G7, dichiarazione finale, l’Italia stupisce con il pensiero di Papa Francesco e l’impegno dei grandi a proteggere i diritti della comunità “arcobaleno”

 

 La presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video postato al termine dei lavori della seconda giornata del G7 a Borgo Egnazia in Puglia“ si è così espressa:  “In questi giorni l‘Italia è stata al centro del mondo e gli occhi del mondo sono stati puntati su di noi. Era una grande responsabilità e io sono orgogliosa di come la nostra nazione sia riuscita ancora una volta a stupire e a tracciare la rotta”.

. E dopo aver ringraziato Papa Francesco (“Abbiamo vissuto anche un momento storico con la presenza del Santo padre, è la prima volta di un pontefice al G7″), si è soffermata sulla  dichiarazione finale adottata, “un documento estremamente significativo che contiene i tanti impegni che il G7 ha deciso di assumersi, impegni concreti, reali, che riguardano questioni dirimenti per il nostro presente, per il nostro futuro e sui quali il G7 ha ribadito la sua unità d’intenti, la sua compattezza”.

Foto di gruppo con i partecipanti del G7 - (Afp)

La dichiarazione finale: la “comunità arcobaleno”

Nel documento finale 36 pagine in tutto, è stata ribadita la “forte preoccupazione” per la riduzione dei diritti Lgbt, con una condanna ferma a “tutte le violazioni e gli abusi dei diritti umani e delle libertà fondamentali”, e confermato l’impegno dei Grandi “a promuovere e proteggere” i diritti della comunità ‘arcobaleno’.

Quanto all’altro dossier ‘caldo’ sul fronte dei diritti, nelle dichiarazioni finali la parola ‘aborto’ non viene menzionata, ma vengono confermati tutti gli impegni assunti dai leader a Hiroshima. C’è poi un capitolo ad hoc  made in Italy: il paragrafo sui migranti, in cui i 7 si impegnano a lanciare “una coalizione per prevenire e contrastare il traffico di migranti”.

Ricorrendo a un “approccio ‘follow the money’ -mettono nero su bianco i 7 grandi richiamando una strategia messa a punto da Giovanni Falcone contro la mafia e cara a Meloni- per identificare, indagare e contrastare efficacemente la criminalità organizzata, affrontando gli aspetti finanziari, compresa una maggiore cooperazione sulla confisca dei beni”. Nel documento trova spazio anche il Piano Mattei voluto dal governo italiano, salutato con favore dai leader.

Il G7 ha espresso pieno e unanime sostegno all’accordo elaborato dal presidente americano Joe Biden per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi, un aumento significativo e duraturo del flusso di assistenza umanitaria in tutta Gaza e la fine duratura del conflitto, è il contenuto della dichiarazione finale del G7 in cui si spiega che vanno ”garantiti gli interessi di sicurezza di Israele e la sicurezza dei civili palestinesi a Gaza”.

Sull’Ucraina, in un passaggio del preambolo della bozza di dichiarazione finale, si afferma che alla presenza del presidente Volodymyr Zelensky, in un gesto di solidarietà e sostegno “per la lotta dell’Ucraina per la sua libertà e per la sua ricostruzione, abbiamo deciso di mettere a disposizione circa 50 miliardi di dollari sfruttando le entrate straordinarie dei beni sovrani russi immobilizzati, inviando un segnale inequivocabile al presidente Putin. Stiamo intensificando i nostri sforzi collettivi per disarmare e definanziare il complesso militare industriale russo”. “La Russia – sottolineano – deve porre fine alla sua guerra di aggressione illegale e pagare per i danni che ha causato all’Ucraina. Secondo la Banca Mondiale, questi danni superano oggi i 486 miliardi di dollari”.

 

G20,STATI UNITI E CINA INSIEME CONTRO LA DISPUTA COMMERCIALE CHE DANNEGGIA L’ECONOMIA GLOBALE

 

Accordo raggiunto a Buenos Aires -G20 – tra il presidente americano Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping  per una tregua sui dazi che durerà 90 giorni a partire dal 1° gennaio prossimo,  Trump ha accettato di annullare gli aumenti tariffari previsti che, su 200 miliardi di merci esportate dal Paese asiatico verso gli Stati Uniti, sarebbero dovuti salire dal 10% al 25%a partire dal 2019. In cambio Xi si è impegnato ad acquistare una quantità, che la Casa Bianca ha definito “molto consistente”, di prodotti agricoli, energia e beni industriali dagli Usa.

Riprende il dialogo tra Stati Uniti e Cina volti  per fronteggiare una disputa commerciale che sta danneggiando l’economia globale, preoccupando alcuni degli alleati repubblicani di Trump    Si apprende   della comune intenzione di  “iniziare immediatamente” i colloqui sulle politiche industriali cinesi, comprese le licenze coercitive della tecnologia degli Stati Uniti, il furto di segreti commerciali e le barriere commerciali non tariffarie.

” Ma se, nel corso della tregua di 90 giorni, le trattative non dovessero andare a buon fine, il presidente Usa ha ribadito che procederà con il suo precedente piano, e dunque con gli aumenti delle tariffe. Il presidente,, avrebbe anche minacciato di estendere i dazi a tutte le importazioni statunitensi dalla Cina, relative ad altri 267 miliardi di dollari di beni. Una ‘minaccia’, però, della quale non si fa menzione nel documento finale dei colloqui tra i due leader diffuso dalla Casa Bianca.
(Ag.)