“Superata la linea rossa” avverte l’Iran , rischio di un intervento generale del mondo arabo

 

Avvertimento dall’Iran: lo Stato ebraico ha “superato la linea rossa” e “potrebbe costringere tutti a intervenire”. Il rischio è proprio questo. di un intervento generale del mondo arabo e del Medioriente          Intanto scontri in Cisgiordania, morti 3 palestinesi. A Gaza tornano linee telefoniche e internet

Le tre lezioni della guerra tra Hamas e Israele - Pierre Haski -  Internazionale
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Nelle prossime ore “verranno rafforzati gli sforzi umanitari per Gaza, guidati da Egitto e Stati Uniti”.
Le Idf “hanno avvertito per più di due settimane gli abitanti di Gaza, con diversi mezzi di comunicazione, affinché stiano lontani dalle postazioni di Hamas. Oggi insistiamo sull’urgenza di questo monito: i civili nel nord di Gaza e a Gaza City devono spostarsi temporaneamente verso sud, verso luoghi più sicuri, dove possono avere acqua, cibo e medicine”.

Aumenta intanto il numero delle truppe israeliane dispiegate nel quadro dell’operazione nella Striscia di Gaza. 

Altre novità. Nel nord della Striscia di Gaza un ufficiale delle forze israeliane è intanto rimasto gravemente ferito dall’impatto di un colpo di mortaio e un altro soldato è rimasto ferito durante uno scontro a fuoco con Hamas. .

Si apprende che sono circa 450 gli obiettivi di Hamas colpiti nelle ultime 24 ore nelle operazioni di caccia israeliani nella Striscia di Gaza,. Nel mirino, centri di comando di Hamas, postazioni di osservazione e per il lancio di missili anticarro.

“I crimini del regime sionista hanno superato le linee rosse, fatto che potrebbe costringere tutti a intervenire –  Washington ci chiede di non fare nulla, ma continua ad assicurare ampio sostegno a Israele. Gli Stati Uniti hanno inviato messaggi all’asse della resistenza (le forze sostenute dall’Iran in Medio Oriente, Hamas e gli Hezbollah libanesi compresi) , ma hanno ricevuto una risposta chiara sul campo di battaglia”.

Tre palestinesi sono rimasti uccisi in scontri con le forze israeliane registrati nelle ultime ore in Cisgiordania.

 

Iran regime di orrore ed esecuzioni brutali. Impiccato ieri Akbari, ex viceministro della Difesa

Iran: "Giustiziato l'ex viceministro Akbari". Era accusato ...

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Ancora orrore in Iran. Alireza Akbari, l’ex viceministro della Difesa (nella foto sopra) condannato come spia britannica, è stato impiccato dal regime iraniano. Lo riportano i media locali. Alla famiglia di Akbari, che aveva anche la cittadinanza britannica, è stato chiesto di andare in prigione mercoledì scorso per “la visita finale” e la moglie ha detto che il marito era stato spostato in isolamento. Arrestato nel 2019, Akbari era stato condannato come spia britannica, accusa che Akbari aveva sempre contestato.

L’esecuzione è avvenuta dopo che il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, ieri aveva ammonito Teheran affinché non procedesse “con la brutale minaccia di esecuzione. Questa è un’azione politicamente motivata di un regime barbarico che non ha completamente rispetto della vita umana”.

Il regime aveva postato un video nei giorni scorsi con la confessione di Akbari, ma mercoledì la Bbc aveva trasmesso un audio in cui il condannato affermava di essere stato torturato e costretto a confessare davanti alle telecamere crimini che non aveva commesso.

Akbari era stato vice ministro della Difesa durante la presidenza di Mohammad Khatami (1997-2005). Era molto vicino all’allora ministro della Difesa Ali Shamkhani, oggi uno dei membri del Supremo consiglio di sicurezza nazionale. Secondo al Jazeera, alcuni osservatori suggeriscono che le accuse contro Akbari siano politicamente motivate e portate avanti da avversari di Shamkhani in seno al regime iraniano.

Iran, il paese che non sa cosa vuol dire libertà

 

La rivoluzione che cambiò l'Iran - Il Post

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PRIMA O POI QUI SCOPPIERA’ LA  VERA RIVOLUZIONE

 

Sono almeno 24 i manifestanti che rischiano la pena di morte in Iran per aver partecipato alle proteste contro il regime che vanno avanti da quasi tre mesi.     E’ già  pubblica la lista compilata dalle autorità giudiziarie con i nomi di 25 manifestanti accusati di “condurre la guerra contro Dio”.

Uno di loro, il rapper Mohsen Shekari, – si apprende -è già stato impiccato due giorni fa. La popolazione fa appello alle autorità,  alla magistratura perché riveda le condanne a morte, evitando ulteriori esecuzioni.    Si susseguono con coraggio le manifestazioni  contro il governo iraniano.

 

Papa Francesco in soccorso del premier Conte: “L’Europa dia prova di solidarietà anche con soluzioni innovative. Non è più il tempo di divisioni e di egoismi..”

Francesco ha un sogno: che indifferenza, egoismo, divisione, dimenticanza siano parole da bandire. «Vogliamo bandirle da ogni tempo!»

Città del Vaticano

L’Unione Europea dia prova di solidarietà, non perda questa occasione, anche ricorrendo a soluzioni innovative, ha di fronte una sfida epocale”«Non è questo il tempo degli egoismi». L’appello in mondovisione di Papa Francesco è per tutti ma, stavolta, in particolare, è diretto al cuore dell’Europa. Le divisioni tra i paesi del Nord e quelli dell’area mediterranea sarebbero, infatti, fatali.  Il problema Italia con il trascorrere dei giorni è diventato il problema dell’Europa, di tutti e del mondo intero

 

Il futuro dell’Europa

Il virus che «stiamo affrontando ci accomuna tutti e non fa differenza di persone» ha detto. Il pensiero di Francesco si è concentrato su una Europa sempre più spaccata e sorda, come non è stata nemmeno dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando – «questo continente è potuto risorgere grazie a un concreto spirito di solidarietà che gli ha consentito di superare le rivalità del passato. È quanto mai urgente, soprattutto nelle circostanze odierne, che tali rivalità non riprendano vigore, ma che tutti si riconoscano parte di un’unica famiglia e si sostengano a vicenda». Praticamente quello di Francesco è un atto d’accusa contro le posizioni granitiche della Germania e dell’Olanda che tengono in scacco un progetto comune. «Oggi l’Unione Europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero. Non si perda l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative. L’alternativa è solo l’egoismo degli interessi particolari e la tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di mettere a dura prova la convivenza pacifica e lo sviluppo delle prossime generazioni». E poi il Papa ha ripetuto che non è questo il tempo delle divisioni, delle separazioni, degli smembramenti.

RICORDO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME MORTE IN ASSOLUTA SOLITUDINE

Papa Francesco ha martellato sul concetto di speranza. Un contagio che stavolta «si trasmette da cuore a cuore (..) Non si tratta di una formula magica, che faccia svanire i problemi. No, la risurrezione di Cristo non è questo. È invece la vittoria dell’amore sulla radice del male, una vittoria che non “scavalca” la sofferenza e la morte». Da qui il ricordo dei malati di coronavirus, dei familiari, delle vittime che spesso sono morte in totale solitudine, dei medici e delle infermiere, degli anziani soli e di tutti coloro che a vari livelli e in diversi settori stanno provvedendo a mandare avanti la macchina della collettività in questo periodo di confinamento coatto. «Per molti è una Pasqua di solitudine, vissuta tra i lutti e i tanti disagi che la pandemia sta provocando, dalle sofferenze fisiche ai problemi economici».

LA PREOCCUPAZIONE PER L’AVVENIRE INCERTO DELLE FAMIGLIE E DEI LAVORATORI 

La fine del lockdown e la ripresa a una vita normale segnerà un periodo difficile per tanti lavoratori e imprenditori. «Per tanti però è anche un tempo di preoccupazione per l’avvenire che si presenta incerto, per il lavoro che si rischia di perdere e per le altre conseguenze che l’attuale crisi porta con sé. Incoraggio quanti hanno responsabilità politiche ad adoperarsi attivamente in favore del bene comune dei cittadini, fornendo i mezzi e gli strumenti necessari per consentire a tutti di condurre una vita dignitosa e favorire, quando le circostanze lo permetteranno, la ripresa delle consuete attività quotidiane».
Sobrietà
Nel corso della celebrazione, sempre per l’emergenza sanitaria in atto, è stato omesso il rito del «Resurrexit», una antica tradizione che si interruppe con la cattività avignonese ma che poi venne ripresa nel 2000 durante il Giubileo.  E’ una sosta di preghiera adorante, e lieto annunzio del Risorto. La messa odierna è stata molto semplificata anche per l’assenza di concelebranti, di dignitari, cardinali, vescovi, canonici, ambasciatori, funzionari.GLI AUGURI DI MATTARELLA
Come consuetudine nel giorno di Pasqua sono arrivati al Papa gli auguri del capo di Stato italiano. «In questo tempo di profonda inquietudine Vostra Santità non ha fatto mancare a un’umanità sofferente la consolazione del Suo paterno accompagnamento, il sollievo della Sua concreta e generosa vicinanza, l’invito a compiere gesti di attenzione e di premura nei confronti di chi è nel bisogno sul piano affettivo, spirituale o materiale». Mattarella coglie l’occasione per fare gli auguri di buon onomastico ormai prossimo, vista la ricorrenza di San Giorgio, il martire guerriero che uccise il drago, celebrato dalla Chiesa il 23 aprile.

Iran nel dramma e la guerra in Siria
Il Papa in un passaggio del testo ha ricordato indirettamente il dramma iraniano, uno dei paesi maggiormente colpiti dal virus e attualmente sotto scacco per le sanzioni americane. Nei giorni scorsi il governo degli Ayatollah aveva inviato un appello al Papa affinché potesse intercedere per allentare un po’ le misure restrittive. «In considerazione delle circostanze, si allentino pure le sanzioni internazionali che inibiscono la possibilità dei Paesi che ne sono destinatari di fornire adeguato sostegno ai propri cittadini e si mettano in condizione tutti gli Stati di fare fronte alle maggiori necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli più poveri».

. «Sia invece il tempo in cui porre finalmente termine alla lunga guerra che ha insanguinato la Siria, al conflitto in Yemen e alle tensioni in Iraq, come pure in Libano. Sia questo il tempo in cui Israeliani e Palestinesi riprendano il dialogo, per trovare una soluzione stabile e duratura che permetta ad entrambi di vivere in pace. Cessino le sofferenze della popolazione che vive nelle regioni orientali dell’Ucraina. Si ponga fine agli attacchi terroristici perpetrati contro tante persone innocenti in diversi Paesi dell’Africa». Ha anche ricordato il dramma dell’isola di Lesbo, dove nel campo di Moria, sono ammassati decine di migliaia di migranti in condizioni disumane.

 

 

IRAN: ALTRA VIOLAZIONE DEL DIRITTO INTERNAZIONALE, ARRESTO DELL’AMBASCIATORE BRITANNICO

 

Ue, preoccupa fermo ambasciatore Gb

 

Non c’è pace in Iran. La tensione sale sempre più a a Teheran.   Adesso assistiamo ad una grave violazione del diritto internazionale dell’Iran . Ieri per qualche ora era stato fermato e poi rilasciato l’ambasciatore del Regno Unito a Teheran, Rob Macaire, a causa della sua presenza alle manifestazioni davanti al Politecnico.   Agenti antisommossa sono infatti nei pressi dell’ambasciata britannica, dove è in corso una dimostrazione contro i britannici.

Una smentita sulle motivazioni dell’inusitato arresto proviene dallo stesso ambasciatore britannico in Iran, Rob Macaire…  Nel momento in cui è stato fermato dalle autorità del Paese con l’accusa di “fomentare una protesta” si stava limitando – afferma il diplomatico – a prendere parte a una veglia per le vittime del disastro aereo di mercoledì vicino Teheran.

. “Posso confermare che non stavo partecipando ad alcuna protesta. Sono stato a un evento descritto come una veglia per le vittime del volo PS752″. Il diplomatico ha spiegato di aver considerato ‘normale’ andare di persona a rendere omaggio alla memoria delle vittime tra le quali figurano tre cittadini britannici, ma ha voluto precisare di aver lasciato il posto dopo cinque minuti, quando alcuni hanno iniziato ad intonare canti. “Dopo aver lasciato la zona sono stato fermato e trattenuto per mezz’ora“…,. Macaire ha quindi rimandato alla nota di protesta del ministro degli Esteri britannico Dominic Raab, che ha denunciato una ‘flagrante violazione del diritto internazionale’.

” Il rispetto della Convenzione di Vienna è un obbligo. L’Unione europea chiede una de-escalation e l’apertura di uno spazio per la diplomazia”.   Sono queste le parole del  capo della diplomazia europea Josep Borrell, (nella foto sopra)dopo la vicenda dell’ambasciatore britannico fermato  a Teheran con l’accusa di ‘istigazione alla rivolta’ e poi rilasciato.

L’arresto temporaneo dell’Ambasciatore britannico a Teheran è inaccettabile” informa  la Farnesina. “Esprimiamo solidarietà al Regno Unito e lanciamo forte richiamo all Iran perché rispetti norme e principi di diritto internazionale”.

A partire dal pomeriggio inoltrato di oggi sono previste, inoltre, altre manifestazioni sia a Teheran sia in altre città.

Tensione nel mondo: l’Iran sfida gli Stati Uniti ma tutte le Nazioni preparano il personale militare

 

“Arriva il missile”, il video della reazione dell’Iran contro la base Usa in Iraq

  Arriva il missile, il video dell'attacco alla base Usa

Sta arrivando, è il terzo”. Un video diffuso dai media iraniani e rimbalzato sui social documenta il lancio di missili contro la base Ain Alssad in Iraq. Nel video si sente la voce di un uomo: “Sta arrivando, sta arrivando… il terzo sta arrivando”, le parole riferite ai missili.
L’Iran ha lanciato più di una dozzina di missili balistici contro le forze militari statunitensi e di coalizione in Iraq” ha comunicato il Pentagono. I missili “hanno preso di mira almeno due basi militari irachene che ospitano il personale militare degli Stati Uniti e della coalizione ad Al-Assad e Irbil”.

– Le basi americane in Iraq,  sarebbero state colpite da una quindicina di missili. In particolare, due o tre sarebbero caduti sulla base di Taji, a nord di Baghdad, 13 sulla base aerea di Al-Assad, a ovest della capitale, mentre uno sarebbe caduto a 30 chilometri a nord di Erbil. Il personale militare resta ancora in allarme nei bunker.  In allarme anche la base americana di Sigonella, pronta in ogni caso all’evenienza di un’azione improvvisa di guerra.

Due missili iraniani sono finiti nel villaggio di Sidan, nella provincia settentrionale di Erbil, e un terzo ha colpito il distretto di Bardah Rashsh nella vicina provincia di Dohuk. Sidan si trova a circa 16 chilometri a nordovest della città di Erbil, mentre Bardah Rashsh è a 47 chilometri a nordovest. L’esercito di Baghdad ha spiegato che sono cinque i missili sparati verso la base militare di Erbil dove si trovano le forze della coalizione militare a guida Usa.

“Nessun militare italiano è rimasto coinvolto e i mezzi e le infrastrutture in uso al contingente militare italiano non hanno subito danni” ha confermato lo Stato Maggiore della Difesa. “Al momento dell’attacco sono state messe in atto tutte le procedure di contingenza tese alla salvaguardia della sicurezza del contingente dislocato nell’area di Erbil”.

Dopo il raid Usa in Iraq che ha provocato la morte del generale iraniano Qassem Soleimani, accertata la tensione che vi era in Iran e nel mondo intero,erano state innalzate le misure di sicurezza per le forze impegnate nella coalizione internazionale.

Secondo i media iraniani sono stati lanciati 15 missili e nessun missile è stato intercettato.  Si afferma di “80 terroristi americani” che sono stati uccisi. Ottanta morti tra i militari americani, il bilancio  secondo  la Rivoluzione islamica ”Sono stati identificati almeno 140 obiettivi statunitensi e dei loro alleati nella regione. E se gli americani commetteranno un altro errore, queste posizioni saranno attaccate”, ha detto un alto responsabile dei Pasdaran citato dalle agenzia di stampa iraniane.

Nel corso dell’attacco missilistico,alcuni caccia americani sarebbero stati colpiti a terra. L’attacco ha mostrato solo ”una minima parte delle capacità delle forze armate” dell’Iran, ha dichiarato all’agenzia di stampa Irna il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane, il generale Mohammad Hossein Baqeri. ”

L’ufficio del primo ministro iracheno ha reso noto che nessun militare iracheno è rimasto colpito, precisando che il lancio di missili è iniziato all’una e 45 di notte ed è durato 30 minuti. Il governo regionale del Kurdistan iracheno in una nota ha confermato che non si sono registrate vittime, né danni materiali nell’attacco contro la base militare di Erbil. Anche canadesi, svedesi, norvegesi, danesi, polacchi e francesi hanno annunciato di non aver registrato vittime negli attacchi.

 

Alta tensione nei cieli: un F16 israeliano abbattuto da missili antisiriani

Risultati immagini per foto di aerei abbattuti

Combattimenti in volo.La notizia è confermata dall’agenzia di stampa , trasmessa alla nostra Redazione di Sud Libertà e dunque un aereo F16 israeliano è stato abbattuto da missili anti-aereo siriani. Il caccia era impegnato in un’azione contro obiettivi iraniani in Siria, scattata dopo che l’esercito israeliano ha intercettato e abbattuto un drone iraniano decollato dal territorio siriano e diretto verso lo Stato ebraico. Si sa che i due piloti dell’F16 abbattuto sono riusciti a paracadutarsi fuori, uno dei due è gravemente ferito. L’aereo è precipitato nel nord di Israele.

Secondo l’agenzia di stampa siriana Sana, il sistema di difesa anti-aerea avrebbe “colpito più di un velivolo“. Il portavoce dell’Esercito israeliano, il generale Ronen Manelis, ha detto: “Abbiamo identificato un drone iraniano decollato dal territorio siriano. Il drone è stato intercettato dai sistemi dell’Esercito e abbattuto da un elicottero. Il drone è caduto nel nostro territorio ed è in nostro possesso“.

Il generale ha quindi spiegato che, nell’ambito del sistema di difesa del Paese, “sono state attivate le sirene, ma non c’è stato nessun pericolo per gli abitanti di Beit She’an”, dove è avvenuto l’incidente. Si è trattato di “un grave attacco iraniano al territorio israeliano, l’Iran sta trascinando la regione in una situazione in cui non si sa come andrà a finire. Siamo preparati a rispondere ad una varietà di incidenti, chiunque sia responsabile per questo incidente ne pagherà il prezzo”.

L’esercito israeliano ha confermato di aver condotto nuovi raid contro obiettivi in Siria.

Nel secondo round di “attacchi su larga scala” condotti da aerei israeliani in Siria sono stati colpiti 12 obiettivi iraniani e siriani, nonchè quattro batterie di difesa anti-aerea siriana.

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Tre combattenti delle forze filoregime sono rimasti uccisi nei blitz condotti contro una base aerea in Siria. Nel bombardamento nella provincia centrale di Homs è stato distrutto inoltre un deposito di munizioni ed è stata colpita un’auto. La base attaccata, nota come aeroporto militare T4, è una struttura utilizzata dalle forze di governo e dalle milizie sue alleate. La tensione è diventata altissima e non si escludono altre reazioni.

L’Iran nel girone dell’Inferno: proteste,uccisioni,arresti, fermo dell’ex presidente…

 

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Clamoroso. Secondo notizie di Agenzia e fonti iraniane l’ex presidente dell’Iran Mahmoud Ahmadinejad è in stato di fermo a Shiraz con l’accusa di sobillazione della popolazione contro gli attuali governanti.   Le autorità iraniane – si apprende – intendono adesso  porre Ahmadinejad agli arresti domiciliari con l’approvazione del leader supremo Ali Kahamenei.

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L’ex presidente arci-conservatore  si era recentemente  scagliato pubblicamente contro la “cattiva gestione” dell’Iran  ritenendo e diffondendo che l’attuale presidente riformista Hassan Rohani e il suo governo “si considerano  proprietari della terra e pensano che il popolo sia ignorante“.

Le proteste contro il regime sono iniziate oltre una settimana fa e si sono svolte in diverse città dell’Iran con scontri con le forze di sicurezza che hanno provocato almeno 22 morti. Secondo diversi osservatori, potrebbero essere state istigate dagli ultraconservatori per mettere in difficoltà i riformatori, ma poi sono andate oltre le intenzioni dei promotori diventando una protesta contro l’intero regime.

Si apprende inoltre che  si è svolta oggi una seduta speciale del Parlamento iraniano dedicata alle proteste, cui hanno partecipato anche il ministro dell’Interno, il capo dei servizi di intelligence, diversi capi della polizia, i vertici delle Guardie della Rivoluzione, il capo della tv di Stato e il segretario del Consiglio di Sicurezza. Nelle prossime ore sapremo il destino dell’ex presidente.