Indagine dei Carabinieri: inquinamento ambientale su terreni agricoli Condotta illecita di diversi soggetti, anche di un dirigente della Regione Calabria

 

View of waste pickers working at Gioto dumping site. The Intergovernmental Negotiating Committee is meeting next week in Nairobi, Kenya, for the...

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 – Vibo Valentia,
Tonnellate di prodotto, qualificato come fertilizzante, ma costituito in realtà da rifiuto smaltito illecitamente sui terreni agricoli delle province di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria. Ruota intorno a questa ipotesi di inquinamento ambientale l’indagine condotta dai Carabinieri dall’Aliquota Operativa del Nor di Serra San Bruno unitamente al Nipaaf dei Carabinieri Forestali di Vibo Valentia coordinati dal Procuratore della Repubblica Camillo Falvo e da un sostituto co-titolare del procedimento. Al centro dell’attività investigativa il ciclo di trasformazione dei rifiuti effettuato all’interno di un impianto di recupero vibonese.
Un’attività investigativa che già tra il marzo e il novembre del 2021, attraverso intercettazioni, campionamenti e controlli, aveva portato al deferimento di undici persone e alla segnalazione di tre società per responsabilità penali ed amministrative.
L’azienda sita nell’entroterra vibonese, operante nel settore del recupero dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata, avrebbe dovuto produrre ammendante compostato misto. La stessa di fatto, non rispettando la procedura prevista all’interno dell’autorizzazione integrata ambientale, generava un prodotto che non aveva perso la qualifica di rifiuto, contenente plastiche, vetri e metalli, anche pesanti come il cromo esavalente ed andando ad inquinare irrimediabilmente i terreni agricoli ove lo stesso veniva spanso.
Il procedimento produttivo, inoltre, veniva effettuato all’interno di capannoni, i cui portelloni sarebbero dovuti restare chiusi; di fatto l’attività veniva svolta mantenendo gli stessi aperti, non consentendo il corretto utilizzo dei filtri e determinando l’inquinamento dell’aria a causa delle polveri e delle emissioni immesse in atmosfera.
L’indagine ha consentito di cristallizzare la presunta condotta illecita di diversi soggetti, attuata attraverso attività decisionali, esecutive e materiali, connesse alle posizioni e alle funzioni, apicali e non, rivestite all’interno della stessa azienda.
Nel mirino degli investigatori sono finiti anche un dirigente della Regione Calabria e alcuni tecnici.

ASL Calabria, truffa Sanità, 19 misure cautelari per medici e farmacisti

 

Carabinieri - Foto e Immagini Stock - iStock
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False ricette mediche con la prescrizione di costosi farmaci dei quali nessun paziente aveva bisogno, prodotte solo per incassare denaro dal Servizio sanitario nazionale. Ipotesi di associazione a delinquere finalizzata a truffa aggravata ai danni del Ssn che i Carabinieri del Nas di Cosenza e del gruppo Tutela salute di Napoli, con l’ausilio dei Carabinieri dei comandi provinciali di Cosenza e Crotone, hanno dato esecuzione questa mattina a 19 misure cautelari nei confronti di medici e farmacisti, emesse dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Castrovillari (Cosenza) su richiesta della Procura locale..
L’indagine  ha scoperto false ricette mediche con la prescrizione di costosi farmaci dei quali nessun paziente aveva bisogno, prodotte solo per incassare denaro dal Servizio sanitario nazionale . Sono inoltre in corso numerose perquisizioni presso abitazioni, ambulatori medici e farmacie nelle province di Cosenza e Crotone, con il sequestro preventivo di beni, informano i Nas cosentini.
Il provvedimento – comunicano gli inquirenti  – prevede l’applicazione di tre misure coercitive di custodia cautelare in carcere disposte nei confronti di due informatori farmaceutici e di un medico di medicina generale, e di una misura di arresti domiciliari nei confronti della moglie di quest’ultimo, mentre per gli altri 15 indagati, tra i quali alcuni farmacisti della fascia ionica cosentina, è stata applicata la misura interdittiva del divieto di esercizio della professione di titolare, gestore, collaboratore di farmacia.

Le indagini, condotte dal Nas di Cosenza attraverso intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, nonché servizi di controllo e pedinamento, ipotizzano l’esistenza di “un’associazione per delinquere finalizzata a truffa aggravata ai danni del Ssn, compiuta mediante la redazione di false ricette mediche relative a costose specialità medicinali, non collegate ad alcuna necessità terapeutica di ignari pazienti –  a cui sarebbero state prescritte al solo scopo di percepire il relativo profitto grazie al totale rimborso delle spese da parte del servizio sanitario”.