Sant’Agata, il governatore siciliano Renato Schifani a Catania: «Festa sia attenzione verso gli ultimi»

 

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Catania,

«La festa della Patrona di Catania mostra ancora una volta il suo fascino sospeso tra fede e tradizione. Mi auguro che questi tre giorni di celebrazioni siano ancora una volta l’occasione di affermare i valori cristiani, di testimonianza e attenzione verso gli ultimi, gli emarginati, i veri martiri dei nostri tempi. Quei valori che la Patrona di Catania ha testimoniato con il suo sacrificio».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani,(nella foto sopra insieme al Sindaco etneo Trantino) in occasione delle celebrazioni per la festa di Sant’Agata, a Catania. Il governatore siciliano questa mattina ha preso parte alla processione per l’offerta della cera dalla chiesa di S.Agata alla Fornace sino alla Cattedrale, per il solenne Te Deum officiato dall’acivescovo metropolitano Luigi Renna, sfilando in corteo lungo la via Etnea con il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il vicepresidente della Regione Luca Sammartino, l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone, il prefetto Maria Carmela Librizzi, il sindaco Enrico Trantino e le altre autorità politiche, civili, religiose e militari.
«Quest’anno – ha aggiunto Schifani – la festa ha un motivo in più per consegnare ai catanesi un messaggio di ritrovata fiducia. La città ha oggi un sindaco e un’amministrazione comunale nel pieno dei poteri, al lavoro con grande impegno. Ci sono progettualità in corso d’opera, dallo sviluppo dell’aeroporto alle infrastrutture ferroviarie, dal completamento della metropolitana al rilancio dell’area industriale, sino a nuovi musei e rigenerazioni urbane che coinvolgono interi quartieri strategici. La Regione Siciliana continuerà a fare la sua parte al fianco del Comune e di tutte le istituzioni coinvolte».

La festa di S.Agata a Catania: la processione e gli appuntamenti fino al giro finale della “Santuzza” alle prime luci dell’alba del 6 febbraio

 

 

 

Sant’Agata, la santa patrona di Catania viene festeggiata  per 3 giorni fino  a lunedì  5 compreso.  E’ un appuntamento grandioso, molto sentito dalla cittadinanza e dalle istituzioni

La festa della “Santuzza” della città – chiamata così dai suoi devoti attira persone da tutta Italia e da tutto il mondo che riempiono le vie di Catania durante i le 3 giornate della processione. Riportiamo  le date e gli appuntamenti della festa.

Festa di Sant’Agata:  gli appuntamenti

 

 

Eventi Liturgici

  • Ore 07,30; 10,00: Sante Messe nella cappella di Sant’Agata   Giorno 3 Feb.
  • Ore 12,00: Processione per l’offerta della cera dalla Chiesa di S. Agata alla Fornace alla Basilica Cattedrale. Parteciperanno S. E. Mons. Arcivescovo, i Capitoli delle Basiliche Cattedrale e Collegiata, il Clero, gli alunni del Seminario interdiocesano, la scuola per il diaconato permanente “Sant’Euplio”, il Prefetto, il Sindaco del Comune di Catania, il Presidente del Consiglio Comunale con i Consiglieri, il Magnifico Rettore, gli Ordini Equestri Pontifici, il Sovrano Militare Ordine di Malta, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, le Autorità militari nonché i Gonfaloni della Città, della Città metropolitana e dell’Ateneo seguiti dalle storiche berline del Senato e dai Cerei.
  • Riflessioni dettate da alcuni laici impegnati nei movimenti ecclesiali.
  • In Cattedrale solenne “TE DEUM” e benedizione eucaristica.

Domenica 4 Febbraio

La vera festa inizia proprio  oggi ,il 4 mattina, con la caratteristica messa dell’Aurora al Duomo. La Cattedrale già stamane registrava il pienone di cittadini fedeli .Al termine, il busto di Sant’Agata viene concesso alla città è fa la sua uscita maestosa dalla cattedrale. Il busto prosegue in processione facendo un giro esterno della città, in questa giornata ed in alcuni punti è facile approcciarsi al fercolo senza troppa confusione.

Eventi liturgici

Prima dell’alba ingresso dei fedeli e devoti in Cattedrale; sacerdoti saranno
disponibili per le confessioni.

  • Ore 04,30: Nella Basilica Cattedrale recita del Rosario.
  • Ore 05,15: Esposizione delle Reliquie della Santa Patrona.
  • Ore 06,00: “Messa dell’Aurora” celebrata da S. E. Mons. Arcivescovo.
    Al termine l’Arcivescovo benedirà le Corone del Rosario per la preghiera guidata dagli “Amici del Rosario”.
  • Sante Messe in Cattedrale alle ore 8,00; 9,30; 11,00.
  • Ore 07,00: In piazza Duomo riflessioni di Mons. Barbaro Scionti, parroco della Basilica Cattedrale, che insieme ai devoti darà inizio alla processione delle Reliquie di S. Agata da Porta Uzeda. Davanti all’Icona della Madonna della Lettera S. E. Mons. Arcivescovo offrirà un cero alla Santa Patrona. Davanti alla cappella del Santissimo Salvatore in via Dusmet, omaggio dell’Autorità Portuale e della Capitaneria di Porto.
  • La processione proseguirà per le vie Calì, piazza Cutelli, via Vittorio Emanuele, piazza dei Martiri, dove renderanno omaggio i disabili, via VI Aprile, della Libertà, piazza Iolanda. In detta piazza riflessioni del Rev.do P. Francesco La Vecchia OP, Priore dei domenicani di Catania . La processione continua per le vie Umberto, Grotte Bianche, piazza Carlo Alberto; dinanzi al Santuario della SS. Annunziata al Carmine omaggio dei Padri Carmelitani, riflessioni del Parroco, P. Antonino Mascali O.C.; indi si prosegue verso piazza Stesicoro dove S. E. Mons. Arcivescovo si rivolgerà ai fedeli per il tradizionale messaggio alla Città. La comunità cristiana catanese, nei luoghi, tradizionalmente riconosciuti, del martirio di S. Agata rinnova solennemente le promesse battesimali.
  • Lungo la salita dei Cappuccini e piazza S. Domenico le Sacre Reliquie raggiungeranno la Chiesa di S. Agata la Vetere. Celebrazione dei Primi Vespri della solennità di Sant’ Agata V. M., presiede S. E. R. Mons. Giuseppe Favale, Vescovo di Conversano, anima la liturgia la comunità del Seminario interdiocesano.
  • La processione prosegue per le vie Plebiscito, Vittorio Emanuele, piazza Risorgimento, via Aurora, Palermo, piazza Palestro, in detta piazza riflessioni del Rev.do Sac. Rosario Mazzola, parroco al Sacro Cuore al fortino e Vicario foraneo, indi per via Garibaldi, Plebiscito, Dusmet, rientro in piazza Duomo da Porta Uzeda.

Lunedì 5 Febbraio

Questa è la giornata più lunga, Il busto di Sant’Agata durante questa giornata viene custodito ed esposto all’interno del duomo dove viene celebrata la messa pontificale e solo nel tardo pomeriggio riportato fuori dai devoti per il giro finale in città che si conclude spesso alle prime luci dell’alba di giorno 6 febbraio.

Eventi liturgici

Solennità di Sant’Agata V. M.

  • Ore 08,00: Santa Messa nella Chiesa di Sant’Agata alla Badia.
  • Ore 10,00: Le Autorità con i Gonfaloni della Città, della Provincia e dell’Università da Palazzo degli Elefanti si recheranno in Cattedrale.
  • Ore 10,15: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Marcello Semeraro,
    Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, gli Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi di Sicilia, i Canonici, il Clero e il Seminario muoveranno in corteo liturgico dal Palazzo
  • Arcivescovile fino alla Basilica Cattedrale per il Solenne Pontificale.
  • Il servizio liturgico sarà curato dagli alunni del Seminario interdiocesano, l’animazione del canto dalla Cappella Musicale del Duomo.
  • Sante Messe in Cattedrale alle ore 13,00; 14,00; 15,00.
  • Ore 16,00: Santa Messa presieduta da S. E. R. Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù.
  • Ore 17,00: Processione delle Sacre Reliquie per via Etnea; dinanzi alla Basilica Collegiata omaggio floreale del Capitolo dei canonici e dei soci del Circolo Cittadino S. Agata;
  • La processione prosegue per via Caronda, piazza Cavour; in detta piazza omaggio floreale dell’Associazione Sant’ Agata al Borgo e riflessioni del Rev.do Sac. Enzo Fatuzzo, parroco in Sant’ Agata al Borgo e Vicario foraneo. Indi si prosegue per via Etnea, Sangiuliano, Crociferi; dinanzi alla Chiesa di San Benedetto omaggio floreale delle Monache benedettine dell’adorazione perpetua, riflessioni del cappellano Mons. Antonino La Manna, Vicario episcopale per la cultura;
  • Si prosegue per piazza S. Francesco d’Assisi, via della Lettera, Garibaldi, piazza Duomo.
  • Al rientro in Cattedrale, celebrazione di benedizione e di ringraziamento presieduta da S. E. Mons. Arcivescovo.

SANT’AGATA, LA PATRONA DI CATANIA CHE INSEGNA LA FEDE CRISTIANA E INCANTA IL MONDO

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  Venerata da cattolici e ortodossi, è patrona di Catania. La sua festa,-oggi purtroppo un pò rovinata dal Meteo-allerta Giallo- dalla pioggia e temporali,  con la spettacolare processione delle reliquie, è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.

Giovanni Battista Tiepolo, Martirio di Sant'Agata, Berlino, Gemäldegalerie

Giovanni Battista Tiepolo, Martirio di Sant’Agata, Berlino, Gemäldegalerie

La più antica fonte sul martirio della giovane catanese Agata, che in greco significava buona, è la Passio, che risale alla seconda metà del V secolo (di cui si hanno due variazioni greche e una latina che sostanzialmente coincidono). Essendo un testo letterario edificante, essa presenta dati storici che vanno letti con cautela, ma che concordano sul tempo della morte che sarebbe avvenuta il 5 febbraio 251, durante la persecuzione di Decio, data che può essere accettata. Agata, cresciuta in una famiglia illustre e ricca, sentì presto il desiderio di donarsi totalmente a Cristo: il che fece a circa 15 anni.

Vergine e martire, fu sedotta dal proconsole Quinziano ma lei non cedette. E lui la fece torturare fino a farle strapparle i seni con grosse tenaglie

Nei primi tempi del Cristianesimo le vergini consacrate, con la loro scelta di vita, rappresentavano un esempio diverso dentro un mondo pagano e in disfacimento. Il vescovo della città, nella cerimonia della velatio, le impose il flammeum, velo rosso portato dalle vergini consacrate; secondo alcuni era probabile che Agata avesse già 21 anni, infatti è rappresentata con tunica bianca e il pallio rosso (ad esempio nel mosaico di Sant’Apollinare Nuovo in Ravenna del VI secolo è raffigurata con la tunica lunga, dalmatica e stola a tracolla) segni della diaconessa, cioè di una donna con ruolo attivo nella comunità cristiana, con il compito, fra gli altri, di istruire i nuovi adepti. Nell’anno a cavallo fra il 250 e il 251 il proconsole Quinziano era giunto a Catania – città fiorente posta in ottima posizione geografica, con un grande porto, che costituiva un vivace punto di scambio commerciale e culturale dell’intero Mediterraneo – anche per far rispettare l’editto imperiale che chiedeva a tutti i cristiani l’abiura pubblica della loro fede. Affascinato da Agata che seppe essere una consacrata, le ordinò di adorare gli dei pagani. Al suo secco rifiuto il proconsole la affidò per un mese alla cortigiana Afrodisia (forse sacerdotessa di riti pagani che comprendevano la prostituzione sacra) con lo scopo di corromperla. Fallito ogni tentativo di corruzione, Quinziano avviò un processo contro Agata, di cui sono riferiti i dialoghi tra il proconsole e la santa, che rispecchiano sentimenti e linguaggio dei cristiani, e dai quali si comprende che la giovane era edotta in dialettica e retorica.

Suggestivo è il passaggio dove Agata, alla domanda circa la sua famiglia, risponde di essere libera e nobile di nascita; allora il magistrato le domanda perché conduce una vita da schiava, la giovane risponde: “La nobiltà suprema consiste nell’essere schiavi di Cristo”. Tradotta in carcere fu sottoposta a tortura che culminò con lo strappo di una mammella. Nella stessa notte venne visitata da San Pietro che la rassicurò e le risanò le ferite. Adirato Quinziano, la cui passione per Agata si era tramutata in odio, la fece porre nuda su cocci di vasi e carboni ardenti: improvvisamente vi fu un terremoto e crollò il luogo dove avveniva il supplizio, seppellendo i carnefici. Infine venne sottoposta al supplizio dei carboni ardenti. A questo punto, secondo la tradizione, mentre il fuoco bruciava le sue carni, non bruciava il velo che lei portava; per questa ragione “il velo di sant’Agata” diventò da subito una delle reliquie più preziose. Mentre la città era in preda al panico Agata spirava, alla presenza di molti testimoni, nella sua cella pregando e ringraziando Dio di averle conservato la verginità. I fedeli ne raccolsero le spoglie e con grande onore le deposero in un sepolcro nuovo.

L’INTERVENTO DI AGATA SALVÒ CATANIA DALLA LAVA DELL’ETNA

Nel primo anniversario della morte di Agata, una violenta eruzione dell’Etna minacciava di seppellire Catania: in ricordo e ammirazione per la martire i catanesi, compresi i pagani, presero il velo deposto sul sepolcro e lo usarono come scudo contro la lava ardente: immediatamente il fiume di fuoco si arrestò. Da questo episodio si sviluppa lo straordinario culto dedicatole dalla città di Catania, di cui è patrona. L’uso di opporre alla lava il miracoloso velo è continuato nel tempo. Ancora nel 1886 il velo fermò la lava al borgo Nicolosi, posto sulle pendici del vulcano, che venne risparmiato dalla distruzione.

Agata fu dapprima sepolta nel suburbio di Hybla Maior. Nel 1040 il suo corpo fu trafugato e portato a Costantinopoli, ma nel 1126 due soldati della corte imperiale, il provenzale Gilberto ed il pugliese Goselmo, a cui era apparsa la Santa, lo riportarono a Catania con una nave che approdò la notte del 7 agosto in un posto denominato Ognina. Tutti i catanesi, risvegliatisi, accorsero a onorare la loro patrona: il 17 agosto le reliquie rientrarono nel Duomo, dove sono conservate in nove reliquiari.

Il culto di Agata, diffuso anche in Oriente, ricorre più volte nel Martirologio geronimiano e il suo nome fu inserito nel canone della messa romana, forse per volere di Gregorio Magno (per cui è venerata con memoria obbligatoria anche oggi) e in quello ambrosiano e ravennate.

A Napoli il suo culto è significato da un affresco del IV secolo nella catacomba di San Gennaro. A Roma papa Simmaco, agli inizi del VI secolo, le intitolò una basilica sull’Aurelia e Gregorio Magno riferisce nei suoi scritti di aver riaperto al culto cattolico una basilica fatta erigere in Trastevere dal patrizio Ricimero per gli ariani, introducendo le reliquie dei santi Agata e Sebastiano.

Il culto era ampiamente diffuso anche in Italia settentrionale: nel Duecento la diocesi di Milanocontava ben 26 chiese a lei intitolate. La venerazione per la martire è sparsa in tutto il mondo. Agata protegge 44 comuni italiani, dei quali 14 ne portano il nome. È compatrona di Malta con san Paolo, così come della Repubblica di San Marino. Molto diffusa è la venerazione di Agata in Spagna, e quindi nell’America latina. A Barcellona è intitolata ad Agata la cappella del palazzo reale dove i re cattolici, Isabella e Ferdinando, ricevettero Cristoforo Colombo al suo primo ritorno dall’America, e presso Segovia esiste la tradizione curiosa secondo cui il 5 febbraio comandano le donne che eleggono addirittura una sindachessa, mentre gli uomini sbrigano le faccende domestiche.

Sant’Agata era invocata contro gli incendi, e poiché quando questi scoppiavano si usava suonare a martello le campane, si prese l’abitudine di incidere il suo nome su queste, assieme a quello della Madonna e di altri santi protettori. Per questo motivo i costruttori di campane si posero sotto la protezione di Agata. In relazione alla tortura che le strappò i seni la santa di Catania era molto invocata dalle madri per  l’allattamento e per conseguenza dalle balie.

Catania riserva alla sua patrona, dal 3 al 5 febbraio, festeggiamenti grandiosi, dove l’elemento devozionale si mischia con quello folclorico. La città viene percorsa da una processione solenne e imponente, in cui si porta il fercolo d’argento chiamato “a vara”, dentro il quale sono custodite le reliquie della Santa, accompagnato da undici enormi candelieri, detti “cannalore”, fantasiose sculture verticali in legno con scomparti dove sono scolpiti gli episodi salienti della vita della santa, appartenenti ciascuna alle corporazioni degli artigiani cittadini. Considerata tra le tre principali feste cattoliche a livello mondiale per affluenza, la festa di sant’Agata è stata inserita nel sistema dei beni della Val di Noto dichiarati patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO: tali festeggiamenti, infatti, sono considerati un bene immateriale di tipo etnoantropologico.

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Chiesa della Badia di S.Agata-Catania
Vat.F.c)