SI VUOL RIDURRE LA “DISCREZIONALITA’ DEI PUBBLICI UFFICIALI SULL’ABUSO D’UFFICIO: UN REGALO ALLA CLASSE DIRIGENZIALE
Seduta fiume del Consiglio dei ministri ma alla fine il decreto Semplificazioni è passato con la clausola “salvo intese”.
La riunione al Mit ha visto ‘partorire’ una lista di 50 opere, che potranno essere affidate a dei commissari nominati con Dpcm ad hoc da qui a fine anno. La lista non compare nel testo del decreto, ma nell’allegato infrastrutture adottato insieme al Programma nazionale di riforma, approvato anch’esso nella riunione di ieri assieme all’assestamento di bilancio e al rendiconto dello Stato.
Anche sulla riforma dell’abuso d’ufficio, altra ‘partita’ difficile del dl semplificazioni, sarà necessaria una riformulazione tecnica del testo, rispetto al quale però, nel corso della riunione, capodelegazione di Iv, ministro Teresa Bellanova, ha “confermato le riserve già espresse”.
L’accordo raggiunto però, riferiscono fonti di governo, ha ristretto i margini di responsabilità per abuso d’ufficio elencando ipotesi e violazioni che fanno scattare il penale, riducendo dunque la rilevanza della ‘discrezionalità’ di pubblici ufficiali e incaricati di un pubblico servizio. Un omaggio in sostanza alla classe dirigenziale e un freno all’azione sindacale .Il danno erariale – altro tassello della riforma – scatterà solo in presenza di dolo.
Nel testo – 48 articoli in 100 pagine – trova spazio poi la digitalizzazione della Pa, con servizi e pagamenti che potranno essere gestiti da un’App e la carta d’identità digitale che assume un ruolo sempre più centrale per accedere ai servizi della Pubblica amministrazione. Procedure speciali, e più veloci, poi, per la valutazione di impatto ambientale e per le autorizzazioni da parte degli enti locali: passa anche da qui la strada per la semplificazione del Paese.