Palermo, corruzione e falso di dirigente Asp che rilasciava certificati di invalidità in cambio di “mazzette”

Palermo,

Finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza cautelare di arresti domiciliari emessa dal Gip di Palermo su richiesta della Procura diretta da Maurizio de Lucia a carico di sei persone indagate a vario titolo per corruzione e falso.

Disposto anche il sequestro di circa 900 mila euro che sarebbe il guadagno derivato dei delitti contestati agli indagati. Le indagini sono state condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo in collaborazione con la direzione provinciale dell’Inps e hanno svelato un giro di mazzette che coinvolgono  Agostino Genova, un dirigente dell’Asp di Palermo, presidente di alcune commissioni provinciali per l’invalidità civile; un medico certificatore, abilitato dall’Inps all’inserimento dei certificati necessari all’avvio delle pratiche di richiesta delle invalidità e diversi intermediari che mettevano in contatto chi era interessato ai benefici assistenziali e i pubblici ufficiali corrotti.

Secondo gli inquirenti, Agostino Genova (nella foto )in cambio di denaro e regali avrebbe redatto, anche usando documenti falsi, verbali di riconoscimento di invalidità senza verificare che i richiedenti ne avessero i requisiti.

In alcuni casi gli attestati sarebbero stati rilasciati a chi non ne aveva diritto, in altri le tangenti avrebbero contribuito a velocizzare le pratiche. Gli investigatori hanno scoperto una sorta di tariffario con le cifre imposte dal dirigente medico per l’istruttoria delle pratiche.

Il pubblico ufficiale, inoltre, provvedeva senza il visto collegiale delle commissioni, violando così il regolamento del procedimento. Sono al vaglio centinaia di istanze di invalidità rilasciate dalla commissione. Gli indagati come compenso avrebbero preteso le prime mensilità dei benefici o parte degli arretrati riconosciuti.

«Mi devi dare di più perchè io ho spese», diceva il dirigente dell’Asp Agostino Genova a Piera Di Fiore, la donna che faceva da intermediaria tra il pubblico ufficiale e chi chiedeva benefici assistenziali come assegni di invalidità. Genova, secondo gli investigatori, in cambio di soldi e regali, avrebbe accelerato l’iter delle pratiche e in alcuni casi fatto risultare che i richiedenti avevano i requisiti per chiedere i benefici pur non avendo fatto alcun controllo.Nel chiedere più soldi il medico fa riferimento alle spese che deve affrontare. Secondo la Finanza il cenno è ai soldi pagati per la campagna elettorale delle ultime comunali dove l’uomo è stato candidato, senza essere eletto, sia a Palermo che a Partinico. Sia Genova che la Di Fiore sono ai domiciliari.

Gli indagati sono:

Agostino Genova, 70 anni di Partinico residente a Palermo, coordinatore ufficio invalidi civili dell’Asp Palermo e presidente della prima commissione invalidi civili e della commissione ciechi civili, assessore ai servizi demografici del Comune di Partinico dal dicembre 2022. E’ indagato per corruzione e falso in atto pubblico. Rosario Cammalleri, 74 anni di Cattolica Eraclea (Ag) residente a Palermo, medico, indagato per corruzione, Pietra Di Fiore 70 anni di Palermo, indagata per corruzione, Carlos Battaglia, 58 anni, venezuelano, residente a San Giuseppe Jato (Pa), indagato per corruzione. Calogero Randazzo, 48 anni, rappresentante di un Caf a San Giuseppe Jato (Pa), indagato per corruzione e Tiziana Guadalupi, 52 anni di Palermo, indagata per corruzione.

Simulano la somministrazione del vaccino per avere il green pass. In arresto medico e due pazienti

 

 

Roma,

Hanno simulato la somministrazione del vaccino per ottenere il “green pass”. Un medico e due pazienti sono stati arrestati in flagranza di reato dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma.

Le Fiamme Gialle della Compagnia di Velletri – coordinate dalla locale Procura della Repubblica – hanno scoperto che il medico, dietro compenso, anziché inoculare il siero vaccinale messo a disposizione dal Servizio Sanitario Nazionale, avrebbe iniettato un’innocua soluzione fisiologica.

Conseguentemente, l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro, presso il Ministero della Salute, delle certificazioni verdi ritenute fittizie e dei corrispondenti codici sorgente “Qrcode”.

I tre dovranno ora rispondere delle ipotesi di reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, peculato e falso.

Allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati.

Controlli e denunce sul territorio: stop pure dei Carabinieri ad attività commerciali senza autorizzazione

 

Covid Napoli, controlli dei carabinieri in zona movida: 120 sanzioni -  Cronaca - quotidiano.net
Controlli dei Carabinieri nel palermitano

 

Controlli a tappeto a Palermo. È di cinque persone denunciate in stato di libertà per reati vari e numerose sanzioni amministrative irrogate il bilancio di un servizio straordinario di controllo del territorio eseguito dai Carabinieri di Palermo e articolato in più giorni nel quartiere di Brancaccio.

I militari della locale Stazione Carabinieri, con il supporto di personale della Compagnia di Intervento Operativo del 12° Reggimento Carabinieri ‘Sicilia’ e del Nucleo Cinofili Carabinieri di Villagrazia, sono stati impegnati in una serie di controlli alle attività commerciali e alla circolazione stradale. Nel corso delle attività un uomo, sottoposto agli arresti domiciliari, e la moglie sono stati denunciati per furto di energia elettrica mentre due persone, sorprese a bordo di un ciclomotore con una targa realizzata artigianalmente, sono state segnalate alla Procura per falso.

Un ragazzo inoltre, dopo essere stato controllato mentre era alla guida di uno scooter, è stato trovato in possesso di un modico quantitativo di stupefacenti e, nella circostanza, ha fornito generalità false ai militari nel tentativo di eludere il controllo.

I Carabinieri, con il supporto di personale specializzato dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno, inoltre, contestato sanzioni amministrative per un importo complessivo pari a circa 50.000 euro a carico del responsabile di un centro scommesse poiché sorpreso ad esercitare l’attività in mancanza dei prescritti titoli di polizia. Il gestore di un circolo privato, infine, è stato sanzionato amministrativamente, con il supporto di personale della Polizia Municipale, poiché esercitava all’interno del locale (poi sottoposto a sequestro) un’attività di somministrazione di alimenti e bevande senza autorizzazione. Nelle attività su strada sono state controllate oltre 200 persone e 120 mezzi ed elevate 15 sanzioni per violazioni al codice della strada per un importo totale di diverse migliaia di euro.

 

 

Denunciati in stato di libertà alla Procura trenta persone, per lo più incensurati,per dichiarazioni mendaci all’Inps

Indebita percezione del Reddito di cittadinanza
I Carabinieri di Lercara Friddi hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, per indebita percezione del “reddito di cittadinanza”, 30 persone, di età compresa tra i 20 e gli 80 anni, tutte residenti a Lercara.
A conclusione di una peculiare attività investigativa avviata nel gennaio scorso, i militari hanno appurato che le 22 donne e gli 8 uomini, per lo più incensurati, al fine di eludere i controlli da parte dell’INPS, avevano reso dichiarazioni mendaci o incomplete nella dichiarazione sostitutiva unica, omettendo dati obbligatori e percependo, quindi, indebitamente il reddito di cittadinanza, ovvero percependolo in misura superiore al dovuto.
Il danno erariale complessivo è quantificato in circa € 235.000 e sono in corso le procedure per la sospensione del beneficio ed il recupero di quanto indebitamente percepito.

 

Assenteismo Asl : scoperto un sistema incentrato su uno scambio di favori. “Strisciavano” il badge” ai colleghi compiacenti. La Finanza li incastra

Video You tube- (Il Faro)-Guardia di Finanza- Roma

Sono otto i dipendenti dell’Asl Rm 5 ai quali le Fiamme gialle del comando provinciale di Roma hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini emesso dalla Procura di Tivoli. Assenteismo vale a dire reato di truffa e falso .Alcuni non facevano neppure ingresso nella sede ma figuravano al lavoro, altri si allontanavano dopo aver ‘strisciato’ regolarmente il proprio badge nel dispositivo di registrazione delle presenze installato all’ingresso della ‘Casa della Salute’ di Zagarolo. 

Per gli otto impiegati  una vera odissea giudiziaria oltre che disciplinare..

Vicende come queste nascono da segnalazioni, esposti, elementi che inducono le Fiamme Gialle della Compagnia di Frascati, coordinate dal locale Gruppo, a monitorare i loro movimenti, posizionando delle telecamere nei pressi dell’apparecchiatura “marcatempo” e pedinandoli per diversi giorni. Le immagini registrate hanno confermato i sospetti, riprendendo dipendenti che, appena timbrato il cartellino, si allontanavano per alcune ore dal posto di lavoro per sbrigare faccende personali

Si apprende anche che le indagini hanno rivelato l’esistenza di un sistema consolidato incentrato su uno scambio di favori che, in alcuni casi, si è spinto anche a simulare la presenza per l’intero turno, in virtù di  colleghi compiacenti che “strisciavano” il badge a inizio e fine giornata. Gli 8 denunciati dovranno rispondere dei reati di truffa ai danni dell’Ente di appartenenza e falsa attestazione di presenza in servizio. 

DIRIGENTI DELLA REGIONE SICILIANA IN MANETTE PER CORRUZIONE E FALSO

UNA CLASSE DIRIGENZIALE SICILIANA ” VOLTA A FAVORIRE LE RICHIESTE MILIONARIE DEI CONTRIBUTI EUROPEI”

Aggiornamento:  Decreto di archiviazione ex Art 415 c.p.p.  R.G.  Gip  n.6258 /2021  Tribunale di Palermo sulla  estraneità ai fatti  di imputato (nome..Omissis)  comunicato al Direttore del Quotidiano “SUD LIBERTA’ – Raffaele Lanza-  con missiva del 31.Ott 2024 – dell’Avv Lucio Savagnone di Palermo contenente sostanzialmente la richiesta di cancellazione dell’assistito , istanza che  pubblichiamo integralmente

PALERMO –

Regione siciliana coinvolta in un’inchiesta di corruzione e mazzette. I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo hanno eseguito 24 misure cautelari di cui 4 custodie cautelari in carcere, 12 arresti domiciliari e 8 obblighi di dimora.  Funzionari e imprenditori accusati a vario titolo di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, falso in atto pubblico, rivelazione di segreto d’ufficio, soppressione e occultamento di atti pubblici.

Disposto anche il sequestro preventivo di 14 imprese, 3 con sede in Ungheria, Austria e Romania, per un valore di circa 24 milioni di euro, e il sequestro, anche per equivalente, di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per oltre 12,5 milioni di euro. Bloccata  l’erogazione di contributi indebiti per 3,5 milioni di euro.

Risultato immagini per immagine di scambio mazzette

Le inchieste degli inquirenti si possono suddividere in due tronconi di indagini: la prima relativa alla percezione indebita di finanziamenti pubblici, la seconda dell’operato dei funzionari pubblici che avrebbero dovuto controllare i requisiti e l’attribuzione dei punteggi per l’ammissione al contributo delle domande di finanziamento.

Controllate così le domande di finanziamento sulle misure 121 e 123 del PSR Sicilia 2007/2013 per circa 10 milioni di euro percepiti tra il 2012 e il 2018 da due società riconducibili agli imprenditori Giovanni e Francesco Di Liberto. In particolare la DI LIBERTO S.r.l., ha avuto quasi 6 milioni di euro per l’ammodernamento dell’azienda agricola e per la realizzazione di un mattatoio a Ciminna (PA) e la LPB Soc. Coop oltre 4 milioni di euro per la realizzazione di un complesso agro-industriale nel comune di Monreale (PA).

 

Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di una organizzazione criminale, ideata dai fratelli Di Liberto, finalizzata a ottenere in modo illecito finanziamenti pubblici concessi dalla Regione Siciliana con la complicità di professionisti e di Filippo Cangialosi, funzionario istruttore dell’I.P.A. di Palermo.

I Di Liberto, anche attraverso fatture false, sono riusciti a incassare indebitamente non solo le erogazioni relative a due domande di finanziamento, ma, nel mese di dicembre 2019, anche la prima tranche di una terza domanda di un sussidio di 2,5 min. La truffa è stata messa a segno documentando costi superiori a quelli sostenuti attraverso false fatturazioni emesse da società italiane ed estere.

La seconda attività di indagine ha dimostrato l’esistenza di pratiche clientelari volte a favorire alcune domande di finanziamento relative ai PSR Sicilia 2007/2013 e PSR Sicilia 2014/2020, realizzate da pubblici ufficiali in servizio all’IPA di Palermo. L’inchiesta ha svelato la complicità tra chi chiedeva finanziamenti e alcuni dirigenti e funzionari dell’IPA di Palermo. Lo scopo era ottenere finanziamenti pubblici milionari concessi dalla Regione Siciliana alterando o sostituendo i documenti presentati a supporto delle richieste.

La figura dominante dell’inchiesta  è quella di  Filippo Cangialosi. Cangialosi, che oltre a far avere sussidi indebiti a due imprenditori di Belmonte Mezzagno, sarebbe stato corrotto da Giuseppe Tavarella, un altro funzionario dello stesso ente e già legale rappresentante del CONSORZIO AGRARIO di Palermo S.c.a.r.l.

Cangialosi, in relazione alle domande di finanziamento e di pagamento presentate alla Regione da questa società, avrebbe attestato falsamente di aver svolto controlli, concludendo la procedura con esito positivo. In cambio il funzionario avrebbe ottenuto da Tavarella una corsia preferenziale per alcune domande di finanziamento presentate da soggetti a lui vicini.
Altro funzionario corrotto sarebbe Cosimo Antonino D’Amico, all’epoca dei fatti a capo dell’IPA di Palermo. (   Omissis – Cancellazione nominativo imputato e riferimento fatto giudiziario..” )-Decreto di archiviazione )       ….. Il suo nominativo sarebbe stato preso in considerazione per l’incarico di capo di gabinetto dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana. I membri della commissione Lilli Napoli e Maria Concetta Catalano, invece, rispondono dei delitti di tentata truffa per il conseguimento di pubbliche erogazioni e falso.

Di rivelazione di segreti d’ufficio, falso ideologico e materiale in atto pubblico, soppressione occultamento e distruzione di atto pubblico sono indagati oltre a D’Amico e Cangialosi, Gaetano Ales, funzionario dell’IPA di Palermo, Vincenzo Geluso, all’epoca dei fatti sindaco del Comune di San Cipirello e attualmente componente dell’Ufficio di gabinetto dell’Assessore Regionale all’Agricoltura, e Salvatore Picardo responsabile dell’area 4 tecnica – SUAP del Comune di San Cipirello. Sono indagati in relazione ad una domanda di finanziamento di 159 mila euro presentata dal Comune di San Cipirello e relativa ad un progetto per la riqualificazione dell’area a parcheggio e la realizzazione di un centro di informazione turistica. Gli indagati avrebbero alterato atti pubblici, allegati alla pratica di finanziamento già assunta in carico dall’IPA di Palermo, inserendo delle date che non erano state indicate in sede di deposito. Il piano non è andato a buon fine perché l’opera non risultava inserita dal Comune nel programma triennale delle opere pubbliche.

In manette sono finiti i fratelli Giovanni Salvatore e Francesco Di Liberto, il primo amministratore unico della DI LIBERTO S.r.l. e il secondo ex rappresentante legale della GENERAL T.E.C. Soc. Coop., Filippo Cangialosi, ex funzionario dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura – I.P.A. di Palermo e attualmente in servizio al Dipartimento dell’Agricoltura dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura e Paolo Guarrusso, amministratore unico della MEATECH Gmbh.

Arresti domiciliari per Vincenzo Geluso, ex sindaco del Comune di San Cipirello e attualmente componente dell’Ufficio di gabinetto dell’Assessore Regionale all’Agricoltura; Antonio Cosimo D’Amico, ex ispettore capo dell’I.P.A. di Palermo e attualmente Dirigente del Dipartimento dell’Agricoltura dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura; Maurizio Di Liberto, tecnico progettista della DI LIBERTO S.r.l., Nunzia Pipitone, prestanome e moglie di Salvatore Di Liberto, Roberto Percivale, intermediario all’estero dei fratelli Di Liberto, Marco Iuculano, rappresentante legale della LPB Soc. Coop., Giovanni Calì, attuale rappresentante legale della GENERAL T.E.C. Soc. Coop., Riccardo Puccio e Francesco Sclafani, ingegneri di Marineo, (Omissis- nome dell’ex imputato – estraneità ai fatti”- Decreto di archiviazione Tribunale di Palermo) , Alessandro Li Destri, imprenditore agricolo e Giuseppe Taravella, rappresentante del Consorzio Agrario di Palermo S.c.a.r.l. e poi in servizio presso l’Ispettorato dell’agricoltura di Palermo.

Obbligo di dimora nel comune di residenza per Lilli Napoli e Maria Luisa Virga, dirigenti presso l’I.P.A. di Palermo, Gaetano Ales, funzionario dell’IPA di Palermo, Salvatore Picardo, responsabile dell’area 4 tecnica – SUAP del Comune di San Cipirello, Ciro Spinella, agronomo di Marineo, Girolamo Lo Cascio,r appresentante legale della GENERAL T.E.C. Soc. Coop., Alessandro Russo, tecnico progettista della DI LIBERTO S.r.l. e Maria Concetta Catalano, dirigente dell’Ufficio intercomunale dell’agricoltura «Basse Madonie».