Palermo,
Palermo,
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video postato al termine dei lavori della seconda giornata del G7 a Borgo Egnazia in Puglia“ si è così espressa: “In questi giorni l‘Italia è stata al centro del mondo e gli occhi del mondo sono stati puntati su di noi. Era una grande responsabilità e io sono orgogliosa di come la nostra nazione sia riuscita ancora una volta a stupire e a tracciare la rotta”.
. E dopo aver ringraziato Papa Francesco (“Abbiamo vissuto anche un momento storico con la presenza del Santo padre, è la prima volta di un pontefice al G7″), si è soffermata sulla dichiarazione finale adottata, “un documento estremamente significativo che contiene i tanti impegni che il G7 ha deciso di assumersi, impegni concreti, reali, che riguardano questioni dirimenti per il nostro presente, per il nostro futuro e sui quali il G7 ha ribadito la sua unità d’intenti, la sua compattezza”.
Nel documento finale 36 pagine in tutto, è stata ribadita la “forte preoccupazione” per la riduzione dei diritti Lgbt, con una condanna ferma a “tutte le violazioni e gli abusi dei diritti umani e delle libertà fondamentali”, e confermato l’impegno dei Grandi “a promuovere e proteggere” i diritti della comunità ‘arcobaleno’.
Quanto all’altro dossier ‘caldo’ sul fronte dei diritti, nelle dichiarazioni finali la parola ‘aborto’ non viene menzionata, ma vengono confermati tutti gli impegni assunti dai leader a Hiroshima. C’è poi un capitolo ad hoc made in Italy: il paragrafo sui migranti, in cui i 7 si impegnano a lanciare “una coalizione per prevenire e contrastare il traffico di migranti”.
Ricorrendo a un “approccio ‘follow the money’ -mettono nero su bianco i 7 grandi richiamando una strategia messa a punto da Giovanni Falcone contro la mafia e cara a Meloni- per identificare, indagare e contrastare efficacemente la criminalità organizzata, affrontando gli aspetti finanziari, compresa una maggiore cooperazione sulla confisca dei beni”. Nel documento trova spazio anche il Piano Mattei voluto dal governo italiano, salutato con favore dai leader.
Il G7 ha espresso pieno e unanime sostegno all’accordo elaborato dal presidente americano Joe Biden per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi, un aumento significativo e duraturo del flusso di assistenza umanitaria in tutta Gaza e la fine duratura del conflitto, è il contenuto della dichiarazione finale del G7 in cui si spiega che vanno ”garantiti gli interessi di sicurezza di Israele e la sicurezza dei civili palestinesi a Gaza”.
Sull’Ucraina, in un passaggio del preambolo della bozza di dichiarazione finale, si afferma che alla presenza del presidente Volodymyr Zelensky, in un gesto di solidarietà e sostegno “per la lotta dell’Ucraina per la sua libertà e per la sua ricostruzione, abbiamo deciso di mettere a disposizione circa 50 miliardi di dollari sfruttando le entrate straordinarie dei beni sovrani russi immobilizzati, inviando un segnale inequivocabile al presidente Putin. Stiamo intensificando i nostri sforzi collettivi per disarmare e definanziare il complesso militare industriale russo”. “La Russia – sottolineano – deve porre fine alla sua guerra di aggressione illegale e pagare per i danni che ha causato all’Ucraina. Secondo la Banca Mondiale, questi danni superano oggi i 486 miliardi di dollari”.
G7. Dopo il bilaterale tra Giorgia Meloni e Joe Biden, la premier ha accolto a Borgo Egnazia Papa Francesco in Puglia per la sessione dedicata all’Intelligenza artificiale e per partecipare ad alcuni bilaterali con i leader del mondo.
“Spetta a ognuno fare buon uso” dell’Intelligenza artificiale, ha detto il Pontefice nel suo intervento sul tema, e “spetta alla politica creare le condizioni perché un tale buon uso sia possibile e fruttuoso”. Il Papa ha voluto ribadire “in questa occasione che ‘davanti a tante forme di politica meschine e tese all’interesse immediato la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di Nazione e ancora di più in un progetto comune per l’umanità presente e futura’”.
Richiamando l’importanza di una ‘sana politica’ “per guardare con speranza e fiducia al nostro avvenire”, il Pontefice, attingendo all’enciclica sociale Laudato si’, ha spiegato che “‘la società mondiale ha gravi carenze strutturali che non si risolvono con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali. Ci sono cose che devono essere cambiate con reimpostazioni di fondo e trasformazioni importanti. Solo una sana politica potrebbe averne la guida, coinvolgendo i più diversi settori e i più vari saperi. In tal modo, un’economia integrata in un progetto politico, sociale, culturale e popolare che tenda al bene comune può aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo'”.
“Non possiamo nascondere il rischio concreto, poiché insito nel suo meccanismo fondamentale, che l’intelligenza artificiale limiti la visione del mondo a realtà esprimibili in numeri e racchiuse in categorie preconfezionate, estromettendo l’apporto di altre forme di verità e imponendo modelli antropologici, socio-economici e culturali uniformi”. “Il paradigma tecnologico incarnato dall’intelligenza artificiale – ha avvertito -rischia allora di fare spazio a un paradigma ben più pericoloso, che ho già identificato con il nome di ‘paradigma tecnocratico’. Non possiamo permettere a uno strumento così potente e così indispensabile come l’intelligenza artificiale di rinforzare un tale paradigma, ma anzi, dobbiamo fare dell’intelligenza artificiale un baluardo proprio contro la sua espansione“.
Citando la Fratelli tutti, Bergoglio ha osservato: “Certamente ‘per molti la politica oggi è una brutta parola, e non si può ignorare che dietro questo fatto ci sono spesso gli errori, la corruzione, l’inefficienza di alcuni politici, – non di tutti – ha aggiunto a braccio. A ciò si aggiungono le strategie che mirano a indebolirla, a sostituirla con l’economia o a dominarla con qualche ideologia. E tuttavia, può funzionare il mondo senza politica? Può trovare una via efficace verso la fraternità universale e la pace sociale senza una buona politica?'”.
“Condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stesse e sulla loro vita condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine” avverte il Pontefice. “Abbiamo bisogno di garantire e tutelare uno spazio di controllo significativo dell’essere umano sul processo di scelta dei programmi di Intelligenza artificiale: ne va della stessa dignità umana“, ha avvertito.
“Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita a un essere umano“, ha ammonito il Papa rivolgendosi ai grandi della Terra. “In un dramma come quello dei conflitti armati – ha osservato – è urgente ripensare lo sviluppo e l’utilizzo di dispositivi come le cosiddette ‘armi letali autonome’ per bandirne l’uso, cominciando già da un impegno fattivo e concreto per introdurre un sempre maggiore e significativo controllo umano”.
Bergoglio ha messo in guardia: “Se in passato, gli esseri umani che hanno modellato utensili semplici, hanno visto la loro esistenza modellata da questi ultimi – il coltello ha permesso loro di sopravvivere al freddo ma anche di sviluppare l’arte della guerra –, adesso che gli esseri umani hanno modellato uno strumento complesso vedranno quest’ultimo modellare ancora di più la loro esistenza”.
“Si registra come uno smarrimento o quantomeno un’eclissi del senso dell’umano e un’apparente insignificanza del concetto di dignità umana Sembra che si stia perdendo il valore e il profondo significato di una delle categorie fondamentali dell’Occidente: la categoria di persona umana”. “Ed è così che in questa stagione in cui i programmi di intelligenza artificiale interrogano l’essere umano e il suo agire, proprio la debolezza dell’ethos connesso alla percezione del valore e della dignità della persona umana rischia di essere il più grande vulnus nell’implementazione e nello sviluppo di questi sistemi. Non dobbiamo dimenticare infatti che nessuna innovazione – ha evidenziato – è neutrale. La tecnologia nasce per uno scopo e, nel suo impatto con la società umana, rappresenta sempre una forma di ordine nelle relazioni sociali e una disposizione di potere, che abilita qualcuno a compiere azioni e impedisce ad altri di compierne altre”.
L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen
L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel
L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro inglese Rishi Sunak
L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Cancelliere tedesco Olaf Scholz
L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro giapponese Fumio Kishida
L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro Canadese Justin Trudeau
L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente Francese Emmanuel Macron
La foto di famiglia in occasione del Pranzo offerto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai Capi di Stato e di Governo del Vertice G7
Brindisi, -Comunicato On Mattarella
“Signore e Signori Capi di Stato e di Governo,
Illustri partecipanti,
è per me un piacere porgervi il benvenuto.
Rispetto all’incontro del G7 che la Repubblica Italiana ha presieduto sette anni fa, a Taormina, il contesto internazionale è profondamente mutato.
Oggi registriamo che il crescente processo di interdipendenza promosso dalla globalizzazione è bruscamente venuto meno, unitamente alla spinta verso valori e obiettivi globalmente condivisi.
Antichi fantasmi sono riapparsi e il linguaggio della cooperazione, e della costruzione di regole di convivenza internazionali rispettose dei popoli, viene messo a dura prova, lasciando il posto a crescenti tensioni geopolitiche, quando, purtroppo, non a conflitti.
L’ambizione di nuovi attori di giocare un ruolo più profilato interpella la capacità della comunità internazionale – e in essa del G7 – di promuovere processi positivi orientati alla pace e allo sviluppo.
Per taluno si tratta di procedere alla realizzazione comunque – spesso in modo affannoso – di nuovi assetti internazionali, nella presunzione che saranno più vantaggiosi per sè di quelli raggiunti nei decenni che hanno fatto seguito alla Seconda guerra mondiale mentre, spesso, aprono, invece, spazi a insidie di neo-colonialismi se non di neo-imperialismi.
E’ utile, allora, interrogarsi su quale sia, in questo contesto, il ruolo del G7 e vorrei prospettare tre considerazioni.
Una prima risposta risiede nella constatazione che il G7 è un insieme di Paesi uniti non soltanto da un elevato livello di sviluppo e di reddito, ma anche e soprattutto da valori.
Valori che hanno promosso in modo significativo la dignità delle persone e dei popoli, sulla base delle Carte e delle Dichiarazioni dell’ONU.
Valori, obiettivi, regole, che vanno preservati e sviluppati nella nuova condizione della vita internazionale.
Il Vertice si è così trasformato, da foro di coordinamento economico, in una piattaforma di rilevante confronto sui grandi temi del presente.
Un confronto reso possibile proprio dall’essere basato anzitutto su valori condivisi.
Gli Stati rappresentati a questo tavolo si riconoscono nei principi dello Stato di diritto, della democrazia, del rispetto dei diritti della persona, della cooperazione internazionale.
Considerazioni tutt’altro che scontate, se si pensa al preoccupante aumento delle pulsioni autoritarie in tante parti del mondo, con le conseguenze che ne derivano: compressione dell’inviolabile sfera della persona a livello interno e condotte aggressive nella sfera internazionale.
Il secondo elemento che caratterizza il G7 è costituito dalla adesione convinta a un sistema di regole, che vede nella Carta delle Nazioni Unite la sua manifestazione più alta.
La cura di questo sistema di regole – la prima delle quali consiste nel divieto di minaccia e uso della forza nei rapporti fra gli Stati – è un aspetto, oggi, tristemente sfidato.
Si affaccia la convinzione che sia possibile sostituire alla comunità internazionale, alle sue regole, al criterio di pari dignità fra gli Stati, la violenza e la sopraffazione.
Tendenza raffigurata da due date recenti.
Il 24 febbraio del 2022, in cui la Federazione Russa si è assunta la responsabilità storica di riportare la guerra in Europa in un pericoloso tentativo di revanche neo-imperiale che contraddice tutti i passi avanti realizzati nel continente sin dalla Conferenza di Helsinki del 1975.
Una svolta che non si può fingere di ignorare o sottovalutare come insegna la storia del ‘900.
Sostenendo la indipendenza dell’Ucraina, difendiamo principi generali di convivenza fra le nazioni, sui quali poggia, dal secondo dopoguerra in poi, la libertà, la sicurezza, la prosperità dei nostri popoli nonché lo sviluppo e il ruolo crescente di quelli che allora erano, loro malgrado, spettatori della storia.
Il 7 ottobre 2023 è un’altra data che ha segnato drammaticamente il nostro presente.
Il barbaro attacco di Hamas, con l’uccisione di inermi cittadini israeliani e il disumano sequestro di ostaggi, ha riaperto una ferita che continua ad essere alimentata dal macabro conteggio delle migliaia di vittime civili palestinesi, donne e bambini, che hanno perso la vita negli oltre otto mesi di conflitto.
I negoziati in corso per giungere al cessate il fuoco devono rappresentare una tappa per intraprendere un concreto percorso politico verso una pace duratura, che non può che fondarsi sulla soluzione a due Stati.
Occorre la volontà di perseguirla da parte di tutti gli attori coinvolti, per non abbandonare il dialogo a metà – come già accaduto in troppe occasioni – con l’inevitabile ripresa, nel tempo, del conflitto, con violenza e vittime sempre maggiori.
La terza dimensione del G7 che vorrei richiamare è quella di una piattaforma aperta.
A partire dal Vertice del 2007 in Germania veniva introdotto il cosiddetto “processo Heiligendamm” che apriva il G7 al resto del mondo e coinvolgeva nell’esercizio altri cinque Paesi, rappresentativi di tutti i continenti, per un dialogo sui grandi temi globali dello sviluppo economico, dell’innovazione e del cambiamento climatico. Temi ulteriormente ampliati, a L’Aquila, nel 2009, a quelli della sicurezza alimentare e dell’energia.
Il formato del G7 è, quindi, in grado di adeguarsi ai mutamenti del contesto internazionale – e lo conferma questa edizione – nella consapevolezza che non possono essere affrontati in un circuito limitato.
Nuove tematiche – dallo sviluppo sostenibile del continente africano, ai flussi migratori, alla rivoluzione indotta dall’intelligenza artificiale – trovano giusto spazio nel Vertice di Borgo Egnazia e sollecitano collaborazione con gli altri attori rilevanti dello scacchiere mondiale.
Le grandi economie libere raccolte nel G7 continuano certamente a esercitare una rilevante forza di attrazione e d’influenza, ma, naturalmente, in un mondo multipolare, questa esperienza si confronta con tentativi di dar vita a schemi alternativi se non contrapposti.
La capacità di costruire partenariati con quella parte del mondo che, nelle fisiologiche differenze, è disponibile al dialogo sulle nostre opzioni, è il naturale orizzonte al quale guardare.
Le indicazioni provenienti dai Capi di Stato e di Governo qui riuniti saranno, al riguardo, preziose.
I Paesi G7 condividono una responsabilità accentuata nell’affrontare i problemi del presente; consapevoli, tuttavia, di non poterlo fare da soli.
Formulo a tutti Voi auguri di buon lavoro e levo il calice al Vostro benessere personale e a quello dei popoli che rappresentate”.
Roma,
Si è tenuta a Roma, in questi giorni, presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la prima riunione del Gruppo G7 Roma/Lyon sotto Presidenza italiana. Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha l’alta responsabilità di presiedere tale foro, congiuntamente con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Il Gruppo, che ha il mandato di coordinare e rafforzare la risposta congiunta dei Paesi G7 in materia di lotta alla criminalità organizzata transnazionale ed al terrorismo, riunisce i servizi diplomatici e di polizia dei Paesi membri a cui, in questa occasione, si sono aggiunti qualificati referenti di importanti Organizzazioni internazionali quali INTERPOL, UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), GCERF (Global Fund for Preventing Violent Extremism), UNICRI (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute).
I lavori sono stati aperti dagli interventi introduttivi del Vice Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Carlo Lo Cascio, dal Direttore Centrale Sicurezza, Alessandro Azzoni e, per il Ministero dell’Interno, dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza preposto all’attività di coordinamento e panificazione delle Forze di polizia, Prefetto Stefano Gambacurta e dal Direttore dell’Ufficio di coordinamento e pianificazione delle Forze di polizia, Prefetto Annunziato Vardé.
L’agenda dei lavori si è concentrata sulle specifiche priorità del programma di Presidenza italiana in materia di sicurezza.
Tra queste, emerge il contrasto al traffico di esseri umani e alla tratta di migranti, che è stato affrontato anche con riferimento al fenomeno individuabile nel “digital smuggling”, ovvero l’utilizzo della rete da parte delle organizzazioni criminali per potenziare le loro capacità di gestione e sfruttamento del fenomeno.
Il tema della Sicurezza Economica è stato declinato con riferimento alle investigazioni finanziarie e alla necessità di predisporre una specifica regolamentazione delle criptovalute per contrastare il loro utilizzo per fini illeciti, in linea con la logica investigativa promossa dall’Italia del “follow the money”.
In tema di sicurezza nella dimensione cyber e di lotta al cybercrime, sono stati esaminati nel dettaglio gli strumenti a protezione dello spazio virtuale e le misure di contrasto all’utilizzo illegale degli strumenti digitali.
Altro tema centrale nella discussione è stato quello del ruolo dell’intelligenza artificiale (IA) nel settore della sicurezza, dove è stata condivisa la necessità di introdurre prassi condivise per prevenire i possibili rischi di un uso illecito da parte delle reti criminali e per sfruttare al meglio le potenzialità che tale tecnologia offre per fini di polizia.
Un focus specifico è stato dedicato alle droghe sintetiche soprattutto con riguardo alla crescente ed allarmante diffusione del Fentanyl.
È stata altresì affrontata l’emergente minaccia relativa allo sfruttamento e all’abuso sessuale dei minori con uno sguardo rivolto alle best practices adottate dai Paesi G7, soprattutto nella dimensione online.
Un’approfondita e proficua discussione è stata sviluppata in merito alla prevenzione e al contrasto del terrorismo e dell’estremismo violento, da cui è emersa l’importanza di garantire un efficace scambio di informazioni tra i Paesi partner, al fine di poter disporre di una visione globale e condivisa del fenomeno e di intervenire immediatamente per l’individuazione di potenziali terroristi nei loro movimenti transfrontalieri.
Sono state discusse le ripercussioni sulla sicurezza globale che stanno emergendo a seguito degli attacchi di Hamas e del più recente attentato a Mosca, soffermandosi sulla minaccia legata al riemergere del Gruppo ISIS-K.
Inoltre, particolare attenzione è stata rivolta al problema della radicalizzazione in carcere ed al nesso tra i network terroristici e il crimine organizzato in Africa occidentale.
Due sessioni hanno visto come protagoniste le priorità riguardanti, rispettivamente la frode transnazionale, in particolare sul web, e le ripercussioni che il conflitto in Ucraina può avere sulla sicurezza dei Paesi del G7.
Il foro ha condotto i Paesi partner ad importanti conclusioni: in primo luogo è stato deciso di creare un network specifico attivo 24/7 per lo sviluppo e il rafforzamento della cooperazione strategica e tecnica in materia di uso illecito di criptovalute.
È stato infine unanimemente deciso di affidare all’Italia la Presidenza del sottogruppo di lavoro LEPSG (Law Enforcement Projects Sub-Group) che gestisce i numerosi progetti attuativi delle misure di cooperazione adottate dal Gruppo Roma/Lyon.
Sullo sfondo della discussione è stata più volte ricordata l’importanza – e l’attualità – della Convenzione ONU di Palermo sulla lotta alla criminalità organizzata transnazionale e dei suoi Protocolli addizionali, quale quadro di riferimento per lo sviluppo di una cooperazione rafforzata tra i diversi Paesi del G7 e non solo.
Da parte dei partecipanti è stato particolarmente apprezzato l’approccio italiano nei confronti dei temi posti in agenda, incentrato sulla prevenzione delle cause originatrici dei fenomeni criminali e sull’anticipazione della risposta securitaria.
Gli esiti dei lavori del Gruppo andranno ad alimentare la riflessione politica dei Ministri dell’Interno dei Paesi G7 che si riuniranno a Mirabella Eclano il 2 – 4 Ottobre prossimi.
Giorgia Meloni è a Kiev – nel giorno del secondo anniversario dell’invasione russa- e alle 16 presiederà. nella qualità di Presidente del Consiglio, una riunione in videoconferenza dei Capi di Stato e di Governo G7, la prima sotto la Presidenza italiana, al quale parteciperà in collegamento anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.
Durante la cerimonia è stato un breve video che ha mostrato alcune immagini della difesa di Hostomel del 24-25 febbraio 2022. “Oggi ci troviamo in questo posto molto simbolico, proprio qui Putin voleva vincere la battaglia chiave per poi condurre un blitz su Kiev, ma qui ha fallito perché i nostri difensori sono riusciti a fermare i russi. Ogni male -aggiunge il leader ucraino- può essere distrutto, anche il male russo“..
il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo al vertice del G7 che si è concluso oggi a Hiroshima. ha affermato: “Sono grato per la decisione di addestrare i nostri piloti su moderni aerei da combattimento. Lo scudo aereo può essere completo solo quando i sistemi di difesa aerea a terra sono integrati da moderni velivoli in aria. Ora siamo sulla strada per eliminare il gap di capacità. Quando i nostri piloti conosceranno l’F16 e quando questi velivoli appariranno nei nostri cieli, avrà importanza non solo per l’Ucraina: questo sarà un momento storico per l’intera architettura della sicurezza in Europa e nel mondo“.
“Abbiamo sviluppato la formula della pace in modo tale da garantire che ciascuno dei suoi punti sia sostenuto dalle risoluzioni delle Nazioni Unite. E in un modo in cui tutti nel mondo possono scegliere la traccia a cui possono contribuire. Dal Giappone ai Paesi Arabi, dall’Europa all’America Latina, troviamo il supporto per la nostra formula. E continuiamo questo lavoro”, ha aggiunto.
Ancora: “insieme a tutti i nostri alleati e partner, abbiamo raggiunto un tale livello di cooperazione che garantisce il rispetto della democrazia, del diritto internazionale e della libertà. Ci sono stati tentativi di ignorare e disprezzare ciò che apprezziamo. Ma ora è impossibile”.
“Ora il nostro potere sta crescendo. Chiunque voglia intraprendere un’aggressione contro un Paese democratico vede quale sarà la risposta. E più lavoriamo tutti insieme – ha rimarcato – meno è probabile che qualcun altro al mondo segua il folle percorso della Russia. Ma questo è abbastanza? La democrazia ha bisogno di altro. Penso che abbiamo bisogno di una chiara leadership globale della democrazia. Questa è la cosa principale che forniamo con la nostra collaborazione”.
Il Presidente americano Biden ha espresso un chiaro appoggio all’Ucraina con la fornitura degli F 16. Stati Uniti “sono pronti a continuare a inviare aiuti militari per rispondere alle immediate esigenze militari, compreso l nuovo pacchetto da 375 milioni di dollari in munizioni ed equipaggiamento, e per costruire la capacità di difesa a lungo termine dell’Ucraina per difendersi e scoraggiare l’aggressione da parte della Russia”.
In questo quadro, prosegue la nota, “è stato discusso l’impegno comune, con i nostri partner e alleati, ad addestrare piloti ucraini su caccia di quarta generazione, come gli F-16”.
Nove riuniti in Giappone per il vertice, il presidente ucraino parteciperà in presenza. La presidente del Consiglio: “Ordine economico sia libero ed equo”. Incontro bilaterale Meloni-Trudeau: “Canada preoccupato per diritti Lgbtq in Italia”
il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha confermato la propria presenza Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, seduta accanto al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e al primo ministro canadese Justin Trudeau, con il quale la premier italiana ha avuto un incontro bilaterale prima della sessione, si è soffermata sull’economia globale
Gli Usa, ha spiegato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, sono “determinati” a ritirare le truppe dall’Afghanistan entro – e possibilmente non oltre – il 31 agosto prossimo. “Prima finiamo, meglio è”, l’indicazione di Biden, che ha sottolineato come “ogni giorno di operazioni comporta rischi per le nostre truppe”. Terminato il G7 con una dichiarazione congiunta, i termini del ritiro restano quindi gli stessi e nonostante la richiesta di Boris Johnson di prorogare il ponte aereo anche oltre la deadline imposta dai talebani.
“Coopereremo con i Paesi vicini e gli altri della regione per sostenere i rifugiati afghani” nel quadro di una risposta “regionale coordinata a lungo termine. Chiediamo a tutti i partner dell’Afghanistan di sostenere questo sforzo”, hanno affermato i leader del G7 nella dichiarazione finale diffusa ieri al termine del vertice sull’Afghanistan. “L’Afghanistan non deve diventare mai più un rifugio sicuro per il terrorismo né la fonte di attacchi terroristici contro altri. Lavorando insieme con i partner, in particolare con gli alleati della Nato, continueremo a combattere il terrorismo con determinazione e solidarietà, ovunque“.
“Esprimiamo grave preoccupazione per la situazione in Afghanistan e facciamo appello alla calma ed alla moderazione per garantire la sicurezza degli afghani vulnerabili e dei cittadini stranieri e per prevenire una crisi umanitaria”.
“Chiediamo a tutte le parti in Afghanistan di lavorare in buona fede per stabilire un governo inclusivo e rappresentativo, che veda anche la partecipazione significativa di donne e minoranze”.
“Ogni futuro governo afghano dovrà rispettare gli obblighi e gli impregni internazionali contro il terrorismo, per salvaguardare i diritti umani di tutti gli afghani, in particolare delle donne, dei bambini e delle minoranze etniche e religiose, difendere lo stato di diritto, permettere l’accesso umanitario incondizionato e contrastare in modo efficace il traffico di droga e di esseri umani”.
USA
“Siamo in linea per concludere” l’evacuazione dall’Afghanistan “per il 31 agosto: prima finiamo, meglio è”. Biden si è espresso così sull’operazione. “Mi sono riunito con i miei colleghi del G7, i vertici dell’Onu, della Nato e dell’Ue. Ho ringraziato per la solidarietà vista, ci siamo impegnati in uno sforzo senza precedenti. Abbiamo evacuato 70.700 persone dal 14 agosto, nelle ultime 12 ore ci sono stati altri 19 voli militari Usa che hanno trasportato 6.400 persone evacuate. Oltre 50 voli e 12.000 persone” nel complesso dai Paesi della coalizione nelle ultime 12 ore. “Continueremo a collaborare per portare fuori le persone nel modo più efficiente e sicuro. Ogni giorno di operazioni comporta rischi per le nostre truppe. La conclusione entro il 31 agosto dipende dalla cooperazione dei talebani, consentendo l’accesso all’aeroporto” delle persone che devono essere evacuate. “Ho chiesto al Pentagono e al Dipartimento di Stato piani per modificare il calendario se dovesse necessario. Sono determinato a garantire la conclusione di questa missione”.
ITALIA
Mario Draghi ha spiegato che l’obiettivo è riuscire a concludere in sicurezza le operazioni di evacuazione a Kabul entro fine agosto. In merito, il premier ha sottolineato la necessità di “mantenere un canale di contatto anche dopo la scadenza del 31 agosto e la possibilità di transitare dall’Afghanistan in modo sicuro”. “
Ad oggi, dall’Afghanistan “abbiamo evacuato tutti gli italiani che ci hanno chiesto di lasciare il Paese, rispondendo alla comunicazione inviata dall’Ambasciata. Abbiamo portato in Italia quasi 2.700 afghani, principalmente collaboratori delle istituzioni italiane, a partire dal nostro contingente militare, e loro familiari”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervenendo ieri sulla crisi afghana e sui suoi sviluppi davanti alle Commissione riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato. “Un numero destinato a crescere, considerati circa mille afghani già in sicurezza in aeroporto e previsti imbarcarsi sui prossimi voli italiani”, ha aggiunto.
In Afghanistan “ci sono ancora 32 italiani che non vogliono tornare”, ha reso noto il ministro. Secondo Di Maio, qualora alcuni di loro dovessero cambiare idea, l’Italia è pronta a rimpatriarli negli ultimi giorni del processo di evacuazione da Kabul.
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“Un tempo questo era il G8, perché c’era anche la Russia. Ora la Russia non c’è. Io amo il nostro paese, sono stato l’incubo peggiore per la Russia. Detto questo, la Russia dovrebbe partecipare a questo meeting”, ha sostenuto il presidente statunitense D.Trump
Una proposta accolta con favore dal presidente del Consiglio italiano Conte che nella sua relazione inaugurale aveva chiesto di eliminare le sanzioni alla Russia.. “”L’Italia è sempre stata tradizionalmente fautrice della considerazione della Russia nell’ambito del G8″,
(Fotomontaggio,divenuto virale in Russia per la coppia più potente del mondo)
La replica di Mosca snobba le dichiarazioni dell’Unione europea: – “Diamo più importanza ad altri formati“, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. ”