L’appello agli imprenditori: “Denunciate, nonostante tutto denunciate. Io credo sempre in quello che ho fatto, lo rifarei di nuovo. Anche se questa terra continuando così non ha nessun futuro”
Ignazio Cutrò- ricorderemo- è entrato nel “vortice” della Giustizia quando gli inquirenti, intercettando alcune telefonate, scoprono che è costretto a sottostare allo scacco mafioso. Da lì la proposta di collaborare alle indagini, ma in assoluto segreto: nessuno saprà che lui sta parlando con gli inquirenti. Poco dopo c’è una fuga di notizie e la sua collaborazione diventa di pubblico dominio. Anche durante il successivo dibattimento, per paura delle ritorsioni, Ignazio nega alcuni aspetti che riguardano la sua collaborazione, e per questa sua prudenza viene perfino indagato ed accusato di falsa testimonianza. E’ lì che decide di abbandonare ogni cautela e di raccontare tutto, sia delle vessazioni mafiose, sia della vicenda giudiziaria che lo vede protagonista. In pochi giorni diventa l’imprenditore “coraggio”.
Adesso il paradosso. Lo Stato si è dimenticato di lui.“Stanno tornando indietro le cartelle esattoriali che ben sei Governi avevano promesso di annullare ma da come ho capito, mi hanno solo preso in giro. Mi hanno dato cinque giorni di tempo per saldare il debito pena l’arrivo dell’ufficiale giudiziario, il lo aspetterò con sei bombole di gas, ciascuna per ogni governo, e salderò così i miei conti. Io non mi sono pentito di aver denunciato e lo rifarei altre mille volte e a tutti gli imprenditori dico di denunciare, fatelo per i vostri figli”. Queste sono le parole che il testimone di giustizia Ignazio Cutrò pronuncia in un video messaggio dopo che si è visto recapitare, per l’ennesima volta, una delle cartelle esattoriali per debiti contrattidalla ditta edile che lo stesso ha dovuto chiudere per l’inattività scaturita dopo le denunce che portarono all’operazione antimafia “Face Off”.
Il Ministro dell’Interno aveva promesso a Cutrò di annullare l’intero debito ma ad oggi nulla di nulla
L’imprenditore bivonese , abbandonato dallo Stato, afferma che sarà costretto a chiudere se lo Stato non gli tende una mano.
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