrastare il diffondersi della mentalità mafiosa poiché è importante distinguere la “mafia” da un “ambiente o clima mafioso”. Ovviamente, la mafia attecchiscono e prosperano più facilmente laddove vi sia un ambiente mafioso, una cultura mafiosa, i cui messaggio risultano spesso seducenti.

Combatteremo l’omertà, quell’atteggiamento per cui si volge lo sguardo altrove, si preferisce non denunciare e farsi “gli affari propri”, lavoreremo laddove le Istituzioni dello Stato si siano dimostrate deficitarie o, peggio, colluse affinché vengano sanate e possano offrire la massima tutela ai diritti del cittadino: Procure, Prefetture, Questure e Tribunali dovranno lavorare a fianco del cittadino che denuncia affinché in ogni territorio del nostro Paese si faccia giustizia, si rispetti la legalità.

Dovrà divenire inaccettabile per tutti sopportare il ricatto sottile, psicologico, anche semplicemente accennato e non realizzato dell’intimidazione di stampo mafioso con la minaccia che vi possa essere una ritorsione violenta. Dovrà essere combattuta ogni illegalità, ogni silenzio, in quanto ciò è terreno fertile per quella pianta schifosa che vogliamo estirpare con tutte le nostre forze, al fine di far trionfare definitivamente quel “fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità” (Paolo Borsellino – 23 giugno 1992).”

Nicola Morra

                                                                                        Presidente Nazionale Commissione Antimafia

 

Nota del deputato Fantinati sulla “Battaglia contro i “FURBETTI” del Parlamento che votano per altri”

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Riceviamo e pubblichiamo :

 

Ricordate quando la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini è stata pizzicata a votare per la sua vicina, Licia Ronzulli, durante la votazione segreta per la ratifica di due trattati internazionale? Un vergognoso caso di “pianista”, che votava al posto di un altro, senza averne diritto. La Bernini suonava la musica stonata e steccava. Proprio per questo, oggi lancio il mio appello ai presidenti Casellati e Fico per portare avanti una battaglia contro i “furbetti del Parlamento”. Quelli che, approfittando del fatto che la registrazione delle impronte digitali sia facoltativa e non obbligatoria, aggirano le regole e votano per gli altri. Come non è tollerabile che i soldi dei contribuenti vengano sprecati dai “furbetti del cartellino”, così dobbiamo assicurarci che anche i politici non imbroglino. Perchè i politici per primi devono dare l’esempio: prima di chiedere le impronte digitali ai dipendenti pubblici, dobbiamo pretendere che anche i politici diano i loro dati biometrici.

È importante, dunque, che abbiamo approvato il ddl Concretezza, un disegno legge che dice basta ai “furbetti del cartellino”, imponendo l’utilizzo di sistemi biometrici per valutare la presenza dei dipendenti pubblici. Ma sarebbe altrettanto importante che questi strumenti biometrici, già previsti alla Camera e al Senato, diventassero obbligatori per i parlamentari. Il problema non è solo tecnico, ma politico. Come possono fare gli interessi dei cittadini persone che violano le più elementari regole procedurali per falsificare il?

Nel caso dei politici di Forza Italia, poi, si tratta di quei personaggi che ci prendono in giro perché per noi l’onestà sarebbe un valore. Che ci chiamano giustizialisti, perché chiediamo giustizia. Ma la verità è che loro si approfittano del loro ruolo per imbrogliare i cittadini. Io spero che i cittadini votino per politici puliti sempre di più, e che mandino in pensione i personaggi come la Bernini. Ma in attesa che questa rivoluzione si compia, è necessario implementare strumenti biometrici per mettere fuori gioco questi furbetti. Questo è il mio appello. Basta furbi. L’Italia ha bisogno di onestà. 

31 Novembre                                                                                                          On.          Mattia Fantinati  

deputato   (M5S)

“La libertà di stampa non è difendere gli interessi degli editori diffondendo notizie false ma di informare i cittadini”

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Nella foto il Senatore Vito Crimi autore dello scritto che qui  pubblichiamo e condividiamo

 

Anche oggi buona parte della stampa e dei quotidiani italiani ci riserva fiumi di fake news. «Il MoVimento 5 Stelle attacca la libertà di stampa»: ripetono questa menzogna da mesi sperando che la gente ci creda.

Ovviamente nessuno di noi attacca la “libertà” di stampa. Semmai condanniamo la “NON-libertà” di stampa. Cioè quella condizione per cui alcuni giornali, dovendo rispondere ai loro proprietari che hanno interessi economici magari scalfiti dal governo, utilizzano come clave i loro mezzi di informazione piegando i fatti, a volte stravolgendoli e a volte inventandoli, pur di giustificare quello che scrivono contro il governo.

Questa non è libertà di stampa. La libertà l’hanno già ceduta da un pezzo, e hanno fatto tutto da soli, nel momento in cui hanno iniziato ad adeguarsi agli interessi degli editori anziché difendere il diritto dei lettori e dei cittadini ad essere informati.

Figurarsi: NESSUNO ha mai augurato licenziamenti, fallimenti o perdita di posti di lavoro (vi invito, da bravi giornalisti che hanno a cuore la verità, a riascoltare le parole originali di Luigi Di Maio e a raccontare quelle). Ma i fallimenti sono un dato di fatto, una circostanza che accade e sta accadendo sempre più spesso. Domandatevi perché. E non date la colpa al governo, è sufficiente farvi un esame di coscienza.

Centinaia di aziende sono in crisi e migliaia di lavoratori rischiano il licenziamento. Eppure non danno la colpa al governo ma ai loro datori di lavoro, alle loro scelte scellerate, dettate solo dal proprio tornaconto personale.

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Mi stupisce che nelle redazioni, davanti alla prospettiva di rimanere a casa, si parta a manganellare il governo anziché individuare i veri colpevoli, cioè quegli editori che con le loro scelte sbagliate hanno incassato finanziamenti pubblici per miliardi di euro senza investirli oculatamente.

Non è certo colpa del Movimento 5 Stelle o del governo se migliaia di lettori sono in fuga dai quotidiani. Forse la responsabilità è di chi, anziché decidersi a fare finalmente vera informazione e recuperare un minimo di credibilità e di pubblico, continua a diffondere falsità e fake news”.

Polemica tra l’assessore Roberto Lagalla e il M5S : Chiediamo all’INPS di intervenire sulla Formazione…”

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L’assessore Roberto  Lagalla risponde alle accuse del M5 S:   “Abbiamo richiesto all’Inps lo stato delle singole posizioni al fine di evitare errori o abusi..”

Apprendiamo di una replica dell’ l’assessore Roberto Lagalla  alle critiche del Movimento 5 Stelle rispetto alla segnalazione di presunti errori rinvenuti nell’albo dei formatori presso il Dipartimento regionale della Formazione siciliana. “Alla zelante analisi dei denuncianti e’ peraltro sfuggita la presenza di un contrassegno che individua nominativamente tutti gli iscritti che hanno riscontrato l’aggiornamento dell’albo promosso dall’assessorato nei mesi scorsi: circa 5.000 soggetti hanno esplicitamente manifestato interesse a permanere nel settore della formazione, aggiornando i propri dati personali. Dovrebbe essere altrettanto chiaro, a chi alzando la voce tenta di intorbidire le acque che, in forza della vigente legge 24/76, l’albo oggi ad esaurimento non puo’ essere modificato rispetto alla sua composizione storica se non a seguito di una modifica della stessa legge alla quale, immagino, i Cinque Stelle vorranno utilmente contribuire”, 

In ogni caso, al di la’ dei nove errori segnalati su circa novemila posizioni, e’ bene sottolineare come la semplice iscrizione all’albo non produca effetti individuali, se non in presenza di adesione volontaria degli iscritti alle procedure di reclutamento che prevedono priorita’, e non esclusivita’, per quanti inseriti nello stesso albo ad esaurimento. Inoltre, in vista dell’attivazione del tavolo ministeriale per il riconoscimento delle tutele sociali, l’assessorato ha provveduto a richiedere all’Inps lo stato delle singole posizioni, mettendo al riparo l’intera procedura da ogni possibile errore o abuso….”

Via i privilegi alla casta: è il momento di eliminare i vitalizi

 

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Prosegue il ‘pressing’ dei pentastellati e del presidente Fico sulla problematica vitalizi nei confronti della Casellati,seconda carica dello Stato. Il questore della Camera Federico D’Incà, ricordando che il M5S “ha la maggioranza anche in Ufficio di Presidenza al Senato”, ha rivolto un appello a Casellati che ha parlato di soluzione con divisa sui vitalizi agli ex parlamentarui affinché Palazzo Madama si allinei alla decisione adottata da Montecitorio sul superamento dei vitalizi “Chiedo alla presidente di fare un passo in avanti –  perché si tratta di correttezza e giustizia nei confronti del nostro popolo, degli italiani. Finalmente possiamo ridare dignità al ruolo del parlamentare andando a togliere un privilegio della casta e riportare l’attività parlamentare alla sua naturale bellezza“.

Fratelli d’Italia annuncia una  ‘contro-proposta’, suggerendo l’introduzione di un ricalcolo contributivo effettuato “in maniera ragionevole in base alle norme esistenti per tutti i cittadini italiani”.Queste le comunicazioni del partito:

“A noi – spiegano Fabio Rampelli ed Edmondo Cirielli, vicepresidente e questore della Camera – interessa che i vitalizi di tutti i parlamentari siano archiviati per davvero, che la norma stabilita per loro non divenga, in caso di necessità emergenziali, un boomerang per falcidiare le pensioni di tutti i lavoratori. Per questo Fdi ripresenterà la sua proposta di abolizione dei vitalizi sia alla Camera che al Senato, sbugiardando le operazioni di propaganda messe in campo dal M5S, su suggerimento di Tito Boeri, forse allo scopo di farla fallire. Ci auguriamo che Lega e Fi la sottoscrivano”.

“La proposta di Fico, ispirata da Boeri con la missione forse di farla fallire”, attaccano i due esponenti di Fdi, si fonda “su parametri assurdi. E’ palesemente incostituzionale, riduce fino al 91% le pensioni di ex parlamentari o loro congiunti ultraottuagenari, con un accanimento tale da suonare come una vendetta da paese delle ghigliottine ed esponendo le istituzioni a ricorsi interminabili e vincenti”.

 

PRONTI A PARTIRE, MATTARELLA TASTA IL POLSO AL “FALSIFICATORE” G.CONTE ,PREMIER “GIA’ CONTESTATO”

SUD LIBERTA’ ai lettori: ecco il Video

 Il presidente Mattarella dovrebbe formalizzare  l’incarico di formare il nuovo governo M5 stelle e Lega. La convocazione ha comprensibilmente suscitato soddisfazione in casa Lega, con fonti di via Bellerio che assicurano: “Siamo pronti a partire”. Il leader grillino Luigi Di Maio esprime soddisfazione noncurante delle pesanti critiche piovute su Conte: ”  Finalmente è iniziata la Terza Repubblica, una Repubblica in cui i cittadini fanno un passo avanti e la politica un passo indietro. Il presidente del Consiglio verrà incaricato su indicazione di due forze politiche che si sono messe insieme. Questo è un governo votato che non si regge sui voltagabbana”.

“Sarà il governo più politico di tutti. Giuseppe Conte, se sarà incaricato, sarà il presidente del Consiglio più politico che abbiamo mai avuto”, sottolinea Di Maio. “I ministri? Li sceglie il Presidente della Repubblica, non c’è nessuna discussione in atto, non fate retroscena su questo”.

Potrebbe esserci già martedì o mercoledì la seduta del Senato per la votazione di fiducia al nuovo governo, mentre il voto sul Def a Palazzo Madama si terrà dopo quello di fiducia al nuovo governo.

Intanto le critiche arrivano anche dall’estero su G. Conte che non sarebbe un politico ma un “mistificatore”, un tecnico come Monti, uno degli artefici del disastro Italia

 

Finalmente si son messi tutti d’accordo! Ma alla vecchia maniera , regola del dare-avere

 

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La rottura nel centrodestra è rientrata, l’ostilità dichiarata da Berlusconi alla Lega è adesso un ricordo.  Son di nuovo tutti d’accordo.  E’ la regola (triste) della politica del dare -avere . Elisabetta Casellati ha ottenuto 240 voti ed è stata proclamata presidente del Senato.   Roberto Fico, che ha incassato 422 voti, è il nuovo presidente della Camera.

Casellati è la prima donna presidente che si siede sul più alto scranno del Senato, la 2 carica più elevata dello Stato. “Mi perdonerete l’emozione – ha detto nel suo breve  discorso di insediamento -, ma la scelta che avete compiuto, eleggendo per la prima volta una donna alla presidenza di questa Assemblea, rappresenta per me una responsabilità che non posso celare dietro nessun preambolo di circostanza”.

 “Servono – ha sottolineato – unità di intenti, pur nella diversità di opinioni e indirizzi, consapevolezza delle difficoltà non disgiunta da ragionevole ottimismo, rispetto reciproco delle forze politiche nel solco delle regole comuni”. La neo presidente del Senato ha poi convocato la conferenza dei capigruppo per mercoledì 28 alle 11.

Nel suo intervento  Fico ha assicurato: “Onorerò il mio impegno con la massima imparzialità e il massimo rigore. Desidero rivolgere il mio saluto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ha aggiunto – garante dei valori della Costituzione”.

Poi, parlando dell’incarico assunto, ha sottolineato: “Le decisioni finali devono maturare solo e soltanto nelle commissioni e nell’Aula, non consentirò né scorciatoie né forzature nel dibattito parlamentare”. “Questo – ha osservato – è il luogo dove il futuro può prendere forma e intendiamo costruirlo insieme, a partire da oggi, con l’unico interesse del bene collettivo, perché abbiamo il compito di servire un’intera nazione”.

Misure per il lavoro: reddito di cittadinanza e investimenti in Sicilia – L’opinione del Movimento 5 Stelle

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 Sono in tanti che chiedono cosa significhi oggi il reddito di cittadinanza ……Tra le misure per il lavoro proposte dal Movimento 5 stelle – si sa- vi è il reddito di cittadinanza “Lo Stato  – sosterrà economicamente chi oggi non raggiunge la soglia di povertà indicata da Eurostat, in cambio dell’impegno a formarsi e ad accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro, purché siano eque e vicine al luogo di residenza”. Dove troveranno i soldi per realizzare il reddito di cittadinanza? La misura può “essere finanziata attraverso maggior deficit in termini assoluti ma senza aumentare il rapporto deficit/Pil e senza sforare la soglia del 3%”.

 “In sintesi il meccanismo delineato dal M5 stelle  è questo: –  almeno 1 milione di persone che attualmente non cercano lavoro ma sarebbero disponibili a lavorare (i cosiddetti ‘inattivi’ e scoraggiati) verranno spinti alla ricerca del lavoro attraverso l’iscrizione ai Centri per l’Impiego e andranno così ad aumentare il tasso di partecipazione della forza lavoro. Questo  permetterà di rivedere al rialzo l’output gap, cioè la distanza tra il Pil potenziale dell’Italia e quello effettivo, perché 1 milione di potenziali lavoratori saranno di nuovo conteggiati nelle statistiche Istat”.

Gli investimenti produttivi dello Stato nei settori a più alto ritorno occupazionale si affiancano alla misura del reddito di cittadinanza, perchè solo così potrebbe offrire ai beneficiari il lavoro di qualità che abbiamo in mente”. “L’idea – secondo i 5 Stelle – è di destinare almeno il 34% di questi investimenti nel Sud Italia, che ha urgente bisogno di uscire dal sottosviluppo e dal sotto-investimento a cui lo hanno condannato le politiche economiche degli ultimi decenni e l’assenza di una strategia industriale e di sviluppo”.

Altra novità dovrebbe essere “il salario minimo orario, che ha il compito di salvaguardare quelle categorie di lavoratori non coperte da contrattazione nazionale collettiva. L’obiettivo è di sradicare sfruttamento e precarietà, che negli ultimi anni sono cresciuti enormemente, e dare anche un impulso alla domanda interna”.

Tra le misure per il lavoro targate M5S vi è anche un Patto di Produttività programmato tra lavoratori, governo e imprese, “al fine di rilanciare salari, produttività e investimenti, soprattutto in quei settori in cui decideremo di intervenire selettivamente con la riduzione del cuneo fiscale”. ”

ADESSO IL REBUS : TRA LE DUE FORZE ANTISTEMA – DI MAIO E SALVINI- CHI AVRA’ L’INCARICO DI GOVERNO?

Elezioni 2018, la notte del trionfo di Luigi Di Maio e Matteo Salvini

Puntano ora ad avere l’incarico di governo sia il leader del  M5S, che con il 32% si afferma senza rivali come primo partito, sia il leader della Lega e la coalizione del centrodestra con il 37%. Entrambi però non arrivano al 40%, la quota dell’autosufficienza. Un rebus di non facile soluzione. Anche perché sulla carta tutti si dicono contrari a fare compromessi

Luigi Di Maio, ricorda: “Siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche“. “Sentiamo la responsabilità – ha poi aggiunto – di dare un governo all’Italia”.

Guardando i numeri, le alleanze possibili sono tra M5S-Pd o tra le due forze antisistema M5S-Lega ma entrambi gli scenari appaiono politicamente difficili da concretizzare. Il Pd, tramortito dalla gigantesca sconfitta, appare defilato nella partita e sembra più orientato a collocarsi all’opposizione. Le banche tremano , hanno perduto il loro paladino, Renzi.  Oggi non più credibile Ettore Rosato, nella notte, commentando i risultati, ha assicurato: “Il Pd andrà all’opposizione”, chiarendo anche che il partito “non è interessato a un governo con i 5 Stelle”. “Opposizione”, del resto era  l’indicazione di Renzi. Ma se il segretario dovesse dimettersi o fare un passo indietro lo scenario potrebbe cambiare. Un Pd diverso da quello conosciuto fino a ieri potrebbe essere tentato di aprire al dialogo con il M5S.

“Un governo Di Maio-Salvini onestamente proprio non lo vedo“afferma Matteo Salvini. I 5 stelle ”cambiano idea troppo spesso”, ha spiegato, dicendosi sicuro che c’è la possibilità di un governo del centrodestra senza “andare a fare coalizioni strane”. Ma siamo solo all’inizio.  E tra le fila dell’area moderata azzurra serpeggia proprio il timore che si possano creare convergenze inedite tra il partito di Salvini e M5S.

Il capo dello Stato adesso dovrà fare le rituali consultazioni.. Le consultazioni dovrebbero iniziare a fine mese. La partita è appena iniziata.

Vedremo come finirà visto che i 5 Stelle non vogliono regalare poltrone ai professionisti della politica tantomeno a chi non accetterà i loro programmi.

E’ una politica che cura l’interesse alla poltrona, altro che interesse generale! La Sicilia isolata dal resto del Paese e non promette bene ” il voto di scambio” di alcuni partiti

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I politici si sfidano. Gli interessi sono molti.  Gli italiani sono nauseati e non ne possono più dei politici diventati sinonomi di ladri.Luigi Di Maio contro Vittorio Sgarbi,(quest’ultimo non si è dimesso da assessore regionale ai beni culturali della Sicilia) Gianluigi Paragone vs Umberto Bossi, Paolo Gentiloni (presidente del consiglio in carica, non ha presentato dimissioni per fare campagna elettorale..) contro Luciano Ciocchetti. E poi ancora Matteo Renzi che sfida l’ex renziano Nicola Cecchi, Pier Carlo Padoan vis à vis con Claudio Borghi e Teresa Bellanova che dovrà vedersela con Massimo D’Alema. Eccola la carica dei big che si sfidano nei collegi uninominali. Gare a distanza, certo, perché i leader in campo si sono ben guardati da duelli di peso, preferendo corse ‘in solitaria’ alla minaccia del confronto diretto.

NAPOLI – Nel collegio Campania 1-03 alla Camera, ad esempio, che comprende il comune di Pomigliano d’Arco, città natale di Di Maio, per il centrodestra correrà Vittorio Sgarbi, mentre il candidato del Pd sarà Antonio Falcone.

 ROMA – A Roma, il premier Paolo Gentiloni dovrà vedersela con il grillino Angiolino Cirulli, imprenditore presentato ieri da Di Maio come “uno degli azzerati dal decreto salva-banche”, e con Luciano Ciocchetti schierato per il centrodestra. E se Carla Ruocco dovrà vedersela alla Camera con Riccardo Magi nel quartiere Gianicolense di Roma, nello stesso collegio, per quanto riguarda il Senato, la sfida sarà tra l’avvocato Claudio Consolo ed Emma Bonino. Rimanendo nel Lazio, l’economista Lorenzo Fioramonti – astro nascente dei 5 Stelle – sfiderà il presidente dem Matteo Orfini alla Camera nel collegio di Torre Angela (Lazio 1-05). Nei collegi uninominali, Giorgia Meloni correrà invece a Latina.

VARESE – A Varese in Lombardia il giornalista Gianluigi Paragone, ex direttore della Padania, contenderà il seggio al Senato al fondatore della Lega Umberto Bossi.

FIRENZE – Per frenare la corsa di Matteo Renzi a Firenze, i Cinquestelle hanno schierato Nicola Cecchi, ex tesserato Pd con un passato da renziano di ferro (votò sì al referendum costituzionale) ora si dice “deluso e amareggiato” dal Partito Democratico. Sempre contro il segretario del Pd, il centrodestra ha chiamato invece l’economista Alberto Bagnai. Sempre in Toscana, il comandante Gregorio De Falco rappresenterà il M5S nel collegio di Livorno, dove il Pd ha candidato Silvia Velo per un posto a Palazzo Madama.

SIENA E BOLZANO – A Siena il faccia a faccia sarà tra il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e Claudio Borghi per il centrodestra, mentre a Bolzano il duello tutto al femminile vedrà contrapposte Maria Elena Boschi e la candidata di Forza Italia Michaela Biancofiore.

PALERMO – A Palermo il leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso correrà per tornare a Palazzo Madama contro il grillino Steni Di Piazza e Teresa Piccione, mentre l’avversario del centrodestra sarà il forzista Giulio Tantillo.In Sicilia Crocetta, ex presidente della Regione, sperava che Matteo Renzi, gli riservasse una poltrona nazionale. Non se ne parla nemmeno. Crocetta è stato trombato dal Pd e la sua corsa con il “Megafono” si profila alquanto inutile e solitaria.

BOLOGNA – A Bologna sarà la presidente di Confedilizia Bologna, Elisabetta Brunelli, vicina a Forza Italia, la candidata che sfiderà i big Pier Ferdinando Casini (Pd) e l’ex presidente dell’Emilia-Romagna Vasco Errani (Leu) nel seggio uninominale del Senato.

PUGLIA – Il grande match si gioca poi in Puglia, dove il duello più avvincente sarà quello tra l’ex sindacalista Teresa Bellanova che corre con il Pd e l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema in campo con Liberi e Uguali.

MILANO 1 – Nell’uninominale di Milano 1 si sfideranno invece per la Camera Bruno Tabacci di +Europa, il grillino Alberto Bonisoli e poi due donne di ferro: Laura Boldrini per Leu e Cristina Rossello per il centrodestra che proverà a sfilare il seggio alla presidente della Camera. Legale di fiducia di Silvio Berlusconi nella causa che lo ha contrapposto all’ex moglie Veronica Lario, Rossello è avvocato di società quotate e di rilevanti imprese familiari, membro di collegi arbitrali, con esperienza in materia di diritti televisivi e dell’editoria in generale.