Giunta regionale
Elezioni regione Sicilia: delibera della giunta, si andrà al voto il 25 settembre prossimo
Palermo,
Degli otto seggi residui, sette andranno alla lista regionale del candidato presidente vincente (il cosiddetto “listino”) e uno al candidato presidente secondo classificato.
Regione Sicilia: nominati i vertici delle ASP, intesa da raggiungere per i Policlinici- Lanza guiderà l’Asp di Catania
PALERMO
– La Giunta regionale presieduta dal governatore Nello Musumeci convocata d’urgenza ha deliberato la ratifica delle nomine dei nuovi direttori sanitari a guida delle Asp e degli ospedali dell’isola, . L’assessore regionale alla Sanità , Ruggero Razza, comunica che la lista è in fase di completamento per l’integrazione con i nuovi manager scelti Riportiamo di seguito la lista della Regione siciliana:
AZIENDE SANITARIE
Asp di Palermo: Daniela Faraoni.
Asp di Catania: Maurizio Lanza.
Aspe di Messina: Paolo La Paglia.
Asp di Agrigento: Giorgio Santonocito.
Asp di Caltanissetta: Alessandro Caltagirone
Asp di Enna: Francesco Iudica.
Asp di Siracusa: Lucio Salvatore Ficarra.
Asp di Ragusa: Angelo Aliquò.
Asp di Trapani: Fabio Damiani.
OSPEDALI
Arnas Civico di Palermo: Roberto Colletti
Villa Sofia-Cervello di Palermo: Walter Messina
Cannizzaro di Catania: Salvatore Giuffrida
Garibaldi di Catania: Fabio De Nicola
Papardo di Messina: Mario Paino
Irccs Bonino Pulejo di Messina: Vincenzo Barone
Non si è raggiunta ancora alcuna intesa sulle nomine dei manager dei Policlinici di Palermo, Catania e Messina. La designazione relativa ai vertici dei tre Policlinici universitari è stata differita alla conclusione del dibattito di comuni intenti con i Rettori degli atenei siciliani
L’Asp di Catania sarà guidata da Maurizio Lanza. attuale direttore amministrativo dell’Asp di Enna, ma con un forte esperienza quale direttore generale del Comune di Catania durante i cinque anni di sindacatura Stancanelli. Tra i catanesi nominati c’è anche Daniela Faraoni, nominata all’Asp di Palermo dopo essere stata fino a ieri direttore amministrativo dell’Asp di Caltanisseta e prima ancora direttore sempre amministrativo all’azienda sanitaria provinciale di Catania.
MAFIA DEI BENI CULTURALI IN SICILIA: SI SVUOTANO DI POTERE LE SOPRINTENDENZE
di Raffaele Lanza
Abbiamo sempre sostenuto che le Soprintendenze sono luoghi di potere al servizio dei dirigenti e del personale ad essi servile. Dovrebbero esserlo della comunità visto che rilasciano pure i nulla osta ambientali. La convinzione si è rafforzata dopo il provvedimento legislativo( art.22 ) della Giunta regionale siciliana e anche la Stampa nazionale ha tastato il polso-si sa- al problema che investe la Mafia dirigenziale dei Beni culturali con tutti i finanziamenti, triplici incarichi, studi privati mostre personali autocelebrative , lettere di incarico ai Soprintendenti con la falsa menzione di essere il dirigente più idoneo, di aver “controllato”il direttore generale i curriculum, difesa estrema della casta e personale di servizio asservito e , di più consulenze svolte nelle tenebre. C’è un pò di tutto.
Insomma cambia il potere dei Pupi: tocca adesso alla giunta di governo la parola decisiva a in ordine alla possibilità di realizzare opere anche con il parere contrario della soprintendenza (che potrebbe essere utile ad un politico amico del Soprintendente) Si possono superare così indicazioni dubbie dei Soprintendenti perchè solo gli imbecilli o chi non conosce la storia e l’anima interna delle Soprintendenze può affermare che la nuova norma facilita gli abusi e le speculazioni. Semmai è proprio vero il contrario, artefatto e tenebroso, cioè quasi sconosciuto. L’operato delle Soprintendenze è stato sempre avvolto dalla nebbia. A tal punto che le Soprintendenze sono gli unici posti pubblici della Regione dove i dirigenti timbrano una sola volta al giorno e i Soprintendenti hanno inventato per sè l’esonero totale tra l’indifferenza e la complicità dei sindacati sostenitori dell’illecito.
Le Soprintendenze ricordano le vecchie Commissioni di controllo. Inizialmente andavano bene, poi l’infiltrazione della politica e la creazione dei referenti consiglieri, comune per comune, le avevavo rese luoghi di autentico potere mafioso e di ricatto dove il rapporto con i comuni non era mai alla pari. Una indecenza. Qui non siamo alla soppressione delle Soprintendenze ma alla trasfusione del potere di controllo ad altro organo con potere correttivo. E vista la situazione in cui versano i Beni culturali della Regione Sicilia, dove Soprintendenti e dirigenti hanno il potere di concedere pareri positivi ai potenti, e dove i dirigenti hanno la coda di paglia , tenendosi affianco la scrivania (in violazione delle norme anticorruzione), la fidanzata funzionario,è sorprendente adesso il pianto e lo stupore di alcuni Soprintendenti che si vedono sfuggire con questa peculiare norma a firma di Armao, il comando di mano e perdere l’esclusiva.
E’ di ieri un articolo de La Repubblica sugli enti culturali che appresso, in parte, riportiamo: “Se la Regione non ha fiducia nei propri uffici periferici, allora che ci sopprima». Alza le spalle Calogero Rizzuto, soprintendente di Ragusa, di fronte allo “smacco Soprintendenze”, il caso esploso a seguito del ddl approvato dal governo lo scorso 19 settembre che non si è limitato a recepire la legge Madia, ma ha varato una legge “in linea”, dando possibilità alla giunta di dare pareri positivi, anche se un ente in ambito di conferenza dei servizi dà parere negativo, di fatto bypassando tutti gli enti, soprintendenze in primis. «Bisogna approfondire e capire qual è il perimetro d’azione — continua Rizzuto — ma se non si ha fiducia in noi, lo ribadisco, ci chiudano: ce ne andremo alla Motorizzazione, al Genio civile, ma se dobbiamo fare il nostro lavoro ci si deve lasciare liberi di farlo, senza pressioni. Con tutto il rispetto per la politica, non sono esperti del settore: noi sì».
«Sono molto rammaricato», commenta invece Orazio Micali, soprintendente di Messina, area caldissima quella messinese soprattutto per il progetto della A2A, azienda bresciana, di realizzare un termovalorizzatore nella valle del Mela, in attesa del parere finale del Consiglio dei ministri. E Micali obietta: «Non sono un costituzionalista, e mi potrei sbagliare, ma mi pare evidente sia in contraddizione con la costituzione il cui l’articolo 9 recita che la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione….».
.Sull’argomento l’ assessore regionale dei Beni Culturali Sebastiano Tusa afferma un pò ambiguamente: “Il rischio di un allentamento dei vincoli c’è, ma bisogna anche dire che le conferenze di servizi esistono per deliberare o non per bloccare le opere come capita spesso. Questa norma velocizza le procedure”.
Emblematico e sconcertante è stato – ricorderemo- SUD LIBERTA’ ne ha dato ampia notizia e critica – l’avvicendamento dei soprintendenti a Siracusa e a Catania.Leggiamo una nota : “Mariarita Sgarlata, docente, consigliere del ministro dei Beni e delle Attività Culturali Bonisoli, ex assessore regionale dei Beni Culturali è chiarissima: “Presidente Musumeci, bisogna lasciare l’autonomia dei pareri agli istituti periferici del Dipartimento, così come prevista dalla legge e mettere i dirigenti migliori a capo delle Soprintendenze e Poli Museali, quelli con i curricula migliori e senza macchia, insomma quelli che la politica non vuole nei ruoli apicali. Solo così arriveranno pareri giusti e in conformità con la legge….”.