Nella foto d’Archivio il giornalista Peppino Impastato
La casa in cui la mafia palermitana uccise nel 1978 Peppino Impastato avrà il vincolo di bene culturale .La Giunta regionale, su proposta del presidente Nello Musumeci, ha approvato gli atti necessari per procedere alla espropriazione dell’edificio (e del terreno circostante)La Presidenza della Regione comunica pure la disponibilità di una somma ( 106.345 euro) necessari per l’acquisizione dell’immobile La stima del valore è stata effettuata dal Dipartimento regionale delle Infrastrutture, mentre al Dipartimento dei Beni culturali avrà l’onere di curare la procedura espropriativa dell’immobile, di proprietà privata.
Si ricorderà che nell’edificio rurale, in territorio di Cinisi fu eseguita la condanna a morte di Impastato. Lì, in una stradina interna nei pressi dell’aeroporto Falcone e Borsellino, il fondatore di Radio Aut venne colpito alla testa, tramortito e probabilmente subito ucciso, prima di essere trasportato sui binari della ferrovia prospiciente per simulare una esplosione.
“Con il provvedimento assunto dal Governo regionale – dichiara la Presidenza della Regione Sicilia – manteniamo l’impegno assunto, anche da me in prima persona, al tempo in cui guidavo la commissione Antimafia, nei confronti della famiglia Impastato e di tutta la comunità regionale. Quell’edificio diventerà bene pubblico e accessibile alla fruizione di tutti. Peppino Impastato rappresenta un simbolo della Sicilia onesta che ha combattuto, e deve continuare a combattere, la criminalità mafiosa e il malaffare. Una figura che, oltre le diversità delle appartenenze politiche, costituisce un esempio di denuncia e di coraggio, soprattutto per le giovani generazioni”.