Reti irrigue, in gara interventi per 19 milioni in Sicilia occidentale. «Risolvere criticità»

 

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Interventi sulle reti irrigue nel Palermitano e nel Trapanese per quasi 19 milioni di euro. Questo l’ammontare delle somme che finanziano due bandi di gara pubblicati rispettivamente dal Consorzio di bonifica di Palermo e da quello di Trapani.

«Contro la siccità – spiega il presidente della Regione Renato Schifani – interveniamo per dare risposte concrete al settore agricolo, utilizzando sino in fondo le risorse nazionali a disposizione. Dobbiamo impiegare al meglio l‘acqua disponibile e ridurre perdite e sprechi. Lavoriamo senza sosta al fianco degli imprenditori agricoli per risolvere criticità che esistono da troppo tempo, ammodernare e rendere più efficienti impianti e reti irrigue nelle nostre campagne, servire più porzioni di territorio, ridurre i consumi e garantire anche l’ambiente», La prima delle due gare, per un importo complessivo di 9,99 milioni oltre Iva su finanziamento del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, riguarda l’affidamento dei lavori necessari per utilizzare integralmente le acque del serbatoio di Garcia sul fiume Belice, nel Palermitano. Si tratta del primo lotto funzionale per la manutenzione straordinaria della distribuzione irrigua del comprensorio “Dagale-Renelli”.

Intervento necessario a causa del deterioramento delle infrastrutture esistenti, in esercizio da oltre 30 anni. Sarà ripristinata la funzionalità dell’impianto, grazie al rinnovamento delle apparecchiature elettromeccaniche di sollevamento e di altre parti di condotte e strumentazioni irrigue che servono oltre 100 ettari di terreni. Il secondo bando, per un importo di 8,7 milioni oltre Iva, anche in questo caso su finanziamento del ministero dell’Agricoltura, mira al rifacimento delle rete irrigua della conca del fiume Delia, in territorio di Mazara del Vallo, nel Trapanese. Il progetto prevede di adeguare la rete di distribuzione per ridurre le perdite e renderla più efficiente grazie all’impiego di strumentazioni di telecontrollo gestite da remoto dal Consorzio di bonifica e il rifacimento di tratti di vecchie condotte per circa 140 chilometri.

Nuovo collegamento stradale tra Ragusa e Catania: la Regione Sicilia presenta finalmente i lavori dell’infrastruttura

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Palermo,

 

Un miliardo e mezzo di euro di investimento per collegare in maniera più rapida e moderna Ragusa con Catania. Sono stati presentati questa mattina al Palazzo della Regione del capoluogo etneo i lavori del nuovo itinerario stradale, per i quali Anas ha aggiudicato l’appalto dei quattro lotti in cui è stata suddivisa l’opera. Alla presenza del ministro delle Infrastrutture e del presidente della Regione Siciliana, l’amministratore delegato di Anas ha illustrato il tracciato e le caratteristiche degli interventi.

Presenti anche i sindaci dei Comuni interessati e altre autorità pubbliche e militari. È stato sottolineato che per la realizzazione dell’opera, un’infrastruttura strategica per la Sicilia, sono stati previsti un commissario straordinario di governo e un sub commissario. Altrettanto sarà previsto per la velocizzazione e il completamento dell’autostrada A19 Palermo-Catania, per la quale Regione e ministero hanno concordato la nomina di un commissario straordinario e di due sub commissari. L’itinerario della Ragusa-Catania è stato suddiviso in quattro lotti funzionali, scelta ritenuta migliore in termini di economicità e di sostenibilità ambientale.

Questo ha consentito anche alle imprese locali di partecipare alle procedure di gara, in coerenza con il nuovo codice dei contratti. L’investimento è finanziato dal Piano operativo Fondo sviluppo e coesione infrastrutture 2014-2020, da risorse di Anas e, in parte, anche da fondi della Regione Siciliana a valere sul Poc 2014-2020. La realizzazione dell’arteria stradale a doppia carreggiata in entrambi i sensi di marcia, prevede anche un ampio piano di monitoraggio ambientale per tutte le fasi esecutive precedenti, in corso d’opera e successive, gli oneri relativi alla sicurezza e quelli relativi al protocollo di legalità. Il tracciato avrà uno sviluppo di 68,7 km e sarà realizzato prevalentemente in corrispondenza delle sedi stradali delle attuali Statali 514 (per circa 39 km) e 194 (per circa 29 km). Si è parlato anche del Ponte sullo Stretto come opera che consentirà di accrescere lo sviluppo di tutte le infrastrutture dell’Isola, dove secondo i dati forniti dal ministro, sono in corso investimenti per circa 28 miliardi di euro. Il governo regionale, infine, si è attivato affinché, nell’ambito della nuova infrastrutturazione, che vede operare congiuntamente l’esecutivo siciliano e quello nazionale, si prenda in considerazione la realizzazione dell’alta velocità ferroviaria su tutta la direttrice Palermo-Messina. A questo scopo sono stati già avviati appositi contatti con i vertici di Rfi.

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria

 

 

 

 Palazzo del Quirinale, 27/01/2023 (II mandato)

Rivolgo un saluto molto cordiale, ai Presidenti del Senato, della Camera e del Consiglio dei ministri, alla Vice Presidente della Corte Costituzionale, a tutti i presenti e a quanti stanno seguendo questo momento di memoria.

Un saluto particolare a Edith Bruck e Sami Modiano, ringraziandoli per essere qui.

Ogni anno, il Giorno della Memoria, istituito con legge nel 2000, ci sollecita a ricordare, a testimoniare e a meditare sui tragici avvenimenti che attraversarono e colpirono l’Europa nella prima metà del secolo scorso, il Novecento; definito, da alcuni storici, non senza ragione, come «il secolo degli Stermini.»

Lo facciamo, sempre, con l’animo colmo di angoscia e di riprovazione. Gli anni che sono passati da quegli eventi luttuosi, infatti, non attenuano il senso di sconforto, di vuoto esistenziale, di pena sconfinata per le vittime innocenti che si prova di fronte alla mostruosità del sistema di sterminio di massa – degli ebrei e di altri gruppi considerati indegni di vivere – pianificato e organizzato dal nazismo hitleriano e dai suoi complici in Europa.

Il sistema di Auschwitz e dei campi ad esso collegati fu l’estrema, ma diretta e ineluttabile, conseguenza di pulsioni antistoriche e antiscientifiche, di istinti brutali, di pregiudizi, di dottrine perniciose, di gretti interessi, e persino di conformismi di moda.

Tossine letali – razzismo, nazionalismo aggressivo e guerrafondaio, autoritarismo, culto del capo, divinizzazione dello Stato – che circolarono, fin dai primi anni del secolo scorso, dalle università ai salotti, persino tra artisti e scienziati, avvelenando i popoli, offuscando le menti, rendendo aridi cuori e sentimenti.

Ringrazio i relatori. Il professor Sacerdoti, per la sua puntuale e appassionata relazione. Noemi Di Segni e il Ministro Valditara, per le parole piene di significato. Il professor Foà, che ha condiviso con Chiara e Martina la sua testimonianza dolorosa e preziosa. Il giovane Davide Milano. Rai Cultura per il filmato così efficace.

Grazie ad Andrea Pennacchi, che ci ha condotto e ci ha fatto condividere brani illuminanti. E al Maestro Lotoro con i suoi musicisti.

L’arte è una forma alta di comunicazione, che ci emoziona e ci aiuta a comprendere in profondità fatti complessi e tragici, per i quali le semplici parole non sempre sono sufficienti.

Avvicinarsi alla comprensione dei motivi per cui la storia dell’umanità – e, nello specifico, d’Europa – abbia compiuto, nel secolo scorso, una così grave e spaventosa involuzione è un cammino difficile, ma necessario.

Così come è fondamentale mettere in luce come la persecuzione razziale poggiasse su un complesso sistema di leggi e di provvedimenti, concepiti da giuristi compiacenti, in spregio alla concezione del diritto, che nasce – come ben sappiamo – dalla necessità di proteggere la persona dall’arbitrio del potere e dalla prevaricazione della forza.

La Shoah, infatti, ossia la messa in pratica di una volontà di cancellare dalla faccia della terra persone e gruppi ritenuti inferiori, è stato un lento e inesorabile processo, una lunga catena con molti anelli e altrettante responsabilità.

La scelta nazista, con le famigerate leggi di Norimberga, e quella fascista – che la seguì omologandovisi – di creare una gerarchia umana fondata sul mito della razza e del sangue fornì i presupposti per la persecuzione e per il successivo sterminio.

Il regime fascista, nel 1938, con le leggi razziali agì crudelmente contro una parte del nostro popolo. È di grande significato che la Costituzione repubblicana, dopo la Liberazione, volle sancire solennemente, all’articolo 3, la pari dignità ed eguaglianza di tutti i cittadini, anche con l’espressione “senza distinzione di razza”. Taluno ha opinato che possa apparire una involontaria concessione terminologica a tesi implicitamente razziste. I Costituenti ritennero, al contrario, che manifestasse, in modo inequivocabile, la distanza che separava la nuova Italia da quella razzista. Per ribadire mai più.

Agli italiani di origine ebraica fu sottratta, da un giorno all’altro, la cittadinanza, cioè l’appartenenza allo Stato. Tra tutti questi innocenti vi erano numerosi volontari e decorati della prima guerra mondiale, vi erano protagonisti della vita sociale, culturale, economica dell’Italia.

Vennero espulsi dall’esercito, dalla pubblica amministrazione, dalle scuole e dalle università. Fu loro vietato l’esercizio della libera professione. I loro libri, le loro opere d’arte vennero bandite e bruciate. I beni confiscati.

Il loro censimento in quanto ebrei favorì la successiva concentrazione nei ghetti o nei campi di detenzione e consentì ai carnefici nazisti di portare a termine l’infame opera di deportazione, su vagoni bestiame, verso le fabbriche della morte: i campi di Auschwitz-Birkenau, Chelmno, Belzec, Sobibor, Treblinka e tanti altri.

Nel Nord e nel Centro Italia, dopo i drammatici fatti seguiti all’8 settembre del 1943, le milizie fasciste parteciparono alla caccia degli ebrei. Tanti furono così consegnati alle SS tedesche.

Vi furono tanti italiani, i “giusti”, che rischiando e a volte perdendo la propria vita, decisero di resistere alla barbarie nazista, nascondendo o aiutando gli ebrei a scappare.

Rendendo oggi onore a questi italiani, non possiamo sottacere anche l’esistenza di delatori, informatori, traditori che consegnarono vite umane agli assassini, per fanatismo o in vile cambio di denaro.

I racconti dei pochi sopravvissuti dai campi di sterminio, ma anche la imponente documentazione raccolta negli archivi del Reich, descrivono quei luoghi come l’inferno, il regno della crudeltà, dell’arbitrio, della morte.

Bambini, anziani, uomini e donne inabili al lavoro finivano direttamente dal treno alle camere a gas, sperimentate dai tecnici nazisti, prima per la spietata e criminale campagna di eliminazione dei disabili e poi con i prigionieri di guerra.

Agli altri, agli scampati, gli aguzzini riservavano un’esistenza lugubre, durissima, precaria, fatta di massacranti lavori forzati, di freddo, di fame, di umiliazioni, di punizioni corporali, di terrore. Al minimo segno di cedimento fisico, attraverso la terribile pratica delle selezioni, venivano spediti anch’essi alle camere a gas. I più sfortunati perirono, tra immani sofferenze, come cavie degli esperimenti dei medici nazisti. Altri morirono di freddo o furono uccisi brutalmente durante il trasferimento in altri campi, le cosiddette “marce della morte”. Milioni di donne e di uomini, furono spogliati e depredati di tutto, della dignità e della vita, ridotti e trattati come oggetti senza valore.

Rincuora pensare che adesso, oltre ai tanti in visita, ogni anno, migliaia di ragazzi diano vita a una “marcia dei viventi” da Auschwitz a Birkenau, per vicinanza ai sopravvissuti e per ricordo di quanti vi trovarono la morte.

La Shoah fu un unicum nella storia dell’uomo, pur segnata da sempre da barbarie, guerre, stragi ed eccidi. Nessuno Stato aveva mai, come scrisse lo storico tedesco Eberhard Jäckel, «deciso e annunciato, con l’autorità e sotto la responsabilità del proprio leader, di voler uccidere, il più possibile e senza sosta, un determinato gruppo di esseri umani, inclusi gli anziani, le donne, i bambini e i neonati; e mai aveva messo in atto questa decisione con tutti i mezzi possibili al potere statale.»

Questo gruppo – cui fa riferimento questo storico – era costituito soprattutto dagli ebrei, considerati il livello più basso nella folle gerarchia umana, concepita dai nazifascisti. Nei campi di sterminio perirono anche prigionieri di guerra, oppositori politici, omosessuali, rom e sinti, testimoni di Geova, appartenenti ad altre minoranze etniche o religiose.

Gli ebrei italiani vittime delle persecuzioni razziste – come abbiamo visto nel filmato – sono migliaia di persone, la maggioranza delle quali scomparse nell’oscuro universo di Auschwitz.

Non possiamo dimenticare – ricordando i deportati italiani – le sofferenze patite dai nostri militari, internati nei campi di prigionia tedesca, dopo il rifiuto di passare nelle file della Repubblica di Salò, alleata e complice dell’occupante nazista. Furono 650 mila. Il loro ‘no’ ha rappresentato un atto di estremo coraggio, di riscatto morale, di Resistenza.

Bertold Brecht, a commento dell’immagine di una donna che si aggirava disperata tra le macerie di un palazzo raso al suolo dai bombardamenti, scrisse: «Non incolpare il destino, o donna! Le potenze oscure che ti dilaniano hanno un nome, un indirizzo, un volto.»

Dare un nome e un volto alle potenze oscure, ai criminali che hanno scatenato la guerra e causato la morte di milioni di persone, significa smitizzare la cupa e sanguinosa stagione del nazifascismo e riportare l’accaduto sul terreno concreto delle colpevoli attitudini degli uomini e delle terribili potenzialità insite nel loro animo.

La parte maggiore della responsabilità delle leggi e della politica razzista, in Germania e in Italia va attribuita ai capi dei due regimi, Hitler e Mussolini. Ma il terribile meccanismo di distruzione non si sarebbe messo in moto se non avesse goduto di un consenso, a volte tacito ma comunque diffuso, nella popolazione. Un consenso con gradi e motivazioni diversi: l’adesione incondizionata, la paura, ma anche, e spesso, il conformismo e quell’orribile apatia morale costituita dall’indifferenza. Poche e isolate furono le voci e le figure illuminate che, in Germania e in Italia, parlarono per condannare il razzismo e la sua letale deriva.

Colpiscono particolarmente le testimonianze dei carnefici. Rudolf Höss, il comandante di Auschwitz, che costruì e diresse un sistema che produsse la morte di milioni di innocenti, poco prima di essere giustiziato per crimini di guerra, scrisse un agghiacciante memoriale sulla sua carriera di funzionario statale. Dopo aver espresso un non celato compiacimento burocratico per il grado di efficienza nello sterminio raggiunto nel suo campo, confidò di aver talvolta coltivato dubbi sulla necessità di uccidere tante persone, ma di aver trovato risposta e conforto nel fatto di eseguire, con zelo e sollecitudine, un ordine proveniente direttamente da Hitler.

L’adesione al Führerprinzip, la fiducia e l’obbedienza cieca e incondizionata al capo supremo e alle sue volontà, era arrivata a tal punto da provocare in lui l’indifferenza tra il bene e il male, tra la giustizia e l’iniquità, anche di fronte al quotidiano spettacolo di migliaia di uomini, donne e bambini, avviati per file ordinate verso le camere a gas.

Come ha ricordato, nei giorni scorsi, Ferruccio De Bortoli, “senza memoria non c’è giustizia”.

Il valore della Memoria non si esprime soltanto nel ricordo, doveroso e partecipe, delle vittime e delle disumane sofferenze loro inflitte. Ma è espresso nell’impegno che – alla fine della Seconda Guerra mondiale – gli uomini liberi e gli Stati democratici presero, sulle ceneri di Auschwitz, per dire mai più.

Un impegno che oggi ci unisce e ci interpella. Mai più a un mondo dominato dalla violenza, dalla sopraffazione, dal razzismo, dal culto della personalità, dalle aggressioni, dalla guerra. Mai più a uno Stato che calpesta libertà e diritti. Mai più a una società che discrimina, divide, isola e perseguita. Mai più a una cultura o a una ideologia che inneggia alla superiorità razziale, all’intolleranza, al fanatismo.

I principi che informano la nostra Costituzione repubblicana e la Carta dei Diritti Universali dell’Uomo rappresentano la radicale negazione dell’universo che ha condotto ad Auschwitz. Principi che oggi, purtroppo, vediamo minacciati nel mondo da sanguinose guerre di aggressione, da repressioni ottuse ed esecuzioni sommarie, dal riemergere in modo preoccupante – alimentato dall’uso distorto dei social – dell’antisemitismo, dell’intolleranza, del razzismo e del negazionismo, che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa.

Autorità, gentili ospiti, cari ragazzi,

le origini, lo sviluppo, le cause e le nefande conseguenze dell’avvento delle ideologie e dei regimi nazifascisti nel Vecchio Continente sono stati analizzati, interpretati e discussi sotto la lente di studiosi delle più diverse discipline: storici, filosofi, psicologi, giuristi, sociologi, economisti, politologi, teologi. La ricerca sulla Shoah continua a produrre, incessantemente, contributi nuovi e rilevanti.

Ma osservando, dall’alto e a distanza crescente di anni, il baratro di abominio e perversione culminato nelle camere a gas e nei forni crematori, si viene tuttora colti da un senso di smarrimento, di impotenza, di incredulità. «Eventi incredibili – scrisse Luigi Meneghello – e insieme orribilmente documentabili.»

I cancelli di Auschwitz si spalancano tuttora sopra un abisso oscuro e impenetrabile di cancellazione totale della dignità dell’uomo: il buio della ragione che, come avvertiva Goya, genera mostri. Auschwitz – punta emblematica di un sistema e di un’ideologia perversi – è dunque il simbolo della mancanza di luce e di speranza, della negazione dell’umanità e della vita, l’indicibile, il non-luogo per antonomasia. Un biglietto di una tra le tante vittime sconosciute, seppellito e ritrovato nei pressi dei crematori di Auschwitz, ammonisce e insegna ancora: «Sapete cosa è successo, non lo dimenticate, e tuttavia non saprete mai.»

Il Presidente Sergio Mattarella con Giovanni PaoloneIl Presidente Sergio Mattarella con Ignazio La Russa, Presidente del Senato, Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati e Giorgi Melone, Presidente del Consiglio dei Ministri, in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria

 

Giovanni Pennacchi, conduttore della celebrazione del Giorno della MemoriaIl Presidente Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria

 

Giorgio Sacerdoti, Presidente della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea-CDEC

 

LA CULTURA PER L’EDITORIA INDIPENDENTE, VALORE AGGIUNTO DELLA GUARDIA COSTIERA,CHE PRESENTA LA COLLANA “STORIE DI MARE” CURATA DAL COMANDO

 

 

 

 

La Guardia costiera ha preso parte, per la prima volta, a Più libri più liberi, la fiera Nazionale della piccola e media editoria, in programma dal 7 all’11 dicembre presso il Nuovo Centro Congressi di Roma “La Nuvola”.

Una vetrina d’eccezione per l’editoria indipendente, teatro della presentazione della collana di libri “Storie di Mare”, curata dal Comando Generale della Guardia Costiera in collaborazione con le Edizioni All Around, nata dalla volontà di dare profondità e memoria alla tradizione marittima del nostro Paese, raccontando il mare in maniera completamente trasversale: da un punto di vista narrativo, tecnico, divulgativo, storico.

All’evento, moderato dal Comandante Cosimo Nicastro, Direttore editoriale della collana e Capo Ufficio Comunicazione della Guardia Costiera, ha preso parte l’Ammiraglio Massimo Seno, Capo del Reparto Affari Giuridici e Servizi d’Istituto. L’Ammiraglio Seno, portando il saluto del Comandante Generale, Ammiraglio Nicola Carlone, ha sottolineato il carattere culturale dell’iniziativa, che si rivolge soprattutto ai più giovani: ” “Storie di mare” è un’idea editoriale opportuna e necessaria per parlare di valori e cultura, soprattutto in un Paese a forte vocazione marittima come l’Italia, ma anche per raccontare episodi meno conosciuti, ma altrettanto significativi e meritevoli di essere ricordati e portati all’attenzione di tutti”.

Tematiche, queste, che hanno introdotto l’ultima pubblicazione della collana, dal titolo “Porti“, scritto dalla giornalista Renata Mambelli, presentata negli spazi della fiera, dal Comandante Nicastro, che ne ha curato, tra l’altro, l’introduzione: “C’è una armonia antica nei porti – ha affermato il Comandante Nicastro – una storia che parte da lontano, dagli approdi battuti dagli eroi di Omero, fino ad arrivare al presente e guardare al futuro, all’innovazione tecnologica, alle navi senza equipaggio. Il porto non è una mera stazione mercantile, ma è anzitutto un luogo di conoscenza, di cultura, di incontro. Questo libro, scritto dieci anni fa, ci porta ai quattro angoli del pianeta alla scoperta di dieci porti apparentemente diversi ma, invece, con caratteristiche comuni: una bitta d’ormeggio per unire mare e terra e un’amministrazione pubblica, le Capitanerie di porto nel caso italiano, che sovrintende alla sicurezza di questa macchina complessa. Nei porti e dai porti – ha poi continuato il Comandante – passano le sfide del presente e del futuro. Il mondo cambia velocemente, e con esso anche i porti. Si pensi alle banchine elettrificate stanno diventando una realtà, con le tecnologie che sono destinate ad avere un ruolo fondamentale nel futuro prossimo. Pensiamo alla National Maritime Single Window, che investe in prima linea la Guardia Costiera italiana, e mira a semplificare e armonizzare le procedure amministrative applicate al trasporto marittimo attraverso l’istituzione dell’uso generalizzato della trasmissione elettronica delle informazioni, nonché la razionalizzazione delle formalità di dichiarazione per le navi in arrivo e in partenza dai porti dell’Unione europea. L’interfaccia marittima europea unica, che si perfezionerà nel 2025, sarà costruita proprio a partire dal modello italiano, attraverso un processo – ci tengo a sottolinearlo – che vedrà protagonista proprio il Corpo delle Capitanerie di porto. A quella data avremo, dunque, un linguaggio informatico uguale per tutti, un “esperanto digitale” made in Italy di cui non possiamo che essere fieri e orgogliosi.”

Nel corso dell’evento sono intervenuti Giampiero Cazzato e Marco Di Milla, autori del libro “Navi mute“, che racconta la storia del Comandante della Guardia costiera Natale De Grazia, scomparso in circostanze misteriose mentre indagava su un traffico illecito di rifiuti radioattivi nel Mediterraneo; Marina Viola, autrice di “Incanto nel blu“, che offre una panoramica a 360° sulle Aree Marine Protette del nostro Paese, sulle quali la Guardia Costiera esercita compiti di sorveglianza e controllo, per conto del Ministero dell’Ambiente.

“Ad oggi  – ha dichiarato il Direttore della collana – sono già otto i libri di storie di mare pubblicati. Tra questi anche “Affondate le navi”, della giornalista Donatella Alfonso, dedicato a Enrico Roni, Comandante della Capitaneria di porto di Savona che l’8 settembre del ’43, prese la decisione di far allontanare il naviglio militare, per non consegnarlo ai tedeschi, a rischio della propria vita; “Il giorno del diavolo“, di Maurizio Piccirilli, che racconta il naufragio della nave London Valour conclusosi con l’eroico salvataggio di 38 membri dell’equipaggio della motovedetta della Capitaneria genovese; e ancora “Silurate”, del professor Luciano Zani, che ha fatto luce sulla storia del piroscafo Santa Lucia, affondata il 24 luglio del ’43, mentre navigava verso le isole ponziane; Sotto le stelle del Giglio” di Salvatore De Mola, autore e sceneggiatore, tra gli altri, della serie “Montalbano” che a dieci anni dal naufragio della nave Costa Concordia ripercorre, in chiave romanzata, gli avvenimenti di quella notte, anche attraverso le testimonianze e l’esperienza dei soccorritori; Il navigar dei Santi” del giornalista Giuseppe Mazzarino, che ci porta a conoscere la Puglia, da sempre crocevia, storico e metaforico, fra Oriente e Occidente e approdo di Santi venuti dal mare, attraverso il culto delle processioni a mare, che vede nel ruolo di garante della sicurezza le Capitanerie di porto.”

 

Beni culturali, lunedì ,28 ,la Regione consegna i lavori di restauro del Duomo di Cefalù

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Foto Regione Sicilia -Comunicato Stampa

 

Lunedì, 28 novembre, alle 10,30, saranno consegnati i lavori alla presenza del vescovo di Cefalù, monsignor Giuseppe Marciante, del dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, Franco Fazio, della soprintendente dei Beni culturali di Palermo, Selima Giuliano e del sindaco di Cefalù, Daniele Tumminello.
Ad aggiudicarsi i due appalti da un milione di euro ciascuno, a valere sui fondi Po Fesr 2014/20, sono state le ditte Emmecci srl di Ganci (Pa) per il restauro sull’apparato murario esterno, e Piacenti spa di Prato, per il recupero delle decorazioni interne. I progetti sono curati dalla Soprintendenza per i beni culturali di Palermo. Le imprese, che saranno presenti lunedì assieme ai direttori dei lavori e rup – architetti Silvana Lo Giudice, Filippo Davì e Valentina Sabella – avranno 365 giorni di tempo per ultimare le opere.
«Un intervento molto importante e capillare – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Elvira Amata – grazie al quale potremo restituire al Duomo di Cefalù l’originario splendore. Patrimonio culturale di bellezza e richiamo internazionale, il Duomo, con il riconoscimento Unesco all’interno dell’itinerario arabo-normanno, rappresenta un elemento culturale e architettonico di grande richiamo che il mondo ci invidia. Dobbiamo proteggere, custodire e valorizzare il nostro patrimonio di bellezza e storia che è il vero attrattore e motore dell’economia dei territori. E dobbiamo contestualmente educare i giovani alla conoscenza e al rispetto dei beni culturali, perché l’economia della bellezza è la vera scommessa del futuro».
Nel dettaglio, gli interventi previsti dal primo appalto riguardano il fronte absidale e il prospetto settentrionale, interessati da fenomeni di degrado delle parti lapidee. In particolare, si prevede il restauro dei paramenti murari in pietra da taglio a faccia vista, delle superfici lapidee a intaglio sagomate, modanate e scolpite, con operazioni di preconsolidamento, dismissione di eventuali stuccature o superfetazioni cementizie, pulitura, rifacimento degli elementi mancanti, consolidamento e protezione finale, oltre a trattamento disinfestante e sostituzione di conci cadenti. Previsti il restauro delle colonnine, il rifacimento degli intonaci ammalorati, la revisione delle coperture piane o a falda, del sistema di smaltimento delle acque meteoriche, la realizzazione di una indiana in corrispondenza delle absidi esterne per ridurre i fenomeni di umidità ascendente.
Il secondo appalto, invece, riguarda il portale marmoreo di ingresso del Duomo, l’apparato decorativo di alcune zone interne, ossia il presbiterio e l’abside con l’articolato ciclo decorativo di mosaici, affreschi, stucchi e tempere; la cappella del Sacramento (prothesis) con la decorazione a stucco tardosettecentesca e i monumenti funebri barocchi a marmi policromi; la navata centrale limitatamente alle decorazioni a encausto raffiguranti immagini sacre poste sulle colonne. Verrà restaurata, inoltre, la grande croce lignea quattrocentesca dipinta a tempera su entrambi i lati da Guglielmo da Pesaro, oggi nel presbiterio e che verrà ricollocata nella posizione originaria, sotto l’arco trionfale.

Messina presente a Roma al “Blue Planet Economy Expoforum – 2022”

 

 

Messina,

Si è tenuto negli spazi della Fiera Roma l’edizione 2022 dell’evento “BLUE PLANET ECONOMY EXPOFORUM 2022”, al quale ha preso parte, in rappresentanza del Comune di Messina, l’Assessore al Turismo Enzo Caruso all’interno del Workshop “Turismo sostenibile e patrimonio culturale”, organizzato da Associazione MAR di Roma in collaborazione con Marco Polo Project di Venezia e MedFort di Campo Calabro. Nell’ambito della tre giorni romana, è stata proposta la realizzazione della prima “Blue Route Italiana”, nata con l’obiettivo di valorizzare e mettere in relazione progetti di percorsi turistico-culturali basati sui principi fondanti della connessione tra i sistemi turistici costieri e il territorio dell’entroterra circostante. In tale contesto, l’Assessore Caruso ha presentato, insieme ad altri Comuni presenti, le peculiarità (mare-monte) del territorio messinese, capace di mettere in relazione un’offerta di turismo esperienziale unico e contestualizzato, fortemente legato al mare, alla città di Messina e ai suoi Casali, oggi messo a sistema attraverso il portale e il Brand VisitME.

La “Blue Route Italiana” si prefigge infatti di diventare una piattaforma progettuale e di servizio dove raccogliere le migliori esperienze, già in atto o che si stanno sviluppando, per valorizzare le eccellenze del patrimonio culturale del mare, della costa, della terra e delle aree sommerse, con l’ambizione di creare un sistema nazionale, nel contesto euromediterraneo, che rafforzi una “Blue Economy Territoriale” dove fare interagire Istituzioni, Associazioni, Imprese e Comunità Locali. All’interno di un contenitore più ampio, sono state messe a confronto idee ed esperienze di Istituzioni nazionali e internazionali, Associazioni di categoria, Università e Centri di Ricerca, Investitori e Ventura Capital, Fondazioni, ONG e Terzo Settore e imprese relativamente ai temi dell’Innovazione e Sostenibilità, dei Sistemi turistici costieri, della Transizione ecologica e sociale, della Logistica e i Trasporti.

Al Workshop “Turismo sostenibile e patrimonio culturale”, moderato da Massimo Castellano dell’Associazione MAR di Roma, hanno preso parte: Pietrangelo Pettenò Presidente Centro Studi MEDFORT, Stefano Landi Destination Manager DMO Etrusky, Paola Fratarcangeli Consigliere Delegato Marketing Territoriale Comune di Santa Marinella RM), Federica Battafarano Vice Sindaco di Cerveteri (RM), Pierpaolo Perretta Delegato Demanio Marittimo e Fluviale, Pianificazione territori costieri, Comune di Ladispoli (RM) Sabrina Busato Presidente Federazione Europea Itinerari Storici Culturali e Turistici, Carmine Marinucci, DiCulther e Alberto D’Alessandro del Consiglio Italiano del Movimento Europeo.

 

 

PNRR: risorse in arrivo a Messina destinate alla rivoluzione elettrica del TPL

 

Il Commissario Straordinario Leonardo Santoro ed il Presidente di ATM SpA Giuseppe Campagna, hanno emesso un comunicato informativo riguardo l’istanza di accesso ai fondi del PNRR relativi all’azione “Rinnovo Flotte Bus e Treni Verdi” è stata ammessa a finanziamento.

Adesso  seguirà nei prossimi giorni la notifica del decreto di finanziamento per oltre 55 milioni di euro. L’istanza, inviata lo scorso 15 febbraio e successivamente integrata, a seguito di interlocuzioni con il MIMS, prevede una vera e propria rivoluzione elettrica per il TPL a Messina che vedrà da qui ai prossimi anni l’introduzione di almeno 78 nuovi mezzi a emissioni zero.

I primi interventi riguarderanno il potenziamento della flotta destinata ai villaggi collinari con l’immissione in servizio, entro il nuovo anno, di mezzi aventi una lunghezza inferiore a 7 metri più idonei al transito lungo le strade dei caratteristici borghi che caratterizzano la città da nord a sud. “Un risultato importante – ha evidenziato il Commissario Santoro – che permetterà di innalzare la qualità del servizio di trasporto pubblico per le zone collinari tradizionalmente e strutturalmente svantaggiate e alle quali è indispensabile dare una priorità. Relativamente poi all’acquisto di questa tipologia di bus è prevista la pubblicazione del bando di gara entro il mese di aprile. Infine l’obiettivo, grazie anche all’integrazione con gli interventi in corso lungo la linea tranviaria, è quello di liberare totalmente il centro città dal TPL con i mezzi tradizionali”, ha concluso il Commissario.

Il Presidente Campagna, nel ricordare che l’Azienda Trasporti Messina ha già migliorato le frequenze da e per i villaggi rafforzando i collegamenti a pettine con lo shuttle ha aggiunto “la rilevanza strategica del PNRR consentirà di fornire nelle zone a più alta valenza ambientale e paesaggistica un trasporto totalmente verde e comunque di rafforzare la dorsale shuttle + tram, al fine di creare una vera e propria linea di forza a zero emissioni”.

EDILIZIA, ECOBONUS 110% , SCONTI IN FATTURA, IL RILANCIO PASSA ANCHE DALLA COMPETENZA DEI NOTAI

 

Webinar organizzato dal Consiglio notarile di Catania e Caltagirone sui molteplici strumenti d’incentivazione messi in campo dal Governo

Catania

Bonus edilizi, ecobonus, 110%, agevolazioni fiscali, sconti in fattura e cessioni del credito: le misure messe in campo dal Governo per fronteggiare la crisi post-pandemica sono molteplici e coinvolgono diverse categorie professionali. Sono soprattutto i notai ad avere un ruolo prioritario nei processi di regolamentazione che ruotano intorno alla compravendita o ad altri atti pubblici riguardanti l’immobile per il quale sono state richieste le agevolazioni.

Per chiarire il complesso quadro normativo che vede coinvolti i professionisti, e offrire ai cittadini i giusti strumenti d’informazione per poter effettuare scelte corrette e mettere a punto funzionali interventi di rigenerazione del patrimonio immobiliare, il Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Catania e Caltagirone ha organizzato il webinar “L’incidenza nell’attività notarile delle misure di incentivazione per il rilancio del comparto edilizio”.

Partendo proprio dalla Guida pratica alle agevolazioni fiscali 2021 – realizzata dal Consiglio Nazionale del Notariato in condivisione con le principali Associazioni nazionali dei Consumatori – attraverso gli interventi dei notai Guido Salanitro, Giovanni Saggio e Maurizio Attaguile, è stata messa a confronto la normativa a regime e quella transitoria, le agevolazioni fiscali attualmente in vigore e le diverse modalità per usufruirne – chiarendo le differenze fra bonus a regime, bonus rafforzati e superbonus – e poter effettuare interventi di efficientamento energetico, riduzione del rischio sismico o eliminazione di barriere architettoniche.

Dissertazioni varie sulla contabilità dei lavori

«Un confronto tra professionisti – ha sottolineato il presidente del Consiglio Andrea Grasso – per mettere al servizio dei cittadini la nostra competenza e conoscenza, consentendo loro di cogliere tutte le opportunità presenti, contribuendo in maniera fattiva alla ripresa economia e agli obiettivi di sostenibilità e sicurezza prefissi dalle nuove normative. Il nostro compito è quello di fare da cerniera tra committenti e imprese, affiancando e indirizzando imprenditori e cittadini, che difficilmente riescono a orientarsi in materie così tecniche, soggette a continue modifiche e chiarimenti da parte dello stesso legislatore. I notai, chiamati dallo Stato alla terzietà rispetto alle parti, forniranno al meglio il proprio contributo».

Durante l’incontro anche gli interventi dei notai Maristella Portelli, Diego Barone e Donata Galeardi.

DA ACI SANT’ANTONIO UNA LEZIONE DI CIVILTA’ A TUTTI I COMUNI ETNEI: LA GIUNTA DELIBERA L’ESENZIONE E/O RIDUZIONE TARI

 

 

Caruso: “Un segnale importante nell’ottica della ripresa”

Si tratta di un segnale importante nell’ottica della ripresa”. Queste le parole del Sindaco, Santo Caruso, al termine del voto che ha visto deliberare dalla Giunta l’esenzione della TARI, relativamente all’anno 2021, per un gran numero di utenze non domestiche, e la riduzione del
trenta per cento relativamente alla sola parte variabile della tariffa per quelle non rientranti nell’esonero del pagamento.
La manovra si è resa necessaria alla luce dell’attuale emergenza sanitaria, prorogata dal Governo nazionale fino al 31 dicembre dell’anno in corso, tenendo conto delle restrizioni che hanno comportato la sospensione completa o la riduzione di attività economiche, con esclusione di quelle necessarie a garantire beni e servizi essenziali, e della considerevole riduzione della capacità di spesa delle famiglie.
Facendo leva su un importante intervento economico per tutti i Comuni italiani che ha visto assegnati ad Aci Sant’Antonio 84.486,52 euro, e su uno stanziamento regionale di 230.500,00 euro, è stato possibile individuare le seguenti categorie per l’esenzione totale della tariffa: alberghi senza ristorazione, parrucchieri, ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub, mense, birrerie, hamburgherie, bar, Caffè, pasticcerie, negozi di ortofrutta, pescherie, negozi di fiori e piante,
esercizi con pizza al taglio. Tutte le restanti utenze non domestiche vedranno, per il 2021, la riduzione del trenta per cento della sola porte variabile della tariffa.
Era necessaria un’azione forte per chi ha dovuto fare i conti con le conseguenze più importanti, sotto il profilo economico, del diffondersi del Covid-19 – ha spiegato il primo cittadino – Sappiamo bene che ci sono attività commerciali che hanno sofferto particolarmente l’assenza di utenza sia durante le chiusure che immediatamente dopo, con un evidente rimaneggiamento dell’utenza per via della ridotta capacità di spesa di molte famiglie, e questo è uno degli interventi più importanti
per permettere di avere un po’ di respiro”.

Ddl Zan, il Senato respinge le pregiudiziali di costituzionalità e torna in Aula domattina per la discussione

Ora in diretta dal Senato la... - Camera dei deputati
Foto -Camera dei deputati

 

 

“Con 136 voti contrari, 124 a favore e 4 astenuti l’Aula del Senato ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità, avanzate da Lega e Fratelli d’Italia sul ddl Zan. Comunicato l’esito del voto, la presidente Casellati ha chiuso la seduta, con il ddl Zan che torma in Aula domattina per la discussione.

“Sospendo l’Aula e convoco immediatamente la capigruppo”, ha detto la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, al termine di un primo giro di interventi dei senatori sul ddl Zan. La sospensione potrebbe servire anche a rasserenare gli animi, visto il clima acceso che in Aula ha visto contrapporsi le forze del centrodestra, che chiedono di cercare ancora una ipotesi di accordo per le modifiche al testo e Pd-Leu e M5S che chiedono di procedere con il ddl originario.

“Gli europei di calcio li abbiamo già vinti, non voglio un clima da stadio in quest’aula”, aveva detto Casellati rivolgendosi all’aula del Senato dove l’intervento di Francesca Majorino dei 5 Stelle sul ddl Zan è stato interrotto più volte da schiamazzi e fischi. “C’è già un clima incandescente, decido io poi, ora stabilisco l’elenco degli interventi, avevo fatto bene a convocare la capigruppo.

La decisione ultima la prendo io”, ha sottolineato Casellati provando a tenere la calma in Aula.

Martedì 20 luglio alle 12 scade il termine degli emendamenti sul ddl Zan”, ha annunciato la presidente dei senatori Pd, Simona Malpezzi, al termine della capigruppo. La prossima settimana si dovranno fermare i lavori sul ddl Zan per l’approdo in Senato del dl Sostegni bis. “Ci sarà una capigruppo per stabilire la road map”, si spiega al termine della capigruppo al Senato.

Covid Spagna, contagi