Siccità in Sicilia, nave della Marina a Licata. Il governatore Schifani: «L’obiettivo è risolvere problemi mai affrontati»

 

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È arrivata al porto di Licata, nel primo pomeriggio di oggi, la nave cisterna “Ticino” della Marina militare con un carico di 1.200 metri cubi di acqua destinati a mitigare gli effetti della crisi idrica nell’area dell’Agrigentino e di Gela.  Un intervento sollecitato dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, per tamponare l’emergenza in una delle aree più colpite e coordinato dal capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, d’intesa con la Protezione civile nazionale.

«Ci stiamo impegnando con tutte le nostre forze per mettere in campo ogni iniziativa necessaria ad alleviare gli effetti della siccità che sta colpendo la Sicilia – dice Schifani – e molte altre aree del Mediterraneo. Il mio obiettivo non è solo arginare l’emergenza, ma risolvere definitivamente tutta una serie di problemi strutturali nel settore idrico siciliano che si trascinano da anni e che sono in parte causa dello stato in cui ci troviamo oggi. Abbiamo pianificato e avviato – conclude il presidente –  un vasto programma di interventi per rendere più efficiente il servizio idrico, opere che la Sicilia attende da troppo tempo e che incomprensibilmente non sono state avviate da chi ci ha preceduto. Un ringraziamento al ministro della Difesa, Guido Crosetto, per l’immediata disponibilità della Marina militare alla collaborazione con la Regione in un momento critico».

La “Ticino”, comandata dal tenente di vascello Laura Zanon, è partita ieri sera da Augusta. Il porto di Licata  è stato ritenuto il più idoneo per l’approdo in seguito alle verifiche effettuate da Aica, l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Agrigento. L’acqua trasportata dalla nave verrà immessa nella rete idrica in circa 25-30 ore per rifornire il Comune, permettendo di “liberare” risorse che verranno dirottate verso altri centri della zona colpiti dall’emergenza siccità.

La tragedia di Licata forse legata a ragioni di eredità familiare (terreni)

strage di Licata, Sicilia, Cronaca
Indagini dei Carabinieri sulla tragedia di Licata – Sud Libertà

 

 

La strage di Licata ha cancellato una intera famiglia . Si tratta di una intera famiglia  oltre all’uomo pluriomicida suicida dopo aver compiuto la strage. La tragedia si è verificata in via Riesi, alla periferia cittadina.     Si sta indagando sulle motivazioni della tragedia . Sul luogo i militari del Comando Provinciale di Agrigento e i quelli della Compagnia di Licata.

Forse ragioni legate a motivi economici o  ad una eredità, quelle che sarebbero alla base della strage di stamattina alla periferia di Licata. L’uomo, il 48enne Angelo Tardino – che ha sterminato anche i due nipotini di 11 e 15 anni – già all’alba si sarebbe recato nella casa di campagna del fratello, in contrada Safarello. Qui-informano- si troverebbero i terreni coltivati lasciati in eredità dal padre.

Tra i due, a quel punto si sarebbe accesa una discussione violenta, dalla quale è scaturita la furia omicida dell’uomo….La diatriba sembrerebbe nata per ragioni di interesse legate alla suddivisione di alcuni terreni dove la famiglia coltivava carciofi

L’uomo che avrebbe estratto la pistola ed esploso i colpi di pistola all’indirizzo dei suoi familiari è Angelo Tardino, 48 anni: le vittime sono suo fratello Diego Tardino, la cognata Alexandra Ballacchino e suoi due nipoti Alessia Tardino, 15 anni,e Vincenzo Tardino, 11 anni. Dopo aver assassinato i familiari, Tardino ha tentato la fuga ma deve aver fatto una seria e tempestiva riflessione c he la sua vita era sostanzialmente già finita e ha tentato il suicidio  nella sua vettura.

 Sul luogo della strage la Pm Dr Paola Vetro che indaga sul caso . Gli inquirenti  informano pure  che  l’uomo si è sparato proprio mentre era al telefono con i Carabinieri  della compagni di Licata,  che erano ormai sulle sue tracce dopo la segnalazione della moglie . All’improvviso uno sparo mentre l’uomo un attimo prima conversava con i militari,l’intuizione che il fuggitivo  ci aveva ripensato decidendo  di porre fine alla sua esistenza.  Anche se in condizioni gravissime che non lasciano speranza, l’uomo è stato trasportato in ospedale ..

Forse ragioni legate ad una eredità, quelle che sarebbero alla base della strage di stamattina alla periferia di Licata. L’uomo, il 48enne Angelo Tardino – che ha sterminato un’intera famiglia, compresi i due nipotini di 11 e 15 anni – già all’alba si sarebbe recato nella casa di campagna del fratello, in contrada Safarello. La stessa zona nella quale si troverebbero i terreni coltivati lasciati in eredità dal padre.

Tra i due, a quel punto si sarebbe accesa una discussione violenta, dalla quale è scaturita la furia omicida dell’uomo che, dopo aver assassinato fratello, cognata e bambini, è salito in auto per darsi alla fuga. Solo successivamente, appena rintracciato dai carabinieri, Tardino avrebbe deciso di spararsi con la stessa arma del delitto.

Consigliere comunale (della Lega) di Licata spara al socio in affari (Onoranze funebri)

 

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In manette più braccialetto elettronico per un  consigliere comunale di Licata (Agrigento) eletto nel 2018 nella lista della Lega, Gaetano Aronica, 48 anni, che mercoledì sera al culmine di una lite ha sparato al suo collega socio in affari. La gestione di un’attività di onoranze funebri avrebbe generato continui contrasti tra i due. Dopo la segnalazione di alcuni colpi di arma da fuoco esplosi in strada carabinieri e poliziotti hanno immediatamente avviato le indagini.    I militari hanno controllato in primis se nella zona dell’evento criminoso vi fosse un impianto di videosorveglianza e, a seguito dell’accertamento positivo hanno visualizzato le immagini per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti

La visualizzazione riportava l’accesa discussione tra i due soci e il 48enne estrarre  una pistola ed esplodere quattro colpi all’indirizzo del rivale. Fortunatamente solo un proiettile è andato a segno raggiungendo la vittima al braccio. Poco dopo l’aggressore si è presentato in caserma insieme al proprio avvocato, facendo ritrovare anche la pistola usata, un revolver calibro 22 illegalmente detenuto, e il relativo munizionamento. Il ferito, un imprenditore di 71 anni, è stato medicato in ospedale e dimesso con una prognosi di 20 giorni.
Il gip di Agrigento ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare  per il consigliere pistolero.

Operazione “Diplomat”: la Guardia di Finanza sequestra 22 diplomi irregolari conseguiti nell’anno 2014-15

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Operazione Diplomat , un organizzazione che  rilasciava diplomi di maturita’ irregolari e’ stata scoperta dalla Guardia di finanza di Ragusa t”. Le indagini sono state inizialmente coordinate dalla Procura della Repubblica e successivamente trasferite per competenza territoriale ai magistrati di Agrigento.

I componenti dell’organizzazione dovranno rispondere di piu’ reati contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica, che sarebbero stati commessi grazie alla connivenza di presidi, insegnanti e personale di segreteria di quattro istituti paritari.

Gli investigatori hanno controllato le attivita’ di un centro d’istruzione non riconosciuto dalle autorita’ scolastiche, con base logistica a Ispica (RG) e rapporti con scuole paritarie di Catania, Licata e Canicatti’, in provincia di Agrigento. Nel corso del servizio sono stati sottoposti a sequestro probatorio ingenti somme di denaro.

La Procura della Repubblica di Agrigento ha ritenuto gravi gli indizi di colpevolezza acquisiti e ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza di 22 diplomi di scuola media superiore che sarebbero stati conseguiti irregolarmente nell’anno scolastico 2014-2015