Appalti truccati a Napoli: nei guai il presidente della Regione Calabria Olivierio

Obbligo di dimora per il governatore della Calabria Mario Oliverio

Mario Oliverio
 Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio (Pd) nei guai: il gip distrettuale di Catanzaro ha emesso un provvedimento di obbligo di dimora nel comune di residenza Il provvedimento è stato emesso nell’ambito dell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Cosenza in materia di appalti pubblici. 

Sono sedici le misure cautelari emesse nei confronti di esponenti politici, dirigenti pubblici, funzionari e un imprenditore legato alla cosca Muto nell’ambito di un’inchiesta su falso, corruzione, abuso d’ufficio e frode in pubbliche forniture in Calabria. 
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(F.Archivio)
Il vizietto è sempre quello: -Irregolarità nell’ammodernamento dello scalo aereo di Scalea e degli impianti sciistici di Lorica e anche nella successiva fase di erogazione di finanziamenti pubblici”.   
L’inchiesta denominata “Lande Desolate” e condotta dalla Guardia di Finanza di Cosenza e che vede coinvolto anche il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio.

Le indagini sono state condotte con particolari strumentazioni e rilevamenti aerofotografici, che hanno consentito di ricostruire e riscontrare documentalmente le irregolarità.

Gli investigatori – si apprende – hanno scoperto ” il completo asservimento di pubblici ufficiali, anche titolari di importanti e strategici uffici presso la Regione Calabria, alle esigenze di un privato imprenditore attraverso una consapevole e reiterata falsificazione dei vari stati di avanzamento lavori ovvero l’attestazione nei documenti ufficiali di lavori non eseguiti al fine di far ottenere all’imprenditore l’erogazione di ulteriori finanziamenti comunitari altrimenti non spettanti”

MISTERBIANCO,ACCUSE DI MAFIA DA TUTTE LE PARTI, IN GRATICOLA IL “VICESINDACO” SANTAPAOLA

Misterbianco: piovono accuse di mafia da tutte parti. Sospeso “Bombolo”, 59 anni: dipendente della Sac Service di Fontanarossa  titolare di fatto – con ii fratelli Placenti – dell’“Orso Bianco Caffè”, sequestrato il 14 novembre. 

. Nelle 220 pagine di ordinanza del gip Pietro Currò le testimonianze e dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno il loro peso legale e  attestano «l’assunto accusatorio circa una vera e propria occupazione sistematica dell’istituzione comunale, volta ad esplicare un controllo pieno di appalti e assunzioni». L’ex vicesindaco Santapaola viene definito «vera e propria “testa di ponte” del sodalizio all’interno dell’ente comunale». L’ordinanza non riguarda reati elettorali, pertanto è ricca di numerosi “omissis”. Fra gli atti citati, però, c’è l’interrogatorio del pentito Giuseppe Scollo, il quale dice ai pm che Santapaola era «a disposizione» per «dare posti di lavoro agli affiliati e per fornire informazioni riservate su appalti e altro». Ma l’indagato non nascondeva il suo potere. E quando il cugino Vincenzo Placenti gli ricorda il suggerimento di prendersi l’assessorato al «pubblico e cose verde», il neo-eletto (intercettato in auto) lo corregge: «Manutenzione e Verde pubblico», dice, «dove possono lavorare».

Il gip di Catania  prova documentalmente «l’interesse del gruppo criminale per i risultati elettorali nonché il diretto interessamento di esponenti mafiosi nelle liste elettorali e la successiva infiltrazione nell’apparato amministrativo comunale». Le elezioni di cui si parla nell’ordinanza –  – sono soltanto le Comunali del 2012. E anche in questo caso cita alcune intercettazioni. In una Santapaola è consapevole del suo potere politico: «Io sono valore aggiunto, toglici duemila, mettiglieli ddabbanna e sono quattromila e hai perso!». Le «molteplici conversazioni», per il gip accertano come «il “gruppo” facente capo ai fratelli Placenti si sia “mosso” per appoggiare» nel 2012 il candidato sindaco Di Guardo, «attraverso il sostegno elettorale» a Santapaola, ma anche ad Alfio Saitta («soggetto direttamente appartenente al clan Placenti», fra gli arrestati). «Melo (Santapaola, ndr) si deve muovere», dicono i Placenti intercettati, perché loro «gli daranno i voti» così come a Saitta, definito candidato «forte».  Carmelo Placenti  assicura che «farà un giro l’ultima settimana» prima del voto, altrimenti «succede la guerra».

Odio etnico-razziale: arrestate sette persone in Sicilia

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Sette persone in tutto, tra cui due donne, sono state arrestate su ordine del Gip tra Alcamo (Tp) e Partinico (Pa) per l’aggressione avvenuta durante la notte di Ferragosto nella spiaggia di Ciammarita a Trappeto (Pa) ad un gruppo di migranti minorenni  presi a calci, e picchiati con bastoni e insultati con frasi tipicamente razziste. L’aggressione è continuata poi con l’inseguimento e lo speronamento dell’autovetturache stava riportando i giovani nel centro di accoglienza a Partinico.

 L’accusa è di lesioni e violenza privata aggravata dalla  finalità dell’odio etnico e razziale. Le vittime erano state colpite anche  mazze di ferro e pietre. Le porte del carcere si sono aperte per  Antonino Rossello, 40 anni, Roberto Vitale, 33 anni, Salvatore Vitale, 49 anni, Emanuele Spitaleri, 37 anni, tutti di Partinico. Il Tribunale ha disposto gli arresti domiciliari per  Valentina Mattina, 28 anni di Partinico, Giacomo Vitale, di Alcamo, 71 anni e Rosa Inverga, 62 anni.