Riceviamo e pubblichiamo:
Spett.Ufficio,
la presente comunicazione è riferita al Vostro articolo, denominato “OPERAZIONE FAKE CREDIT: LA “MENTE ANTONIO PALADINO, REATI TRIBUTARI E INDEBITE COMPENSAZIONI” pubblicata sulla Vostra Testata on line in data 10 Luglio 2020 raggiungibile sul seguente link: (omissis) –
L’articolo in questione afferisce al procedimento penale n. 6218/2019 R.G.N.R. conseguente all’indagine “Fake Credit” che ha portato all’arresto di decine di imprenditori e professionisti in tutto il territorio italiano , compreso il sottoscritto che in data 10.7.2023 è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari come da Voi stessi riportato.
Poichè il sottoscritto Dott.D.N. ha ottenuto la completa archiviazione e cancellazione totale di ogni posizione accusatoria, ai sensi degli artt. 409-411 c.p.p. in data 11/9/2023 (peraltro in soli due mesi -agosto compreso- dagli avvenuti arresti domiciliari) riuscendo a dimostrare la completa estraneità ai fatti e poichè la professione del sottoscritto, ossia quella di Dottore commercialista, è una professione che richiede anche onorabilità oltre che perizia professionale, Vi invitiamo a rimuovere completamente le informazioni e/o le immagini che riguardano il Sottoscritto: questa cagionano già da diverso tempo un danno ingiusto all’immagine e alla dignità professionale del sottoscritto e possono essere oggetto di richiesta risarcitoria nei Vostri confronti.
Per Vostra maggiore utilità, si allega provvedimento di archiviazione In attesa di Vostro cortese riscontro, si porgono cordiali Saluti
Risponde Raffaele Lanza, direttore di Sud Libertà
E’ Vostro diritto – diciamo subito al professionista che, per ovvi motivi, abbiamo indicato solo con le iniziali – richiedere l’oscuramento o cancellazione del nominativo dalla vicenda giudiziaria che Vi ha coinvolti vs malgrado. La fonte europea, sul punto determina il diritto soggettivo di ogni cittadino europeo alla cancellazione dei propri dati dagli archivi di ogni titolare del trattamento, a condizioni date.
La problematica, in linea teorica, non sussisterebbe, se non fosse per la pervasività degli archivi informatici e per la pervasività della cronaca giudiziaria nei media tradizionali e online.
Ciascuno, infatti, può chiedere -e ottenere, ragionevolmente- la rimozione dei propri dati al titolare del trattamento in un quotidiano on line , ma non per questo il suo nome – è il mio modesto pensiero -verrà “cancellato” dai motori di ricerca e dai risultati eventualmente ad esso associati, come, per esempio, articoli o servizi giornalistici.
La giurisprudenza della Cassazione e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea hanno stabilito che, di regola, non è possibile invitare le testate giornalistiche alla rimozione degli articoli collegati a un nome.
L’unica soluzione percorribile, gentile professionista estraneo ai fatti giudiziari, è la deindicizzazione della notizia (Nominativo n.d.r.) dai motori di ricerca: in altri termini, un “ordine” dato ai motori di ricerca di non “mostrare” più i risultati di cui l’interessato ha chiesto l’oscuramento.
L’emendamento trasfuso nell’articolo 1, comma 25, della legge 134 del 2021 , a sua volta, ha portato al testo dell’articolo 64 ter delle Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale.
Peccato che i Signori Presidenti dei tribunali compreso quello di Catania non dispongano, una volta avvenuta l’archiviazione degli interessati, ad un Ufficio stampa interno agli uffici giudiziari di inviare il decreto di assoluzione alle testate on line che hanno pubblicato gli articoli -comunicati delle forze dell’Ordine. Prima o poi forse ci arriveremo , ringrazio il professionista per l’opportunità che ci dà di averlo segnalato Chissà, un sasso nell’oceano.
Letto il decreto di archiviazione, da parte mia ho trasmesso il messaggio e la sua istanza alla Redazione che procederà oggi stesso all’oscuramento e cancellazione del Suo nominativo… La Saluto”