L’assessore regionale dei beni culturali, Vittorio Sgarbi invia alla Stampa regionale un Comunicato stampa sullo stato di agitazione promosso dal sindacato della Cgil beni culturali sull’apertura dei siti archeologici e dei musei in Sicilia nelle giornate festive. Il problema dei custodi ricorderemo ai lettori è una piaga siciliana del Dipartimento ai beni culturali e delle Soprintendenze ad esso connesse. C’è il problema delle qualifiche, degli straordinari che non si pagano ai custodi ma solo ai dipendenti “amici” e favoriti dei Soprintendenti, in particolare a Catania , ufficio retto da Maria Grazia Patanè (incompetente essendo una bibliotecaria) e dal capo personale Giovanni Pulvirenti, altro incompetente perchè laureato in agraria.
“Ancora una volta – spiega l’assessore – con un atteggiamento più di contrapposizione politica che di tutela dei lavoratori, la Cgil, che, è bene precisarlo, non è rappresentativa della maggioranza dei dipendenti del settore, prospetta presunte inadempienze e scenari di inefficienza che non hanno alcun fondamento, a tal punto da far credere che sia a rischio l’apertura dei musei.
Altro che “comportamento anti sindacale”: saremo noi a valutare, qualora continuasse questa campagna di disinformazione, di adire le vie legali per il danno di immagine che viene arrecato al sistema dei beni culturali siciliano che, è bene ricordarlo, vive di visitatori che non devono essere disorientati ma incoraggiati. Un sindacato serio, che ha a cuore la tutela degli interessi pubblici prima ancora che quelli dei singoli associati, non può sottovalutare la portata di certe esternazioni frutto, evidentemente, solo del clima elettorale”