Consigli sbagliati dei collaboratori di Biden, la famiglia lo sprona ad andare avanti

 

Joe Biden - Afp

Se tra gli assistenti del presidente cresce il  dubbio di vincere la sfida e la consapevolezza che Biden dovrebbe forse fare retromarcia, il figlio Hunter e la famiglia in generale lo sprona ad andare avanti. Ma soprattutto i familiari di Biden stanno cercando di essere sempre più coinvolti nelle questioni della Casa Bianca e che riguardano la campagna elettorale….

“Il fiasco del dibattito ha aperto la strada alla famiglia, che ha cercato di andare oltre lo staff per iniziare ad aiutare il padre e il fratello che amano profondamente”, ha affermato una delle persone a conoscenza delle dinamiche familiari. Secondo alcuni collaboratori di Biden, la famiglia sta cogliendo l’occasione per cercare di regolare vecchi conti.

Dal punto di vista dei familiari, l’esito del dibattito con Trump non è altro che l’apice di consigli sbagliati da parte di collaboratori che non hanno aiutato il presidente a mostrare al meglio il suo spessore politico. Queste dinamiche hanno irritato alcuni membri dello staff di Biden, che hanno affermato che puntare il dito contro qualcuno ostacola tutti coloro che vogliono aiutare il presidente ad affrontare questa crisi.

Napoli, al culmine di un litigio figlio uccide a coltellate la madre

 

Napoli,

Altre notizie di drammi in famiglia si susseguono dopo quella di Catania. Qui l’attore principale è il figlio assassino.

Una donna di 61 anni è stata uccisa a coltellate dal figlio 17enne. Il delitto consumato  a Napoli, in un’abitazione a rampe San Giovanni Maggiore, traversa di via Mezzocannone, nel centro storico.

Violenza e delitti in famiglia -Archivi SUD LIBERTA'

L’omicidio- si apprende –  è avvenuto al culmine di un litigio tra madre e figlio. Quest’ultimo, dopo aver ucciso la donna, si è chiuso in casa. Si apprende che vicini di casa,  hanno sentito i due litigare violentemente, e hanno inviato segnalazioni alla Polizia

I primi a riuscire ad entrare nell’abitazione sono stati i vigili del fuoco attraverso una finestra. Sul posto sono intervenuti i poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura di Napoli e del Commissariato Decumani. Sono in corso accertamenti e indagini.      Si sta valutando la posizione del ragazzo, figlio adottivo della donna, soprattutto se è sano di mente.

 

Zero, tre… via!” nei quartieri con servizi dedicati a prima infanzia e genitorialità

Presentazione

Foto Ufficio Stampa

Librino, San Giovanni Galermo, Nesima/ Monte Po e Villaggio Dusmet  sono i quattro quartieri di Catania che accoglieranno le attività del progetto “Zero, tre… via!” con  poli integrati di servizi di cura e educativi per minori sino ai tre anni,  attività di sostegno a genitorialità e maternità, conciliazione famiglia-lavoro.
L’iniziativa di rete, promossa dall’assessorato alle Politiche sociali retto da Giuseppe Lombardo, è stata selezionata dall’impresa sociale “Con i Bambini”  tra le  35 vincitori del bando “Comincio da zero” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nato da un’ intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Arci, il Forum nazionale del Terzo settore e il Governo.
Il progetto è stato illustrato nella sede dell’associazione Talità Kum, in viale Moncada, alla presenza dell’assessore Giuseppe Lombardo e del presidente del VI Municipio Alfio Allegra. Sono intervenuti i principali referenti della rete guidata dal capofila del progetto, Talità Kum onlus (presidente Giuliana Gianino), in sinergia con il Comune e con il coinvolgimento di diversi partner: Asp di Catania (presente con MariStella Fardella), coop. Tommaso Moro (Carmelo Marzà), Associazione Costruiamo Ponti (Naomi Puglia), Associazione culturale Inperformat (Marika Greco), Associazione Oratorio San Filippo Neri nuovo (Lorenzo Barletta), CESVI Fondazione Onlus (Anna Catinotto), Cooperativa Centro Orizzonte Lavoro (Alberto Anzalone), Cooperativa Marianella Garcia (Filippa Giugno), Cooperativa Prospettiva (Glauco Lamartina).
“Il progetto – ha detto l’assessore Giuseppe Lombardo – nasce come risposta alla necessità riscontrata dai servizi sociali del Comune nei quartieri riguardo al fabbisogno di risorse da dedicare alla prima infanzia, a servizi di supporto alla genitorialità e a nuclei familiari in situazione di forte disagio e difficoltà dal punto di vista socio-economico e relazionale (famiglie povere, monogenitoriali, con problemi con la Giustizia). Situazioni che sommate al continuo impoverimento di ampie fasce della popolazione del quartiere producono malessere e disorientamento nelle famiglie e ricadute negative a livello della comunità locale. Si rivela dunque un bisogno concreto di azioni che siano di supporto alla genitorialità”.

L’iniziativa intende implementare azioni sinergiche su territori che rilevano problematiche comuni, la realizzazione di spazi educativamente attrezzati per il supporto alla genitorialità e all’infanzia (bambini 0-3 anni) mirando in particolare all’accoglienza e presa in carico di bimbi (e loro genitori) in situazione di povertà educativa oltre che socio-economica. Questi spazi si configureranno come centro di incontro, facilitatore dell’inserimento e integrazione sociale precoce, attraverso “il gioco” considerato non soltanto un diritto fondamentale del bambino ma strumento indispensabile per lo sviluppo e la crescita.
Importante punto di forza è la rete ampia costituita territorialmente che permetterà una presa in carico della famiglia nella sua interezza stimolando forme di coinvolgimento attivo e partecipato di tutta la comunità.
Il progetto, della durata di tre anni,  intende offrire servizi integrati in una logica di welfare comunitario, che vede il coinvolgimento e la collaborazione di tutta la comunità educante e delle famiglie, in un processo di empowerment e responsabilizzazione, seguendo un approccio multidimensionale: servizi educativi, sanitari, socio-culturali, legali, orientamento al lavoro.
Pilastro della proposta è l’integrazione con altri servizi mirati a sostenere le situazioni vulnerabili e a rafforzare le risorse dei nuclei familiari nello svolgere il compito genitoriale, compresi i servizi di patronato e assistenza legale, l’accompagnamento al lavoro, i servizi dell’Asp di Catania. E inoltre, la collaborazione consolidatasi con l’Ufficio P.O. Programmazione del Comune di Catania che  ha permesso negli anni di calibrare interventi mirati per l’individuazione di famiglie e minori in situazione di fragilità.

 

La tragedia di Licata forse legata a ragioni di eredità familiare (terreni)

strage di Licata, Sicilia, Cronaca
Indagini dei Carabinieri sulla tragedia di Licata – Sud Libertà

 

 

La strage di Licata ha cancellato una intera famiglia . Si tratta di una intera famiglia  oltre all’uomo pluriomicida suicida dopo aver compiuto la strage. La tragedia si è verificata in via Riesi, alla periferia cittadina.     Si sta indagando sulle motivazioni della tragedia . Sul luogo i militari del Comando Provinciale di Agrigento e i quelli della Compagnia di Licata.

Forse ragioni legate a motivi economici o  ad una eredità, quelle che sarebbero alla base della strage di stamattina alla periferia di Licata. L’uomo, il 48enne Angelo Tardino – che ha sterminato anche i due nipotini di 11 e 15 anni – già all’alba si sarebbe recato nella casa di campagna del fratello, in contrada Safarello. Qui-informano- si troverebbero i terreni coltivati lasciati in eredità dal padre.

Tra i due, a quel punto si sarebbe accesa una discussione violenta, dalla quale è scaturita la furia omicida dell’uomo….La diatriba sembrerebbe nata per ragioni di interesse legate alla suddivisione di alcuni terreni dove la famiglia coltivava carciofi

L’uomo che avrebbe estratto la pistola ed esploso i colpi di pistola all’indirizzo dei suoi familiari è Angelo Tardino, 48 anni: le vittime sono suo fratello Diego Tardino, la cognata Alexandra Ballacchino e suoi due nipoti Alessia Tardino, 15 anni,e Vincenzo Tardino, 11 anni. Dopo aver assassinato i familiari, Tardino ha tentato la fuga ma deve aver fatto una seria e tempestiva riflessione c he la sua vita era sostanzialmente già finita e ha tentato il suicidio  nella sua vettura.

 Sul luogo della strage la Pm Dr Paola Vetro che indaga sul caso . Gli inquirenti  informano pure  che  l’uomo si è sparato proprio mentre era al telefono con i Carabinieri  della compagni di Licata,  che erano ormai sulle sue tracce dopo la segnalazione della moglie . All’improvviso uno sparo mentre l’uomo un attimo prima conversava con i militari,l’intuizione che il fuggitivo  ci aveva ripensato decidendo  di porre fine alla sua esistenza.  Anche se in condizioni gravissime che non lasciano speranza, l’uomo è stato trasportato in ospedale ..

Forse ragioni legate ad una eredità, quelle che sarebbero alla base della strage di stamattina alla periferia di Licata. L’uomo, il 48enne Angelo Tardino – che ha sterminato un’intera famiglia, compresi i due nipotini di 11 e 15 anni – già all’alba si sarebbe recato nella casa di campagna del fratello, in contrada Safarello. La stessa zona nella quale si troverebbero i terreni coltivati lasciati in eredità dal padre.

Tra i due, a quel punto si sarebbe accesa una discussione violenta, dalla quale è scaturita la furia omicida dell’uomo che, dopo aver assassinato fratello, cognata e bambini, è salito in auto per darsi alla fuga. Solo successivamente, appena rintracciato dai carabinieri, Tardino avrebbe deciso di spararsi con la stessa arma del delitto.

Regno Unito: scompare il principe Filippo, va via un’epoca di uniformi e cerimonie

La Regina Elisabetta e il principe Filippo: le foto del loro amore

 

Spicca il comunicato di Buckingham Palace: “Si è spento  il principe Filippo, aveva 99 anni. “E’ con profondo dolore che Sua Maestà la Regina annuncia la morte del suo amato marito, Sua Altezza Reale, il Principe Filippo, Duca di Edimburgo. Sua Altezza Reale si è spento in pace questa mattina al Castello di Windsor”

La Regina Elisabetta e il principe Filippo: le foto del loro amore

Filippo,aveva quasi cent’anni perchè avrebbe compiuto 100 anni il 10 giugno prossimo, era comparso in pubblico l’ultima volta lo scorso 16 marzo, mentre lasciava il King Edward VII Hspital di Londra, dove era stato ricoverato per riprendersi dall’intervento al cuore al quale si era sottoposto nel St Bartholomew’s Hospital. Il Duca di Edimburgo era stato ricoverato al King Edward VII Hospital il 16 febbraio per un periodo di “riposo e osservazione”, dopo avere sofferto un malore.

Ma la degenza era stata prolungata tanto che un comunicato ufficiale riferiva che Filippo era in cura per un’infezione. Dopo 13 notti, era stato trasferito all’unità cardiaca del St   per un trattamento specialistico. Il Palazzo aveva riferito che il 3 marzo Filippo si era sottoposto “con successo a una procedura per una condizione cardiaca pre-esistente”.

Il principe Filippo disse che rinascendo "sarebbe voluto essere un virus  letale"

 

All’uscita dal King Edward VII Hospital di Londra, Filippo era stato fotografato su una sedia a rotelle, prima di salire sull’auto che lo avrebbe portato al Castello di Windsor, per riunirsi alla regina Elisabetta, dopo aver trascorso 28 notti in ospedale, la sua degenza più lunga.

Prima aveva partecipato alla cerimonia del passaggio di consegne del suo ruolo di colonnello in capo del reggimento dei Rifles, dopo 67 anni di servizio.

 

Elisabetta II e Filippo, scatti da un matrimonio da record

Lo stesso mese, era anche stato fotografato al matrimonio della principessa Beatrice, mentre a giugno era stato fotografato al fianco della regina per il suo 99esimo compleanno. Lo scorso novembre era stata diffusa la sua ultima foto ufficiale, che lo ritraeva accanto alla regina al Castello di Windsor, mentre insieme ammiravano una cartolina fatta dai loro pronipoti, i principi George e Louis e la principessa Charlotte, per il loro 73esimo anniversario di matrimonio.

Dallo scorso marzo, Filippo aveva trascorso gran parte del suo tempo in isolamento al Castello di Windsor, come precauzione contro il Covid-19.

I 70 anni insieme da quando , il 20 novembre del 1947, nell’Abbazia di Westminster a Londra, il principe si unì in (sontuoso) matrimonio. Un’unione perfetta, quella tra Elisabetta di Windsor, allora 21enne, e Filippo Mountbatten, alto e biondo 26enne che della sovrana è un lontano cugino. Per sposare Elisabetta, Filippo ha rinunciato al proprio cognome, si è convertito alla religione anglicana ed è diventato cittadino britannico. Solo così esce dalla linea di successione al trono di Grecia e Danimarca, perchè era l’unico figlio maschio di un fratello del re Costantino.

Per il Regno Unito, ancora stravolto dalle battaglie  della seconda guerra mondiale-la lotta alla Germania Nazista di Hitler e dallo sfaldamento dell’Impero, il matrimonio tra Elisabetta e Filippo rappresentò una ripresa, un messaggio di fiducia e ottimismo verso il futuro. La morte prematura del padre di Elisabetta, nel 1952, la rende regina, Capo della chiesa anglicana e Capo del Commonwealth, mentre a Filippo è riservato il ruolo  di principe consorte

Elisabetta II e Filippo, scatti da un matrimonio da record

 Bandiere a mezz’asta sventolano oggi sul palazzo, decretati 8 giorni di lutto in tutto il Regno Unito.

Se ne va un’epoca di uniformi e cerimonie, parenti ,pettegolezzi, rotocalchi e rumours, riti che ricordano epoche passate.. Un uomo che non ha mai lasciato parlare di sè, niente critiche mai comportamenti inusitati.

Elisabetta II e Filippo, scatti da un matrimonio da record

Elisabetta II e Filippo, scatti da un matrimonio da record

Ricordiamo il duca per il suo continuo sostegno alla sovrana, non solo come regina, ma come marito“. E’ un passaggio della dichiarazione fatta dal premier Boris Johnson, dopo avere appreso la notizia della scomparsa del principe Filippo. “E’ a sua maestà e alla sua famiglia che i nostri pensieri si ricolgono oggi – ha detto ancora Johnson parlando a Downing Street – oggi piangiamo con sua maestà e le nostre condoglianze vanno a lei e alla sua famiglia, che ringraziamo come nazione e regno

Elisabetta II e Filippo, scatti da un matrimonio da record

Gennaro De Crescenzo: musica tra tradizione e rinnovamento

 

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di  Lucilla Corioni

Un mondo musicale tra tradizione e rinnovamento, evocativa della popolare e melodica canzone partenopea con un originale tormentone al sapore di tarantella e nuove sonorità. Intensità emotiva e passione ardente nell’attesa di un domani mentre scorrono le immagini sequenziali di nottate in solitudine, dove lei – la donna amata che gli ha strappato l’anima – come uno spirito, diventa nuovamente vera, concreta all’alba, all’arrivo del sole, in un nuovo, un altro giorno. Il brano, scritto da Mikele Buonocore e da Ennio Mirra (arrangiato da quest’ultimo) è eseguito alla chitarra da Buonocore, al pianoforte da Maurizio Epoca e ai fiati da Martino Brucale.

 

Note biografiche

Gennaro De Crescenzo, napoletano, nasce in una famiglia di musicisti: il padre Luigi, in arte Gino Deck, negli anni ’70 canta nel complesso ” Eduardino e i Casanova; il maestro Vincenzo, suo zio, autore di grandi canzoni e sceneggiate, tra cui le più celebri ” Luna Rossa”, “Credere”, “Malinconico Autunno”, “A sciurara “Eduardo di “Ancora”, “Vola”, ” Il  racconto della sera” ed Eddy Napoli ex voce solista dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore e di inni storici come ” Malaunità ”.

Gennaro si affaccia al mondo musicale nel 2016, quando inizia a frequentare il Musiclab Studio dove incontra per la prima volta Savio Arato (maestro di canto) e Claudio Bevilacqua, arrangiatore del  CD ” Musica per Napoli” per l’etichetta discografica TDM RECORDS.

Dopo aver esordito nella Galleria Marconi di Casoria per il calendario Natalizio 2016, casa Di Fiore di Carlo De Vita, partecipa all’ apertura del concerto di James Senese per il cartellone “Alla corte del gusto” tenutasi a Marigliano.

Nel 2017 ha partecipato alla rassegna “Omaggio a Totò. Estate a Napoli” al Chiostro di San Domenico Maggiore, anno di pubblicazione del video LUNTANO SE NE VA e del progetto discografico MUSICA PER NAPOLI .

L’anno successivo ha ritirato il Premio Casa Sanremo, conquistando il terzo posto.

Emergenza clima, il tempo stringe.Papa Francesco: “L’irresponsabilità della nostra generazione sarà pagata dai nostri figli e nipoti”

 

Il Papa  ai petrolieri: occorre una transizione energetica radicale

La famiglia è a rischio, in grave pericolo   ..Il  Pontefice mostra di essere fortemente preoccupato di fronte all’indifferenza dei potenti del petrolio ed in incontro promosso dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale con i vertici delle Compagnie petrolifere mondiali,chiede di muovere passi concreti per la tutela del pianeta Terra.

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“Le future generazioni sono in procinto di ereditare un mondo molto rovinato. I nostri figli e nipoti non dovrebbero dover pagare il costo dell’irresponsabilità della nostra generazione”. “La transizione energetica e la tutela della casa comune”, promosso in Vaticano dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. Rivolgendosi, tra gli altri, ai vertici delle Compagnie petrolifere mondiali, il Pontefice esprime soddisfazione per questo secondo appuntamento a Roma: un segno positivo del “costante impegno a lavorare insieme in uno spirito di solidarietà al fine di promuovere passi concreti per la tutela del nostro pianeta”.

La famiglia umana è in pericolo

“L’odierna crisi ecologica, specialmente il cambiamento climatico”, riconosce, “minaccia il futuro stesso della famiglia umana”: e non si tratta di “un’esagerazione”. Per troppo tempo, infatti, sono state ignorate le analisi scientifiche, guardando “con disprezzo e ironia” le relative “previsioni catastrofiche”. Papa Bergoglio fa riferimento anche al Rapporto speciale sull’impatto del riscaldamento globale di 1.5ºC sui livelli pre-industriali del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, che mette “chiaramente in guardia” sulle conseguenze del mancato raggiungimento degli accordi di Parigi.

Il Rapporto avverte, inoltre, che manca solo poco più di una decade per raggiungere questa barriera del riscaldamento globale. Di fronte a un’emergenza climatica, dobbiamo prendere opportuni provvedimenti, per poter evitare di commettere una grave ingiustizia nei confronti dei poveri e delle future generazioni. Dobbiamo agire responsabilmente ben considerando l’impatto delle nostre azioni nel breve e nel lungo termine.

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L’irresponsabilità delle passate e presenti generazioni non può danneggiare il futuro della famiglia umana, soprattutto dei suoi membri più vulnerabili. Sono i poveri, infatti, che “soffrono il peggior impatto della crisi climatica”: sono loro a essere “più vulnerabili agli uragani, alla siccità, alle inondazioni e agli altri eventi climatici estremi”.

Perciò si richiede sicuramente coraggio per rispondere “al grido sempre più disperato della terra e dei suoi poveri”. Nello stesso tempo, le future generazioni sono in procinto di ereditare un mondo molto rovinato. I nostri figli e nipoti non dovrebbero dover pagare il costo dell’irresponsabilità della nostra generazione. Mi scuso ma vorrei sottolineare questo: loro, i nostri figli, i nostri nipoti non dovranno pagare, non è giusto che loro paghino il costo della nostra irresponsabilità. Infatti, come sta diventando sempre più evidente, i giovani esigono un cambiamento. “Il futuro è nostro”, gridano i giovani oggi, e hanno ragione!

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Papa Francesco analizza poi i punti messi a fuoco nel corso dell’Incontro: “una corretta transizione”; “il prezzo del carbone” e la “trasparenza nel riportare i rischi climatici”. Occorre, infatti, gestire bene “l’impatto sociale e occupazionale del passaggio a una società a basso consumo di carbone”; e, allo stesso tempo, adottare un’adeguata “politica del prezzo del carbone”, “essenziale” per “usare con saggezza le risorse del creato”.

La mancata gestione delle emissioni di carbonio ha prodotto un enorme debito che ora dovrà essere ripagato con gli interessi da coloro che verranno dopo di noi. Il nostro utilizzo delle risorse ambientali comuni può essere considerato etico solo quando i costi sociali ed economici del loro uso sono riconosciuti in maniera trasparente e sono pienamente sostenuti da coloro che ne usufruiscono, piuttosto che da altre popolazioni o dalle generazioni future.

Infine, “la trasparenza nel riportare i rischi climatici”. “Una comunicazione aperta, trasparente, scientificamente fondata e regolata”, insiste il Pontefice, “è nell’interesse di tutti, rendendo possibile lo spostamento di capitali finanziari in quelle aree che offrono le più ampie possibilità all’intelligenza umana per creare e innovare, mentre protegge l’ambiente e crea più opportunità di lavoro”.

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Papa Bergoglio ricorda poi che “la civiltà richiede energia, ma l’uso dell’energia non deve distruggere la civiltà” e che “è necessaria una transizione energetica radicale per salvare la nostra casa comune”.

Cari amici, il tempo stringe! Le riflessioni devono andare oltre le mere esplorazioni di che cosa possa essere fatto, e concentrarsi su che cosa occorre che venga fatto. Non possiamo permetterci il lusso di aspettare che altri si facciano avanti, o di dare la priorità a vantaggi economici a breve termine. La crisi climatica richiede da noi un’azione determinata, qui e ora e la Chiesa è pienamente impegnata a fare la sua parte.

Papa Francesco: “La Chiesa non può restare immobile, si rinnova,la sessualità è un dono-non per divertirsi -ma per creare la famiglia, la gioia più bella “

Questa l”esortazione apostolica post-Sinodo di Papa Francesco  sui giovani ‘Christus Vivit’, pubblicata oggi in Vaticano. “In alcuni Paesi di arrivo, i fenomeni migratori suscitano allarme e paure, spesso fomentate e sfruttate a fini politici – afferma il Pontefice – Si diffonde così una mentalità xenofoba, di chiusura e di ripiegamento su sé stessi, contro cui occorre reagire con decisione”. Il Papa definisce “i migranti come paradigma del nostro tempo” e ricorda anche i tanti giovani coinvolti nelle migrazioni. “La preoccupazione della Chiesa riguarda in particolare coloro che fuggono dalla guerra, dalla violenza, dalla persecuzione politica o religiosa, dai disastri naturali dovuti anche ai cambiamenti climatici e dalla povertà estrema. Sono alla ricerca di un’opportunità, sognano un futuro migliore”. Altri migranti, invece, “sono attirati dalla cultura occidentale, nutrendo talvolta aspettative irrealistiche che li espongono a pesanti delusioni” mentre “trafficanti senza scrupolo, spesso legati ai cartelli della droga e delle armi, sfruttano la debolezza dei migranti. I giovani migranti spesso sperimentano anche uno sradicamento culturale e religioso”. Papa Francesco chiede in particolare ai giovani di “non cadere nelle reti di coloro che vogliono metterli contro altri giovani che arrivano nei loro Paesi, descrivendoli come soggetti pericolosi”.

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 – La Chiesa deve cambiare, non può restare immobile, anche se ciò non vuol dire perdere la sua identità e rinunciare a diffondere il suo messaggio. E’ la necessità sottolineata da Papa Francesco nell’esortazione apostolica. Parlando della “giovinezza della Chiesa”, il Pontefice auspica che la Chiesa sia “liberata da coloro che vogliono invecchiarla, fissarla sul passato, frenarla, renderla immobile” ma anche “da un’altra tentazione: credere che è giovane perché cede a tutto ciò che il mondo le offre, credere che si rinnova perché nasconde il suo messaggio e si mimetizza con gli altri. No. È giovane quando è sé stessa”, ribadisce chiedendo che “la Chiesa non sia troppo concentrata su sé stessa: questo comporta che riconosca con umiltà che alcune cose concrete devono cambiare. “Noi membri della Chiesa non dobbiamo essere tipi strani –  ma al contempo dobbiamo avere il coraggio di essere diversi, di mostrare altri sogni che questo mondo non offre, di testimoniare la bellezza della generosità, del servizio, della purezza, della fortezza, del perdono, della fedeltà alla propria vocazione, della preghiera, della lotta per la giustizia e il bene comune, dell’amore per i poveri, dell’amicizia sociale. La Chiesa può essere tentata di perdere l’entusiasmo e cercare false sicurezze mondane: sono proprio i giovani che possono aiutarla a rimanere giovane“.

Scandali sessuali e finanziari tengono lontani i giovani dalla Chiesa. E’ quanto riconosce Papa Francesco, nell’esortazione apostolica pubblicata oggi in Vaticano. “Ci sono giovani che sentono la presenza della Chiesa come fastidiosa e perfino irritante. Un atteggiamento che affonda le radici anche in ragioni serie e rispettabili”, afferma il Pontefice citando “gli scandali sessuali ed economici; l’impreparazione dei ministri ordinati che non sanno intercettare adeguatamente la sensibilità dei giovani; il ruolo passivo assegnato ai giovani all’interno della comunità cristiana; la fatica della Chiesa di rendere ragione delle proprie posizioni dottrinali ed etiche di fronte alla società”. Quanto, in particolare, agli abusi sui minori da parte del clero, il Papa assicura l’impegno suo e della Chiesa per “l’adozione di rigorose misure di prevenzione” ed esprime “gratitudine verso coloro che hanno il coraggio di denunciare il male subìto”, ricordando al tempo stesso che “i sacerdoti che si sono macchiati di questi orribili crimini non sono la maggioranza” e chiedendo ai giovani “se vedono un sacerdote a rischio perché ha imboccato la strada sbagliata, di avere il coraggio di ricordargli il suo impegno verso Dio e verso il suo popolo“.

“LA SESSUALITA’ E’ UN DONO” – “Dio ci ha creati sessuati, Egli stesso ha creato la sessualità che è un suo dono; dunque: niente tabù”. E’ l’affermazione di Papa Francesco presente nell’esortazione apostolica ‘Christus Vivit’. La sessualità, spiega il Pontefice, “è un dono che il Signore ci dà e ha due scopi: amarsi e generare vita. E’ una passione, il vero amore è appassionato”. Il Papa osserva poi che “l’aumento di separazioni e divorzi può causare nei giovani grandi sofferenze e crisi d’identità. Talora devono farsi carico di responsabilità che non sono proporzionate alla loro età”. Ma, “nonostante tutte le difficoltà”, esorta i giovani assicurando loro che “vale la pena scommettere sulla famiglia: in essa troverete gli stimoli migliori per maturare e le gioie più belle da condividere. Non lasciate che vi rubino la possibilità di amare sul serio – esorta – Credere che nulla può essere definitivo è un inganno e una menzogna: vi chiedo di essere rivoluzionari, vi chiedo di andare controcorrente“.

– “Una Chiesa troppo timorosa può essere costantemente critica nei confronti di tutti i discorsi sulla difesa dei diritti delle donne ed evidenziare costantemente i rischi e i possibili errori di tali rivendicazioni; mentre una Chiesa viva può reagire prestando attenzione alle legittime rivendicazioni delle donne, pur non essendo d’accordo con tutto ciò che propongono alcuni gruppi femministi”. E’ quanto spiega Papa Francesco nell’esortazione apostolica. Proprio i giovani chiedono “una Chiesa che ascolti di più, che non stia continuamente a condannare il mondo. Non vogliono vedere una Chiesa silenziosa e timida, ma nemmeno sempre in guerra per due o tre temi che la ossessionano. Per essere credibile agli occhi dei giovani, a volte ha bisogno di recuperare l’umiltà e semplicemente ascoltare, riconoscere in ciò che altri dicono una luce che la può aiutare a scoprire meglio il Vangelo”.

“DISOCCUPAZIONE GIOVANILE – “Invito i giovani a non aspettarsi di vivere senza lavorare, dipendendo dall’aiuto degli altri: questo non va bene, perché il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale”. E’ il monito di Papa Francesco. “In questo senso – avverte – aiutare i poveri con il denaro dev’essere sempre un rimedio provvisorio per fare fronte a delle emergenze”. Dopo aver notato come nel mondo del lavoro i giovani sperimentino forme di esclusione e di emarginazione, a proposito della disoccupazione giovanile il Pontefice sottolinea che “è una questione che la politica deve considerare come una problematica prioritaria, in particolare oggi che la velocità degli sviluppi tecnologici, insieme all’ossessione per la riduzione del costo del lavoro, può portare rapidamente a sostituire innumerevoli posti di lavoro con macchinari”. Quindi, il Papa esorta i giovani: “E’ vero che non puoi vivere senza lavorare e che a volte dovrai accettare quello che trovi, ma non rinunciare mai ai tuoi sogni, non seppellire mai definitivamente una vocazione, non darti mai per vinto”.

WEB E SOCIAL NETWORK – “Il web e i social network sono ormai un luogo irrinunciabile per raggiungere e coinvolgere i giovani. Ma anche un territorio di solitudine, manipolazione, sfruttamento e violenza, fino al caso estremo del dark web” avverte Papa Francesco. “I media digitali possono esporre al rischio di dipendenza, di isolamento e di progressiva perdita di contatto con la realtà concreta – osserva il Pontefice – Nuove forme di violenza si diffondono attraverso i social media, ad esempio il cyberbullismo; il web è anche un canale di diffusione della pornografia e di sfruttamento delle persone a scopo sessuale o tramite il gioco d’azzardo”. E non si deve neanche dimenticare che “nel mondo digitale operano giganteschi interessi economici, capaci di creare meccanismi di manipolazione delle coscienze e del processo democratico”. Infatti, “ci sono circuiti chiusi che facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odio; la reputazione delle persone è messa a repentaglio tramite processi sommari online. Le relazioni online possono diventare disumane e l’immersione nel mondo virtuale ha favorito una sorta di ‘migrazione digitale’, vale a dire un distanziamento dalla famiglia, dai valori culturali e religiosi, che conduce molte persone verso un mondo di solitudine”.

“Guarire le ferite nell’ambito familiare è indispensabile per avere pace ed armonia”: -Angelus di Papa Francesco

 

Nella famiglia di Nazareth non è mai venuto meno lo stupore, neanche in un momento drammatico come lo smarrimento di Gesù: è la capacità di stupirsi di fronte alla graduale manifestazione del Figlio di Dio”.

 “Ma cos’è lo stupore, cos’è stupirsi?”, si è chiesto Francesco al consueto Angelus,  che ha commentato la festa della Santa Famiglia soffermandosi su due sentimenti: “Stupore e angoscia”. “Stupirsi e meravigliarsi è il contrario del dare tutto per scontato, è il contrario dell’interpretare la realtà che ci circonda e gli avvenimenti della storia solo secondo i nostri criteri”, ha spiegato: “E una persona che fa questo non sa cosa sia la meraviglia, cosa sia lo stupore. Stupirsi è aprirsi agli altri, comprendere le ragioni degli altri: questo atteggiamento è importante per sanare i rapporti compromessi tra le persone, ed è indispensabile anche per guarire le ferite aperte nell’ambito familiare”.

“Quando ci sono dei problemi nelle famiglie, diamo per scontato che noi abbiamo ragione e chiudiamo la porta agli altri”, l’esempio scelto dal Papa: “Invece, bisogna pensare: ‘Ma che cos’ha di buono questa persona?’, e meravigliarsi per questo ‘buono’. E questo aiuta l’unità della famiglia”. “Se voi avete problemi nella famiglia, pensate alle cose buone che ha il familiare con cui avete dei problemi, e meravigliatevi di questo”, il consiglio dei Francesco: “E questo aiuterà a guarire le ferite familiari”.

L’angoscia che Maria e Giuseppe provarono nei tre giorni dello smarrimento di Gesù, ha proseguito il Papa a proposito del secondo sentimento, “dovrebbe essere anche la nostra angoscia quando siamo lontani da Lui, quando siamo lontani da Gesù”. “Dovremmo provare angoscia quando per più di tre giorni ci dimentichiamo di Gesù, senza pregare, senza leggere il Vangelo, senza sentire il bisogno della sua presenza e della sua consolante amicizia”, il monito: “E tante volte passano i giorni senza che io ricordi Gesù. Ma questo è brutto, questo è molto brutto. Dovremmo sentire angoscia quando succedono queste cose”. “Oggi torniamo a casa con queste due parole: stupore e angoscia”, la consegna finale: “Io so avere stupore, quando vedo le cose buone degli altri, e così risolvere i problemi familiari? Io sento angoscia quando mi sono allontanato da Gesù? Preghiamo per tutte le famiglie del mondo, specialmente quelle in cui, per vari motivi, mancano la pace e l’armonia”.

Papa Francesco: “La (vera) famiglia è una sola: un uomo e una donna, immagine e somiglianza di Dio………

La famiglia è “una sola”, ed è composta da “un uomo e da una donna”:  Papa Francesco è chiarissimo davanti alla platea dei delegati del Forum delle Famiglie per i 25 anni dell’associazione. “ Oggi si parla di famiglie diversificate –  di diversi tipi di famiglie. Si è vero che la parola famiglia è analoga, ma la famiglia è immagine di Dio. Uomo e donna, è una sola. Sono immagine e somiglianza di Dio. San Paolo lo chiama mistero grande, sacramento grande”.

Dal Pontefice arriva poi una durissima condanna contro l’aborto selettivo: “Perché – chiede – non si vedono nani per la strada? Perché il protocollo di tanti medici dice: viene male, mandiamolo via. Il secolo scorso tutto il mondo si è scandalizzato per quello che facevano i nazisti. Oggi facciamo lo stesso ma con i guanti bianchi“.

“Ho sentito dire che è di moda, o almeno abituale, che quando nei primi mesi di gravidanza si fanno gli studi per vedere se il bambino non sta bene o viene con qualcosa, la prima offerta è: lo mandiamo via. L’omicidio dei bambini: per risolvere la vita tranquilla si fa fuori un innocente“. “Da ragazzo – ha aggiunto – la maestra che insegnava storia ci diceva della rupe, per buttarli giù, per salvaguardare la purezza dei bambini. Un’atrocità, ma noi facciamo lo stesso”, ha tuonato il Pontefice.

 

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