PERCHE’ IL MINISTRO-MAGISTRATO NORDIO DEFINISCE “PORCHERIE” LE INTERCETTAZIONI -E VUOLE ELIMINARLE – QUANDO IL LORO CONTENUTO E’ SPESSO DI NATURA MAFIOSA?

Archivi -Sud Libertà

 

di  RAFFAELE LANZA

 

E venne l’ora di Nordio. Il magistrato Ministro fa sentire la sua voce Ed è una voce imponente ,d un uomo fiero delle sue idee, e di quello che intende smontare nella Magistratura.  Nordio si è voluto mettere in vetrina perchè vuol limitare soprattutto le intercettazioni giudiziarie, catapultando il Paese indietro almeno di  quarant’anni e garantendo l’impunità delle persone “importanti” a capo delle istituzioni.  Vuol tenere cioè tutto sotto controllo di una parte politica che non vuole ostacoli di sorta dall’Autorità giudiziaria e controlli di ruberie o “porcherie” varie dei politici nazionali e regionali.

Ha una bella faccia tosta il ministro quando definisce “porcheria” solo una sfumatura del problema intercettazioni  eludendo il contenuto spesso illecito -corruttivo delle medesime.  Perchè vietarle pubblicamente signor Ministro?      I politici corrotti ed incapaci debbono provare pubblicamente la vergogna delle azioni illecite e criminali quando le commettono. Perchè la stampa deve mettere un velo sulle intercettazioni del malaffare e corruzione anche di tipo mafiosa?    Non siamo per niente d’accordo!   

 

Carlo Nordio, chi è il ministro della Giustizia nel governo ...

Archivi -Sud Libertà  –

Nato a Treviso nel 1947, Carlo Nordio si è laureato in giurisprudenza a Padova nel 1970. Dal 1977 ha ricoperto il ruolo di Procuratore a Venezia e durante gli anni ’80 poi ha guidato le indagini sulla presenza delle Brigate Rosse in Veneto. Nel 1993 si è occupato delle cosiddette “coop rosse”, l’indagine per finanziamento illecito nata a carico dei vertici veneti del Psi e della Democrazia cristiana. Partendo dai fallimenti di alcune cooperative agricole venete, Nordio infatti aveva ipotizzato che il meccanismo fosse di creare coop agricole per ottenere finanziamenti pubblici, spostare il denaro al partito per poi farle fallire. Alla fine, una strana contraddizione, ,è stato Nordio stesso a chiedere l’archiviazione per i vertici del Pds.

 

Afferma il governante Nordio:“Ho parlato di infinite criticità della nostra giustizia, ho visto l’enfatizzazione sull’aspetto penale ma voglio dire che in questo momento la prima, la seconda e terza emergenza sono di carattere economico. Le priorità che questo Ministero intende dare alle riforme della giustizia riguardano questioni che possono avere un impatto diretto sull’economia, sia sulla semplificazione normativa che sulla rimodulazione delle responsabilità penali”.

Queste le parole del  ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in audizione presso la Commissione Giustizia sulle linee programmatiche del suo dicastero..,  in un momento di crisi economica “la priorità assoluta è avere una giustizia più efficiente. Le altre riforme seguiranno o inizieranno in parallelo, in quanto l’omogeneità del governo consente di programmare una serie di riforme a lunga scadenza – spiega – e, con l’indispensabile contributo di avvocati, magistrati e delle altre istituzioni, vogliamo modernizzare il nostro Paese”.
“Vi sono delle riforme sulla quali spero troveremo una convergenza, perchè non sono legate a schemi ideologici ma coniugate con le esigenze materiali del Paese, ad esempio, il rilascio di un certificato non può avvenire in mesi, oggi deve avvenire nello spazio di minuti e questo potrà comportare una riduzione di tempi e un forte guadagno economico e un forte impulso alla ripresa”…..
Ma la spina cruciale e il fuoco bollente, dove probabilmente Nordio si scontrerà con quella parte della Magistratura d’opinione del tutto contraria, sono le intercettazioni, uno strumento agevole ed importante per tanti che combattono la corruzione ma non per il ministro che considera le  intercettazioni  uno “strumento delicatissimo”da limitare al massimo e bisogna vigilare “abbastanza per evitare che persone che non c’entrano nulla con le indagini vengano delegittimate da parte della stampa. Questo vulnus non ha colpito solo politici, amministratori e ministri ma anche magistrati”.

Nordio ha parlato di una “porcheria” quella della “diffusione pilotata e arbitraria di intercettazioni, questa non è civiltà e libertà ma una deviazione dei principi minimi di civiltà giuridica sulla quale questo ministro è disposto a battersi fino alle dimissioni”  Peccato solo che Nordio abbia dimenticato che in virtù delle intercettazioni  l’Italia- Carabinieri e Finanza in testa- è un Paese all’avanguardia nella lotta alla corruzione e al malaffare

L’ombra dell’astensionismo-oggi nella votazione- dietro i Referendum formulati per “una giustizia migliore” in Italia

 

Elezioni 2022 -SUD LIBERTA’

 

 

Cosa si vota OGGI   12 giungo?

“Si è chiamati a rispondere ad alcune domande, ad alcuni quesiti referendari formulati ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione, con i quali si chiede al cittadino se vuole abrogare alcune previsioni normative attualmente in vigore che riguardano l’amministrazione della giustizia. Sono cinque i quesiti referendari   e ognuno di essi sarà riprodotto sotto forma di apposita domanda – “Volete voi che sia abrogato …? – e contenuto in schede dai colori differenti”.

Perché siamo arrivati ai referendum sulla giustizia?
“In primo luogo va detto che le iniziative non sono di origine popolare, non sono cioè il frutto di richieste sostenute dalle firme di almeno 500.000 cittadini elettori. In questo caso, le iniziative sono state assunte da 9 Consigli regionali (aventi peraltro analogo orientamento politico, di centrodestra), ossia Lombardia, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto. Poi si deve precisare che a fronte delle otto richieste referendarie avanzate, solo cinque sono state ritenute ammissibili dalla Corte costituzionale.

Quali sono i quesiti bocciati?
“I tre quesiti scartati dalla Consulta vertevano sull’omicidio del consenziente, sulla responsabilità diretta dei magistrati e sulle droghe, perché le rispettive istanze rientravano in alcune delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude la possibilità di ricorrere al referendum”.

 Il quesito numero 1, proposto su una scheda di colore rosso, punta a cancellare il decreto Severino, numero 235 del 2012. Che cosa comporta votare Sì?
“Chi vota Sì vuole rimuovere dall’ordinamento l’intero testo normativo del decreto Severino, che disciplina le cause di incandidabilità, vale a dire le cause che impediscano l’assunzione o il mantenimento di cariche politiche, elettive e di governo, a livello europeo (Parlamento), nazionale o locale. L’incandidabilità, attualmente, scatta automaticamente a fronte di una condanna penale per reati non colposi. Se vincono i Sì, verrebbe comunque lasciato al giudice il compito di valutare caso per caso se e per quanto tempo comminare, oltre alla sanzione penale, anche la sanzione accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici: che in certe evenienze – previste dal codice penale – può addirittura essere perpetua. Chi vota No, vuole mantenere la normativa oggi in vigore sul tema”.

La scheda di colore arancione riporta il secondo quesito: “Volete cancellare il pericolo di «reiterazione del reato» dal novero delle condizioni che consentono al giudice di disporre misure cautelari personali?”. Che cosa comporta votare Sì?
Chi vota Sì vuole che venga eliminata la generalizzata possibilità, oggi riconosciuta ai giudici, di adottare misure cautelari personali detentive (come la custodia in carcere o gli arresti domiciliari) o non detentive (come l’allontanamento dalla casa familiare del coniuge violento, o il divieto di avvicinarsi a certi luoghi per lo stalker) qualora ritengano sussistere il concreto pericolo che l’imputato o l’indagato possa commettere nuovamente un delitto della stessa specie di quello per cui si sta già procedendo. In alte parole, l’intento dei promotori é quello di limitare le condizioni in presenza delle quali i provvedimenti cautelari possono essere disposti, consentendo in particolare che il giudice possa invocare il pericolo della reiterazione del reato solo per alcuni gravi reati (come quelli connessi ad esempio alla criminalità organizzata). Chi vota No, vuole mantenere la normativa oggi in vigore sul tema”.

Sulla scheda gialla è scritto il quesito numero 3: “Volete cancellare le norme che attualmente consentono al magistrato ordinario di passare, nel corso della propria carriera, dal ruolo di giudice a quello di pubblico ministero e viceversa?”. Che cosa può cambiare se passa il Sì?
Chi vota Sì vuole che ai magistrati ordinari – vale a dire a coloro che amministrano la giustizia in materia civile e penale – non sia più riconosciuta la possibilità, nel corso della loro carriera professionale, di cambiare le funzioni che esercitano, passando da quelle di giudice (che pronuncia sentenze o ordinanze) a quelle di pubblico ministero (che svolge le indagini e sostiene “l’accusa”), e viceversa. Oggi il numero massimo di passaggi consentiti é pari a quattro. Chi vota Sì vuole che un magistrato, all’inizio della sua carriera, scelga una volta per sempre se intende esercitare il ruolo di giudice o quello di pubblico ministero. Chi vota No vuole che un magistrato continui ad avere la possibilità di cambiare funzioni nel corso della propria carriera, ritenendo che ciò rappresenti un beneficio per l’amministrazione della giustizia”.

Il quesito numero 4, su scheda grigia, chiede: “Volete cancellare le norme che attualmente non consentono la partecipazioni degli avvocati e dei professori universitari ai consigli giudiziari, quando tali organi sono chiamati ad esprimere pareri sulla professionalità dei magistrati del distretto? Che cosa comporta votare sì?
Chi vota Sì vuole che i magistrati ordinari che lavorano in un distretto, possano essere valutati oltre che da colleghi anche da avvocati e professori universitari che fanno parte del rispettivo Consiglio giudiziario: quest’ultimo è un organo ausiliario del Consiglio superiore della magistratura, che tra i vari compiti ha pure quello di esprimere pareri sulla professionalità dei magistrati. Chi vota No vuole che i pareri sui magistrati continuino ad essere discussi e votati solo dai colleghi del magistrato da valutare”.

Infine, il quesito numero 5, su scheda di colore verde riporta: “Volete cancellare talune norme concernenti le candidature per partecipare alla elezione dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura?”. Che cosa può cambiare se passa il Sì?
Se passa il Sì, viene eliminato il vigente obbligo, per un magistrato ordinario che voglia candidarsi ad essere eletto componente del Consiglio superiore della magistratura, di raccogliere almeno 25 firme di colleghi disposti a sostenerne la candidatura. Così facendo chiunque potrebbe candidarsi senza bisogno di dover raccogliere firme che, secondo i promotori, favorirebbero il ruolo delle correnti in cui si articola l’associazionismo giudiziario. Con la vittoria del No, invece, viene mantenuto l’obbligo di raccogliere un numero minimo di firme e si garantisce che il ruolo rivestito dalle correnti non dipenda dalla previsione che si vorrebbe cancellare con il referendum”.

“Perchè la consultazione sia valida occorre anzitutto che si rechi ai seggi il cinquanta per cento più uno degli aventi diritto di voto: questo é il cosiddetto quorum partecipativo, al cui raggiungimento concorrono pure le schede bianche e quelle nulle. Non sono invece considerati «partecipanti alla votazione», e non concorrono dunque al raggiungimento del quorum partecipativo per un determinato quesito, coloro che, a fronte di pluralità di quesiti referendari, chiedano al Presidente del seggio di non ritirare la relativa scheda. Detto altrimenti, chi si reca alle urne può decidere di ricevere solamente alcune delle cinque schede proposte, e di rifiutare le altre: può cioè astenersi dal voto per una o più domande”.

Quale iter seguirà se, una volta raggiunto il quorum partecipativo, vince il Sì?
“In tal caso le previsioni normative oggetto di referendum sono abrogate con effetto dal giorno successivo a quello della pubblicazione del decreto presidenziale nella Gazzetta ufficiale. Tuttavia, il Presidente della Repubblica può, su proposta del Ministro interessato, e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, differire l’effetto abrogativo per un termine non superiore ai sessanta giorni”.

Se prevale il No?
Qualora l’esito sia contrario all’abrogazione, nei successivi cinque anni non potrà essere presentata una richiesta di referendum che verta sul medesimo oggetto. Occorre considerare che questa preclusione non opera però se il referendum é risultato invalido, per mancato raggiungimento del quorum partecipativo”.

Quali sono gli orientamenti dei principali partiti?
“Si sono detti a favore del Sì i promotori dei cinque quesiti, ovvero Lega e Radicali, a cui si sono aggiunti Italia viva e Azione. FdI sostiene solo 3 quesiti. Il M5S è contrario, mentre il Pd ha scelto la linea della neutralità ….

 

Conte la spunta con 156 voti favorevoli tra i veleni che serpeggiano tra i corridoi del Senato

VIDEO – CONTE AL SENATO REPLICA ALLE CRITICHE

 

di    R.Lanza

Brividi sulla conta al Senato. La fibrillazione nasce dal ritardo dei voti di Italia viva- Renzi leader e Teresa Bellanova- La conclusione della votazione è questa: 156 senatori favorevoli, 16 astenuti,  come proclamato con ritardo dalla Presidente Casellati del Senato: l’Italia apre una nuova pagina di storia. Vedremo le conseguenze, soprattutto il lavoro al SUD dove i giovani sono mortificati a stare in casa con i genitori.   Conte dovrà costruire una maggioranza più ampia e qualificata nel corso della sua navigazione se non vorrà incontrare facili intoppi ed inghippi.

Vedremo se la Sicilia, la Campania, diventeranno nel prossimo futuro terre ideali per le imprese piccole e grandi che danno occupazione. Vedremo gli incentivi, i contributi nel Meridione per risollevare le sorti di una terra abbandonata e depredata da mezzo secolo da politici mafiosi e senza dignità, maestri nel rubare i soldi pubblici dei finanziamenti ai partiti ed altro.

Ricordiamo alcuni tratti della giornata al Senato:

Conte rivolgendosi a Renzi e Bellanova:  Italia Viva ha scelto “la strada, non leale” dello scontro e degli “attacchi mediatici”.

Ma “sui temi concreti si sono trovate soluzioni”,  la prima bozza del Recovery plan non sia stata”elaborata in un’oscura cantina di Palazzo Chigi, ma è stata elaborata anche con le ministre di Iv. La bozza che avete voluto distruggere, anche mediaticamente, è frutto di un confronto anche con i ministri”.

Confrontiamoci, vi era stato detto –  – dovevamo operare e occorreva un momento collegiale, i bilaterali non avevano risolto i problemi. L’effetto finale” delle rimostranze di Iv “è stato di bloccarlo per 40 giorni”, mentre “avremmo potuto trovarci attorno a un tavolo e in una ventina giorni risolvere, dare molto prima la versione aggiornata”. La bozza è stata “migliorata grazie a voi ma anche grazie alle altre forze di maggioranze, si discute tutti insieme e nessuno può avere pretese di verità o pretese di offrire le soluzioni migliori”.

“Il Mes può essere approvato in Parlamento, e le forze di maggioranza non sono d’accordo. Ma per stanziare risorse aggiuntive, e ne abbiamo stanziante tantissime, dovremmo aumentare il deficit e il debito pubblico. Questo prescinde dalla possibilità di usare il Mes o no. E, se mi permettete, è contraddittorio contribuire a migliorare il recovery e poi decidere di non accettare il Recovery plan perché non c’è il Mes“, …

Anche sulla cabina di regia –  -, avete detto che ‘non era accettabile’, che era ‘indecente’, ma quando mai si è detto che non si poteva discutere? Ma quando mai si è imposto qualcosa a voi?”.

“Quando si sceglie la via del dialogo e del confronto voi avete trovato sempre il sottoscritto a difendervi”, quando d’accordo sulle istanze mosse “le ho spesso difese, non avete mai trovato porte chiuse. A un certo punto, diciamolo, avete preso una strada diversa, non leale, di non collaborazione”, costruita su “attacchi mediatici, sul parlare fuori e non dentro. La rispettiamo, ma permetteteci di dire che non è la scelta migliore per il paese” e che non consente “di investire in futuro come sostenete di voler fare”.

Non mi vergogno di dire che siamo seduti su queste poltrone, non è importante dire non sono interessato a sedere su questa poltrona ma che lo faccio con disciplina e onore”, ha aggiunto il premier, che ha continuato: “Mi è stata rimproverata l’espressione ho i ministri migliori del mondo. Ma io sono il capitano, ho il dovere di difendere i ministri dagli attacchi strumentali”. “Consideriamo che non ci sono termini di paragone, nessun altro ministro ha attraversato una fase così grave e recessiva nella storia Repubblicana. Poi le opinioni sono aperte, ma tenete conto che l’impegno è stato notevole, non c’è stato risparmio di un briciolo di energie fisiche e intellettive“….

“Certo c’è un problema di numeri della maggioranza e se questi numeri non ci sono questo governo va a casa, non va avanti”,

Ho sentito qualche diffidenza sul progetto politico che ho presentato insieme alla forze di maggioranza rimaste a collaborare in modo leale”, ha poi replicato al senatore Quagliariello che ha parlato di ‘annessione’. “Il mio invito ai volonterosi, a singoli parlamentari ma anche rappresentanti di nobili tradizioni che si collocano in un perimetro progettuale ben chiaro” non avviene con “nessuna logica di annessione” ma è “un invito franco, fatto in modo trasparente e aperto, davanti al Paese”, la “gravità della situazione è tale che non possiamo permetterci di condurre partite in modo opaco”.

COVID-19, MISURE URGENTI SU GIUSTIZIA E TUTELA DEI DATI PERSONALI- IMPUGNATA UNA LEGGE DELLA REGIONE SICILIA

Misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile, e disposizioni urgenti in materia di tutela dei dati personali nel tracciamento dei contatti con soggetti affetti da COVID-19 (decreto-legge)

 

Coronavirus, messaggio di Conte agli italiani: "Gli inni dalle ...

Questo l’intervento di legge su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della giustizia Alfonso Bonafede..    I  tempi forse erano troppo stretti -vista la velocità del coronavirus- per poter riferire in Parlamento la cui Aula è da poche ore occupata dalla Lega con Salvini e suoi compagni.

Approvato un decreto legge che introduce misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile, e disposizioni urgenti in materia di tutela dei dati personali nel tracciamento dei contatti e dei contagi da COVID-19.

Il decreto interviene in materia di intercettazioni, stabilendo che la nuova normativa in materia si applichi ai procedimenti penali iscritti successivamente al 31 agosto 2020, anziché, come attualmente previsto, a quelli iscritti dopo il 30 aprile 2020.

Inoltre, il testo integra la disciplina penale relativa alla detenzione domiciliare e alla concessione dei permessi, stabilendo che, nel caso in cui le istanze siano presentate per detenuti per i reati di mafia o terrorismo, l’autorità competente, prima di pronunciarsi, chieda, tra gli altri, il parere del procuratore della Repubblica presso il tribunale che ha emesso la sentenza e, nel caso di detenuti sottoposti al regime previsto dall’articolo 41-bis, anche quello del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo in ordine all’attualità dei collegamenti con la criminalità organizzata ed alla pericolosità del soggetto. Salvo che ricorrano esigenze di motivata eccezionale urgenza, il permesso non potrà essere concesso prima di ventiquattro ore dalla richiesta degli stessi pareri, mentre per l’applicazione della detenzione domiciliare, il magistrato di sorveglianza ed il tribunale di sorveglianza decidono non prima, rispettivamente, di due giorni e di quindici giorni dalla richiesta dei suddetti pareri, anche in assenza di essi.

Infine, il decreto interviene in materia di prevenzione dei contagi da Covid-19. Al solo fine di allertare le persone che siano entrate in contatto con soggetti risultati positivi al nuovo coronavirus e tutelarne la salute attraverso le previste misure di profilassi legate all’emergenza sanitaria, il testo prevede che, presso il Ministero della salute, sia istituita una piattaforma per il tracciamento dei contatti stretti tra i soggetti che installino, su base volontaria, un’apposita applicazione per dispositivi di telefonia mobile.

L’applicazione sarà complementare rispetto alle ordinarie modalità già in uso da parte del Servizio sanitario nazionale.

Il Ministero adotterà misure tecniche e organizzative idonee a garantire un livello di sicurezza adeguato ai rischi elevati per i diritti e le libertà degli interessati, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, assicurando, in particolare, che:

  • gli utenti ricevano, prima dell’attivazione dell’applicazione, informazioni chiare e trasparenti al fine di raggiungere una piena consapevolezza, in particolare, sulle finalità e sulle operazioni di trattamento, sulle tecniche di pseudonimizzazione utilizzate e sui tempi di conservazione dei dati;
  • per impostazione predefinita, i dati personali raccolti dall’applicazione siano esclusivamente quelli necessari ad avvisare gli utenti dell’applicazione di rientrare tra i contatti stretti di altri utenti accertati positivi al COVID- 19, nonché ad agevolare l’eventuale adozione di misure di assistenza sanitaria in favore degli stessi soggetti;
  • il trattamento effettuato sia basato sui dati di prossimità dei dispositivi, resi anonimi, oppure, ove ciò non sia possibile, pseudonimizzati. È esclusa in ogni caso la geo-localizzazione dei singoli utenti;
  • siano garantite su base permanente la riservatezza, l’integrità, la disponibilità e la resilienza dei sistemi e dei servizi di trattamento nonché misure adeguate ad evitare il rischio di reidentificazione degli interessati cui si riferiscono i dati pseudonimizzati oggetto di trattamento;
  • i dati relativi ai contatti stretti siano conservati, anche nei dispositivi mobili degli utenti, per il periodo strettamente necessario al trattamento, la cui durata è stabilita dal Ministero della salute. I dati sono cancellati in modo automatico alla scadenza del termine;

Si prevede, infine, che:

  • i dati raccolti non possano essere trattati per finalità diverse da quella specificate, salva la possibilità di utilizzo in forma aggregata o comunque anonima, per soli fini di sanità pubblica, profilassi, finalità statistiche o di ricerca scientifica;
  • il mancato utilizzo dell’applicazione non comporti alcuna limitazione o conseguenza in ordine all’esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati;
  • la piattaforma sia realizzata esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni o enti pubblici o società a totale partecipazione pubblica e i programmi informatici sviluppati per la realizzazione della piattaforma siano di titolarità pubblica;
  • l’utilizzo dell’applicazione e della piattaforma, nonché ogni trattamento di dati personali siano interrotti alla data di cessazione dello stato di emergenza disposto con delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, e comunque non oltre il 31 dicembre 2020, ed entro la medesima data tutti i dati personali trattati siano cancellati o resi definitivamente anonimi.

 

USO DI SOSTANZE PERICOLOSE NELLE APPARECCHIATURE ELETTRICHE

Attuazione della direttiva (UE) 2017/2102 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 novembre 2017, recante modifica della direttiva 2011/65/UE sulla restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (decreto legislativo – esame definitivo)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2017/2102 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 novembre 2017, recante modifica della direttiva 2011/65/UE sulla restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

La direttiva uniforma le norme in materia, in modo da evitare ostacoli agli scambi e distorsioni della concorrenza dovuti alle diversità delle legislazioni degli Stati membri dell’Unione e introduce modifiche alla normativa precedente, in modo da garantire una maggiore e più efficace tutela della salute umana attraverso la riduzione della quantità di sostanze pericolose utilizzate nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche e, comunque, un loro migliore recupero e uno smaltimento ecologicamente corretto.

 

SICUREZZA DELLE NAVI PASSEGGERI E REGISTRAZIONE DELLE PERSONE A BORDO

1. Attuazione della direttiva (UE) 2017/2108 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 novembre 2017 che modifica la direttiva 2009/45/CE, relativa alle disposizioni e norme di sicurezza per le navi da passeggeri (decreto legislativo – esame definitivo)

2. Attuazione della direttiva (UE) 2017/2109 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 novembre 2017, che modifica la direttiva 98/41/CE del Consiglio, relativa alla registrazione delle persone a bordo delle navi da passeggeri che effettuano viaggi da e verso i porti degli Stati membri della Comunità, e la direttiva 2010/65/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alle formalità di dichiarazione delle navi in arrivo e/o in partenza da porti degli Stati membri (decreto legislativo – esame definitivo)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli, ha approvato, in esame definitivo, due decreti legislativi di attuazione di altrettante direttive europee che introducono norme in materia di sicurezza per le navi da passeggeri, di registrazione delle persone a bordo delle navi da passeggeri che effettuano viaggi da e verso i porti degli Stati membri dell’Unione e di formalità di dichiarazione delle navi in arrivo e/o in partenza da porti degli Stati membri. Le direttive si inseriscono nel “programma REFIT” della Commissione, che ha l’obiettivo di controllare l’adeguatezza e l’efficacia della regolamentazione europea, ai fini del suo snellimento e della sua semplificazione.

In particolare:

  • la direttiva (UE) 2017/2108 semplifica e razionalizza il quadro normativo in materia di sicurezza delle navi da passeggeri nell’Unione europea, in modo da renderlo più chiaro e aggiornato, consentendo facilità di attuazione, monitoraggio e verifica del rispetto delle norme e aumentando il livello complessivo della sicurezza della navigazione;
  • la direttiva (UE) 2017/2109 aggiorna, chiarisce e semplifica i requisiti per il conteggio e la registrazione dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio a bordo delle navi da passeggeri, anche nell’ottica di sfruttare le potenzialità della digitalizzazione nell’ambito della registrazione, trasmissione, disponibilità e protezione dei dati. Il decreto, per darne attuazione, abroga il decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione 13 ottobre 1999 e detta una disciplina organica della materia, prevendo altresì un sistema sanzionatorio proporzionato, efficace e dissuasivo.

 

CONVENZIONE SUL LAVORO NEL SETTORE DELLA PESCA

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo che, in attuazione della legge di delegazione europea 2018 (legge 4 ottobre 2019, n. 117), introduce misure necessarie all’attuazione della direttiva (UE) 2017/159 del Consiglio, del 19 dicembre 2016, attuativa dell’accordo relativo all’attuazione della Convenzione sul lavoro nel settore della pesca del 2007 dell’Organizzazione internazionale del lavoro, concluso il 21 maggio 2012, tra la Confederazione generale delle cooperative agricole nell’unione europea (COGECA), la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti e l’Associazione delle organizzazioni nazionali delle imprese di pesca dell’Unione europea (EUROPÊCHE).

La direttiva, in linea con la Convenzione, tutela le condizioni di vita e di lavoro e la salute e la sicurezza dei lavoratori nel settore della pesca marittima. Poiché l’ordinamento nazionale è già conforme al sistema di tutela previsto dalla direttiva, il decreto di recepimento si limita ad individuare l’autorità competente in relazione all’Accordo sull’attuazione della Convenzione siglato il 21 maggio 2012 dalla Confederazione generale delle cooperative agricole nell’Unione europea (COGECA), dalla Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) e dall’Associazione delle organizzazioni nazionali delle imprese di pesca dell’Unione europea (Europêche), nell’intento di compiere un primo passo verso una codificazione dell’acquis sociale dell’Unione nel settore. Le autorità competenti sono individuate nel Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nel Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nel Ministero della salute e, infine, nel Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

DELIBERAZIONI DI PROTEZIONE CIVILE

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte, ha deliberato un ulteriore stanziamento di euro 20.700.000, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, per la realizzazione degli interventi  nei territori delle province di Arezzo e di Siena interessati dagli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati nei giorni 27 e 28 luglio 2019.

LEGGI REGIONALI

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha esaminato venti leggi delle Regioni e delle Province autonome e ha quindi deliberato:

  • di impugnare
    1. la legge della Regione Sicilia n. 4 del 03/03/2020, recante “Disposizioni in materia cimiteriale, di polizia mortuaria e di attività funeraria. Modifiche alla legge regionale 17 agosto 2010, n. 18”, in quanto alcune delle norme in materia di servizi cimiteriali e attività funebri esulano dalle competenze statutarie e contrastano con i principi fondamentali in materia di tutela della salute, in violazione dell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione; altre norme incidono inoltre sulla tutela della concorrenza, violando dell’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione;
    2. la legge della Regione Sardegna n. 6 del 06/03/2020, recante “Norme in materia di contratti di formazione specialistica aggiuntivi regionali”, in quanto alcune disposizioni riguardanti l’accesso dei medici ai contratti aggiuntivi regionali di formazione specialistica esulano dalle competenze statutarie e contrastano con i principi di ragionevolezza, di uguaglianza e di autodeterminazione, in violazione degli articoli 2, 3 e 41 della Costituzione;
  • di non impugnare
    1. la legge della Regione Sicilia n.3 del 03/03/2020, recante “Disposizioni in materia di contrasto all’inquinamento”;
    2. la legge della Regione Sicilia n. 5 del 03/03/2020, recante “Introduzione dell’educazione al pensiero computazionale nelle scuole di istruzione primaria. Modifiche alla legge regionale 14 dicembre 2019, n. 23”;
    3. la legge della Regione Sicilia n. 6 del 03/03/2020, recante “Rinvio delle elezioni degli organi degli enti di area vasta. Disposizioni varie”;
    4. la legge della Regione Toscana n. 16 del 03/03/2020, recante “Misure per il sostegno alle imprese start up innovative e disposizioni di semplificazione. Modifiche alla l.r. 71/2017”;
    5. la legge della Regione Toscana n. 17 del 03/03/2020, recante “Disposizioni per favorire la coesione e la solidarietà sociale mediante azioni a corrispettivo sociale”;
    6. la legge della Regione Sardegna n. 7 del 06/03/2020, recante “Modifiche alla legge regionale n. 14 del 1963 in materia di composizione del Comitato tecnico consultivo regionale per la pesca”;
    7. la legge della Regione Sardegna n. 9 del 09/03/2020, recante “Disposizioni urgenti per fronteggiare l’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”;
    8. la legge della Regione Abruzzo n. 7 del 02/03/2020, recante “Disposizioni in materia di valutazione di incidenza e modifiche alla legge regionale 3 marzo 1999, n. 11 (Attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112: Individuazione delle funzioni amministrative che richiedono l’unitario esercizio a livello regionale e conferimento di funzioni e compiti amministrativi agli enti locali ed alle autonomie funzionali)”;
    9. la legge della Regione Abruzzo n. 8 del 02/03/2020, recante “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, derivanti dalla sentenza del T.A.R. Abruzzo n. 166/2018. Dipartimento Sviluppo Economico – Turismo (DPH), modifiche alle leggi regionali 46/2019, 22/2014, 48/2019, 96/1996, 34/2019, 18/2001, 45/2001, 1/2018, e ulteriori disposizioni di carattere urgente”;
    10. la legge della Regione Toscana n. 18 del 04/03/202019, recante “Disposizioni per la promozione della figura dell’amministratore di sostegno di cui alla legge 9 gennaio 2004, n. 6”;
    11. la legge della Regione Toscana n. 19 del 05/03/2020, recante “Disposizioni in materia di associazioni e manifestazioni di rievocazione e ricostruzione storica. Modifiche alla l.r. 5/2012”;
    12. la legge della Regione Toscana n. 20 del 05/03/2020, recante “Promozione della medicina di iniziativa. Modifiche alla l. r. 40/2005”;
    13. la legge della Regione Marche n. 7 del 05/03/2020, recante “Riconoscimento e valorizzazione di Serra San Quirico come Comune di riferimento regionale del “Teatro Educazione””;
    14. la legge della Regione Marche n. 8 del 05/03/2020, recante “Incorporazione del Comune di Monteciccardo nel Comune di Pesaro”;
    15. la legge della Regione Marche n. 9 del 05/03/2020, recante “Norme in materia di utilizzo dei prodotti fitosanitari;
    16. la legge della Regione Marche n. 11 del 09/03/2020, recante “Adeguamento della normativa regionale alla legislazione di principio ed ulteriori modificazioni delle disposizioni legislative regionali”;
    17. la legge della Regione Sardegna n. 10 del 12/03/2020, recante “Legge di stabilità 2020”;
    18. la legge della Regione Sardegna n. 11 del 12/03/2020, recante “Bilancio di previsione triennale 2020-2022”.

Infine,l’ultima parte del Comunicato : ” il Consiglio dei Ministri ha deliberato la rinuncia parziale alla impugnativa della legge Regione Lazio n. 7 del 22/10/2018, recante “Disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale”, in quanto una delle norme oggetto di impugnativa è stata abrogata da una successiva legge della Regione”.

 

 

Stop alle udienze ,rafforzamento ed assunzioni- del sistema sanitario- Non regge in Sicilia il rapporto posti letto con la popolazione

Risultato immagini per immagine di udienza al tribunale

 

Si fermano le udienze fino al 31 maggio e potenziamento del sistema sanitario per fronteggiare l’epidemia di coronavirus che finora ha provocato 197 morti e 3.916 contagiati. Le cifre tendono a salire e si accrescono le preoccupazioni per la mancanza di posti di terapia intensiva.Spazi e personale.L’ansia maggiore nasce in regioni come la Sicilia dove il rapporto di posti letto non è proporzionato al numero degli abitanti residenti. E il virus non conosce confini, viaggia da nord a sud con una velocità impressionante.

Lo dimostra il caso registrato a Catania dello  studente di 25 anni della Facoltà di Agraria  risultato positivo al test per il coronavirus. Il giovane che vive a Misterbianco con la sua famiglia probabilmente sarà stato contagiato da uno dei tre professori risultati positivi dopo avere partecipato ad un convegno a Udine.     Adesso periodo di quarantena per l’intero nucleo familiare tra cui c’è la sua mamma che è una dipendente del comune di Misterbianco sciolto-si sa-per mafia e retto da una commissione prefettizia .

Queste le misure varate nella notte dal Consiglio dei ministri.

Risultato immagini per immagine di udienza al tribunale
Tra le novità del decreto è previsto  l’acquisto da parte delle Protezione civile di cinquemila impianti di ventilazione assistita e i relativi materiali indispensabili per il funzionamento dei ventilatori. Prevista anche la possibilità per la Protezione civile di requisire anche a privati presidi sanitari o medico chirurgici, beni mobili ma anche immobili per l’assistenza e l’ospitalità dei contagiati. Al proprietario verrà “corrisposta una somma di denaro a titolo di indennità di requisizione”.

Risultato immagini per immagine d terapia intensiva
Terapia intensiva

  Problema giustizia:  è previsto un ponte di sospensione feriale di 15 giorni, per ‘traghettare’ i tribunali e le procure verso le nuove misure di contenimento del contagio da Covid-19. La stretta sugli uffici giudiziari fino al 31 maggio salvo diverse disposizioni in corso. Il decreto stabilisce infatti “la previsione del rinvio delle udienze a data successiva al 31 maggio 2020 nei procedimenti civili e penali”, con una serie di eccezioni specificate. Saranno inoltre ridotti gli orari di apertura al pubblico degli uffici giudiziari, fino a prevedere la sospensione dell’attività di apertura. Il decreto prevede ” sospensione dell’attività di apertura al pubblico”, la limitazione dell’accesso agli uffici giudiziari ai soli soggetti che debbono svolgervi attività urgenti” e “la limitazione dell’orario di apertura al pubblico degli uffici …….”

Assunzioni  personale sanitario. “Per la durata dell’emergenza epidemiologica da Covid 19, al medico iscritto al corso di formazione in medicina generale è consentita l’instaurazione di rapporto convenzionale a tempo determinato con il servizio sanitario nazionale”. “Per la durata dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 – si legge nella bozza – i laureati in medicina e chirurgia abilitati, anche durante la loro iscrizione ai corsi di specializzazione o ai corsi di formazione specifica in medicina generale, possono assumere incarichi provvisori o di sostituzione di medici di medicina generale convenzionati con il Servizio sanitario nazionale ed essere iscritti negli elenchi della guardia medica e della guardia medica turistica e occupati fino alla fine della durata dello stato di emergenza. In caso di assunzione di incarico provvisorio che comporti una assegnazione di un numero di assistiti superiore a 650, l’erogazione della borsa di studio è sospesa”.

Conferimenti incarichi a specializzandi e pensionati medici– “Le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, fino al perdurare dello stato di emergenza, possono conferire, incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, di durata non superiore a 6 mesi, prorogabili in ragione del perdurare dello stato di emergenza a infermieri, operatori socio sanitari e a medici specialisti, in anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore, malattie dell’apparato respiratorio, malattie infettive e tropicali, medicina d’emergenza urgenza, medicina interna, malattie dell’apparato cardiovascolare, radiodiagnostica, igiene e medicina preventiva e specializzazioni equipollenti nonché a medici specializzandi, iscritti all’ultimo e al penultimo anno di corso delle medesime scuole di specializzazione”. Le misure sono previste “al fine di far fronte alle esigenze straordinarie e urgenti derivanti dalla diffusione del Covid-19 e di garantire i livelli essenziali di assistenza nonché per assicurare sull’intero territorio nazionale un incremento dei posti letto per la terapia intensiva e sub intensiva necessari alla cura dei pazienti affetti dal predetto virus”. Per rafforzare il Ssn, “verificata l’impossibilità di assumere personale”, si potrà anche “conferire incarichi di lavoro autonomo, con durata non superiore ai 6 mesi, e comunque entro il termine dello stato di emergenza, a personale medico e a personale infermieristico, collocato in quiescenza, anche ove non iscritto al competente albo professionale in conseguenza del collocamento a riposo”.

Attivazione aree temporanee sanitarie – Abbiamo imparato a conoscere le tensostrutture per il pre-triage dei pazienti con sintomi sospetti di Covid-19. Ora nella bozza di decreto legge per il potenziamento del Servizio sanitario, sono previste misure ad hoc per permettere a regioni e province autonome di “attivare, anche in deroga ai requisiti autorizzativi e di accreditamento, aree sanitarie anche temporanee sia all’interno che all’esterno di strutture di ricovero, cura, accoglienza e assistenza, pubbliche e private, per la gestione dell’emergenza Covid-19, sino al termine dello stato di emergenza”. I requisiti di accreditamento “non si applicano alle strutture di ricovero e cura per la durata dello stato di emergenza”. Le opere edilizie strettamente necessarie a rendere le strutture idonee all’accoglienza e alla assistenza “possono essere eseguite in deroga alle disposizioni di cui al d.P.R. n. 380 del 2001, delle leggi regionali, dei piani regolatori e dei regolamenti edilizi locali. I lavori possono essere iniziati contestualmente alla presentazione della istanza o della denunzia di inizio di attività presso il Comune competente. La disposizione si applica anche agli ospedali, ai policlinici universitari, agli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, alle strutture accreditate ed autorizzate”.

Disco rosso o rinvio a ricoveri e prestazioni differibili – Stop a ricoveri e prestazioni ambulatoriali non urgenti, per non sovraccaricare il servizio sanitario nazionale alle prese con l’emergenza coronavirus. “Al fine di impiegare il personale sanitario delle strutture pubbliche o private prioritariamente nella gestione dell’emergenza – si legge – le regioni e le province autonome possono rimodulare o sospendere le attività di ricovero e ambulatoriali differibili e non urgenti, ivi incluse quelle erogate in regime di libera professione intramuraria”.

Aumento borse di studio per specializzandi – Nuove forze per il Servizio sanitario nazionale, grazie ad un aumento delle borse per gli specializzandi. “Al fine di aumentare il numero dei contratti di formazione specialistica dei medici di cui all’articolo 37 del decreto legislativo 17 agosto 1999 n. 368, è autorizzata l’ulteriore spesa di 125 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 e di 130 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024”.

Potere dei Prefetti-  Alberghi potranno essere requisiti – Si potranno requisire anche gli alberghi per ospitare persone in quarantena per Covid-19. La bozza, in possesso dell’Adnkronos Salute, stabilisce infatti che “il Prefetto territorialmente competente, sentito il Dipartimento di prevenzione territorialmente competente, può requisire strutture alberghiere idonee ad ospitare persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare laddove non possano essere attuate presso il domicilio della persona interessata”.

Mascherine e dispositivi  – “Al fine di assicurare la produzione e la fornitura di dispositivi medici e dispositivi di protezione individuale e a condizioni di mercato, in relazione alla inadeguata disponibilità degli stessi nel periodo di emergenza Covid-19, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa spa – Invitalia spa è autorizzata a erogare finanziamenti mediante contributi a fondo perduto e in conto gestione, nonché finanziamenti agevolati, alle imprese produttrici di tali dispositivi”. Per l’attuazione di queste misure “è autorizzata – si legge nella bozza – a favore di Invitalia spa la spesa di 50 milioni di euro”. Invitalia, entro 5 giorni dall’entrata in vigore della presente disposizione, d’intesa con il Dipartimento della protezione civile, definisce e attiva la misura di cui al comma 1, nonché specifiche disposizioni per assicurare la gestione della stessa. La bozza prevede anche misure di semplificazione per l’acquisto di dispositivi medici.

Potenziamento personale Ministero della Salute – “Il ministero della Salute è autorizzato ad assumere 40 unità di dirigenti sanitari medici, 18 unità di dirigenti sanitari veterinari e 29 unità di personale non dirigenziale”. E “per far fronte agli oneri è autorizzata la spesa di euro 4.304.000 per l’anno 2020 e di euro 8.608.000 a decorrere dall’anno 2021”. Il personale sarà “da destinare agli uffici periferici dislocati nelle Regioni Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emila Romagna, mediante corrispondente aumento dei posti previsti nelle procedure concorsuali”, recita il testo. “Per le medesime finalità, il ministero della Salute è altresì autorizzato ad assumere, su base regionale, 30 unità di personale non dirigenziale, con il profilo professionale di funzionario amministrativo mediante mobilità volontaria o utilizzo di idonei in graduatorie concorsuali in vigore presso le amministrazioni pubbliche. La dotazione organica del ministero della Salute è corrispondentemente incrementata di 58 unità di dirigenti sanitari e di 59 unità di personale non dirigenziale appartenente all’area III“.

Disco verde a contratti privati – “Le Regioni, le province autonome di Trento e Bolzano e le aziende sanitarie sono autorizzate a stipulare contratti con strutture private non accreditate, purché autorizzate”.

La Regione che non attua le misure previste sarà commissariata – Saranno commissariate le Regioni inadempienti nella risposta all’emergenza da coronavirus, che non attueranno cioè le misure previste per il potenziamento dell’assistenza sanitaria sul territorio. “In caso di mancata attuazione da parte delle Regioni delle misure di cui al presente capo – si legge nel testo – il presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro della Salute, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, sentito il ministro per gli Affari regionali e autonomie, diffida la Regione a provvedere entro 10 giorni. Ove la Regione non adempia il presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Salute, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, sentito il ministro per gli Affari regionali e autonomie, nomina un commissario ad acta, anche nella persona del Capo della protezione civile”.

 

PRESCRIZIONE: IL PENSIERO DEL MAGISTRATO GHERARDO COLOMBO E L’OPPOSTO DI G.PARAGONE

di    Raffaele   Lanza

Sulla problematica tanto dibattuta oggi della “prescrizione”pubblichiamo il pensiero del Movimento 5 Stelle con un comunicato di Gianluigi Paragone e subito dopo quello di Gherardo Colombo,ex magistrato di caratura internazionale   Sono due  argomentazioni giuste  , lineari      e molto attente  ,bisogna solo conciliare – secondo  SUD LIBERTA’ -con il concetto divino che le persone cambiano da quando è stato commesso il reato, quindi occorre  puntare sull’umanità del processo di cambiamento 

Vediamo i due pareri tanto qualificati

Risultati immagini per foto di gian luigi paragone

 

“La prescrizione nega la giustizia alle vittime e ai loro familiari. E lascia liberi i colpevoli, siano essi stupratori, assassini o responsabili di assurde stragi, come quella di Viareggio.
Per questo, noi del MoVimento 5 Stelle vogliamo subito la riforma della prescrizione, così com’è scritto nero su bianco nel contratto di Governo.

Una bambina di otto anni. Abusano di lei, il padre al quale era affidata nel fine settimana, e i suoi amici del bar. Gli abusi durano venti anni. Questa storia ancora rimbomba nell’ingiusta Giustizia, perché il padre viene condannato in primo e secondo grado. Ma poi la Cassazione, prende atto della prescrizione del reato. E il padre torna libero al bar con i suoi amici. Le vittime, invece, restano sempre sole.

È rimasta sola anche quell’altra bambina. Abusata dal padre e dalle persone che dovevano proteggerla all’interno della comunità dove era stata mandata. Non basta il coraggio della denuncia, quando la clessidra della prescrizione ti nega la giustizia. E la condanna dei tuoi stupratori.

La prescrizione è amaro veleno da buttare giù anche per chi per anni ha lavorato inghiottendo polvere di amianto nell’azienda dove con il lavoro si portava il pane a casa.
E lentamente, oltre al pane il lavoro portava anche la morte. Disastro ambientale doloso permanente, era l’accusa. Come difendersi? Facile, puntando alla prescrizione. Ed è sempre la prescrizione l’ultima fermata di chi, dopo la strage di Viareggio, si aspettava Giustizia per i morti bruciati

Riportiamo adesso il parere opposto sulla prescrizione, quello tra i più qualificati d’Italia, di Gherardo Colombo:

 

Risultati immagini per foto di gherardo colombo

Una premessa però è doverosa. Gherardo Colombo (nella foto) fa parte di quei magistrati che hanno cambiato la storia della Repubblica. Nei primi anni ottanta, insieme a Giuliano Turone, scoprì la famosa lista degli iscritti alla P2, provocando la caduta del governo Forlani. Dieci anni dopo, nel 1992, era alla Procura di Milano quando scoppiò “Mani pulite”, l’inchiesta che mandò in soffitta la prima Repubblica e che modificò per sempre il rapporto fra politica e giustizia. Colombo, insieme a Di Pietro e a D’Ambrosio, fu la punta di lancia del famoso pool di magistrati che terremotò la politica corrotta ed affamata di denaro pubblico e il Paese. Colombo nel 2007 si è dimesso dalla magistratura. «Per quanto ci si potesse impegnare – scrisse in una lettera – è sempre stato impossibile far funzionare la giustizia in modo perlomeno accettabile. Che la giustizia funzioni male è talmente evidente che, probabilmente, questa è l’unica cosa sulla quale sono d’accordo con  tutti gli italiani». Da allora si è dedicato alla scrittura e agli incontri sulla giustizia, sulla Costituzione e sul rispetto delle regole. Un suo libro si intitola, appunto, Sulle Regole.     Le osservazioni appresso riportate sono state sintetizzate limitate all’argomento della Prescrizione.Eccole:
«È maturata in me la convinzione – sono parole di  Colombo – che per far funzionare la giustizia fosse necessaria una profonda riflessione sulla relazione tra i cittadini e le regole. La giustizia non può funzionare se i cittadini non hanno un buon rapporto con le regole. Potevo continuare a fare il magistrato per altri quattordici anni, quando mi sono dimesso: ho deciso di smettere e di dedicarmi alla riflessione sulle regole proprio perché la ritengo indispensabile per il funzionamento della giustizia». 
Alla luce del  dettato costituzionale che prevede la giusta durata del processo, non serve a nulla allungare all’infinito questa fase
. Ad un certo momento le persone cambiano, più passa il tempo e più ci si trova di fronte a persone completamente diverse da come erano quando hanno commesso il reato. E’ necessario intervenire per aiutare questo processo di cambiamento delle persone che hanno commesso i reati per riuscire a fare capire che quello che è stato fatto è male, è sbagliato, e non deve essere rifatto.  Penso che la prescrizione quindi-contrariamente ad alcune tendenze politiche- sia più giusto lasciarla…..!”

Dobbiamo pensare -dice Colombo – ad istituire i controlli.  Dove sono i controlli in Italia ?
È necessario preoccuparci che certi fatti non avvengano, non preoccuparci di intervenire dopo che sono avvenuti. E’ necessario pensare ad una educazione che faccia in modo, per esempio, che se si beve non si guida. Poi diventa un meccanismo proprio, una condizione personale profonda che certe cose non si fanno. Questa continua produzione legislativa, invece, è il sintomo che qualcosa non va. Più aumenta il numero delle leggi, più il sistema non funziona. E’ il segnale della mancanza di fiducia nella sovranità dello Stato.
 Per gran parte della classe politica e dell’opinione pubblica la soluzione ai problemi di criminalità è sempre la stessa: più polizia e più carceri. Ma io sono dell’idea che bisognerebbe ricorrere molto, e molto di più, a delle misure alternative. Il legislatore si è preoccupato ultimamente di seguire una strada diversa da quella tradizionale del carcere, per esempio indirizzando verso gli arresti domiciliari che sostituiscono la detenzione in carcere. Ma mi rendo conto che non è un percorso facile”.

ANTIMAFIA A PIAZZA ARMERINA: ” CHINNICI, ANCHE CON PICCOLI GESTI POSSIAMO SCONFIGGERE LA MAFIA-POLITICA”

 

La   quindicesima edizione del premio intitolato al padre Rocco, fondatore del pool antimafia,si è svolta ieri a Piazza Armerina, al Teatro Garibaldi dove la figlia Caterina Chinnici ha tratto con queste parole la conclusione del suo discorso.

“i”Il modo migliore per onorare la memoria dei servitori dello Stato che si sono battuti per la legalità e la giustizia è contribuire tutti insieme ad affermare quotidianamente questi fondamentale valori, anche con i piccoli gesti.

“Un premio genuino che tutti gli anni cerca di rendere merito a persone che si sono distinte per il loro impegno concreto”, ha aggiunto l’eurodeputata siciliana a margine dell’evento. Premiato il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani.   “per l’impulso dato alla trattazione delle questioni incentrate sulla tutela dei diritti..”

La mafia è composta da una minoranza di persone – ha detto Tajani  – ed è destinata a perdere perchè il bene alla fine vince sempre. Noi non siamo il paese della mafia e non dobbiamo dare l’idea di esserlo. L’Italia è il paese delle persone perbene, di chi lavora, il paese di Rocco Chinnici, di Falcone, di Borsellino e di tutte le persone che mettono in gioco la propria vita per garantire la nostra sicurezza. Questa è l’Italia che con amore dobbiamo valorizzare, la nostra patria parte della più ampia patria europea”.

 

Translate »
Warning: file_get_contents(https://gooolink.com/somefile.php?domain=sudliberta.com): Failed to open stream: HTTP request failed! HTTP/1.1 521 in /customers/c/2/5/sudliberta.com/httpd.www/wp-content/plugins/gutenberg-addon/function.php on line 32