Questa l”esortazione apostolica post-Sinodo di Papa Francesco sui giovani ‘Christus Vivit’, pubblicata oggi in Vaticano. “In alcuni Paesi di arrivo, i fenomeni migratori suscitano allarme e paure, spesso fomentate e sfruttate a fini politici – afferma il Pontefice – Si diffonde così una mentalità xenofoba, di chiusura e di ripiegamento su sé stessi, contro cui occorre reagire con decisione”. Il Papa definisce “i migranti come paradigma del nostro tempo” e ricorda anche i tanti giovani coinvolti nelle migrazioni. “La preoccupazione della Chiesa riguarda in particolare coloro che fuggono dalla guerra, dalla violenza, dalla persecuzione politica o religiosa, dai disastri naturali dovuti anche ai cambiamenti climatici e dalla povertà estrema. Sono alla ricerca di un’opportunità, sognano un futuro migliore”. Altri migranti, invece, “sono attirati dalla cultura occidentale, nutrendo talvolta aspettative irrealistiche che li espongono a pesanti delusioni” mentre “trafficanti senza scrupolo, spesso legati ai cartelli della droga e delle armi, sfruttano la debolezza dei migranti. I giovani migranti spesso sperimentano anche uno sradicamento culturale e religioso”. Papa Francesco chiede in particolare ai giovani di “non cadere nelle reti di coloro che vogliono metterli contro altri giovani che arrivano nei loro Paesi, descrivendoli come soggetti pericolosi”.
“ – La Chiesa deve cambiare, non può restare immobile, anche se ciò non vuol dire perdere la sua identità e rinunciare a diffondere il suo messaggio. E’ la necessità sottolineata da Papa Francesco nell’esortazione apostolica. Parlando della “giovinezza della Chiesa”, il Pontefice auspica che la Chiesa sia “liberata da coloro che vogliono invecchiarla, fissarla sul passato, frenarla, renderla immobile” ma anche “da un’altra tentazione: credere che è giovane perché cede a tutto ciò che il mondo le offre, credere che si rinnova perché nasconde il suo messaggio e si mimetizza con gli altri. No. È giovane quando è sé stessa”, ribadisce chiedendo che “la Chiesa non sia troppo concentrata su sé stessa: questo comporta che riconosca con umiltà che alcune cose concrete devono cambiare“. “Noi membri della Chiesa non dobbiamo essere tipi strani – ma al contempo dobbiamo avere il coraggio di essere diversi, di mostrare altri sogni che questo mondo non offre, di testimoniare la bellezza della generosità, del servizio, della purezza, della fortezza, del perdono, della fedeltà alla propria vocazione, della preghiera, della lotta per la giustizia e il bene comune, dell’amore per i poveri, dell’amicizia sociale. La Chiesa può essere tentata di perdere l’entusiasmo e cercare false sicurezze mondane: sono proprio i giovani che possono aiutarla a rimanere giovane“.
– Scandali sessuali e finanziari tengono lontani i giovani dalla Chiesa. E’ quanto riconosce Papa Francesco, nell’esortazione apostolica pubblicata oggi in Vaticano. “Ci sono giovani che sentono la presenza della Chiesa come fastidiosa e perfino irritante. Un atteggiamento che affonda le radici anche in ragioni serie e rispettabili”, afferma il Pontefice citando “gli scandali sessuali ed economici; l’impreparazione dei ministri ordinati che non sanno intercettare adeguatamente la sensibilità dei giovani; il ruolo passivo assegnato ai giovani all’interno della comunità cristiana; la fatica della Chiesa di rendere ragione delle proprie posizioni dottrinali ed etiche di fronte alla società”. Quanto, in particolare, agli abusi sui minori da parte del clero, il Papa assicura l’impegno suo e della Chiesa per “l’adozione di rigorose misure di prevenzione” ed esprime “gratitudine verso coloro che hanno il coraggio di denunciare il male subìto”, ricordando al tempo stesso che “i sacerdoti che si sono macchiati di questi orribili crimini non sono la maggioranza” e chiedendo ai giovani “se vedono un sacerdote a rischio perché ha imboccato la strada sbagliata, di avere il coraggio di ricordargli il suo impegno verso Dio e verso il suo popolo“.
“LA SESSUALITA’ E’ UN DONO” – “Dio ci ha creati sessuati, Egli stesso ha creato la sessualità che è un suo dono; dunque: niente tabù”. E’ l’affermazione di Papa Francesco presente nell’esortazione apostolica ‘Christus Vivit’. La sessualità, spiega il Pontefice, “è un dono che il Signore ci dà e ha due scopi: amarsi e generare vita. E’ una passione, il vero amore è appassionato”. Il Papa osserva poi che “l’aumento di separazioni e divorzi può causare nei giovani grandi sofferenze e crisi d’identità. Talora devono farsi carico di responsabilità che non sono proporzionate alla loro età”. Ma, “nonostante tutte le difficoltà”, esorta i giovani assicurando loro che “vale la pena scommettere sulla famiglia: in essa troverete gli stimoli migliori per maturare e le gioie più belle da condividere. Non lasciate che vi rubino la possibilità di amare sul serio – esorta – Credere che nulla può essere definitivo è un inganno e una menzogna: vi chiedo di essere rivoluzionari, vi chiedo di andare controcorrente“.
– “Una Chiesa troppo timorosa può essere costantemente critica nei confronti di tutti i discorsi sulla difesa dei diritti delle donne ed evidenziare costantemente i rischi e i possibili errori di tali rivendicazioni; mentre una Chiesa viva può reagire prestando attenzione alle legittime rivendicazioni delle donne, pur non essendo d’accordo con tutto ciò che propongono alcuni gruppi femministi”. E’ quanto spiega Papa Francesco nell’esortazione apostolica. Proprio i giovani chiedono “una Chiesa che ascolti di più, che non stia continuamente a condannare il mondo. Non vogliono vedere una Chiesa silenziosa e timida, ma nemmeno sempre in guerra per due o tre temi che la ossessionano. Per essere credibile agli occhi dei giovani, a volte ha bisogno di recuperare l’umiltà e semplicemente ascoltare, riconoscere in ciò che altri dicono una luce che la può aiutare a scoprire meglio il Vangelo”.
“DISOCCUPAZIONE GIOVANILE – “Invito i giovani a non aspettarsi di vivere senza lavorare, dipendendo dall’aiuto degli altri: questo non va bene, perché il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale”. E’ il monito di Papa Francesco. “In questo senso – avverte – aiutare i poveri con il denaro dev’essere sempre un rimedio provvisorio per fare fronte a delle emergenze”. Dopo aver notato come nel mondo del lavoro i giovani sperimentino forme di esclusione e di emarginazione, a proposito della disoccupazione giovanile il Pontefice sottolinea che “è una questione che la politica deve considerare come una problematica prioritaria, in particolare oggi che la velocità degli sviluppi tecnologici, insieme all’ossessione per la riduzione del costo del lavoro, può portare rapidamente a sostituire innumerevoli posti di lavoro con macchinari”. Quindi, il Papa esorta i giovani: “E’ vero che non puoi vivere senza lavorare e che a volte dovrai accettare quello che trovi, ma non rinunciare mai ai tuoi sogni, non seppellire mai definitivamente una vocazione, non darti mai per vinto”.
WEB E SOCIAL NETWORK – “Il web e i social network sono ormai un luogo irrinunciabile per raggiungere e coinvolgere i giovani. Ma anche un territorio di solitudine, manipolazione, sfruttamento e violenza, fino al caso estremo del dark web” avverte Papa Francesco. “I media digitali possono esporre al rischio di dipendenza, di isolamento e di progressiva perdita di contatto con la realtà concreta – osserva il Pontefice – Nuove forme di violenza si diffondono attraverso i social media, ad esempio il cyberbullismo; il web è anche un canale di diffusione della pornografia e di sfruttamento delle persone a scopo sessuale o tramite il gioco d’azzardo”. E non si deve neanche dimenticare che “nel mondo digitale operano giganteschi interessi economici, capaci di creare meccanismi di manipolazione delle coscienze e del processo democratico”. Infatti, “ci sono circuiti chiusi che facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odio; la reputazione delle persone è messa a repentaglio tramite processi sommari online. Le relazioni online possono diventare disumane e l’immersione nel mondo virtuale ha favorito una sorta di ‘migrazione digitale’, vale a dire un distanziamento dalla famiglia, dai valori culturali e religiosi, che conduce molte persone verso un mondo di solitudine”.