Contrasto alla droga ad Agrigento (Ribera). Arrestato un tunisino in possesso di droga e contanti

Guardia di Finanza: smantellata una rete di traffico di droga, 36 arresti -  TRIESTE.news

 

Contrasto e lotta alla droga. I  Carabinieri della Tenenza di Ribera, nell’ambito dei consueti servizi finalizzati al contrasto dello spaccio di stupefacenti, predisposti con il supporto del personale della Compagnia d’Intervento Operativo di Palermo, hanno arrestato un cittadino di origine tunisine, di 28 anni, senza fissa dimora, disoccupato, con precedenti di polizia, trovato in possesso di vari quantitativi di droga di diversa specie e denaro contante.

In particolare, pregressa attività info-investigativa svolta sul territorio dai militari, consentiva di individuare l’alloggio del cittadino tunisino ubicato negli immobili ormai abbandonati di Via Tevere a Ribera. La perquisizione locale permetteva di rinvenire e sequestrare 8 gr. di cocaina, 3 gr. di marijuana, 5 gr. di hashish, la somma in contanti di 860 euro, costituita per lo più da banconote di piccolo taglio, nonché materiale idoneo per il taglio ed il confezionamento della sostanza. 

Ultimate le formalità di rito, su disposizione della Procura della Repubblica di Sciacca, l’arrestato veniva posto in libertà in attesa del relativo processo all’esito degli accertamenti tecnici sulla sostanza in sequestro.

Operazione antidroga dei Carabinieri di San Lorenzo a Palermo e Trapani, 58 provvedimenti cautelari

Sono  58 Provvedimenti cautelari : , notifiche  37 in carcere, 20 domiciliari e 1 dell’obbligo di presentazione alla Procura g.  emessi dal gip del tribunale di Palermo accusati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini dell’operazione Nemesi sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda Salvatore De Luca.

Ricorderemo qui che l’indagine, condotta dai carabinieri tra febbraio e luglio del 2018, ha consentito di smantellare un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti e operante nel quartiere Sperone di Palermo e di individuarne struttura, dinamiche e strategie criminali.

le piazze di spaccio interi nuclei familiari, erano affidati dai boss anche ai minorenni per la cessione di stupefacenti. I componenti dell’organizzazione usavano i meandri degli edifici, le strette vie del quartiere, le loro abitazioni, le camerette dei figli minori, come magazzini, lavorazione e spaccio di stupefacenti.

Secondo l’ordinanza cautelare, sussistono gravi indizi per affermare che l’attività di spaccio avveniva nei pressi della scuola del quartiere, dove si davano appuntamento tanti acquirenti che accorrevano anche da altre province siciliane. Veniva spacciata ogni tipo di droga dalla cocaina, al crack.

Due i canali di approvvigionamento degli stupefacenti, gestiti da 3 degli odierni indagati, con precedenti penali e ritenuti vicini a cosa nostra.
Ricostruito dagli investigatori  l’organigramma dell’associazione, con un vertice che gestiva il rifornimento, le strategie di spaccio e raccoglieva i proventi dell’attività, da cui dipendevano ben tre distinte compagini criminali, ognuna con a capo una famiglia che organizzava autonomamente la propria “piazza di spaccio” e impartiva precise direttive ai propri pusher.

Collaboravano anche le madri, le mogli e le conviventi dei capi delle compagini, che tenevano la contabilità delle ‘piazze di spaccio’, pronte anche a subentrare, all’occorrenza, per garantire continuità allo spaccio in caso di arresto di uno dei promotori.

L’organizzazione criminale aveva a disposizione magazzini e interi appartamenti, in cui i sodali si riunivano per decidere le strategie dell’organizzazione, spartirsi i proventi o rifornire i pusher impegnati nelle ‘piazze’.

Siti che venivano utilizzati per lo stoccaggio di marijuana e hashish e come laboratori per “cucinare” e “basare” la cocaina per la produzione del crack. Il vincolo associativo era talmente forte che parte dei profitti erano redistribuiti per il sostentamento delle famiglie dei detenuti e il pagamento delle relative spese legali i pusher operativi su strada per conto della delineata associazione erano organizzati su turni per garantirne la piena attività anche in orario notturno, con direttive precise sui punti dei cortili condominiali dove occultare lo stupefacente e sulle modalità di consegna agli acquirenti.

Le piazze di spaccio garantivano ai tre sodalizi consistenti profitti, stimati nell’ordine di 1,5 milioni di euro su base annua. Nel corso dell’attività sono già state arrestate in flagranza di reato 37 persone, segnalate alla locale prefettura quali acquirenti 56 soggetti e sequestrati circa 3 kg di stupefacente e oltre 6.000 euro in contanti.

CATANIA COME NAPOLI, VENTI ARRESTI PER SPACCIO DI DROGA,ESTORSIONI, AGGRAVATO DAL METODO MAFIOSO

Detenzione e successiva cessione di droga: sono due distinti reati

CATANIA

 I Carabinieri di Catania hanno infatti arrestato venti persone indagate a vario titolo dei reati di tentata estorsione, estorsione in concorso, associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, reati tutti aggravati dal ‘metodo mafioso’ per essere stati commessi avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà tipiche di un’associazione mafiosa.

L’indagine, denominata ‘Quadrilatero’ quello formato dalle vie Avola, San Damiano, Testai e la piazza Cosma e Damiano, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa dal dicembre 2018 al dicembre 2019, ha consentito di disarticolare i gruppi criminali che gestivano 3 fiorenti ‘piazze di spaccio’ di sostanze stupefacenti (cocaina, crack e marijuana) radicate nel popolare quartiere di ‘San Cristoforo’ zona ‘San Cocimo’ roccaforte degli affiliati all’omonimo gruppo capeggiato da Maurizio Zuccaro, organico alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano.

I carabinieri, nell’ambito dell’odierna operazione sono stati supportati dai reparti specializzati dell’Arma (Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento ‘Sicilia’Nucleo Elicotteri e Nucleo Cinofili).

Si è scoperto che Catania utilizza per lo spaccio anche i bambini.

L’attività di spaccio avveniva infatti anche in presenza e addirittura con il coinvolgimento di bambini di circa dieci anni che in talune occasioni ritiravano il denaro indicando agli acquirenti il luogo ove poter ritirare lo stupefacente.

I carabinieri, nel corso delle indagini, hanno trovato e sequestrato un libro contabile (‘carta delle piazze di spaccio’) dove venivano annotati i proventi dell’attività illecita e il quantitativo di stupefacente venduto quotidianamente.

Infine  sono stati riscontrati tre episodi di natura estorsiva, in particolare due tentati ai danni di una farmacia e di una concessionaria di autovetture, un altro invece realizzato con il cosiddetto ‘cavallo di ritorno’ (dietro compenso di denaro uno degli soggetti arrestati aveva fatto da intermediario per consentire da parte dei ricettatori la restituzione alla legittima proprietaria dell’auto precedentemente asportata).

PALERMO: OPERAZIONE “AFRICO”, ARRESTI E SEQUESTRO DI DROGA

 

PALERMO

 Un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di 9 soggetti indagati a vario titolo per spaccio di sostanze stupefacenti è stata eseguita dai finanzieri del Comando provinciale di Palermo su delega della Procura della Repubblica.

L’operazione “Africo”, condotta dagli specialisti della Sezione Antidroga del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle di Palermo tra l’inizio del 2018 e la metà del 2019, ha permesso di far luce su uno strutturato e proficuo commercio di diverse tipologie di sostanza stupefacente nel comprensorio di Carini e nel quartiere “Zen 2” di Palermo. Nel corso delle investigazioni, svolte con l’ausilio di video riprese, intercettazioni telefoniche e ambientali, è stato possibile ricostruire l’operatività criminale degli indagati, che si sarebbero riforniti di cocaina, hashish e marijuana nel noto quartiere palermitano “ZEN 2”, per poi smistarla quotidianamente nella cittadina carinese.

Nel corso delle indagini sono stati eseguiti numerosi interventi repressivi che hanno portato al sequestro di circa 30 kg di droga e all’arresto in flagranza di reato di 8 persone, fra cui un ex addetto alla raccolta di rifiuti all’epoca in servizio presso l’azienda municipalizzata palermitana RAP (poi licenziato per giusta causa), intercettato dai militari mentre consegnava a domicilio le dosi di stupefacente durante il lavoro. Come desumibile dalle complessive risultanze ottenute nel corso delle attività, è emerso che gli spacciatori avrebbero venduto fino a 100 “dosi” al giorno di stupefacenti, sviluppando un “fatturato” annuo stimabile in almeno 1,5 milioni di euro. Due degli arrestati, peraltro, hanno proprio nelle scorse settimane ottenuto con l’inganno il reddito di cittadinanza per un ammontare di 800 euro mensili.

Un beneficio che, per effetto del provvedimento cautelare, verrà sospeso, così come previsto dalla normativa in vigore. I finanzieri hanno poi proceduto a valorizzare in chiave patrimoniale – secondo una procedura operativa attuata in tutti i settori di servizio volta a disarticolare in maniera radicale le organizzazioni delinquenziali – gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso al Corpo, dalle quali emergeva l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la capacità reddituale dichiarata, richiedendo l’applicazione di misure cautelari patrimoniali.

Con il medesimo provvedimento il G.I.P. ha quindi disposto il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati per un valore complessivo pari a circa 200.000 euro. L’operazione di servizio si inserisce nel più ampio dispositivo di controllo economico del territorio e di contrasto patrimoniale ai sodalizi illeciti, mantenendo alta la guardia sul fenomeno del traffico di stupefacenti, primaria fonte di finanziamento anche delle locali organizzazioni criminali.

Controlli e sicurezza: quattro arresti per smercio di sostanze stupefacenti ed altri reati gravi

 

Droga, torna a crescere uso dell'eroina ,+9,7% morti overdose - Società &  Diritti - ANSA.it

Archivi -Sud Libertà

Nel corso degli ultimi giorni, a seguito dell’incremento dei turisti nell’area dello Stretto, i Carabinieri della Compagnia Messina Centro, supportati dalle pattuglie del Nucleo Radiomobile, hanno intensificato i controlli lungo le principali arterie stradali del capoluogo peloritano ed in particolare sono stati predisposti controlli allo scopo di contrastare lo smercio di sostanze stupefacenti e reati predatori in generale.
Nel corso dei servizi, i militari dell’Arma di Messina Giostra hanno arrestato, in esecuzione di distinti ordini di carcerazione emessi dalla Corte di Appello di Messina, il 35enne messinese O.C. e il 38enne B.E., originario del Veneto, entrambi già noti alle forze dell’ordine. I due, già sottoposti alla detenzione domiciliare, si erano resi responsabili di molteplici violazioni delle prescrizioni imposte dalla misura alternativa, accertate dai Carabinieri durante i periodici controlli.

Le segnalazioni delle ripetute trasgressioni all’Autorità Giudiziaria, quindi, hanno determinato, per ambedue, il ripristino della carcerazione. Sempre i militari dell’Arma di Messina Giostra hanno arrestato il 38enne A.C., già noto alle forze dell’ordine, rintracciato dai Carabinieri nella sua abitazione. Lo stesso dovrà espiare la pena di due anni di reclusione perché riconosciuto colpevole di spaccio di sostanze stupefacenti. I tre arrestati sono stati ristretti presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
I Carabinieri della Stazione di Villafranca Tirrena, impegnati nella vigilanza delle aree costiere, hanno arrestato, nella flagranza del reato di evasione, B.L., 35enne, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari si era arbitrariamente allontanato da casa per andare a consumare una bevanda in un bar. I militari, riconosciutolo, lo hanno arrestato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, lo hanno ristretto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.
Durante l’attività di controllo, i militari del Nucleo Radiomobile hanno altresì proceduto, segnalandoli alla Procura della Repubblica di Messina, nei confronti di due giovani messinesi poiché responsabili di disturbo delle occupazioni o delle persone, in quanto individuati, nel corso dei controlli alla circolazione stradale, con elevatissimo volume dello stereo della propria auto, tale da provocare rumori molesti.
Inoltre, nel corso del servizio è stato denunciato dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia Messina Centro un 26enne che, perquisito in via Santa Marta mente circolava a bordo di una bici elettrica, è stato trovato in possesso di circa 35 grammi di marijuana. Altresì tre messinesi, sono stati segnalati alla Prefettura di Messina quali assuntori di stupefacente, poiché trovati in possesso di modiche quantità di hashish, detenute per uso personale, con il sequestro di 6 grammi complessivi di sostanza stupefacente. 
Infine sono stati intensificati i controlli alle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ai soggetti sottoposti al regime degli arresti domiciliari ed alla sorveglianza speciale di P.S..

Coltivava nel proprio terreno( a Naso) 17 piante di Cannabis in fioritura ben occultate. Arrestato dai Carabinieri

 

Uso di cannabis e disturbi psichiatrici: quale legame?

Archivi-Sud Libertà      (Foto, Cannabis)
  Messina,
Ieri pomeriggio, i Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello (ME) hanno arrestato, in flagranza di reato, il 47enne C.G., residente a Naso (ME), già noto alle forze dell’ordine, ritenuto responsabile di produzione, coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel corso di specifico servizio finalizzato al contrasto del fenomeno dello spaccio di stupefacenti, i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Sant’Agata di Militello, hanno fermato un uomo che stava percorrendo il lungomare di Capo d’Orlando in bicicletta. Insospettiti dall’atteggiamento nervoso assunto dallo stesso, i militari dell’Arma lo hanno pertanto sottoposto a perquisizione personale, trovandolo in possesso di un involucro di cellophane contenente oltre 3 grammi di infiorescenze essiccate di cannabis indica. Ritenendo che all’interno dell’abitazione dell’uomo potesse essere detenuta altra sostanza stupefacente, i Carabinieri hanno pertanto effettuato una perquisizione presso l’abitazione di Naso che ha permesso di rinvenire ulteriori 15 grammi circa di sostanza stupefacente di tipo cannabis indica occultata all’interno di due contenitori in plastica, riposti su un tavolo sito all’ingresso. La perquisizione, estesa anche ad un attiguo appezzamento di terreno nella disponibilità dell’uomo, ha consentito di rinvenire anche 17 piante di cannabis indica in fioritura, coltivate ed abilmente occultate tra alcuni filari di piante di pomodori.
La sostanza stupefacente, che sarà inviata al Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche per le analisi di laboratorio, è stata sequestrata e C.G. è stato arrestato, in flagranza di reato, poiché ritenuto responsabile di produzione, coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Ultimate le formalità di rito, su disposizione del Sostituto Procuratore dott.ssa Federica Urban della Procura della Repubblica di Patti (ME), diretta dal Procuratore Capo dott. Angelo Vittorio Cavallo, l’arrestato è stato tradotto presso la propria abitazione, in regime di detenzione domiciliare, in attesa dell’udienza di convalida.

Messina, arresti per smercio di sostanze stupefacenti e denunce alla Procura

 

Nel corso dell’ultimo week end, i Carabinieri della Compagnia Messina Centro, supportati dalle pattuglie del Nucleo Radiomobile, hanno intensificato i controlli lungo le fasce costiere del capoluogo, nonché dei comuni di Villafranca Tirrena e Saponara, in particolare sono stati predisposti controlli allo scopo di contrastare lo smercio di sostanze stupefacenti e dei reati predatori in generale.
Nel corso dei servizi, in attuazione di un provvedimento emesso dalla competente Autorità Giudiziaria, i Carabinieri della Stazione di Messina Camaro hanno arrestato il 46enne T.D., già noto alle forze dell’ordine, condannato alla pena residua di 3 anni, 9 mesi e 11 giorni di reclusione per il reato di associazione per delinquere in concorso e maltrattamento di animali. Il 46enne, al termine delle formalità di rito, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria è stato ristretto presso la casa circondariale di Messina Gazzi.

Nel prosieguo delle attività, i Carabinieri della Stazione di Castanea delle furie, hanno deferito, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Messina, un 31enne, già noto alle forze dell’ordine, per il reato di porto abusivo di oggetti atti ad offendere. L’uomo, nel corso di un controllo alla circolazione stradale sulla litoranea di Mortelle, è stato trovato in possesso di un bastone di 60 cm. di lunghezza, sottoposto a sequestro.
Nel corso dell’attività di controllo, i militari del Nucleo Radiomobile hanno altresì proceduto, segnalandoli alla Procura della Repubblica di Messina, nei confronti di un 24enne ed un 19enne per disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone, poiché alla guida dei propri veicoli diffondevano musica ad alto volume, tramite apparato stereofonico di elevata potenza

Infine, durante il servizio, che ha consentito di controllare più di 45 autovetture ed oltre 70 persone, cinque giovani sono stati segnalati alla locale Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti poiché trovati in possesso, complessivamente, di 20 grammi di marijuana ed hashish , detenuti per uso personale.

Arrestato un furbetto pusher catanese che per disorientare il fiuto dei cani antidroga aveva messo nella sua casa profumatori all’aroma di fragola

Cane Antidroga - Foto e Immagini Stock - iStock

 

Profumatori per coprire l’odore della marijuana: ma i “cacciatori” ne sequestrano 4,5 Kg
 Arrestato un 35enne , attivo pusher  responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò e dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia”, hanno  operato il fermo.
L’attività info investigativa finalizzata al contrasto dei reati in materia di droga, posta in essere dai militari paternesi, ha consentito a questi ultimi di porre le loro “attenzioni” sull’uomo che i preliminari accertamenti descrivevano come attivissimo pusher.
Ovvio pertanto il riscontro di tali ipotesi investigative con l’effettuazione di una perquisizione nell’abitazione ubicata nella frazione di Piano Tavola alla quale spavaldamente il soggetto, prima che i militari iniziassero la ricerca, non si opponeva ed anzi asseriva di non detenere droga in casa.
Mai comportamento fu più improvvido perché i militari hanno dapprima trovato in bagno quattro involucri contenenti una ventina di grammi di marijuana ma poi, estendendo la perquisizione anche al livello sottostante dell’abitazione, hanno rinvenuto nel sottoscala uno scatolo di cartone con 15 buste trasparenti contenenti la medesima sostanza stupefacente per un peso complessivo di 4,5 chilogrammi.
Particolare precauzione, che però non è servita all’arrestato, è stata quella di abbinare dei profumatori all’aroma di fragola all’interno dello scatolo per disorientare il fiuto di eventuali cani antidroga.
Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato associato al carcere catanese di Piazza Lanza.

OPERAZIONE “PIOMBAI”, COME NEL FILM “GOMORRA” ARRESTATI A CATANIA 25 PERSONE PER SPACCIO DI DROGA

 

Il malfamato quartiere San Cristoforo di Catania  che fatturava diecimila euro al giorno per spaccio di droga è stato messo a soqquadro dai Carabinieri del Comando provinciale di Catania che hanno arrestato 25 persone

Il blitz all’alba a sorpresa

L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, su richiesta della locale Procura, è stata eseguita dai Carabinieri   . In essa si  ipotizzano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Indagine “Piombai”

L’indagine, denominata ‘Piombai’ dal nome della strada in cui operavano gli indagati, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia etnea e condotta dal nucleo Operativo della compagnia Piazza Dante, ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale che gestiva una fiorente “piazza di spaccio” di cocaina e crack.

Secondo gli inquirenti  lo spaccio,  avveniva principalmente nel cortile comune a abitazioni della famiglia del ‘capo piazza’ al quale si si poteva accedere soltanto da due portoni blindati.
I cortili dello spaccio, come nel film “Gomorra” erano  sorvegliati dalle vedette e protetti da cani  di grossa taglia oltre che da un avanzato sistema di videosorveglianza attivato per allertare gli spacciatori dall’eventuale arrivo delle forze dell’ordine.

COME NEL FILM ” GOMORRA”: LE VEDETTE DI SORVEGLIANZA

Tra le indagate ci sono anche la moglie e la cognata del ‘capo piazza’, che, secondo l’accusa, gestivano i guadagni, occultando il denaro incassato, e affiancavano e talvolta sostituivano gli uomini della famiglia  nell’organizzazione delle attività…

Una curiosità infine raccolta dai Carabinieri, alcune delle ‘vedette’ utilizzate dal gruppo sarebbero state picchiate dal ‘capo piazza’, che riprendeva le derisioni e le umiliazioni inflitte loro con il proprio cellulare e ne postava i video sui social per, accusa la Dda di Catania, “avvalorare pubblicamente la loro posizione di subordinazione”. Tra le immagini in possesso dei carabinieri ci sono quelle di un giovane costretto a ‘tuffarsi’ nel contenitore dell’immondizia e di un altro a farsi avvolgere il volto con del nastro isolante.

Reggio Calabria, Fiamme gialle sequestrano oltre una tonnellata di cocaina

 

Operazione antidroga - Maxi sequestro di oltre una tonnellata di cocaina

Reggio Calabria,

Nell’ambito dell’attività di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e i funzionari antifrode dell’Ufficio ADM di Gioia Tauro, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia,  diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, coadiuvato dal Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci.hanno individuato e sequestrato 1.126 chili di cocaina purissima nello scalo portuale calabrese.

Attraverso una complessa ed articolata attività di analisi di rischio e riscontri fattuali su oltre 2.100 contenitori provenienti dal continente sudamericano, i militari della Guardia di Finanza ed i funzionari doganali, con l’ausilio di sofisticati scanner in dotazione all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sono riusciti ad individuare lo stupefacente abilmente occultato in un container carico di banane proveniente dall’Ecuador.

La sostanza stupefacente sequestrata, di qualità purissima, avrebbe potuto essere tagliata dai trafficanti di droga fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato, fruttando un introito alla criminalità organizzata di circa 225 milioni di euro.

Le modalità di occultamento dello stupefacente si dimostrano spesso differenti e sempre in via di evoluzione, obbligando gli investigatori a perfezionare di volta in volta le metodologie operative.