Fibrillazioni e resistenze nel corso del lungo vertice sul Mes, durato ben 4 ore per la parte dedicata al Fondo Salva Stati e tutt’ora in corso su altri dossier, a partire da Alitalia. Il premier mirava avere il placet sul fondo salva Stati, pronto però ad affrontare un duro negoziato sull’Union banking.
Ma la proposta è stata rintuzzata da Di Maio, che ha lanciato la palla al Parlamento per dare un segnale forte e chiaro già all’Eurogruppo del 4 dicembre, quando i ministri dell’Economia della zona euro dovranno stilare il piano definitivo sul Mes e una road map per l’unione bancaria. Non solo. Di Maio avrebbe fatto notare al ministro e alla delegazione Dem che i numeri per approvare la riforma del Mes così come è stata congegnata non ci sono, dunque “qualcosa deve cambiare e il governo deve lasciare che sia il Parlamento a pronunciarsi”.
Nella foto il Ministro dell’Economia Gualtieri
Chiuso il dibattito a Palazzo Chigi sul Mes, il meccanismo di stabilità europeo, il vertice con il premier Giuseppe Conte affronta altri temi centrali nell’agenda di governo. La problematica di Autostrade e di Benetton che respinge ogni responsabilità sugli illeciti accertati dalla Procura di Genova e la problematica eterna- ed adesso urgente – dell’Alitalia
Dario Franceschini. “Ovviamente sarà poi il Parlamento a pronunciarsi definitivamente sulle decisioni assunte”. “Abbiamo dato un mandato molto forte al ministro Gualtieri a trattare per rappresentare gli interessi nazionali sia sulla parte che riguarda l’unione bancaria sia su miglioramenti sulla parte Mes. Evidente che poi alla fine, come scritto nelle nostre regole, sarà il Parlamento a dare delle linee di indirizzo prima del vertice dei capi di governo”.
DI MAIO : il Meccanismo di stabilità va valutato nell’ambito di un pacchetto di riforme nelle quali c’è tanto da cambiare, per quanto riguarda l’opinione del M5S”. “Noi vogliamo meccanismi europei che aiutino gli Stati e non stritolino gli Stati, e quindi fino al momento in cui il Parlamento non si esprimerà nessuna decisione potrà essere presa, nessuna luce verde potrà essere accesa. Poi il M5S, all’interno della maggioranza, scriverà una risoluzione di maggioranza nella quale chiederà che tutto questo pacchetto venga migliorato in maniera considerevole, perché stiamo parlando dei risparmi degli italiani e di tante cose che interessano gli italiani”.
“Il meccanismo è molto semplice, da qui a quando il premier verrà in Aula e si potranno votare delle risoluzioni ci sono 10 giorni”, nel frattempo c’è “l’Eurogruppo del 4 dicembre dove andrà il ministro dell’Economia, non potrà dare nessuna luce verde finché il Parlamento non si sia espresso. Poi qualcuno lo chiama rinvio, qualcuno riflessione, qualcuno lo chiama negoziato senza soluzione definitiva, per me quel che conta è che il Parlamento sia sovrano, si pronunci e si potrà pronunciare intorno al 10 dicembre, prima dell’Eurosummit”.
Ed ancora Di Maio – “Su Alitalia siamo tutti d’accordo che vada fatta una norma che permetta alla struttura commissariale di utilizzare il prestito ponte. Tutti siamo d’accordo che dobbiamo dare una chance a questa compagnia, ma è arrivato il momento anche di fare un’azione di responsabilità sugli amministratori“.