Napoli – La Guardia di Finanza notifica un provvedimento di sequestro di beni per oltre 2,2 milioni di euro emesso dal GIP

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Napoli,

I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli informano di aver eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal GIP presso il Tribunale di Nola, per un ammontare di oltre 2,2 milioni di euro, nei confronti di una società di Marigliano (NA) attiva nel settore edile, e del suo rappresentante legale, per i reati di omessa dichiarazione e indebita compensazione, di cui agli artt. 5 e 10-quater del D. Lgs. n. 74/2000.

In particolare, le indagini sono scaturite dagli esiti di una verifica fiscale eseguita dai finanzieri della Compagnia di Casalnuovo di Napoli nei confronti della citata società che, nonostante risultasse sconosciuta al Fisco, ha gestito diversi cantieri in comuni dell’hinterland partenopeo (Marigliano, Volla, Brusciano ed altri), conseguendo un reale giro d’affari di decine di milioni di euro, dal 2017 al 2021, per la costruzione di nuovi edifici.

Nel corso dell’intervento ispettivo, sono stati individuati, inoltre, quattro lavoratori “in nero” nonché è stato accertato l’omesso versamento, da parte della società all’INPS e all’INAIL, dei contributi previdenziali e assistenziali trattenuti dagli stipendi di 15 lavoratori regolarmente assunti, per oltre mezzo milione di euro.

 

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Gli elementi di prova raccolti e trasmessi alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nola hanno permesso di richiedere e ottenere la misura cautelare patrimoniale emessa nella forma “per equivalente”.

Pertanto, sono stati sottoposti a sequestro disponibilità finanziarie in capo all’indagato, quote sociali, unità immobiliari e terreni in provincia di Napoli, nonché autoveicoli, 20 mila euro in contanti e 8 orologi di marca Rolex, rinvenuti nel corso delle perquisizioni.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il relativo destinatario è persona sottoposta ad indagini e, quindi, presunto innocente fino a sentenza definitiva.

Supercar di grande pregio- Ferrari, Maserati, Porsche, Jaguar, Roll Rovce- intestate a società fallita e ceduti, a prezzo basso, a nuova società-Misure giudiziarie

 

Una supercar d'oro generativa ai | Immagine Premium generata dall'IA

Archivi Sud Libertà  (nella foto una supercar d’oro)

 

Palermo,

I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure interdittive e reali con cui il G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto il divieto, per la durata di un anno, di esercitare attività professionali o imprenditoriali nei confronti di due soggetti, nonché il sequestro di numerose autovetture di pregio, di somme di denaro per 21.000 euro e di un compendio aziendale.

Le indagini, condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria – aliquota Guardia di Finanza, hanno riguardato il fallimento di una società esercente la “gestione di centri e impianti sportivi polivalenti, nonché l’organizzazione e la gestione di iniziative sportive legate all’automobilismo e al motociclismo”, tra cui un autodromo sito nel territorio del Comune di Torretta (PA).

Gli accertamenti svolti hanno evidenziato che i due principali indagati, marito e moglie, amministratori di fatto e di diritto, unitamente a ulteriori tre familiari, avrebbero effettuato, mediante artifizi contabili, plurime condotte distrattive, sia prima che dopo la dichiarazione di fallimento (avvenuta nel 2018), allo scopo di arrecare pregiudizio ai creditori.

In particolare, sono state individuate diverse autovetture di pregio di noti marchi nazionali ed esteri (tra cui Ferrari, Bentley, Porsche, Maserati, Jaguar e Rolls Royce), inizialmente intestate alla fallita, poi vendute a un’anziana parente a un prezzo notevolmente più basso rispetto al valore di mercato e, da ultimo, cedute a una nuova società, appositamente costituita e sempre riconducibile agli indagati.

Inoltre, attraverso quest’ultima, i coniugi avrebbero incassato assegni per circa 21.000 euro, frutto di un’operazione di autoriciclaggio, in quanto provenienti da un cliente della società in dissesto.

Di fondamentale importanza ai fini dell’individuazione degli illeciti è risultata l’analisi dei flussi finanziari nonché delle risultanze ottenute a seguito di un Ordine Europeo di Indagine, da cui emergeva che la società, tra il 2016 e il 2018, quando si era già palesato lo stato di crisi, aveva fatto confluire su un conto corrente maltese risorse finanziarie per circa 290.000 euro.

Sulla scorta delle evidenze acquisite, il G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, condividendo le valutazioni della locale Procura della Repubblica, ha ravvisato la sussistenza in capo ai cinque indagati di un grave quadro indiziario, in ordine ai reati contestati di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio.

L’odierna operazione testimonia l’impegno costantemente profuso dalla Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo volte al contrasto ai fenomeni di illegalità economico-finanziaria, nonché all’aggressione dei patrimoni di matrice illecita, al fine di tutelare gli imprenditori che operano nel rispetto della legge.

GIP TRIBUNALE DI CATANZARO, ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE PER 14 PERSONE ARRESTATE IN CALABRIA PER MAFIA..

indicando il criminale - mafia foto e immagini stock

 

 Catanzaro – Territorio Nazionale

Nella mattinata odierna, 21 giugno 2024, i Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Vibo Valentia con il supporto in fase esecutiva dei militari dei Comandi Provinciali Carabinieri di Reggio Calabria, Pescara, Chieti e Torino, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 14 indagati, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, rispettivamente ipotizzati nei loro confronti, di associazione di tipo mafioso armata, omicidio plurimo, concorso esterno in associazione mafiosa, e altri gravi reati, aggravati dalle  modalità e finalità mafiose, quali estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, rapina, reati in materia di armi.

In particolare, dei 14 indagati, n. 13 sono raggiunti dalla misura di custodia cautelare in carcere e n. 1 è destinatario della misura degli arresti domiciliari.

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e condotta dai Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Vibo Valentia, si è sviluppata mediante attività tecnica, servizi di OCP per i riscontri “sul campo”, acquisizioni e analisi di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, corroborate dai relativi riscontri, e anche con l’attivazione degli strumenti della cooperazione internazionale, tra cui la Squadra Investigativa Comune con le autorità elvetiche, e con il coordinamento di EUROJUST e quello di EUROPOL.

Gli elementi indiziari acquisiti hanno consentito di delineare (nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) il protrarsi, nonostante precedenti provvedimenti giudiziari, dell’operatività, nell’area delle “Preserre” vibonesi, della cosca di ‘ndrangheta ricompresa nel “locale dell’Ariola”, con proiezioni economico-criminali in Piemonte, Abruzzo, Svizzera e Germania.

La gravità indiziaria ha riguardato l’attuale assetto del sodalizio, determinatosi all’esito di un cruento scontro con altro gruppo, nell’alternanza degli equilibri criminali, anche con riti di affiliazione avvenuti durante lo stato di detenzione, dimostrando in tal modo la perseverante capacità di penetrazione della ‘ndrina all’interno degli istituti carcerari.

In tale contesto, la gravità indiziaria conseguita, allo stato, sul piano cautelare, attraverso gli articolati e complessi approfondimenti investigativi, ha riguardato anche il triplice omicidio di mafia, commesso il 25 ottobre 2003 a Gerocarne (VV) e noto come “Strage dell’Ariola”, inserito all’interno di una lunga faida sanguinosa tra famiglie rivali che si contendevano l’egemonia criminale sul territorio.

Nell’ordinanza cautelare, nei confronti degli indagati, attinti dalle misure adottate, è stata ritenuta, allo stato, la gravità indiziaria, tra l’altro, con riferimento, rispettivamente, a plurime condotte illecite di estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, rapina, reati in materia di armi, aggravati dalle modalità e finalità mafiose.

Contestualmente all’esecuzione della ordinanza cautelare, si è dato esecuzione a plurimi decreti di perquisizione nei confronti di ulteriori soggetti per i quali si è ipotizzato il coinvolgimento nelle vicende illecite investigate, alcuni dei quali dimoranti in altre regioni del territorio nazionale (Abruzzo e Piemonte) e taluni anche in Svizzera, procedendosi per questi ad attivare gli strumenti della cooperazione internazionale.

 

Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

Napoli, sgominata banda “Point Break” provvedimento cautelare del Gip del Tribunale per 7 persone più braccialetto elettronico

Torna in carcere il detenuto agli arresti domiciliari che ha ...

Il braccialetto elettronico in una foto della Polizia penitenziaria

Napoli –

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli hanno notificato  un’ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della locale Procura della Repubblica di Napoli Nord, applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari – con braccialetto elettronico – a carico di sette persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere e rapina aggravata dall’uso di armi, commessi con la tecnica del c.d. “filo inverso”.

Tale particolare modalità delittuosa prevedeva una fase preliminare di osservazione, in cui venivano individuati imprenditori, commercianti o agenti di commercio; una fase successiva, svolta dal c.d. “filatore”, di pedinamento e studio preventivo delle abitudini della potenziale vittima per calendarizzare i giorni in cui veniva abitualmente effettuato il versamento di denaro contante; una fase esecutiva di avvicinamento, che consisteva infine nell’aggredire la vittima con azioni repentine e con l’uso di armi da fuoco, prima che effettuasse il deposito.

Le complesse ed articolate indagini, dirette dalla Procura di Napoli Nord e delegate al Nucleo Investigativo Carabinieri di Napoli, hanno consentito di raccogliere plurimi e gravi elementi indiziari, ad integrazione e rafforzamento del solido quadro probatorio già delineatosi con l’applicazione delle misure cautelari custodiali già eseguite, nel mese di maggio 2023, nei confronti di sei dei soggetti indagati, al fine così di interromperne l’azione criminosa.

Nel complesso, l’attività investigativa condotta – da ottobre 2022 ad agosto 2023 – mediante una prolungata e qualificata attività tecnica e con numerosi servizi di osservazione e pedinamento a riscontro, consentiva in definitiva di disvelare e disarticolare un pericoloso sodalizio criminale, composto da sei persone e dedito alla commissione di una serie indeterminata di rapine con la tecnica del “filo inverso”, per un profitto complessivo di € 131.620,00, nonché di individuare altri due complici, gravemente indiziati di aver concorso in ulteriori due rapine.

Venivano individuati, inoltre, la base operativa del gruppo criminale e i rispettivi componenti, in grado anche di pianificare una serie di rapine da eseguire, con la tecnica dell’ariete o della spaccata, ai danni di istituti di credito in provincia di Napoli e Parma nonché in Belgio, con la collaborazione in quest’ultimo caso di un basista in Romania e l’acquisto da un laboratorio teatrale di quattro speciali maschere in silicone, del valore di circa cinquecento euro ciascuna, per il successivo sofisticato travisamento.

Tra i mezzi utilizzati dal sodalizio smantellato dagli Inquirenti, vi erano altresì telefoni cellulari dedicati, schede intestate a soggetti stranieri inesistenti, due pistole di colore nero tipo replica, un giubbotto antiproiettile ed undici tra motocicli e autovetture.

Infine, è stato possibile raccogliere gravi indizi di reato a carico di ulteriori due soggetti per la commissione di una rapina con la tecnica del “filo inverso”, avvenuta il 06.10.2022 ad Arzano (NA) ai danni del gestore di una tabaccheria per un profitto complessivo di € 20.000,00, e di tre tentativi di rapina commessi, con analoghe modalità, tra febbraio e marzo 2023 nel comune di Pozzuoli.

Sulla scorta delle evidenze investigative raccolte nonché delle denunce e delle sommarie informazioni acquisite dalle persone offese, si è accertato che – per assicurarsi il conseguimento dell’illecito profitto – gli indagati portavano illegalmente con sé armi, utilizzandole anche in pieno giorno per infrangere i finestrini delle autovetture delle vittime, ferme nel traffico e, in un’occasione, anche per esplodere dei colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio.

Durante l’esecuzione odierna sono stati individuati sei dei sette soggetti destinatari dell’ordinanza custodiale, mentre uno di essi risulta, allo stato, irreperibile. Sono tuttora in corso le ricerche finalizzate al suo rintraccio.

 

 

La Sicilia avvolta ancora una volta dall’ombra della Mafia e della politica Oggi l’interrogatorio in Tribunale di Luca Sammartino Il Calvario inizia per il “re delle preferenze”

 

 

Chi è Luca Sammartino, «signore delle tessere» e vicegovernatore della Regione Sicilia (oggi sospeso) passato dall’Udc al Pd, poi a Italia viva e infine alla Lega

Archivi -Sud Libertà

Il Gip dottssa C.Aurora Valenti ha fissato a stamane  venerdì 19 aprile gli interrogatori al deputato regionale Luca Sammartino ed al maresciallo dei carabinieri in pensione Antonino Cunsolo.

L’ex vicegovernatore  della Sicilia ed assessore Regionale all’Agricoltura è stato sospeso -è noto. per un anno dai pubblici uffici accusato del reato di corruzione dalla Procura di Catania nell’ambito dell’inchiesta “Pandora” su presunte infiltrazioni mafiose nel Comune di Tremestieri Etneo dove avrebbe agito da referente politico.  Sammartino  39 enne  -è noto come il re delle preferenze siciliane :prima Udc, poi Articolo 4, Pd, Italia viva e infine Lega. La stagione di massima esposizione è  quella del 2017 , la sua qualifica professionale è di odontoiatra

La linea di difesa sarà resa nota  dal l’avvocato Carmelo Peluso,   scelto quale penalista dall’indagato e sarà comunicata quanto prima

Giovanni Barreca e i suoi “complici” non rispondono al GIP e si proclamano innocenti. Il mandante il demonio?

 

Strage in famiglia: complici omicida sono fanatici religiosi - RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Giovanni Barreca, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie Antonella Salamone e i figli di 16 e 5 anni Kevin ed Emanuel  per liberarli dal male-il demonio – secondo rito di  esorcismo, e i suoi due complici Sabrina Fina e Massimo Carandente.

Come si sa Barreca e i complici  si proclamano “innocenti”   Come se il mandante fosse il “demonio” e loro semplici esecutori- Per gli investigatori  un  grattacapo non da poco.
    I tre, fermati domenica per omicidio e soppressione di cadavere, sono comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese, che dovrà convalidare i provvedimenti restrittivi, per l’interrogatorio di garanzia.

Antifalsificazione Monetaria: maxi operazione “Chai Fake” per il contrasto al traffico di valuta falsa

 

 

Crediti iStock - Come riconoscere le banconote false

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 Roma –

Il 13 febbraio 2024, i militari della 1^ Sezione Operativa Roma del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, supportati dai Comandi Provinciali di Roma, Napoli, Brescia e Rieti, dall’8° Reggimento Lazio e, per l’estensione internazionale da Europol, a conclusione di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale della capitale nei confronti di n. 12 soggetti di nazionalità pakistana, tutti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere transnazionale finalizzata alla falsificazione e distribuzione in Italia e all’estero di banconote false da € 100,00=.
L’operazione è stata eseguita nell’ambito di una joint action day coordinata da Europol, pianificata in collaborazione con la Brigada de Investigacion del Banco di Espana (B.I.B.E), con i Mossos di Esquadra di Barcellona e la polizia greca, per l’arresto di tre soggetti pakistani colpiti da relativi mandati di arresto europei, localizzati a Barcellona e Atene. Nel medesimo contesto, a conclusione delle indagini parallelamente sviluppate nel corso della cooperazione internazionale di polizia attivata dai Carabinieri, la B.I.B.E. e i Mossos di Esquadra hanno proceduto anche all’arresto di n. 6 soggetti pakistani (due dei quali contestualmente colpiti anche dai predetti MAE), organici alla cellula di Barcellona, intranea alla medesima organizzazione criminale, dedita allo smercio locale delle banconote false prodotte dai connazionali operanti in Italia, per la quale è stata già promossa ad Eurojust una specifica attività di cooperazione giudiziaria verso le Autorità spagnole.
Le indagini, avviate nel mese di novembre 2022 a seguito di reiterati episodi di smercio presso centri commerciali della capitale, accertati dai comandi dell’Arma Territoriale, hanno consentito l’individuazione di un gruppo di soggetti pakistani autori di decine di acquisti di beni di modesto valore, pagati con banconote false da € 100,00=, inserite direttamente nella casse automatiche, riuscendo a capitalizzare cospicue somme di denaro genuino ricevuto in resto. Gli accertamenti tecnici esperiti dalla Banca Centrale Europea, dal National Analysis Centre della Banca d’Italia e dalla Sezione di Grafica del Reparto Investigazioni Scientifiche Carabinieri di Roma, avevano consentito di rilevare che la particolarissima contraffazione originava da un’innovativa tecnica di produzione “artigianale”, perfezionata proprio per il superamento dei più avanzati dispositivi di controllo elettronico utilizzati dai c.d. gestori del contante. Le innovative caratterizzazioni tecniche avevano recentemente indotto la BCE a dichiarare che la specifica classe di contraffazione è attualmente ritenuta la più insidiosa insistente nella zona euro
Le investigazioni hanno consentito di delineare la complessa organizzazione criminale strutturata su tre “cellule” operative:la prima, dedita alla produzione, realizzata in una stamperia clandestina allestita all’interno di un appartamento localizzato nel centro di Napoli e recentemente traslata a Rieti;la seconda, dimorante a Roma e Rieti, costituita da distributori/smerciatori che operavano in Italia (Bologna, Brescia, Cremona, Cosenza, Firenze, Foggia, Lecce, Milano, Novara, Pistoia, Reggio Emilia, Verona, Vicenza,) e all’estero (Parigi, Nizza, Marsiglia, Atene e Madrid);la terza, attivata a Barcellona, a partire dallo scorso mese di settembre, da soggetti pakistani precedentemente operanti ad Atene, trasferitisi proprio allo scopo di permeare nuovi mercati europei.
Il coinvolgimento operativo dell’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha consentito il censimento e il successivo monitoraggio di spedizioni di materiali tecnici acquistati dall’organizzazione direttamente da ditte specializzate cinesi, funzionali al complesso ciclo produttivo che iniziava con la produzione della carta.

Nel corso delle indagini sono state ricostruite oltre n. 50 attività di smercio perfezionate in Italia e sono stati già sottoposti ad arresto in flagranza n. 4 corrieri, controllati presso l’aeroporto di Roma Fiumicino (in procinto di imbarcarsi su voli diretti ad Atene e Marsiglia) ovvero presso gli aeroporti di Atene e Barcellona (contestualmente all’arrivo di voli provenienti da Napoli Capodichino e Roma Fiumicino). In tale contesto sono state sequestrate complessivamente circa n. 500 banconote false, per un valore complessivo di € 50.000,00=, tutte appartenenti all’insidiosissima classe di contraffazione. Attualmente risulta che l’organizzazione ha prodotto circa 10.000 banconote false per un valore nominale di circa un milione di euro, diffuse principalmente in Italia (n. 4.208), Grecia (n. 3068), Spagna (n. 545) e Francia (n. 200).
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

Emessa dal Gip per i minorenni a Catania un’ordinanza di custodia cautelare per tre bruti egiziani stupratori

Coronavirus, due nuovi casi al Tribunale di Catania – LiveUnict

Catania,

 Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip per i minorenni a Catania.          Notificata ai bruti accusati di avere avuto una parte attiva nella violenza sessuale di gruppo aggravata nei confronti di una tredicenne nei giardini comunali della Villa Bellini. Sono due minorenni e un giovane che ha già compiuto 18 anni, la cui posizione è stata trasmessa, per competenza funzionale,oggi alla Procura distrettuale. L’ordinanza dovrà essere convalidata entro 20 giorni.

Ad indagare sulla violenza sono otto magistrati più il coordinatore, il Procuratore aggiunto dr. Sebastiano Ardita.    Le telecamere ipotizzate alla Villa Bellini non funzionavano . Così l’attenzione dei carabinieri si è spostata sui sistemi di videosorveglianza di locali pubblici che puntano anche gli ingressi della villa.  Il Sindaco di Catania ha preso atto delle critiche sui Vigili urbani sollevate dal nostro giornale -Sud Libertà- e lamenta la carenza di questi operatori della Polizia locale/municipale

La Procura per i minorenni, diretta da Carla Santocono, subito dopo avere aperto l’inchiesta ha attivato una rete di sostegno nei confronti della vittima, del suo fidanzato e dei loro genitori. 

Archiviata dalla Procura di Palermo l’inchiesta sui falsi nei bilanci del Comune ma resta il problema delle responsabilità contabili di chi non ha formulato bilanci corretti

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Nell’immagine d’archivio, la Procura della Repubblica di Palermo

Palermo,

Il Gip di Palermo ha disposto  l’archiviazione dell’inchiesta  su presunti falsi nei bilanci del Comune di Palermo a carico dell’ex sindaco Leoluca Orlando, difeso dall’avvocato Roberto Mangano, e di altri 23 tra ex assessori, dirigenti e capi area di Palazzo delle Aquile.

I pm avevano accertato cifre errate nelle entrate e nelle uscite nei bilanci 2016, 2017 e 2018 e 2019 in diverse voci: dal settore tributi a quello del condono edilizio e delle politiche abitative. Ma dalle indagini era emerso che le discrasie sarebbero state frutto di errori e non di dolo. Una valutazione condivisa oggi dal Gip.   A seguito dei controlli sui bilancio la Procura ha avanzato richiesta al Gip di archiviazione del fascicolo   Resta il problema delle responsabilità contabili di chi aveva il dovere di formulare bilanci corretti al Comune di Palermo 

 Il bilancio di un ente pubblico territoriale, quale il Comune di Palermo, -è naturale che sia un atto pubblico perché promana dal consiglio comunale ed è un atto anche a valenza esterna e, per quanto attiene al bilancio consuntivo  illustra quali siano state le spese sostenute e gli introiti realizzati, finendo per rappresentare non il mero risultato economico dell’ente nell’anno precedente ma anche l’illustrazione degli scopi amministrativi e politici perseguiti dall’amministrazione. 

Orlando: «Confermo apprezzamento alla magistratura»

Afferma l’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: «Si conclude una vicenda che ha trovato grande enfasi in strumentalizzazioni politiche e ampia eco sulla stampa. Confermo il doveroso apprezzamento alla magistratura e alla guardia di finanza per la attività di inchiesta svolta in questi anni e soddisfazione per il riconoscimento in sede giudiziaria della legittimità e correttezza della intera amministrazione comunale con riferimento ai bilanci 2016, 2017, 2018 e 2019».

Napoli,narcotraffico internazionale, droga importata da Olanda e Spagna. 29 arresti

Napoli e provincia
I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, con la collaborazione altresì dei Reparti Specializzati territoriali dell’Arma dei Carabinieri, hanno dato esecuzione ad un provvedimento applicativo di misure cautelari personali (custodia in carcere, arresti domiciliari e divieto di dimora) emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 29 persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti nonché detenzione di droga ai fini di spaccio.
In particolare, dall’attività di indagine sarebbe emerso: – la presunta operatività di due distinte associazioni per delinquere, operanti nel territorio partenopeo con contatti in Spagna ed in Olanda, finalizzati all’approvvigionamento, al traffico ed alla vendita di sostanze stupefacenti, nonché la conseguente gestione degli illeciti profitti, in favore degli affiliati, sia liberi che detenuti; – la presunta disponibilità, da parte degli indagati, di armi da fuoco e di veicoli dotati di un sofisticato “sistema di occultamento”.
Inoltre, nel corso delle investigazioni, si procedeva anche alla cattura in Dubai di un latitante nonché al sequestro di circa un quintale di sostanza stupefacente di vario tipo, nonché armi da fuoco e autovetture dotate di “sistema di occultamento”, nonché di un ordigno esplosivo regolamentare ed alcune centinaia di munizioni di vario calibro.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.