Sono finora 296 morti – compresi 71 minori – il bilancio delle vittime nei bombardamenti contro la Ghouta orientale, sobborgo di Damasco in mano ai ribelli.
“Sono stati sganciati barili bomba su diverse zone”, anche su Arbeen, Douma, e Hammouriyeh. “Gli obitori sono pieni e nelle tombe non c’è più posto per altri corpi”, secondo gli attivisti.
ONU – “Profonda preoccupazione” è stata espressa dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, per l’escalation di violenza degli ultimi giorni nella Ghouta orientale. “Il segretario generale è profondamente preoccupato per il peggioramento della situazione nella Ghouta orientale e per il suo impatto devastante sui civili”, ha affermato il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric.
Guterres ha invitato tutte le parti a rispettare i principi fondamentali del diritto umanitario, compresa la protezione dei civili durante i conflitti armati, ha sottolineato il portavoce. “Quasi 400mila persone nella Ghouta orientale sono soggette ad attacchi aerei e bombardamenti”, ha proseguito Dujarric. Assediati dalle forze governative siriane, i residenti della Ghouta orientale “vivono in condizioni estreme”, soffrendo “in particolare di malnutrizione”.
Guterres ha infine ricordato che la Ghouta orientale è stata indicata come una delle zone di de-escalation da Russia, Iran e Turchia e ha invitato tutte le parti in conflitto a rispettare “i loro impegni in questo senso”, ha concluso il portavoce.
Kalin è tornato a negare che ieri le forze filogovernative siriane siano entrate nella località di Afrin e ha ribadito che sono state respinte dalle unità dell’artiglieria turca. “Chiediamo al regime siriano di porre fine al più presto a questi attacchi“, ha aggiunto Kalin, “questo è un crimine contro l’umanità”. La Siria sembra staccata dal mondo intero. Non c’è più pace in questa porzione del territorio meta dei terroristi.