Signori , ” l’Italia sta cambiando”: accordo raggiunto- anche con l’azzardo – sulla manovra finanziaria

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E’ la manovra del cambiamento”. Così i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, hanno commentato l’accordo raggiunto ieri sera sul documento finanziario che fissa l’asticella del rapporto deficit/Pil al 2,4% per i prossimi tre anni. Dopo ore di trattative e aver vinto la resistenza del  ministro dell’Economia Giovanni Tria, che avrebbe voluto mantenere l’impegno preso in Europa con l’asticella all’1,6%, ha dunque prevalso l’asse Lega-M5S.  Vale a dire il cambiamento totale con il rischio però che la Commissione europea faccia lo sgambetto

Tra le misure contenute in manovra anche il reddito di cittadinanza per cui, ha garantito il vicepremier Di Maio, verranno stanziati “10 miliardi di euro” da distribuire a 6,5 milioni di persone. “Via libera anche alla pensione di cittadinanza che dà dignità ai pensionanti”, ha aggiunto il ministro del Lavoro, che annovera tra le misure della prossima finanziaria anche “il superamento della Fornero” ed “un Fondo ad hoc di 1,5 mld” destinato a coloro che sono stati “truffati delle banche“.

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Confermata- si apprende da un comunicato pervenuto in redazione – anche la Flat tax, cavallo di battaglia della Lega, ovvero “tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani”, ha spiegato il ministro dell’Interno Salvini. E ancora, nella prima finanziaria targata M5S-Lega ci sarà anche “il diritto alla pensione per almeno 400.000 persone e altrettanti posti di lavoro a disposizione dei nostri giovani superando la legge Fornero, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni” e, commenta  ancora Salvini, “nessun aumento dell’Iva”.

Di Maio e i ministri M5S affacciati dal balcone di Palazzo Chigi per esultare (Ansa)

(Foto Ansa)

Rilancio del SUD: Conto alla rovescia per lo smontaggio della “malattia cancerogena” della legge Fornero- In attesa migliaia di dipendenti pubblici e privati

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Finalmente ci siamo.     La notizia tanto attesa di andare in quiescenza senza penalizzazioni e liberare i posti per le nuove leve giovanili è arrivata e concreta pure.      Il vice premier Salvini, ospite – com’è noto -del salotto televisivo di Bruno Vespa,  si è soffermato sull’ “inizio dello smontaggio della Fornero”  entro la fine di quest’anno 2018 e, soprattutto, ha fornito la sua idea e ricetta previdenziale: in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi. “.      Matteo Salvini ha ribadito che l’età sarà quella al massimo 62”. Un obiettivo ambizioso, sul quale il ministro spiega di voler iniziare a lavorare già dalla fine dell’anno insieme a flat tax, reddito di cittadinanza e pace fiscale.

Vediamo oggi come si presenta la situazione che il governo –come ha già assicurato il Ministro Salvini – dovrà presto esaminare entro dicembre di quest’anno e riformare seppellendo  quella malattia cancerogena chiamata ” riforma Fornero”        Teniamo conto che solo in Sicilia è uscita una legge con l’ex Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta che concede la quiescenza anticipata a migliaia di dipendenti già dal 2016.   Qui però ,in assenza dei requisiti richiesti dalla Regione Sicilia, i dipendenti regionali hanno subito  alcune penalizzazioni economiche.

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Il Ministro Matteo Salvini : ” Demolirò entro l’anno la legge Fornero”

 

Naturalmente   il  trattamento previdenziale non è uguale per tutti  perchè coincide, sostanzialmente, con un “salario differito” da godere nell’età avanzata, che deriva dalla rinuncia del lavoratore, durante la sua vita lavorativa attiva, a una quota della retribuzione che gli garantirà una rendita per quando non sarà più in grado di lavorare.   Alcune eccezioni si sono registrate in Sicilia perchè migliaia di assunzioni sono avvenute con le leggi giovanili del precariato

Questa prestazione economica viene erogata, a domanda, ai lavoratori dipendenti e autonomi  che abbiano raggiunto l’età anagrafica stabilita dalla legge e abbiano perfezionato l’anzianità contributiva e assicurativa richiesta.

I contributi versati nel corso della vita lavorativa determinano, alla fine di questa, una rendita mensile il cui importo dipende dal numero e dall’entità dei contributi.

Nel corso degli anni si sono susseguite diversi meccanismi che hanno coinvolto il complesso settore e   modificato i requisiti per potervi accedere, ossia quello anagrafico (il raggiungimento di un’età determinata) e quello contributivo (il raggiungimento di un minimo di anni di contributi versati alla gestione di appartenenza). Vediamo, secondo la normativa vigente, cosa è necessario per poter andare in pensione.

Con la pensione di vecchiaia

decorrere dal 1° gennaio 2012, i soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 possono conseguire il diritto alla pensione aesclusivamente in presenza di un’anzianità contributiva minima pari a 20 anni, costituita da contributi versati o accreditati a qualsiasi titolo.

L’età anagrafica richiesta, invece,(requisito adesso modificabile secondo il Ministro Salvini) è stata fissata dalla Legge Fornero (D.L. 201/2011) e varia a seconda delle categorie di lavoratori nei modi che seguono:

a) lavoratrici dipendenti assicurate al FPLD dell’AGO, nonché assicurate al Fondo FS e al Fondo quiescenza Poste:

dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012

62 anni

dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013

62 anni e 3 mesi

dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015

63 anni e 9 mesi

dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2017

65 anni e 7 mesi

dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018

66 anni e 7 mesi

dal 1° gennaio 2019

67 anni (con successivi adeguamenti alla speranza di vita)

b) lavoratrici autonome

dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012

63 anni e 6 mesi

dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013

63 anni e 9 mesi

dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015

64 anni e 9 mesi

dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2017

66 anni e 1 mese

dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018

66 anni e 7 mesi

dal 1° gennaio 2019

67 anni (con successivi adeguamenti alla speranza di vita)

c) lavoratori dipendenti iscritti all’AGO ed alle forme sostitutive ed esclusive della medesima e lavoratrici iscritte alle casse ex Inpdap:

dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012

66 anni

dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2015

66 anni e 3 mesi

dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018

66 anni e 7 mesi

dal 1° gennaio 2019

67 anni (con successivi adeguamenti alla speranza di vita)

d) lavoratori autonomi

dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012

66 anni

dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2015

66 anni e 3 mesi

dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018

66 anni e 7 mesi

dal 1° gennaio 2019

67 anni (con successivi adeguamenti alla speranza di vita)

Adeguamento alla speranza di vita

Il requisito anagrafico, nei prossimi, anni – secondo la legge Fornero, sarebbe destinato ad aumentarein automatico: infatti, secondo le regole attuali, i requisiti minimi per il pensionamento dovranno essere adeguati periodicamente alla speranza di vita. Il prossimo adeguamento riguarderà il 2019 – 2020 per poi passare alla cadenza biennale. In caso vi fossero decrementi nella speranza di vita, lo scatto biennale potrebbe essere bloccato e, al contrario, se gli incrementi di vita risultano superiori alle previsioni, lo scatto potrebbe essere maggiore di quello previsto dalla Legge. Ad esempio, i dati dell’ultima indagine Istat, hanno registrato a febbraio un abbassamento dell’aspettativa di vita per gli Italiani nel 2019, principioo che potrebbe determinare un mancato aumento dei requisiti di età previsti dalla Legge Fornero – ripetiamo se per magia essa non sarà abolita -per raggiungere la pensione.

Soggetti con primo accredito contributivo successivo al 31 dicembre 1995

I soggetti con primo accredito contributivo successivo al 31 dicembre 1995, invece, maturano il diritto a godere della pensione di vecchiaia in due casi:
1) 20 anni di contributi e requisito anagrafico previsto per i soggetti in possesso di contribuzione al 31 dicembre 1995, purché l’importo della pensione non sia inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale;
2) 70 anni e 7 mesi di età e 5 anni di contribuzione effettiva (obbligatoria, volontaria o da riscatto ma non figurativa), indipendentemente da quale sia l’importo della pensione. Il requisito anagrafico è stato stabilito in relazione al requisito delle aspettative di vita e, più in particolare, era di:
  • 70 anni dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012,
  • 70 anni e 3 mesi dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2015,
  • 70 anni e 7 mesi dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018.
Sono possibili ulteriori adeguamenti dal 2019.

Quando andare in pensione con la pensione anticipata

Anche la pensione anticipata  è una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (AGO) ed alle forme esclusive, sostitutive, esonerative ed integrative della medesima, nonché alla gestione separata.

Pensione anticipata donne

Per le donne, in particolare, i requisiti richiesti sono i seguenti:

1) Anzianità contributiva al 31 dicembre 1995

Requisiti contributivi

  • 41 anni e 1 mese – dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012
  • 41 anni e 5 mesi – dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013
  • 41 anni e 6 mesi – dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015
  • 41 anni e 10 mesi – dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018
  • 41 anni e 10 mesi (da adeguare alle aspettative di vita) – dal 1° gennaio 2019

2) Primo accredito contributivo successivo al 31 dicembre 1995

Requisiti contributivi

  • 41 anni e 1 mese – dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012
  • 41 anni e 5 mesi – dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013
  • 41 anni e 6 mesi – dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015
  • 41 anni e 10 mesi – dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018
  • 41 anni e 10 mesi (da adeguare alle aspettative di vita) – dal 1° gennaio 2019

Requisiti anagrafici

  • 63 anni di età – dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2014
  • 63 anni e 3 mesi – dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015
  • 63 anni e 7 mesi di età – dal 1° gennaio 2016 (da adeguare alle aspettative di vita)

Pensione anticipata uomini

Per gli uomini, in particolare, i requisiti richiesti sono i seguenti:

1) Anzianità contributiva al 31 dicembre 1995

Requisiti contributivi

  • 42 anni e 1 mese – dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012
  • 42 anni e 5 mesi – dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013
  • 42 anni e 6 mesi – dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015
  • 42 anni e 10 mesi – dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018
  • 42 anni e 10 mesi (da adeguare alle aspettative di vita) – dal 1° gennaio 2019

2) Primo accredito contributivo successivo al 31 dicembre 1995

Requisiti contributivi

  • 42 anni e 1 mese – dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012
  • 42 anni e 5 mesi – dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013
  • 42 anni e 6 mesi – dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015
  • 42 anni e 10 mesi – dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018
  • 42 anni e 10 mesi (da adeguare alle aspettative di vita) – dal 1° gennaio 2019

Requisiti anagrafici

  • 63 anni di età – dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2014
  • 63 anni e 3 mesi – dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015
  • 63 anni e 7 mesi di età – dal 1° gennaio 2016 (da adeguare alle aspettative di vita)

purché siano stati versati e accreditati contributi effettivi per almeno 20 anni e l’ammontare mensile della prima rata di pensione non sia inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale.

Età pensionabile nella pensione di anzianità

Entro il 31 dicembre 2011, il diritto alla pensione di anzianità si perfezionava al raggiungimento di una determinata quota derivante dalla somma tra l’età anagrafica minima richiesta e almeno 35 anni di contributi. Le quote sono rimaste, per i salvaguardati, anche per gli anni successivi, in maniera differenziata tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi.

Pensione di anzianità per i lavoratori dipendenti

  • dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2012 – 60 anni di età, 35 ani di contributi, quota 96
  • dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2015 – 61 anni e 3 mesi di età, 35 anni di contributi, quota 97,3
  • dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018 – 61 anni e 7 mesi di età, 35 anni di contributi, quota 97,6
  • dal 1° gennaio 2019 – quota 98 (con successivi adeguamenti alla speranza di vita)

Pensione di anzianità per i lavoratori autonomi

  • dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2012 – 61 anni di età, 35 ani di contributi, quota 97
  • dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2015 – 62 anni e 3 mesi di età, 35 anni di contributi, quota 98,3
  • dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018 – 62 anni e 7 mesi di età, 35 anni di contributi, quota 98,6
  • dal 1° gennaio 2019 – quota 99 (con successivi adeguamenti alla speranza di vita)