Un destino strano è riservato all’Istituto incremento ippico di Catania E’ passato diverso tempo da quando una determina dirigenziale dell’ente , firmata dal direttore dell’Istituto Alfredo Alessandra.ha creato il panico fra i dipendenti che hanno girato la palla al tribunale del lavoro, attraverso ricorsi approfonditi di giuristi . Già si sono svolte udienze d’apertura e non è detto che almeno entro l’anno si possa arrivare alla decisione giudiziaria di “confermare la qualifica degli ex stallieri di istruttore direttivo”. Già si sa i dipendenti dell’Istituto ippico rivestono la qualifica di istruttore ed istruttore direttivo Ma sono costretti – salvo alcune eccezioni – a svolgere l’ antico compito e mansione di addetti alle stalle. Quando si dice dalle stelle alle stalle e viceversa. .Un demansionamento generale. E anche forte.
Il direttore dell’ente Alessandra ,probabilmente per eludere le contestazioni e i ricorsi, ricorderemo come già pubblicato da Sud Libertà, ha pensato di mandare a visita sanitaria dal medico competente convenzionato i dipendenti dell’Istituto con l’esclusivo compito della gestione delle stalle e cura degli equini. E lo ha fatto in maniera forzata, cioè formalmente con atto scritto per tutelare i medici competenti. Due medici hanno rifiutato l’incarico e si sono dimessi, il dr Sole medico competente di Siracusa ha accettato il nuovo incarico sulla base di una delibera -scudo “che la visita avrebbe dovuto accertare esclusivamente l’idoneità alla gestione delle stalle e cura equini. Forte di questa deliberazione dirigenziale dell’Istituto Incremento ippico il dr Sole pensava di aver creato la propria immunità giudiziaria e/amministrativa dai contraccolpi dei dipendenti più attenti e rivoluzionari Era nata la simbiosi direttore Alessandra e medico Giuseppe Sole. Il dr Sole firma l’idoneità alla gestione delle stalle per i dipendenti sottoposti a visita sanitaria. Nulla viene richiedo dal sanitario- si apprende -” in ordine alla qualifica attuale rivestita dal popolo dell’ente regionale. Ma la storia vede oggi un altro protagonista, un ex dirigente sindacale autonomo, Salvo Soldano, che presenta la sua denuncia personale all’Organo di controllo -Dipartimento di prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di lavoro- di Catania . “Un mobbing massacrante che l’ex dirigente sindacale ,noto in Sicilia per le sue denunce nel corso della sua attività, cerca in ogni modo di spezzare. Il dipartimento di vigilanza interviene con “disposizioni in merito al ricorso avverso il giudizio espresso dal medico competente aziendale in data 24 marzo 2023 nei riguardi di Soldano Salvatore”
Riportiamo testualmente la disposizione in oggetto del 16 maggio, cioè di ieri: “In relazione al ricorso in oggetto, avverso il giudizio espresso dal medico competente Dott. Giuseppe Sole, valutate le condizioni psico-fisiche del Sig. Soldano Salvatore a seguito di visita medica effettuata in data 26 Aprile 2023 ed esaminata la documentazione esibita, si modifica il giudizio espresso dal medico competente ritenendo il predetto lavoratore idoneo alla mansione di Collaboratore addetto Uffici Amministrativi Non idoneo a svolgere attività di scuderia. Firmato il Direttore del Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di lavoro dott. Santo De Luca.
Adesso dopo questo”infortunio professionale” del dr Giuseppe Sole – e comunque brutta , bruttisima figura professionale – ,le dimissioni dell’incarico, prima che intervenga il magistrato ,Pubblico Ministero, sono d’obbligo …
Che succede all’Istituto Incremento ippico di Catania? Telefonate di protesta in Redazione di dipendenti infuriati contro il comportamento e la condotta del direttore –protempore dell’Ente Alfredo Alessandra
Si riapre la piaga.” Questo direttore è un fasc…., è protetto dalla politica siciliana, e via discorrendo gli sfoghi del personale interessato Un po’ di calma, signori e un passo indietro, a Luglio scorso. Il direttore attiva –nel mese di luglio ricorderemo – un procedimento disciplinare contro il personale che si rifiuta di fornire le misure e le taglie personali per consentire la consegna dei dispositivi DPI normalmente previsti per l’epletamento delle mansioni lavorative presso l’ente impedendo con ciò –prosegue il direttore- il regolare inserimento ai fini dell’espletamento delle attività previste dalla legge n.5 dell’85, che prevede una unica figura professionale, I dipendenti istruttori si rivolgono agli avvocati personali per l’assistenza rituale nel procedimento come previsto dalla normativa sui procedimenti penali. Non credono più essi ai sindacati rappresentativi dell’Ente.
Protagonisti spesse volte di interessi e vantaggi solo personali. Spiegano i dipendenti che non figurano più sindacalmente l’ex segretario generale della Cgil G.Del Popolo, sostituito da La Rosa né il dirigente regionale della Uil Luca Crimi. Ambedue gli ex hanno cambiato tipologia di lavoro , ente e postazione.
Afferma ancora il direttore: “In sede di audizione –con l’assistenza dell’avv Enrico Buscemi -i dipendenti interessati hanno rilevato che “non era loro intenzione contravvenire ad un ordine di servizio ma che, in virtù dell’inquadramento quale istruttore, Categoria C, ritenevano di non dare riscontro a quanto richiesto ritenendo errata la richiesta rivolta a dipendenti con qualifica inferiore che prevede il contatto con gli equini” Questi dipendenti –ribadisce Alessandra- ben conoscono le mansioni da espletarsi presso l’Istituto in virtù della legge del 1985.
La iscrizione alla categoria C ha valenza solo economica” conclude nel provvedimento punitivo il dirigente. Fin qui il pensiero registrato con tanto di protocollo pubblico- della direzione
Noi di Sud Libertà non possiamo essere d’accordo in nulla con le osservazioni e i metodi del direttore-pro tempore dell’Istituto Ippico. Primo perché lui deve fare il dirigente e non il legislatore. Non può affermare- come non lo possono dire e/o scrivere neppure i giudici d’Appello, anche se orientati – c he la categoria Istruttore direttivo ha valenza solo economica in presenza di un regolare Contratto del personale regionale validato dall’Aran e dal legislatore regionale
Poi anche perché il dirigente Alessandra aveva il dovere di realizzare insieme al dipartimento superiore un progetto di sostituzione immediata del personale organizzando un Corso di formazione. Non l’ha fatto lui né dal 2000 in poi , anno dell’inquadramento, il precedente direttore dell’Istituto Paladino.
E sappiamo anche che esistono documenti scritti di “Richieste di cambio mansioni al personale istruttore dn diversi Verbali di Contrattazione sindacale registrati dal 2005 al 2016-
Ora si merita tutto questo. Vediamo la denuncia-od avviso di denuncia del personale – inviata ai sindacati e alla popolazione dipendente ,con una Raccomandata Pec, contro il direttore Alessandra
PROVVEDIMENTO PUNITIVO? I DIPENDENTI ISTRUTTORI NON CI STANNO E DENUNCIANO IL DIRETTORE ALESSANDRA
Oggetto: AVVISO DI DENUNCIA (N.01)- / Attivazione del procedimento penale, per i reati contestati di Falsità in atti pubblici (omissioni ed incompetenza) –ed Abuso d’autorità a carico di: Alfredo Alessandra, dirigente –Istituto ippico-Via V.Emanuele
Poiché il Provvedimento (Contestazione 6/7/2022) N.03 ….. dalla S.V. adottato viola chiaramente diversi obblighi procedimentali rigorosi posti a tutela del diritto di difesa degli “incolpati “ e realizza pienamente ED INTENZIONALMENTE – il reato di falso ed abuso d’ufficio –a mente, fra l’altro, della Sentenza del Consiglio di Stato sez V N.8 /77- CON DIFFUSIONE DELL’ASSUNTO paradossale– quel che è più grave – che l’inquadramento nella categoria C di cui al CCRL per i dipendenti riclassificati abbia valenza solo economica
Constatato che il direttore pro tempore Alfredo Alessandra violando i principi di eguaglianza e correttezza professionale si è inventata una potestà punitiva per concretizzare, con evidente abuso di autorità, “un giudizio sulla qualifica decorente dal 2000 “ che deve ancora essere valutato ed espresso pienamente dall’Autorità Giudiziaria e dalla Corte di Cassazione e, eventualmente dall’UE.
Che l’Istituto Incremento Ippico , nell’ipotesi magica del direttore protempore, si dovrà assumere allora in ogni caso una responsabilità contabile (alla Procura della Corte dei conti) di non poco conto come per l’Organo superiore dipartimentale di controllo dell’Ente etneo.
Considerato che il Provvedimento della sospensione delle quattro ore si rivela illegittimo e pretestuoso e che la sanzione viene utllizzata come strumento di simpatia e antipatia , anche a rappresentanti sindacali scriventi ed ex dirigenti provinciali sindacali (Soldano)e, comunque non poteva a essere comminata fino al termine del processo giudiziale amministrativo in corso,sia per non dare ai Signori Giudici un orientamento fazioso e fuorviante –come finora sostenuto dai legali bugiardi della controparte pagati con tanta disinvoltura con abbondanti –anche troppo, è scandaloso – soldi pubblici delle casse dell’Ente dal direttore protempore Alessandra sia, soprattutto, per rispetto ed obiettività della Magistratura Giudicante.
Rilevato che in tema di rapporti tra giudizio penale e giudizio disciplinare, debba essere rispettata la pregiudiziale penale –e consentire ai Giudici del Tribunale di agire in piena serenità,
DENUNCIA
ALFREDO ALESSANDRA , IN SERVIZIO PRESSO LA Regione siciliana-Via Vittorio Emanuele , per quanto testè riferito e lo invita a
REVOCARE E/O SOSPENDERE SUBITO il provvedimento preriferito anche ai sensi del Testo Unico della Regione Siciliana 117 /57 n3 e disposizioni normative successive.
Il sottoscritto – che riveste anche la carica di Rappresentante sindacale- la invita pertanto ad avere maggiore rispetto di chi si occupa del sociale (Rappresentanti sindacali) e a voler quindi revocare o sospendere la sanzione in pendenza del procedimento penale che sarà promosso –- entro tre giorni presso la Segreteria del Tribunale di Catania –Piazza Verga con informazioni dettagliate sui Suoi comportamenti inaccettabili e reati commessi, dilatati dal Suo medico competente di Siracusa , complice, che ha ignorato- e falsato senza ombra di dubbio- intenzionalmente la realtà degli istruttori, -al Pubblico Ministero di Catania.per le adeguate valutazioni a riguardo, le dovute indagini preliminari e il conseguente Rinvio a giudizio dell’Imputato Alfredo Alessandra
Salvo Soldano (ex dirigente provinciale sindacale ) Antonio Sebastiano Zappalà (Rappresentante sind.). Altri dipendenti firmatari
Una delibera dell’Istituto Incremento ippico sembra uscita dal cilindro di Mago Mandrake.La direzione dell’Ente etneo sta esagerando nell’abuso, nella spregiudicatezza affiancata dalla miopia politica, nell’ingiustizia e nel trattamento iniquo del personale dipendente ridotto in schiavitù , declassificato e calpestato neanche vivessero all’epoca dell’imperatore romano Diocleziano
In questo provvedimento che per magia o imbellicità-giudicheranno i lettori – fa un viaggio indietro nel tempo di ventanni, il direttore Alessandra delibera stavolta insieme al nuovo Commissario straordinario dell’Ente Caterina Mariateresa Elvira Grimaldi di Nixima “di annullare e revocare in autotutela, un atto del Commissario straordinario n.29 del 21 del 21 Novembre –motiva il direttore – “ per l’illegittimità espressa nelle motivazioni delle Sentenze n.68872021 e n.689 del 2021 della Corte di Appello di Catania”.
Si devei procedere –aggiungono il Commissario e il direttore – come previsto dall’art 14 dello Statuto e art.2 del Regolamento di Organizzazione all’adeguamento della classificazione del personale dipendente dell’Ente nel ruolo di cui all’art.1 della legge 5/85 alla categoria funzionale delle mansioni previste dall’art 2 della legge 5/85 e prevista nel relativo profilo esemplificativo riportato nel Dpr 22 Giugno 2001 n.10 e CCRL comparto in vigore Di seguito viene riportato:
LA DECLASSIFICAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE DELL’ISTITUTO INCREMENTO IPPICO
“Alla qualifica di Agente tecnico –Lr. N.5/85 segue la qualifica di Collaboratore –Dpr 22 Giugno 2001 n.10 – La Categoria è B – Le mansioni sono quelle previste dalla legge n.5/85- E cioè:
Compiti di carattere manuale inerenti le attività istituzionali dell’Ente-
Custodia, cura e governo degli animali e dei relativi ricoveri; funzionamento delle stazioni di monta; conduzione e manutenzione degli automezzi; custodia dei beni immobili pertinenti alle sedi dove prestano servizio.
I vertici dell’Istituto, firmatari, decidono pure “di non applicare tout court l’effetto della nullità del Commissario straordinario n.29/2002 secondo il principio d’imparzialità ed equità di trattamento e mantenere al personale attualmente in servizio nel ruolo dell’Ente, il trattamento economico corrisposto in attesa di ulteriori approfondimenti giuridici per la corretta definizione.
Il direttore dottAlfredo Alessandra – dice infine la delibera – provvederà a tutti gli incombenti conseguenti all’adozione di questo deliberato. L’affissione in bacheca e la pubblicazione della presente delibera assolve all’obbligo della comunicazione ai soggetti interessati ai sensi della legge 241 del 7 Agosto1990 e della legge regionale n.10 del 30 Aprile 1991 e della legge regionale 21 Maggio 2019 n.7 “
Pubblichiamo a riguardo anche una vibrata e dotta Contestazione della Segretaria Generale Concetta La Rosa “ I VERTICI DELL’ISTITUTO IPPICO RITIRINO O ANNULLINO LA DELIBERAZIONE CHE DOPO 20 ANNI MODIFICA IL PROFILO DEI DIPENDENTI IN PEIUS
Al Commissario Straordinario Caterina Mariateresa Elvira Grimaldi di NIxima Al Direttore Dott. Alfredo Alessandra Pec: isitutoincrementoippicosicilia@pec.it
“ La scrivente O.S. territoriale apprende della recente pubblicazione della delibera a forma congiunta del direttore e del Commissario straordinario n. 1 dell’1/8/2022, con la quale il personale dell’Istituto col profilo professionale di istruttore, categoria C, è stato inopinatamente riportato al profilo professionale di agente tecnico, appartenente alla qualifica inferiore di categoria B. In rappresentanza del personale iscritto a questa sigla sindacale, la delibera in oggetto viene contestata apertamente in primo luogo per essere stata adottata senza alcuna forma di concertazione sindacale preventiva, pur vertendo in materia di ordinamento professionale del personale dipendente. Il medesimo provvedimento, inoltre, è privo di motivazione, limitandosi solo a richiamare la relazione del direttore prot. n. 2440 dell’1.8.2022, e delle sentenze n. 688 e 689 del 2021, della Corte d’Appello- Sezione lavoro di Catania, senza tuttavia neppure riportarne il contenuto nel corpo della deliberazione. In ogni caso, preme evidenziare che le sentenze della Corte d’Appello in questione non possono annullare alcun atto amministrativo, potere rimesso unicamente al Giudice Amministrativo, ma soltanto disapplicarlo in relazione alla singola fattispecie rimessa al loro giudizio, ossia con effetti limitati soltanto alla causa loro sottoposta alla loro e alle singole parti che vi partecipano.
Gli effetti di un siffatto provvedimento giurisdizionale giammai possono essere estesi erga omnes, diversamente da quanto operato da codesto Istituto, il quale ne ha tratto spunto per modificare il profilo professionale dell’intero personale dipendente, ovviamente in peius.
A nulla vale affermare che il trattamento, almeno per il momento, non ha subito alcuna modifica, perché la regressione professionale subita è, di per sé, causa di demansionamento e di danno alla dignità del lavoratore, soprattutto se si considera che la stessa interviene a distanza di oltre vent’anni dall’acquisizione del profilo professionale di istruttore, vale a dire dall’acquisizione di una posizione consolidata e tutelata come tale dall’ordinamento. Si chiede, pertanto, di procedere all’immediato ritiro/annullamento in autotutela della delibera commissariale n. 1/2022 dell’1.8.2022, chiedendo contestualmente formale accesso alla relazione del direttore dell’1.8.2022, e alle sentenze prima richiamate della Corte d’Appello di Catania n. 688 e 689 del 2021, motivata dallo scopo di tutelare i diritti del personale iscritto nelle sedi di giustizia competenti. Catania, 02.08.2022
La Segretaria Gen. Fp Cgil Catania F.to Concetta La Rosa”
DI R.LANZA
Proseguiamo nelle nostre annotazioni.Sulla vicenda dell’Istituto Incremento ippico – che documentano un turpe potere della classe dirigenziale della Regione siciliana ma nel migliore dei casi, incapacità e giù giù, superficialità ed arroganza mista ad un comportamento privo di umanità oltre che di omessa conosxcenza di norme giuridiche – pendono interrogazioni parlamentari ed interpellanze, in taluni casi ,interventi di magistratura ,(un po’ dubbi vista l’evidenza dei fatti)..
I nostri lettori ne sono stati e ne saranno informati. I dipendenti attendono,fra l’altro, il giudizio della Cassazione. , la restante parte della Corte d’Appello (qui si presume, con “giudici” diversi da quelli che hanno già emesso due Sentenze che sembrano proposte dai vertici della Regione siciliana
Lo scadimento generale è rafforzato dall’intervento del Commissario straordinario Caterina Grimaldi che firmando l’atto di schiavitù dei dipendenti, ha provato di avere eguali connotati della classe dirigente regionale (non mettiamo in conto –perché ne esistono ma sono davvero poche- le eccezioni).
Ma ci chiediamo: il direttore Alessandra e il Commissario Grimaldi perché non rispondono in proprio delle responsabilità ( o irresponsabilità) prese invece di “pescare probabilmente nel bilancio dell’Istituto Incremento ippico” per offrire lauti compensi (un atto al Tribunale: circa sei-sette mila euro,abbiamo accertato……………!!!!) a legali scelti come consulenti?
Non è la classe dirigente della Regione che deve essere già preparata e formata invece di sprofondare, con la complicità di commissari amministratori poco credibili, i dipendenti che hanno diritto alla carriera e disamministrare i cittadini?
Dopo la reintegrazione nell’Ente ippico etneo del personale che aveva rifiutato il demansionamento,oggi un’altra sorpresa . La fornisce stavolta Il dott. Alfredo Alessandra, direttore dell’Istituto Incremento ippico di Catania sferra un inusitato ’attacco ai “gladiatori” (sei) dell’Ente e apre un inusitato procedimento disciplinare contro gli istruttori direttivi
Sostiene: “ Ho firmato la disposizione di servizio di cui alla nota n.2155 del 30 giugno scorso notificata brevi manu in data 1 luglio con la quale è stato chiesto di fornire entro il 4 luglio le misure e le taglie personali per poter provvedere alla fornitura dei DPI personali previsti dalla legge per garantire l’espletamento in sicurezza delle mansioni lavorative come previsto dalla normativa vigente sulla sicurezza Dl 81/2008
“Visto che a tutt’oggi gli istruttori direttivi non hanno dato riscontro alla mia nota, considerato che in assenza di queste informazioni non si può provvedere alla fornitura delle dotazioni di sicurezza obbligatorie per legge, io sono impossibilitato al suo regolare inserimento nelle attività lavorative previste dall’art. 2 della legge Regionale n.5/1985…”
Abbiamo detto che la classe dirigenziale della Regione Sicilia , in particolare di diversi dipartimenti dove sono in servizio diverse fasce di personale, funziona come comanda la casta dipartimentale. Il direttore generale è amico dei dirigenti del dipartimento, questi sono amici dei dirigenti delle strutture periferiche, insomma è una catena indiscutibile che prevede una turnazione ad incarichi privilegiati per chi sta al gioco dei potenti. Tutti, come sapete, al dipartimento ai Beni culturali e alle Soprintendenze, in primis, di Catania. Legami paralleli con la Funzione pubblica-Presidenza presidiata da dirigenti di “controllo”. I sindacati stanno anch’essi al gioco. Contributi e favoritismi ai segretari leader regionali.
Chi non entra in questo sistema, per far valere, come in questo chiarissimo caso dell’Istituto ippico, il diritto alla carriera e alla propria qualifica contrattuale , è costretto a vivere l’incubo delle tarantole .Le tarantole sono senza dubbio l’incubo degli aracnofobici, ma anche creature intelligenti. Una delle loro caratteristiche più straordinarie è la grande capacità di adattamento: al mondo-sappiamo- ne esistono circa 9oo specie diffuse negli ambienti più disparati, dalle foreste tropicali agli aridi deserti.
Noi ne aggiungiamo metaforicamente un’altra: quella della classe dirigenziale (dal dipartimento ai beni culturali all’agricoltura, alla funzione pubblica, presidenza-dirigenza della Regione Sicilia)che non vive un rapporto alla pari con il personale delle strutture periferiche siciliane.
Qual è la competenza del direttore dell’Istituto ippico a richiedere ai dipendenti istruttori le misure dei dispositivi della sicurezza se almeno la metà di essi detiene provvedimento dell’Asp di inidoneità alla gestione e pulizia dei cavalli? Ma dobbiamo proprio giocare a scacchi, dott. Alessandra?
.Proseguiamo a dire della tarantola. Afferrata la preda, usa le zanne (lunghe fino a 2,5 centimetri) per iniettare una dose di veleno letale, subito dopo inietta enzimi digestivi, in modo da predigerire la preda e risucchiarne il corpo attraverso l’appendice boccale simile-vedi la foto-immagine- a una cannuccia..
Ora, pur comprendendo che nessuno vorrà iniettare veleno ai dipendenti dell’istituto incremento ippico che hanno il coraggio di rifiutare le mansioni inferiori, l’Istituto ippico apre un ridicolo e superfluo procedimento disciplinare che in sostanza ripropone il quesito depositato ai giudici catanesi–come la tarantola- cerca di spaventare l’aggressore ergendosi sulle zampe posteriori , in modo da sembrare più grande e mostra le zanne come avvertimento.
ALESSANDRA,NON SI E’ RESO CONTO CHE DA OLTRE VENT’ANNI IL PERSONALE E’ STATO UTILIZZATO COME “SCHIAVO” AGENTE TECNICO E PERSINO NELLE BUSTE PAGA LA QUALIFICA NON E’ STATA MAI CAMBIATA….
Non scherziamo dottAlessandra: lei per chi scrive ,è solo un pesce piccolo, non è lei la tarantola perchè non sta in cima alla classe dirigenziale che ha tolto dal 2000 smalto, e diritto alla carriera agli istruttori direttivi dell’Istituto ippico. Perchè vuole pavoneggiarsi ora con le procedure disciplinari? Ha nel cassetto due sentenze favorevoli inerenti due elementi ? Ma quei giudci d’Appello, dottAlessandra non sapevano del giudizio di inidoneità del personale. Oppure-vista l’assoluta evidenza dei fatti – potrebbero essere giudici superficiali ,opinionisti ancora. Per un ventennio i dirigenti dell’Istituto li hanno utilizzato come veri schiavi e, ora il direttore ha la faccia tosta di aprire un procedimento disciplinare che getta solo discredito sull’immagine dell’Isttituto ippico e sulla incapacità della classe dirigenziale che prende la scorciatoia-la contestazione – quando pretende obbedienza cieca.
Deve sapere allora dott Alessandra –Lezione n.1 di Procedure disciplinari- che i dipendenti pubblici hanno facoltà di rimostranza nei confronti dell’ordine scritto del superiore gerarchico e, in questo caso, aggravato dal fatto che lei e la sua segreteria ne siete perfettamente a conoscenza- gli istruttori destinatari della sua contestazione possono assumere comportamenti omissivi o astensivi.
Perché, si chiederà il dirigente direttore dell’Istituto Ippico?
Le rispondiamo: Lezione n. 2.
Il pubblico dipendente , generalmente tenuto a mente dell’art 17 del Testo Unico 10 gennaio 1957 n.3 ad eseguire gli ordini dei superiori gerarchici, non può farlo allorchè essi costituiscano un illecito penale o arrechino un danno o male fisico come nel caso di tre istruttori direttivi che hanno le carte e la documentazione in regola vistata dall’Asp.
Lezione n. 3 dott. Alessandra: La tutela del pubblico dipendente va posta in relazione non alla sua posizione professionale ma alla sua responsabilità nel senso che l’obbedienza ad un ordine illegittimo trasferisce la responsabilità stessa al superiore dirigente che ha impartito l’ordine ( a mente-desidero citarle solo questo appunto -ricordo di studi sindacali- della sentenza del Tar Lazio sez III 6 Aprile 1991 n.334.
Sostanzialmente i sei gladiatori potranno invertire la situazione e deferirla alla Presidenza-Ufficio disciplinare oppure-per i motivi preriferiti alla Procura di Catania. Scacco matto dott Alessandra !
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